Nella lezione precedente abbiamo visto che l'energia totale posseduta da un corpo di massa a riposo m 0 che viaggia con velocità v è pari a

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Nella lezione precedente abbiamo visto che l'energia totale posseduta da un corpo di massa a riposo m 0 che viaggia con velocità v è pari a"

Transcript

1 LEZIONE VI Il quadriettore Energia - quantità di moto. Nella lezione preedente abbiamo isto he l'energia totale posseduta da un orpo di massa a riposo m he iaggia on eloità è pari a m E = m = (1) D'altra parte, sappiamo anhe he la quantità di moto relatiistia è pari a : m p = m = () Utilizzando le relazioni (1) e (), si erifia immediatamente he, qualunque sia la eloità della partiella, soddisfano la relazione: E e p 4 E p = m (3) La relazione (3) resta alida in qualunque riferimento inerziale. In partiolare, nel riferimento inerziale solidale on il orpo al tempo t, sappiamo he p = mentre l'energia E in eq.(1) si ridue all'energia a riposo E = m, in aordo on quanto si ottiene ponendo p = in eq.(3). Se si seglie un qualunque altro riferimento inerziale doe la eloità del orpo è, la (3) resta anora alida. Riordando he p in eq.(3) rappresenta il modulo del ettore quantità di moto, la (3) può essere anhe sritta nella forma equialente: E 4 p p p = m (4) x y z doe p x, p y e p z sono le omponenti x,y e z del ettore quantità di moto. Ma l'equazione (3) è analoga all'equazione di inarianza relatiistia he aeamo troato per il ettore spostamento quadridimensionale ( τ, x, y, z ) per il quale alea la relazione generale: τ - x - y - z = τ (5) Doe, τ è l'interallo di tempo misurato in metri-lue, x, y e z sono le omponenti dello spostamento e τ è l'interallo di tempo proprio misurato nel riferimento doe il orpo è fermo. Analogamente, E in eq.(4) rappresenta l'energia totale del orpo, p x, p y e p z rappresentano le omponenti della quantità di moto e m 4 è il quadrato dell'energia a riposo E = m del orpo, ioè l'energia del orpo nel riferimento in ui esso è fermo. La (4) stabilise he, nel passare da un sistema di riferimento inerziale ad un altro, i alori di E, p x, p y e p z ambiano ma la ombinazione in eq.(4) resta sempre ostante. Ora, in eq.(4) ompaiono l'energia E della partiella e le omponenti della quantità di moto he hanno dimensioni fisihe dierse ( l'energia è una massa per una eloità al quadrato, mentre la q.m. è una massa per una eloità). Dunque, oniene diidere l'energia per in modo da ottenere una grandezza he ha le stesse dimensioni fisihe della quantità di moto. Dopodihè si può definire il quadriettore Energia-quantità di moto P = (E/, p x,p y,p z ) (6) La relazione (4) i assiura he P rappresenta proprio un quadriettore perhè il modulo quadridimensionale di P risulta inariante in qualunque riferimento inerziale proprio ome il modulo quadridimensionale del quadriettore ( τ, x, y, z ). Infatti, la (4) si può sriere nella forma equialente: 51

2 E E p x p y p z = (7) he è formalmente identia alla relazione (5) he definise il quadriettore spostamento se si sostituise τ on E/, x on p x e osì ia. Si noti he E/ gioa lo stesso ruolo della ariabile temporale τ mentre p x, p y, e p z quello delle oordinate spaziali x,y,z. Per quanto detto nelle lezioni preedenti, ogni olta he le 4 omponenti di una grandezza quadridimensionale soddisfano una relazione di inarianza del tipo in eq.(7), allora tale grandezza rappresenta un quadriettore relatiistio he gode di tutte le proprietà aratteristihe di un quadriettore. In partiolare, se E/, p x,p y e p z rappresentano i alori delle omponenti del quadriettore in un riferimento inerziale S, allora le omponenti in un altro sistema inerziale S' in moto on eloità rispetto a S si possono ottenere utilizzando le relazioni di Lorentz doe E/ sostituise il tempo τ ( espresso in metri-lue), p x sostituise x, p y sostituise y, p z sostituise z e doe è sostituito dalla eloità adimensionale β = /. Dunque le nuoe omponenti del quadriettore P nel sistema S' sono legate a quelle in S dalle relazioni: E ' = γ p β (8) x p x p ' = p (9) y y p ' = p (1) z z E' E = γ βp x (11) La orrettezza delle relazioni (8)-(11) può anhe essere dimostrata utilizzando le definizioni di energia e quantità di moto in equazioni (1) e () e tenendo onto he la eloità si trasforma da un riferimento inerziale ad un altro seondo le relazioni troate nella lezione III. L'energia si onsera sempre. Le equazioni (8)-(11) sono molto importanti perhè esse mettono in lue il fatto he l'energia e la quantità di moto sono strettamente ollegate l'una all'altra. Infatti, dalla (8) si dedue he la quantità di moto misurata nel sistema S' dipende dal alore dell'energia misurato in un dierso sistema S. Analogamente, l'energia misurata in S' dipende dal alore della quantità di moto in S [ edi eq.(11)]. Questo ha una onseguenza molto importante: la onserazione della quantitità di moto implia neessariamente he si debba anhe onserare l'energia. Infatti, supponiamo per assurdo he, in un dato riferimento S, alga la onserazione della quantità di moto ma non la onserazione dell'energia. Allora orrebbe dire he nel sistema di riferimento S, algono le due relazioni: p xi =p xf e E i E f. (1) doe i suffissi i ed f indiano "iniziale" e " finale". Ma allora, la omponente x della quantità di moto non si onsererebbe più in S'. Infatti, utilizzando la (8), si troa p' xf -p' xi =γ β (E i -E f )/ Dunque, se la onserazione della quantità di moto dee alere in ogni sistema di riferimento inerziale, ome rihiesto dal PRINCIPIO DI RELAIVIA', allora tutte le omponenti del quadriettore energia-quantità di moto e, in partiolare l'energia, si deono onserare. Noi aeamo raggiunto la stessa onlusione analizzando il aso partiolare di un urto totalmente anelastio, ma l'analisi fatta sopra mostra he questo è un risultato del tutto generale e strettamente legato al fatto he energia e quantità di moto fanno parte di un unia entità fisia, il quadriettore energiaquantità di moto. Utilizzando la (3) si troa un' espressione he lega l'energia di un orpo alla quantità di moto: 4 E = m + p (13) Questa espressione alternatia alla (1) risulta spesso utile nella risoluzione di problemi fisii. 5

3 Le onde elettromagnetihe e i fotoni. Come è noto, la teoria dell'elettromagnetismo di Maxwell mostra he un ampo elettromagnetio osillante si può propagare nello spazio uoto on eloità sotto forma di onda elettromagnetia. Un'onda elettromagnetia monoromatia è ostituita da un ampo elettrio e un ampo magnetio he osillano nel tempo ad una data frequenza. Un tipo partiolarmente importante di onda è l'onda piana; in essa il ampo elettrio e il ampo magnetio giaiono sempre sul piano perpendiolare alla direzione di propagazione (asse x) e sono fra loro perpendiolari (edi fig.1). Ad un generio istante t, il ampo elettrio e il ampo magnetio in tutti i punti di uno stesso piano perpendiolare all'asse x hanno lo stesso alore (onda piana). E H x direzione di propagazione figura 1 Per un'onda piana polarizzata linearmente i ampi E ed H si mantengono sempre paralleli a due assi ortogonali y e z e i alori del ampo elettrio E e di quello di induzione magnetia B ( B = µ H ) in un generio piano indiiduato dalla oordinata x ed ad un generio istante t sono dati da: E = E os [π(x/λ - ν t)] (14) B = B os [π(x/λ - ν t)] (15) doe E e B sono, rispettiamente, le ampiezze del ampo elettrio E e del ampo di induzione magnetia B, mentre λ è la lunghezza d'onda he è legata alla frequenza ν e alla eloità dell'onda dalla nota relazione: ν = /λ (16) Al ariare del alore della frequenza, ambia il tipo di onda elettromagnetia. Le frequenze tipihe anno dalle frequenze delle onde radio ( ν 1 6 Hz = 1 MHz), delle miroonde ( ν Hz), delle onde luminose ( ν 1 15 Hz), fino ad arriare a quelle dei raggi X (ν 1 18 Hz) e dei raggi γ (ν 1 Hz). Come noto, molte di queste onde elettromagnetihe hanno troato importanti appliazioni sia nella ita di tutti i giorni (onde radio, onde V...) he in mediina ( radiazione laser, raggi X, raggi γ...). La teoria Elettromagnetia permette di dedurre tutte le proprietà fondamentali delle onde elettromagnetihe a partire dalle equazioni di Maxwell. In partiolare, sulla base di tale teoria, si può dimostrare he un'onda elettromagnetia trasporta energia e quantità di moto. Che un'onda elettromagnetia trasporti energia è eidente per tutti. Infatti, è proprio attraerso i suoi raggi luminosi he il Sole i risalda e permette la ita sulla terra. Ma osa uol dire he l'onda trasporta quantità di moto? Vuol dire he, se un'onda elettromagnetia inide su una parete e iene da essa assorbita, non solo la parete si salda ( l'energia dell'onda iene assorbita) ma essa aquista anhe una quantità di moto p pari alla quantità di moto he è stata assorbita nel tempo t. Ne onsegue he la parete subise una forza F = p/ t ( pressione di radiazione) he, seppur normalmente piola, è stata effettiamente misurata negli esperimenti. Per un'onda monoromatia piana he si propaga nel uoto lungo l'asse x, si dimostra he l'energia per unità di olume ( densità di energia elettromagnetia) è pari a u = ε E (17) doe ε = F/m è la ostante dietettria del uoto. La quantità di moto per unità di olume ( densità di quantità di moto) è, inee, data da p = u/ (18) 53

