17 - INDICE DELLA MATERIA AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO

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1 17 - INDICE DELLA MATERIA AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO D169 Il trasporto di rifiuti. I nuovi codici CER... pag. 2 D166 La gestione documentale dei rifiuti ed il SISTRI... pag. 3 D165 Novità della gestione dei rifiuti negli Enti Locali... pag. 5 F224 Corso generale in gestione dei rischi legati alla difesa del suolo e del demanio idrico... pag. 7 D168 Il demanio idrico: gestione dei beni e titoli abilitativi... pag. 8 D167 La gestione dei rischi legati alla difesa del suolo (idrogeologico, idraulico e alluvioni)... pag. 10 M106 Master in diritto e gestione dell ambiente... pag. 12 D151 Procedimenti amministrativi ambientali, autorizzazioni integrate e paesaggistiche... pag. 14 D119 Disciplina e gestione dei rifiuti solidi e liquidi... pag. 15 D120 Monitoraggio e classificazione delle risorse idriche e tutela delle acque dall inquinamento... pag. 17 D128 Il danno all ambiente e la bonifica dei siti inquinati... pag. 18 D150 Disciplina dell illecito ambientale e profili operativi del sistema sanzionatorio... pag. 20 D159 Gli acquisti verdi e la gestione ambientale del cantiere... pag. 22 1

2 D169 Il trasporto di rifiuti. I nuovi codici CER - LA CORRETTA CONTESTAZIONE DEGLI ILLECITI - OBBLIGHI, RESPONSABILITÀ, SOGGETTI COINVOLTI 1 giorno DATA 18 maggio 2015 ORARIO 9-13/14-17 QUOTA DI PARTECIPAZIONE euro 250,00 + IVA (la quota è esente da IVA se corrisposta da Enti pubblici) RELATORE Avv. Rosa BERTUZZI Consulente legale ambientale, già Comandante Polizia locale, già Pubblico Ministero onorario OBIETTIVI Il seminario è diretto ad offrire una visione organica e completa della disciplina circa gli adempimenti sul trasporto dei rifiuti. E prevista una puntuale ricostruzione del quadro normativo e tecnico-giuridico della materia trattata, mantenendo un equilibrio tra profili teorici e operativi. Particolare attenzione verrà riservata alla risoluzione di quesiti pratici, nonché a casistiche particolari. DESTINATARI Liberi professionisti e tutti coloro che sono coinvolti nel trasporto dei rifiuti (trasportatori, diplomi tecnici, ingegneri, architetti ed avvocati del diritto ambientale) interessati ad intraprendere la professione di verificatore ambientale accreditato e/o consulente per la certificazione ambientale delle organizzazioni; funzionari ed amministratori pubblici; tecnici della Pubblica Amministrazione adibiti ai controlli, sia all interno delle aziende che su strada; responsabili dei procedimenti amministrativi sanzionatori presso gli enti locali; responsabili degli uffici legali degli enti pubblici; Forze di polizia che eseguono accertamenti di illeciti amministrativi ambientali e comunque impegnate nel campo ambientale. Consulenti ambientali; responsabili delle Agenzie Regionali per la protezione dell ambiente. PROGRAMMA Le norme di riferimento: d.l.vo 285/92; l. 298/74; d.l.vo 152/06; dd.m. 1/4/98, n. 145 e n. 148; circ. 4/8/98, n. GAB/DEC/812/98. La nuova classificazione dei rifiuti dal 18/2/2015 (l. 116/14). Proroga SISTRI con d.l.192/14. Il nuovo Modello unico di dichiarazione ambientale per il 2015 (d.p.c.m. 17/12/14). Il nuovo elenco dei codici CER dei rifiuti (Decisione 2014/955/UE del 18/12/14). Rifiuti pericolosi: le nuove caratteristiche di pericolo (Reg. 1357/2014/UE), in vigore dal 1/6/15. Sottoprodotti di origine animale (Reg. 2015/9/UE) in vigore dal 23/2/15. Albo nazionale Gestori ambientali. Adempimenti: Formulario di identificazione dei rifiuti (i controlli diretti su strada ed i controlli indiretti in azienda, la corretta compilazione, i soggetti esonerati dall obbligo, i soggetti attivi nel trasporto, il rifiuto oggetto del trasporto, la indicazione dei nuovi codici CER in vigore dal 1/6/2015, la corretta gestione delle 4 copie, la corretta compilazione dei numeri di registro, le responsabilità, obblighi e sanzioni). Registri di carico e scarico (soggetti obbligati e soggetti esclusi). Modello unico di dichiarazione ambientale (MUD), con le nuove procedure di compilazione per l anno Trasporto rifiuti da manutenzione, microraccolta. SISTRI: entrata in vigore, obblighi ed adempimenti. Affidamento del servizio trasporto rifiuti a soggetti terzi. Le particolari tipologie circa il trasporto di rifiuti: trasporto da parte di privati o imprese o enti; veicoli fuori uso e loro parti; veicoli incidentati e resi- 2

3 dui da incidente stradale; sfalci e potature; materiali ferrosi; rifiuti urbani; carcasse di animali; terre e rocce da scavo; amianto; imballaggi. Gli illeciti in materia di trasporto di rifiuti, amministrativi e penali: differenze ed equivoci terminologici. La responsabilità di tutti i soggetti coinvolti. Il concorso di persone. Concorso di illeciti: la contestazione di una pluralità di trasporti illeciti. Trasporto di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, il vuoto legislativo. Sequestro e confisca del mezzo di trasporto e destinazione del materiale oggetto di trasporto illecito. Ordinanza ingiunzione. Trasporto di rifiuti in conto proprio e trasporto in conto terzi. Trasporto in ADR: novità 2015 in merito al trasporto degli imballaggi contaminati. Il reato di deposito incontrollato di rifiuti, di abbandono di rifiuti, discarica abusiva, traffico illecito di rifiuto, attività organizzate per traffici illeciti. Giurisprudenza intervenuta in merito. Question time. D166 La gestione documentale del rifiuto ed il SISTRI 1 giorno DATA 1ª edizione: 21 maggio ª edizione: 1 ottobre 2015 ORARIO 9,00-13,00 / 14,00-17,00 QUOTA DI PARTECIPAZIONEeuro 250,00 +IVA (la quota è esente da IVA se corrisposta da Enti pubblici) RELATORE Dott. Stefano SASSONE Docente di Economia dell ambiente Con il d.l. 192/14, art. 9 ( Proroga di termini in materia ambientale ), comma 3, viene prorogato, fino al 31 dicembre 2015, il regime di doppio binario, per l entrata in vigore delle sanzioni per il mancato o non corretto utilizzo del SISTRI. Proprio per conoscere meglio le complesse problematiche legate al SISTRI e non incorrere quindi nelle sanzioni il CEIDA propone alla Sua attenzione una giornata di formazione su tale argomento e in particolare sulle procedure ed operazioni che i Delegati SISTRI di un azienda devono attuare per poter adempiere alle prescrizioni normative. DESTINATARI Il corso si rivolge ai produttori di rifiuti con più di dieci dipendenti obbligati ad adempiere alle procedure ed operazioni del SISTRI secondo l art. 1 del d.m. 24/4/14: a) enti e imprese produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi da attività agricole ed agroindustriali; b) enti e imprese produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi dei cui all art. 184, comma 3, lett. da b) ad h) d.l.vo 152/06 e s.m.i.; c) enti e imprese produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi che effettuano attività di stoccaggio di cui all art. 183, comma 1, lett. aa), d.l.vo 152/06; d) enti e imprese che effettuano la raccolta, il trasporto, il recupero, lo smaltimento dei rifiuti urbani nella Regione Campania; e) enti e imprese produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi da attività di pesca professionale e acquacoltura di cui al d.l.vo 4/12. OBIETTIVI Illustrare ai Delegati SISTRI procedure ed operazioni che sono chiamati a svolgere lungo il corso delle attività di tracciamento dei rifiuti che l azienda è chiamata a gestire, dalla procedura di riallineamento alla trasmissione dei dati al Sistema informatico, passando per la descrizione della modulistica cartacea (Registri, 3

