La specializzazione produttiva delle regioni, l effetto della crisi: una rottura?

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1 La specializzazione produttiva delle regioni, l effetto della crisi: una rottura?

2 Il gruppo di lavoro di RegiosS che ha collaborato all organizzazione dell evento e alla redazione del presente rapporto: Coordinatori Cristina Brasili Federica Benni Collaboratori Barbara Barone Eleonora Cipolletta Roberto Fanfani Diego Gandolfo Luciano Gutierrez Gianluca Parodi Tommaso Pirotti Annachiara Saguatti Lucilla Spinelli

3 La specializzazione produttiva delle Regioni, l effetto della crisi: una rottura? Sommario INTRODUZIONE di Cristina Brasili e Federica Benni... 5 IL CICLO ECONOMICO DELLE REGIONI ITALIANE... 7 LA SPECIALIZZAZIONE DELLE REGIONI ITALIANE... 9 LOMBARDIA: indicatore di attività, analisi congiunturale e struttura economica di Annachiara Saguatti TRENTINO-ALTO ADIGE: indicatore di attività, analisi congiunturale e struttura economica di Diego Gandolfo EMILIA-ROMAGNA: indicatore di attività, analisi congiunturale e struttura economica di Cristina Brasili TOSCANA: indicatore di attività, analisi congiunturale e struttura economica di Roberto Fanfani e Gianluca Parodi PUGLIA: indicatore di attività, analisi congiunturale e struttura economica di Eleonora Cipolletta SARDEGNA: indicatore di attività, analisi congiunturale e struttura economica di Luciano Gutierrez APPENDICE A RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI Analisi della specializzazione e dell internazionalizzazione dell industria manifatturiera in Lombardia, Emilia-Romagna e Toscana durante la crisi di Barbara Barone Elaborazione degli indici di attività economica e di specializzazione regionale a cura di Federica Benni e Annachiara Saguatti. 3

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5 Introduzione di Cristina Brasili e Federica Benni La seconda edizione del Workshop sulle economie regionali, vuole sottolineare l importanza del capitale territoriale nella risposta alla rottura di una crisi nata globale e che per questo è in parte de-territorializzata. Gli effetti della crisi, infatti, si ripercuotono in modo profondamente differenziato sui territori regionali, proprio e anche a causa, della diversa struttura e specializzazione produttiva dell economia. Il tentativo, quindi, è quello di evidenziare come le regioni rispondano a uno shock così dirompente partendo dal proprio capitale sociale e umano, dalle proprie risorse, dal proprio know how anche per contenere gli effetti negativi sull occupazione che si stanno evidenziando in modo ritardato e non accennano a ridursi. La crisi finanziaria mondiale iniziata nel 2007 e presto trasmessa a quella che viene definita economia reale, in modo rilevante nella seconda metà del 2008, ha avuto e tutt ora evidenzia forti ripercussioni anche nel nostro Paese. Appare quanto mai urgente un analisi delle cause e delle conseguenze della crisi, nel momento in cui alcuni commentatori affermano che stiamo uscendo da questa fase recessiva dell economia, allo scopo di individuare gli effetti che ha provocato sulle realtà produttive territoriali e di fornire ai policy-maker strumenti di analisi utili per l elaborazione tempestiva di politiche economiche adeguate. Gli indicatori congiunturali di attività economica regionale (si veda Appendice A), elaborati con cadenza mensile e diffusi trimestralmente dall Associazione RegiosS, evidenziano andamenti non omogenei del ciclo economico delle regioni, a tal punto che non è possibile individuare un unico momento in cui esse sono entrate in crisi. Gli indici aggiornati a dicembre 2009 mostrano che tutte le regioni hanno raggiunto e superato il punto di minimo (anche se non tutte contemporaneamente nello stesso mese) e avviato un percorso di recupero, ma soltanto una minoranza delle regioni presenta valori prossimi allo zero o positivi. Partendo da questi risultati si è ipotizzato che le differenze nell andamento del ciclo regionale siano da imputare alle diversità strutturali della specializzazione produttiva. Al fine di descriverle, è stata condotta un analisi strutturale attraverso l elaborazione di indici di specializzazione per otto tra i più importanti settori di attività economica (si veda Appendice A). La costruzione degli indici è stata condotta utilizzando i dati dei conti economici regionali dell ISTAT disponibili fino al 2007, pertanto è stato possibile individuare la struttura produttiva storica delle regioni nel periodo pre-crisi. I dati hanno confermato le note differenze esistenti a livello territoriale e di conseguenza lo studio si è focalizzato su un insieme di regioni rappresentativo delle differenze in termini di localizzazione geografica e di settori di specializzazione produttiva: Lombardia per il Nord-Ovest, Trentino-Alto Adige ed Emilia-Romagna per il Nord-Est, Toscana per il Centro, Puglia per il Sud e Sardegna per le Isole. Per queste realtà regionali e per analizzare se la crisi ha provocato una rottura nella struttura economica è stata condotta un analisi di tipo congiunturale (con dati aggiornati per la maggior parte delle variabili a fine 2009) sui primi tre settori di specializzazione produttiva. I risultati emersi confermano la natura della crisi principalmente legata al settore manifatturiero che ha, quindi, colpito in maniera rilevante l economia delle regioni vocate al commercio estero, mentre si registra un effetto ritardato - ma pesante e perdurante - sul mercato del lavoro, che sta provocando una forte riduzione degli occupati, in particolare quelli di tipo precario e del comparto industriale. Restano ancora da verificare le conseguenze che avrà nei prossimi mesi il largo ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni delle regioni specializzate nell industria. Queste riflessioni trovano conferma anche nel fatto che gli indicatori di attività economica delle regioni del Mezzogiorno, meno legate all industria manifatturiera, e con poca predisposizione all export, registrano segnali di ripresa più evidenti ed in tempi più brevi rispetto al resto d Italia, pur rimanendo su livelli assoluti di attività economica di dimensione ridotta. 5

6 L impatto della crisi in termini strutturali sarà da valutare nel lungo periodo; ad oggi non si può parlare di una effettiva e consolidata ripresa dell economia, pertanto occorrono politiche mirate per sostenere i diversi settori e per individuare strumenti di crescita. 6

7 Il ciclo economico delle Regioni italiane Figura 1. Andamento dell indicatore di attività economica regionale (negativo vs. positivo) Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre Piemonte Valle d'aosta Liguria Lombardia Trentino A. A. Veneto Friuli Emilia R. Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna Fonte: RegiosS = mesi in cui l indicatore di attività economica ha assunto un valore > 0. = mesi in cui l indicatore di attività economica ha assunto un valore 0. 7

8 Figura 2. I punti di svolta in entrata e in uscita dalla crisi del ciclo economico delle regioni italiane (dati aggiornati a dicembre 2009) 5 4 Basilicata 3 2 Veneto Marche Molise Emilia R. Friuli V. G. Trentino A. A. Abruzzo Calabria Puglia Toscana Friuli V. G. Umbria Trentino A. A. Lombardia Lazio Liguria Molise Valle d'aosta Abruzzo 1 Sicilia Campania Sicilia Sardegna Campania Emilia R. Veneto Piemonte Marche Toscana Calabria Sardegna Sicilia Trentino A. A. Lombardia Molise Basilicata Liguria Piemonte Valle d'aosta Puglia Toscana Campania Veneto Lazio Marche Umbria -4-5 Emilia R. Friuli V. G. Abruzzo gen-06 feb-06 mar-06 apr-06 mag-06 giu-06 lug-06 ago-06 set-06 ott-06 nov-06 dic-06 gen-07 feb-07 mar-07 apr-07 mag-07 giu-07 lug-07 ago-07 set-07 ott-07 nov-07 dic-07 gen-08 feb-08 mar-08 apr-08 mag-08 giu-08 lug-08 ago-08 set-08 ott-08 nov-08 dic-08 gen-09 feb-09 mar-09 apr-09 mag-09 giu-09 lug-09 ago-09 set-09 ott-09 nov-09 dic-09 Fonte: RegiosS 8

9 La specializzazione delle regioni italiane Figura 3. Settori economici di maggiore specializzazione delle economie regionali italiane (valore medio ) 2007) Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT e Movimprese Nota: indici di specializzazione calcolati sulla base di vedi Appendice A. 9

10 Figura 4. Specializzazione delle regioni italiane nel settore Agricoltura, silvicoltura e pesca Figura 5. Specializzazione delle regioni italiane nel settore Industria manifatturiera Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT e Movimprese Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT e Movimprese Figura 6. Specializzazione delle regioni italiane nel Figura 7. Specializzazione delle regioni italiane nel settore Costruzioni settore Commercio all ingrosso e al dettaglio Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT e Movimprese Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT e Movimprese 10

11 Figura 8. Specializzazione delle regioni italiane nel settore Alberghi e ristoranti Figura 9. Specializzazione delle regioni italiane nel settore Trasporti, magazzinaggio e comunicazione Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT e Movimprese Figura 10. Specializzazione delle regioni italiane nel settore Intermediazione monetaria e finanziaria Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT e Movimprese Figura 11. Specializzazione delle regioni italiane nel settore Attività immobiliari Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT e Movimprese Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT e Movimprese 11

12 Tabella 1. Classifica dei primi tre settori di specializzazione per ciascuna regione NORD OVEST NORD EST CENTRO SUD E ISOLE Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT e Movimprese Legenda: Settore1: Agricoltura silvicoltura e pesca Settore2: Industria manifatturiera Settore3: Costruzioni Tabella 2. Classifica delle prime tre regioni specializzate per ciascun settore NORD OVEST NORD EST CENTRO SUD E ISOLE Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT e Movimprese Settore4: Commercio all'ingrosso e al dettaglio Settore5: Alberghi e ristoranti Settore6: Trasporti magazzinaggio comunicazioni Settore7: Settore8: Intermediazione Attività monetaria e immobiliari finanziaria PIEMONTE 1,54 2,22 1,87 1,91 1,63 1,85 1,90 2,11 15,03 VALLE D'AOSTA 0,67 0,79 2,47 0,87 2,90 0,92 1,47 1,52 11,61 LOMBARDIA 1,56 3,80 2,60 2,88 2,03 2,58 3,51 3,18 22,13 LIGURIA 1,03 0,90 1,40 1,58 2,34 2,32 1,70 1,84 13,11 TRENTINO AA 2,52 1,07 1,96 1,31 3,56 1,13 1,30 1,40 14,24 VENETO 2,03 2,69 2,28 2,01 2,34 1,82 1,88 2,02 17,08 FRIULI VENEZIA GIULIA 1,48 1,56 1,57 1,39 1,85 1,35 1,55 1,43 12,18 EMILIA ROMAGNA 2,28 2,58 2,17 1,79 1,94 1,71 1,99 2,02 16,47 TOSCANA 1,78 1,92 1,85 1,90 2,36 1,64 1,88 1,97 15,30 UMBRIA 2,20 1,39 1,68 1,39 1,47 1,24 1,28 1,28 11,92 MARCHE 1,65 1,92 1,59 1,48 1,46 1,19 1,46 1,61 12,37 LAZIO 1,02 0,95 1,57 2,08 2,14 3,02 2,61 2,28 15,67 ABRUZZO 1,97 1,59 1,64 1,26 1,43 1,06 1,01 1,28 11,25 MOLISE 2,92 0,99 1,52 1,01 1,20 1,13 1,11 1,02 10,91 CAMPANIA 1,97 1,14 1,95 1,92 1,90 2,13 1,26 1,57 13,83 PUGLIA 3,26 1,10 1,91 1,68 1,42 1,72 1,18 1,45 13,72 BASILICATA 3,52 1,00 1,82 1,36 1,13 1,21 0,77 0,84 11,65 CALABRIA 3,21 0,62 1,73 1,47 1,42 1,46 0,70 1,36 11,98 SICILIA 2,94 0,88 1,72 1,69 1,35 1,60 1,31 1,48 12,98 SARDEGNA 2,07 0,82 1,63 1,49 1,87 1,46 0,89 1,27 11,49 1 SETTORE 2 SETTORE 3 SETTORE Settore1: Agricoltura silvicoltura e pesca Settore2: Settore3: Industria Costruzioni manifatturiera Settore4: Commercio all'ingrosso e al dettaglio Settore5: Alberghi e ristoranti Settore6: Trasporti magazzinaggio comunicazioni Settore7: Settore8: Intermediazione Attività monetaria e immobiliari finanziaria PIEMONTE 1,54 2,22 1,87 1,91 1,63 1,85 1,90 2,11 15,03 VALLE D'AOSTA 0,67 0,79 2,47 0,87 2,90 0,92 1,47 1,52 11,61 LOMBARDIA 1,56 3,80 2,60 2,88 2,03 2,58 3,51 3,18 22,13 LIGURIA 1,03 0,90 1,40 1,58 2,34 2,32 1,70 1,84 13,11 TRENTINO AA 2,52 1,07 1,96 1,31 3,56 1,13 1,30 1,40 14,24 VENETO 2,03 2,69 2,28 2,01 2,34 1,82 1,88 2,02 17,08 FRIULI VENEZIA GIULIA 1,48 1,56 1,57 1,39 1,85 1,35 1,55 1,43 12,18 EMILIA ROMAGNA 2,28 2,58 2,17 1,79 1,94 1,71 1,99 2,02 16,47 TOSCANA 1,78 1,92 1,85 1,90 2,36 1,64 1,88 1,97 15,30 UMBRIA 2,20 1,39 1,68 1,39 1,47 1,24 1,28 1,28 11,92 MARCHE 1,65 1,92 1,59 1,48 1,46 1,19 1,46 1,61 12,37 LAZIO 1,02 0,95 1,57 2,08 2,14 3,02 2,61 2,28 15,67 ABRUZZO 1,97 1,59 1,64 1,26 1,43 1,06 1,01 1,28 11,25 MOLISE 2,92 0,99 1,52 1,01 1,20 1,13 1,11 1,02 10,91 CAMPANIA 1,97 1,14 1,95 1,92 1,90 2,13 1,26 1,57 13,83 PUGLIA 3,26 1,10 1,91 1,68 1,42 1,72 1,18 1,45 13,72 BASILICATA 3,52 1,00 1,82 1,36 1,13 1,21 0,77 0,84 11,65 CALABRIA 3,21 0,62 1,73 1,47 1,42 1,46 0,70 1,36 11,98 SICILIA 2,94 0,88 1,72 1,69 1,35 1,60 1,31 1,48 12,98 SARDEGNA 2,07 0,82 1,63 1,49 1,87 1,46 0,89 1,27 11,49 Totale: Totale: Legenda: 1 REGIONE 2 REGIONE 3 REGIONE 12