4 In un famoso laoro pubbliato nel 195, Einstein mostrò he l'effetto fotoelettrio, ioè l'emissione di elettroni da un onduttore inestito da radiazione luminosa ( edi Parte II del orso), può essere spiegato assumendo he l'onda luminosa sia ostituita da un insieme di orpusoli, detti fotoni, he si muoono lungo la direzione di propagazione dell'onda on eloità e aenti un'energia pari a ε = h ν (19) doe h è una ostante aratteristia he iene detta ostante di Plank ed è pari a h = Js. I fotoni sono distribuiti in tutti i punti dello spazio doe è presente l'onda on una densità n ( n = numero di fotoni per unità di olume). Poihè iasun fotone trasporta l'energia hν, allora la densità di energia, ioè l'energia per unità di olume, sarà anhe uguale ad u = n hν. Dunque, il numero di fotoni per unità di olume può essere failmente alolato se si onose la densità di energia elettromagnetia u utilizzando la relazione: n = u/(hν) () enendo onto he la densità d'energia u è proporzionale al quadrato del ampo [ eq.(17)], si dedue he i fotoni si addensano maggiormente nei punti dello spazio doe il ampo elettrio dell'onda elettromagnetia è più intenso. D'altra parte, se p è la quantità di moto trasportata da un singolo fotone, la quantità di moto per unità di olume p dell'onda, si otterrà moltipliando p per n. Dunque p = n p = up/(hν) (1) Confrontando p in eq.(1) on quello in eq.(18) si troa: u up = hν hν ε p = = () In onlusione, i fotoni sono partielle on energia ε e quantità di moto p pari a: hν ε = hν, p = (3) Ma ome è possibile he una partiella abbia eloità pari a quella della lue? In effetti, aeamo isto in preedenza he, per poter far aquistare la eloità della lue ad un orpo materiale di massa a riposo m è neessario fornire al orpo un'energia infinita, mentre l'energia di un fotone ha il alore finito in eq.(3). La risposta a questo quesito è he il fotone è una partiella molto diersa da tutte le altre partielle he sono oggetto delle nostre osserazioni perhè esso ha massa a riposo m =. Infatti, se sostituiamo i alori di ε e p dati dalla (3) nell'equazione (3), si troa m =. Ciò uol dire he, l'energia del fotone è solamente energia inetia ( non è possibile osserare un fotone fermo). Più in generale, qualunque partiella he iaggi on eloità uguale a è neessariamente una partiella on massa a riposo nulla. Conseguentemente, per tale partiella, l'energia E dee essere legata alla quantità di moto p dalla relazione E = p [( edi eq.(13)]. L'effetto Doppler. Le onsiderazioni preedenti i permettono di troare failmente le relazioni he desriono un importante fenomeno riguardante le onde elettromagnetihe: l'effetto Doppler. Questo effetto si presenta quando un'onda elettromagnetia di frequenza ν iene emessa da una sorgente he si muoe on eloità rispetto ad un dato "osseratore" (ν rappresenta la frequenza misurata nel riferimento doe la sorgente è ferma). In tal aso, la frequenza he iene misurata dall'osseratore è maggiore di ν se la sorgente si sta aiinando all'osseratore, mentre è minore di ν se essa si sta allontanando. Un fenomeno qualitatiamente simile ma quantitatiamente dierso si erifia anhe per le onde non di tipo elettromagnetio ome le onde sonore. utti noi, infatti, possiamo failmente osserare he il fishio di un treno appare più auto ( alta frequenza) se esso i iene inontro e dienta, inee più basso ( bassa frequenza) quando esso si allontana da noi. Lo stesso aiene per la sirena di un'atombulanza o dei pompieri. Nel aso delle onde elettromagnetihe si deono distinguere due asi: 1) Effetto Doppler longitudinale. Questo aso si presenta quando la direzione di propagazione della radiazione è lungo lo stesso asse x su ui si sposta la sorgente ome mostrato shematiamente in figura, doe A rappresenta il punto doe si troa l'osseratore he riee la radiazione e B rappresenta la sorgente. Se è la eloità della sorgente lungo l'asse x nel riferimento S 54

5 dell'osseratore, allora è anhe la eloità di trasinamento del riferimento S' solidale on la sorgente rispetto ad S. Qui india la omponente della eloità lungo x e, quindi, > se la sorgente si allontana dall'osseratore in A e < nel aso opposto. A B x figura Per troare il alore inognito della frequenza ν misurata dall'osseratore he si troa nel punto A, possiamo appliare la legge di trasformazione in eq.(11). Infatti, l'energia dei fotoni luminosi nel riferimento della sorgente ( S' ) è ε' = hν, mentre nel riferimento S sarà ε = hν, doe ν è la frequenza he ogliamo troare. Qui siamo interessati a alolare la frequenza dei fotoni he sono emessi dalla sorgente ( punto B in fig.) e raggiungono l'osseratore posto in A. Questi fotoni si muoono, oiamente, nel erso negatio delle x. La quantità di moto dei fotoni nel riferimento S è un ettore di modulo p = hν / diretto lungo l'asse x nel erso negatio, dunque la omponente x della quantità di moto è p x = - hν /. Ma allora, sostituendo questi alori nella (11) ( ε' = hν al posto di E', ε = hν al posto di E e p x = - hν /), si troa immediatamente la formula fondamentale dell'effetto Doppler longitudinale: hν = hν h ν γ = ν = ν (4) 1 + Per ottenere l'ultima espressione a destra, abbiamo utilizzato le relazioni: γ = 1 = e = Nella maggior parte dei asi di interesse, la eloità della sorgente è, in modulo, molto minore di. Dunque, le radii in eq. (4) possono essere approssimate utilizzando l' approssimazione ( 1+x) α 1+ax. In tal aso, la (4) dienta sempliemente: ν = ν 1 (4) Se la sorgente si allontana dall'osseratore [ > in eq.(3) e (4)], allora la frequenza ν misurata è minore di quella emessa dalla sorgente, l'opposto aiene se la sorgente si aiina all'osseratore ( < ). L'espressione approssimata in eq.(4) oinide on il risultato he si ottiene lassiamente utilizzando le trasformazioni di Galileo al posto di quelle di Lorentz. Dalla (4) si dedue he la eloità on ui si muoe la sorgente può essere failmente ottenuta da una misura delle frequenze ν e ν. In partiolare, dalla (4) si dedue = (ν-ν )/ν. L'effetto Doppler iene oggi orrentemente utilizzato per misurare la eloità di un orpo in moimento ( eloimetria Doppler). Infatti, le tenihe sperimentali 55

6 per misurare le differenze di frequenze sono oggi estremamente aurate e permettono di determinare on preisione la eloità dei orpi utilizzando l'effetto Doppler. ) Effetto Doppler trasersale. In questo aso, si onsidera anora una sorgente B he si muoe on eloità lungo l'asse x rispetto ad un osseratore posto in A. staolta, però, l'osseratore si troa lungo un asse y perpendiolare all'asse x ome mostrato shematiamente in figura 3. y A B x Figura 3 La radiazione elettromagnetia he raggiunge l'osseratore è quella he si propaga, periò, nel erso positio dell'asse y in direzione perpendiolare al moto della sorgente. Dunque, a differenza del aso preedente, la omponente x della quantità di moto dei fotoni è p x =. Le energie dei fotoni in S' e S sono anora date, rispettiamente, da ε' = hν e ε = hν. Sostituendo queste espressioni ( on p x =) nella (11) si troa immediatamente la formula dell'effetto Doppler trasersale: ν ν = = ν (5) γ Dunque, in questo aso, qualunque sia il erso di moto della sorgente, la frequenza ν misurata dall'osseratore è sempre minore di ν. In questo aso, inee, il risultato he si ottiene utilizzando le trasformazioni lassihe di Galileo è ν =ν he si ottiene dalla ( 5) nel limite /. Osseriamo he le espressioni aratteristihe dell'effetto Doppler poteano essere anhe ottenute direttamente a partire dalle espressioni dei ampi di un'onda piana [equazioni (14) e (15)] andando a edere ome si trasformano i ampi E e B nel sistema di riferimento S' in moto rispetto alla sorgente. In questo sistema di riferimento, le oordinate spazio-temporali dientano x' e t' e la nuoa frequenza dell'onda risulta data dalle espressioni (4) e (5). Eserizio: lo studente ritroi la formula dell'effetto Doppler longitudinale (4) seguendo questa diersa proedura. In partiolare, dimostri he, se il ampo elettrio nel sistema S della sorgente dipende da x e t ome os[π(x/λ -ν t)] allora, nel sistema S' in moto rispetto alla sorgente, il ampo dipende da x' e t' ome os[π(x'/λ -ν t')] doe νλ = e doe ν è legata a ν dalla relazione (4). Analogamente, l'effetto Doppler trasersale si ritroa failmente appliando le trasformazioni di Lorentz ad un'onda he si propaga lungo l'asse y. In tal aso, nel sistema S, il ampo elettrio dipende da y e t ome os[π(y/λ -ν t)]. CONSEGUENZE DELLA CONSERVAZIONE DELLA QUANIA' DI MOO E DELL'ENERGIA. In quest'ultima parte della lezione, analizziamo alune onseguenze della legge di onserazione della quantità di moto e dell'energia e della legge E = m. La massa a riposo di un orpo dipende dalla sua temperatura. Una prima onseguenza della onserazione dell'energia è il fatto he, in ia di prinipio, la massa a riposo di un orpo dipende dalla temperatura del orpo. Infatti, se m è la massa a riposo del orpo ad una temperatura, allora 56

