DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

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1 DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti Ottobre 2010 A cura del Settore Infrastrutture di Mercato

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3 DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti CONTENUTO Presenza e operatività delle banche italiane nei Paesi del Golfo, assetto e performance del settore bancario saudita ed emiratino ed altri elementi di approfondimento su questioni economico-finanziarie Dati macroeconomici relativi all Arabia Saudita e agli Emirati Arabi Uniti (EAU) nonché ai rapporti con l Italia Dati di sintesi sul sistema bancario saudita ed emiratino 3

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5 Presenza e operatività delle banche italiane nei Paesi del Golfo, assetto e performance del settore bancario saudita ed emiratino ed altri elementi di approfondimento su questioni economico-finanziarie 5

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7 Indice 1. Presenza e operatività del sistema bancario italiano 1.1 Presenza diretta ed indiretta 1.2 Accordi di collaborazione 1.3 Dati sull operatività delle banche italiane 1.4 Esposizione del sistema bancario italiano 1.5 Profilo di rischio 2. Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo (GCC) a confronto: elementi di approfondimento sull evoluzione del sistema bancario e finanziario 2.1 Consiglio di cooperazione nei Paesi del Golfo (GCC) 2.2 Struttura e assetti proprietari dei sistemi bancari dei Paesi del Golfo (GCC) 2.3 Effetti della crisi finanziaria internazionale e misure adottate (cenni) 2.4 Evoluzione e performance dell industry bancaria nei Paesi del Golfo (GCC) 2.5 Prospettive di applicazione dell Accordo di Basilea 2 e utilizzo degli IFRS (cenni) 3. Focus Arabia Saudita: elementi di approfondimento sull evoluzione del sistema bancario e finanziario 3.1 Struttura e assetti proprietari del sistema bancario saudita 3.2 Performance del sistema bancario e mercato del credito 3.3 Principali misure anticrisi 4. Focus Emirati Arabi Uniti: elementi di approfondimento sull evoluzione del sistema bancario e finanziario 4.1 Struttura e assetti proprietari del sistema bancario 4.2 Mercato del credito 4.3 Impatto della crisi internazionale sul mercato locale e misure adottate 7

8 1. Presenza ed operatività del sistema bancario italiano Presenza diretta e indiretta Complessivamente in Arabia Saudita e negli Emirati Arabi Uniti sono presenti 4 gruppi bancari italiani: Unicredit, Intesa Sanpaolo, BNL-BNP Paribas e Cariparma-Crédit Agricole, con 1 partecipazione bancaria, 7 filiali, 1 ufficio di rappresentanza e 1 Italian desk. Arabia Saudita In Arabia Saudita non vi è una presenza diretta da parte di banche italiane. Sono presenti, invece, BNP Paribas (capogruppo di BNL), e Crédit Agricole (capogruppo di Cariparma e Banca Friuladria). In particolare, BNP Paribas è presente con una filiale a Riyadh; Crédit Agricole è presente, invece, nel paese con una partecipazione del 31,1% nella Banque Saudi Fransi. Attraverso tale banca, Crédit Agricole della quale è il maggiore azionista (93 filiali 2 che includono 10 filiali islamiche, 3 self service e 16 ladies branches) offre una gamma completa di servizi che includono Corporate Banking, Trade and Structured Finance, Asset Management e Islamic Banking. BANCA TIPOLOGIA CITTA BNP PARIBAS FILIALE RIYADH CREDIT AGRICOLE Partecipazione del 31,1% nella Banque Saudi Fransi RIYADH Fonte: ABI Emirati Arabi Uniti (EAU) Per quanto riguarda la presenza diretta, operano nel paese 3 gruppi bancari italiani (Intesa Sanpaolo, Unicredit e BNL BNP Paribas,) con, rispettivamente, un ufficio di rappresentanza (Abu Dhabi), una filiale (Dubai) e un Italian desk (Dubai). BANCA TIPOLOGIA CITTA UNICREDIT GROUP UFFICIO DI RAPPRESENTANZA ABU DHABI INTESA SANPAOLO (Dubai International Financial Center - DIFC) FILIALE DUBAI BNL - BNP PARIBAS ITALIAN DESK DUBAI Fonte: ABI 1 Il presente documento è stato redatto sulla base delle seguenti fonti: Banca d Italia, Blomberg, Economist Intelligence Unit, Fondo Monetario Internazionale, elaborazioni ABI, ICE, kamco research The Institute of International Finance, ISTAT, Saudi Arabian Monetary Agengy (SAMA), Saudi Credit Information Company (SIMAH), SACE, Sintesi 2000 srl, The World Bank, U.A.E Central Bank, UNCTAD ATM s & 4662 electronic POS, dipendenti. 8