13 Lombardia La specializzazione produttiva delle Regioni, l effetto della crisi: una rottura? di Annachiara Saguatti 13

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15 1. L indicatore di attività economica regionale 3,0 2,0 Indicatore di attività economica - Lombardia 1,0 0,0-1,0-2,0-3,0 Fonte: UniCredit RegiosS mar-03 giu-03 set-03 dic-03 mar-04 giu-04 set-04 dic-04 mar-05 giu-05 set-05 dic-05 mar-06 giu-06 set-06 dic-06 mar-07 giu-07 set-07 dic-07 mar-08 giu-08 set-08 dic-08 mar-09 giu-09 set-09 dic-09 Indicatori Lombardia Fonte Aggiornamento Dato precedente Ultimo dato Esportazioni ISTAT - var % a/a -20,3% -15,5% IV trim valore assoluto meuro , ,6 Immatricolazioni auto Anfia - var % a/a Dicembre ,3% 18,4% Tendenza della produzione Isae - saldo Febbraio Livello degli ordini totali Isae - saldo Febbraio Tasso di disoccupazione ISTAT - tasso IV trim ,2% 6,4% Tasso di attività ISTAT - tasso IV trim ,2% 69,8% L economia della regione Lombardia prosegue la sua ripresa, con l indicatore di attività economica che assume un valore nullo a dicembre 2009, interrompendo la serie negativa che proseguiva ininterrotta da settembre L andamento del commercio estero della regione motiva il rallentamento della decrescita lombarda: a novembre e dicembre 2009 le variazioni su base annua delle esportazioni continuano ad essere negative (-11,5% e -9,6% rispettivamente), ma in ripresa rispetto ai trimestri precedenti (-18,8% e -23,6% in settembre e ottobre). La domanda interna dà segnali positivi: continua la crescita delle immatricolazioni di nuove automobili (+18,4% a/a a dicembre 2009) e l andamento tendenziale dei prezzi al consumo riprende ad essere positivo (+0,6% a febbraio 2010). L indagine Isae sui giudizi degli imprenditori continua a presentare saldi fortemente negativi e sostanzialmente stabili da dicembre 2009 in relazione ai livelli sia degli ordini che della produzione (pari entrambi a -41 a febbraio 2010); si registrano invece saldi positivi ed in crescita per le aspettative sulle tendenze future di ordini e produzione (rispettivamente 16 e 12 a febbraio 2010). Nel quarto trimestre del 2009 si assiste ad una lieve riduzione del numero di imprese attive (-0,5% a/a), mentre appaiono per la prima volta in crescita dopo un lungo periodo le nuove iscrizioni (+4,9% a/a). Un dato piuttosto negativo è invece quello che riguarda la crescita delle cessazioni nello stesso periodo (+28,3% a/a). In controtendenza e fortemente negativi continuano ad essere i dati del mercato del lavoro, che perde oltre occupati nel quarto trimestre 2009 (-1,4% a/a). Questo forte calo è il risultato di una riduzione dell occupazione agricola (-15,2% a/a, pari ad oltre unità) e industriale (-5,4% a/a, pari ad oltre unità), attenuate da una crescita dell occupazione nel settore terziario (+1,4% a/a, pari ad oltre unità). 15

16 2. La specializzazione produttiva delle regioni I tre principali settori di specializzazione della regione Lombardia sono quello manifatturiero (indice pari a 3,8), l intermediazione monetaria e finanziaria (3,5) ed il settore immobiliare (3,2) (Tabella 1). Sulla base del confronto con le altre regioni italiane, la Lombardia deve essere considerata una regione caratterizzata da una specializzazione produttiva estremamente elevata in tutti i settori presi in considerazione, come risulta evidente anche dal confronto con le altre regioni del Nord- Ovest (Figura 1 e Figura 2). L industria manifatturiera produce il 27% del fatturato (Tabella 2) e assorbe il 27% della manodopera (Tabella 3) sul totale degli otto settori analizzati (valore medio anni ). Tabella 1. Indici di specializzazione per settore di attività economica (valore medio ) LOMBARDIA Settore1: Agricoltura silvicoltura e pesca Settore2: Settore3: Industria Costruzioni manifatturiera Settore4: Commercio all'ingrosso e al dettaglio Settore5: Alberghi e ristoranti Settore6: Trasporti magazzinaggio comunicazioni Settore7: Settore8: Intermediazione Attività monetaria e immobiliari finanziaria Indice 1 0,09 0,45 0,24 0,31 0,15 0,23 0,40 0,29 Indice 2 0,04 0,40 0,22 0,24 0,16 0,21 0,33 0,31 Indice 3 0,66 0,51 0,43 0,59 0,34 0,44 0,54 0,33 Indice 4 0,00 0,44 0,39 0,26 0,29 0,40 0,45 0,68 Indice 5 0,40 1,00 0,64 0,76 0,50 0,63 0,91 0,73 Indice 6 0,36 1,00 0,69 0,72 0,58 0,67 0,89 0,84 Totale 1,56 3,80 2,60 2,88 2,03 2,58 3,51 3,18 1 settore 2 settore 3 settore Fonte: nostre dati elaborazioni su ISTAT e Movimprese Figura 1. La specializzazione produttiva. Lombardia Figura 2. La specializzazione produttiva. Nord-Ovest Attività immobiliari, noleggio, informatica, ecc. Agricoltura, silvicoltura e pesca Industria manifatturiera Attività immobiliari, noleggio, informatica, ecc. Agricoltura, silvicoltura e pesca Industria manifatturiera 1 1 Intermediazione monetaria e finanziaria 0 Costruzioni Intermediazione monetaria e finanziaria 0 Costruzioni Trasporti, magazzinaggio e comunicazione Commercio all'ingrosso e al dettaglio Trasporti, magazzinaggio e comunicazione Commercio all'ingrosso e al dettaglio Alberghi e ristoranti Lombardia Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT e Movimprese 16 Piemonte Lombardia Alberghi e ristoranti Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT e Movimprese Tabella 2. Valore aggiunto per settore (valore medio ). Regione Lombardia V.A. (milioni euro) 3434, , , ,8 6082, , , ,8 V.A. % sul totale 1,4 27,2 4,9 13,0 2,5 7,3 6,4 21,2 Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT Tabella 3. Unità di lavoro per settore (valore medio ). Regione Lombardia Valle d'aosta ULA (migliaia) 123,9 1234,1 337,5 648,4 214,7 276,2 138,3 605,8 ULA % sul totale 2,7 27,1 7,4 14,2 4,7 6,1 3,0 13,3 Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT Liguria

17 2.1. Industria manifatturiera Analisi del settore manifatturiero Il settore manifatturiero della regione Lombardia appare colpito dalla crisi economica mondiale in maniera rilevante. Se per molte variabili, come la produzione e il commercio estero, sembra che il momento peggiore sia alle spalle, i dati relativi al mercato del lavoro restano (al quarto trimestre 2009) estremamente negativi. Il fatturato delle imprese manifatturiere, rilevati da Unioncamere Lombardia, mostra una preoccupante contrazione in termini tendenziali, ma sembra aver raggiunto e superato il suo punto di minimo nel secondo trimestre del I giudizi e le aspettative degli imprenditori, rilevate dall indagine ISAE, sono fortemente negativi, anche se in ripresa dopo i minimi toccati tra la fine del 2008 ed i primi mesi del Per quanto riguarda il commercio con l estero si rileva un segnale di ripresa in termini tendenziali (variazione % su base annua). Nel complesso, tuttavia, la contrazione del commercio con l estero dei principali comparti manifatturieri della regione (quello meccanico e quello metallifero) è stata molto rilevante tra il 2008 ed il Ancora più preoccupanti sono i dati relativi al mercato del lavoro, tra i quali spicca l impennata delle ore di Cassa Integrazione Guadagni autorizzate, che sono cresciute del 492% nel 2009 rispetto all anno precedente. Fatturato I dati Unioncamere Lombardia evidenziano variazioni negative per il fatturato dell industria manifatturiera lombarda a partire dal secondo trimestre del 2008 (-1,6% a/a). Il valore minimo è stato raggiunto nel secondo trimestre del 2009 (-18,2% a/a), anche se i dati tendenziali per il quarto trimestre del 2009 continuano ad assumere valori decisamente negativi (-9,4% a/a). Nella seconda metà del 2009, dunque, si registra un inversione di tendenza che però non ha ancora portato alla fine della contrazione del fatturato dell industria manifatturiera su base annua. Figura 3. Fatturato totale dell'industria manifatturiera. I trimestre 2006 IV trimestre 2009 (variazioni %) Fonte: Unioncamere Lombardia Indagine Trimestrale Settore Industria. Allegato Statistico 4 trimestre

18 Fiducia degli imprenditori (Indagine ISAE) La fiducia degli imprenditori sui livelli di ordini e produzione presenta dati negativi fin dalla seconda metà del 2007, con un punto di minimo raggiunto sia per gli ordini (-75) che per la produzione (-64) a marzo 2009 (Figura 4 e Tabella 4). I saldi sono risultati in crescita nei mesi successivi, nonostante i valori continuino ad essere ancora fortemente negativi. Da settembre 2009, il recupero dei saldi relativi sia ad ordini che produzione ha subito un rallentamento ed i valori sono rimasti sostanzialmente stabili fino agli ultimi dati disponibili (-41 sia per gli ordini che per la produzione a febbraio 2010). Figura 4. Livelli di ordini e produzione. Dicembre dicembre dic-04 mar-05 giu-05 set-05 dic-05 mar-06 giu-06 set-06 dic-06 mar-07 giu-07 set-07 dic-07 mar-08 giu-08 set-08 dic-08 mar-09 giu-09 set-09 dic-09 Livello degli ordini Livello della produzione Fonte: ISAE, Inchiesta mensile sulle imprese manifatturiere ed estrattive Tabella 4. Livelli di ordini e produzione. Gennaio 2008 dicembre Livello degli Livello della Livello degli Livello della ordini produzione ordini produzione Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre Fonte: ISAE, Inchiesta mensile sulle imprese manifatturiere ed estrattive Le aspettative degli imprenditori sulle tendenze di ordini e produzione hanno raggiunto il valore minimo a dicembre 2008 (Figura 5 e Tabella 5). Successivamente la tendenza è stata verso una ripresa dei valori, che sono rimasti però negativi fino a luglio Dopo la parentesi dei valori positivi di agosto e settembre, le aspettative degli imprenditori per la produzione sono tornate ad 18

