LEADERSHIP D ECCELLENZA

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1 LEADERSHIP D ECCELLENZA Contributo a Cura del team di Consulenti specializzati sam Ogni individuo e ogni tipo di organizzazione dovrebbe (deve) prefiggersi di raggiungere l eccellenza, frutto di tante componenti e contributi, ciascuno dei quali può essere continuamente approfondito e migliorato. La leadership d eccellenza ha per l appunto il compito di favorire e realizzare questa aspirazione attraverso una guida essenziale, provocatoria e ricca di idee per re-inventare l'azienda e il modo di lavorare, in funzione dei continui cambiamenti nel mondo esterno. in realtà, la maggior parte dei modelli di leadership che incontriamo quotidianamente (nel lavoro, nella scuola, nella politica ma spesso anche in famiglia e nello sport) sono purtroppo dei modelli di leadership fondati sulla pretesa, su controllo e diffidenza, spesso sulla manipolazione. nel suo libro Tanti boss pochi leader (rizzoli etas 2011 ristampa 2014), Rajeev Peshawaria (v/ pagina 4) afferma che la leadership non può essere imparata in aula né acquisita automaticamente accettando un titolo altisonante o una posizione di autorità. Ha bisogno invece di essere scoperta, senza scorciatoie. Quale potrebbe essere, quindi, un metro di giudizio per capire se chi ci dà degli ordini nella nostra quotidianità è veramente un leader o solo un capo? o magari se il vero leader è una persona che nemmeno si sogna di darci degli ordini? la sensazione che ci deriva dal nostro lavoro consulenziale è che ci sia un grosso equivoco per quanto concerne il concetto di leadership. Molti credono infatti che la leadership vada assimilata al concetto di comando, cioè che chiunque si trovi nella posizione di dare ordini sia un leader. Non è così, anche se molti lo pensano, soprattutto quelli che si trovano a comandare senza essere leader. la leadership è, al contrario, ciò che troppo spesso manca ai capi. La leadership, quella vera, va associata non al concetto di comando ma a quello di constatazione. Il vero leader è colui che "viene constatato" come tale. a valle di un processo costante e continuo di relazione con coloro che ricercano, appunto, il proprio leader. Diceva Napoleone La più alta forma di autorità è l esempio e Albert Schweitzer, medico e missionario, affermava: L esempio è leadership. e proprio qui sta il punto: il leader si riconosce dall esempio quotidiano che offre. Gandhi ad esempio era un leader più che un capo, e se veniva vissuto anche come un capo ciò accadeva grazie alla sua grandissima leadership, non il contrario. se pensiamo invece ai cosiddetti leader politici accade raramente che essi siano veramente tali. eugenio scalfari nel suo articolo su repubblica del 22 dicembre intitolato Un dittatore è una sciagura, un vero leader è una fortuna - rende molto bene l idea di cosa si intenda per leadership nel terreno minato della politica. scalfari infatti scrive: Il leader non è un dittatore. È un uomo intelligente e carismatico, certamente ambizioso, attorniato da uno stuolo di collaboratori che non sono cortigiani né "clientes" o lobbisti; ma il quadro dirigente con una sua visione del bene comune che si misura ogni giorno con il leader. 1

2 Quello che meritatamente consideriamo leader è dunque una guida che conduce alla realizzazione della visione ed è più un maestro che un capo. Raramente le due cose coincidono: quando accade è una preziosa, e spesso breve, concomitanza. non basta avere popolarità per essere veramente dei leader: può talvolta bastare per essere capi, ma la popolarità tramonta, tanto più nell era dei social media. Lo stesso Papa francesco, uno che come leadership non scherza, all Angelus del 17 novembre 2013, ha affermato: Non lasciatevi ingannare dai leader di questo mondo, dai "santoni" e da chi vuole attirare a sé le menti e i cuori, specialmente dei giovani. Vi è infine da sottolineare che non sempre un leader può o sa o vuole esserlo in tutte le circostanze. Ci sono situazioni in cui si può essere leader, altre in cui si è per necessità dei follower. Gandhi, per esempio, non avrebbe mai voluto o saputo essere un leader militare. E Pelè, grande leader calcistico, non avrebbe saputo (forse voluto sì) essere un leader politico. possiamo quindi parlare di leadership situazionale, estendendo il concetto introdotto da Hersey e Blanchard alla fine degli anni settanta (v/pagina 3). in conclusione, il leader d eccellenza non solo è quello che sa indicare gli obiettivi che contano e la strada per raggiungerli, ma è soprattutto colui che guida il cammino più con l esempio che con i comandi, senza avere la necessità di alzare la voce (al contrario dell atteggiamento di molti capi che comandano). Per poter condurre gli altri lungo il cammino dell eccellenza, il leader d eccellenza deve però in primis saper condurre se stesso e rivelare quindi questa sua capacità attraverso l esempio positivo, in modo che la sua leadership venga constatata. È proprio questa coerenza tra il sapere, il saper fare e il saper essere che proietta fascino sulla persona, al punto da poter essere considerata leader d eccellenza e quindi stimata e a volte amata. APPROfONDIMENTI ALL ARTICOLO pag.3: Leadership situazionale - Hersey e Blanchard pag.4: Tanti boss pochi leader - Rajeev Peshawaria pag.5: Alla ricerca dell eccellenza comportamentale - Recensione AIDP 2

