EPD DICHIARAZIONE AMBIENTALEDI PRODOTTO/09

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1 EPD DICHIARAZIONE AMBIENTALEDI PRODOTTO/09 CPC code: Processed liquid milk Revisione 2 del 03/09/2010 Certificazione N. S-P Valida fino al 29/09/2013 Anno di riferimento per i dati: 2009 IL LATTE DA AGRICOLTURA BIOLOGICA PASTORIZZATO A TEMPERATURA ELEVATA E CONFEZIONATO IN PET (Confezioni da 1 litro)

2 GRANAROLO è uno dei più importanti operatori dell industria alimentare in Italia. Il Gruppo ha chiuso il 2009 registrando un fatturato di circa 930 milioni di euro e conta: 5 stabilimenti produttivi distribuiti su tutto il territorio nazionale circa 1532 dipendenti automezzi refrigerati che consegnano giornalmente prodotti freschi in punti vendita. Il business del gruppo è declinato su 3 aree principali: latte e panna, yogurt e caseari. La sede centrale di Granarolo S.p.A. è situata a Bologna Italia e gli stabilimenti di produzione sono dislocati in varie regioni italiane.

3 AREE DI BUSINESS E QUOTE DI MERCATO Il latte rappresenta ancor oggi l attività principale di GRANAROLO, sviluppando il 61% del fatturato del Gruppo, anche se negli ultimi anni il portafoglio di business ha visto crescere significativamente il peso dell area yogurt (15%) e caseari (18%). GRANAROLO detiene la leadership nel mercato italiano del latte fresco e dei prodotti lattiero-caseari biologici a marchio industriale ed è uno dei principali attori del mercato del latte UHT (2 per quota di mercato), dello yogurt (3 ) e dei formaggi freschi (3 nel segmento della mozzarella). Nel mercato italiano del latte, GRANAROLO ha conservato nel 2009 il proprio ruolo di leadership. L azienda detiene una quota a valore pari al 26,5% del mercato nel comparto del latte fresco e del 20,1% nel mercato del latte UHT (Fonte: ACNielsen I+S Anno Terminante al 27 Dicembre 2009). Sia nel segmento di mercato del latte Alta Qualità (il più importante, per volume d affari, poiché vale il 35,0% dell intero mercato del latte fresco) che in quello del latte fresco biologico (che vale il 2,6% del totale mercato del latte fresco), Granarolo detiene la leadership rispettivamente con il 35,0% e il 53,9% di quota di mercato (Fonte: ACNielsen I+S Anno Terminante al 27 Dicembre 2009). Con l ingresso di Yomo, nel 2004, il Gruppo ha conquistato il 3 posto nel ranking dei produttori di yogurt (posizione ulteriormente consolidata negli anni successivi) ed ha migliorato le proprie quote nel comparto dei formaggi freschi. L azienda occupa posizioni di rilievo anche nei mercati dello stracchino, della panna e del burro, mentre prosegue gradualmente ma costantemente l avanzata delle vendite nel comparto delle uova.

4 L AZIENDA

5 ASSETTO SOCIETARIO L azienda è nata nel 1957 da una piccola cooperativa situata alle porte di Bologna ed è di proprietà di Granlatte Società Cooperativa Agricola a.r.l., insieme con il quale costituisce la più importante filiera italiana del latte direttamente partecipata da produttori agricoli associati in cooperativa. Fin dai primi anni 90 il Gruppo è strutturato in due realtà distinte e sinergiche: un consorzio di produttori di latte (Granlatte) - che opera nel settore agricolo e raccoglie la materia prima - e una società per azioni (GRANAROLO S.p.A.) che gestisce le attività industriali e commerciali Granlatte associa circa 1000 produttori di latte, diretti o attraverso cooperative di raccolta, distribuiti in 14 regioni del Paese. I conferimenti dei soci rappresentano il 30% della produzione di latte alimentare italiano. LE CERTIFICAZIONI GRANAROLO coltiva un approccio integrato alle politiche di qualità che contempera obiettivi di tipo economico, ambientale ed etico in tutta la catena alimentare, dalla fattoria alla tavola del consumatore. Una strada cominciata circa tre lustri fa, con l opzione strategica dell alta qualità e culminata oggi con la rintracciabilità di filiera e le certificazioni ambientali. Di seguito il dettaglio delle certificazioni del Gruppo GRANAROLO aggiornato al 2009: QUALITà DI PROCESSO (ISO 9001: 2000) QUALITà DI PRODOTTO 1 RINTRACCIABILITA NELLE FILIERE AGROALIMENTARI UNI EN ISO 22005:08 2. CONTROLLO DELLA FILIERA AGROALIMENTARE e DTP 035 CSQA 3 AMBIENTE (certificazione di siti produttivi con ISO e Registrazione EMAS). 1. Le certificazioni di prodotto sono associate a: Yogurt fatto con il latte fresco di Alta Qualità, a marchio GRANAROLO e Centrale Latte Milano, Yogurt Prima Natura Bio da Agricoltura Biologica a marchio Granarolo, Yogurt 100% naturale a marchio Yomo, Latte fresco pastorizzato di Alta Qualità a marchio Granarolo, Centrale Latte Milano e Perla, Latte intero Prima Natura BIO da Agricoltura Biologica a marchio Granarolo, Latte parzialmente scremato Prima Natura BIO da Agricoltura Biologica a marchio Granarolo e Mozzarella prodotta con latte fresco di Alta Qualità a marchio Granarolo, stracchino Prima Natura Bio da agricoltura Biologica a marchio Granarolo. 2. Le Certificazione di filiera agroalimentare controllata e di rintracciabilità di filiera sono associate a: Yogurt fatto con i latte fresco di Alta Qualità, a marchio GRANAROLO e Centrale Latte Milano, Yogurt Prima Natura Bio da Agricoltura Biologica a marchio Granarolo, Latte fresco pastorizzato di Alta Qualità a marchio Granarolo, Centrale Latte Milano e Perla, Latte intero Prima Natura BIO da Agricoltura Biologica a marchio Granarolo, Latte parzialmente scremato Prima Natura BIO da Agricoltura Biologica a marchio Granarolo e Mozzarella fatta con latte fresco di Alta Qualità a marchio Granarolo, stracchino Prima Natura Bio da agricoltura Biologica a marchio Granarolo.

