L ELABORATORE ELETTRONICO

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1 L ELABORATORE ELETTRONICO 1. Definizione. Con il termine elaboratore elettronico (o con uno dei suoi sinonimi: calcolatore, computer) si suole indicare un sistema elettronico di uso generale che, opportunamente programmato, consente di eseguire automaticamente tutta una serie di operazioni su un insieme di dati, o informazioni, inseriti in ingresso (input), producendo un nuovo insieme di dati, o informazioni, in uscita (output). Poiché ciò che si ottiene in output è una combinazione dei dati che si immettono in input, un elaboratore può essere definito come una macchina combinatoria. Volendo dare una definizione più accurata, possiamo dire che un elaboratore è una macchina programmabile digitale : con il termine programmabile indichiamo la capacità della macchina di svolgere funzioni diverse, dipendenti dal programma che viene eseguito (un programma è, genericamente, una sequenza preordinata di istruzioni); il termine digitale indica che tutti i dati e le istruzioni ricevute e restituite da un elaboratore devono essere prima codificate, attraverso appositi circuiti, nella particolare forma numerica del linguaggio binario espresso con i valori 0 (assenza di tensione) e 1 (presenza di tensione), gli unici comprensibili dall elaboratore. La definizione appena proposta evidenzia il fatto che un qualsiasi processo elaborativo coinvolge necessariamente due entità concettualmente distinte: da un lato la macchina, ossia l insieme dei dispositivi fisici che costituiscono l ambiente in cui il processo avviene, e dall altro il

2 L elaboratore elettronico programma, ossia l insieme delle istruzioni che determinano la logica del funzionamento della macchina. Questa distinzione rinvia ai due termini che spesso si richiamano quando si parla di elaboratori in genere: hardware e software. Col termine hardware, invero, si allude alla macchina e quindi ad un qualsiasi dispositivo fisico che fa parte di un elaboratore: in una parola, è tutto ciò che è tangibile. Il software (il programma ), d altro canto, è ciò che consente alla macchina di comportarsi in un determinato modo e quindi di manipolare, secondo una certa logica, le informazioni: al contrario dell hardware, il software è impalpabile. Il software può essere suddiviso in due categorie: a) il software di base (o di sistema), cioè l insieme dei programmi, primo fra tutti il sistema operativo, necessari per il buon funzionamento dell elaboratore e per la gestione delle sue risorse e delle sue componenti; b) il software applicativo, cioè l insieme dei programmi necessari per svolgere uno specifico lavoro: elaborazione di testi, esecuzione di calcoli complessi, archiviazione e recupero di dati, realizzazione e gestione di immagini fisse e in movimento, comunicazione a distanza, ecc. Nei prossimi paragrafi saranno analizzati, per grandi linee, alcuni dei principali componenti hardware. 2. Architettura dell elaboratore elettronico. Lo schema teorico dell architettura di un elaboratore, al quale possono ricondursi la maggior parte dei computer oggi in uso, è stato elaborato dal matematico J. Von Neumann ( ). ARCHITETTURA DEL CALCOLATORE ELETTRONICO UNITA CENTRALE MEMORIA INTERNA BUS CPU (Central Processing Unit) PERIFERICHE UNITA DI INPUT MEMORIE DI MASSA UNITA DI OUTPUT 2

