Economia degli intermediari finanziari 2/ed Capitolo 9 La strategia e l organizzazione delle attività di intermediazione finanziaria Esercizio 1

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1 Capitolo 9 La strategia e l organizzazione delle attività di intermediazione finanziaria Esercizio 1 Volendo rappresentare il settore dei servizi finanziari fate riferimento: a. ai tre tipi di intermediazione (creditizia, mobiliare, assicurativa); b. ai segmenti di domanda; c. ai prodotti e servizi; d. ai segmenti di domanda e ai servizi. Risposta esatta d) Il settore dei servizi finanziari è concettualmente rappresentabile dall insieme delle combinazioni servizi-segmenti di clientela, dove i servizi sono riconducibili ai fabbisogni tipicamente soddisfatti dall intermediazione finanziaria (pagamento, investimento, finanziamento, copertura dai rischi finanziari e puri). Esercizio 2 A quali legami della concorrenza nel settore dei servizi finanziari sono interessati i governi e le autorità? a. ai legami con la stabilità del sistema finanziario; b. ai legami con lo sviluppo e la stabilità del settore, con l accesso ai servizi finanziari; c. ai legami con il profitto delle grandi banche; d. ai legami con l equità sociale. Risposta esatta b) La concorrenza è vista come uno strumento che deve consentire lo sviluppo del settore, attraverso il raggiungimento di adeguati livelli di efficienza, deve garantire comunque la stabilità del sistema finanziario complessivo, e deve favorire l acceso ai servizi finanziari al numero più ampio possibile di persone e imprese. Esercizio 3 Nel settore dei servizi finanziari al dettaglio la condotta concorrenziale è soprattutto: a. centrata sul prezzo; b. basata sulla prossimità al cliente; c. sulla capacità di superare le asimmetrie informative; d. fondata su politiche di differenziazione. Risposta esatta d) La risposta è esatta in quanto la condotta concorrenziale si basa su diverse componenti diverse dal prezzo. Infatti, la differenziazione è basata su elementi intangibili (la reputazione, l immagine dell intermediario o di suoi esponenti) o su elementi tangibili relativi al processo di vendita ed erogazione (la localizzazione degli sportelli; la facile utilizzabilità di altri canali a distanza il telefono cellulare, il personal computer connesso a Internet, ecc.; la disponibilità di promotori finanziari fuori dagli orari di apertura degli sportelli). Esercizio 4 Con riferimento ad un intermediario finanziario, cosa si intende, dal punto di vista organizzativo, con il termine attività? a. Le linee di business in cui è impegnato; b. I servizi che offre; c. Le azioni necessarie per realizzare i servizi.

2 d. L insieme dei processi svolti internamente. Per produrre i servizi di finanziamento occorre svolgere diverse attività che vanno da un momento iniziale (origine), che consiste nella raccolta di informazioni sul soggetto da finanziare e sull oggetto (bene o servizio) da finanziare, ad un momento finale di erogazione del finanziamento stesso. I momenti o fasi di un processo di finanziamento sono attività che possono essere svolte entro i confini di un azienda (ad esempio una banca), oppure in parte all interno e in parte all esterno, ad esempio da aziende appartenenti ad un gruppo bancario oppure da fornitori esterni al gruppo stesso. Nel caso dei finanziamenti, possono essere potenzialmente esternalizzate tutte le attività, dalla raccolta di informazioni iniziali alle fasi di erogazione e di eventuale recupero dei crediti. Nel seguito, con il termine attività faremo riferimento sia ai servizi sia alle azioni necessarie per realizzarli. Esercizio 5 Le soluzioni organizzative adottate dagli intermediari finanziari: a. Sono simili per tipo di attività svolta (intermediazione creditizia, mobiliare, assicurativa). b. Sono diverse, sia nello spazio sia nel tempo. c. Sono quelle che risultano dalle best practice. d. Sono quelle richieste dalle Autorità di Vigilanza. Le soluzioni organizzative sono diverse sia nello spazio, in diversi Paesi nello stesso periodo storico, sia nel tempo. Le soluzioni infatti si adeguano a mutamenti più o meno discontinui che si presentano nella storia dei sistemi economici e finanziari, mutamenti che possono essere di origine normativa, tecnologica, politica, sociale, demografica. Le crisi finanziarie ed economiche accelerano spesso tali mutamenti. Le soluzioni, inoltre, non sono mai neutre rispetto alle esigenze manifestate dai diversi portatori di interesse (azionisti, clientela, fornitori, dipendenti, autorità di vigilanza nazionali ed internazionali, governi nazionali). Questa considerazione vale, in modo accentuato, proprio nei momenti di crisi, durante i quali i diversi portatori auspicano soluzioni che soddisfino i propri obiettivi, spesso non considerando con la dovuta attenzione quelli degli altri soggetti. Un tipico conflitto, al riguardo, può emergere da soluzioni organizzative che privilegiano l efficienza operativa (con il conseguente risparmio di costi), a vantaggio degli azionisti, senza particolari ricadute positive sulla clientela, e quindi a discapito dell efficacia misurata in termini di soddisfazione della clientela stessa. I meccanismi della concorrenza, unitamente alla supervisione delle autorità di vigilanza, dovrebbero favorire la selezione delle soluzioni organizzative più favorevoli per la maggior parte dei portatori di interesse. Si usa il condizionale perché, come dimostrato anche nella recente e tuttora presente crisi finanziaria, la tutela del bene comune (welfare) è un compito assai complesso, e non sempre svolto al meglio né dai meccanismi di mercato né dalle autorità. Esercizio 6 Come definite la catena del valore nel settore dei servizi finanziari? a. L insieme delle attività svolte da un intermediario per soddisfare le esigenze della clientela. b. La produzione di valore per gli azionisti. c. L insieme della catena interna e delle catene esterne del valore (la rete di valore). d. Le relazioni tra società appartenenti ad un gruppo bancario. Esercizio 7 Rispetto alle linee di business, gli intermediari finanziari: a. Seguono strategie simili a quelle dei concorrenti. b. Fanno scelte di portafoglio e scelte specifiche per ogni linea. c. Cercano di comporre le linee in modo innovativo.