6 IL PRODOTTO

7 Oggetto della presente Dichiarazione Ambientale di Prodotto EPD è il Latte Prima Natura Bio Pastorizzato a Temperatura Elevata, confezionato da Granarolo in bottiglia PET da 1 litro. Granarolo commercializza, inoltre, il Latte Prima natura Bio anche in formato Tetrarex da 500ml e Latte Biologico Parzialmente Scremato in Tetrarex da 500ml. Il Latte Prima Naturaè realizzato impiegando esclusivamente latte fresco da Agricoltura Biologica, e grazie ad un trattamento termico innovativo e alla conservazione in frigorifero a + 6 C, mantiene le eccellenti caratteristiche nutrizionali e di gusto per un tempo nettamente superiore rispetto al latte fresco. Tra le principali realtà alimentari italiane, il Gruppo Granarolo è da tempo impegnato concretamente nello sviluppo del settore lattierocaseario biologico e propone una linea completa di prodotti (latte pastorizzato a temperatura elevata, latte a lunga conservazione uht, yogurt, stracchino, ricotta) in grado di offrire al consumatore tutta la genuinità ed il gusto del latte con la garanzia di una produzione rigorosamente biologica in ogni fase della filiera. Il latte Prima Natura Bio a pastorizzazione elevata rappresenta un impegno di GRANAROLO per offrire a clienti e consumatori un latte biologico idoneo per una commercializzazione e una distribuzione regolare anche in località lontane dalle zone di produzione agrozootecnica biologica; inoltre esprime l impegno a sviluppare un agricoltura e una zootecnia biologiche a bassi impatti ambientali basate sul massimo rispetto dell uomo, degli animali e dell ambiente. Il Latte Prima Natura Bio è conforme al Regolamento Europeo (CEE) n. 834/2007 in vigore dal 2009, e successive modifiche e adeguamenti, relativo al metodo di produzione biologico di prodotti agricoli e la sua conformità è controllata e certificata dal Consorzio per il Controllo dei Prodotti Biologici. Oltre ai requisiti obbligatori di legge che debbono essere rispettati contemporaneamente per la produzione di latte biologico e in complesso per il latte alimentare, questa filiera produttiva viene gestita e controllata in modo integrato da Granlatte Società Cooperativa Agricola a.r.l. e da Granarolo per avere caratteristiche di qualità e di sicurezza superiori rispetto ai requisiti stabiliti dalle normative in vigore. Infatti questo latte si produce secondo i requisiti di un disciplinare tecnico volontario ( DTP 035) i cui punti principali sono basati sulla prevenzione continua dei rischi e il controllo sia gestionale che analitico su vari punti della filiera

8 EPD a partire dalle attività agricole e zootecniche, fino alla distribuzione ai punti vendita. Inoltre viene fatta una tracciabilità completa oltre che del latte biologico anche di tutti gli alimenti zootecnici, bovini, detergenti e disinfettanti, materiali di confezionamento e imballaggio, trasporti refrigerati, ecc.. Gli elementi principali che caratterizzano il latte Latte Prima Natura Bio sono: Il latte di ogni singolo allevamento deve essere sottoposto ogni mese ad almeno 4 controlli analitici completi per i parametri chimici e microbiologici; Il latte di ogni zona di raccolta è sottoposto ogni tre mesi al controllo di eventuali contaminanti di origine ambientale e zootecnica; il contenuto di aflatossina M 1 deve essere inferiore a 40 nano-grammi per chilogrammo ; la concentrazione delle cellule somatiche nel latte crudo deve essere inferiore a cellule/ml; la carica batterica del latte crudo inferiore a batteri per ml ; tenore di proteine non inferiore al 3,00% p/p; punto di congelamento del latte ( punto crioscopico) inferiore a 0,520 C ; il contenuto di acido lattico inferiore a 30 mg per litro; Alcune delle caratteristiche qualitative principali del latte crudo Biologico in entrata negli stabilimenti di GRANAROLO sono riportate in Tabella 1. In Tabella 2 sono riassunte le informazioni nutrizionali sul prodotto finito (dati per 100 ml). Tabella 1 Caratteristiche di qualità e sicurezza del latte crudo Biologico in entrata a GRANAROLO (2009) Parametri Media Ponderale Media geometrica Standard di legge Grasso p/p 3,70% - Proteine p/p 3,30% - > 2,80% Cellule somatiche [migliaia di cellule per ml] < 400 Carica batterica [migliaia di batteri per ml] - 36 < 100 Tabella 2 Informazioni nutrizionali (Dati medi riferiti Valori a 100 ml nutrizionali di prodotto) Latte Biologico in bottiglia PET Granarolo(2009) Valore energetico 282 kj Proteine 67 kcal Carboidrati 3,30 g Grassi 5,00 g Fibra alimentare 3,80 g Sodio 0,0 g Calcio 120 mg 15% della razione giornaliera raccomandata