3 Informatica generale Tale schema, conosciuto come architettura di Von Neumann, prevede la suddivisione del computer in due parti: l unità centrale, costituita a sua volta da tre elementi fondamentali (il processore o CPU, le memorie interne o di sistema, il bus), e le periferiche, che possono essere o dei dispositivi di input/output o delle memorie di massa. a) La CPU. Il processore o CPU (Central Processing Unit) è il dispositivo principale del computer. Spesso viene indicato come il motore o il cervello di un elaboratore. La CPU ha il compito di presiedere alla realizzazione del processo elaborativo vero e proprio, e si occupa, allo stesso tempo, di gestire il funzionamento di tutte le altre componenti. Ecco perché la velocità di un calcolatore dipende dalla velocità del processore. La frequenza di funzionamento indica la velocità interna del processore: maggiore è la velocità, più elevate saranno le prestazioni del computer. La prestazione di un processore è data dalla velocità del clock che si misura in Megahertz e 1 MHz è pari a 1 milione di vibrazioni elettriche in un secondo. I progressi tecnologici degli ultimi anni hanno permesso di realizzare processori sempre più miniaturizzati, economici e performanti. Attualmente sono disponibili processori in grado di funzionare a 2 GHz (duemila MHz), ma sono già in fase di progettazione modelli a clock superiore. Le caratteristiche dei vari modelli delle CPU in commercio sono molto differenti: cambiano la velocità, la forma e il quantitativo di cache, una memoria veloce integrata che migliora la gestione dei dati. I processori più diffusi e noti sono i Pentium, attualmente giunti alla classe IV, prodotti dalla Intel. Il rivale acerrimo di Intel è la AMD, produttrice dei famosi Athlon. Oltre i blasonati Pentium e Athlon, Intel e AMD, rispettivamente, producono anche CPU più economiche e meno performanti, che si differenziano dalle migliori per un minor quantitativo di memoria cache on board : ci si riferisce alle CPU Intel Celeron e AMD Duron. I due colossi dell informatica sono costantemente in competizione tra loro (trattasi della c.d. lotta all ultimo Megahertz ); la rivalità si basa ancor prima e ancor più che su un divario qualitativo dei prodotti finali, su questioni di prestigio e di immagine. b) Le memorie interne o di sistema (RAM e ROM). Le memorie di sistema sono realizzate con una tecnologia basata sui semiconduttori e sono posizionate direttamente sulla piastra madre (o motherboard, la scheda più grande del computer, alla quale sono collegati 3

4 L elaboratore elettronico tutti i componenti elettronici dell elaboratore). Ce ne sono di due tipi: la RAM (Random Access Memory) e la ROM (Read Only Memory). La memoria di tipo RAM (memoria ad accesso casuale), può essere considerata come la memoria centrale di un elaboratore. La RAM è indispensabile per l esecuzione di ogni applicazione e per la stessa procedura di avvio dell elaboratore. Una caratteristica fondamentale della memoria RAM è data dalla sua elevatissima velocità di lettura e scrittura. Strutturalmente, è costituita da tante piccole celle ciascuna delle quali è identificata da un preciso indirizzo e può contenere indifferentemente dati e istruzioni, naturalmente in forma binaria. Qualunque programma, per potere essere eseguito, deve prima essere caricato nella memoria RAM. Caricare un programma nella RAM significa inserire ogni istruzione in una cella, in modo sequenziale, fino a quando tutto il programma avrà occupato le celle che gli occorrono. L acronimo RAM (Random Access Memory) sta ad indicare che, una volta che la CPU decide in quale cella scrivere o leggere un informazione, l accesso a tale cella avviene negli stessi modi e negli stessi tempi con cui avverrebbe in qualsiasi altra cella. La RAM è una memoria di lettura e di scrittura, questo vuol dire che la CPU vi può leggere o scrivere informazioni. Essa è pero una memoria che, per potere funzionare, ha bisogno di essere alimentata elettricamente. Da ciò deriva l unico inconveniente di questo tipo di memorie: la volatilità. Pertanto, se il computer viene spento, volontariamente o involontariamente, durante una sessione di lavoro, tutti i dati contenuti nella RAM andranno perduti (a causa della sua volatilità, la RAM è detta anche memoria di lavoro o temporanea). Esistono vari tipi di memoria RAM. Fondamentale è la differenza tra memoria dinamica (DRAM) e memoria statica (SRAM). Come si è detto, i dati presenti nella RAM vengono perduti ogni volta che si spegne il computer. In realtà, la memoria DRAM, quella comunemente installata negli elaboratori, deve essere riscritta dinamicamente ad intervalli regolari (tramite una operazione di refresh), pena la perdita dei dati. La conseguenza pratica è che questo tipo di memoria è relativamente lenta: il processore può infatti accedere ai dati che si trovano su questi chip soltanto durante gli intervalli tra i cicli di refresh. Per compensare queste differenze di velocità, oggi si fa ricorso alla speciale memoria SRAM (detta memoria cache o memoria di 2 livello) dove i dati restano memorizzati fino a quando il computer è alimentato. Considerato che i dati in essa contenuti non necessitano di essere continuamente riscritti, la SRAM può operare ad una velocità considerevolmente maggiore rispetto alla DRAM. La SRAM viene interposta tra la RAM di tipo DRAM e la CPU ed ha il compito di mantenere memorizzate le informazioni che giovano più frequentemente 4