19 essere negative in ottobre e novembre, mentre quelle relative agli ordini sono state inferiori allo zero in novembre 2009 (-1). Dalla fine del 2008, dunque, le aspettative sono in ripresa, anche se i valori positivi assunti dai saldi a partire dai mesi estivi del 2009 non sembrano rappresentare ancora un andamento consolidato. Alla data dell ultimo aggiornamento dei dati (febbraio 2010) si registrano saldi in ulteriore ripresa (16 per la tendenza degli ordini e 12 per la produzione). Figura 5. Tendenze di ordini e produzione. Dicembre dicembre dic-04 mar-05 giu-05 set-05 dic-05 mar-06 giu-06 set-06 dic-06 mar-07 giu-07 set-07 dic-07 mar-08 giu-08 set-08 dic-08 mar-09 giu-09 set-09 dic-09 Tendenza degli ordini Tendenza della produzione Fonte: ISAE, Inchiesta mensile sulle imprese manifatturiere ed estrattive Tabella 5. Tendenze di ordini e produzione. Gennaio 2008 dicembre 2009 Tendenza ordini Tendenza produzione 19 Tendenza ordini Tendenza produzione Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre Fonte: ISAE, Inchiesta mensile sulle imprese manifatturiere ed estrattive L andamento degli ordini evidenzia il diverso apporto della domanda estera e di quella interna nella percezione degli imprenditori (Figura 6). Con l eccezione di una parentesi dei mesi estivi del 2005, gli ordini dall estero hanno sostenuto il livello degli ordini in generale. Da gennaio 2008, tuttavia, con poche eccezioni, i giudizi degli imprenditori sul livello degli ordini dall estero sono stati inferiori rispetto a quelli relativi agli ordini interni. Entrambi hanno toccato il minimo a marzo 2009, raggiungendo lo stesso valore negativo (-76) e, nei mesi successivi, i giudizi degli imprenditori sui livelli di ordini dall estero hanno continuato ad essere inferiori rispetto a quelli

20 della domanda interna. Alla data di ultimo aggiornamento dei dati (febbraio 2010), la distanza tra le valutazioni degli ordini dall estero e dall interno è aumentata rispetto ai mesi precedenti, registrando un peggioramento relativo della domanda estera (-41 per gli ordini dall interno e -47 per gli ordini dall estero). Figura 6. Livelli di ordini dall'interno, dall'estero, totali. Dicembre dicembre dic-04 mar-05 giu-05 set-05 dic-05 mar-06 giu-06 set-06 dic-06 mar-07 giu-07 set-07 dic-07 mar-08 giu-08 set-08 dic-08 mar-09 giu-09 set-09 dic-09 Ordini dall'interno Ordini dall'estero Ordini in generale Fonte: ISAE, Inchiesta mensile sulle imprese manifatturiere ed estrattive Commercio estero Il commercio estero della Lombardia conferma il momento negativo attraversato dalla regione. I livelli di importazioni e di esportazioni hanno subito un importante contrazione, con variazioni su base annua costantemente negative a partire dal quarto trimestre del 2008 (Figure 7 e 8). La variazioni minima, che ha rappresentato fino ad ora un punto di svolta, è stata registrata nel secondo trimestre 2009 (-26% a/a per le esportazioni e -29% a/a per le importazioni), ed è stata seguita da contrazioni leggermente più contenute del commercio estero (-15,5% per le esportazioni, -6,2% a/a per le importazioni nel quarto trimestre 2009). Seppur ancora negativi, questi dati sembrano registrare un inversione di tendenza che trova riscontro anche nei giudizi positivi degli imprenditori in merito alle tendenze di ordini e produzione a partire da dicembre 2009 fino all ultimo dato disponibile (febbraio 2010). Per quanto riguarda nello specifico il settore manifatturiero, il commercio estero della regione Lombardia nel 2009 registra una contrazione su base annua paragonabile a quella della macroarea di cui fa parte per quanto riguarda le esportazioni (-20,7% in Lombardia e -20,4% per il Nord-Ovest), mentre la riduzione delle esportazioni è stata inferiore rispetto a quella registrata nella macroarea (-19% in Lombardia e -20,6% nel Nord-Ovest). La contrazione delle esportazioni lombarde appare minore nel 2009 rispetto al dato nazionale (-21,3% a/a), e la crisi delle importazioni sembra essere più contenuta di quasi due punti percentuali (-19% in Lombardia e -20,8% in Italia). Il settore manifatturiero della regione, pur in grande sofferenza dal punto di vista del commercio estero, non sembra aver registrato una performance peggiore rispetto sia al Nord-Ovest nel suo complesso sia all intero settore manifatturiero nazionale. 20

21 Figura 7. Export e import. I trimestre 1995 IV trimestre 2009 (milioni di euro) Figura 8. Export e import. I trimestre 2005 IV trimestre 2009 (variazioni % a/a) 15% 10% 5% 0% -5% -10% -15% -20% -25% -30% I tr I tr I tr I tr I tr I tr I tr I tr I tr I tr I tr I tr I tr I tr I tr I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr Esportazioni Importazioni Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT - COEWEB Esportazioni Importazioni Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT - COEWEB Tabella 6. Export e import del settore manifatturiero (milioni di euro) PRODOTTI DELLE ATTIVITA' MANIFATTURIERE Variazione a/a 2008/2009 Export Import Export Import Export Import Lombardia ,7% -19,0% Nord-Ovest ,4% -20,6% Italia ,3% -20,8% Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT - COEWEB I conti economici territoriali dell ISTAT (ultimo dato disponibile: 2007) evidenziano che la principale componente del valore aggiunto del settore manifatturiero lombardo (il 31% nel 2007) risulta dalla fabbricazione di macchine ed apparecchi meccanici, elettrici ed ottici e dei mezzi di trasporto 1. I dati riportati nella Tabella 7, che seguono la classificazione ATECO 2007, portano ad identificare il settore dei macchinari ed apparecchi n.c.a. come quello di maggiore peso in termini di commercio estero. Questo settore ha subito un importante contrazione sia delle esportazioni (-20,1% a/a) che delle importazioni (-30,2% a/a) nel A testimonianza della crisi nella produzione dei macchinari, si registra una fortissima contrazione delle importazioni di metalli di base e prodotti in metallo (-46,2% a/a). Sono, queste, le due branche del manifatturiero che stanno attraversando la crisi più grossa in termini di commercio estero. La variazione delle esportazioni di macchinari ed apparecchi n.c.a. (-22% a/a nel quarto trimestre del 2009) non ha ancora registrato un inversione di tendenza, mentre per le importazioni il valore minimo è stato raggiunto nel secondo trimestre del 2009 (-37,4% a/a). Nel complesso, non sembra di poter affermare che il principale settore dell industria manifatturiera lombarda sia sulla via dell uscita dalla crisi, nonostante vi siano segnali di una ripresa delle importazioni, che restano comunque in fase di forte contrazione. 1 A causa del cambiamento della classificazione ATECO intercorso tra la data di aggiornamento dei Conti Economici Territoriali e quella dei dati relativi al commercio estero, non è possibile fare un analisi puntuale di quel settore allo stesso livello di disaggregazione. 21

22 Tabella 7. Export e import dei diversi comparti del settore manifatturiero (milioni di euro) Variazione a/a 2008/2009 Export Import Export Import Export Import Prodotti alimentari, bevande e tabacco ,5% -6,2% Prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori ,4% -10,8% Legno e prodotti in legno; carta e stampa ,2% -20,2% Coke e prodotti petroliferi raffinati ,1% -28,0% Sostanze e prodotti chimici ,5% -20,2% Articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici ,7% 7,5% Articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non ,7% -14,1% metalliferi Metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti ,9% -46,2% Computer, apparecchi elettronici e ottici ,9% -11,2% Apparecchi elettrici ,3% -22,0% Macchinari ed apparecchi n.c.a ,1% -30,2% Mezzi di trasporto ,1% -10,3% Prodotti delle altre attività manifatturiere ,5% -2,1% PRODOTTI DELLE ATTIVITA' MANIFATTURIERE ,7% -19,0% Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT COEWEB Figura 9. Export e import del settore macchinari ed apparecchi (n.c.a.). I trimestre 2005 IV trimestre 2009 (variazioni % a/a) 30% 20% 10% 0% -10% -20% -30% -40% -50% I tr II tr III tr.2005 IV tr I tr II tr III tr.2006 IV tr I tr II tr III tr.2007 IV tr I tr II tr III tr.2008 IV tr I tr II tr III tr.2009 IV tr Esportazioni Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT COEWEB Importazioni Mercato del lavoro Le forze di lavoro riflettono una situazione di importante crisi del mercato del lavoro lombardo. La crescita del tasso di attività ha cominciato a rallentare a partire dal terzo trimestre del 2008, per assumere addirittura valori negativi nel corso del 2009 (-0,1% a/a nel primo trimestre e -0,5% a/a nel terzo trimestre). Il tasso di occupazione continua ad essere inferiore all obiettivo del 70% stabilito nell ambito della strategia di Lisbona, attestandosi nel quarto trimestre del 2009 al 65,3%; comincia ad assumere valori inferiori allo zero su base annua già a partire dal quarto trimestre del 2008 e a decrescere dal trimestre precedente. Le contrazioni del tasso di attività e di occupazione danno un segnale di inversione di tendenza soltanto nel quarto trimestre del

23 Il tasso di disoccupazione, in crescita dal quarto trimestre del 2008, ha toccato in Lombardia il livello massimo degli ultimi quindici anni nel quarto trimestre del 2009 (6,4%). Nel complesso, il mercato del lavoro conferma la situazione di difficoltà dell economia lombarda, anche se, a differenza di altre variabili, queste non sembrano aver ancora superato il momento peggiore. Questa osservazione supporta dunque la tesi di chi ha previsto un effetto ritardato - ma pesante - della crisi sul mercato del lavoro, che ancora non dà segnali di ripresa. Tabella 8. Tassi di attività, di occupazione e disoccupazione. I trimestre IV trimestre 2009 (livelli e differenze a/a) Tasso di attività Tasso di occupazione Tasso di disoccupazione Diff. a/a tasso di attività Diff. a/a tasso di occupazione Diff. a/a tasso di disoccupazione I tr ,3% 66,8% 3,6% 0,4% 0,3% 0,1% II tr ,9% 67,3% 3,7% 1,2% 0,8% 0,6% III tr ,7% 67,4% 3,2% 0,4% 0,5% -0,2% IV tr ,7% 66,6% 4,3% 0,0% -0,5% 0,6% I tr ,2% 65,8% 5,0% -0,1% -1,0% 1,4% II tr ,0% 66,5% 4,9% 0,1% -0,8% 1,2% III tr ,2% 65,6% 5,2% -0,5% -1,8% 2,0% IV tr ,8% 65,3% 6,4% 0,1% -1,3% 2,1% Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT Rilevazione sulle forze di lavoro Figura 10. Tassi di attività, occupazione e disoccupazione. I trimestre 2005 IV trimestre 2009 (differenze a/a) 2,5% 2,0% 1,5% 1,0% 0,5% 0,0% -0,5% -1,0% -1,5% -2,0% I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr Tasso di attività Tasso di occupazione Tasso di disoccupazione Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT Rilevazione sulle forze di lavoro Entrando più nel dettaglio del mercato del lavoro con lo scopo di capire come si è evoluta l occupazione relativamente ai diversi settori, si nota come nel periodo la quota di occupazione industriale in Lombardia abbia subito una contrazione a favore dell occupazione nel settore dei servizi. Non sembra tuttavia di poter stabilire che l attuale crisi abbia portato, dal 2008 in poi, ad un effettiva ridistribuzione delle quote di occupazione tra i vari settori economici. Si nota l andamento speculare delle serie storiche della quota di occupazione industriale e dell occupazione terziaria, che riflette la scarsa rilevanza dell occupazione agricola in regione, ma questo andamento è da imputarsi ad un puro effetto statistico. 23