4 Formulari) e relative modalità di compilazione, accompagnando i discenti con esempi ed esercitazioni pratiche in aula. PROGRAMMA Il quadro normativo di settore relativo alla gestione del rifiuto in Azienda, con particolare riferimento all analisi dei contenuti rilevanti della Direttiva n. 98/08, del d.l.vo 205/2010, che novella il Testo Unico Ambientale (TUA). Concetti di rifiuto urbano e speciale, sottoprodotto, deposito temporaneo; il certificato analitico; attribuzione del codice CER. Il modello cartaceo di tracciamento dei rifiuti. Il Formulario identificazione rifiuto: come deve essere compilato, da chi e con quali tempistiche, quali correzioni si possono apportare e come. il Registro di carico e scarico: come va compilato, chi ne ha l obbligo, quando deve essere redatto e quali correzioni possono essere eseguite. Il MUD: chi ha l obbligo di presentarlo, come e con quali tempistiche deve essere redatto e presentato. Il modello informatico di tracciamento dei rifiuti, il SISTRI. Introduzione e aspetti normativi. Prescrizioni normative basilari alla comprensione del funzionamento del Sistema. Che cos è il SISTRI, recenti evoluzioni del quadro normativo: definizione di operatore ed elencazione dei soggetti obbligati e facoltizzati all iscrizione; le date di operatività del Sistema. Cos è e qual è la funzione svolta da parte dei dispositivi elettronici per il monitoraggio. La trasmissione dei dati al sistema. Le informazioni da trasmettere al sistema, in fase di iscrizione e durante la gestione del rifiuto; descrizione della la procedura e gli strumenti utilizzati dagli Attori del Sistema, e definire cos è e quali sono i criteri generali per la determinazione del c.d. Contributo SISTRI. Le operazioni di base in area autenticata. Le operazioni elementari una volta che il Delegato SISTRI ha effettuato l accesso all area autenticata, con riferimento a: accesso al SISTRI, operazioni di ripristino del software ospitato nel token USB, creazione di una scheda SISTRI Registro cronologico, compilazione di una scheda SISTRI, associazione della scheda al Registro, annullamento di una registrazione cronologica, annullamento di una scheda SISTRI, compilazione conto terzi, le schede in bianco. I casi pratici. Le procedure attuate dal produttore lungo il corso dell attività di gestione del rifiuto speciale pericoloso da esso prodotto, con riferimento a quelle poste in essere nella fase iniziale dell attività e lungo il corso delle operazioni di gestione; casi particolari. Modalità di movimentazione: la procedura con uso contestuale e quella con uso non contestuale dei dispositivi Usb impiegati per la trasmissione dei dati; il ruolo degli altri attori coinvolti. Gli esempi degli errori più frequenti e relative sanzioni. Particolari categorie di rifiuti. Gestione dei rifiuti sanitari in azienda, cartucce da stampanti; i rifiuti da attività di costruzione e demolizione. 4

5 D165 Novità della gestione dei rifiuti negli Enti locali - IL NUOVO AFFIDAMENTO DEL SERVIZIO DI IGIENE URBANA: L INTRODUZIONE DEI CRITERI AMBIENTALI MINIMI (D.M. AMBIENTE 14/2/2014) - LA TARI, IL PUNTO NORMATIVO - GLI ACCORDI ANCI (CONAI, CDC RAEE, CDCNPA) - I NUOVI MODELLI DI GESTIONE INTEGRATA 1 giorno DATA 10 giugno 2015 ORARIO 8,30-12,30 / 13,30-15,30 QUOTA DI PARTECIPAZIONE euro 250,00 + IVA (la quota è esente da IVA se corrisposta da Enti pubblici) RELATORE Dott. Stefano SASSONE Docente di Economia dell ambiente La giornata di studio riguarda il tema della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani da parte della Pubblica Amministrazione, e in particolare dei Comuni, facendo il punto della situazione attuale e illustrando le prospettive circa gli argomenti trattati durante la loro esposizione. OBIETTIVI Illustrare le novità normative sui rifiuti e gli orientamenti giurisprudenziali, con riferimento alle competenze della pubblica amministrazione locale sui rifiuti soli urbani. Spiegare da un punto di vista economico, ingegneristico, biochimico la gestione integrata dei rifiuti urbani. Illustrare la disciplina relativa alla gestione di particolari categorie di rifiuti solidi urbani, a seguito degli accordi ANCI con le principali associazioni di categoria (CONAI, CdC RAEE; con riferimento a: imballaggi (il sistema ANCI-CONAI); RAEE (il sistema ANCI-CdC-RAEE, il nuovo accordo Anci CDC Raee); l organizzazione e la gestione dei CdR, gli obblighi della distribuzione. Pile e accumulatori: il nuovo sistema Anci-CDCNPA per la gestione di questi rifiuti. Fare il punto della situazione sulla disciplina d affidamento del servizio pubblico locale di igiene urbana, e illustrare le recenti novità, con particolare riferimento all introduzione dei nuovi criteri ambientali minimi (CAM). Illustrare il meccanismo impositivo Comune - Cittadino utente, per il finanziamento del servizio medesimo, dalla TARSU alla nuova IUC. PROGRAMMA Normativa sui rifiuti. I principi della disciplina (art. 177, TUA), il concetto di rifiuto, materia prima seconda, e sottoprodotto: le definizioni introdotte dal d.l.vo 205/10. La nuova classificazione dei rifiuti dal 18/2/15 (l. 116/14); i nuovi codici CER. L attività di prevenzione e il nuovo programma nazionale del MATTM (art. 180, c.1 bis), il quadro delle competenze: Stato, Regioni, Province, Comuni. Il regolamento comunale di gestione dei rifiuti urbani. La nuova gerarchia del rifiuto; dalla prevenzione allo smaltimento: prospettive della gestione integrata del rifiuto solido urbano con l introduzione della preparazione per il riutilizzo. L assimilazione dei rifiuti speciali agli urbani. Gestione integrata dei rifiuti. Le modificazioni ed integrazioni normative introdotte dal d.l.vo 205/10. Le fasi della gestione integrata dei rifiuti urbani: le attività di raccolta, trasporto, recupero e smaltimento. Focus sul recupero: modalità e dati. Focus sullo smaltimento: tecnologie e consistenza del fenomeno (Rapporto Ispra). 5

6 I Sistemi pubblico-privato per assolvere alla responsabilità (estesa) del produttore. La gestione degli imballaggi. La disciplina normativa degli imballaggi dopo il decreto liberalizzazioni (titolo II, parte IV, del d.l.vo 152/06), e la nuova direttiva 2013/2/UE del febbraio 2013, che innova i criteri di individuazione dell imballaggio. Il sistema CONAI-Consorzi di filiera: descrizione e il suo contributo all evoluzione della gestione degli imballaggi dal decreto Ronchi (d.l.vo 22/97) fino ad oggi. Gli accordi quadro ANCI-CONAI: la valorizzazione economica degli imballaggi e il supporto alle raccolte differenziate dei Comuni. La gestione dei RAEE. La disciplina normativa dei RAEE: d.l.vo 151/05 e successive modificazioni ed integrazioni. La revisione della Direttiva RAEE: prospettive della disciplina normativa dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche. Il sistema CdC RAEE-sistemi collettivi: attori e descrizione del sistema, il contributo alla raccolta e il recupero dei RAEE. Il nuovo accordo quadro ANCI-CdC RAEE: le novità del nuovo accordo triennale. Il nuovo accordo quadro ANCI-CdC RAEE - distributori. La gestione di pile ed accumulatori. La disciplina normativa. Il nuovo sistema Anci-CDCNPA. Gli attori. Il nuovo principio dell 1 vs 0, introdotto con il recepimento della nuova direttiva RAEE n. 19/2012. Il finanziamento del servizio di igiene urbana. Il meccanismo impositivo Comune - Cittadino utente, per il finanziamento del servizio medesimo, e i più recenti aggiornamenti sulla TARES e la transizione verso la IUC. Inquadramento normativo del rapporto impositivo Comune-cittadino utente: evoluzione e caratteristiche attuali. Dalla TIA1 (d.l.vo 22/97) alla IUC, passando per la Tares, cosa cambia per il Comune e per l utente. L affidamento del servizio di igiene urbana: punto della situazione. Inquadramento generale sulla disciplina. Gli effetti della sentenza della Corte Costituzionale n. 199 del 20/7/2012: cosa cambia. Le recenti modificazioni della normativa: cosa cambia con la l. 221/12 sugli affidamenti in house del servizio di igiene urbana, gli effetti della sentenza della Corte Costituzionale n. 50 del 28/3/2013 sugli affidamenti in house, gli affidamenti diretti alle società in house dopo le modifiche alla spending review ad opera del d.l. 69/13 (c.d. Decreto del fare ). L introduzione dei c.d. criteri ambientali minimi nell affidamento del servizio con il d.m. Ambiente del 14/2/14. 6