9 I punti di forza del Latte Prima Natura BIO Granarolo sono: E un latte di esclusiva origine italiana da allevamenti selezionati; Non contiene e non proviene da Organismi Geneticamente Modificati; Le Certificazioni di Filiera Controllata (DTP035 certificato n. 1396) e di Rintracciabilità (UNI certificato n. 1395) conferite dal CSQA, l ente specializzato in certificazioni agro-alimentari; La Certificazione di Benessere Animale (DTP 078 certificato n CSQA) che attesta che i bovini sono allevati e tenuti in conformità ai requisiti di benessere animale prescritti nel disciplinare tecnico in cui sono definite le modalità di gestione di vari aspetti quali allevamento, stabulazione, strutture e ambiente di vita, stato sanitario e igiene, alimentazione, ecc.. La Durata di 26 giorni incluso il giorno di confezionamento, con conservazione in frigorifero, per offrire maggiore servizio ai clienti e ai consumatori. Le eccellenti caratteristiche sensoriali conferite dalla buona alimentazione delle bovine e dalle condizioni ambientali degli allevamenti. Inoltre il latte Prima Natura Bio Intero viene confezionato con il suo contenuto naturale di sostanza grassa, così come presente nella raccolta dalle stalle, e quindi con una leggera variabilità a seconda della stagione; è confezionato con un contenuto medio di grasso 3,8% p/v. Il latte parzialmente scremato Prima Natura Bio è sottoposto ad una parziale scrematura per rispettare il valore di materia grassa fissato per legge. DESTINAZIONI DEL PRODOTTO Il Segmento Latte Biologico venduto nel Banco Frigo del comparto Iper + Super vale 15,4 Milioni di euro e 9,8 Milioni di Litri. Granarolo è il leader del segmento con una quota a valore del 53,9% e del 48,1% a volume. (Fonte: ACNielsen I+S Anno Terminante al 27 Dicembre 2009). Il Latte Prima Natura Bio Granarolo ha ottenuto la Certificazione della Filiera Agroalimentare controllata (DTP035 n 1396) e del Sistema di Rintracciabilità (UNI22005:08 n 1395) rilasciate dal CSQA, l ente specializzato in certificazioni agro-alimentari. Inoltre è il primo in Italia ad aver ottenuto la Certificazione di Benessere Animale (DTP078 n 5711), che attesta come le modalità di conduzione dell allevamento siano ispirate al massimo rispetto delle condizioni di vita e salute delle bovine. Il prodotto è distribuito nella Grande Distribuzione Moderna, nel canale tradizionale ed anche nel food service (in particolare ristorazione collettiva scolastica e bar/gelaterie). In termini geografici, le 4 regioni con il venduto più elevato sono: Emilia Romagna, Veneto, Lombardia, Lazio; il prodotto è presente anche nel mercato Greco con due referenze specifiche con dicitura in lingua greca (in PET 1000 ml, Intero e P.S.). IL PROCESSO PRODUTTIVO Il processo produttivo si può dividere in due fasi distinte: la prima relativa alla produzione agricola primaria del latte ed al trasporto allo stabilimento; la seconda relativa al processo industriale che consiste nel trattamento termico di pastorizzazione e nel confezionamento. Concentrandosi sugli aspetti più industriali, si può osservare che il latte in arrivo presso il sito di Bologna (unico stabilimento GRANAROLO che produce le referenze di latte biologico), prima di essere scaricato, subisce un primo controllo di accettazione da parte del Laboratorio Controllo Qualità interno volto a verificare la sua idoneità alla lavorazione.

10 EPD Dopo la fase di stoccaggio refrigerato a +4 C, il latte viene avviato al processo di pastorizzazione flash a temperatura elevata ( per un tempo brevissimo inferiore a un secondo su impianto APV da litri/ora), che consiste in un trattamento termico denominato infusione in camera di vapore, in cui attraverso il contatto diretto con il vapore di grado alimentare, il latte raggiunge la temperatura di 127 C (Figura 1). La fase di trattamento termico è preceduta da un passaggio ad un omogeneizzatore che riduce a piccola e uniforme dimensione i globuli di grasso nel latte per evitare il successivo affioramento della crema (sia per il latte intero che per il parzialmente scremato),. Nel caso del latte parzialmente scremato viene effettuata anche la scrematura parziale (in scrematrice centrifuga a scarico automatico del sedimento) per la regolazione della materia grassa. L impianto è composto da scambiatore di calore a piastre per il preriscaldamento e raffreddamento in flusso continuo del latte, scrematrice centrifuga, omogeneizzatore, camera di infusione nel vapore, degaser sotto vuoto, tanks di stoccaggio asettici. Figura 1 Schematizzazione del processo di alta pastorizzazione del latte biologico. ARRIVO LATTE CRUDO RAFFREDDAMENTO SILOS DI STOCCAGGIO OMOGENEIZZAZIONE PASTORIZZAZIONE Alta temperatura Stoccaggio Tank asettico confezionamento bottiglia pet scrematura regolatore materia grassa STOCCAGGIO cella spedizione