7 l'energia da esso posseduta è m. Se, però, il orpo iene saldato portandolo ad una temperatura >, allora la sua energia dorà aumentare perhe' la sua energia termia è aumentata di una quantità pari a C (- ), doe C è la apaità termia del orpo. Dunque, dopo essere stato saldato, il orpo arà l'energia E = m + C (- ) e, quindi, una massa a riposo M = E/ = m + C (- )/. L'aumento della massa a riposo è failmente spiegabile se si pensa he un orpo marosopio fermo è in realtà ostituito da moleole he si muoono aotiamente on energia inetia he rese all'aumentare della temperatura. Il entro di massa del orpo resta fermo ma i singoli ostituenti ( atomi e moleole) si muoono sempre più all'aumentare della temperatura. Dato l'alto alore di, però, il ontributo termio all'energia dei orpi marosopii è sempre trasurabile. Ad esempio, onsideriamo 1 kg di aqua a temperatura iniziale = C he iene saldato fino a raggiungere la temperatura = 9 C. Riordando he la apaità termia di 1 Kg di aqua è C = 4186 J/kg C, la ariazione di massa è M = C (- )/ Kg he è, oiamente, trasurabile rispetto a m = 1 kg. In una reazione himia la massa a riposo dei prodotti non è uguale alla massa a riposo dei reagenti. Una delle leggi fondamentali della Chimia è la nota legge di onserazione della massa di Laoisier. Seondo tale legge, ad esempio, se due sostanze reagisono insieme per formare una nuoa sostanza, la somma delle masse dei reagenti è uguale alla massa totale dei prodotti della reazione. La relatiità mostra he questa legge è era solamente in prima approssimazione perhè, in ia di prinipio, la somma delle masse a riposo dei reagenti può essere sia maggiore he minore di quella dei prodotti. Ad esempio, possiamo onsiderare il aso di due moleole di idrogeno ( H ) he reagisono on una moleola di ossigeno (O ) per formare due moleole di aqua ( H O). Come è noto, questa reazione è esotermia, ioè 'è siluppo di alore he può essere utilizzato per la produzione di energia ( motore a idrogeno). Dopo la reazione, i prodotti di reazione si troano a temperatura più alta di quella iniziale dell'ambiente irostante, ioè l'energia di agitazione termia dei prodotti di reazione è più alta. Per la onserazione dell'energia, dunque, una parte delle masse a riposo dei reagenti si è trasformata in energia inetia dei prodotti di reazione. Dunque, la massa finale del prodotto della reazione, dopo he esso ha raggiunto nuoamente la temperatura iniziale, dee essere minore della somma delle masse dei reagenti prima della reazione. Sapendo he il alore siluppato in una reazione in ui sono presenti moli di H e 1 mole di O è E = 57 KJ, mentre la loro massa totale è M = 36 g, si stima he la ariazione relatia di massa è M/M = E/(M ) Anhe nel aso delle reazioni himihe, dunque, l'energia termia prodotta è molto minore di quella iniziamente assoiata on le masse a riposo e, quindi, seppur approssimata, la legge di Laoisier desrie in modo più he soddisfaente le reazioni himihe. Il fatto he la massa a riposo non sia additia e, ioè, he la massa a riposo del prodotto finale non sia uguale alla somma delle masse a riposo dei omponenti, si spiega failmente in termini energetii. Consideriamo, ad esempio, due atomi di idrogeno ( H ) di diametro D.1 nm he si troano a grande distanza ome mostrato shematiamente in fig.4a. Sappiamo he he questi atomi tendono a formare una moleola stabile H doe i entri dei due atomi si troano a distanza d raiinata ( d D) ome mostrato shematiamente in figura 4b. d d H H H figura 4a figura 4b Oiamente, se gli atomi si legano insieme per formare una moleola stabile, uol dire he i sono delle forze he tendono a trattenere i due atomi nella loro posizione finale di equilibrio. In effetti, utilizzando le leggi dell'elettrostatia, si può dimostrare he, se gli atomi di idrogeno si troano a distanza apprezzabilmente maggiore del loro diametro, essi sono soggetti ad una forza attrattia di origine elettria he rese rapidamente al diminuire della distanza ( forza di Van der Waals). Oiamente, se gli atomi fossero sferette rigide, i loro entri non potrebbero aiinarsi più di un diametro, ioè, quando arriassero a toarsi, si silupperebbero delle forze repulsie estremamente intense he impedirebbero un ulteriore aiinamento. Si può dimostrare he, effettiamente, quando gli atomi arriano a distanze onfrontabili on il loro diametro, nasono delle nuoe forze di tipo repulsio doute alle interazioni fra le nuole elettronihe he tendono a respingerli ed ad impedirne la ompenetrazione. Dunque, in ondizioni di equilibrio, gli atomi tenderanno a disporsi a quella distanza d D in ui la forza totale è nulla, ioè nel punto doe la forza attrattia uguaglia esattamente quella repulsia. Dalla Meania sappiamo he una posizione di equilibrio stabile è quella posizione in ui l'energia potenziale assume il minimo alore ome aiene, ad esempio, nel aso di una pallina nel fondo di una unetta. In figura 5 è mostrato l'andamento tipio dell'energia potenziale del sistema dei due atomi in funzione del rapporto h = d / L, doe L D è la distanza fra i entri degli atomi nella moleola in ondizioni di 57

8 equilibrio. Nel rappresentare l'energia potenziale U, abbiamo assunto ome zero dell'energia la posizione in ui i due atomi si troano a distanza infinita. La porzione di ura resente ( h > 1) rappresenta la regione doe domina la forza attrattia, mentre quella deresente ( h < 1) è quella doe domina la forza repulsia. La posizione di equilibrio h = 1 è quella doe l'energia è minima ed ha il alore negatio U = - E = -.5 u.a. in fig.5. figura 5 Supponiamo, ora, he la massa a riposo di un atomo di idrogeno isolato sia m. Allora, quando i due atomi si troano fermi a distanza molto grande ( h >>1) l'energia totale del sistema è E ot = m. Inee, nel aso in ui i due atomi si troino fermi in h =1, ioè si troino aggregati sottoforma di moleola H, l'energia totale è E' ot =E ot - E = M, doe M è la massa a riposo della moleola H. Oiamente, E' ot < E ot e, quindi, in ia di prinipio, M < m anhe se la differenza fra le due masse ( M e m ) è piolissima. Le reazioni nuleari. Fino ad ora abbiamo mostrato he, in ia di prinipio, in una reazione himia le somme delle masse a riposo dei ragenti non sono uguali a quelle dei prodotti della reazione. uttaia, le energie siluppate od assorbite nelle reazioni himihe sono estremamente piole se onfrontate on le energie inizialmente presenti sotto forma di massa a riposo dei reagenti. Questo aiene perhè le forze di interazione fra atomi sono relatiamente piole. Dunque, il ontributo di queste forze all'energia totale dei orpi è sempre del tutto trasurabile e la legge di Laoisier è pratiamente "esatta". Ben dierso è iò he aade nel aso delle reazioni nuleari nelle quali, ad esempio, il nuleo di un atomo si "spaa" diidendosi in partielle più piole. In questo aso, le forze fra le partielle subnuleari sono molti ordini di grandezza più grandi di quelle he aratterizzano le reazioni himihe e, di onseguenza, le energie in gioo non sono più ompletamente trasurabili rispetto alle energie immagazzinate nelle masse a riposo. Queste reazioni risultano, periò, estremamente promettenti dal punto di ista energetio. Sono possibili due asi diersi: 1- Fusione Nuleare In questo aso due partielle he inizialmente sono separate si aiinano fino ad aggregarsi per formare una partiella più grossa. Le forze he tengono unite le partielle sono forze nuleari. Se l'energia di interazione fra le partielle ha un minimo quando esse si troano ad una data distanza ( edi, ad esempio, fig.5), l'energia potenziale finale delle due partielle sarà minore di quella iniziale e, quindi, una parte della massa a riposo delle due partielle si sarà onertita in un'altra forma di energia (energia inetia delle partielle) he può essere sfruttata per la produzione di energia. Fino ad oggi questo proesso di fusione nuleare è stato utilizzato solamente per appliazioni bellihe ( bomba H) ma è tuttora in orso in tutto il mondo un noteole sforzo olto a realizzare entrali he sfruttino la fusione nuleare. Proessi di questo tipo aengono spontaneamente nelle stelle e sono responsabili dell'enorme quantità di energia emessa dal nostro Sole he permette la ita sulla terra. I proessi di fusione possibili sono numerosi. Uno partiolarmente importante è quello in ui un nuleo di deuterio ( H ) formato da un protone e un neutrone si unise on un nuleo di rizio ( 3 H ) formato da un protone e neutroni. Nella reazione si forma un nuleo di Elio 4 He ( neutroni + protoni) ed un neutrone libero entrambi on un'energia inetia piuttosto eleata. La reazione nuleare si srie: H + 3 H 4 He (3.5 Me) + n (14.1 Me) Le energie fra parentesi rappresentano le energie inetihe delle partielle risultanti dopo he è aenuta la fusione. Come si ede, le energie in gioo non sono più trasurabili rispetto alle masse a riposo delle partielle ( dell'ordine di alune migliaia di Me). Una parte della massa a riposo inizialmente presente ( ira.5%) si onerte in radiazione 58