7 F224 Corso generale in gestione dei rischi legati alla difesa del suolo e del demanio idrico 4 giorni, articolato in due moduli frequentabili anche singolarmente DATE 1ª edizione: giugno ª edizione: ottobre 2015 ORARIO 1 giorno: 9-13/14-16,30-2 giorno: 9,00-14,30 QUOTA DI PARTECIPAZIONE euro 830,00 + IVA (la quota è esente da IVA se corrisposta da Enti pubblici) RELATORE Avv. Andrea FACCON Avvocato amministrativista in Firenze OBIETTIVI Il corso si articola in due moduli dedicati l uno alla difesa del suolo e, l altro, alla tutela del demanio idrico. I due moduli sono, invero, separati solo per ragioni di opportunità, in quanto gli argomenti ivi esaminati presentano numerosi nessi e collegamenti che ne rendono certamente auspicabile un esame ed un approfondimento in termini unitari e sistematici. Il primo modulo prende le mosse dalla situazione di diffuso e all apparenza inarrestabile inquinamento idrogeologico e idraulico che contraddistingue l Italia. Per affrontare questa vera e propria emergenza nazionale, l ultima misura adottata, a livello nazionale, è il d.l. 12/9/14, n. 133, convertito in l. 11/11/14, n. 164, che, tra l altro, contiene l istituzione di una struttura di missione per il superamento dell emergenza idrogeologica nonché semplificazioni procedimentali volte a permettere una celere realizzazione (anche) di opere dirette a rimuovere situazioni di rischio idraulico e idrogeologico. Uno degli obiettivi del modulo consiste nell esaminare, anche in chiave critica, la disciplina contenuta nel d.l. 133/14, soppesandone il prevedibile impatto concreto ai fini dell effettivo superamento della grave situazione di dissesto e di rischio ancora oggi in atto. In realtà, lo scopo principale è ben più vasto e consiste nell offrire agli utenti una analisi tendenzialmente esaustiva del vigente (anche se talora assai antiquato) quadro, normativo, organizzativo e gestionale disegnato dal legislatore (europeo, statale e, segnatamente, regionale) per garantire la difesa del suolo e della popolazione dai rischi idraulico, idrogeologico e alluvioni, segnalandone criticità e punti di debolezza. Il secondo modulo si propone di esaminare, in modo tendenzialmente esaustivo, la disciplina e le forme di gestione dei beni del demanio idrico. Muovendo da alcune premesse d inquadramento, dedicate alla distribuzione delle competenze tra Stato, Regioni ed enti locali ed alla ricognizione dell oggetto e dei fini stessi della tutela demaniale, la disamina del modulo concentrerà tutta l attenzione sui temi che, anche per effetto dei recenti interventi normativi, sollevano i problemi applicativi e gestionali più densi di implicazioni pratiche. In questa direzione, l analisi e il dibattito d aula opereranno un costante riferimento alle più recenti produzioni normative (statali ma anche regionali e locali), alla prassi amministrativa ed ai più autorevoli pronunciamenti della giurisprudenza. DESTINATARI Sono principalmente gli Amministratori, i Dirigenti ed i Funzionari dell area amministrativa e dell area tecnica - che operano presso Amministrazioni statali, Enti pubblici territoriali, Autorità di bacino, ARPA, enti ed organismi pubblici. Il corso può interessare anche professionisti dell area tecnica e legale desiderosi di ampliare e/o approfondire il proprio bagaglio di conoscenze nel settore ambientale nonché operatori del comparto costruzioni e del settore energia, e loro consulenti. PROGRAMMA 1 modulo (D168): 1ª edizione: giugno ª edizione: ottobre 2015 Il demanio idrico: gestione dei beni e titoli abilitativi 7

8 2 modulo (D167): 1ª edizione: giugno ª edizione: ottobre 2015 La gestione dei rischi legati alla difesa del suolo (idrogeologico, idraulico e alluvioni) D168 Il demanio idrico: gestione dei beni e titoli abilitativi 2 giorni DATE 1ª edizione: giugno ª edizione: ottobre 2015 ORARIO 1 giorno: 9-13/14-16,30 2 giorno: 9,00-14,30 QUOTA DI PARTECIPAZIONE euro 490,00 + IVA (la quota è esente da IVA se corrisposta da Enti pubblici) RELATORE Avv. Andrea FACCON Avvocato amministrativista in Firenze OBIETTIVI E DESTINATARI Il seminario si propone di esaminare in modo tendenzialmente esaustivo gli aspetti relativi alla disciplina e alla gestione dei beni del demanio idrico. Muovendo da indispensabili premesse d inquadramento, dedicate soprattutto alla distribuzione delle competenze tra Stato, Regioni ed enti locali e alla ricognizione dell oggetto e fini della tutela demaniale, la disamina si concentra sulla disciplina e sulla gestione delle varie forme d uso, sia delle risorse idriche che degli altri beni che compongono il demanio idrico. Verrà posta particolare attenzione agli aspetti della disciplina che, anche per effetto di produzioni normative, sollevano i problemi applicativi più densi di implicazioni pratiche. I destinatari sono principalmente i dirigenti e funzionari amministrativi e tecnici che operano presso enti pubblici territoriali (Province, Comuni, Regione), Autorità di bacino, ARPA nonché amministrazioni statali e enti e organismi pubblici. Il corso può interessare anche professionisti dell area tecnica e legale desiderosi di ampliare e/o approfondire il proprio bagaglio di conoscenze nel settore ambientale nonché operatori del settore delle costruzioni e loro consulenti. PROGRAMMA 1. La gestione dei beni del demanio idrico.- Premesse d inquadramento. Il demanio idrico nel patrimonio pubblico. L allocazione delle competenze istituzionali e gestionali. Il demanio idrico tra Stato e Regioni: quadro d insieme del riparto delle competenze relative al demanio idrico. La devoluzione alle regioni delle competenze in materia di demanio idrico. I più recenti sviluppi della legislazione (statale e regionale) in tema di gestione del demanio idrico. Federalismo demaniale e demanio idrico: la manovra dei beni demaniali nella più recente legislazione. Linee di tendenza della legislazione statale e regionale nell allocazione e nella disciplina delle competenze in materia di gestione dei beni. 2. L individuazione dei beni che costituiscono il demanio idrico tra contenitore e contenuto. - Il regime giuridico delle acque pubbliche. La ricognizione delle acque pubbliche e la rilevanza ai fini della corretta gestione del demanio idrico. Inventario dei beni del demanio idrico, con l individuazione delle pertinenze idriche e delle infrastrutture idriche. Il regime particolare delle aree di pertinenza dei corsi d acqua. I vincoli imposti alla disciplina regionale delle aree di pertinenza ex art. 115 d.l.vo 152/06. 8