11 La fase successiva alla pastorizzazione consiste nel confezionamento (Figura 2) all interno di bottiglie in PET; il processo ha inizio negli stabilimenti Granarolo con la trasformazione (mediante macchine di stiro soffiaggio a caldo) delle preforme in bottiglie le quali vengono trasferite (con sistema pneumatico) alla macchina riempitrice per poi essere etichettate e raggruppate in fardelli avvolti da un film di PE termoretraibile. La disposizione nei pallet avviene con l interposizione di opportuni fogli interfalda in cartone ondulato. Il latte confezionato viene successivamente inviato alle piattaforme di distribuzione, situate a Bologna, Gioia del Colle (BA), Roma, Pieve Emanuele (MI) per poi proseguire direttamente ai punti vendita o passare attraverso i transit point dove avviene l assemblaggio dei prodotti pre-ordinati. Figura 2 Diagramma di flusso del confezionamento del latte biologico in bottiglie PET PRODUZIONE PREFORME STIROSOFFIAGGIO CONFEZIONAMENTO ETICHETTAURA IMBALLAGIO CON TERMORETRAIBILE PALLETTIZZAIZONE E AVVOLGIMENTO STOCCAGGIO CELLA SPEDIZIONE LATTE PASTORIZZATO

12 DICHIARAZIONE DELLA PRESTAZIONE AMBIENTALE

13 METODOLOGIA La quantificazione della prestazione ambientale del prodotto è stata effettuata, secondo quanto previsto dalle regole generali dell EPD Programme 3 oltre che dalle specifiche del gruppo di prodotti PCR 2010:12 Processed Liquid Milk (version 1.0 del ), utilizzando come strumento di valutazione la metodologia di Analisi del Ciclo di Vita (LCA Life Cycle Assessment) regolata dagli standard internazionali ISO Serie 14040, la quale permette di determinare gli impatti ambientali in termini di consumo di risorse e rilasci verso l ambiente di un prodotto o servizio da un punto di vista complessivo ( dalla culla alla tomba ). Nel caso specifico, l analisi LCA è stata sviluppata utilizzando anche alcune banche dati LCA quali ulteriore strumento di supporto. Lo studio ha inoltre utilizzato come supporto le banche dati del Boustead Model 4 e SIMAPRO e il contributo dei dati generici sui risultati finali è inferiore al 10%. Lo studio ha coinvolto direttamente i fornitori-produttori diretti, ai quali sono stati inviati questionari dettagliati per la caratterizzazione completa della attività di produzione. Per quanto riguarda gli aspetti temporali, i dati sono riferiti a: 2009 per i dati relativi ai processi di pastorizzazione e confezionamento del latte che avvengono nello stabilimento di Bologna; 2009 per i dati relativi alla produzione della bottiglia PET 2008 per i dati relativi ai tappi PE Consuntivo 2009 per le stalle di produzione del latte biologico (dati relativi alle 5 stalle campione comprendenti la produzione agricola primaria). Per quanto riguarda l unità a cui riferire i risultati (unità funzionale) essa e rappresentata da: 1 Litro di Latte Biologico Granarolo confezionato in bottiglie PET CONFINI DEL SISTEMA E PRINCIPALI IPOTESI Il sistema oggetto dello studio è stato valutato a partire dalla produzione delle materie prime fino al trasporto del latte confezionato ai transit point. Più nello specifico, l analisi complessiva di tale processo include sia la produzione del latte presso le aziende agricole, sia la produzione degli imballaggi, sia le attività di pastorizzazione e confezionamento presso lo stabilimento di Bologna. Uno schema dettagliato del sistema analizzato è riprodotto in Figura 3, ove si possono distinguere quattro diversi livelli o sottosistemi (indicati nei riquadri) relativi alle seguenti attività produttive: Sottosistema aziende agricole relativo alla produzione del latte crudo presso le stalle; Sottosistema materiali per il confezionamento, comprende le attività di produzione delle bottiglie in PET, dei tappi in PE e degli imballaggi previsti nella distinta base del prodotto. 3. International EPD System gestito dall International EPD Consortium - IEC ( 4.

14 EPD Sottosistema processo GRANAROLO, comprendente le attività di pastorizzazione del latte e confezionamento Sottosistema trasporto prodotto finito relativo al trasporto del latte Biologico confezionato in PET alle piattaforme distributive ed ai transit point. Figura 3 Schema del sistema di produzione del Latte Biologico GRANAROLO LE PRESTAZIONI AMBIENTALI In accordo con le regole del sistema EPD, di seguito vengono riportate le prestazioni ambientali riferite al litro di latte suddivise in informazioni legate alle risorse naturali consumate e in informazioni circa le emissioni di sostanze inquinanti verso l ambiente e la produzione di rifiuti. Consumo di risorse Il fabbisogno di risorse viene riportato in due sezioni distinte: risorse rinnovabili (Tabella 3) e risorse non rinnovabili (Tabella 4), mentre il consumo di acqua complessivo e suddiviso in base alle diverse fasi del processo produttivo viene riportato separatamente (Tabella 5).