24 Figura 11. Quota di occupazione industriale. I trimestre IV trimestre % 39% 38% 37% 36% 35% 34% 33% Figura 12. Quota di occupazione nei servizi. I trimestre IV trimestre % 64% 63% 62% 61% 60% 59% 58% 57% 32% I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr % I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr Quota di occupazione industriale Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT Rilevazione sulle forze di lavoro Quota di occupazione nei servizi Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT Rilevazione sulle forze di lavoro Cassa Integrazione Guadagni I dati sulla Cassa Integrazione Guadagni (CIG) riflettono la crisi del mercato del lavoro in Lombardia. Nel 2009, infatti, l ammontare delle ore di CIG autorizzate è cresciuto del 492% su base annua, arrivando a toccare quota ore totali. La crescita più imponente è stata quella relativa alla CIG Ordinaria (+627% a/a nel 2009), ma questo non deve portare a sottovalutare la crescita della CIG Straordinaria (+331% a/a nel 2009). Per quanto riguarda le due principali branche di specializzazione manifatturiera della regione Lombardia, si assiste ad una crescita molto veloce delle ore di CIG autorizzate sia per il settore meccanico che per quello metallurgico, cominciata negli ultimi mesi del 2008 ed accentuatasi nel corso del In particolare, le ore di CIG nel settore meccanico sono cresciute del 106% (a/a) nel 2008 e del 1149% (a/a) nel 2009, nel settore metallurgico, l incremento è stato pari al 196% (a/a) nel 2008 e al 1691% (a/a) nel La crescita della CIG nelle due branche di maggiore specializzazione dell economia della Lombardia, dunque, è stata superiore a quella verificatasi a livello aggregato di economia regionale. Anche i dati relativi alla quota di ore di CIG dei settori meccanico e metallurgico sul totale delle ore autorizzate sono molto rilevanti. I due comparti assorbono infatti circa il 39% del totale delle ore di CIG autorizzate nella regione (Figura 17). Considerando che i due settori producono circa il 53% del valore aggiunto dell intera industria manifatturiera ed il 14% del valore aggiunto dell intera economia regionale (dati aggiornati al 2007), si rileva con preoccupazione il fatto che in essi si concentri una quota così consistente del numero totale di ore di Cassa Integrazione Guadagni autorizzate. È importante ricordare anche che nell aprile 2009 la regione Lombardia ha sottoscritto con il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali un accordo che prevede l istituzione di una Cassa Integrazione Guadagni in deroga. Questa rappresenta un sostegno economico per operai, 24

25 impiegati e quadri sospesi dal lavoro che non hanno accesso alla cassa integrazione guadagni ordinaria e straordinaria (CIGo e CIGs), ma anche per apprendisti, lavoratori interinali e a domicilio di aziende in CIGo e CIGs. Figura 13. Ore di cassa integrazione Figura 14. Ore di cassa integrazione (ordinaria e straordinaria) autorizzate (variazione % a/a) 700% % 500% % % % 100% % Ordinaria Straordinaria Totale Fonte: nostre elaborazioni su dati INPS -100% Ordinaria Straordinaria Totale Fonte: nostre elaborazioni su dati INPS Figura 15. Ore di cassa integrazione autorizzate nel settore meccanico. Gennaio dicembre Figura 16. Ore di cassa integrazione autorizzate nel settore metallurgico. Gennaio dicembre gen-08 mar-08 mag-08 lug-08 set-08 nov-08 gen-09 mar-09 mag-09 lug-09 set-09 nov-09 gen-08 mar-08 mag-08 lug-08 set-08 nov-08 gen-09 mar-09 mag-09 lug-09 set-09 nov-09 Operai settore meccanico Totale settore meccanico Fonte: nostre elaborazioni su dati INPS Operai settore metallurgico Totale settore metallurgico Fonte: nostre elaborazioni su dati INPS 25

26 Figura 17. Quota delle ore di cassa integrazione dei settori metallurgico e meccanico sul totale delle ore di cassa integrazione. Gennaio 2007 dicembre % 40% 35% 30% 25% 20% 15% 10% 5% 0% gen-07 feb-07 mar-07 apr-07 mag-07 giu-07 lug-07 ago-07 set-07 ott-07 nov-07 dic-07 gen-08 feb-08 mar-08 apr-08 mag-08 giu-08 lug-08 ago-08 set-08 ott-08 nov-08 dic-08 gen-09 feb-09 mar-09 apr-09 mag-09 giu-09 lug-09 ago-09 set-09 ott-09 nov-09 dic-09 % CIG settore metallurgico % CIG settore meccanico Fonte: nostre elaborazioni su dati INPS Demografia delle imprese La dinamica delle imprese del settore manifatturiero e, più in particolare, del comparto meccanico in Lombardia è molto irregolare. Il tasso di natalità delle imprese del settore manifatturiero ha subito una contrazione su base annua a partire dal primo trimestre del 2008, tornando ad essere lievemente positivo soltanto nel quarto trimestre del 2009 (+0,02%). Nel settore meccanico, invece, esso si è mantenuto su livelli positivi, tranne che per le eccezioni del quarto trimestre 2007, del secondo 2008 e del primo trimestre 2009 (-0,1% a/a). L andamento tendenziale del tasso di mortalità delle imprese manifatturiere è stato variabile per tutto il periodo considerato, assumendo nella seconda metà del 2009 dei valori positivi (+0,04% nel terzo e +0,5% nel quarto trimestre) per la prima volta dall inizio del 2008 (con l eccezione del secondo trimestre). L andamento su base annua del tasso di mortalità delle imprese meccaniche è stato lo stesso, con valori positivi nella seconda metà del 2009 (+0,03% nel terzo e +0,3% nel quarto trimestre), a seguito di un periodo negativo che perdurava dal inizio del 2008, con la sola parentesi del secondo trimestre di quell anno. Il tasso netto di turnover e il tasso di sviluppo hanno un andamento del tutto simile sia per quanto riguarda le imprese del settore manifatturiero in generale che quelle dello specifico comparto meccanico. Inoltre, l andamento risulta essere speculare a quello del tasso di mortalità. I tassi di sviluppo e di turnover sono stati dunque positivi su base annua per tutto il 2008 (con l eccezione del secondo trimestre) e la prima parte del 2009 per il settore manifatturiero. Soltanto nel terzo e nel quarto trimestre 2009 questi hanno assunto valori negativi (-0,1% a/a e -0,4% a/a sia per il tasso netto di turnover che per il tasso di sviluppo). Nel settore meccanico, invece, il rallentamento dell espansione del tasso di sviluppo e di turnover che si è avuto nella seconda metà del 2009 è stato pronunciato ma ha assunto valori negativi soltanto nel quarto trimestre del 2009 (-0,2% a/a per il tasso netto di turnover e -0,1% a/a per il tasso di sviluppo). Nel complesso, questi dati sembrano indicare che gli ultimi due trimestri del 2009 hanno avuto, sulle imprese del settore manifatturiero in generale e del comparto meccanico nello specifico, degli effetti peggiori di quelli registrati nell arco dei mesi precedenti in termini di natimortalità, con la sola eccezione del secondo trimestre del

27 Tabella 9. Tassi di nati-mortalità delle imprese settore manifatturiero e del settore meccanico. I trimestre IV trimestre 2009 Tasso di natalità SETTORE MANIFATTURIERO Tasso Tasso di netto di mortalità turnover Tasso di sviluppo Tasso di natalità SETTORE MECCANICO Tasso Tasso di netto di mortalità turnover Tasso di sviluppo 1,1% 2,3% -1,2% -1,0% I tr ,0% 2,3% -1,3% -1,1% 1,0% 1,3% -0,3% -0,2% II tr ,0% 1,1% -0,1% -0,1% 0,9% 1,0% -0,2% -0,2% III tr ,8% 0,9% -0,1% -0,1% 0,9% 1,5% -0,6% -0,5% IV tr ,9% 1,4% -0,5% -0,4% 1,4% 2,6% -1,2% -1,0% I tr ,4% 2,4% -1,0% -0,8% 1,0% 1,1% -0,1% -0,1% II tr ,9% 1,1% -0,2% -0,2% 0,7% 1,0% -0,3% -0,3% III tr ,7% 0,9% -0,2% -0,1% 0,8% 1,4% -0,6% -0,5% IV tr ,8% 1,3% -0,5% -0,4% 1,4% 2,8% -1,4% -1,2% I tr ,4% 2,6% -1,2% -1,0% 1,2% 1,6% -0,3% -0,3% II tr ,0% 1,4% -0,4% -0,3% 0,8% 2,0% -1,2% -1,1% III tr ,7% 1,6% -0,9% -0,7% 0,9% 2,0% -1,1% -0,9% IV tr ,7% 1,7% -1,0% -0,8% 1,5% 2,7% -1,1% -1,0% I tr ,6% 2,6% -1,0% -0,9% 0,9% 2,1% -1,2% -1,1% II tr ,9% 2,1% -1,2% -1,1% 0,7% 1,1% -0,4% -0,4% III tr ,8% 1,0% -0,2% -0,2% 0,8% 1,4% -0,6% -0,5% IV tr ,7% 1,3% -0,6% -0,5% 1,3% 2,5% -1,2% -1,1% I tr ,5% 2,3% -0,8% -0,7% 0,9% 1,3% -0,4% -0,3% II tr ,0% 1,2% -0,1% -0,1% 0,7% 1,2% -0,5% -0,4% III tr ,9% 1,0% -0,1% -0,1% 0,8% 1,8% -1,0% -0,9% IV tr ,9% 1,6% -0,8% -0,7% Fonte: nostre elaborazioni su dati Infocamere Movimprese Figura 18. Tassi di nati-mortalità delle imprese manifatturiere. I trimestre 2006 IV trimestre 2009 (differenze a/a) 1,5% Figura 19. Tassi di nati-mortalità delle imprese del settore Macchinari ed apparecchi n.c.a. e installazione". I trimestre 2006 IV trimestre 2009 (differenze a/a) 1,5% 1,0% 1,0% 0,5% 0,5% 0,0% 0,0% -0,5% -0,5% -1,0% -1,0% -1,5% -1,5% I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr Fonte: nostre elaborazioni su dati Infocamere Movimprese I tr II tr III tr Tasso di natalità Tasso di mortalità Tasso netto di turnover Tasso di sviluppo IV tr I tr II tr Fonte: nostre elaborazioni su dati Infocamere Movimprese Note: Tasso di natalità = Imprese iscritte / Totale imprese attive (valore %) Tasso di mortalità = Imprese cessate / Totale imprese attive (valore %) Tasso netto di turnover = Tasso di natalità Tasso di mortalità (differenza) Tasso di sviluppo = (Imprese iscritte Imprese cessate) / Totale imprese registrate (valore %) III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr Tasso di natalità Tasso di mortalità Tasso netto di turnover Tasso di sviluppo IV tr I tr II tr III tr IV tr