9 3. Gestione della risorsa idrica e gestione degli altri beni che costituiscono il demanio idrico.- La disciplina generale e le questioni comuni. Il procedimento ed il provvedimento concessorio. Il problema della scelta del concessionario. L impatto della Direttiva Bolkestein e dei provvedimenti attuativi sulle concessioni demaniali idriche. Trasparenza e procedure di evidenza pubblica nella gestione del demanio idrico. Esemplificazione con riferimento a casi concreti. Pratiche ottimali nella gestione di procedure di selezione dei concessionari. La competenza gestionale e i temi legati al procedimento. Il dirigente, i responsabili e il ruolo del personale addetto. Il procedimento e le fasi fondamentali. L istruttoria e il contributo di altri enti (i pareri di enti preposti alla tutela dell ambiente e della salute). Il problema della sottoposizione a VIA dei provvedimenti di gestione di beni del demanio idrico. I vincoli da rispettare in sede di rilascio del provvedimento di concessione. Il disciplinare di concessione. La firma del concessionario. Il provvedimento. Il regime tributario della concessione. Il contenzioso in materia di gestione dei beni del demanio idrico. Ambito e limiti della competenza giurisdizionale del TRAP e del TSAP. Cenni al rito applicabile in caso di impugnazione dei provvedimenti di affidamento della concessione, decadenza, revoca, recupero di crediti insoluti e sanzioni amministrative. 4. L utenza idrica e i titoli che abilitano all uso della risorsa idrica.- Ricognizione della disciplina applicabile alla concessione idrica. Dal R.D. 1775/33, passando per la legge Galli per giungere ai più recenti integrativi e correttivi del d.l.vo 152/06 e s.m.i. La risorsa idrica nella pianificazione di bacino. La centralità del bilancio idrico ai fini della disciplina dei titoli. La sottoposizione a VAS del piano di bacino. Riferimenti alle discipline regionali e ai piani più evoluti. Il concetto di derivazione. Le utenze idriche e i limiti di applicazione dell istituto concessorio. Le fattispecie estranee alla concessione e i relativi limiti: raccolta di acque piovane e utilizzo di acque sotterranee (pozzi). Il problema della definizione degli usi domestici. La regolazione dei prelievi di acque sotterranee. I nessi con la disciplina speciale delle acque sotterranee. Le piccole e le grandi derivazioni. Nozioni e criteri di distinzione. La procedurali affidamento. La procedura di scelta del concessionario. I passaggi fondamentali e i problemi applicativi. I pareri da acquisire. Il problema degli accertamenti sanitari. Il rapporto di concessione. La durata. Prolungamento della concessione e vincoli dell evidenza pubblica. Gli obblighi del concessionario. Disciplina applicabile ai canoni. Determinazione dei canoni, in relazione alle diverse tipologie di concessioni e in sede di rinnovo. Riscossione dei canoni. Il recupero dei crediti e la lotta all evasione dei canoni demaniali. La riscossione in presenza di eventi patologici a carico del concessionario; prescrizione del diritto di riscossione. Vicende modificative ed estintive della concessione. Cessione. Subingresso. Sub-concessione. Variazione del contenuto della concessione. Ampliamento e riduzione della concessione. Decadenza. Revoca. Cenni alla prassi regolamentare e applicativa. 5. L uso dei beni del demanio idrico diversi dalla risorsa idrica.- Ricognizione della disciplina applicabile alla concessione idraulica. Riferimenti alle discipline regionali e provinciali. I diversi usi ammissibili del demanio idrico; in particolare, l uso per la realizzazione di manufatti e per attraversamenti - con condutture e reti - di vario tipo; il regime particolare degli attraversamenti con reti di comunicazione elettronica: il riferimento alla disciplina del d. l.vo 259/03 e s.m.i. e alle novità introdotte dall art. 6, d.l. 133/14, convertito con modificazioni dalla l. 164/14. Gli usi del demanio idrico da parte di enti pubblici, concessionari ed organismi pubblici. Il rapporto di concessione. Gli obblighi del concessionario. Le vicende modificative ed estintive della concessione: gli istituti rilevanti sulla falsariga della concessione idrica; il tema della durata, dei canoni, della riscossione, della decadenza, dell autotutela. Il regime giuridico dei manufatti realizzati sul demanio idrico. a) La questione dei manufatti realizzati su aree in demanialità sopravvenuta (l. 37/94 e/o a seguito di situazioni di fatto). b) L ambito attuale (ed i limiti) di una sdemanializzazione di aree del demanio idrico. Le conseguenze sul regime giuridico dei manufatti. c) Il regime giuridico delle opere e degli impianti esistenti alla scadenza della concessione. Gli atti di gestione amministrativa. I nessi con la gestione del rischio idraulico. d) Le opere abusive in ambito demaniale idrico. L ambito per una regolarizzazione di manufatti senza concessione. La competenza alla demolizione e le ordinanze di ripristino. I nessi con la gestione del rischio idraulico e idrogeologico. Gli adempimenti successivi e consequenziali. Gli indennizzi per occupazione sine titulo. Competenza a determinare gli indennizzi e ad emettere ordini di pagamento. Esame di casi concreti desunti dalla prassi amministrativa e dalla giurisprudenza. 9

10 D167 La gestione dei rischi legati alla difesa del suolo (idrogeologico, idraulico e alluvioni) - IL D. L. 12/9/2014, N. 133, CONVERTITO, CON MODIFICAZIONI, DALLA L. 11/11/14, N giorni DATE 1 a edizione: giugno a edizione:19-20 ottobre 2015 ORARIO 1 giorno: 9-13/14-16,30 2 giorno: 9,00-14,30 QUOTA DI PARTECIPAZIONE euro 490,00 + IVA (la quota è esente da IVA se corrisposta da Enti pubblici) RELATORE Avv. Andrea FACCON Avvocato amministrativista in Firenze OBIETTIVI E DESTINATARI Il seminario prende le mosse dalla situazione di diffuso e all apparenza inarrestabile inquinamento idrogeologico e idraulico che contraddistingue l Italia. Per affrontare questa vera e propria emergenza nazionale, l ultima misura adottata, a livello nazionale, è il d.l. 12/9/14, n. 133, convertito in l. 11/11/14, n. 164 che, tra l altro, contiene l istituzione di una struttura di missione per il superamento dell emergenza idrogeologica nonché semplificazioni procedimentali volte a permettere una celere realizzazione (anche) di opere dirette a rimuovere situazioni di rischio idraulico e idrogeologico. Uno degli obiettivi consiste, senz altro, nell esaminare, anche in chiave critica, la disciplina contenuta nel d.l. 133/14, soppesandone il prevedibile impatto concreto ai fini dell effettivo superamento della grave situazione di dissesto e di rischio ancora oggi in atto. In realtà, lo scopo principale di questo modulo è ben più vasto e consiste nell offrire agli utenti una analisi tendenzialmente esaustiva del vigente quadro, normativo, organizzativo e gestionale disegnato dal legislatore (europeo, statale e, segnatamente, regionale) per garantire la difesa del suolo e della popolazione dai rischi idraulico, idrogeologico e alluvioni, segnalandone criticità e punti di debolezza. Il seminario è destinato principalmente ad amministratori, dirigenti e funzionari che operano presso Amministrazioni statali, Enti pubblici territoriali, Autorità di bacino, ARPA. Esso può interessare anche professionisti dell area tecnica e legale desiderosi di ampliare e approfondire il proprio bagaglio di conoscenze nel settore ambientale. PROGRAMMA 1. Premesse d inquadramento.- Il quadro d insieme dei rischi legati alla difesa del suolo. Concetti e nozioni fondamentali. Ambito di riferimento tecnico e normativo. 2. La gestione del rischio idrogeologico.- Il concetto di rischio idrogeologico. Il vigente quadro normativoistituzionale. Ricognizione delle fonti normative vigenti: dal R.D. 2637/23 alla nuova impostazione della l. 183/89. Gli interventi per affrontare situazioni di emergenza idrogeologica: il d.l. 180/98 dopo il disastro a Sarno e il d.l. 279/2000 dopo il disastro a Soverato. Il nuovo assetto a regime del d.l.vo 152/06 e s.m.i. La logica e la visione dei più recenti interventi fino al d.l. 133/14 (nel corso di altri disastri). La rilevanza attuale della risalente disciplina del R.D. n. 2637/23 in tema di vincolo idrogeologico. Riferimenti alle normative regionali per la disciplina del vincolo idrogeologico. La centralità attuale della disciplina della pianificazione di assetto nella gestione del rischio idrogeologico. Riferimento alle discipline regionali per la prevenzione dei dissesti idrogeologici e la difesa del suolo. Esame delle previsioni più recenti e avanzate contenute in alcuni piano di bacino di rilevanza interregionale e regionale. 3. La gestione del rischio idraulico.- Ricognizione delle fonti normative vigenti. Breve excursus della nor- 10