15 Tabella 3 Consumo totale di risorse rinnovabili connesse alle operazioni comprese nei confini del sistema Latte BIO in PET - Confezione da 1 litro (MJ/litro) Risorse Rinnovabili UPSTREAM PROCESS CORE DOWNSTREAM TOTALE Aziende agricole Imballaggi Altri materiali Processo Granarolo Trasporto alle piattaforme ausiliari Totale Risorse Materiali (g/litro) Risorse Idroelettrico 0,11 0,03 0,01 0,18 <0,01 0,30 Energetiche (MJ/l) Biomassa 5 0,11 0,15 <0,01 0,01 <0,01 0,27 Altre rinnovabili 6 0,01 0,01 <0,01 <0,01 <0,01 0,02 Totale rinnovabili 0,23 0,19 0,01 0,19 <0,01 0,62 Tabella 4 Consumo totale di risorse non rinnovabili connesse alle operazioni considerate nei dei confini del sistema (in g/litro). Latte BIO in PET Confezione da 1 litro Risorse Non Rinnovabili UPSTREAM PROCESS CORE DOWNSTREAM TOTALE Aziende agricole Imballaggi Altri materiali Processo Granarolo Trasporto alle piattaforme ausiliari Risorse Cloruro di sodio 15 0,09 4,83 0,13 <0,01 20,05 Materiali (g/litro) Carbonato di Calcio 8,97 0,2 0,27 0,7 <0,01 10,14 Dolomite 7,19 <0,01 <0,01 <0,01 <0,01 7,19 Calcio 2,8 <0,01 <0,01 <0,01 <0,01 2,8 Magnesio e composti 1,05 <0,01 <0,01 <0,01 <0,01 1,05 Fosforo 1,02 <0,01 <0,01 <0,01 <0,01 1,02 Altre 7 0,93 2,2 0,09 0,07 <0,01 3,29 Totale risorse materiali [g/l] 36,96 2,49 5,19 0,9 <0,01 45,54 Risorse Carbone 14,50 12,69 3,74 21,91 0,14 52,99 Energetiche (g/l) Petrolio 74,99 31,53 0,74 8,84 5,79 121,89 Gas 13,90 34,09 1,05 63,56 0,29 112,88 Risorse nucleari <0,01 <0,01 <0,01 <0,01 <0,01 <0,01 Altre non rinnovabili 8 0,03 0,04 <0,01 <0,01 <0,01 0,07 Totale risorse energetiche [g/l] 103,42 78,35 5,53 94,31 6,22 287,83 Di cui energia elettrica consumata presso 2,41 2,41 gli stabilimenti GRANAROLO (MJ/litro) 5. Il valore della biomassa è espresso in MJ anziché in massa, come richiesto nel del GPI, a causa dell impossibilità di estrarre il dato scorporato per i vari tipi di biomassa dalle varie banche dati utilizzate. 6. Geotermico, solare, eolico, ecc. 7. Altri metalli, inerti, alogenati, manganese, silicati, sabbia, ghiaia, ecc 8. Zolfo, torba, idrogeno, energie non specificate.

16 EPD Tabella 5 Consumo di acqua connesso alle operazioni all interno dei confini del sistema (in litri di acqua). Latte BIO in PET - Confezione da 1 litro (litri/litro) Risorse Non Rinnovabili UPSTREAM PROCESS CORE DOWNSTREAM TOTALE Aziende agricole Imballaggi Altri materiali Processo Granarolo Trasporto alle piattaforme ausiliari Consumo di acqua [l/l] 6,89 0,31 0,11 4,22 0,02 11,55 Produzione di rifiuti Altro dato importante relativamente alla descrizione degli impatti ambientali del sistema è quello legato alla produzione di rifiuti. In questo senso, la Tabella 6 mostra i rifiuti complessivamente prodotti per produrre un litro di latte Biologico. Tabella 6 Produzione totale di rifiuti (Dati espressi in grammi/litro) Latte BIOLOGICO in bottiglia PET (1litro) Produzione di rifiuti UPSTREAM PROCESS CORE DOWNSTREAM TOTALE Aziende agricole Imballaggi Altri materiali Processo Granarolo Trasporto alle piattaforme ausiliari Rifiuti non pericolosi 1,46 3,17 0,01 57,73 <0,01 62,37 Rifiuti pericolosi 0,08 0,09 <0,01 0,09 <0,01 0,26 Totale 1,54 3,26 0,01 57,82 <0,01 62,63

17 Emissioni in aria e acqua Relativamente alle emissioni di sostanze inquinanti, il sistema Internazione EPD richiede che queste vengano presentate in maniera aggregata andando a valutare, secondo i criteri e le prescrizioni presenti sulle regole del sistema, degli indicatori riferiti a differenti tipologie di impatto ambientale espressi in termini di opportune sostanze equivalenti 9. I risultati di questa classificazione sono riportati nella seguente Tabella 7 dove i valori sono riferiti sempre al litro di latte Biologico. Tabella 7 Impatti potenziali delle emissioni di inquinanti connesse alle operazioni considerate all interno dei confini del sistema. Latte Piacere Leggero in PET (Confezione da 1 litro). UPSTREAM PROCESS CORE DOWNSTREAM Indicatore Unità di impatto di misura Imballaggi Aziende agricole Altri materiali ausiliari Processo Granarolo Trasporto alle piattaforme TOTALE Da CH4 prodotto dalle vacche g CO2 eq 676, Effetto Da altre fonti non serra biologiche (Fossili) g CO2 eq 486,94 131,14 12,97 280,24 19, ,00 Da fonti biologiche g CO2 eq 0,18 0,05 0,01 0,15 <0,01 0,39 Totale g CO2 eq 1163,97 131,19 12,98 280,39 19, ,39 Acidificazione g SO2- eq 8,83 0,53 0,05 0,65 0,09 10,15 Eutrofizzazione g PO43 eq 4,92 0,04 0,01 0,07 0,02 5,05 Distruzione della fascia d ozono g CFC11 eq <0,01 <0,01 <0,01 <0,01 <0,01 <0,01 Formazione ossidanti fotochimici g C2H4 eq 0,53 0,11 0,00 0,10 0,01 0,75 9. Le fasi di uno Studio LCA di classificazione e caratterizzazione prevedono di identificare una serie di effetti ambientali potenziali e, in seguito, determinare quale degli impatti individuati nella fase di Inventario contribuisce ad un determinato effetto (classificazione). A titolo di esempio, si può citare come CO2, CO e idrocarburi contribuiscano all effetto serra. Sempre scopo di questa fase è quello di valutare numericamente quanto il processo esaminato contribuisca agli impatti potenziali identificati determinando degli opportuni indicatori ambientali (caratterizzazione) espressi in termini di opportune sostanze equivalenti.