5 Informatica generale alla CPU, in modo da eliminare i tempi morti di attesa di quest ultima. La cache è molto più veloce della RAM, però è molto costosa. Attualmente, nei calcolatori più potenti, ne vengono installati Kb. La RAM viene oggi commercializzata tramite dei moduli di memoria chiamati DIMM (Dual In-line Memory Modules) che possono essere facilmente rimossi o aggiunti direttamente sulla piastra madre. Pur appartenendo alla categoria memorie di sistema, la memoria ROM (memoria di sola lettura), svolge funzioni del tutto distinte rispetto alla memoria RAM. Si tratta infatti, di una memoria di sola lettura nel senso che viene usata dalla CPU esclusivamente per leggere le informazioni in essa contenuta. Si tratta di informazioni scritte una tantum che rappresentano, generalmente, la sequenza di istruzioni che la CPU deve eseguire all accensione. La ROM è una memoria di tipo non volatile e le informazioni in essa contenute rimangono memorizzate anche a computer non alimentato. In genere, la ROM è scritta dal costruttore dell hardware. Esistono diversi tipi di ROM: PROM (Programmable ROM); EPROM (Erasable Programmable ROM); EEPROM (Electrically EPROM). Il BIOS (Basic Input Output System), un sistema di procedure che effettua, nella fase di avvio del computer ( bootstrap ), un controllo di integrità di tutti i dispositivi hardware dell elaboratore, è comunemente archiviato in una particolare memoria ROM di tipo EEPROM, detta flash memory. c) Il bus. La comunicazione tra i vari componenti che costituiscono l elaboratore è affidata al bus. Il bus è costituito da una collezione di fili: ogni filo è adibito al trasporto di un singolo Bit (Binary digit = cifra binaria), che può assumere i valori 0 e 1 ed è l elemento atomico del linguaggio compreso dall elaboratore. I multipli del Bit sono il Byte, pari ad un carattere dell alfabeto, che rappresenta 8 Bit; il Kilobyte, pari a 1024 Byte; il Megabyte, pari a 1024 Kilobyte. Negli home computer, i bus sono generalmente a 16 o a 32 Bit; ciò significa che un bus è in grado di trasportare simultaneamente 16 o 32 Bit di dati. Un bus è detto monodirezionale se trasporta dati solo in una certa direzione, bidirezionale nel caso in cui il trasporto avvenga in entrambe le direzioni; analogamente, si definisce un bus omogeneo o eterogeneo secondo che trasporti dati di uno stesso tipo oppure no. Esistono tre tipi di bus: bus dati, bus degli indirizzi e bus di controllo. Il data bus è adibito al trasporto di tutti i dati veri e propri in formato binario; è di tipo c.d. bidirezionale omogeneo poiché tutti i 5

