Materiali nocivi nel campo tessile (e calzaturiero) CCIAA di Treviso 29 Ottobre 2012
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1 Materiali nocivi nel campo tessile (e calzaturiero) CCIAA di Treviso 29 Ottobre 2012
2 Rischi per la sicurezza in Sono riconducibili a ambito tessile 1 Rischio fisico/meccanico: soffocamento, strangolamento, ferite; 2 Infiammabilità: utilizzo di tessuti altamente infiammabili; 3- Rischio chimico: assunzione nell organismo e/o dispersione nell ambiente di sostanze tossico/nocive.
3 Rischio chimico Ma come ti vesti??? Quanto alta è la consapevolezza dei consumatori e dei produttori sul rischio chimico?
4 Rischio chimico Tra il 2009 ed il 2011 l Associazione Tessile e Salute ( ) ha condotto alcune indagini a livello nazionale con i seguenti risultati: Tessili a composizione fibrosa: 15% sprovvisti di etichetta di composizione, 34% dei rimanenti con composizione sbagliata; Tessili (con ricerca di 5 parametri fra le decine possibili ) : - Metalli pesanti 6%, - Ammine aromatiche cancerogene 4%, - Coloranti allergenici 4%, - Formaldeide 4%, - Pentaclorofenolo 0%. Calzature : nel 50% delle calzature di importazione presenza di cromo VI;
5 Rischio chimico Dati ricavati dall articolo: «Se sono i tessuti a provocare le dermatiti Analizziamo i primi risultati raccolti dall'osservatorio Nazionale delle Dermatiti da Tessuti» di Silvie Guilleme Esiste una dimostrazione diretta della responsabilità dei tessuti? Per certo esiste una forte prevalenza di forme extraprofessionali, mentre le cause piu' frequenti sono imputabili a tessuti sintetici (35,8%), coloranti e intermedi (22%), accessori metallici (19,3%), calzature e accessori in pelle (9,2%), lana (9,2%), accessori in gomma (8,3%).Reazioni positive al patch test si sono avute nei riguardi di sostanze quali: Nichel solfato (23,8%), Disperso blu 124 (14,7%), Disperso blu 106 (9,2%), Disperso blu 3, p- Fenilendiamina, Formaldeide e Rosso base 46 (tutte al 4,6%) e meno frequentemente: Balsamo del Peru', p-aminoazobenzene, Disperso arancio 1, Disperso giallo 3, Disperso giallo 9 e Profumi.
6 Rischio chimico Cosa si sta facendo? Regolamento (UE) 1007/2011 denominazione fibre tessili ed etichettatura Articolo 25 Studio sulle sostanze pericolose Entro il 30 settembre 2013 la Commissione esegue uno studio inteso a valutare se esiste un nesso causale tra le reazioni allergiche e le sostanze o i composti chimici usati nei prodotti tessili. Sulla base di tale studio, la Commissione presenta, ove opportuno, proposte legislative nel quadro della vigente legislazione dell'unione.
7 REACH REGOLAMENTO (CE) N. 1907/2006 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 18 dicembre 2006 concernente la registrazione, la valutazione, l'autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche (REACH), che istituisce un'agenzia europea per le sostanze chimiche, che modifica la direttiva 1999/45/CE e che abroga il regolamento (CEE) n. 793/93 del Consiglio e il regolamento (CE) n. 1488/94 della Commissione, nonché la direttiva 76/769/CEE del Consiglio e le direttive della Commissione 91/155/CEE, 93/67/CEE, 93/105/CE e 2000/21/CE (Testo rilevante ai fini del SEE)
8 PERCHE? REACH - Per mappare ed accrescere le conoscenze sulle sostanze chimiche prodotte/importate o utilizzate in UE; - Per correlare la sostanza, la sua pericolosità ed il campo d impiego; - Per sostituire le sostanze «estremamente preoccupanti (problematiche)» (SVHC) con sostanze o tecnologie meno pericolose.
9 REACH COME? - Chi produce/importa una sostanza, in quantità 1t/a, ha l obbligo di «registrarla» presso la nuova Agenzia Europea delle Sostanze Chimiche (ECHA); - Le autorità competenti degli Stati Membri, sotto il coordinamento dell Agenzia, valuteranno le informazioni fornite dall industria sulle proprie sostanze; - Produttori/importatori sono soggetti all autorizzazione o restrizione all uso di sostanze con particolari proprietà pericolose per la salute umana e/o per l ambiente.
10 COSA? REACH Si applica: - Alle sostanze in quanto tali; - Alle sostanze in miscela; - Alle sostanze parte integrante di un articolo sia contenute nel materiale costituente l articolo, sia intenzionalmente rilasciate dall articolo. CHI? Coinvolge produttori e importatori di sostanze chimiche, di formulati chimici e di articoli, nonché ogni utilizzatore industriale di sostanze chimiche.