28 2.2. Intermediazione monetaria e finanziaria L andamento del credito bancario mette in evidenza una riduzione dell espansione del credito verso le famiglie e le imprese nella regione. La decelerazione, iniziata già a fine 2007 in particolare per le famiglie consumatrici, si è accentuata durante i primi mesi del 2008, quando anche l erogazione di credito nei confronti delle imprese ha cominciato a ridursi se confrontato con gli stessi mesi dell anno precedente. Nel novembre 2008 è stato raggiunto il minimo per le famiglie (-0,3% a/a per le famiglie consumatrici e -2,6% a/a per le famiglie produttrici), in seguito al quale è stata registrata una leggera inversione di tendenza. Al contrario, per le imprese la stretta creditizia continua ancora a fine 2009, con variazioni che da settembre hanno assunto valori negativi (-2,4% a/a in dicembre 2009). Un analisi più specifica per branche dell industria manifatturiera rivela che la contrazione del credito per la principale branca di produzione manifatturiera regionale, quella meccanica, ha ricalcato l andamento della concessione di credito alle imprese in generale a partire dall ottobre del 2008; in precedenza, l espansione del credito nei confronti delle imprese meccaniche era stata più lenta rispetto a quella delle imprese in generale. Non è ancora stato registrato un punto di svolta per quanto riguarda l espansione del credito, che a dicembre 2009 ha fatto registrare la variazione minima storica (-3,7% a/a) per la branca dell industria meccanica. Le imprese del settore metallifero, che segue per quota di valore aggiunto prodotto quello meccanico, hanno subito un rallentamento nella concessione di credito ancora più pronunciato (-7,8% a/a in dicembre 2009). Da novembre 2008 è stata registrata anche una crescita pronunciata e costante delle sofferenze bancarie, particolarmente evidente per le imprese (+53% a/a in novembre 2009 e +48% a/a in dicembre), ma molto rilevante anche per le famiglie consumatrici (+40% a/a in dicembre). I dati relativi all erogazione di credito alle famiglie per tipologia di impiego mostrano come sia stata la concessione di presiti per mutui a subire la contrazione maggiore, assumendo anche valori negativi tra luglio 2008 e febbraio Sebbene le variazioni su base annua dei crediti per i mutui fossero in calo già da diversi mesi, dall ottobre del 2007 la loro riduzione è stata costante fino all ottobre dell anno dopo senza mostrare alcuna ripresa. Dall inizio del 2009, in corrispondenza della ripresa dei prestiti bancari alle famiglie consumatrici, anche l erogazione di mutui ha ricominciato a crescere. Figura 20. Prestiti bancari. Gennaio dicembre 2009 (variazione % a/a) 20% Figura 21. Prestiti bancari. Gennaio dicembre 2009 (variazione % a/a) 20% 15% 15% 10% 10% 5% 5% 0% 0% -5% -5% gen-05 apr-05 lug-05 ott-05 Imprese gen-06 apr-06 lug-06 ott-06 Famiglie produttrici gen-07 apr-07 lug-07 ott-07 gen-08 apr-08 lug-08 ott-08 gen-09 apr-09 lug-09 ott-09 Famiglie consumatrici Fonte: nostre elaborazioni su dati BANCA D ITALIA -10% gen-05 apr-05 lug-05 ott-05 gen-06 apr-06 lug-06 ott-06 gen-07 apr-07 lug-07 ott-07 gen-08 apr-08 lug-08 ott-08 gen-09 apr-09 lug-09 ott-09 Imprese Settore meccanico Settore metallurgico Fonte: nostre elaborazioni su dati BANCA D ITALIA 28

29 Figura 22. Sofferenze bancarie per settore di attività economica. Gennaio dicembre 2009 (variazioni % a/a) 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% -10% -20% -30% Figura 23. Prestiti alle famiglie. Gennaio dicembre 2009 (variazioni % a/a) 25% 20% 15% 10% 5% 0% -5% gen-05 apr-05 lug-05 ott-05 gen-06 apr-06 lug-06 ott-06 gen-07 apr-07 lug-07 ott-07 gen-08 apr-08 lug-08 ott-08 gen-09 apr-09 lug-09 ott-09 Imprese Famiglie produttrici Famiglie consumatrici Fonte: nostre elaborazioni su dati BANCA D ITALIA Nota: i dati sulle imprese si riferiscono alle società non finanziarie gen-05 apr-05 lug-05 ott-05 gen-06 apr-06 lug-06 ott-06 gen-07 apr-07 Credito al consumo Mutuo lug-07 ott-07 gen-08 apr-08 lug-08 ott-08 gen-09 Prestiti diversi da mutuo e credito al consumo apr-09 lug-09 ott-09 Fonte: nostre elaborazioni su dati BANCA D ITALIA 29

30 2.3. Settore immobiliare Il settore immobiliare in Lombardia attraversa una crisi pronunciata che si è manifestata a partire dal 2007, ma che è apparsa in tutta la sua gravità nel corso del Le variazioni su base annua del NTN (Numero di transazioni di unità immobiliari normalizzate) ha avuto una contrazione su base annua pari a -4,8% nel 2007 ed addirittura a -16,6% nel Pur non avendo a disposizione i dati relativi all intero 2009, i dati sul volume di transazioni immobiliari residenziali nel primo semestre dell anno fa pensare ad una ulteriore contrazione del mercato immobiliare. A livello nazionale, l ultimo dato disponibile è aggiornato al terzo trimestre del 2009 e continua a rilevare una contrazione del numero di compravendite di immobili residenziali, in rallentamento tuttavia rispetto ai trimestri precedenti (-18,5% a/a nel primo trimestre del 2009, -12,9% a/a nel secondo trimestre e -11% a/a nel terzo trimestre) (Agenzia del Territorio, Nota trimestrale: andamento del mercato immobiliare nel 3 trimestre 2009 ). Nelle regioni del Nord a livello aggregato, invece, il terzo trimestre del 2009 vede un aggravamento della contrazione del mercato immobiliare su base annua (-14,7% nel terzo trimestre contro -12,7% nel secondo trimestre). L andamento dell IMI (NTN / Stock di unità immobiliari) per il settore residenziale ricalca quello del numero di transazioni di unità immobiliari, con un andamento tendenziale negativo nel 2007 (-0,28%) e nel 2008 (-0,61%). Tabella 10. Volumi di compravendita immobiliare nel settore residenziale NTN IMI ,1% ,4% ,4% ,5% ,6% ,6% ,3% ,7% (I semestre) Fonte: nostre elaborazioni su dati OMI Tabella 11. Volumi di compravendita immobiliare nel settore residenziale NTN (var. % a/a) IMI (diff. a/a) ,4% -0,2% ,7% 0,3% ,3% 0,0% ,6% 0,1% ,0% 0,1% ,6% 0,0% ,8% -0,3% ,6% -0,6% (I semestre) Fonte: nostre elaborazioni su dati OMI 30

31 Figura 24. Volume di transazioni di immobili residenziali (variazioni % a/a) Figura 25. Intensità del mercato immobiliare nel settore residenziale (differenze a/a) 15% 10% 5% 0% -5% -10% -15% -20% ,4% 0,3% 0,2% 0,1% 0,0% -0,1% -0,2% -0,3% -0,4% -0,5% -0,6% -0,7% NTN Fonte: nostre elaborazioni su dati OMI Fonte: nostre elaborazioni su dati OMI Note: NTN = Numero di transazioni di unità immobiliari normalizzate (le compravendite dei diritti di proprietà sono "contate" relativamente a ciascuna unità immobiliare tenendo conto della quota di proprietà oggetto di transazione). IMI = rapporto tra numero di transazioni normalizzate (NTN) e stock di unità immobiliari. Lo stock è dato dal numero di unità immobiliari accatastate. IMI 31

32 3. La specializzazione produttiva della Lombardia, l effetto della crisi: una rottura? La regione Lombardia si caratterizza per valori elevati di specializzazione in tutti i settori economici considerati: la somma degli indici è più alta che in tutte le altre regioni italiane (22,1 contro 17,1 del Veneto, che è la seconda regione per livello di specializzazione totale). Per quanto elevata, tuttavia, la specializzazione non risulta altrettanto equilibrata che, ad esempio, in Emilia- Romagna o Toscana: il settore manifatturiero e quello finanziario sono decisamente i due settori di punta della regione. Se la crisi porterà ad una rottura ed alla creazione di un nuovo equilibrio della specializzazione produttiva della regione andrà valutato nel lungo periodo, perché la ristrutturazione di interi settori economici è un fenomeno che richiede molto tempo, anche a seguito di una recessione così forte come quella che l economia mondiale sta attraversando. Vi sono, tuttavia, dei segnali congiunturali che la nostra analisi ha messo in evidenza e che occorrerà tenere presente, perché forieri di possibili importanti conseguenze strutturali. Il settore manifatturiero, su cui lo studio si è principalmente concentrato, è stato colpito particolarmente nella sua propensione al commercio estero. La domanda estera è calata in modo molto rilevante, con una contrazione che in Lombardia è cominciata nel quarto trimestre del 2008 e che ancora non è cessata, per quanto il punto di svolta tanto per l import quanto per l export sia stato raggiunto e superato nel secondo trimestre del La crisi della domanda ha avuto importanti ripercussioni in termini di fatturato delle imprese e di fiducia degli imprenditori del settore. Mentre per queste variabili, però, il momento peggiore sembra superato, non si può affermare la stessa cosa per quanto riguarda la demografia delle imprese (i cui tassi di nati-mortalità continuano a peggiorare ancora nel quarto trimestre del 2009) e soprattutto per il mercato del lavoro. L impatto della crisi sul settore manifatturiero sta infatti avendo dei risvolti particolarmente rilevanti in termini occupazionali, con la perdita di unità di lavoro su base annua nel quarto trimestre 2009 ed una crescita del tasso di disoccupazione che tocca nello stesso periodo il livello più alto degli ultimi quindici anni (6,4%). I dati sulla Cassa Integrazione Guadagni sono molto preoccupanti, con un impennata del 492% tra il 2008 ed il Si deve anche rilevare un impatto non uniforme della recessione sui diversi comparti del settore manifatturiero: quello meccanico, che da solo produceva il 31% del valore aggiunto del settore manifatturiero lombardo nel 2007 (secondo i dati dei Conti Economici Territoriali dell ISTAT), ha subito con quello metallurgico ad esso collegato la più grossa contrazione del commercio estero tra tutte le branche manifatturiere ed ha assorbito a dicembre 2009 oltre il 31% delle ore totali autorizzate di Cassa Integrazione. Questi dati suggeriscono se non una rottura nella specializzazione produttiva della Lombardia, sicuramente una fase di forte difficoltà dalla quale il sistema produttivo regionale uscirà cambiato, se non indebolito. La possibilità di recuperare il patrimonio manifatturiero dipende fortemente da un lato dalla ripresa dell erogazione di credito alle imprese, cresciuto a ritmi sempre più lenti dall inizio del 2008 e in calo dall estate del 2009 (-3,7% a/a in dicembre 2009), e dall altro dalla capacità della politica economica di stimolare la crescita dell occupazione in quelli che prima della crisi erano i comparti di punta dell economia regionale. 32

33 Trentino-Alto Adige La specializzazione produttiva delle Regioni, l effetto della crisi: una rottura? di Diego Gandolfo 33