9 he iene assorbita dalla materia del Sole e si trasforma in energia termia o in altre forme di energia ( ad esempio energia luminosa). Queste iolente reazioni nuleari possono aenire solamente negli strati più interni del Sole doe le temperature sono eleatissime ( milioni e milioni di gradi). Infatti, i nulei interagisono fra loro on due tipi diersi di forza: la forza elettrostatia e l'interazione forte. Ora, l'interazione forte fra i nulei è una forza nuleare he, ome die il nome stesso, è una forza estremamente intensa he tende a tenere i nulei uniti, ma questa forza ha la aratteristia di deresere enormemente all'aumentare della distanza fra i nulei. Già a distanze di pohi diametri nuleari, la forza dienta trasurabile rispetto a quella elettria. D'altra parte, la aria elettria dei nulei di deuterio e trizio è pari a quella di un protone, dunque essi, aendo la stessa aria elettria, tendono a respingersi elettriamente. Finhè essi si troano a distanze apprezzabilmente maggiori del loro diametro, la forza elettria repulsia preale su quella nuleare attrattia ed essi tendono a respingersi. Se, inee, i nulei arriano suffiientemente iini, allora le forze nuleari attrattie dientano dominanti e i nulei si aiinano sempre di più fino a formare un unio nuleo di He. In onlusione, se si uole he la reazione di fusione aenga, è neessario he i nulei riesano a inere le forze repulsie elettrostatihe fino ad arriare suffiientemente iini. Questo aiene, ad esempio, se si "spara" un nuleo ontro l'altro on una eloità suffiientemente alta in modo da superare la barriera di potenziale elettrostatia. Questo è il motio per ui la reazione di fusione neessita il raggiungimento di temperature estremamente alte. Infatti, l'energia inetia media dei nulei è proporzionale alla temperatura assoluta. Se la temperatura è suffiientemente eleata, la loro eloità media è suffiientemente alta da permettere loro di superare la barriera di energia potenziale douta alla forza repulsia di origine elettrostatia e la reazione di fusione dienta possibile. Per realizzare la fusione nuleare per appliazioni iili si dorebbe prendere una erta quantità di deuterio e trizio e portarli a temperature eleatissime onfrontabili on quelle he engono raggiunte nel nuleo entrale del Sole. Ma, a queste temperature, qualunque materiale dienta gassoso e, quindi, si presenta il problema di ontenerlo all'interno di un dato reattore nuleare, portarlo a temperature eleatissime, senza he le pareti del ontenitore entrino in ontatto on esso eaporando immmediatamente. Questo pone, oiamente, grossi problemi tenologii he hanno reso e rendono tuttora molto diffiile la realizzazione di reattori nuleari a fusione anhe se negli ultimi deenni sono stati fatti molti importanti progressi in questo settore. Questo tipo di reattori nuleari presenterebbero enormi antaggi rispetto alle entrali nuleari a fissione. Il primo antaggio è he la materia prima è ostituita dal Deuterio e dal rizio he sono failmente reperibili ( essi sono presenti in piole perentuali nell'aqua), mentre l' Uranio neessario per i reattori a fissione è molto raro e si troa in aree ristrette del pianeta. Il seondo, ma non meno importante, antaggio è he le sorie radiattie he si engono a produrre nella fusione sono deisamente meno periolose di quelle da fissione poihè esse hanno una ita media molto minore. - Fissione nuleare. In questo aso, un dato nuleo si "spezza" in più parti e la somma delle energie a riposo dei ari " pezzi" è minore di quella iniziale del nuleo. Dunque, le partielle he si formano hanno un'energia inetia he può essere sfruttata per la produzione di energia per appliazioni iili o per la ostruzione di bombe atomihe. Questo aiene per aluni nulei pesanti ome l'uranio 35 he si india on 35 U. Questi nulei sono instabili, ioè, tendono a spezzarsi, e engono detti radiattii. Per apire osa oglia dire instabile, onsideriamo, il semplie esempio di due nulei A e B he siano uniti insieme formando in un unio nuleo AB. I due nulei rimarranno sempre attaati se la loro energia di interazione a questa distanza è la minima possibile, ome aenia in h =1 nel aso dell'energia rappresentata in figura 5. Nel aso dei nulei radiattii, inee, la forma qualitatia dell'energia è quella mostrata in figura 6 doe h=d /L rappresenta il rapporto fra la distanza d fra i entri dei due nulei A e B e il alore L di questa distanza quando i nulei si troano uniti a formare il nuleo AB ( h =1 in fig.6) In questo aso la posizione h =1, he orrisponde al aso in ui i nulei formano un unio nuleo AB, è una posizione di minimo relatio per l'energia ma non di minimo assoluto ( l'energia è minima quando A e B si troano a distanza infinita)..7 U (unità arbitrarie) E(AB) 1 3 h 4 5 Figura 6 59

10 Dunque, se il nuleo si spezza in due pezzi A e B he si allontanano suffiientemente ( h >>1), l'energia E(AB) inizialmente presente nel nuleo AB si trasforma in energia inetia delle partielle A e B. Ciò signifia he la massa a riposo del nuleo AB è maggiore di quella dei due nulei A e B separati e he una parte dell'energia immagazinata nella massa a riposo iniziale si è trasformata in energia inetia. Ora, dalla figura 6 si omprende failmente he il proesso di separazione dei nulei A e B non può aenire spontaneamente. Infatti, la posizione h = 1 in figura 6 orrisponde ad un minimo relatio dell'energia e, per poter allontanare i nulei da tale posizione, è neessario he qualuno fornisa dall'esterno l'energia neessaria per superare la barriera di potenziale Ε in figura 6 ( Ε rappresenta la differenza di energia fra i punti di massimo e di minimo relatio in figura 6). Una olta superata la barriera di potenziale, l'energia inizia a deresere all'aumentare della distanza e iò signifia he i due nulei iniziano a respingersi allontanandosi sempre più l'uno dall'altro. Nel aso della fissione dell'uranio 35, l'energia neessaria per innesare la reazione iene fornita da un neutrone he urta l'atomo di Uranio. Dopo l'urto, il nuleo di Uranio si spezza in due nulei più leggeri e in un erto numero di neutroni liberi he, a loro olta, possono urtare on un altro nuleo di Uranio prooando una nuoa fissione e osì ia. Se il numero di nulei presenti è piolo, la probabilità he uno dei neutroni emessi nella reazione di fissione olpisa un altro nuleo è piola e, quindi, le reazioni di fissione sono in numero limitato. All'aumentare della massa dell' uranio 35, aumenta il numero di nulei presenti e, quindi, la probabilità he un neutrone emesso in una reazione di fissione olpisa un altro nuleo prooando una nuoa fissione. Se la massa di Uranio 35 supera un alore ritio M, il numero di neutroni emessi in una fissione he prooano mediamente un'altra fissione dienta superiore ad 1. In tal aso, ogni nuleo he si spezza produe mediamente un'altra reazione nuleare e osì ia ( reazione a atena ) dando luogo ad una enorme quantità di energia prodotta. La ondizione M > M è quella he aratterizza il funzionamento di una bomba nuleare ome quella he enne sganiata sulla ittà di Hiroshima durante la II guerra mondiale. Nel aso, inee, dei reattori nuleari doe si uole produrre energia in modo ontrollato, la massa di Uranio dee essere sempre mantenuta molto prossima ma inferiore al alore ritio. Date le eleatissime energie in gioo nelle reazioni nuleari, l'energia he si riese ad ottenere è estremamente eleata se onfrontata on le energie prodotte nelle ordinarie reazioni himihe. Ad esempio, l'energia prodotta da un grammo di Uranio potrebbe essere ottenuta solamente bruiando dierse tonnellate di petrolio o di arbone ( 1 tonnellata = 1 miliardo di grammi!). Si noti he questa energia rappresenta anora una piola ( pohi millesimi) frazione dell'energia ontenuta inizialmente nella massa a riposo. Dunque, se fosse possibile trasformare interamente l'energia di massa a riposo in altre forme di energia ( termia, elettria...), bruiando un solo grammo di materia si potrebbero ottenere energie omparabili on quelle prodotte da dierse migliaia di tonnellate di petrolio!. 6

LEZIONE II LA RELATIVITA' RISTRETTA DI EINSTEIN

LEZIONE II LA RELATIVITA' RISTRETTA DI EINSTEIN LEZIONE II LA RELATIVITA' RISTRETTA DI EINSTEIN Nel suo famoso artiolo del 905. Einstein propose un punto di ista del tutto rioluzionario. Partendo da un numero estremamente limitato di Postulati egli

Dettagli

+ t v. v 3. x = p + tv, t R. + t. 3 2 e passante per il punto p =

+ t v. v 3. x = p + tv, t R. + t. 3 2 e passante per il punto p = 5. Rette e piani in R 3 ; sfere. In questo paragrafo studiamo le rette, i piani e le sfere in R 3. Ci sono due modi per desrivere piani e rette in R 3 : mediante equazioni artesiane oppure mediante equazioni

Dettagli

Indirizzo : Scientifico Tecnologico. Corso sperimentale Progetto Brocca. Primo Quesito

Indirizzo : Scientifico Tecnologico. Corso sperimentale Progetto Brocca. Primo Quesito Indirizzo : Sientifio Tenologio Primo Quesito Corso sperimentale Progetto Broa Con la storia memoria dal titolo Teoria della legge di distribuzione dell energia dello spettro normale presentata all Aademia

Dettagli

Modelli di base per la politica economica

Modelli di base per la politica economica Modelli di base per la politia eonomia Capitolo Marella Mulino Modelli di base per la politia eonomia Corso di Politia eonomia a.a. 22-23 Modelli di base per la politia eonomia Capitolo Capitolo Modello

Dettagli

simmetria sferica. L intensità (potenza per unità di superficie) a distanza L vale allora I = P / 4π L

simmetria sferica. L intensità (potenza per unità di superficie) a distanza L vale allora I = P / 4π L Fisia Generale Modulo di Fisia II A.A. -5 seritaione OND LTTROMAGNTICH Gb. Si onsideri un onda elettromagnetia piana sinusoidale he si propaga nel vuoto nella direione positiva dell asse x. La lunghea