9 L ufficio di rappresentanza di Abu Dhabi di Unicredit ha competenza per i sei Paesi del Gulf Cooperation Council, con un particolare focus rivolto all Arabia Saudita. Le attività dell ufficio includono origination ed execution di transazioni relative a Financial Institutions e controparti corporate. Negli EAU sono, inoltre, presenti BNP Paribas e il gruppo Crédit Agricole. In particolare, BNP Paribas è presente con una filiale ad Abu Dhabi e una a Dubai mentre Crédit Agricole è presente con due filiali a Dubai e una ad Abu Dhabi. BANCA TIPOLOGIA CITTA BNP PARIBAS CREDIT AGRICOLE Fonte: ABI FILIALE FILIALE FILIALE FILIALE DIFC - Dubai International Financial Center ABU DHABI DUBAI ABU DHABI DUBAI DUBAI Dubai International Financial Centre (DIFC) Il Dubai International Financial Centre, zona franca on shore ospitata in un'area di 110 ettari nel cuore di Dubai, è stato inaugurato ufficialmente nel settembre 2004 con l obiettivo di attirare le migliori istituzioni finanziarie mondiali e regionali, offrendo una sorta di sportello unico per i servizi finanziari ai potenziali utenti del DIFC. Il centro finanziario di Dubai mira a divenire il centro regionale della finanza internazionale sul modello di Londra, Hong Kong e Singapore, facendo da ponte tra Asia ed Europa e funzionando come porta d accesso per i flussi di capitale da e per la regione, rafforzando così i collegamenti regionali ai mercati internazionali di capitale. Nel settembre 2005 è stata inaugurata anche la borsa di Dubai (Dubai International Financial Exchange DIFX), nuova piazza di riferimento per il Medio Oriente. L' hub finanziario di Dubai conta di attrarre società attive nelle seguenti aree: servizi bancari (investment banking, corporate banking & private banking), mercati dei capitali (equity, strumenti di debito, derivati e commodity trading), gestione degli investimenti finanziari, assicurazione e riassicurazione, finanza islamica, business processing operations e servizi sussidiari. Il DIFC intende inoltre accogliere i fornitori di servizi professionali, le agenzie di valutazione dei crediti, le imprese di servizi professionali, studi legali e fornitori di servizi informativi. Tutte le attività si uniformano ai regolamenti internazionali sotto il controllo della Dubai Financial Services Authority (DFSA), l organismo preposto alla regolamentazione del centro, creato all interno di quest ultimo. Le imprese finanziarie che operano nel DIFC beneficiano dei seguenti incentivi: i) proprietà estera al 100%; ii) assenza di tassazione sul reddito; iii) rete di convenzioni sulla doppia imposizione fiscale; iv) libero rimpatrio del capitale e dei profitti; v) denominazione in dollari delle operazioni; vi) applicazione dei principi fondamentali di integrità e trasparenza; vii) applicazione della normativa antiriciclaggio e rigida supervisione degli operatori che fanno parte del DIFC; viii) infrastrutture moderne e tecnologicamente avanzate. 9

10 Presenza nel resto dei Paesi GCC Le banche italiane operano negli altri paesi del Golfo attraverso accordi di collaborazione con banche locali o per il tramite di capogruppo estere. In particolare, BNL-BNP Paribas e Crédit Agricole operano in Bahrein, Kuwait e Qatar con 5 filiali, 1 ufficio di rappresentanza e 1 unità di offshore banking. 1.2 Accordi di collaborazione In generale le banche italiane vantano ottimi rapporti di collaborazione con le controparti saudite ed emiratine e non segnalano particolari problematiche. In particolare, da un indagine effettuata presso il Gruppo di lavoro Relazioni Internazionali composto dai maggiori gruppi bancari italiani, è emerso che alcune banche hanno stipulato accordi di collaborazione con controparti bancarie dei due paesi al fine di sviluppare il business (assistenza generale alla rispettiva clientela nelle transazioni commerciali e finanziarie, accesso facilitato ai servizi finanziari prestati dalla controparte locale con cui è in essere l accordo, concessione di finanziamenti eventualmente contro garantiti dall Italia, o emissione di garanzie in favore della propria clientela sul mercato locale, grazie all intervento della banca corrispondente). Più in particolare: Arabia Saudita: quattro gruppi bancari italiani hanno stipulato accordi di collaborazione con Riyad Bank, Arab National Bank, Banque Saudi France; EAU: un gruppo bancario italiano ha in essere un accordo di collaborazione con Commercial Bank of Dubai. Il supporto del settore bancario La presenza diretta, le partecipazioni e gli accordi di collaborazione con gli intermediari locali, consentono alle banche italiane di offrire numerosi servizi alla clientela che desidera operare con l area del Golfo. Principali prodotti offerti dalle banche in Arabia Saudita e negli EAU Trade finance & Project financing Servizi di tesoreria Prestiti sindacati Sistemi di pagamento cross-border Finanziamenti a mlt con/senza coperture Sace Retail banking Investment banking Private banking Islamic banking Asset management Consulenza investitori locali Capital market Ricerche di mercato Risk management 10