3 d. Fanno scelte selettive di posizionamento. Avendo qui adottato la prospettiva strategica ed organizzativa, descriveremo e commenteremo qui alcune possibili scelte strategiche ed organizzative legate alle diverse linee di business, tenendo conto del fatto che la scelta del posizionamento di mercato rispetto alle aree d affari e anche dentro la singola area d affari chiarisce opportunamente che le strategia è anzitutto scelta, cioè ha un carattere intrinseco di selettività,, che è complementare con quello di competitività (si compete selettivamente) (Mottura, 2007, p. 79). Evidenzieremo dunque alcune scelte strategiche ed organizzative, consci del fatto che ogni operatore ha davanti a sé grandi margini di libertà nell effettuare tali scelte in relazione alla propria storia, esperienza, competenza e capacità di analisi (Mottura, 2007, p. 78). Esercizio 8 Le scelte di esternalizzazione degli intermediari: a. Riguardano le attività di supporto. b. Riguardano i sistemi informatici. c. Portano a soluzioni organizzative diverse. d. Perseguono le economie di scala. Le scelte di internalizzazione ed esternalizzazione possono portare verso soluzioni organizzative, per la diversificazione dei servizi offerti, tra loro molto diverse: ad un estremo il gruppo o conglomerato globale, fortemente integrato e che offre servizi col proprio marchio, e dall altro il modello a rete, fortemente basato sull esternalizzazione e sulla c.d. open architecture, che consente ai partecipanti al network di offrire servizi forniti da molteplici operatori. Più spesso le realtà osservabili si situano nel mezzo, dato che le attività necessarie per produrre e distribuire i servizi, anche negli intermediari finanziari, sono in parte interne ed in parte esternalizzate. E comunque una scelta strategica ed organizzativa fondamentale, nel settore in esame come in tutti i settori, decidere quanta e quale esternalizzazione contribuisce a migliorare le performance aziendali e la loro sostenibilità oltre il breve termine. Esercizio 9 Le linee di business retail e commercial banking in Italia a. Sono sempre svolte da banche diverse. b. Possono essere svolte da un unica banca o da banche specializzate. c. Sono svolte sotto lo stesso tetto. d. Sono svolte sempre all interno del medesimo gruppo. Le attività di retail e commercial banking rappresentano ciò che tradizionalmente fanno le banche, nell ambito dell intermediazione creditizia e dei servizi ancillari ad essa ed all intermediazione mobiliare per conto terzi (ad esempio, incasso e pagamento, custodia ed amministrazione titoli), nei confronti della clientela al dettaglio (retail banking) o della clientela corporate (commercial banking). Nella realtà italiana, i servizi compresi nelle due citate linee di business possono essere svolte da un unica banca (eventualmente attraverso proprie divisioni interne specializzate per macrosegmenti di clientela: retail, corporate, private, institutional) o da più banche specializzate operanti nel medesimo guppo. La netta separazione tra le due linee di business risulta quindi difficile, e risente delle soluzioni organizzative adottate e dall orientamento strategico dell intermediario, spesso legato alla dimensione e all asseto proprietario.