Dettagli

f Le trasformazioni e il trattamento dell aria

f Le trasformazioni e il trattamento dell aria f Le trasformazioni e il trattamento dell aria 1 Generalità Risolvendo il sistema (1) rispetto ad m a si ottiene: () Pertanto, il punto di misela sul diagramma psirometrio è situato sulla ongiungente dei

Dettagli

Q 1 = +3 10-5 C carica numero 1 Q 2 = +4 10-5 C carica numero 2 forza esercitata tra le cariche distanza tra le cariche, incognita

Q 1 = +3 10-5 C carica numero 1 Q 2 = +4 10-5 C carica numero 2 forza esercitata tra le cariche distanza tra le cariche, incognita Problema n 1 A quale distanza, una dall'altra bisogna porre nel vuoto due cariche (Q 1 =3 10-5 C e Q 2 =4 10-5 C) perché esse esercitino una sull'altra la forza di 200 N? Q 1 = +3 10-5 C carica numero

Dettagli

Da Newton a Planck. La struttura dell atomo. Da Newton a Planck. Da Newton a Planck. Meccanica classica (Newton): insieme

Da Newton a Planck. La struttura dell atomo. Da Newton a Planck. Da Newton a Planck. Meccanica classica (Newton): insieme Da Newton a Planck Meccanica classica (Newton): insieme La struttura dell atomo di leggi che spiegano il mondo fisico fino alla fine del XIX secolo Prof.ssa Silvia Recchia Quantomeccanica (Planck): insieme

Dettagli

LE ONDE. r r. - durante l oscillazione l energia cinetica si trasforma in potenziale e viceversa

LE ONDE. r r. - durante l oscillazione l energia cinetica si trasforma in potenziale e viceversa LE ONDE Generalità sulle onde meccaniche Quando un corpo si muoe, la sua energia meccanica si sposta da un punto all altro dello spazio. Ma l energia meccanica può anche propagarsi senza che i sia spostamento

Dettagli

DIMENSIONAMENTO DELLA STAZIONE DI SOLLEVAMENTO A SERVIZIO DI UN SOTTOPASSO

DIMENSIONAMENTO DELLA STAZIONE DI SOLLEVAMENTO A SERVIZIO DI UN SOTTOPASSO DIMENSIONAMENTO DELLA STAZIONE DI SOLLEVAMENTO A SERVIZIO DI UN SOTTOPASSO Appliazione: Dimensionare l impianto di sollevamento per il sottopasso illustrato alle figure 3.60 e 3.61. Elaborazione delle

Dettagli

MATEMATICA CORSO A COMPITINO DI RECUPERO (Tema 1) 13 Febbraio 2014

MATEMATICA CORSO A COMPITINO DI RECUPERO (Tema 1) 13 Febbraio 2014 MATEMATICA CORSO A COMPITINO DI RECUPERO (Tema 1) 13 Febbraio 2014 Soluzioni 1. In un sahetto i sono 7 palline olorate: 2 rosse, 3 verdi e 2 gialle. Si fanno 4 estrazioni on rimessa. a) Calola la probabilità

Dettagli

MOMENTI E CENTRAGGIO DEL VELIVOLO

MOMENTI E CENTRAGGIO DEL VELIVOLO x 1 x ISTITUZIONI DI INGEGNERIA AEROSAZIALE OENTI E CENTRAGGIO VELIVOLO OENTI E CENTRAGGIO DEL VELIVOLO er il alolo delle prestazioni in volo orizzontale rettilineo ed uniforme, il velivolo può essere

Dettagli

CONDUTTORI, CAPACITA' E DIELETTRICI

CONDUTTORI, CAPACITA' E DIELETTRICI CONDUTTORI, CAPACITA' E DIELETTRICI Capacità di un conduttore isolato Se trasferiamo una carica elettrica su di un conduttore isolato questa si distribuisce sulla superficie in modo che il conduttore sia

Dettagli

Corso di MISURE E CONTROLLI IDRAULICI STRUMENTI PER LA MISURA DELLE VELOCITÀ CHE SI BASANO SULL EFFETTO DOPPLER

Corso di MISURE E CONTROLLI IDRAULICI STRUMENTI PER LA MISURA DELLE VELOCITÀ CHE SI BASANO SULL EFFETTO DOPPLER Corso di MIUE E CONTOLLI IDAULICI TUMENTI E LA MIUA DELLE VELOCITÀ CHE I BAANO ULL EFFETTO DOLE a ura di Andrea DEFINA Lua CANIELLO EFFETTO DOLE 3 Eetto Doppler L eetto Doppler (J.C.A. Doppler 83-853)

Dettagli

6. Moto in due dimensioni

6. Moto in due dimensioni 6. Moto in due dimensioni 1 Vettori er descriere il moto in un piano, in analogia con quanto abbiamo fatto per il caso del moto in una dimensione, è utile usare una coppia di assi cartesiani, come illustrato

Dettagli

April 11, 2011. Fisica Nucleare. Monica Sambo. Sommario. Introduzione. Radioattivitá. Fisica del nucleo. Bibliografia. Esempio. Raggi emessi Esempio

April 11, 2011. Fisica Nucleare. Monica Sambo. Sommario. Introduzione. Radioattivitá. Fisica del nucleo. Bibliografia. Esempio. Raggi emessi Esempio April 11, 2011 1 2 3 4 Indicando con Z il numero dei protoni (numero atomico dell atomo) e con N il numero dei neutroni si definisce A il numero di massa del : A = Z + N (1) Nei nuclei leggeri si ha la

Dettagli

Onde elettromagnetiche

Onde elettromagnetiche Onde elettromagnetiche Alla metà del XIX secolo Maxwell prevede teoricamente le onde e.m. Sono scoperte sperimentalmente da Hertz Danno la possibilità di comunicare a distanza (radio, televisione, telecomandi

Dettagli

L'impulso di una forza che varia nel tempo

L'impulso di una forza che varia nel tempo Lezione 13 approfondimento pag.1 L'impulso di una forza che varia nel tempo Un riassunto di quel che sappiamo Riprendiamo in esame il solito carrellino che si trova sopra la rotaia a basso attrito. Se

Dettagli

9. Urti e conservazione della quantità di moto.

9. Urti e conservazione della quantità di moto. 9. Urti e conservazione della quantità di moto. 1 Conservazione dell impulso m1 v1 v2 m2 Prima Consideriamo due punti materiali di massa m 1 e m 2 che si muovono in una dimensione. Supponiamo che i due

Dettagli

Fig. 1. ove v è la velocità raggiunta dal punto alla quota h e g è l accelerazione di gravità:

Fig. 1. ove v è la velocità raggiunta dal punto alla quota h e g è l accelerazione di gravità: PECHE, DI DUE CICLISTI CHE PECOONO LA MEDESIMA DISCESA SENZA PEDALAE E CON BICICLETTE UGUALI, E PIU VELOCE QUELLO CHE PESA DI PIU, IN APPAENTE CONTADDIZIONE COL FATTO CHE L ACCELEAZIONE DI GAVITA E UGUALE

Dettagli

CBM a.s. 2012/2013 PROBLEMA DELLE SCORTE

CBM a.s. 2012/2013 PROBLEMA DELLE SCORTE CBM a.s. 212/213 PROBLEMA DELLE SCORTE Chiamiamo SCORTA ogni riserva di materiali presente all interno del sistema produttivo in attesa di essere sottoposto ad un proesso di trasformazione o di distribuzione.

Dettagli

PROVE SU UN TRASFORMATORE TRIFASE

PROVE SU UN TRASFORMATORE TRIFASE LOATOIO DI MACCHINE ELETTICHE POVE SU UN TASFOMATOE TIFASE MISUE DI ESISTENZA DEGLI AVVOLGIMENTI POVE SUL TASFOMATOE TIFASE Contenuti Le prove di laboratorio he verranno prese in esame riguardano: la misura

Dettagli

Sperimentalmente si verifica che per una massa di gas segue alcune leggi valide per tutti i tipi di gas generalmente indicate come:

Sperimentalmente si verifica che per una massa di gas segue alcune leggi valide per tutti i tipi di gas generalmente indicate come: Gas perfetti Fisica Tecnica G. Grazzini Sperimentalmente si erifica che per una massa di gas segue alcune leggi alide per tutti i tipi di gas generalmente indicate come: Legge di Boyle V = cost. Legge

Dettagli

La propagazione delle onde luminose può essere studiata per mezzo delle equazioni di Maxwell. Tuttavia, nella maggior parte dei casi è possibile

La propagazione delle onde luminose può essere studiata per mezzo delle equazioni di Maxwell. Tuttavia, nella maggior parte dei casi è possibile Elementi di ottica L ottica si occupa dello studio dei percorsi dei raggi luminosi e dei fenomeni legati alla propagazione della luce in generale. Lo studio dell ottica nella fisica moderna si basa sul

Dettagli

Energia nelle reazioni chimiche. Lezioni d'autore di Giorgio Benedetti

Energia nelle reazioni chimiche. Lezioni d'autore di Giorgio Benedetti Energia nelle reazioni chimiche Lezioni d'autore di Giorgio Benedetti VIDEO Introduzione (I) L energia chimica è dovuta al particolare arrangiamento degli atomi nei composti chimici e le varie forme di

Dettagli

Spettrofotometria. Le onde luminose consistono in campi magnetici e campi elettrici oscillanti, fra loro perpendicolari.