6 L elaboratore elettronico componenti di base possono ricevere ed inviare dati attraverso questo bus. L address bus, invece, è quello che si occupa della destinazione dei dati (da un componente del computer verso un altro componente) ed è di tipo monodirezionale omogeneo. Infine, il control bus, è un particolare bus che trasporta dati non omogenei di controllo quali, ad esempio, il segnale del clock, il segnale di interrupt, ecc. 3. Le memorie di massa. Le memorie di massa sono delle periferiche che permettono la memorizzazione permanente di dati e programmi in formato digitale (0 e 1). Quando il computer è spento, la memoria centrale perde il suo contenuto; è quindi necessario conservare i dati e i programmi in supporti in grado di archiviarli, per potere essere letti in un secondo momento. I dispositivi di memorizzazione possono essere magnetici o ottici: sono di tipo magnetico i nastri, i floppy disk, gli hard disk; sono di tipo ottico i CD-ROM ed i DVD-ROM. Il nastro magnetico è un nastro di plastica con un sottile strato di ferrite in superficie, avvolto in due bobine che ne permettono lo scorrimento. Il tutto è contenuto in un involucro di plastica e alluminio. Vengono utilizzati per l archiviazione di grandi quantità di dati, possono contenere fino a 150 Gb. L accesso ai dati è sequenziale, e ciò penalizza questo tipo di memoria, in termini di prestazioni, sia in fase di lettura che in fase di scrittura. Ciò nonostante, i nastri sono delle memorie molto economiche in rapporto alla quantità di dati che possono contenere. Il floppy disk è un disco di plastica con un sottile strato di ferrite in superficie, contenuto in un involucro di plastica. Il disco ha un diametro di 3,5 pollici, è suddiviso in tracce e settori ed ha una capacità di memorizzare fino a 1,44 Mb. È molto economico ed è diffuso a tal punto che la quasi totalità dei personal computer è dotata di un apposito lettore di floppy disk (lettore FDD). Il floppy disk è utilizzato principalmente per trasportare dati da un computer ad un altro essendo una memoria di tipo rimovibile. L accesso ai dati è di tipo diretto ed è quindi abbastanza veloce sia in lettura che in scrittura. Sono presenti sul mercato altri tipi di dischi rimovibili, come lo Zip, prodotto da Iomega, e le cartucce EZ e Syjet, prodotte da Syquest; si tratta di supporti che hanno una capacità di memoria di gran lunga superiore a quella del floppy disk (le unità di Iomega hanno una capacità da 100 a 250 MB, le cartucce di Syquest possono superare un Gb di capacità). Per entrambi questi ultimi tipi di supporto valgono però le seguenti 6

7 Informatica generale considerazioni: sono assimilabili, per capacità e prestazioni, più ad un disco rigido rimovibile che ad un unità floppy; a differenza del floppy non hanno mai costituito uno standard di fatto, se non in certi settori (nel campo della grafica pubblicitaria, in particolare). L hard disk (o disco rigido) è costituito da uno o più dischi sovrapposti di alluminio con le superfici levigate, sulle quali è depositato uno strato di ferrite molto sottile. Il disco è sempre in rotazione a velocità costante (dai 3600 ai giri per minuto) e la testina di lettura e scrittura galleggia in un cuscino d aria, per effetto aerodinamico, ad una distanza di pochi micron dalla superficie del disco medesimo. La sua velocità di elaborazione dipende dai componenti meccanici, dalla propria memoria cache e dalla velocità del canale dedicato. Esistono due diversi tipi di hard disk: IDE e SCSI. I dischi IDE (acronimo di Integrated Drive Electronics) sono poco costosi e sufficientemente efficienti. I dischi SCSI (acronimo di Small Computer System Interface) permettono una maggiore velocità e sono impiegati in sistemi di alta affidabilità (mission critical) o per esigenze particolari di lavoro. Le informazioni sul disco rigido sono archiviate con un sistema a cilindri, settori e tracce simile a quello dei floppy disk, le cui dimensioni totali, tuttavia, arrivano anche a 100 Gigabyte (una capacità di circa 70 milioni di dischetti floppy). L hard disk è usualmente interno ed integrato al computer (ed è per questa ragione detto anche disco fisso ), ma esistono anche versioni esterne e rimovibili. Il CD-ROM (Compact Disc Read Only Memory) è un supporto per la memorizzazione di dati basato su tecnologia laser; il supporto ospita dei buchi (pits) il cui riflesso o non riflesso genera la sequenza di bit di memoria. La lettura del disco avviene attraverso un apposito lettore (CD drive) la cui velocità è basata su un multiplo di 600 Kb al secondo. Il disco può essere di vetro o in plastica, ricoperto da un sottilissimo strato di vernice riflettente; la registrazione (master) è un incisione della vernice, protetta successivamente da uno strato argentato. La capacità di memorizzazione è di 650 Mb (pari a 450 dischi floppy), ma è di tipo ROM, perché non è più possibile aggiungere, modificare o cancellare i dati nel filesystem. Esistono anche CD di tipo scrivibile (CD-W, Writable) e riscrivibile (CD-RW, Re-Writable), registrabili mediante una unità fisica, detta masterizzatore (CD-RW drive); i primi possono essere scritti una volta soltanto fino al completamento dello spazio disponibile; i secondi possono essere registrati più volte (fino ad un migliaio); entrambi sono leggibili dai normali CD drive. Il DVD-ROM (Digital Versatile Disk Read Only Memory) è uno 7