11 mativa: dai RR.DD. 368/1904 e 523/1904 fino ai più recenti correttivi al d.l.vo 152/06 e s.m.i. I rapporti tra la disciplina del R.D. 523/1904 e la disciplina della pianificazione di bacino. Il vecchio arnese del buon regime delle acque pubbliche e il nuovo concetto di rischio idraulico a confronto. Interventi edilizi e/o le opere ammissibili nelle aree interessate dal pianificazione del rischio idraulico e dal vincolo idraulico (in primis ex art. 96, R.D. n. 523/1904). La centralità della pianificazione di bacino (anche) nella gestione del rischio idraulico. Ricognizione delle fasce di tutela di piano e dei relativi caratteri. Problemi e criticità. Le questioni pratiche e gestionali più attuali. La questione (urgente) dell aggiornamento della disciplina di piano a fronte del mutamento delle situazioni di fatto. Ampi cenni alle normative regionali in tema di rischio idraulico. Esame delle previsioni più recenti contenute in alcuni piano di bacino di rilevanza interregionale e regionale. La polizia idraulica. L individuazione preliminare dell oggetto della tutela. L urgenza di operare una ricognizione delle acque pubbliche ai fini della corretta gestione della polizia idraulica. L impatto delle novità introdotte dalla legge Galli fino al testo unico ambientale (d.l.vo 152/06 e s.m.i.) nella ricognizione delle acque pubbliche. Gli indirizzi della giurisprudenza sulle questioni più attuali e scottanti. I rimedi escogitati in ambito regionale per contenere l effetto potenzialmente dirompente della dichiarazione di pubblicità di tutte le acque. Esempi di regolazione e di gestione: l operazione di ricognizione del reticolo idrografico significativo (Liguria) o minore (Lombardia) e i relativi riflessi gestionali. Le opere idrauliche. Le discipline statali e regionali. Le competenze alla realizzazione e gestione. Le questioni pratiche più attuali in tema di opere idrauliche. Le aree di pertinenza dei corsi d acqua. I vincoli che il legislatore regionale deve rispettare ex art. 115 d.l.vo 152/06. Le questioni da affrontare nel varo della disciplina (regionale) L inammissibilità di tombinature. Riferimento alle discipline regionali. Casistica giurisprudenziale. Il rischio idraulico e i nessi con la gestione del demanio idrico. I poteri dell Autorità amministrativa diretti a rimuovere fenomeni di inquinamento idraulico. Rapporti tra disciplina urbanistica e disciplina idraulica nella repressione di fenomeni di abusivismo. La rilevanza delle sanzioni penali ed il ruolo del giudice penale nella tutela del vincolo idraulico. 4. La gestione del rischio alluvioni.- La direttiva 2007/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23/10/07, relativa alla valutazione ed alla gestione dei rischi di alluvioni; il d.l.vo. 49/2010 (con le modifiche introdotte dall art. 19 della l. 97/13), di attuazione della direttiva 2007/60/CE relativa alla valutazione e alla gestione dei rischi di alluvioni; la valutazione preliminare del rischio alluvioni e i piani di gestione del rischio alluvioni. Cenni alle discipline regionali in tema di gestione del rischio alluvioni. Esame delle esperienze più recenti relative all adozione di piani di gestione del rischio alluvioni. Criticità riscontrate nel procedimento di varo dei PGA. Il tema dei rapporti con la disciplina dei piani di bacino (assetto idrogeologico). 5. Il ruolo della Protezione Civile nella gestione dei rischi legati alla difesa del suolo.- I nessi tra la disciplina sui rischi idraulico/alluvioni e la disciplina in tema di protezione civile. L assetto vigente delle misure di protezione civile per prevenire i danni da rischi legati alla difesa del suolo. Il Sistema di allertamento nazionale nella Direttiva P.C.M. 27/2/04. Analisi dei requisiti organizzativi e funzionali del SAN per il rischio idrogeologico e idraulico ai fini di protezione civile. Il ruolo delle regioni, delle Autorità di bacino e degli enti locali. La rilevanza della pianificazione locale. I poteri e responsabilità delle amministrazioni locali. Riferimenti a casi concreti. 6. I più recenti tentativi di sbloccare gli interventi di mitigazione del rischio idraulico e idrogeologico: la disciplina speciale per le attività di progettazione ed esecuzione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico. La struttura di missione contro il dissesto idrogeologico. Le misure di semplificazione burocratica nel d.l. 133/14 per la mitigazione dei rischi idraulici e geomorfologici del territorio. Riflessioni critiche sull assetto normativo e istituzionale attuale e su quello adombrato dal d.l. 133: possibili ipotesi per una profonda revisione, anche in relazione agli scenari di riforma della Costituzione. I fenomeni di inquinamento idraulico e idrogeologico. Una possibile nuova orientazione della disciplina. 7. Il ruolo della giurisdizione (civile, penale e amministrativa) nel settore della difesa del suolo, della gestione dei corsi d acqua e della protezione civile.- La distribuzione delle competenze giurisdizionali. Cenni alle dinamiche del contenzioso sulle gare d appalto per interventi di mitigazione del rischio idraulico e idrogeologico; i riflessi sulla celere realizzazione delle opere pubbliche in ambito idrogeologico e idraulico. Riflessioni critiche. 11

12 M106 MASTER IN DIRITTO E GESTIONE DELL AMBIENTE 10 giorni articolato in cinque moduli frequentabili anche singolarmente PERIODI DI SVOLGIMENTO ottobre novembre 2015 QUOTA DI PARTECIPAZIONE euro 1.850,00 + IVA (la quota è esente da IVA se corrisposta da Enti pubblici) RELATORI Avv. Rosa BERTUZZI Avvocato, Consulente legale ambientale Avv. Enrica BLASI Consulente Ministero dell Ambiente Prof. Pietro FALCONE Presidente di sezione del Consiglio di Stato Prof. Avv. Franco GIAMPIETRO Studio legale ambientale Giampietro; Presidente Associazione giuristi ambientali Ing. Vittorio GIAMPIETRO Libero professionista, membro della Commissione Ambiente dell Ordine degli Ingegneri di Roma, Responsabile del gruppo di lavoro Normativa in campo ambientale Ing. Giuseppe MININNI CNR - Istituto di Ricerca sulle acque Dott. Maurizio PETTINE CNR - Istituto di Ricerca sulle acque Dott. Mauro ROTATORI CNR Istituto sull inquinamento atmosferico Il master propone una illustrazione organica sia sotto il profilo teorico che applicativo della materia ambientale, evidenziando in particolare gli snodi gestionali che derivano dal complesso delle multiformi norme che la caratterizza. Il primo modulo è concentrato sulla disciplina, sulle modalità e sulla tempistica dei procedimenti amministrativi ambientali, delle autorizzazioni integrate e delle interrelazioni con le disposizioni afferenti alla tutela del paesaggio. I restanti moduli, di carattere monografico, riguarderanno specificamente: la disciplina e la gestione dei rifiuti; la gestione e la tutela delle risorse idriche; la disciplina del danno all ambiente e i meccanismi gestionali finalizzati alla bonifica dei siti inquinati; la disciplina dell illecito amministrativo e penale ambientale. DESTINATARI Il Master è destinato ad aggiornare e perfezionare le nuove professionalità in materia di governo e protezione dell ambiente, con particolare riguardo ai responsabili legali, di gestione e tecnici delle imprese private e pubbliche, ivi comprese quelle che prestano servizio di assistenza nell area ambientale. Esso mira, altresì, alla formazione e/o all aggiornamento dei funzionari e degli amministratori delle regioni e degli enti locali oltre che dei relativi uffici tecnici (Servizi e Presidi multizonali; laboratori pubblici e privati ecc.) nonché del personale amministrativo e tecnico delle aziende municipalizzate o consortili, delle società concessionarie di prestazioni e servizi ambientali. E altresì destinato ai responsabili dei procedimenti amministrativi sanzionatori presso gli enti locali, ai responsabili degli uffici legali degli enti pubblici, nonché ai Dirigenti delle Agenzie ragionali per la protezione dell ambiente, avvocati e consulenti privati interessati ai profili teorici e pratici della disciplina ambientale. 12