Spettrofotometria. Le onde luminose consistono in campi magnetici e campi elettrici oscillanti, fra loro perpendicolari. Spettrofotometria. Con questo termine si intende l utilizzo della luce nella misura delle concentrazioni chimiche. Per affrontare questo argomento dovremo conoscere: Natura e proprietà della luce. Cosa

Dettagli

Energia e Lavoro. In pratica, si determina la dipendenza dallo spazio invece che dal tempo

Energia e Lavoro. In pratica, si determina la dipendenza dallo spazio invece che dal tempo Energia e Lavoro Finora abbiamo descritto il moto dei corpi (puntiformi) usando le leggi di Newton, tramite le forze; abbiamo scritto l equazione del moto, determinato spostamento e velocità in funzione

Dettagli

Lunedì 20 dicembre 2010. Docente del corso: prof. V. Maiorino

Lunedì 20 dicembre 2010. Docente del corso: prof. V. Maiorino Lunedì 20 dicembre 2010 Docente del corso: prof. V. Maiorino Se la Terra si spostasse all improvviso su un orbita dieci volte più lontana dal Sole rispetto all attuale, di quanto dovrebbe variare la massa

Dettagli

LE FUNZIONI A DUE VARIABILI

LE FUNZIONI A DUE VARIABILI Capitolo I LE FUNZIONI A DUE VARIABILI In questo primo capitolo introduciamo alcune definizioni di base delle funzioni reali a due variabili reali. Nel seguito R denoterà l insieme dei numeri reali mentre

Dettagli

Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA (classe 09) Insegnamento: n Lezione: Titolo: V M. Fig. 5.1 Schematizzazione di una macchina a fluido

Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA (classe 09) Insegnamento: n Lezione: Titolo: V M. Fig. 5.1 Schematizzazione di una macchina a fluido Corso di Laurea: INGEGNERIA INFORMATICA (lasse 09) Le equazioni del moto dei fluidi L equazione di onservazione dell energia in forma termodinamia V M Ω Ω Fig. 5. Shematizzazione di una mahina a fluido

Dettagli

ALCUNE OSSERVAZIONI SUI TRIANGOLI

ALCUNE OSSERVAZIONI SUI TRIANGOLI LUNE OSSERVZIONI SUI TRINGOLI ataloghiamo i triangoli seondo i lati seondo gli angoli 115 3 67 81 Esiste sempre il triangolo? Selte a aso le misure dei lati, è sempre possibile ostruire il triangolo? Quali

Dettagli

Il fotone. Emanuele Pugliese, Lorenzo Santi URDF Udine

Il fotone. Emanuele Pugliese, Lorenzo Santi URDF Udine Il fotone Emanuele Pugliese, Lorenzo Santi URDF Udine Interpretazione di Einstein dell effetto fotoelettrico Esistono «particelle»* di luce: i fotoni! La luce è composta da quantità indivisibili di energia

Dettagli

TERMODINAMICA E TERMOFLUIDODINAMICA TRASMISSIONE DEL CALORE PER CONVEZIONE

TERMODINAMICA E TERMOFLUIDODINAMICA TRASMISSIONE DEL CALORE PER CONVEZIONE TERMODINAMICA E TERMOFUIDODINAMICA TRASMISSIONE DE CAORE PER CONVEZIONE h C T Q ( T ) m ( ) ρ = V T V ost T = A T S Trasmissione del alore per onvezione Indie 1. a onvezione termia forzata e naturale 2.

Dettagli

= M di 1 dt = MI 0ω cos( ωt)

= M di 1 dt = MI 0ω cos( ωt) del ompito di isia 17 febbraio 1 (Pordenone) Elettrodinamia Due bobine sono disposte una di fronte all altra. La loro induttanza mutua è M. 1 - H. L intensità di orrente nella bobina 1 osilla sinusoidalmente

Dettagli

13. Campi vettoriali

13. Campi vettoriali 13. Campi vettoriali 1 Il campo di velocità di un fluido Il concetto di campo in fisica non è limitato ai fenomeni elettrici. In generale il valore di una grandezza fisica assegnato per ogni punto dello

Dettagli

GLI STATI DI AGGREGAZIONE DELLA MATERIA. Lo stato gassoso

GLI STATI DI AGGREGAZIONE DELLA MATERIA. Lo stato gassoso GLI STATI DI AGGREGAZIONE DELLA MATERIA Lo stato gassoso Classificazione della materia MATERIA Composizione Struttura Proprietà Trasformazioni 3 STATI DI AGGREGAZIONE SOLIDO (volume e forma propri) LIQUIDO

Dettagli

1. Elementi di Calcolo Combinatorio.

1. Elementi di Calcolo Combinatorio. . Elementi di Calolo Combinatorio. Prinipio Base del Conteggio Supponiamo he si devono ompiere due esperimenti. Se l esperimento uno può assumere n risultati possibili, e per ognuno di questi i sono n

Dettagli

TX Figura 1: collegamento tra due antenne nello spazio libero.

TX Figura 1: collegamento tra due antenne nello spazio libero. Collegamenti Supponiamo di avere due antenne, una trasmittente X e una ricevente X e consideriamo il collegamento tra queste due antenne distanti X X Figura : collegamento tra due antenne nello spazio

Dettagli

Il corpo nero e la temperatura dei corpi celesti di Daniele Gasparri

Il corpo nero e la temperatura dei corpi celesti di Daniele Gasparri Il orpo nero e la temperatura dei orpi elesti di Daniele Gasparri Gli sienziati del diiannovesimo seolo, attraverso degli esperimenti, soprirono una osa estremamente interessante: prendendo un orpo qualsiasi

Dettagli

Gas perfetti e sue variabili

Gas perfetti e sue variabili Gas perfetti e sue variabili Un gas è detto perfetto quando: 1. è lontano dal punto di condensazione, e quindi è molto rarefatto 2. su di esso non agiscono forze esterne 3. gli urti tra le molecole del

Dettagli

Grandezze scalari e vettoriali

Grandezze scalari e vettoriali Grandezze scalari e vettoriali Esempio vettore spostamento: Esistono due tipi di grandezze fisiche. a) Grandezze scalari specificate da un valore numerico (positivo negativo o nullo) e (nel caso di grandezze

Dettagli

MODELLI ATOMICI. Modello Atomico di Dalton

MODELLI ATOMICI. Modello Atomico di Dalton MODELLI ATOMICI Gli atomi sono i piccoli mattoni che compongono la materia. Circa 2500 anni fa, il filosofo DEMOCRITO credeva che tutta la materia fosse costituita da piccole particelle che chiamò atomi.

Dettagli

Elettrostatica dei mezzi materiali

Elettrostatica dei mezzi materiali Elettrostatica dei mezzi materiali Nel caso dei conduttori si è visto che: Il campo elettrico farà muovere le cariche all interno del conduttore in modo tale che: Tutte le cariche sono sulla superficie

Dettagli

L elettromagnetismo nella ricerca per l energia da fusione nucleare di plasma d idrogeno. R Cesario

L elettromagnetismo nella ricerca per l energia da fusione nucleare di plasma d idrogeno. R Cesario L elettromagnetismo nella ricerca per l energia da fusione nucleare di plasma d idrogeno R Cesario R Cesario I primi tesisti di Roma Tre a Frascati (2005-2006) Sommario del corso integrativo di Progetto

Dettagli

Cap 3.1- Prima legge della DINAMICA o di Newton

Cap 3.1- Prima legge della DINAMICA o di Newton Parte I Cap 3.1- Prima legge della DINAMICA o di Newton Cap 3.1- Prima legge della DINAMICA o di Newton 3.1-3.2-3.3 forze e principio d inerzia Abbiamo finora studiato come un corpo cambia traiettoria

Dettagli

GIROSCOPIO. Scopo dell esperienza: Teoria fisica. Verificare la relazione: ω p = bmg/iω

GIROSCOPIO. Scopo dell esperienza: Teoria fisica. Verificare la relazione: ω p = bmg/iω GIROSCOPIO Scopo dell esperienza: Verificare la relazione: ω p = bmg/iω dove ω p è la velocità angolare di precessione, ω è la velocità angolare di rotazione, I il momento principale d inerzia assiale,

Dettagli

1. LE GRANDEZZE FISICHE

1. LE GRANDEZZE FISICHE 1. LE GRANDEZZE FISICHE La fisica (dal greco physis, natura ) è una scienza che ha come scopo guardare, descrivere e tentare di comprendere il mondo che ci circonda. La fisica si propone di descrivere

Dettagli

Esempio Esame di Fisica Generale I C.d.L. ed.u. Informatica

Esempio Esame di Fisica Generale I C.d.L. ed.u. Informatica Esempio Esame di Fisica Generale I C.d.L. ed.u. Informatica Nome: N.M.: 1. 1d (giorno) contiene all incirca (a) 8640 s; (b) 9 10 4 s; (c) 86 10 2 s; (d) 1.44 10 3 s; (e) nessuno di questi valori. 2. Sono

Dettagli

Simulazione test di ingresso Ingegneria Industriale Viterbo. Quesiti di Logica, Chimica e Fisica. Logica

Simulazione test di ingresso Ingegneria Industriale Viterbo. Quesiti di Logica, Chimica e Fisica. Logica Simulazione test di ingresso Ingegneria Industriale Viterbo Quesiti di Logica, Chimica e Fisica Logica L1 - Come si conclude questa serie di numeri? 9, 16, 25, 36,... A) 47 B) 49 C) 48 D) 45 L2 - Quale

Dettagli

LA CORRENTE ELETTRICA Prof. Erasmo Modica erasmo@galois.it

LA CORRENTE ELETTRICA Prof. Erasmo Modica erasmo@galois.it LA CORRENTE ELETTRICA Prof. Erasmo Modica erasmo@galois.it L INTENSITÀ DELLA CORRENTE ELETTRICA Consideriamo una lampadina inserita in un circuito elettrico costituito da fili metallici ed un interruttore.