4 Esercizio 10 Qual è la forma istituzionale prevalente della diversificazione negli intermediari finanziari? a. Il gruppo bancario. b. La banca univerale. c. La banca mista. d. Il conglomerato finanziario. Nella realtà dei sistemi bancari avanzati la forma di gruppo è quella prevalente: si osservi che, in presenza di gradi crescenti di accentramento, ottenuto attraverso l incorporazione di banche e altri intermediari controllati e l inserimento di funzioni di intermediazione e di supporto nelle divisioni in cui s articola la capogruppo, il gruppo finisce per avvicinarsi molto alla forma della banca universale (Mottura, 2007, p. 218). Esercizio 11 Le scelte organizzative degli intermediari a. Sono influenzate da stimoli esterni, in particolare dalla Banca d Italia. b. Sono sia influenzate da stimoli esterni, sia frutto di disegni imprenditoriali autonomi. c. Sono simili per ogni area d affari. d. Sono suggerite da consulenti esterni. Benché molteplici siano i fattori che, storicamente, hanno favorito in modo ricorrente un certo isomorfismo dei modelli di intermediazione, e quindi dei profili istituzionali di tali scelte e delle collegate scelte organizzative, a nostro avviso la crescita del grado di concorrenzialità del settore dei servizi finanziari, avvenuta con riferimento all Italia soprattutto a partire dagli anno 90 del secolo scorso, richiede agli intermediari di valutare costantemente le scelte strategiche operate, adottando soluzioni organizzative coerenti con i mutamenti ambientali e con le risorse disponibili. Le scelte organizzative, per ogni intermediario, quindi, sono sia influenzate da stimoli esterni, sia sempre più frutto di un disegno imprenditoriale autonomo. Esercizio 12 Quali sono i vantaggi offerti dai promotori finanziari? a. Una seria consulenza indipendente. b. Un servizio 24 ore su 24, 7 giorni su 7. c. Un buon grado di flessibilità nel tempo e nello spazio e una maggiore profondità d offerta nei servizi di investimento. d. Una maggiore professionalità rispetto al personale di sportello. Rispetto allo sportello, le reti di promotori finanziari presentano un buon grado di flessibilità nel tempo e nello spazio e una maggiore profondità d offerta. Per quanto attiene alla flessibilità del canale, il cliente può incontrare il promotore a casa, in ufficio o in qualunque altro luogo preferisca, nei giorni e secondo gli orari che ritiene più consoni. La flessibilità limita il controllo del promotore sul supporto fisico e sull ambiente nel quale si sviluppa l interazione. Sottrae, inoltre, al cliente l effetto rassicurazione che la staticità di solito trasmette. Si è cercato di ovviare a tale inconveniente integrando le reti con sportelli bancari ed equipaggiando il canale di strutture snelle dove i promotori possano incontrare saltuariamente i propri clienti, i cosiddetti uffici di promotori finanziari. La profondità del canale è, invece, dovuta alla specializzazione sui prodotti di risparmio gestito. La specializzazione è sollecitata dalla legge che riserva proprio ai promotori l offerta fuori sede di servizi di investimento.

5 Esercizio 13 Quali sono i vantaggi offerti, in termini di marketing, dalla tecnologia telematica nella distribuzione di servizi finanziari? a. Minori costi per la clientela. b. Maggiore ampiezza d offerta. c. Un servizio 24 ore su 24, 7 giorni su 7. d. Consente di tracciare profili e di ricostruire comportamenti d acquisto. La tecnologia telematica abilita, al contempo, a raccogliere direttamente dai clienti ordini di stipula o di esecuzione di contratti finanziari, informazioni, dati. Consente, inoltre, molto più agevolmente di quanto sia possibile con gli altri canali distributivi, di tracciare profili e di ricostruire comportamenti d acquisto, attraverso l analisi costante di tempi e percorsi di navigazione. A fronte di questi vantaggi sono ancora alti i rischi percepiti di frodi informatiche, che inibiscono l uso del canale. I timori riguardano la sottrazione e l uso indebito di dati sensibili, che l utente può essere chiamato a comunicare all intermediario durante la navigazione.

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