18 Informazioni aggiuntive

19 Rappresentatività delle aziende agricole GRANAROLO acquisisce la materia prima da un gran numero di aziende agricole, tutte situate in territorio italiano, le quali sono state suddivise in classi oltre che sulla base del numero di capi anche in termini di quantitativo di latte prodotto giornalmente (espresso in litri/giorno). La distribuzione della produzione di latte biologico in base alla distinzione operata da GRANAROLO è illustrata in Figura 4, dalla quale emerge che la maggior parte del latte (circa il 57%) deriva dalle stalle biologiche con una produzione giornaliera superiore a litri/giorno. Figura 4 Per lo studio LCA e la redazione della presente dichiarazione EPD, GRANAROLO ha operato una selezione delle aziende agricole al fine di individuare un campione sufficientemente rappresentativo; in particolare le informazioni di tipo primario si riferiscono a 5 aziende agricole. Le aziende agricole in oggetto conferiscono circa il 66% del latte biologico totale lavorato da Granarolo S.p.A.; dal punto di vista delle caratteristiche produttive, le stalle campione appartengono alle tre principali categorie riportate in Figura 3 ( l/g, l/g e > 3000 l/g), in modo tale da garantire una rappresentatività dei dati pari al 100% del latte biologico prodotto e conferito a Granarolo. Dati primari relativi alla lavorazione del latte I dati primari utilizzati per la fase di trattamento e confezionamento del latte si riferiscono allo stabilimento di Bologna in cui nel 2009 è stato prodotto il Latte Granarolo Biologico confezionato in bottiglie PET da 1 litro. GESTIONE A FINE VITA DELLA BOTTIGLIA PET Gli impatti associati alla fase d uso del latte e alla gestione dell imballaggio primario al termine dell utilizzo sono strettamente correlati al comportamento del consumatore.

20 EPD Consumo del latte biologico In riferimento alla fase d uso, l impatto ambientale principale è associato alla conservazione in frigorifero del prodotto fresco considerando che i tempi di utilizzo del latte Biologico dopo la pastorizzazione è quantificabile in 5 giorni. Fine vita dell imballaggio primario La bottiglia bianca da 1 litro in PET è un remake in chiave moderna della confezione in vetro (utilizzata in Italia fino agli anni 70); il nuovo packaging è stato concepito con l obiettivo di compendiare il valore della tradizione accanto al rispetto per l ambiente e all esigenza di una maggiore praticità d uso. Questo packaging è infatti caratterizzato da praticità, leggerezza e migliore garanzia di conservazione del prodotto; la bottiglia in PET da 28 g., oltre ad essere più leggera ed infrangibile rispetto a quella di vetro, presenta anche il vantaggio di poter essere posizionata in frigo, una volta aperta, anche orizzontalmente, in quanto dotata di un tappo di chiusura a tenuta di liquido. Le informazioni presentate in questo documento fanno riferimento a tutte le fasi su cui GRANAROLO può esercitare un controllo diretto quindi il trattamento di fine vita dell imballaggio (smaltimento dei rifiuti) è al di fuori dei confini del sistema valutato per lo studio LCA e per la EPD, così come evidenziato nella PCR di riferimento.gtuttavia per quanto riguarda la gestione delle bottiglie in PET a fine vita è importante osservare che gli impatti ambientali dipendono prevalentemente dal comportamento dell utente finale e dalla disponibilità, sul territorio, di opportune filiere di raccolta differenziata; statisticamente lo scenario medio di destinazione del rifiuto PET in Italia è caratterizzato da: Deposizione in discarica: 60% Riciclo: 27%; Termovalorizzazione per il recupero energetico 13%. Focalizzando l attenzione sulle possibili valorizzazioni del PET è importante evidenziare che esso presenta sostanzialmente due possibilità di recupero: il riciclo con la trasformazione in materia prima secondaria oppure la valorizzazione energetica come mostrato in Figura 5. Figura 5 Possibili valorizzazioni della bottiglia in pet a fine vita RICICLO Il riciclo del PET consente di evitare la produzione di granulo partendo dalle materie prime naturali. Per fabbricare 28 g di granulo di PET vergine occorrono circa 57 g di risorse energetiche (petrolio, gas e carbone) si emettono circa 95g di CO 2 equivalente (fonte Plastics Europe). 1 BOTTIGLIA = 28 GRAMMI di pet VALORIZZAZIONE ENERGETICA Una bottiglia di PET da 1 litro possiede un potere calorofico (energia feedstock) di circa 1 MJ che può essere trasformata in energia utile. 1 MJ di energia corrisponde a circa 0,025 Nm 3 di gas naturale o 0,026 litri di gasolio e permette ad un auto di media cilindrata di percorrere circa 406 m.