11 REACH ALLEGATO XIV Elenco delle sostanze soggette ad autorizzazione ALLEGATO XVII Restrizioni in materia di fabbricazione, immissione sul mercato e uso di talune sostanze, preparati e articoli pericolosi Attenzione alle modifiche: Es. REGOLAMENTO (UE) N. 494/2011 DELLA COMMISSIONE del 20 maggio 2011 recante modifica del regolamento (CE) n. 1907/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio concernente la registrazione, la valutazione, l'autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche (REACH) per quanto riguarda l'allegato XVII (cadmio) (Testo rilevante ai fini del SEE)
12 REACH Articolo 57 (SVHC) - Cancerogene di categorie 1 e 2 (1A e 1B secondo regolamento 1272/2008 CLP); - Mutagene di categorie 1 e 2 (1A e 1B secondo regolamento 1272/2008 CLP); - Tossiche per la riproduzione di categorie 1 e 2 (1A e 1B secondo regolamento 1272/2008 CLP); - PBT: Persistenti, Bioaccumulabili e Tossiche; - vpvb molto persistenti e bioaccumulabili; - Sostanze di pericolosità equivalente a quelle già classificate.
13 REACH Articolo 33 Obbligo di comunicare informazioni sulle sostanze presenti negli articoli I fornitori di articoli che contengano queste sostanze in una concentrazione allo 0,1% (p/p) devono fornire informazioni adeguate al destinatario dell articolo e, su richiesta e gratuitamente, al consumatore entro 45 gg. dalla richiesta.
14 oltre al REACH Il REACH considera come già registrate le sostanze attive già oggetto della direttiva 98/8/CE o del regolamento 2032/2003 Gli Stati membri possono applicare leggi più restrittive. Attenzione a decisioni comunitarie (es. 2009/251/CE impone agli stati membri di garantire che non vengano immessi o messi a disposizione sul mercato prodotti contenenti il biocida dimetilfumarato)
15 oltre al REACH Chi esporta in Paesi extra UE deve, inoltre, fare attenzione alle loro leggi/norme Es. CIPSIA (Consumer Product Safety Improvement Act) negli Stati Uniti KC Korea Mark System Cina GB (National General Safety Technical Code for Textile Products)
16 oltre al REACH Possono poi entrare in gioco aspetti volontari: - Ecolabel comunitaria (regolamento 66/2010, decisione 2009/563/CE, decisione 2009/567/CE)
17 oltre al REACH Marchi ecologici privati e nazionali OEKO TEX: è il marchio più conosciuto e radicato legato al controllo degli articoli rispetto alla presenza/migrabilità di sostanze nocive Nordic Swan: marchio ecologico dei paesi Scandinavi simile ad Ecolabel Blauer Engel: marchio di prodotto tedesco NF Environnement: marchio francese GOTS (Global Organic Textile Standard): marchio privato creato sulla base di criteri della certificazione organica delle fibre.. ed altri ancora, oppure Capitolati aziendali: capitolati emanati dalle singole aziende prendendo spunto dai marchi ecologici
18 Oeko Tex Standard 100 Principio base: quanto più intensamente un tessuto entra in contatto con la pelle e quanto più sensibile è quest ultima, tanto maggiori sono le restrizioni da soddisfare. Classificazione prodotti CLASSE I Prodotti e giocattoli per bebé e bambini fino a 3 anni (biancheria intima, tutine, biancheria per culla, pupazzi) CLASSE II Prodotti a diretto contatto con la pelle (biancheria intima, biancheria da letto, articoli in spugna) CLASSE IV Materiale da arredamento a scopo decorativo (tende, tovaglie, rivestimenti da CLASSE III pareti) Prodotti senza contatto diretto con la pelle (giacche, cappotti)
19 Analisi Oeko Tex Standard 1. Determinazione del ph; 2. Determinazione della formaldeide; 3. Determinazione del contenuto di metalli pesanti estraibili (Pb, Cd, Cr, Cu, Co, Ni); 4. Determinazione del contenuto di pesticidi (insetticidi, erbicidi e fungicidi); 5. Determinazione del contenuto di fenoli (clorurati ed o-fenilfenolo); 6. Ricerca dei coloranti che sono dannosi dal punto di vista umanoecologico; 7. Ricerca dei benzeni e tolueni clorurati; 8. Determinazione del contenuto di plasticizzanti per PVC (ftalati); 9. Determinazione del contenuto di composti organici dello stagno; 10. Determinazione della solidità del colore; 11. Determinazione dell emissione di sostanze volatili; 12. Prova dell odore.