13 PROGRAMMA 1 modulo (D151): ottobre 2015 Procedimenti amministrativi ambientali, autorizzazioni integrate e paesaggistiche 2 modulo (D119): ottobre 2015 Disciplina e gestione dei rifiuti solidi e liquidi 3 modulo (D120): novembre 2015 Monitoraggio e classificazione delle risorse idriche e tutela delle acque dall inquinamento 4 modulo (D128): 25 novembre 2015 Il danno all ambiente e la bonifica dei siti inquinati 5 modulo (D150): novembre 2015 Disciplina dell illecito ambientale e profili operativi del sistema sanzionatorio VALUTAZIONE FINALE A richiesta dei partecipanti sarà rilasciato il titolo di Master con valutazione finale espressa in sessantesimi a chi: abbia frequentato l intero Master presenti una ricerca sugli argomenti trattati nel Master, che verrà esaminata e valutata dal docente relatore 13

14 D151 Procedimenti amministrativi ambientali, autorizzazioni integrate e paesaggistiche 3 giorni DATE ottobre 2015 ORARIO 8,45 14,45 QUOTA DI PARTECIPAZIONE euro 640,00 + IVA (la quota è esente da IVA se corrisposta da Enti pubblici) RELATORI Prof. Pietro FALCONE Presidente di sezione del Consiglio di Stato Autore del Codice dell edilizia e dell urbanistica annotato con la giurisprudenza Avv. Enrica BLASI Consulente Ministero dell Ambiente Dott. Mauro ROTATORI CNR Istituto Inquinamento Atmosferico Il seminario intende favorire l approfondimento sinergico e trasversale dei procedimenti di autorizzazione in materia ambientale, incluse tutte le relative fasi sub-procedimentali autonome. La prima parte è dedicata in modo specifico all esame analitico ed all approfondimento delle procedure di autorizzazione in materia di rifiuti, bonifiche, acque, ed emissioni in atmosfera, con riferimento anche all autorizzazione integrata e alle procedure di valutazione ambientale di Piani e di singoli progetti. La seconda parte è incentrata sull autorizzazione paesaggistica alla luce delle recenti novità normative. Il programma sarà integrato con esempi, con applicazioni pratiche e con schemi di provvedimenti, al fine di soddisfare anche le esigenze operative e funzionali dei partecipanti. I destinatari del seminario sono, in modo particolare, funzionari e dipendenti delle pubbliche amministrazioni. PROGRAMMA I procedimenti di autorizzazione in materia ambientale. I principi della gestione dei rifiuti. Rifiuti, sottoprodotti, end of waste. La classificazione dei rifiuti. La gerarchia dei rifiuti e le operazioni di gestione. L autorizzazione ordinaria alla costruzione ed all esercizio di impianti di gestione dei rifiuti (artt. 208, 209, 211 del d.l.vo 152/06). Il rapporto tra l autorizzazione ordinaria e i provvedimenti di VIA e AIA. La natura istruttoria della conferenza di servizi di cui all art. 208 del d.l.vo 152/06. Autorizzazione per gli impianti mobili. Autorizzazione degli impianti di ricerca e sperimentazione ai sensi dell art. 109 del d.l.vo 152/06. Autorizzazione degli impianti di discarica ai sensi del d.l.vo 36/03. Le procedure di autorizzazione in forma semplificata (artt. 214 e 216 del d.l.vo 152/06; il d.m. 5/2/98). L Albo Nazionale Gestori Ambientali (art. 212 d.l.vo 152/06 e d.m. 120/14). Le garanzie per la gestione dei rifiuti. Autorizzazione alle emissioni in atmosfera (d.l.vo 152/06 parte V come modificato dail dd.l.vi 128/2010 e 46/14). L inquinamento da impianti industriali e civili: autorizzazione dei nuovi impianti e di impianti esistenti. Valori limite di emissione e migliore tecnologia disponibile. Attività a ridotto inquinamento atmosferico e emissioni poco significative. Regime delle competenze. Soggetti obbligati. Fasi procedimentali. L autorizzazione integrata ambientale (AIA) e le procedure per la prevenzione e riduzione integrate dell inquinamento (IPPC Integrated Pollution Prevention Control) (d.l.vo 152/06 e smi, d.l.vo 46/14). La funzione di prevenzione e di tutela. Approccio integrato e sviluppo sostenibile. Le norme di qualità ambientali, le migliori tecnologie e i valori limite di emissione. Impianti nuovi e impianti esistenti. Ambito 14

15 oggettivo di applicazione. Oggetto dell autorizzazione integrata ambientale: impianto, parte di impianto, impianti o parti di impianti localizzati in una medesima area. L autorizzazione unica in materia ambientale (AUA) per le piccole e medie imprese introdotta con l art. 23 del d.l. 5/12, conv. in l. 35/12; il relativo nuovo Regolamento (d.p.r. 59/2013). Autorizzazione paesaggistica dopo il d.l. 133/2014, convertito in l. 164/14. Necessità per l esecuzione dei lavori, in base ad: attività edilizia libera; segnalazione certificata di inizio attività (SCIA); denuncia di inizio attività (DIA); permesso di costruire e silenzio assenso. Casi particolari: attività agricole, apertura di cave, opere pubbliche, opere di difesa nazionale, impianti di telecomunicazioni, impianti eolici. Rapporti con il piano paesaggistico e con gli strumenti urbanistici. Documentazione necessaria e richiesta integrativa. Parere della Commissione locale per il paesaggio. Parere vincolante della Soprintendenza. Casi in cui il parere è obbligatorio. Espressione del parere entro 45 giorni, dopo il d.l. 69/13. Conferenza di servizi. Quando l amministrazione delegata provvede sulla domanda di autorizzazione. Motivazione per il rilascio dell autorizzazione. Termine quinquennale di validità e proroga dopo il d.l. 69/13. Potere statale sostitutivo. Tutela giudiziaria. Sanzioni per abusi edilizi in aree vincolate. Autorizzazione semplificata per interventi di lieve entità (d.p.r. 139/2010). Esame degli interventi individuati dal Regolamento. Relazione paesaggistica semplificata. Previa verifica della conformità urbanistica. Autorizzazione in sanatoria; presupposti e limiti: divieto in caso di nuove superfici utili e volumi. Esame dei singoli casi. Sanzione pecuniaria dell indennità. Sanzioni penali. Reato di pericolo. Distinzione dal reato urbanistico. Ordine di rimessione in pristino. Estinzione del reato: per spontanea rimessione in pristino o per rilascio dell autorizzazione in sanatoria. Condono edilizio in aree vincolate e la c.d. sanatoria ambientale. Interventi non soggetti ad autorizzazione. D119 Disciplina e gestione dei rifiuti solidi e liquidi 2 giorni DATE ottobre 2015 ORARIO 1 giorno 9-13/ giorno 9-14,30 QUOTA DI PARTECIPAZIONE euro 490,00 + IVA (la quota è esente da IVA se corrisposta da Enti pubblici) RELATORI Ing. Giuseppe MININNI CNR - Istituto di Ricerca sulle Acque Avv. Enrica BLASI Consulente Ministero dell Ambiente PROGRAMMA Il quadro normativo: la Direttiva 2008/98/CE, e la parte IV del d.l.vo 152/06. I Principi di gestione: Precauzione, prevenzione, sostenibilità, proporzionalità, responsabilità estesa del produttore, cooperazione, chi inquina paga. L ambito oggettivo di applicazione. La nozione di rifiuto, sottoprodotto e end of waste. Approfondimento sulla disciplina della gestione delle terre e rocce da scavo; delle matrici da riporto ; dei materiali provenienti da attività di dragaggio. La Classificazione dei rifiuti. La distinzione tra rifiuti speciali, urbani, pericolosi e non pericolosi. Le modalità di attribuzione dei codici CER, Regimi speciali di gestione di particolari tipologie di rifiuti: in particolare le acque di scarico e di vegetazione; i sottoprodotti di origine animale. 15