8 L elaboratore elettronico standard per la memorizzazione di grandi quantità di dati (fino a 17 Gb). Questo dispositivo di memoria non è compatibile con i normali lettori di CD-ROM, e quindi impone l utilizzazione di un lettore dedicato (compatibile comunque con i supporti CD-ROM). Viene impiegato soprattutto per l archiviazione di filmati di elevata qualità grafica (da qui l ulteriore acronimo Digital Video Disc), oppure per operazioni di copia e di trasferimento file. 4. I dispositivi di input/output. Per dispositivi di input/output si intendono tutte quelle periferiche esterne che permettono di inviare ad un elaboratore e di ricevere da questo informazioni. Più specificamente, il nome indica un qualunque componente hardware che permette ad un utente di fornire informazioni ad un elaboratore codificandole in linguaggio binario (dispositivi di input) o di trasformare i risultati prodotti da un elaboratore in informazioni fruibili dall utente decodificando il linguaggio binario (dispositivi di output). a) Dispositivi di input. Appartengono a questa categoria tutti quei dispositivi mediante i quali si inseriscono dati nel calcolatore o che comunque permettono di comunicare in ingresso. Esempi tipici di questi dispositivi sono: la tastiera, il mouse, il joystick, la tavoletta grafica. La tastiera è il più diffuso e tradizionale dispositivo di input. Osservando la tastiera immediatamente la si associa ad una macchina da scrivere, ma ad un più attento esame si rileva che essa presenta un maggior numero di tasti (circa 105). Per chiarire meglio l organizzazione della tastiera ed il significato dei suoi tasti, possiamo suddividerla in quattro raggruppamenti logici: 1) la tastiera alfanumerica è la parte della tastiera di un computer comune a quella di una macchina da scrivere. La disposizione dei tasti, a prima vista casuale, risponde all esigenza di rendere più funzionale il raggiungimento in rapida successione dei tasti più usati, evitando urti o accavallamenti durante la fase di battitura 1 ; 2) il tastierino numerico occupa solitamente la parte destra della tastiera; in esso vengono ripetute le cifre da 0 a 9 insieme alle più frequenti funzioni di calcolo, con una disposizione simile a quella di una calcolatrice tascabile; 3) i tasti di 1 In Europa, la maggior parte delle tastiere utilizza la disposizione c.d. qwerty ; essa corrisponde alle prime cinque lettere a sinistra nella fila superiore. 8