20 oltre al REACH Guide e norme
21 oltre al REACH UNI/TR Rapporto Tecnico Gestione della sicurezza dei prodotti tessili, di abbigliamento, arredamento, calzaturiero, in pelle e accessori MAGGIO 2010
22 UNI/TR Come è strutturata? INDICE 1 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE 2 RIFERIMENTI NORMATIVI 3 TERMINI E DEFINIZIONI APPENDICE A PARAMETRI CRITICI E SOSTANZE CRITICHE POTENZIALMENTE PRESENTI NEI PRODOTTI TESSILI DI ABBIGLIAMENTO, ARREDAMENTO, CALZATURIERI, IN PELLE E ACCESSORI APPENDICE B RISCHIO FISICO-MECCANICO APPENDICE C RISCHIO FUOCO APPENDICE D TIPOLOGIA DEI PRODOTTI E DESTINAZIONE D USO APPENDICE E DISPOSIZIONI OBBLIGATORIE IN MATERIA DI DIVIETO O RESTRIZIONE D USO DI SOSTANZE BIBLIOGRAFIA Ovviamente le APPENDICI sono solo informative e legate alla data di emissione del rapporto tecnico.
23 UNI/TR Esempio di quanto si può trovare Viene definito un livello di priorità (nel rischio chimico) in rapporto alla presenza di sostanze caratterizzate da effetti negativi sulla salute umana in base ai seguenti criteri: Livello di priorità 1 cogente a livello comunitario Livello di priorità 2 cogente a livello di singoli Stati Livello di priorità 3 volontario su norma comunitaria Livello di priorità 4 volontario Viene data una classificazione merceologica dei prodotti (poi elencati nell appendice D) 1 categoria prodotti destinati ai bambini di età inferiore a 36 mesi 2 categoria prodotti destinati all uso a diretto contatto con la pelle 3 categoria prodotti destinati all uso non a diretto contatto con la pelle
24 UNI/TR I parametri di controllo vengono considerati per: Generalità, Rischi, Metodi di analisi, Note e associati ad un Prospetto La norma può essere consultata gratuitamente presso il punto UNI di Treviso Tecnologia a Lancenigo.
25 Riassumendo Le difficoltà - Siamo in un periodo di evoluzione normativa e di conoscenze sulle sostanze SVHC; - Il REACH rappresenta un serio peso per le industrie europee mentre è irrilevante per quelle extra UE; - Alcuni limiti indicati in 0,1% in peso sono arbitrari e senza fondamenti scientifici; - Difficoltà nella sorveglianza del mercato nei confronti dell importazione; - Assenza di agevolazioni alle aziende in attività di test/analisi; - Difficoltà ad esportare in paesi extra UE a causa di loro leggi; - Scarso aiuto alle imprese per le richieste del mercato nell ambito di sicurezza dei prodotti.
26 Cosa fare? Viene richiesto un impegno alle aziende nel: - Fare «prevenzione» già nelle fasi di progettazione; - Gestire leggi e regolamenti; - Applicare la rintracciabilità: per tutte le fasi/i materiali di lavorazione e i luoghi dove sono eseguite; - Aumentare la conoscenza delle sostanze chimiche anche attraverso le schede di sicurezza; - Migliorare i propri processi attraverso la disponibilità a recepire e rendere operative le nuove indicazioni tecnico/scientifiche; - Applicare la cultura della misura e delle prove attraverso la disponibilità al prelievo ed all esecuzione di test.
27 Cosa fare? Anche le Istituzioni hanno il loro compito: - Fare prevenzione a tutela della salute del consumatore; - Fornire supporti e chiarezza nella gestione dei requisiti cogenti a cui già oggi le aziende italiane si attengono; - Riconoscere il livello di sicurezza delle aziende tessili, calzaturiere e chimiche italiane tutelando il made in Italy; - Supportare la ricerca scientifica; - Permettere una efficace politica di controllo sugli articoli importati; - Agevolare il riconoscimento dei laboratori. Che significa: maggiori risorse
28 - La fiducia nei laboratori
29 e sfatiamo alcuni miti Attenzione alle azioni pubblicitarie: Le diciture «bio» o «organico» sull etichetta non corrisponde a verità. Anche se qualche fibra risultasse da coltivazioni «bio» non si può dire nulla sulle lavorazioni non ancora regolamentate (come per settore alimentare). Il 50% del cotone deriva da coltivazioni OGM. Allo stato attuale delle conoscenze non risulta dannoso. Tinture naturali non sono pensabili per la «grande distribuzione». Materiali di recupero (es. pneumatici o camere d aria) utilizzati in capi di abbigliamento non fanno un bene all ambiente e possono costituire fonte di pericolo per il consumatore. Non sono i capi sintetici a provocare allergie e dermatiti rispetto a fibre naturali ma l uso di sostanze chimiche non a norma nelle fasi di tintura e finissaggio.
30 Treviso Tecnologia Centro di certificazione e Test Ringrazia per l attenzione prestata e resta a disposizione per qualsiasi informazione o chiarimento Via Pezza Alta 34 Rustigné di Oderzo - TV Tel Fax mail: info.cert@tvtecnologia.it sito:
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