11 1.3 Dati sull operatività delle banche italiane Al fine di disporre di un quadro dettagliato ed aggiornato circa l operatività dell industry bancaria con i paesi in questione, nel mese di agosto 2010 l ABI ha condotto una specifica indagine presso il Gruppo di Lavoro Relazioni Internazionali, composto dalle maggiori banche più attive sui mercati esteri. Nella tabella che segue sono riportati i risultati quantitativi dell indagine, alla quale hanno risposto dieci tra i maggiori gruppi bancari. Arabia Saudita Plafond Complessivo (mln di ) Plafond utilizzato (totale impegni in essere e disponibilità a (mln di ) Agosto 2010) con Sace senza Sace Totale con Sace export altro senza Sace export altro Totale Util./ Totale Totale a breve 15, , ,7 0,1 0,1 0, ,2 664,3 384, ,3 71% Totale a m.l.t. 0,5 779,4 779,9 0,0 0,0 0,0 283,2 14,2 269,0 283,2 36% Totale* 15, , ,5 0,1 0,1 0, ,4 678,5 653, ,5 59% (*) Si segnala che il plafond SACE a medio-lungo è comprensivo di alcuni importi utilizzabili anche sul breve termine. Complessivamente risulta un plafond stanziato per l Arabia Saudita di 2.263,5 milioni di euro, di cui 1.332,5 milioni utilizzati (59% del totale). Pressoché la totalità del plafond stanziato (99% del totale) non prevede copertura assicurativa ed è allocato per il 72% sul breve termine, prevalentemente con finalità export. Il plafond SACE rappresenta l 1% del plafond totale, è per il 97% allocato sul breve termine e per la restante parte per il medio-lungo termine. Per quanto riguarda il livello di utilizzo delle risorse, quasi la totalità del plafond utilizzato (pari a circa 1.332,4 milioni di euro) è senza copertura SACE: il 79% di questo è impiegato nel breve termine, di cui il 51% per finalità export (664,3 milioni di euro). Con riferimento alle indicazioni settoriali fornite dalle banche interpellate, le attività maggiormente finanziate sono le esportazioni nei settori di Oil & gas, settore delle utilities e telecomunicazioni, macchinari, mobili e calzature. 11

12 Emirati Arabi Uniti Plafond Complessivo (mln di ) Plafond utilizzato (totale impegni in essere e disponibilità a (mln di ) Agosto 2010) con Sace senza Sace Totale con Sace export altro senza Sace export altro Totale Util./ Totale Totale a breve 15, , ,8 0,1 0,1 0, ,4 662,9 384, ,5 70% Totale a m.l.t. 0,5 577,0 577,5 0,0 0,0 0,0 281,3 12,3 269,0 281,3 49% Totale* 15, , ,3 0,1 0,1 0, ,7 675,2 653, ,8 64% (*) Si segnala che il plafond SACE a medio-lungo è comprensivo di alcuni importi utilizzabili anche sul breve termine. Complessivamente risulta un plafond stanziato per gli EAU di 2.068,3 milioni di euro, di cui 1.328,8 milioni utilizzati (64% del totale). Pressoché la totalità del plafond stanziato (99% del totale) non prevede copertura assicurativa ed è allocato per il 65% sul breve termine, prevalentemente con finalità export. Il plafond SACE rappresenta l 1% del plafond totale, è per il 97% allocato sul breve termine e per la restante parte per il medio-lungo termine. Si rileva che quasi la totalità delle risorse è impiegata senza copertura SACE (1.332,4 milioni di euro): il 79% del totale è impiegato nel breve termine, di cui il 51% per finalità export (678,5 milioni di euro). Con riferimento alle indicazioni settoriali fornite dalle banche interpellate, le attività maggiormente finanziate sono le esportazioni nei settori di Oil & gas, settore delle utilities e telecomunicazioni, macchinari, mobili e calzature. 1.4 Esposizione del sistema bancario italiano L esposizione rilevata dalla Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI) comprende l insieme dei crediti vantati da banche italiane verso soggetti esteri nonché i crediti vantati dalle dipendenze estere di banche italiane denominati in valuta estera ed in valuta locale. I dati riportati nei grafici rappresentano una proxy dell esposizione complessiva effettivamente riconducibile al sistema bancario italiano, in quanto comprende solo attività per cassa (e non impegni di firma) e non include le operazioni che transitano attraverso sussidiarie estere di banche italiane, collocate in Paesi terzi rispetto a quelli di residenza dei debitori finali. 12