21 INFORMAZIONI E RIFERIMENTI

22 POLITICA AMBIENTALE DELL AZIENDA La salvaguardia dell ambiente è per GRANAROLO una componente essenziale della propria missione aziendale. GRANAROLO ha fatto proprio il concetto di sviluppo durevole e sostenibile che caratterizza sempre più compiutamente la politica ambientale europea, assumendo l impegno di gestire le risorse in maniera oculata e lungimirante, tenendo conto di obiettivi economici, ecologici e sociali. Forte di quanto è stato sinora in grado di realizzare, il Gruppo GRANAROLO ha definito una politica ambientale che contempla principalmente l impegno a minimizzare l impatto dei processi e dei prodotti, a rispettare i requisiti di legge in materia ambientale e a introdurre nel mercato prodotti ideati e distribuiti in modo compatibile con l ambiente, il tutto teso ad un processo di miglioramento continuo. I principi della politica ambientale, per la quale si rimanda al sito internet aziendale, è fondata su alcuni principi cardine dei quali i più rilevanti sono: la valutazione ed il controllo dei processi e dei prodotti, migliorandone continuamente i risultati; l introduzione nel mercato prodotti ideati e distribuiti in modo compatibile con l ambiente in tutto il loro ciclo di vita; l orientamento delle parti interessate, attraverso specifiche iniziative, verso una conduzione responsabile della loro attività dal punto di vista ambientale. PROGRAMMI AMBIENTALI DI GRANAROLO Nei confronti di GRANAROLO esiste un ventaglio composito di attese da parte dei diversi portatori d interesse ambientale: i dipendenti si attendono la messa in opera di tutte le misure finalizzate ad escludere qualunque pericolo di contaminazione dell ambiente di lavoro; le comunità locali e le associazioni ambientaliste hanno interesse a che i siti produttivi riducano al minimo il loro impatto sull ecosistema territoriale e inoltre si attendono che l azienda li tenga informati sulle misure adottate e i risultati ottenuti; le autorità di controllo si attendono da GRANAROLO un approccio di miglioramento continuo delle prestazioni ambientali che prescinda dalle imposizioni normative ma anche collaborazione e disponibilità in fase di verifica e controllo. GRANAROLO si assume l impegno di adottare una logica preventiva in materia ambientale, adottando progressivamente in tutti i siti produttivi del Gruppo sistemi di gestione certificati e orientati al miglioramento continuo delle prestazioni ambientali. D altro canto l azienda si attende dai dipendenti massima collaborazione in fase di implementazione dei sistemi di gestione; dai fornitori la disponibilità ad orientarsi verso l adozione di pratiche ambientali secondo un ottica di filiera; dagli enti di controllo una considerazione appropriata degli impegni e delle attività svolte da Granarolo S.p.A. In relazione a tale approccio, gli obiettivi strategici definiti dall azienda in campo ambientale sono: Estendere l adozione dei sistemi di gestione ambientale a tutti gli stabilimento del Gruppo per prevenire, controllare e ridurre l impatto ambientale, individuando le responsabilità, formando le persone, definendo obiettivi concreti e misurabili. Orientare progressivamente tutta la filiera produttiva verso la sostenibilità, incentivando il settore agro-zootecnico verso produzioni di qualità e modalità operative meno impattanti. Diffondere all interno dell azienda la sensibilità verso le tematiche ambientali attraverso percorsi formativi mirati e attività di comunicazione informare con chiarezza e continuità all esterno sia la politica ambientale che i risultati della gestione ambientale attraverso strumenti di comunicazione adeguati e facilmente accessibili

23 Gli strumenti che l azienda utilizza per perseguire tali obiettivi sono: aggiornamento continuo rispetto ai requisiti di legge in materia ambientale; introduzione e miglioramento dei sistemi di gestione certificati; definizione di piani di comunicazione, dialogo e ascolto con i clienti, i consumatori, i soci conferenti, la comunità e le autorità di controllo; organizzazione di momenti formativi rivolti ai dipendenti; impegno nel miglioramento degli indicatori di prestazioni ambientali in particolare per la riduzione dei consumi di risorse e di fonti energetiche; studio del ciclo dei vita LCA di diversi prodotti lattiero caseari della propria gamma di vendita e dei loro imballaggi, con valutazione degli aspetti ambientali associati a eventuali possibili alternative di imballaggio e di produzione. CONTRIBUTO DEI DATI GENERICI L impiego dei dati generici in questo studio ha caratterizzato la produzione di alcuni alimenti facenti parte delle razioni somministrati ai bovini e i detergenti utilizzati presso le stalle e stabilimenti; l influenza dei dati generici sugli indicatori di performance utilizzati è inferiore al 10% CONTATTI Per ottenere maggior informazioni relative alle attività del GRUPPO GRANAROLO oppure a questa dichiarazione ambientale, si può contattare Mirella Di Stefano (Specialista Sistemi di Gestione Ambientali - Gruppo Granarolo) al num. di telefono , mirella.distefano@granarolo.it oppure scrivendo a GRANAROLO S.p.a., Via Cadriano 27/ Bologna - Italia. In alternativa si può consultare il sito Il supporto tecnico è stato offerto a GRANAROLO dallo studio Life Cycle Engineering di Torino ( INFORMAZIONE SULL ORGANISMO DI CERTIFICAZIONE E IL PCR PCR: PCR 2010:12- VERSION 1.0 ( )- Processed Liquid Milk (CPC code 2211); PCR review, was conducted by: Technical Committee of the International EPD System PCR moderator: Mirella Di Stefano, Granarolo S.p.a., Italy mirella.distefano@granarolo.it Independent verification of the declaration and data, according to ISO 14025: Internal x external Third party verifier: Certiquality Certification Body ( accredited by SINCERT (registration n 003H rev.5-15/12/2009). Valida fino a: COMPLETARE EPD appartenenti alla stessa categoria di prodotto, ma derivanti da diversi programmi possono non essere paragonabili.