16 Le operazioni di gestione dei rifiuti. Preparazione per il riutilizzo, riutilizzo, riciclaggio, recupero e smaltimento. La disciplina speciale delle discariche. La disciplina dell incenerimento e coincenerimento. Il deposito di rifiuti: temporaneo, provvisorio e permanente. La raccolta: la raccolta differenziata e i centri di raccolta. Il trasporto dei rifiuti. La disciplina dell Albo nazionale dei gestori dei rifiuti. La tracciabilità dei rifiuti e la disciplina del SISTRI. L ambito soggettivo di applicazione. Il produttore iniziale, nuovo produttore e detentore. Adempimenti, obblighi e responsabilità dei produttori, dei detentori e degli altri soggetti destinatari delle norme sulla gestione dei rifiuti. Adempimenti ed obblighi per il controllo delle spedizioni transfrontaliere. I divieti: di abbandono e deposito incontrollato; di miscelazione e diluizione. La gestione dei rifiuti urbani: i piani regionali di gestione e di prevenzione, gli obiettivi di prevenzione e riciclaggio. Il servizio pubblico di gestione dei rifiuti urbani, la privativa comunale, gli ATO, le forme ed i modi di cooperazione tra gli enti locali appartenenti all ATO, l affidamento del servizio, e le gestioni esistenti, la raccolta differenziata e la tariffa. La nuova Tari. Particolari flussi omogenei di rifiuti gestiti tramite consorzi. I rifiuti di imballaggio, i rifiuti sanitari, i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (d.l.vo 49/14), i veicoli fuori uso, le batterie esauste, gli oli minerali esausti, gli oli e grassi animali e vegetali esausti, i rifiuti da navi, i rifiuti di beni di polietilene. Le autorizzazioni. L autorizzazione ordinaria e semplificata. L autorizzazione unica ambientale. Aspetti tecnici della gestione dei rifiuti.- Caratterizzazione e classificazione dei rifiuti, la normativa tecnica fondamentale degli impianti di recupero e smaltimento: impianti di compostaggio e caratteristiche del compost per l utilizzazione agronomica (delibera Comitato Interministeriale 27/7/84, d.l.vo 75/2010, d.m. 10/7/13), applicazione della formula per il calcolo dell efficienza energetica degli impianti di incenerimento in relazione alla condizioni climatiche (d.m. 7/8/13), la disciplina su CSS (d.m. 14/2/13, n. 22), la disciplina su terre e rocce da scavo. Il recupero dei rifiuti non pericolosi in procedura semplificata (d.m. 5/2/98 e d.m. 5/4/06, n. 186). La disciplina in materia di incenerimento dei rifiuti modificata con il d.l.vo 4/3/14, n. 46, di attuazione della direttiva 2010/75/UE relativa alle emissioni industriali ambito di applicazione, la nozione di coincenerimento, valori limite di emissione nell atmosfera, scarico delle acque reflue derivanti dalla depurazione degli effluenti gassosi, valutazione delle emissioni in atmosfera, norme tecniche e valori limite di emissione per gli impianti di coincenerimento. Attuazione della direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti (d.l.vo 36/03): finalità, campo d applicazione ed esclusioni, il regime sanzionatorio, criteri costruttivi e gestionali degli impianti di discarica, piani di gestione operativa, di ripristino ambientale, di gestione post-operativa, di sorveglianza e controllo, e piano finanziario. Definizione dei criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica (d.m. 27/9/2010): criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica, test dell eluato. La produzione dei rifiuti urbani e speciali in Italia. Dati sulla raccolta differenziata in Italia. I rifiuti d imballaggio. La gestione dei rifiuti speciali. Cicli integrati di trattamento dei rifiuti urbani (schemi dei processi). Il processo di compostaggio. Il processo di produzione di CDR. Il processo d incenerimento. Biodegradazione dei rifiuti in discarica: produzione di percolato e di biogas. 16

17 D120 Monitoraggio e classificazione delle risorse idriche e tutela delle acque dall inquinamento 2 giorni DATE novembre 2015 ORARIO 1 giorno 9-13/ giorno 9-14,30 QUOTA DI PARTECIPAZIONE euro 490,00 + IVA (la quota è esente da IVA se corrisposta da Enti pubblici) RELATORI Dott. Maurizio PETTINE Ing. Giuseppe MININNI CNR - Istituto di Ricerca sulle Acque La direttiva quadro europea sulle acque (Direttiva 2000/60 detta WFD) obbliga gli stati membri a prevenire ulteriori forme di deterioramento dei corpi idrici, preservando e migliorando le condizioni degli ecosistemi che dipendono e/o influenzano la risorsa acqua. Il recepimento della direttiva in Italia è avvenuto con il d.l.vo 152/06 e le successive modifiche e integrazioni. Proteggere la qualità dell acqua e difendersi da fenomeni estremi ricorrenti come le inondazioni e la siccità è divenuta un impellente necessità cui si può far fronte con la chiara consapevolezza che l attuale modello di sviluppo non è compatibile con un futuro sostenibile e sufficientemente sicuro in termini di salute pubblica. Non si tratta di assolvere obblighi burocratici e formali, ma fissare obiettivi, organizzando e armonizzando le competenze dei vari organi conformemente agli standard europei. In questo contesto il corso intende fornire le procedure, le competenze metodologiche e gli strumenti applicativi per il monitoraggio e la classificazione delle acque in funzione degli obiettivi di qualità ambientale, nonché gli elementi essenziali relativi al trattamento delle acque reflue, in funzione dei limiti imposti dalla disciplina tecnica per lo scarico in acque superficiali (in funzione della classificazione dell area come sensibile o meno sensibile) o sul suolo, quando consentito, nonché al trattamento e alla gestione dei fanghi di risulta. Le attività didattiche sono articolate in modo da offrire ai partecipanti non solo una buona conoscenza teorica e normativa, ma anche pratico-applicativa con esemplificazioni di casi reali. PROGRAMMA Funzionamento degli ecosistemi acquatici e cause di alterazione. Fotosintesi, respirazione, ciclo nutrienti, ciclo carbonio; salinizzazione, acidificazione, alcalinizzazione, eutrofizzazione, anossia, fioriture tossiche, tossicità acuta/cronica, bioaccumulo/biomagnificazione), variazione portate. Caratteristiche delle acque naturali e tipologia inquinanti. Componenti maggiori cationici e anionici, metalli essenziali e non, biodisponibilità, speciazione, sinergia/antagonismo, cancerogeni e non, organici naturali/antropici, fonti inquinanti. Evoluzione della normativa su acque e controllo inquinamento in Italia e in Europa. Dalla legge Merli al d.l.vo 152/06; dalle direttive sugli usi e su alcuni inquinanti alla WFD 2000/60/CE). Qualità delle acque superficiali e classificazione ecologica. Elementi di qualità biologica per fiumi, elementi di qualità biologica per laghi, elementi di qualità biologica per acque di transizione/costiere, corpi idrici di riferimento, processo di classificazione). Qualità delle acque sotterranee e relative normative. Stato chimico, stato quantitativo valori di background, analisi dei trend, classificazione. Le acque potabili. Norme, valori limite, acque minerali. Inquinanti pericolosi, pericolosi prioritari, emergenti. Norme e ruolo nella classificazione ecologica. Stan- 17

