RUBRICA ATTUALITÀ n. 2 Settembre 2009

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1 Direttore responsabile: Luigi Grisolia RUBRICA ATTUALITÀ n. 2 Settembre 2009 L irragionevole durata dei processi nel nostro Paese di Luigi Grisolia Un interessante documentario dell Anm spiega perché l Italia, nella situazione storica attuale, è uno Stato Senza giustizia Tra i diversi problemi dell Italia uno dei maggiori e più sentiti dalla popolazione è certamente quello della giustizia. In particolare, la scure è puntata sull incredibile durata dei processi. Tanto per fare un esempio emblematico, è dell ottobre del 2007 la notizia che due braccianti agricoli settantenni hanno citato in giudizio l Inps presso la Sezione Lavoro del Tribunale di Foggia: la prima udienza è stata fissata per il 2020! Il giornalista de la Repubblica, Raffaele Lorusso, chiudeva con tragica ironia un suo articolo in questo modo: «Ai malcapitati ricorrenti non rimane così che fare gli scongiuri. Non potendo sperare in un ragionevole anticipo dell udienza [...] possono pur sempre affidarsi alle statistiche: la vita media si è allungata e in Italia si vive di più che nel resto d Europa» (per approfondire, clicca qui). Ovvio che un processo come quello di Bernard Madoff, che è arrivato in soli sei mesi dall arresto alla condanna, a 150 anni di carcere, nel Belpaese ce lo sogniamo!! In occasione della Giornata per la Giustizia (5 maggio 2009) è stato presentato un documentario, girato dalla regista Anna Maria Bianchi per conto dell Associazione Nazionale Magistrati, dal terrificante titolo Senza giustizia. L interessante video traccia un 1

2 quadro del sistema italiano, concentrandosi sui motivi da cui nasce la diffusa interminabile durata dei processi. La già difficile situazione delle sedi giudiziarie, sommerse dagli arretrati (cfr. Tabella 1) è stata peggiorata dall entrata in vigore nel 2001 della Legge Pinto, che stabilisce che i cittadini possono chiedere i danni per i ritardi. Da allora i costi dell amministrazione pubblica sono aumentati esponenzialmente. Passando da euro del 2002 agli euro del 2008 (cfr. Tabella 2). Tabella 1: Formazione storica dell arretrato ( ) 1958 Civile: Penale: Fonte: Anm Senza giustizia. Tabella 2: Costi amministrazione pubblica in mln ( ) Fonte: Anm Senza giustizia. Sono quasi i procedimenti in corso solo per denunciare il ritardo di altri processi, e addirittura si è arrivati alla c.d. Pinto su Pinto : ossia il moltiplicarsi delle cause per il risarcimento del tardato risarcimento (perché i magistrati sono oberati di lavoro). La situazione più grave è nei tribunali del Sud, ma anche nel resto d Italia non se la passano bene. Il documentario individua quattro motivazioni che spiegano questa lentezza nel sistema giudiziario italiano. Problema Avvocati In Italia ci sono circa 200 mila avvocati, mentre nel Regno Unito meno di 14 mila e in Francia meno di 48 mila. In effetti, è alquanto strano che questo 2

3 altissimo numero di avvocati, soprattutto in relazione a Paesi che hanno una popolazione maggiore della nostra. Comunque, il video denuncia chiaramente che, poiché l avvocato prende una retribuzione ogni udienza, lo stesso ha tutto l interesse che il processo duri il più a lungo possibile. È chiaro che non bisogna fare di tutta l erba un fascio, ma evidentemente il problema c è. Inoltre, in Italia esiste il gratuito patrocinio: se sei non abbiente, lo Stato ti fornisce l avvocato e lo paga. Sacrosanto. Ma, solo nel 2008, ben 94 mila persone ne hanno usufruito, con un costo di 85 milioni di euro per l amministrazione, di cui 80 milioni solo per gli onorari degli avvocati. Anche qui, evidentemente, qualcosa non torna... Problema Carico di Lavoro Le cifre dicono che in Italia ogni 100 mila abitanti, se ci sono (ben) 290 avvocati, ci sono (solo) 11 magistrati, un numero inferiore alla media europea. E nel 2006 il numero di processi per reati gravi definiti dai magistrati italiani in I grado è stato il più alto d Europa. In una sezione del Tribunale di Napoli, in cui lavorano 48 magistrati, si va al ritmo di 700 sentenze all anno: 2 al giorno! Nonostante l enorme mole di lavoro, troppi tribunali, specialmente al Sud, lavorano in condizioni di emergenza, sia dal punto di vista degli strumenti che delle strutture. Emblematico il caso del Tribunale Civile di Santa Maria Capua Vetere (che ha un bacino di utenza pari a quello di Napoli): la sede è ubicata in due palazzi condominiali progettati e costruiti per uso abitativo; il risultato, oltre ovviamente all inadeguatezza strutturale di stanze e corridoi, è che non ci sono controlli all ingresso, non ci sono metal-detector, non ci sono i gabbiotti per le guardie. Problema Risorse Davanti ad una situazione così disastrata, cosa fa lo Stato? Diminuisce le risorse! Limitandoci solamente agli ultimi tre anni, i dati dicono che, nel 2006, la spesa pubblica nel settore Giustizia è stata di euro, nel 2007 di euro e nel 2008 di : caduta libera. Quando invece bisognerebbe investire per aumentare l efficienza! Il documentario tramite le parole di Francesco Vigorito, giudice presso il Tribunale di Roma denuncia, inoltre, che: in molti tribunali italiani, compreso quello della capitale, non tutti i giudici hanno una stanza, e non tutti i giudici in stanza hanno un computer a testa, e quasi tutti i giudici non hanno un fax o uno scanner. Un quadro che nell era di internet e della digitalizzazione è davvero sconcertante. 3