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35 1. L indicatore di attività economica regionale Indicatore di attività economica - Trentino-Alto Adige 4,0 3,0 2,0 1,0 0,0-1,0-2,0-3,0 mar-03 giu-03 set-03 dic-03 mar-04 giu-04 set-04 dic-04 mar-05 giu-05 set-05 dic-05 mar-06 giu-06 set-06 dic-06 mar-07 giu-07 set-07 dic-07 mar-08 giu-08 set-08 dic-08 mar-09 giu-09 set-09 dic-09 Fonte: UniCredit RegiosS Indicatori Trentino-Alto Adige Fonte Aggiornamento Dato precedente Ultimo dato Esportazioni ISTAT - var % a/a -15,4% -4,5% IV trim valore assoluto meuro 1.264, ,8 Immatricolazioni auto Anfia - var % a/a Dicembre ,6% 25,7% Tendenza della produzione Isae - saldo Febbraio Livello degli ordini totali Isae - saldo Febbraio Tasso di disoccupazione ISTAT - tasso IV trim ,0% 4,0% Tasso di attività ISTAT - tasso IV trim ,4% 71,0% L indicatore di attività economica del Trentino-Alto Adige a dicembre 2009 registra il proseguimento di quella ripresa avviata a marzo 2009 e che aveva lievemente rallentato nel terzo trimestre. Nonostante ciò, però, l indicatore mantiene valori ancora negativi a dicembre (-0,5%). I dati Isae sugli ordini continuano ad essere negativi (-32) a febbraio 2010, così come quelli sulla produzione (-28). Questi saldi negativi, che rappresentano comunque un miglioramento rispetto ai dati del mese di gennaio, non trovano tuttavia corrispondenza nei dati sulle tendenze future di ordini e produzione, entrambi positivi ed in netta crescita rispetto ai mesi precedenti (rispettivamente 22 e 21 in febbraio). A differenza degli ultimi mesi del 2009, i dati sugli ordini dall estero e dall interno a febbraio 2010 sembrano convergere, attestandosi rispettivamente a -34 e -33. I dati sulle esportazioni confermano il perdurare della crisi della domanda estera: -4,5% a/a nel quarto trimestre 2009, nonostante vi sia un miglioramento rispetto ai trimestri precedenti (-15,4% a/a per il terzo trimestre e -24,6% a/a per il secondo trimestre 2009). Le immatricolazioni di nuove automobili continuano a crescere registrando un impennata in novembre (+ 27,6% a/a) e in dicembre 2009 (+25,7 % a/a), seppure inferiore rispetto al dato di ottobre (+31,6% a/a). L indice dei prezzi al consumo, al contrario, è in costante aumento, dallo 0,2% a/a di novembre 2009 all 1,5% a/a di febbraio Nel quarto trimestre 2009 peggiorano leggermente i dati sul mercato del lavoro. A fronte di un aumento quasi impercettibile del numero di occupati in agricoltura (+0,6% a/a, pari a 160 unità), l industria allarga il suo bacino di occupazione del 6,6% a/a (pari a unità in più), mentre un calo si registra nei servizi (-2% a/a, pari a unità in meno), che nel trimestre precedente aveva già perso unità (-1,7% a/a). Il tasso di disoccupazione (4% nel quarto trimestre 2009) è in 35

36 crescita (+1,1% a/a), mentre cala leggermente quello di occupazione (-0,3% a/a). Il tasso di attività sale dello 0,5% a/a, attentandosi ad un elevato 71%. I dati sulla nati-mortalità delle imprese evidenziano un aumento imponente delle cessazioni +30,7% a/a nel quarto trimestre 2009) ed una crescita più contenuta delle nuove iscrizioni (+9,6% a/a). Il numero delle imprese attive si riduce dello 0,2% a/a (135 imprese in meno). 36

37 2. La specializzazione produttiva delle regioni I tre settori maggiormente sviluppati del Trentino-Alto Adige sono il settore degli alberghi e dei ristoranti (indice pari a 3,6), dell agricoltura (2,5) e il settore delle costruzioni (2). L analisi degli indici mostra una fortissima specializzazione nel settore alberghiero - ristorativo, nettamente staccato rispetto al secondo settore, al terzo e a tutti gli altri settori produttivi della regione (il cui indice di specializzazione oscilla tra 1 ed 1,4, rispettivamente industria manifatturiera ed attività immobiliari). Da notare inoltre come il Trentino-Alto Adige, per via delle caratteristiche del flusso turistico che lo attraversa in termini di distribuzione stagionale, sia anche la regione italiana più specializzata nel settore alberghi e ristoranti, seguita dalla Valle d Aosta (indice di specializzazione pari a 2,9), la Toscana (2,4) e la Liguria (2,3). In termini di valore aggiunto, il primo settore di specializzazione del Trentino-Alto Adige, quello degli alberghi e dei ristoranti, risulta soltanto al quarto posto. Esso, con un contributo al valore aggiunto totale prodotto in regione del 9%, è in coda rispetto alle attività immobiliari (17,9% sul totale), all industria manifatturiera (14,6%) e al commercio all ingrosso (11,7%). Tuttavia l importanza del settore alberghi e ristoranti emerge con forza se si considera la percentuale delle unità di lavoro sul totale. In questo caso il settore in questione risulta al secondo posto (13,3% ULA sul totale), alle spalle del solo comparto manifatturiero (15,2% di ULA sul totale). Tabella 1. Indici di specializzazione per settore di attività economica (valore medio ) TRENTINO ALTO ADIGE Settore1: Agricoltura silvicoltura e pesca Settore2: Settore3: Industria Costruzioni manifatturiera Settore4: Commercio all'ingrosso e al dettaglio Settore5: Alberghi e ristoranti Settore6: Trasporti magazzinaggio comunicazioni Settore7: Settore8: Intermediazione Attività monetaria e immobiliari finanziaria Indice 1 0,54 0,17 0,44 0,27 0,94 0,19 0,27 0,22 Indice 2 0,39 0,15 0,29 0,20 0,76 0,16 0,24 0,14 Indice 3 0,70 0,46 0,79 0,58 0,63 0,45 0,46 0,68 Indice 4 0,66 0,19 0,27 0,13 0,89 0,22 0,18 0,25 Indice 5 0,11 0,05 0,09 0,06 0,17 0,05 0,06 0,06 Indice 6 0,10 0,06 0,08 0,07 0,17 0,06 0,08 0,05 Totale 2,52 1,07 1,96 1,31 3,56 1,13 1,30 1,40 2 settore 3 settore 1 settore Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT e Movimprese Figura 1. La specializzazione produttiva. Trentino-Alto Adige Figura 2. La specializzazione produttiva. Nord-Est Attività immobiliari, noleggio, informatica, ecc. Intermediazione monetaria e finanziaria Agricoltura, silvicoltura e pesca Industria manifatturiera Costruzioni Attività immobiliari, noleggio, informatica, ecc. Intermediazione monetaria e finanziaria Agricoltura, silvicoltura e pesca Industria manifatturiera Costruzioni Trasporti, magazzinaggio e comunicazione Commercio all'ingrosso e al dettaglio Trasporti, magazzinaggio e comunicazione Commercio all'ingrosso e al dettaglio Alberghi e ristoranti Trentino Alto Adige Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT e Movimprese Alberghi e ristoranti Emilia-Romagna Veneto Trentino A.A. Friuli V.G. Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT e Movimprese 37

38 Tabella 2. Valore aggiunto per settore (valore medio ). Regione Trentino-Alto Adige V.A. (milioni euro) 941,0 3415,8 1732,5 2740,1 2090,8 1497,9 1156,7 4186,3 V.A. % sul totale 4,0 14,6 7,4 11,7 9,0 6,4 5,0 17,9 Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT Tabella 3. Unità di lavoro per settore (valore medio ). Regione Trentino-Alto Adige ULA (migliaia) 36,9 75,1 43,1 64,0 65,9 26,2 12,4 42,6 ULA % sul totale 7,5 15,2 8,7 12,9 13,3 5,3 2,5 8,6 Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT 2.1. Alberghi e ristoranti Analisi del settore alberghi e ristoranti L andamento del settore alberghi e ristoranti in Trentino-Alto Adige, negli ultimi due anni, rispecchia quello del settore turistico, del quale rappresenta la principale componente. Per il complessivo comparto turistico il 2008 è stato un anno di piena salute. Secondo i dati dell ultimo Rapporto della Banca d Italia 2009 sull economia delle province autonome di Trento e Bolzano, infatti, la regione ha registrato un aumento tanto negli arrivi quanto nelle presenze in entrambe le province, con percentuali sostanzialmente analoghe (rispettivamente 2,1% e 1,5% per la provincia di Bolzano; 2,2% e 1,2% per la provincia di Trento). Nonostante questo andamento similare, le due province differiscono in termini di qualità del flusso turistico. Infatti, nel 2008, il peso del turismo straniero si è confermato determinante per l Alto Adige, con una quota del 63% sul totale, mentre più marginale è stato per il Trentino, con una percentuale della componente degli stranieri del 37%. Demografia delle imprese I dati Movimprese sugli alberghi e ristoranti in Trentino-Alto Adige mostrano la tenuta e la solidità del settore di fronte all influenza della crisi, confermando la centralità e la straordinaria importanza di questo comparto per l intera regione. Dopo una piccola parentesi negativa del 2008, nel 2009 le imprese del settore ritornano a crescere. Analizzando il dato annuale, si osserva una crescita lieve ma costante del numero delle imprese attive sin dal 2005 fino al 2009 (una media annuale dello 0,3% a/a), con un incremento nel biennio di 60 imprese attive rispetto al 2007 (crescita dello 0,6% a/a) (Figura 3). Per quanto riguarda il numero delle iscrizioni, dopo un andamento sostanzialmente positivo fino al 2007, nel 2008 queste subiscono una variazione negativa del quasi 5% a/a, per poi riprendere a crescere del 2,6% a/a nel 2009 (da 469 a 481). Anche i dati circa le cessazioni annuali sembrano confermare questa lieve e momentanea caduta nel 2008: le cessazioni aumentano del quasi 7% a/a, sebbene in misura inferiore rispetto al 2007, quando erano aumentate del 10,7% a/a. Questo impone in qualche modo, dunque, di smussare le considerazioni circa l effettivo impatto negativo della crisi sul settore, nel contesto di contrazione del Nel 2009 le cessazioni riprendono a calare del 4% a/a. 38

39 Figura 3. Imprese attive, iscrizioni e cessazioni nel settore Alberghi e ristoranti (variazioni % a/a) 15% 10% 5% 0% -5% -10% Fonte: nostre elaborazioni su dati Infocamere - Movimprese Imprese attive Iscrizioni Cessazioni Indicazioni più precise si possono trarre da un analisi trimestrale delle imprese nel settore alberghi e ristoranti a livello regionale. Il tasso di natalità segue un andamento irregolare, che alterna fasi negative (-0,3% a/a nel primo trimestre 2008) a fasi positive (+0,2% a/a del quarto trimestre 2008). Si noti però, in coerenza con quanto osservato nella precedente analisi annuale, come il peggior trimestre del biennio di crisi, soprattutto in relazione al tasso di mortalità, sia il terzo del 2008: il tasso di natalità tocca il -0,2% a/a, mentre quello di mortalità raggiunge il suo massimo (+0,7% a/a). In seguito il tasso di mortalità si ridurrà progressivamente in tutto il 2009, di pari passo con la ripresa del settore (Figura 4). Il tasso di sviluppo e il tasso di turnover presentano un trend parallelo, in una sorta di sovrapposizione. Anche per questi due indicatori il terzo trimestre 2008 è quello del crollo ; i due tassi raggiungono il -0,8% a/a, per poi risalire progressivamente nei trimestri successivi fino al valore massimo del terzo trimestre 2009 (+0,4 a/a per entrambi). Tabella 4. Tassi di nati-mortalità delle imprese del settore "Alberghi e ristoranti. I trimestre IV trimestre 2009 Figura 4. Tassi di nati-mortalità delle imprese del settore Alberghi e ristoranti. I trimestre IV trimestre 2009 (differenze a/a) Tasso di natalità Tasso di mortalità Tasso netto turnover Tasso sviluppo I tr ,3% 2,1% -0,8% -0,7% II tr ,2% 1,0% 0,3% 0,3% III tr ,0% 0,9% 0,1% 0,1% IV tr ,9% 1,5% -0,7% -0,6% I tr ,5% 2,3% -0,7% -0,7% II tr ,2% 1,3% -0,2% -0,2% III tr ,1% 0,8% 0,3% 0,3% IV tr ,8% 1,7% -0,9% -0,8% I tr ,2% 2,0% -0,8% -0,8% II tr ,2% 1,2% 0,0% 0,0% III tr ,9% 1,4% -0,5% -0,5% IV tr ,0% 1,8% -0,8% -0,7% I tr ,3% 2,4% -1,1% -1,0% II tr ,1% 1,1% 0,0% 0,0% III tr ,0% 1,0% -0,1% -0,1% IV tr ,1% 1,7% -0,6% -0,5% Fonte: nostre elaborazioni su dati Infocamere - Movimprese Fonte: nostre elaborazioni su dati Infocamere - Movimprese Tasso di natalità = Imprese iscritte / Totale imprese attive (valore %) Tasso di mortalità = Imprese cessate / Totale imprese attive (valore %) Tasso netto di turnover = Tasso di natalità Tasso di mortalità (differenza) Tasso di sviluppo = (Imprese iscritte Imprese cessate) / Totale imprese registrate (valore %) 0,8% 0,6% 0,4% 0,2% 0,0% -0,2% -0,4% -0,6% -0,8% -1,0% I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr Tasso di natalità Tasso di mortalità Tasso netto di turnover Tasso di sviluppo I tr II tr III tr IV tr