13 Arabia Saudita Secondo i più recenti dati della BRI, a fine marzo 2010, l esposizione del sistema bancario italiano verso l Arabia Saudita era pari a 606 milioni di USD3, equivalente al 0,3% dell esposizione italiana verso il totale dei Paesi in Via di Sviluppo e al 4,2% di quella verso i paesi Africa e Medio Oriente. Alla stessa data l esposizione della Spagna risultava pari a 215 milioni di USD, la Francia era esposta per 17,122 miliardi di USD, la Germania per 4,770 miliardi di USD, l Austria per 617 milioni di USD, il Regno Unito per 8,647 miliardi di USD e gi Stati Uniti per 4,275 miliardi di USD ,606 0,215 ESPOSIZIONE CREDITIZIA (miliardi di USD - marzo 2010) 17,122 4,770 0,617 8,647 ITALIA SPAGNA FRANCIA GERMANIA AUSTRIA REGNO UNITO 4,275 STATI UNITI Fonte: elaborazione su dati BRI EAU La BRI non rileva l esposizione del sistema bancario italiano verso gli EAU. A marzo 2010 l esposizione della Spagna verso gli EAU risultava pari a 1,217 miliardi di USD, la Francia era esposta per 11,724 miliardi di USD, la Germania per 9,970 miliardi di USD, l Austria per 2,114 miliardi di USD, il Regno Unito per 52,536 miliardi di USD e gi Stati Uniti per 12,830 miliardi di USD. 3 L importo registrato dalla BRI risulta essere inferiore rispetto a quanto rilevato da ABI in termini di esposizione in quanto le statistiche BRI non comprendono garanzie e impegni creditizi e sono altresì corrette per i trasferimenti netti di rischio. 13

14 ESPOSIZIONE CREDITIZIA (milioni di USD - marzo 2010) n.a ITALIA SPAGNA FRANCIA GERMANIA AUSTRIA REGNO UNITO STATI UNITI Fonte: elaborazione su dati BRI 1.5 Profilo di rischio Rating (ottobre 2010) Arabia Saudita S & P AA- n.a. Fitch AA- Stable EAU Foreign Outlook Foreign Outlook AA (Abu Dhabi) A (Ras al Khaimah) AA (Abu Dhabi) A (Rasi al Khaimah) n.a. Stable Moody s Aa3 * Stable Aa2 ** Stable Scala rischio paese SACE M1 Stable Categoria OCSE 2/7 M1 *** (Abu Dhabi) M1 (Ras al Khaimah) 3/7 (Abu Dhabi) 3/7 (Ras al Khaimah) Stable *) sulla scala di rating S&P e Fitch Aa3 equivale a AA-. **) sulla scala di rating S&P e Fitch Aa2 equivale a AA. ***) Il modello di rischio SACE si compone di tre classi di rischio (L=low M=medium H=high) ciascuna delle quali è a sua volta suddivisa in tre sottocategorie (1-2-3) Arabia Saudita Le agenzie Standard & Poor s, Fitch e Moody s assegnano all Arabia Saudita un rating pari a AA- con outlook stabile. Per quanto riguarda la valutazione del rischio Paese effettuata dalla SACE, l Arabia Saudita si colloca nella categoria di rischio pari a M1 con outlook stabile mentre la categoria OCSE la colloca nella classe di rischio 2. 14