18 dard di Qualità Ambientale (SQA) per sostanze pericolose (d.l.vo. 219/2010, Direttiva 2013/39/UE). Il monitoraggio delle acque superficiali e sotterranee. Tipi di monitoraggio previsto, tecniche di analisi. La disciplina degli scarichi. Il concetto di scarico. Scarichi di sostanze pericolose. Acque di scarico e rifiuti liquidi: il rapporto tra la parte III e la parte IV del T.U. La disciplina giuridica degli effluenti di allevamento (fertirrigazione), dei reflui da frantoi oleari e altri casi specifici. L autorizzazione allo scarico. Scarichi sul suolo, nel sottosuolo, nelle acque sotterranee, in acque superficiali, in corpi idrici ricadenti in aree sensibili, in reti fognarie. Scarichi di acque reflue domestiche, industriali e urbane. I controlli sugli scarichi. Disciplina tecnica degli scarichi. Norme tecniche sui limiti, sul monitoraggio e sul controllo degli scarichi (Allegato V alla parte III del d.l.vo 152/06). Fondamenti tecnici del trattamento delle acque di scarico. Tecniche di trattamento in linea acque (trattamenti primari, secondari e terziari). Tecniche di trattamento in linea fanghi (ispessimento a gravità, flottazione e dinamico, stabilizzazione aerobica e anaerobica, disidratazione meccanica, trattamenti termici finali, idrolisi termica, disintegrazione meccanica). Il problema del destino finale dei fanghi (recupero/smaltimento). D128 Il danno all ambiente e la bonifica dei siti inquinati - PREVENZIONE, RIPRISTINO E RESPONSABILITÀ 1 giorno DATA 25 novembre 2015 ORARIO 9,00-14,30 QUOTA DI PARTECIPAZIONE euro 250,00 + IVA (la quota è esente da IVA se corrisposta da Enti pubblici) RELATORI Prof. Avv. Franco GIAMPIETRO Studio legale ambientale Giampietro Presidente dell Associazione Giuristi Ambientali Avv. Luisa GIAMPIETRO Avvocato dello Studio legale ambientale Prof. Avv. Franco Giampietro Ing. Vittorio GIAMPIETRO Titolare dello Studio tecnico Ing. Vittorio Giampietro, membro della Commissione Ambiente dell Ordine degli Ingegneri di Roma, Responsabile del gruppo di lavoro Normativa in campo ambientale Il seminario si articola in tre parti: di valenza applicativa, esaminano gli istituti (connessi) della responsabilità civile per danno all ambiente e della bonifica dei siti contaminati e, in specie, quale sia la linea evolutiva della pertinente legislazione prima e dopo il T.U.A. e la conseguente attuazione dei princìpi di prevenzione del danno all ambiente e del chi inquina, paga. L approccio è di natura interdisciplinare, giuridico e tecnico e si avvale dei contributi della dottrina e della giurisprudenza, nonché di discussione con i partecipanti di casi di studio esemplificativi. DESTINATARI Funzionari pubblici e privati; Consulenti d azienda; Società di servizi ambientali; Avvocati; Responsabili uffici tecnici regionali, provinciali e comunali di controllo ambientale; Responsabili tecnici ambientali di impresa. 18

19 PROGRAMMA 1. Il danno ambientale: prevenzione e ripristino, dalla Direttiva 2004/35/CE agli artt. 299 ss., Cod. ambiente: inquadramento normativo e tecnico. Nozione di danno ambientale. Campo d applicazione e definizioni. Prevenzione, ripristino e risarcimento del danno ambientale: i limiti alla responsabilità oggettiva nell art. 311 T.U.A. e il riparto della giurisdizione tra giudice amministrativo, ordinario e della Corte dei conti. Bonifica e transazione globale sul danno ambientale (art. 252-bis, ex d.l.vo 4/08 e art. 2, l. 13/09). Le modifiche alla parte VI del Codice dell ambiente nell art. 5-bis della l. 166/09 (a seguito di procedura di infrazione comunitaria). Le modifiche introdotte alla Parte VI del d.l.vo 152/06 in forza dell art. 25 della l. 6/8/13, n. 97 (legge europea 2013). La responsabilità amministrativa delle persone giuridiche in relazione ai reati ambientali, introdotti con l art. 25-undecies nel d.l.vo 231/ Bonifica di siti contaminati. La linea evolutiva normativa, giurisprudenziale e tecnica: definizioni; valori limite (CSC e CSR). Procedure ordinarie e semplificate: dal d.m. 471/99 agli artt. 242 ss., d.l.vo 152/06 e succ. modifiche (art. 57, c. 9 del d.l. 5/12, conv. in l. 35/12; art. 41 del d.l. 69/13, conv. con modif. dalla l. 98/13). L imputazione della responsabilità. Gli interventi urgenti a carico del proprietario e del gestore dell area (art. 245 T.U.A.). La disciplina degli inquinamenti anteriori al 26/4/09. Le sanzioni penali: revirement della Cassazione. Conferenze di servizi e siti di interesse nazionale. Criteri generali per l analisi di rischio e la caratterizzazione dei siti. Bonifica, messa in sicurezza d emergenza, operativa e permanente. Le modifiche del regime del TUA della bonifica sino al decreto Sblocca Italia (d.l. 133/14 conv. in l. 164/14). 3. Profili tecnici.- Danno ambientale: riferimenti essenziali libro bianco sulla responsabilità per danni all ambiente ed alla direttiva 2004/35/CE sulla responsabilità ambientale in materia diprevenzione e riparazione del danno ambientale; i criteri di determinazione e quantificazione del danno ambientale; la definizione e la selezione delle misure di riparazione primaria, complementare e compensativa; i metodi di equivalenza e le Migliori Tecniche Disponibili; cenni ai criteri di valutazione monetaria per il risarcimento del danno ambientale Bonifica dei siti contaminati: l eredità del d.m. 471/99; caratterizzazione e modello concettuale; le procedure; ruolo, funzionamento e limiti dell Analisi di Rischio; la selezione di obiettivi di bonifica ragionevoli e sostenibili; le operazioni di messa in sicurezza, cenni alle tecnologie. 19

20 D150 Disciplina dell illecito ambientale e profili operativi del sistema sanzionatorio - ATTIVITÀ DI POLIZIA AMMINISTRATIVA E GIUDIZIARIA - TUTELA DELL AMBIENTE ALLA LUCE DEL T.U. AMBIENTALE MODIFICATO DAI CORRETTIVI AL SISTEMA SISTRI - NORME IN MATERIA DI TUTELA PENALE DELL AMBIENTE A CARICO DI IMPRESE O ENTI 2 giorni DATE novembre 2015 ORARIO 1 giorno: 9-13/ giorno: 9-14 QUOTA DI PARTECIPAZIONE euro 490,00 + IVA (la quota è esente da IVA se corrisposta da Enti pubblici) RELATORE Avv. Rosa BERTUZZI Avvocato, Consulente legale ambientale Il seminario è diretto ad offrire una visione organica e completa della disciplina dell illecito amministrativo e penale ambientale. Si provvederà a ricostruire il quadro normativo e tecnico della materia trattata, mantenendo un equilibrio tra profili teorici e operativi. Particolare attenzione verrà riservata alla risoluzione di quesiti pratici. DESTINATARI Imprese/Enti: responsabili della gestione dell ambiente in azienda, delegati ambientali; Responsabili dei procedimenti amministrativi sanzionatori presso gli enti locali; responsabili degli uffici legali degli enti pubblici; Forze di polizia che eseguono accertamenti di illeciti amministrativi ambientali e comunque impegnate nel campo ambientale; Consulenti ambientali; responsabili delle Agenzie Regionali per la protezione dell ambiente; avvocati e consulenti privati; ditte private, enti, imprese; legali rappresentanti, delegati ambientali, responsabili dell ente; soggetti interessati ai profili teorici e pratici della gestione ambientale. PROGRAMMA Richiami sui principi di diritto comunitario in materia ambientale. Le novità legislative italiane di riferimento: nuovi Codici CER, nuova classificazione dei rifiuti, nuova pericolosità dei rifiuti, nuovo Regolamento Albo Nazionale Gestori Ambientali, nuovi Corpi DIA a tutela dell ambiente, Terra dei fuochi, bonifiche, scarichi, responsabilità d impresa per produttore, trasportatore, intermediario, impianto di trattamento, impianto di recupero, sottoprodotto; procedimento amministrativo e penale in materia ambientale: inquadramento di sintesi delle singole fasi. Le violazioni in materia accertate dai diversi operatori aventi la qualifica amministrativa, tecnica e/o di P.G. I poteri degli organi addetti agli accertamenti. Il ruolo dell Ente Pubblico nella tutela ambientale e le possibili difese del privato. Il coordinamento delle risorse locali pubbliche e private per fini di controllo e accertamento. L illecito ed i suoi principi generali. Responsabilità di Enti, imprese, legale rappresentante, dipendente. Tutte le attività atte alla prevenzione degli illeciti. Responsabilità del delegato e del titolare della ditta. I principi, amministrativi e penali, in materia di: legalità, irretroattività e retroattività, concorso formale e concorso materiale, nonché il concorso di persone, la responsabilità in solido e la delega di funzioni, la prescrizione. L elemento soggettivo ed oggettivo dell illecito. Sanzioni accessorie (sequestro e confisca). L illecito amministrativo ambientale e i suoi principi generali. Il procedimento sanzionatorio ai sensi della l. 20

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