40 Se analizziamo i dati a livello provinciale, osserviamo una situazione differente da provincia a provincia. L Alto Adige, nel 2008, sembra accusare il contraccolpo della crisi, infatti nel territorio provinciale si registra una frenata significativa: le imprese attive si riducono dell 1% (63 imprese attive in meno; tuttavia, nel 2007 erano scese del 3% a/a), le iscrizioni del 4,4% (per la prima volta dal 2004) e le cessazioni invece aumentano del 15% rispetto all anno precedente, proseguendo il trend di crescita positiva che durava dal Al contrario, nel 2009, il settore sembra ben ripartire. Il numero delle imprese attive rimane sostanzialmente stabile (con un impercettibile +0,1% a/a di imprese attive) ma soprattutto si registra una riduzione del 18% a/a delle cessazioni, mentre le iscrizioni si riducono di appena il 3% a/a (10 iscrizioni in meno) (Figura 5). In Trentino, nel biennio le imprese attive crescono, in linea con l andamento iniziato nel 2007 (nel 2006 si era verificato un brusco calo del 9% a/a, corrispondente a 379 imprese attive in meno); le iscrizioni e le cessazioni paiono evolversi analogamente ed in modo altalenante: nel 2008 si riducono entrambe (rispettivamente del 6% e del 7%), testimoniando una certa stabilità degli alberghi e dei ristoranti trentini, mentre nel 2009 crescono entrambe, del 13% a/a le iscrizioni e del 22% a/a le cessazioni, evidenziando un più accentuato ricambio nel panorama imprenditoriale del settore alberghiero e ristorativo (Figura 6). Figura 5. Imprese attive, iscrizioni e cessazioni nel settore alberghi e ristoranti nella Provincia di Bolzano (variazioni % a/a) 20% 15% 10% 5% 0% -5% -10% -15% -20% Imprese attive Iscrizioni Cessazioni Fonte: nostre elaborazioni su dati Infocamere - Movimprese Figura 6. Imprese attive, iscrizioni e cessazioni nel settore alberghi e ristoranti in Provincia di Trento (variazione % a/a) 50% 40% 30% 20% 10% 0% -10% -20% -30% -40% Imprese attive Iscrizioni Cessazioni Fonte: nostre elaborazioni su dati Infocamere - Movimprese Flussi turistici Osservando i dati circa gli arrivi e le presenze turistiche in Trentino-Alto Adige, non si può fare a meno di notare un vero e proprio exploit della regione nel settore turistico, che risulta determinante nella crescita del settore alberghi e ristoranti. In Trentino, gli arrivi, indicatori della frequenza di richiesta d alloggio presso le strutture ricettive, hanno registrato un aumento del 2,5% nel 2008 rispetto all anno precedente, proseguendo il trend di perpetua crescita annua che durava dal 2005 ed evidenziando il tasso più elevato degli ultimi tre anni. Nello stesso 2008 i dati relativi al numero delle presenze turistiche, che indicano la durata della permanenza presso le strutture ricettive, mostrano un lieve incremento: è la prima volta dal 2001 che le presenze turistiche registrano una percentuale di crescita positiva per due anni consecutivi (+0,6% a/a nel 2007 e +0,4% a/a nel 2008) (Figura 7). Importante notare, infine, come il numero assoluto di presenze e arrivi turistici nel 2008 in provincia di Trento sia il più alto registrato rispetto agli anni precedenti. 40

41 Risultati ancora più incoraggianti si evincono, poi, dai numeri degli arrivi e delle presenze relativi alla sola stagione turistica estiva, anche per l anno 2009 (Figura 8). Nell ultimo anno, infatti, gli arrivi estivi registrano l aumento più elevato degli ultimi 5 anni (5% a/a), mentre le presenze estive si attestano a poco più di 17 milioni, ovvero il 3% in più rispetto al 2008 (anno in cui si erano ridotte dell 1% a/a), mostrando un andamento altalenante che dura dal 2000 (Figura 9). Figura 7. Arrivi e presenze turistiche in Trentino (variazioni % a/a) 7% 6% 5% 4% 3% 2% 1% 0% -1% -2% -3% Arrivi Fonte: nostre elaborazioni su dati Servizio Statistica Provincia di Trento Presenze Figura 8. Totale degli arrivi turistici nella stagione estiva in Provincia di Trento Figura 9. Totale delle presenze turistiche nella stagione estiva in Provincia di Trento totale arrivi stagione estiva Fonte: nostre elaborazioni su dati Servizio Statistica Provincia di Trento totale presenze turistiche nella stagione estiva Fonte: nostre elaborazioni su dati Servizio Statistica Provincia di Trento La provincia di Bolzano assiste ad un 2009 di forte crescita e ad una stagione estiva (maggio-ottobre) definita da record dallo stesso Osservatorio Statistico della provincia di Bolzano. Per la prima volta nel 2009, infatti, sono stati rilevati 5,5 milioni di turisti, con un soggiorno complessivo di più di 28 milioni di notti; gli arrivi sono aumentati del 3% negli arrivi e le presenze dell 1,3% rispetto al Dall anno 1990, segnala l ASTAT, si è rilevata una crescita di presenze pari a più di un quinto (+21,2%). Si osserva una forte ed ininterrotta crescita negli ultimi 41

42 dodici anni, sia negli arrivi che nelle presenze (Figura 10). Riguardo alla stagione estiva, si segnala un aumento del 5,3% negli arrivi e del 3,3% nelle presenze. Proprio le presenze, per la prima volta dopo quattordici anni, superano la soglia dei 17 milioni battendo il valore storico più alto raggiunto nel Figura 10. Arrivi e presenze in provincia di Bolzano Fonte: ASTAT Bolzano 2010 Mercato del lavoro L occupazione del settore degli alberghi e ristoranti, coerentemente con quanto visto poc anzi in termini di crescita dell ondata turistica, sembra non avere risentito della crisi. In un contesto di crescita complessiva dell occupazione nel settore dei servizi in Trentino-Alto Adige dal 2004 al 2009 la specifica branca alberghi e ristoranti si è mostrata sempre di più strategico sbocco occupazionale, in entrambe le province (Figura 11). Nel 2008 in Trentino il numero degli occupati nelle strutture ricettive alberghiere è cresciuto di appena lo 0,8% su base annua (80 unità in più), raggiungendo le unità. Importante, però, evidenziare come questo valore, dietro la spinta del record di arrivi e presenze, sia il più alto mai registrato sin dall inizio della rilevazione (Figura 12). Figura 11. Occupati nel settore dei servizi in Trentino-Alto Adige. I trimestre IV trimestre 2009 (migliaia di unità) I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT Occupati nel settore dei servizi 42

43 Figura 12. Addetti alla struttura turistica alberghiera per tipologia di occupazione in Provincia di Trento Fonte: Servizio Statistica Provincia di Trento La Provincia di Bolzano ha assistito ad una rigogliosa crescita dell occupazione nel settore alberghiero. Nel biennio l intero settore ha acquisito occupati in più rispetto al 2007 (Figura 13), con un incremento della quota sul totale degli occupati che passa dal 9% del 2000 all 11,6% del 2009 (Figura 14). Anche qui i dati fanno registrare una crescita annuale incessante sin dal 1998, la quale sembra proseguire anche nel gennaio del 2010 con occupati in più (rispetto al gennaio 2009), con un incremento del 6% a/a e del 17% rispetto al gennaio 2007 (Figura 15). Figura 13. Numero di occupati nel settore alberghiero in Provincia di Bolzano occupati nel settore alberghiero Fonte: Ufficio osservazione del mercato del lavoro della Provincia di Bolzano Figura 14. Quota di occupati nel settore alberghiero sul totale occupati in Provincia di Bolzano % 12% 10% 8% 6% 4% 2% 0% % occupati nel settore alberghiero sul totale degli occupati Fonte: Ufficio osservazione del mercato del lavoro della Provincia di Bolzano

44 Figura 15. Occupati nel settore alberghiero in Provincia di Bolzano nel solo mese di gennaio occupati nel settore alberghiero a gennaio Fonte: Ufficio osservazione del mercato del lavoro della Provincia di Bolzano 44

45 2.2. Agricoltura Produzione agricola Il settore agricolo del Trentino-Alto Adige sembra vivere un periodo di lieve contrazione nel primo anno della crisi. In primo luogo osserviamo le più importanti produzioni agricole regionali: mele, uva e vino. La prima è indubitabilmente il fulcro di tutto il settore agricolo. Basti pensare che la regione contribuisce al 69% di tutta la produzione di mele nazionale, suddiviso in un 49% per l Alto Adige e un 20% per la provincia di Trento ( L economia delle Province Autonome di Trento e di Bolzano nell anno 2008, Banca d Italia, Filiale di Trento). Nel 2008 lo specifico settore delle mele ha subìto una riduzione della produzione in Trentino (-6% a/a) ma ha registrato un incremento in Alto Adige (3,9% a/a) (Figure 16 e 17). La produzione della vite si è ridotta sia in Trentino (-3,4% a/a) che in Alto Adige (-6% a/a) e così è stato anche per la produzione totale di vini (-4,1% a/a in provincia di Trento e -9,5% a/a in provincia di Bolzano). Tabella 5. Principali prodotti agricoli (migliaia di quintali, migliaia di ettari e variazione %) (1) Dati provvisori (2) Dati relativi alla superficie coltivata sono stimati Fonte: L economia delle Province Autonome di Trento e Bolzano nel anno 2008, Banca d Italia, Filiale di Trento. 45

46 Figura 16. Produzioni agricole in Provincia di Trento nel 2008 (variazione % a/a) Figura 17. Produzioni agricole in Provincia di Bolzano nel 2008 (variazione % a/a) 40% 10% 30% 5% 0% 20% -5% 10% -10% -15% 0% -20% -10% -25% -30% -20% Cereali Patate Fragole Mele Uva da vino Variazione % a/a Susine Kiwi Ciliegie -35% Cereali Patate Fragole Mele Uva da vino variazione % a/a Susine Pere Ciliegie Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT Valore aggiunto I dati ISTAT sul valore aggiunto del settore agricoltura, silvicoltura e pesca appaiono confermare la contrazione del comparto agricolo con una riduzione del 2,2% del valore aggiunto nel 2008 rispetto al Tuttavia si segnala anche che il valore aggiunto del 2008 è il valore più alto dopo quello del È importante notare come la contrazione del settore agricolo in termini di valore aggiunto vada però di pari passo con quella del valore aggiunto totale della regione cosicché il loro rapporto rimane pressoché inalterato (appena lo 0,07% in meno rispetto all anno precedente). Infine è bene sottolineare che in Trentino-Alto Adige la quota dell agricoltura sul totale del valore aggiunto in regione è di gran lunga superiore rispetto a quella della macroarea Nord-Est (quota del 2,8% nel 2008, in crescita dello 0,1 rispetto al 2007) e a quella italiana (quota del 2,5% nel 2008, in crescita dello 0,1% rispetto all anno recedente) (Figura 18). Figura 18. Quota del valore aggiunto del settore agricoltura, silvicoltura e pesca sul totale del valore aggiunto. confronto Trentino-Alto Adige, Nord-Est e Italia ,5% 4,0% 3,5% 3,0% 2,5% 2,0% 1,5% 1,0% 0,5% 0,0% Trentino-Alto Adige Nord-Est Italia Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT 46