Dettagli

Michele D'Amico (premiere) 6 May 2012

Michele D'Amico (premiere) 6 May 2012 Michele D'Amico (premiere) CORRENTE ELETTRICA 6 May 2012 Introduzione La corrente elettrica può essere definita come il movimento ordinato di cariche elettriche, dove per convenzione si stabilisce la direzione

Dettagli

19 Il campo elettrico - 3. Le linee del campo elettrico

19 Il campo elettrico - 3. Le linee del campo elettrico Moto di una carica in un campo elettrico uniforme Il moto di una particella carica in un campo elettrico è in generale molto complesso; il problema risulta più semplice se il campo elettrico è uniforme,

Dettagli

Elettricità e magnetismo

Elettricità e magnetismo E1 Cos'è l'elettricità La carica elettrica è una proprietà delle particelle elementari (protoni e elettroni) che formano l'atomo. I protoni hanno carica elettrica positiva. Gli elettroni hanno carica elettrica

Dettagli

Indice. 1 La disoccupazione ---------------------------------------------------------------------------------------- 3. 2 di 6

Indice. 1 La disoccupazione ---------------------------------------------------------------------------------------- 3. 2 di 6 INEGNAMENO DI EONOMIA OLIIA LEZIONE VIII IL EORE DELL OUAZIONE ROF. ALDO VAOLA Economia olitica Indice 1 La disoccupazione ----------------------------------------------------------------------------------------

Dettagli

Insegnare relatività. nel XXI secolo

Insegnare relatività. nel XXI secolo Insegnare relatività nel XXI secolo L ' i n e r z i a d e l l ' e n e r g i a L'inerzia dell'energia Questa è la denominazione più corretta, al posto della consueta equivalenza massa energia. Einstein

Dettagli

Capitolo 7 Le particelle dell atomo

Capitolo 7 Le particelle dell atomo Capitolo 7 Le particelle dell atomo 1. La natura elettrica della materia 2. La scoperta delle proprietà elettriche 3. Le particelle fondamentali dell atomo 4. La scoperta dell elettrone 5. L esperimento

Dettagli

Parte 1 - La questione energetica. Parte 2 - L energia nucleare come fonte energetica: fissione e fusione

Parte 1 - La questione energetica. Parte 2 - L energia nucleare come fonte energetica: fissione e fusione Parte 1 - La questione energetica Parte 2 - L energia nucleare come fonte energetica: fissione e fusione Gilio Cambi INFN Bologna & Dipartimento di Fisica ed Astronomia Università di Bologna Pesaro, 22

Dettagli

FUNZIONE REALE DI UNA VARIABILE

FUNZIONE REALE DI UNA VARIABILE FUNZIONE REALE DI UNA VARIABILE Funzione: legge che ad ogni elemento di un insieme D (Dominio) tale che D R, fa corrispondere un elemento y R ( R = Codominio ). f : D R : f () = y ; La funzione f(): A

Dettagli

Fisica II - CdL Chimica. La natura della luce Ottica geometrica Velocità della luce Dispersione Fibre ottiche

Fisica II - CdL Chimica. La natura della luce Ottica geometrica Velocità della luce Dispersione Fibre ottiche La natura della luce Ottica geometrica Velocità della luce Dispersione Fibre ottiche La natura della luce Teoria corpuscolare (Newton) Teoria ondulatoria: proposta già al tempo di Newton, ma scartata perchè

Dettagli

1-LA FISICA DEI CAMPI ELETTRICI E MAGNETICI.

1-LA FISICA DEI CAMPI ELETTRICI E MAGNETICI. 1-LA FISICA DEI CAMPI ELETTRICI E MAGNETICI. Tutti i fenomeni elettrici e magnetici hanno origine da cariche elettriche. Per comprendere a fondo la definizione di carica elettrica occorre risalire alla

Dettagli

Simulazione test di ingresso Ingegneria Industriale Viterbo. Quesiti di Logica, Chimica e Fisica. Logica

Simulazione test di ingresso Ingegneria Industriale Viterbo. Quesiti di Logica, Chimica e Fisica. Logica Simulazione test di ingresso Ingegneria Industriale Viterbo Quesiti di Logica, Chimica e Fisica Logica L1 - Come continua questa serie di numeri? 1-4 - 10-22 - 46-94 -... A) 188 B) 190 C) 200 D) 47 L2

Dettagli

Il concetto di valore medio in generale

Il concetto di valore medio in generale Il concetto di valore medio in generale Nella statistica descrittiva si distinguono solitamente due tipi di medie: - le medie analitiche, che soddisfano ad una condizione di invarianza e si calcolano tenendo

Dettagli

MASSA VOLUMICA o DENSITA

MASSA VOLUMICA o DENSITA MASSA VOLUMICA o DENSITA Massa volumica di una sostanza: è la massa di sostanza, espressa in kg, che occupa un volume pari a 1 m 3 1 m 3 di aria ha la massa di 1,2 kg 1 m 3 di acqua ha la massa di 1000

Dettagli

a t Esercizio (tratto dal problema 5.10 del Mazzoldi)

a t Esercizio (tratto dal problema 5.10 del Mazzoldi) 1 Esercizio (tratto dal problema 5.10 del Mazzoldi) Una guida semicircolare liscia verticale di raggio = 40 cm è vincolata ad una piattaforma orizzontale che si muove con accelerazione costante a t = 2

Dettagli

Misure finanziarie del rendimento: il Van

Misure finanziarie del rendimento: il Van Misure finanziarie del rendimento: il Van 12.XI.2014 Il valore attuale netto Il valore attuale netto di un progetto si calcola l per mezzo di un modello finanziario basato su stime circa i ricavi i costi

Dettagli

Einstein ci dice che la luce è costituita da unità elementari chiamate fotoni. Cosa sono questi fotoni?

Einstein ci dice che la luce è costituita da unità elementari chiamate fotoni. Cosa sono questi fotoni? La natura della luce Einstein ci dice che la luce è costituita da unità elementari chiamate fotoni. Cosa sono questi fotoni? Se si potesse fotografare un fotone in un certo istante vedremmo una deformazione

Dettagli

13 La temperatura - 8. Il gas perfetto

13 La temperatura - 8. Il gas perfetto La mole e l equazione del gas perfetto Tutto ciò che vediamo intorno a noi è composto di piccolissimi grani, che chiamiamo «molecole». Per esempio, il ghiaccio, l acqua liquida e il vapore acqueo sono

Dettagli

Modulo di Meccanica e Termodinamica

Modulo di Meccanica e Termodinamica Modulo di Meccanica e Termodinamica 1) Misure e unita di misura 2) Cinematica: + Moto Rettilineo + Moto Uniformemente Accelerato [+ Vettori e Calcolo Vettoriale] + Moti Relativi 3) Dinamica: + Forza e

Dettagli

Il potenziale a distanza r da una carica puntiforme è dato da V = kq/r, quindi è sufficiente calcolare V sx dovuto alla carica a sinistra:

Il potenziale a distanza r da una carica puntiforme è dato da V = kq/r, quindi è sufficiente calcolare V sx dovuto alla carica a sinistra: 1. Esercizio Calcolare il potenziale elettrico nel punto A sull asse di simmetria della distribuzione di cariche in figura. Quanto lavoro bisogna spendere per portare una carica da 2 µc dall infinito al

Dettagli

LA MOLE : UN UNITA DI MISURA FONDAMENTALE PER LA CHIMICA

LA MOLE : UN UNITA DI MISURA FONDAMENTALE PER LA CHIMICA LA MOLE : UN UNITA DI MISURA FONDAMENTALE PER LA CHIMICA Poiché è impossibile contare o pesare gli atomi o le molecole che formano una qualsiasi sostanza chimica, si ricorre alla grandezza detta quantità

Dettagli

Il moto parabolico con lancio obliquo. senα. 0x 2. 2v 2 0x

Il moto parabolico con lancio obliquo. senα. 0x 2. 2v 2 0x 1 Il moto parabolico con lancio obliquo Fiura 1 Un proiettile è lanciato con elocità _ 0 a un anolo di lancio con l orizzontale. Un proiettile, schematizzato con un punto materiale, iene lanciato con elocità

Dettagli

LA CORRENTE ELETTRICA CONTINUA

LA CORRENTE ELETTRICA CONTINUA LA CORRENTE ELETTRICA CONTINUA (Fenomeno, indipendente dal tempo, che si osserva nei corpi conduttori quando le cariche elettriche fluiscono in essi.) Un conduttore metallico è in equilibrio elettrostatico

Dettagli

Preparazione alle gare di II livello delle Olimpiadi della Fisica 2013

Preparazione alle gare di II livello delle Olimpiadi della Fisica 2013 Preparazione alle gare di II livello delle Olimpiadi della Fisica 01 Incontro su temi di termodinamica 14/1/01 Giuseppina Rinaudo - Dipartimento di Fisica dell Università di Torino Sommario dei quesiti

Dettagli

Nascita e morte delle stelle

Nascita e morte delle stelle Nascita e morte delle stelle Se la materia che componeva l universo primordiale fosse stata tutta perfettamente omogenea e diffusa in modo uguale, non esisterebbero né stelle né pianeti. C erano invece

Dettagli

ESAME DI STATO DI LICEO SCIENTIFICO CORSO SPERIMENTALE P.N.I. 2004

ESAME DI STATO DI LICEO SCIENTIFICO CORSO SPERIMENTALE P.N.I. 2004 ESAME DI STAT DI LICE SCIENTIFIC CRS SPERIMENTALE P.N.I. 004 Il candidato risolva uno dei due problemi e 5 dei 0 quesiti in cui si articola il questionario. PRBLEMA Sia la curva d equazione: ke ove k e

Dettagli

Come visto precedentemente l equazione integro differenziale rappresentativa dell equilibrio elettrico di un circuito RLC è la seguente: 1 = (1)