4 Nono solo: i giudici dipendono dai postini. Evidenzia Antonio Baldassare, giudice presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (dopo aver mostrato, sconsolato, il timbro che si è dovuto comprare da solo perché il tribunale i soldi non li aveva), che, per ogni udienza, bisogna avvisare tutte le parti interessate (da quelle in causa ad eventuali test, oltre naturalmente agli avvocati) tramite raccomandata A/R. Dato che bisogna aspettare il ritorno della cartolina per esser certi della notifica, l udienza va fissata non prima di due mesi dall invio per essere sicuri; poi capita che, arrivato il giorno dell udienza, non sia pervenuta la cartolina e allora bisogna procedere ad un rinvio. Ancora Vigorito rileva come la IV Sezione del Tribunale di Roma ha informatizzato tutto, ed è riuscita, grazie appunto allo strumento tecnologico e al lavoro di 6 magistrati e un Presidente di Sezione, a ridurre in pochi anni le cause pendenti da 32 mila a 5 mila. E grazie al lavoro di questa sezione lo Stato, solo di imposte di registro, ha incassato 80 milioni di euro. Peccato poi però che questi soldi non siano stati reinvestiti nel settore Giustizia ma inscritti, come tutti i ricavi del settore, al bilancio del Tesoro. Infine, si pone in evidenza come stia diminuendo il numero del personale di cancelleria, in quanto la gente va in pensione ma non si procede a nuove assunzioni... e così capita in alcuni Tribunali che i magistrati siano costretti a rallentare il lavoro per non creare problemi alla cancelleria!!!! Problema Scelte Infine, il documentario si focalizza sul fatto che basterebbe fare delle scelte di ottimizzazione delle (poche) risorse disponibili per rendere più efficiente il sistema. Non solo l informatizzazione, come nell esempio del giudice Vigorelli, ma anche una riorganizzazione delle sedi giudiziarie mediante l accorpamento di decine di piccoli uffici alla sede principale. Ma soprattutto bisognerebbe evitare di fare «scelte catastrofiche», come è stata quella di introdurre il divieto per i magistrati di I nomina di fare il Pm o il Giudice monocratico, che potrebbe portare alla paralisi di alcuni uffici, come quello della Procura di Gela, come denunziato dal Pm Anna Canepa. Qualche rimedio Un intervento per migliorare e soprattutto diminuire l enorme carico di lavoro è molto semplice: evitare che ci siano interessi affinché il processo vada avanti. E cioè, come rileva il giudice Baldassare, modificare la disciplina della prescrizione stabilendo che essa si interrompe il giorno in cui inizia il processo. È infatti prassi agganciarsi a qualsiasi appiglio per prolungare il processo puntando alla fatidica data in cui il reato cade in prescrizione: testimoni che non si presentano, certificati medici tra i più 4

5 strani, eccetera. Un altra stortura è il fatto che si può adire la Corte di Cassazione (anche qui, carenza di personale) per qualsiasi tipo di reato, senza alcun filtro: sarebbe invece opportuno evitare questa possibilità per i reati minori. E così non si arriverebbe in Cassazione per trattare un ricorso su una semplice ammenda economica! Il quadro tracciato è drammatico, anche se alla fine si potrebbe porre rimedio, perlomeno parziale, a questa interminabile durata dei processi con pochi e accorti interventi. Perché, conclude il documentario, «un Paese che non è in grado di garantire una ragionevole durata dei processi è un Paese che non è in grado di garantire giustizia». E se non può garantire la giustizia, aggiungiamo noi, è davvero uno Stato di diritto? È davvero una democrazia? Luigi Grisolia Ps: Il documentario è visibile al seguente indirizzo: Nell immagine: Giotto, La Giustizia, Cappella degli Scrovegni, Padova ( anno I, n. 2, settembre 2009) 5