15 EAU Le agenzie Standard & Poor s, Fitch e Moody s assegnano agli EAU un rating pari a AA con outlook stabile per quanto riguarda Abu Dhabi e A per quanto riguarda Ras al Khaimah. La SACE colloca gli EAU nella categoria di rischio pari a M1 con outlook stabile mentre la categoria OCSE colloca gli EAU nella classe di rischio 3 (Abu Dhabi e Ras al Khaimah). 2. Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo (GCC) a confronto: elementi di approfondimento sull evoluzione del sistema bancario e finanziario 2.1 Consiglio di cooperazione del Golfo (GCC) Il Consiglio di cooperazione del Golfo (GCC) è stato costituito nel 1981 da Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Kuwait, Bahrain, Oman e Qatar 4 con l'obiettivo di promuovere l'integrazione economica, sociale e culturale, la collaborazione scientifica e tecnologica, nonché la cooperazione nella politica estera e di sicurezza tra i sei Stati della Penisola Arabica 5. In particolare, l organizzazione regionale mirava al progressivo abbattimento delle barriere doganali, all introduzione di una moneta unica e anche alla costituzione di una forza armata comune, in modo da poter assicurare condizioni di pace e sicurezza e controbilanciare il potenziale peso nell area di Paesi limitrofi. Nonostante gli ambiziosi obiettivi iniziali, dal 1981 ad oggi i sei Paesi del Golfo non sono riusciti a realizzare tutti gli impegni previsti a causa di numerosi rallentamenti burocratici e dell assenza di una volontà politica comune. L unione doganale è stata realizzata ufficialmente nel 2003, mentre altre questioni, quali la realizzazione dell unione monetaria, sono state rinviate per anni. Al momento quattro Paesi, ovvero Arabia Saudita, Bahrein, Kuwait e Qatar, hanno firmato l accordo per la realizzazione dell unione monetaria, inizialmente prevista entro la fine del 2010, ma prorogata al Nonostante i Paesi GCC siano prossimi ad un accordo sui criteri di convergenza da stabilire, in vista del progetto di introduzione di una moneta unica - e pressoché la totalità dei Paesi li soddisfi già oggi 7 - permane ancora la necessità di individuare adeguate soluzioni istituzionali per la sua implementazione, in primis con riferimento all adozione di 4 Lo Yemen sta negoziando il suo ingresso nel GCC previsto per il La somma del PIL dei sei Paesi GCC è pari a miliardi di dollari, per un totale di 37,5 milioni di abitanti, con un prodotto interno lordo pro-capite di 28,3 mila dollari all anno (dati GCC 2008). Per il 2010 ed il 2011, si prevedono tassi di crescita complessivi del 4,4% e del 4,7%, in netta ripresa rispetto a 0,3% registrato nel Fonte: Institute of International Finance. 6 Oman e EAU potranno aderire all Unione monetaria successivamente. 7 Si tratta di indicatori soglia relativi al tasso di inflazione (< 2% Deviazione Media Paesi GCC), al tasso di interesse (<2% sopra media dei 3 Paesi GCC più bassi), al deficit fiscale (<3% del PIL), al debito pubblico (Max 60%del PIL), alle riserve ufficiali (almeno pari a 4 mesi di importazioni). 15

16 una politica monetaria comune, nonché l esigenza di risolvere problematiche tecniche, quali lo sviluppo di un sistema di pagamento comune ed efficiente, l armonizzazione delle rilevazioni statistiche ecc; è invece pienamente realizzata la mobilità intraregionale di beni, lavoro e capitale Struttura e assetti proprietari dei sistemi bancari dei Paesi GCC Il settore finanziario dei Paesi GCC è dominato dal comparto bancario: secondo gli ultimi dati del Fondo Monetario Internazionale (FMI), nel 2008 la percentuale di asset complessivi sul PIL nell area GCC oscillava tra il 66% in Oman e il 258% in Bahrain (cfr. tabella). Inoltre, il settore bancario dei Paesi GCC è concentrato: le principali 5 banche locali pesano in tutti i 6 Paesi per il 50-80% degli asset totali di settore. Tab. 1 - Asset bancari in % del PIL ( ) Bahrain Kuwait Oman Qatar Arabia EAU Saudita * *L incremento di asset avvenuto in Bahrain nel 2007 è dovuto alla concessione di licenze per retail banking ad intermediari che svolgevano altra attività. Fonte:IMF, The GCC Banking Sector: Topography and Analysis Aprile 2010 Come emerge dalla tabella sottostante, la partecipazione del Governo nei sistemi bancari dei singoli Paesi del Golfo rimane ancora relativamente importante, poiché, sulla base degli ultimi dati disponibili del FMI (2007) 9, essa oscilla tra il 13% in Kuwait e il 52,3% negli Emirati Arabi Uniti. Nel 2009, secondo la società Sintesi , la quota pubblica negli EAU e in Arabia Saudita, ammontava rispettivamente al 62% e al 52% degli asset di settore. 8 Fonte: IIF, GCC Regional Overview - Maggio Le stime del FMI relative agli assetti proprietari si basano su dati del 2007 per evitare di prendere in considerazione le iniezioni di capitali dei Governi degli EAU e del Qatar del , considerate come temporanee. Fonte: IMF, The GCC Banking Sector: Topography and Analysis Aprile Sintesi 2000 srl è una società specializzata nella consulenza e assistenza a società bancarie e/o finanziarie per l impostazione, lo sviluppo e la gestione dell attività internazionale e la fornitura di servizi internazionali. Il capitale della società è suddiviso in quote paritetiche tra Banca Popolare dell Emilia Romagna, Banca Popolare di Sondrio e Veneto Banca. 16