47 Commercio estero Le esportazioni del Trentino-Alto Adige risentono fortemente della stagionalità dell agricoltura (Figura 19). Le loro variazioni su base annua sono positive per quasi tutto il 2008, fino alla caduta registrata nel quarto trimestre (-17% a/a) (Figura 21). Nel 2009 prosegue questa forte contrazione delle esportazioni e infatti si registrano valori inferiori a quelli dell anno precedente negli stessi trimestri di riferimento (con un picco negativo del -23% a/a nel secondo trimestre 2009). Si sottolinea, infine, la variazione positiva del quarto trimestre 2009 (+3% a/a), tornata ad essere sopra lo zero dopo ben quattro trimestri consecutivi. Le importazioni nel primo trimestre 2008 diminuiscono (-11% a/a), crescono nei due trimestri successivi (fino al +11% del terzo trimestre) per poi contrarsi fino al quarto trimestre 2009 (-10% a/a). La riduzione delle esportazioni (-13,3% a/a) e delle importazioni agricole (-13,2% a/a) in Trentino-Alto Adige risulta essere meno accentuata rispetto alla macroarea di appartenenza Nordorientale (rispettivamente -17,1% a/a e -14,2% a/a). Nei confronti dell Italia, però, la regione regge di più nel campo delle esportazioni mentre si dimostra più colpita per quanto riguarda le importazioni. Figura 19. Esportazioni agricole. I trimestre 2000 IV trimestre 2009 (euro) Figura 20. Importazioni agricole. I trimestre 2000 IV trimestre 2009 (euro) I tr I tr I tr I tr I tr I tr I tr I tr I tr I tr I tr IV tr III tr II tr I tr IV tr III tr II tr I tr IV tr III tr II tr I tr IV tr Esportazioni agricole Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT - COEWEB Importazioni agricole Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT - COEWEB Tabella 6. Export e import del settore agricolo nella regione Trentino-Alto Adige (milioni di euro) PRODOTTI DELL AGRICOLTURA, SILVICOLTURA, PESCA Variazione a/a 2008/2009 Import Export Import Export Import Export Trentino-Alto Adige ,2% -13,3% Nord-Est ,2% -17,1% Italia ,4% -15,5% Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT - COEWEB 47

48 Figura 21. Export ed import nel settore agricolo (variazione % a/a) 40% 30% 20% 10% 0% -10% -20% -30% I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr Esportazioni Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT - COEWEB Importazioni Mercato del lavoro I dati ISTAT sul mercato del lavoro evidenziano nei due anni della crisi, all interno di un trend in calo dal 2004, un andamento non lineare dell occupazione nel settore agricolo, in cui tuttavia è possibile individuare tre periodi distinti. Nei primi due trimestri del 2008, l occupazione cresce in termini assoluti ed in termini di quota rispetto al totale, fino a superare il 6%. Il secondo periodo, al contrario, è caratterizzato da un periodo di forte riduzione tra il terzo trimestre 2008 ed il primo trimestre In quest ultimo, per la prima volta negli ultimi cinque anni, il numero degli occupati del settore agricolo scende al di sotto delle 20 mila unità (assorbendo il 4% degli occupati totali). Nei due trimestri successivi, secondo e terzo del 2009, gli occupati agricoli riprendono a crescere, ritornando nel terzo trimestre ad una quota del 6% sul totale (ben occupati in più in soli sei mesi). Infine si noti come nell ultimo trimestre del 2009 la quota degli occupati agricoli sul totale si riduca ancora una volta di mezzo punto percentuale (Figura 22 e 23). In termini di tipologia di occupazione è interessante notare come il calo degli occupati agricoli, nel secondo periodo individuato precedentemente (tra il secondo trimestre 2008 ed il primo del 2009), sia dovuto esclusivamente alla riduzione di occupati indipendenti, mentre il numero di quelli dipendenti rimane costante (Figura 24). Nel primo trimestre 2009 per la prima volta gli occupati agricoli indipendenti scendono sotto la soglia delle 15 mila unità, con una riduzione superiore ad un terzo del totale del primo trimestre del Parallelamente, nel primo trimestre 2009, si assiste ad una crescita negativa del tasso di attività generale (primo segno negativo dal secondo trimestre 2007) mentre il tasso di occupazione rimane invariato per poi calare però nel terzo e quarto trimestre dell anno (Figura 25). 48

49 Figura 22. Quota degli occupati nel settore agricolo sul totale degli occupati in Trentino-Alto Adige % 7% 6% 5% 4% 3% 2% 1% 0% Figura 23. Occupati nel settore agricolo. I trimestre 2004 IV trimestre 2009 (migliaia di unità) I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr Quota di occupazione agricola Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT - Rilevazione sulle forze di lavoro Occupati settore agricolo Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT - Rilevazione sulle forze di lavoro Figura 24. Occupati dipendenti ed indipendenti nel settore agricolo in Trentino-Alto Adige. I trimestre 2004 IV trimestre 2009 (migliaia di unità) 30 Figura 25. Tasso di attività e del tasso di occupazione in Trentino-Alto Adige. I trimestre 2005 IV trimestre 2009 (differenze a/a) 1,5% ,0% 0,5% 0,0% -0,5% -1,0% 5 0 I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr ,5% -2,0% I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr Lavoratori dipendenti Lavoratori indipendenti Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT - Rilevazione sulle forze di lavoro Tasso di attività Tasso di occupazione Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT - Rilevazione sulle forze di lavoro 49

50 Demografia delle imprese I dati Movimprese sottolineano una dinamica di generale stazionarietà del tasso di natalità delle imprese agricole negli ultimi due anni. Dal valore più basso, quello del primo trimestre 2008 (-0,72% a/a), il tasso di natalità delle imprese subisce contrazioni sempre meno consistenti fino al primo trimestre 2009, quando cresce dello 0,1% a/a, per poi tornare a scendere nei trimestri successivi (-0,1% a/a nel quarto trimestre 2009). Il tasso di mortalità su base annua risulta invece sempre negativo sin dal primo trimestre 2008, con la sola eccezione del terzo trimestre 2009 in cui il tasso di mortalità cresce. Infine si noti che il tasso di sviluppo e quello di turnover ricalcano lo stesso trend, condizionato dall andamento congiunto di natalità e mortalità delle imprese. Se nel primo trimestre 2008 si registra un calo del tasso netto di turnover, dal trimestre successivo questo riprende a crescere fino al secondo trimestre 2009, mentre negli ultimi due trimestri dell anno si assiste ad una nuova riduzione (Figura 26). Figura 26. Tassi di nati-mortalità delle imprese agricole. I trimestre 2006 IV trimestre 2009 (differenze a/a) 1,0 0,8 0,6 0,4 0,2 0,0-0,2-0,4-0,6-0,8-1,0 I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr Tasso di natalità Tasso di mortalità Tasso netto di turnover Fonte: nostre elaborazioni su dati Infocamere Movimprese Tasso di sviluppo Note: Tasso di natalità = Imprese iscritte / Totale imprese attive (valore %) Tasso di mortalità = Imprese cessate / Totale imprese attive (valore %) Tasso netto di turnover = Tasso di natalità Tasso di mortalità (differenza) Tasso di sviluppo = (Imprese iscritte Imprese cessate) / Totale imprese registrate (valore %) 50

51 2.3. Costruzioni Il settore delle costruzioni del Trentino-Alto Adige subisce un colpo non indifferente dalle vicende economiche legate alla crisi nel corso del 2008, sebbene il 2009 dia alcuni segnali di buone prospettive. La netta contrazione del settore nel 2008 riguarda una riduzione dei lavoratori, del numero di ore lavorate e del totale delle imprese operanti. Per il periodo che va da ottobre 2007 a settembre 2008, l occupazione si è ridotta in entrambe le province (-5,5% a/a in Trentino e -5,6% a/a in Alto Adige), così come le ore lavorate (-3,6% a/a in Trentino e -4% a/a in Alto Adige) ed il numero delle imprese (-3,6% a/a in Trentino e -1,8% a/a per l Alto Adige). Figura 27. Numero di ore lavorate, imprese e lavoratori nel comparto edile. Provincia di Trento (1993=100) Fonte: L economia delle Province Autonome di Trento e di Bolzano nell anno 2008, Banca d Italia, Filiale di Trento. Figura 28. Numero di ore lavorate, imprese e lavoratori nel comparto edile. Provincia di Bolzano (1993=100) Fonte: L economia delle Province Autonome di Trento e di Bolzano nell anno 2008, Banca d Italia, Filiale di Trento. Nota: i dati sono riferiti al periodo di attività delle Casse edili che va da ottobre dell anno precedente a settembre dell anno preso in esame. 51

52 Il periodo nero, dal punto di vista occupazionale, è quello che va dal terzo trimestre 2008 al terzo trimestre 2009, in cui il totale degli occupati del settore si riduce sino a toccare il minimo nel secondo trimestre 2009: gli occupati scendono sotto le 38 mila unità, come non succedeva dal primo trimestre 2004 (Figura 29). Nel quarto del 2008 i dati segnalano un crollo del 15,6% a/a (Tabella 7). Nel quarto trimestre 2009, invece, dopo un anno intero di difficoltà, gli occupati tornano ad aumentare rispetto allo stesso trimestre 2008 (+10% a/a) (Figura 30). Figura 29. Occupati nel settore delle costruzioni. I trimestre 2004 IV trimestre 2009 (migliaia di unità) Figura 30. Occupati nel settore delle costruzioni. I trimestre 2004 IV trimestre 2009 (variazione % a/a) 15% 10% 5% 0% -5% -10% -15% 35 I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr % I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr I tr II tr III tr IV tr Dipendenti settore costruzioni Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT Rilevazione sulle forze di lavoro Dipendenti settore costruzioni Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT Rilevazione sulle forze di lavoro Tabella 7. Occupazione nel settore delle costruzioni in Trentino-Alto Adige. I trimestre IV trimestre 2009 Totale occupati nel settore costruzioni 52 Variazione % su base annua Dipendenti Indipendenti Totale Dipendenti Indipendenti Totale I tr ,4% -2,6% 8,6% II tr ,5% 8,4% 3,3% III tr ,6% 14,5% 2,7% IV tr ,3% 9,7% 1,2% I tr ,2% -5,2% -0,3% II tr ,4% 11,1% 5,6% III tr ,2% 2,9% 5,0% IV tr ,4% 2,4% 10,6% I tr ,0% 4,5% 5,6% II tr ,6% -14,3% -4,5% III tr ,2% -3,9% -0,5% IV tr ,9% 3,4% 8,0% I tr ,8% 5,2% 3,6% II tr ,5% 1,0% 1,3% III tr ,3% -7,3% 4,5% IV tr ,7% -20,4% -15,6% I tr ,6% -14,8% -1,0% II tr ,9% -13,6% -12,5% III tr ,2% -2,3% -3,6% IV tr ,9% 13,1% 10,0% Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT Rilevazione sulle forze di lavoro In Alto Adige la crescita dei prezzi subisce un evidente rallentamento, mentre in provincia di Trento i prezzi immobiliari sembrano tenere, ad esclusione delle zone a forte vocazione turistica. A

53 completare il quadro negativo del 2008 sono i dati diffusi dall Agenzia delle entrate, che segnalano una riduzione delle richieste di detrazioni fiscali per interventi di ristrutturazione soprattutto per il Trentino (il quale è al vertice della classifica delle regioni italiane per numero di abitazioni sottoposte ad interventi di ristrutturazione degli ultimi 10 anni) (Figura 31 e 32). Figura 31. Numero di richieste di detrazioni fiscali. Provincia di Trento (migliaia di unità, valori percentuali) Fonte: L economia delle Province Autonome di Trento e di Bolzano nell anno 2008, Banca d Italia, Filiale di Trento. Figura 32. Numero di richieste di detrazioni fiscali. Provincia di Bolzano (migliaia di unità, valori percentuali) Fonte: L economia delle Province Autonome di Trento e di Bolzano nell anno 2008, Banca d Italia, Filiale di Trento. Nota: Valori percentuali; scala di destra. La serie è calcolata, per ogni anno, come il rapporto tra il totale delle richieste di detrazioni fiscali dal 1998 e il numero di abitazioni censite nel 2001 dall ISTAT. Infine, si sottolinea la differenza di approccio nel campo delle opere pubbliche tra le due Province che emerge dal numero e dal valore delle opere pubbliche realizzate. Mentre in Trentino si assiste ad una riduzione di entrambi i termini, in Provincia di Bolzano si registra una crescita lieve ma presente, sia nelle opere pubbliche ultimate che in quelle iniziate (Figura 33). 53

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