9 Informatica generale controllo hanno il compito di eseguire operazioni speciali tipiche di ogni computer (INVIO/ENTER, CTRL, ALT, SHIFT). Questi tasti non corrispondono a caratteri stampabili e vengono gestiti con significati diversi in funzione dell attività in atto in quel momento; 4) i tasti funzione, infine, sono identificati con le sigle F1, F2,..., F12, e vengono impiegati in genere per attivare funzionalità speciali del computer o del programma attivo in quel momento. Il mouse è un dispositivo di input che viene manovrato con la mano ed è dotato di due o tre pulsanti, di un tasto di scrolling e di una sfera rotante nella parte inferiore. Il suo spostamento su una superficie piana si traduce nel movimento del puntatore sullo schermo. Si tratta di un dispositivo oggi indispensabile, per dialogare con i sistemi operativi e gli applicativi più moderni. Oggi esistono mouse cordless (senza filo), collegati al computer tramite dispositivi ad infrarossi o ad onde radio. Nei computer portatili, il puntatore viene gestito solitamente attraverso lo scivolamento del dito sul mouse pad, una membrana sensibile al tocco di forma rettangolare posta nella parte inferiore della tastiera. In alternativa (o in aggiunta), vi è la trackball, un dispositivo in cui il movimento di puntamento viene effettuato attraverso piccole pressioni col dito su una sferetta. Più di recente, sono stati messi in commercio i primi mouse ottici, dalla forma tradizionale, ma con una microcamera nella parte inferiore che traduce i movimenti sul monitor; sono molto precisi e possono essere utilizzati anche su superfici inclinate o irregolari. Il joystick è costituito da una base solida con una impugnatura a leva (cloche) ed uno o più pulsanti. Attraverso i movimenti dell impugnatura nelle diverse direzioni, il cursore si sposta in corrispondenza sullo schermo. Il joystick è il più diffuso dispositivo di interfaccia per input collegato al computer nell utilizzo di video giochi. Dispositivi alternativi ai joystick tradizionali sono i pad, caratterizzati dall assenza della leva e dalla presenza di frecce direzionali. La tavoletta grafica altro non è che un tecnigrafo elettronico, in grado di comunicare al computer coordinate di punti rilevati da un disegno su carta. I dispositivi di rilevazione possono essere posizionati liberamente sul disegno. Fra i più comuni abbiamo: 1) il puntatore (o cursore), che può disporre anche di una lente e di un tastierino numerico per una maggiore precisione; 2) la stilo (o penna), che è più adatta ad una rilevazione continua di tracciati a mano libera. Le tavolette grafiche vengono utilizzate per disegni a mano libera di dimensioni comunque ridotte. Per rilevazioni di disegni tecnici, cartografia, impiantistica di grandi dimensioni vengono utilizzati i digitalizzatori. 9

10 L elaboratore elettronico Altri dispositivi di input sono: lo scanner, la penna ottica, la telecamera, la fotocamera digitale ecc. b) Dispositivi di output. Appartengono a questa categoria tutti quei dispositivi che permettono al calcolatore di comunicare verso l esterno. Esempi tipici di questa categoria sono il monitor e la stampante. Il monitor (detto anche display, video o schermo) rappresenta oggi la più comune periferica di output, in grado di visualizzare nel modo più rapido i dati che introduciamo, i risultati di una elaborazione e tutto ciò che il computer deve comunicarci. I monitor possono essere di due tipi: CRT (Cathode Ray Tube = tubo a raggi catodici), che utilizzano la stessa tecnologia dei comuni televisori; LCD (Liquid Cristal Display = schermo a cristalli liquidi), molto più leggeri, senza radiazioni e soprattutto piatti; sprigionano pertanto meno calore dei monitor tradizionali e sono di gran lunga meno ingombranti. Le caratteristiche principali di un monitor sono: la dimensione: è misurata in pollici (un pollice è pari a 2,54 centimetri) e corrisponde alla lunghezza della diagonale dello schermo; in commercio esistono monitor a partire da pochi pollici fino a 50 /70, tuttavia, quelli più utilizzati vanno dai 15 ai 21 ; il pixel: l elemento atomico, il più piccolo, che può essere visualizzato sullo schermo; è un puntino colorato che può essere nero (pixel spento), in uno dei tre colori fondamentali: rosso, verde, blu (RGB Red, Green, Blue), ovvero bianco (colore dato dalla risultante di tutti e tre colori insieme); la risoluzione: si tratta del numero di pixel che possono essere visualizzati su uno schermo; i pixel sono organizzati in righe e colonne. Per utilizzare Windows è consigliabile adoperare almeno un monitor Super VGA, ossia un display in grado di operare alla risoluzione di 800 colonne e 600 righe. Monitor più grandi possono gestire risoluzioni anche più elevate, come 1024 x 768, 1400 x 1040 fino a 1600 x 1200, necessarie per visualizzare grafici o disegni complessi. Le risoluzioni più elevate, tuttavia, se da un lato rendono le immagini più nitide, hanno come rovescio della medaglia la diminuzione della dimensione delle scritte e delle immagini imponendo lo sforzo della vista; il dot pitch: è la minima distanza tra i pixel che formano le immagini sul monitor. Più piccola è questa distanza, più nitida e precisa è l immagine. Un monitor da 15 con un dot pitch da 0,28 millimetri è considerato lo standard in termini qualitativi. Inferiore è il dot pitch, superiore è la qualità 10