17 Paesi Tab. 2 - Struttura del sistema bancario Paesi GCC Pubblico Domestico Privato Estero Governo Quasi Famiglia Non Totale Totale GCC Governo* reale GCC Totale Bahrain 9,0 11,4. 20,4 41,8 34,7 3,1 37,8 Kuwait 12,0 1,0. 13,0 87,0... Oman 10,0 19,0 1,0 30,0 40,0 14,0 16,0 30,0 Qatar 20,4 0,3. 20,7 75,6 3,7 0,0 3,7 Arabia Saudita 18,0 17,0. 35,0 52,0. 13,0 13,0 EAU 41,5 0,5 10,3 52,3 47,6. 0,2 0,2 *include fondi pensione pubblici e di previdenza sociale. Fonte: IMF, The GCC Banking Sector: Topography and Analysis Aprile 2010 Tale struttura rispecchia la regolamentazione in vigore nell area del Golfo. Permangono, infatti, ostacoli all accesso al mercato, quali restrizioni alla concessione di licenze per le banche estere, incluse quelle provenienti da altri Paesi GCC, nonché (con la sola eccezione del Bahrein), limitazioni all acquisto di partecipazioni in intermediari locali: la partecipazione massima consentita è del 30% in Oman, 49% in Kuwait e Qatar, 40% negli EAU e in Arabia Saudita 11. Sempre secondo le ultime stime del FMI, a fine 2007 (ultimo anno disponibile prima delle iniezioni di capitale conseguenti alla crisi e considerate temporanee dagli analisti del FMI e quindi non prese in considerazione nell analisi) la presenza di banche estere era ancora limitata e pesava solo per il 2% del totale asset in Arabia Saudita, il 12% in Oman, il 10% in Qatar e in Kuwait. D altra parte, in Bahrein e gli EAU, vi era una presenza numerosa di banche estere, che pesavano rispettivamente per il 57% e 21% degli asset di settore 12. Secondo le più recenti stime della società Sintesi basate su un campione di banche che rappresenta oltre il 95% degli assets di settore del sistema bancario locale - a dicembre del 2009, gli assets delle banche estere pesavano rispettivamente per il 22,42% e l 1,47% del totale in Arabia Saudita e negli EAU. Ulteriore tratto distintivo del settore bancario dei Paesi del Golfo è la graduale espansione dell attività e della presenza diretta in mercati limitrofi, anche favorita dalle prospettive di creazione di un mercato comune ed una moneta unica. Al miglioramento della competitività ha contribuito anche la creazione di centri finanziari regionali, finalizzata all attrazione delle migliori istituzioni finanziarie internazionali 11 Secondo l ultimo rapporto del FMI The GCC Banking Sector: Topography and Analysis, l Arabia Saudita applicherebbe un limite del 60% per gli operatori provenienti dai Paesi membri del Consiglio di Cooperazione del Golfo. Tuttavia tale informazione è stata smentita dalla Saudi Arabai Monetary Agency (SAMA). 12 Al fine di non prendere in considerazione le iniezioni di capitale del 2008 e del 2009, considerate come temporanee. le stime del FMI si basano sui dati del