3 P. Hersey, K. Blanchard Leadership situazionale: come valutare e migliorare le capacità di gestione e degli uomini (Sperling & Kupfer, 1984) Paul Hersey e Kenneth Blanchard hanno elaborato alla fine degli anni settanta la teoria della leadership situazionale. Secondo i due autori non esiste uno stile di leadership valido sempre, in tutte le situazioni, bensì esistono dei modelli che sono validi in una determinata situazione. SAPERE Conoscenze SAPER fare Competenze SAPER ESSERE Valori e comportamenti sapere, saper fare e saper essere, dunque, interagiscono tra di loro, creando e modellando una professionalità che aderisce o può aderire alle situazioni di lavoro. Essere leader d eccellenza significa ispirare e influenzare, avere una visione chiara di dove si vuole andare e saperla trasmettere ai collaboratori. Leadership significa liberare il talento delle persone, condividere con loro i propri obiettivi e renderli stimolanti e appaganti. il leader non deve giudicare, deve essere una persona equilibrata dal punto di vista affettivo, quindi deve avere un rapporto con se stesso generalmente positivo e deve saper accettare i propri limiti. il leader vive buone relazioni interpersonali, ha un ottima capacità di metacomunicare e di decentramento cognitivo ed empatico. accetta le diversità e gli oneri del ruolo, senza l'esigenza di far valere la propria autorità e senza perseguire l'autoaffermazione, impegnandosi a persuadere gli altri solo per conseguire un obiettivo comune. Per quanto riguarda il leader autorevole, egli deve valorizzare la dignità delle persone e farle crescere, mantenendo con i membri del gruppo un clima umano e incitando il gruppo a perseguire obiettivi comuni e condivisi. egli è inoltre in grado di motivare le persone e usa una comunicazione chiara e priva di ambiguità. infatti, chi lavora per un leader autorevole, è consapevole del fatto che il suo contributo è importante e per quale motivo lo è. e si sente libero di cambiare, sperimentare e percorrere nuove strade per conseguire gli obiettivi condivisi. 3

4 Rajeev Peshawaria Tanti boss pochi leader: l arte di diventare un capo eccellente (Rizzoli Etas 2011) Rajeev Peshawaria è Chief Executive Officer dell ICLIf - Leadership and Governance Centre di Kuala Lumpur in Malaysia. l iclif è un associazione no-profit specializzata nella formazione pratica alla leadership e alla governance aziendale, nel coaching e nella consulenza sulle problematiche di leadership. Collabora con imprese, enti senza fini di lucro e agenzie governative in asia, medio oriente e in africa. nel 2010 iclif è stata insignita del titolo di miglior ente di sviluppo della leadership in asia. Prima di assumere la guida di ICLIf, Rajeev Peshawaria ha lavorato per oltre vent anni in grandi e prestigiose aziende negli Stati Uniti, in Europa e in Asia. È stato global chief learning officer in morgan stanley a new York e in Coca-Cola ad atlanta, creando - in entrambe le aziende - l università interna. rajeev peshawaria è stato anche uno dei fondatori di pine street, il celebre programma di sviluppo della leadership di Goldman sachs, e poi responsabile dell unità di consulenza organizzativa leadership advisory services. Nel suo libro Tanti boss pochi leader: L arte di diventare un capo eccellente (Rizzoli Etas) Peshawaria spiega molti concetti della leadership con precisione e semplicità. Fra i tanti schemi presentati, ne sintetizziamo uno (pag.155) dal titolo: CREARE UNA CULTURA DELL ECCELLENZA Definire specificare l identità culturale tramite principi di business o valori. Socializzare socializzare l identità tramite una comunicazione chiara, feedback, coaching e azioni concrete che diano seguito alle parole. Rafforzare allineare all identità culturale i processi principali: performance management. promozione. retribuzione. 4

5 Angelo Mandruzzato Vessillo Valentinis Alla ricerca dell eccellenza comportamentale Il miglioramento delle persone in azienda ha come effetto il miglioramento dei processi da loro gestiti, permettendo di offrire un servizio più efficace ai clienti, di contenere costi e tempistiche e di diventare maggiormente competitivi (dalla prefazione di Alessandro De Martino - AD di Continental Italia). Nel tempo il concetto di eccellenza si è evoluto: si è passati dalla massimizzazione del profitto, alla soddisfazione del cliente, all eccellenza come risultato della interazione proficua, virtuosa, favorevole tra tutti gli interlocutori che hanno interesse nell azienda (clienti, collaboratori, fornitori, azionisti, territorio). Il vero vantaggio competitivo durevole dell azienda è diventato così la capacità di costruire e mantenere relazioni positive e costruttive. Gli autori propongono un percorso verso l eccellenza, intesa come miglioramento continuo degli atteggiamenti mentali (mindset) e dei comportamenti delle persone facenti parte di una organizzazione. Per ottenere un reale valore aggiunto, viene descritto il modello di eccellenza SAM, testato sul campo e applicato in aziende di varie dimensioni, fino a essere brevettato come tecnica per il miglioramento delle prestazioni del personale. In questo modello, applicabile sia all individuo che a un gruppo di persone, il miglioramento è considerato un attività strutturata, sviluppata per obiettivi ben definiti, sistematica e continua, sottoposta a revisione durante la sua realizzazione: un vero e proprio processo delineato per fasi e chiarito nei termini di vincoli, tempi, responsabilità, risorse e indicatori. Arricchito di due casi, uno aziendale e uno riguardante un libero professionista, il testo dimostra operativamente la reale fattibilità di un percorso di miglioramento al fine di realizzare le performance desiderate. Il volume è quindi rivolto a tutte le persone, facenti parte di organizzazioni (piccole, medie, grandi) private o pubbliche e anche ai liberi professionisti e alle aziende individuali. FrancoAngeli Management Le conoscenze per innovare A. MANDRUZZATO, V. VALENTINIS ALLA RICERCA DELL ECCELLENZA COMPORTAMENTALE MANAGEMENT Angelo Mandruzzato Vessillo Valentinis Alla ricerca dell eccellenza comportamentale Un modello per il miglioramento continuo di aziende e professionisti FrancoAngeli 16,00 (V) 5