Come visto precedentemente l equazione integro differenziale rappresentativa dell equilibrio elettrico di un circuito RLC è la seguente: 1 = (1) Transitori Analisi nel dominio del tempo Ricordiamo che si definisce transitorio il periodo di tempo che intercorre nel passaggio, di un sistema, da uno stato energetico ad un altro, non è comunque sempre

Dettagli

LA FORZA. Il movimento: dal come al perché

LA FORZA. Il movimento: dal come al perché LA FORZA Concetto di forza Principi della Dinamica: 1) Principio d inerzia 2) F=ma 3) Principio di azione e reazione Forza gravitazionale e forza peso Accelerazione di gravità Massa, peso, densità pag.1

Dettagli

Figura 2.1. A sottoinsieme di B

Figura 2.1. A sottoinsieme di B G Sammito, ernardo, Formulario di matematia Insiemi F Cimolin, L arletta, L Lussardi Insiemi Generalità Un insieme è una ollezione distinguibile di oggetti, detti elementi dell'insieme Quando un elemento

Dettagli

STUDIO DI UNA FUNZIONE

STUDIO DI UNA FUNZIONE STUDIO DI UNA FUNZIONE OBIETTIVO: Data l equazione Y = f(x) di una funzione a variabili reali (X R e Y R), studiare l andamento del suo grafico. PROCEDIMENTO 1. STUDIO DEL DOMINIO (CAMPO DI ESISTENZA)

Dettagli

FISICA-TECNICA Diagrammi psicrometrico

FISICA-TECNICA Diagrammi psicrometrico Diagramma psicrometrici FISICA-ECNICA Diagrammi psicrometrico Katia Gallucci Si dice diagramma psicrometrico la rappresentazione grafica della proprietà termodinamiche dell aria umida. Su tali diagrammi

Dettagli

LA TRASMISSIONE DELLE INFORMAZIONI QUARTA PARTE 1

LA TRASMISSIONE DELLE INFORMAZIONI QUARTA PARTE 1 LA TRASMISSIONE DELLE INFORMAZIONI QUARTA PARTE 1 I CODICI 1 IL CODICE BCD 1 Somma in BCD 2 Sottrazione BCD 5 IL CODICE ECCESSO 3 20 La trasmissione delle informazioni Quarta Parte I codici Il codice BCD

Dettagli

Termodinamica: legge zero e temperatura

Termodinamica: legge zero e temperatura Termodinamica: legge zero e temperatura Affrontiamo ora lo studio della termodinamica che prende in esame l analisi dell energia termica dei sistemi e di come tale energia possa essere scambiata, assorbita

Dettagli

Misure finanziarie del rendimento: il Van

Misure finanziarie del rendimento: il Van Misure finanziarie del rendimento: il Van 6.XI.2013 Il valore attuale netto Il valore attuale netto di un progetto si calcola per mezzo di un modello finanziario basato su stime circa i ricavi i costi

Dettagli

Correnti e circuiti a corrente continua. La corrente elettrica

Correnti e circuiti a corrente continua. La corrente elettrica Correnti e circuiti a corrente continua La corrente elettrica Corrente elettrica: carica che fluisce attraverso la sezione di un conduttore in una unità di tempo Q t Q lim t 0 t ntensità di corrente media

Dettagli

ELEMENTI DI DI OTTICA E FISICA NUCLEARE INSEGNAMENTO COMPLEMENTARE (9 CFU) PER:

ELEMENTI DI DI OTTICA E FISICA NUCLEARE INSEGNAMENTO COMPLEMENTARE (9 CFU) PER: ELEMENTI DI DI OTTICA E FISICA NUCLEARE INSEGNAMENTO COMPLEMENTARE (9 CFU) PER: CORSO DI LAUREA TRIENNALE IN SCIENZE E TECNOLOGIE PER LO STUDIO E LA CONSERVAZIONE DEI BENI CULTURALI E DEI SUPPORTI DELLA

Dettagli

RIASSUNTO DI FISICA 3 a LICEO

RIASSUNTO DI FISICA 3 a LICEO RIASSUNTO DI FISICA 3 a LICEO ELETTROLOGIA 1) CONCETTI FONDAMENTALI Cariche elettriche: cariche elettriche dello stesso segno si respingono e cariche elettriche di segno opposto si attraggono. Conduttore:

Dettagli

REAZIONI ORGANICHE Variazioni di energia e velocità di reazione

REAZIONI ORGANICHE Variazioni di energia e velocità di reazione REAZIONI ORGANICHE Variazioni di energia e velocità di reazione Abbiamo visto che i composti organici e le loro reazioni possono essere suddivisi in categorie omogenee. Per ottenere la massima razionalizzazione

Dettagli

Queste note non vogliono essere esaustive, ma solo servire come linee guida per le lezioni

Queste note non vogliono essere esaustive, ma solo servire come linee guida per le lezioni Alessandro Farini: note per le lezioni di ottica del sistema visivo Queste note non vogliono essere esaustive, ma solo servire come linee guida per le lezioni 1 Lo spettro elettromagnetico La radiazione

Dettagli

Vademecum studio funzione

Vademecum studio funzione Vademecum studio funzione Campo di Esistenza di una funzione o dominio: Studiare una funzione significa determinare gli elementi caratteristici che ci permettono di disegnarne il grafico, a partire dalla

Dettagli

Forza. Forza. Esempi di forze. Caratteristiche della forza. Forze fondamentali CONCETTO DI FORZA E EQUILIBRIO, PRINCIPI DELLA DINAMICA

Forza. Forza. Esempi di forze. Caratteristiche della forza. Forze fondamentali CONCETTO DI FORZA E EQUILIBRIO, PRINCIPI DELLA DINAMICA Forza CONCETTO DI FORZA E EQUILIBRIO, PRINCIPI DELLA DINAMICA Cos è una forza? la forza è una grandezza che agisce su un corpo cambiando la sua velocità e provocando una deformazione sul corpo 2 Esempi

Dettagli

LE COSTANTI E LE LEGGI FISICHE DIPENDONO DAL TEMPO

LE COSTANTI E LE LEGGI FISICHE DIPENDONO DAL TEMPO Pagina 1 di 8 LE COSTANTI E LE LEGGI FISICHE DIPENDONO DAL TEMPO Ing. Pier Franz Roggero, Dott. Michele Nardelli, P.A. Francesco Di Noto Abstract: This paper explains that all physical constants and consequently

Dettagli

L elettrodinamica dei corpi in movimento 1 A. Einstein

L elettrodinamica dei corpi in movimento 1 A. Einstein L elettrodinamica dei corpi in moimento A Einstein È noto che l elettrodinamica di Maxwell - come la si interpreta attualmente - nella sua applicazione ai corpi in moimento porta a delle asimmetrie che

Dettagli

Energia potenziale elettrica

Energia potenziale elettrica Energia potenziale elettrica La dipendenza dalle coordinate spaziali della forza elettrica è analoga a quella gravitazionale Il lavoro per andare da un punto all'altro è indipendente dal percorso fatto

Dettagli

Per dare una risposta al quesito che abbiamo posto, consideriamo il sistema schematizzato in figura.

Per dare una risposta al quesito che abbiamo posto, consideriamo il sistema schematizzato in figura. Verifica dei postulati di Einstein sulla velocità della luce, osservazioni sull esperimento di Michelson e Morley Abbiamo visto che la necessità di introdurre un mezzo come l etere nasceva dalle evidenze

Dettagli

Termologia. Introduzione Scale Termometriche Espansione termica Capacità termica e calori specifici Cambiamenti di fase e calori latenti

Termologia. Introduzione Scale Termometriche Espansione termica Capacità termica e calori specifici Cambiamenti di fase e calori latenti Termologia Introduzione Scale Termometriche Espansione termica Capacità termica e calori specifici Cambiamenti di fase e calori latenti Trasmissione del calore Legge di Wien Legge di Stefan-Boltzmann Gas

Dettagli

Per studio di funzione intendiamo un insieme di procedure che hanno lo scopo di analizzare le proprietà di una funzione f ( x) R R

Per studio di funzione intendiamo un insieme di procedure che hanno lo scopo di analizzare le proprietà di una funzione f ( x) R R Studio di funzione Per studio di funzione intendiamo un insieme di procedure che hanno lo scopo di analizzare le proprietà di una funzione f ( x) R R : allo scopo di determinarne le caratteristiche principali.

Dettagli

f(x) = 1 x. Il dominio di questa funzione è il sottoinsieme proprio di R dato da

f(x) = 1 x. Il dominio di questa funzione è il sottoinsieme proprio di R dato da Data una funzione reale f di variabile reale x, definita su un sottoinsieme proprio D f di R (con questo voglio dire che il dominio di f è un sottoinsieme di R che non coincide con tutto R), ci si chiede

Dettagli

Determinazione della composizione elementare dello ione molecolare. Metodo dell abbondanza isotopica. Misure di massa esatta

Determinazione della composizione elementare dello ione molecolare. Metodo dell abbondanza isotopica. Misure di massa esatta Determinazione della composizione elementare dello ione molecolare Metodo dell abbondanza isotopica Misure di massa esatta PREMESSA: ISOTOPI PICCHI ISOTOPICI Il picco dello ione molecolare è spesso accompagnato

Dettagli

Soluzione degli esercizi sul moto rettilineo uniformemente accelerato

Soluzione degli esercizi sul moto rettilineo uniformemente accelerato Liceo Carducci Volterra - Classe 3 a B Scientifico - Francesco Daddi - 8 novembre 00 Soluzione degli esercizi sul moto rettilineo uniformemente accelerato Esercizio. Un corpo parte da fermo con accelerazione

Dettagli