24 PRINCIPALI RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI LCA-lab srl Spin off ENEA Bologna: Analisi del ciclo di vita di allevamenti fornitori di latte crudo Biologico alla Granarolo S.p.A. ; Revisione 0 del 17/09/2007. Life Cycle Engineering; Life Cycle Assessment (LCA) applicata al sistema di Produzione, Confezionamento e Distribuzione del Latte Biologico pastorizzato a temperatura elevata confezionato in PET da 1litro e mezzo litro Rev. 0 del 20/06/2010. PCR: PCR 2010:12- VERSION 1.0 ( )- Processed Liquid Milk (CPC code 2211); SEMC, International EPD Cooperation (IEC), General Programme Instructions for Environmental Product Declaration EPD, Versione 1.0, del 29/02/2009. Swedish Environmental Management Council ( ISO 14025:2006. Environmental labels and declarations Type III environmental declarations Principles and procedures ( ISO 14040/14044:2006. ISO series on Life Cycle Assessment (Valutazione del ciclo di vita), UNI EN ISO 14040:2006 e 14044:2006 (www. iso.org) Software SimaPro versione del 2009 ( IPCC Guidelines for National Greenhouse Gas Inventories Volume 4 Agriculture, Forestry and Other Land Use chapter 10 emissions from livestock and manure management ( IDF 2005, Guide on Life Cycle Assessment Toward Sustainability in the Dairy chain, Bullettin of International Dairy Federation, 398/2005. GLOSSARIO Acidificazione (AP): fenomeno per il quale le precipitazioni atmosferiche risultano avere ph inferiore alla norma, può provocare danni alle foreste e alle colture vegetali, così come agli ecosistemi acquatici e ai manufatti. E dovuto alle emissioni di SO2, di NOx, e di NH3, che sono quindi compresi nell indicatore di Acidification Potential (AP) espresso in moli di H+ prodotte. Distruzione della fascia dell ozono (ODP): degradazione della fascia di ozono stratosferico, avente la prerogativa di bloccare la componente ultravioletta dei raggi solari, per opera di composti particolarmente reattivi, che si originano da clorofluorocarburi (CFC) o da clorofluorometani (CFM). La sostanza usata come riferimento per l ODP ( Ozone Depletion Potential) è il triclorfluorometano, o CFC-11. Effetto serra (GWP): fenomeno per il quale i raggi infrarossi emessi dalla superficie terrestre in seguito a riscaldamento solare sono assorbiti da molecole presenti in atmosfera e riemessi sottoforma di calore, determinando un riscaldamento globale dell atmosfera. L indicatore utilizzato è GWP (Global Warming Potential) che comprende in primo luogo le emissioni in anidride carbonica, principale gas serra, oltre ad altri gas con minore grado di assorbimento dei raggi infrarossi, quali metano (CH4), protossido di azoto (N2O), clorofluorocarburi (CFC), che vengono espressi in funzione del grado di assorbimento della CO2 (g CO2 ). Eutrofizzazione (EP): arricchimento dei corsi d acqua in nutrienti, che determina squilibri negli ecosistemi acquatici dovuti all eccessivo sviluppo per mancanza di limitazioni nutritive. Eutrophication Potential (EP) comprende in particolare sali di fosforo e di azoto e si esprime come grammi di ossigeno equivalenti (g O2).

25 Formazione di ossidanti fotochimici (POCP): produzione di composti che per azione della luce sono in grado di promuovere una reazione di ossidazione che porta alla produzione di ozono nella troposfera. L indicatore POCP (Photochemical Ozone Creation Potential) comprende soprattutto COV (composti organici volatili) e si esprime come grammi di etilene equivalenti (g C2H4). Energia cumulata (Gross Energy Requirements - GER): è l energia complessiva che compete ad un sistema produttivo ed è costituita dalla somma delle energie corrispondenti a tutte le operazioni che l hanno resa possibile a partire dall estrazione delle materie prime. La gross energy può essere suddivisa almeno in cinque quote: energia diretta (direct energy o energy content of fuel), energia di feedstock (feedstock energy), energia di produzione e trasporto dei combustibili (production & delivery energy), energia competente ai trasporti utilizzati (transport energy) ed energia da biomasse (biomass energy). Upstream processes: fasi a monte del processo principale che comprendono ad esempio l estrazione e la lavorazione delle materie prime e la produzione di semilavorati e il trasporto di componenti/parti di prodotto attraverso la catena di fornitura fino ai punti di distribuzione. Core processes: fasi del processo direttamente associate alla realizzazione del prodotto/servizio oggetto della EPD (tale fasi comprendono il trasporto dei componenti principali dal fornitore all impianto di produzione e la gestione dei rifiuti generati). Generalmente la realizzazione delle strutture/infrastrutture/impianti/attrezzature e le attività del personale associate al prodotto non sono incluse 10. Downstream processes: fasi a valle del processo principale di produzione relative al trasporto del prodotto al punto vendita/ utilizzatore finale, all utilizzo del prodotto stesso, alle attività di manutenzione (definite in accordo con eventuali manuali di istruzioni) e al fine vita. Nel caso di servizi (Core Process) di norma non sono identificate fasi Downstream Processes (esempio la gestione rifiuti è già inclusa tra i Core Processes). 10. Nel caso in cui una parte rilevante dell impatto totale è associata alla costruzione del sito produttivo/attrezzature (es. pannelli fotovoltaici per la produzione di energia), è necessario considerare la fasi di realizzazione e smaltimento delle strutture/infrastrutture ritenute rilevanti applicando specifiche regole di cut-off.

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28 CPC code: Processed liquid milk Revisione 2 del 03/09/2010 Certificazione N. S-P Valida fino al 29/09/2013 Anno di riferimento per i dati: 2009

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