11 Informatica generale del monitor. Naturalmente il dot pitch va necessariamente correlato alla dimensione della diagonale dello schermo. Sono considerati di ottima qualità tanto un monitor da 17 con dot pitch pari a 0,24 mm, quanto un monitor da 21 con dot pitch da 0,30; il refresh: è il parametro che determina la stabilità dell immagine sullo schermo. Il refresh indica la frequenza, cioè il numero di volte in cui un immagine viene visualizzata sullo schermo in un secondo. Si misura in Hz; 75 Hz è considerato un valore accettabile affinché lo schermo non abbia alcun tremolio. Esistono monitor che raggiungono anche i 115 Hz. Anche qui, naturalmente, la frequenza di refresh va correlata alla dimensione del monitor e alla risoluzione adoperata. La stampante è un altra delle più diffuse periferiche di output. Mentre il monitor ci permette di vedere dei dati in maniera rapida ma temporanea, la stampante ci permette di avere gli stessi dati in formato cartaceo. Si possono distinguere le stampanti in base alla tecnica di stampa: esistono stampanti ad impatto (ad aghi), a getto d inchiostro e stampanti laser (fanno parte di questa categoria i plotter, dispositivi indispensabili nei settori di progettazione grafica, dove è richiesta altissima precisione). Le stampanti ad aghi, come la macchina da scrivere tradizionale, operano ad impatto. Una testina con una matrice d aghi, da 9 a 24, genera i caratteri colpendo un nastro bagnato di inchiostro. Si possono stampare grafici e sono in bianco e nero o a colori. Non è garantita una elevata qualità di stampa. In genere, queste stampanti, vengono utilizzate per alti volumi di stampa oppure se si desidera stampare in doppia copia (stampa c.d. a ricalco). Nelle stampanti a getto d inchiostro, attraverso degli ugelli, l inchiostro viene spruzzato formando caratteri e grafici. Sono in bianco e nero o a colori. Le stampanti a getto d inchiostro stanno riscuotendo un enorme successo grazie al rapporto qualità/prezzo. L impiego di 3, 4 o 6 colori, garantisce un elevata risoluzione (anche punti per pollice), che, se abbinata ad un tipo di carta speciale, consente di ottenere risultati paragonabili a quelli delle stampe fotografiche. Nelle stampanti laser un raggio laser illumina un rullo nel quale vengono formati caratteri e grafici. Il rullo attira, nella parte illuminata, una polverina detta toner, mentre un altro rullo preme la polverina su un foglio di carta fissandola con il calore. Possono essere in bianco e nero o a colori. Il plotter è la stampante grafica per eccellenza. La sua principale caratteristica, infatti, è la capacità di stampare disegni anche di grandi dimensioni con una precisione assoluta. Va da sé che la capacità grafica del plotter dipende molto dal software grafico utilizzato. Così come per le stampanti, anche per i plotter si possono fare delle distinzioni. In base al tipo 11

12 L elaboratore elettronico di meccanismo utilizzato per la stampa si distinguono: i plotter a penne, i plotter a getto d inchiostro, i plotter a trasferimento termico, i plotter elettrostatici (il prezzo d acquisto di un buon plotter può superare anche i 40/50 mila Euro). 12

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