18 attraverso l offerta di numerosi incentivi (proprietà estera, tassazione sul reddito esento o ridotta, libero rimpatrio del capitale e dei profitti, infrastrutture moderne e tecnologicamente avanzate). In particolare, si tratta del Dubai International Financial Center DIFC, del Qatar Financial Center (QFC) e del Bahrain Financial Harbor (BFH). 2.3 Effetti della crisi finanziaria internazionale e misure adottate (cenni) Negli ultimi anni l economia del mondo arabo, ivi inclusa l industria bancaria, ha attraversato una fase di notevole sviluppo, sorretta sia dal prezzo elevato del petrolio - che ha consentito di sostenere spesa pubblica, produzione e esportazioni 13 e attrarre capitali dall estero - sia dalle riforme strutturali attuate dai Governi locali. Nel periodo i Paesi GCC sono cresciuti in media del 7%, per subire poi una forte battuta d arresto a seguito della crisi finanziaria (facendo registrare una crescita dello 0,3%). In particolare, nel 2009, il PIL collegato alla produzione di idrocarburi si è contratto dell 8% in Arabia Saudita, EAU e Kuwait. Il settore non-oil invece, dove è impiegata più del 95% della forza lavoro, è cresciuto del 2,7% nel 2009 (dall 8% nel 2008). Gli effetti della crisi finanziaria internazionale si sono propagati ai Paesi GCC principalmente attraverso tre canali: a) l inasprimento delle condizioni di finanziamento esterno, conseguente alla tensione di liquidità sui mercati internazionali; b) la diminuzione dei prezzi del petrolio (da 98 a 61 USD per barile nel biennio ), c) l obbligo, imposto dall OPEC, di limitare la produzione di petrolio, adeguandola al forte calo della domanda mondiale. Dal 2008 al 2009 il PIL nominale dell area GCC si è ridotto da a 849 miliardi di USD. Tuttavia, l impatto complessivo sull economia reale è stato contenuto anche grazie alle misure attuate dai Governi dei singoli Paesi. Le previsioni per il biennio indicano infatti una ripresa, con un tasso di crescita del PIL pari rispettivamente a 4,4% e a 4,7% 14. Anche l industria bancaria del mondo arabo ha saputo contrastare gli effetti della crisi grazie agli interventi tempestivi delle Autorità locali, volti a garantire il corretto funzionamento dei mercati finanziari (cfr. tabella 3), quali iniezioni di liquidità o acquisto di equity accompagnate da misure di stimolo fiscale e politiche monetarie espansive. 13 I Paesi GCC controllano circa il 40% delle riserve di petrolio e il 25% di quelle di gas. Inoltre la capacità produttiva delle regione è passata da 2 a 5 milioni di barili al giorno nel corso degli ultimi due anni. 14 Fonte: IIF GCC Regional Overview, Maggio

19 Tab. 3 - Risposta alla crisi finanziaria globale Schemi di Iniezione di Iniezione di Equity garanzia liquidità * capitali purchase sui depositi Politica monetaria espansiva Bahrain x x x Kuwait x x x x x Oman x x x Qatar x x x x Arabia Saudita x x x x EAU x x x x x Fonte: Institute of International Finance, GCC Regional Overview, Maggio 2010 Stimolo fiscale 2.4 Evoluzione e performance dell industry bancaria nei Paesi del Golfo Le più recenti analisi del FMI 15 dimostrano che le caratteristiche dei sistemi bancari dei Paesi del Golfo (cfr. paragrafo 2.2) hanno avuto un ruolo fondamentale nella capacità di ripresa della crisi finanziaria dimostrata dalle banche locali. In primo luogo, la predominanza di banche domestiche nella regione ha minimizzato diretti spillovers crossborder attraverso il canale proprietario; in secondo luogo, l elevata quota di attività tradizionali sui libri delle banche ha limitato a pochi casi isolati le perdite derivanti da esposizioni a prodotti strutturati e derivati. Infine, i settori bancari hanno potuto beneficiare del buffer costituito dagli elevati profitti e dall altro livello di capitalizzazione raggiunto negli anni immediatamente precedenti la crisi (cfr. paragrafo 2.5). Ciò non significa peraltro che gli istituti bancari della regione non abbiano attraversato difficoltà, anche in conseguenza di alcuni elementi di fragilità che sono emersi con la crisi finanziaria internazionale; tra questi, in particolare, il crescente ricorso al finanziamento esterno 16, la concentrazione dei rischi e le elevate esposizioni verso il settore immobiliare e delle costruzioni, la vulnerabilità alle quotazioni azionarie. Durante il periodo il boom nei prezzi del petrolio, una spesa pubblica prociclica e l abbondante liquidità, accompagnata dal clima di fiducia nel mercato da parte di investitori e consumatori, aveva stimolato una rapida crescita nel settore non-oil e un incremento marcato nell offerta di credito, che hanno indotto, in alcuni casi, la creazione di squilibri (es.: bolle speculative). La crescita del credito (cfr. grafico 1) era stata finanziata principalmente da una raccolta domestica (depositi) abbastanza stabile ma il più volatile finanziamento esterno andava assumendo un peso crescente. La recessione globale del ha invertito la 15 Si riporta nel seguito la sintesi delle analisi proposte da Abdullah Al-Hassan, May Khamis e Nada Oulili nel paper The GCC Banking sector: Topography and Analysis, Aprile Le passività contratte sul mercato estero che sono aumentate di 4 volte dal 2003 al 2008, raggiungendo 103 miliardi di USD. Fonte IMF, The Banking Sector: Topography and Analysis, Aprile

20 tendenza, attraverso la riduzione delle entrate petrolifere, l inversione dei flussi di capitale speculativi e la maggiore difficoltà nel rinnovo dei finanziamenti esterni. In questo quadro, la fase di difficoltà attraversata dagli istituti di credito dei Paesi GCC si è manifestata con una forte diminuzione dei profitti netti bancari, che si sono infatti ridotti complessivamente del 16% circa (da 19,7 a 16,5 miliardi di USD) nel periodo e del 21% da settembre 2008 a settembre 2009 (da 17,2 a 13,7 miliardi di USD). Tab. 4 - Profitti netti bancari Paesi di Gulf Cooperation Council (GCC) USD Mln M-08 9M-09 Arabia Saudita (% su tot. profitti) Kuwait (% su tot. profitti) Abu Dhabi (% su tot. profitti) Dubai (% su tot. profitti) Bahrain (% su tot. profitti) Oman (% su tot. profitti) Qatar (% su tot. profitti) (53%) (19%) 882 (10%) 426 (5%) 264 (3%) 172 (2%) 552 (7%) (50%) (16%) (15%) 926 (7%) 360 (3%) 283 (2%) (8%) (52%) (16%) (11%) (9%) 500 (3%) 366 (2%) (8%) (41%) (18%) (12%) (12%) 680 (3%) 466 (2%) (11%) (43%) (7%) (14%) (14%) 604 (4%) 509 (3%) (17%) (37%) (18%) (12%) (13%) 667 (4%) 449 (3%) (13%) (44%) (8%) (13%) (13%) 414 (3%) 383 (3%) (15%) Totale Profitti Y-o-Y Change -- 69% 27% 9% -16% % Fonte: Bank s Statements & KAMCO Reseach, Febbraio 2010 Credito all economia e finanza islamica Con riferimento al credito all economia, nel periodo l offerta di credito al settore privato nell area GCC è cresciuta ad un tasso annuo medio del 30%. In particolare, il Qatar e gli EAU hanno fatto registrare tassi pari rispettivamente al 45% e al 35%, mentre l Oman si è mantenuto sul 20%. 20

21 Graf. 1 GCC: Tasso di crescita annuo dei finanziamenti al settore privato ( ) % Bahrein Kuwait Oman Qatar Arabia Saudita EAU Fonte: IMF, The GCC Banking sector: topography and analysis, Aprile 2010 Nel 2008 il rapporto finanziamenti al settore privato sul PIL era pari all 80% negli EAU, al 79% in Bahrein, al 55% in Kuwait, al 45% in Qatar e al 40% sia Arabia Saudita che in Oman. La crescita del credito è stata alimentata in modo significativo da passività contratte sul mercato estero, che sono aumentate di 4 volte dal 2003 al 2008, raggiungendo 103 miliardi di USD. La maggior parte delle emissioni di debito sono state fatte da Bahrein, Arabia Saudita e EAU. Nel 2009, al seguito della crisi, il tasso di crescita complessivo dei finanziamenti al settore privato è sceso al 3%, riflettendo un rallentamento sia nella domanda che nell offerta di credito. A causa di tale rallentamento, i tassi di crescita dei depositi hanno superato quelli del credito, migliorando gli indici di liquidità dell area. I finanziamenti rappresentano la componente fondamentale degli attivi, seguiti in misura minore da investimenti in attività finanziarie. Negli EAU e in Arabia Saudita, i finanziamenti e i prodotti di islamic finance costituiscono tra il 50% e il 71% del portafoglio bancario, mentre i titoli pesano in media per il 18% (dall 8% del Qatar fino al 23% in Arabia Saudita). L offerta di prodotti finanziari nei Paesi del Golfo è stata ampliata significativamente dal crescente ruolo degli strumenti rispondenti ai principi della finanza islamica e le banche islamiche pesano oggi complessivamente per il 24% circa degli asset bancari della regione GCC. Secondo gli ultimi dati del FMI, nel 2004 la quota di mercato della finanza non convenzionale nei Paesi GCC oscillava tra il 5-24% per raggiungere un range tra l 11% e il 35% a fine L Oman è escluso dell analisi poiché non vi sono banche sharia compliant. Fonte:IMF working Paper, The effects of the Global Crisis on Islamic and Conventional Banks: A comparative Study, Settembre 2010). 21

22 Tab. 5 Quota di mercato e tasso di crescita degli assets delle banche islamiche e delle banche convenzionali (%) Quota di Tasso di crescita Tasso di crescita degli mercato degli assets assets (sistema bancarioincluse Periodo 2008 (banche islamiche) banche islamiche) Arabia Saudita* 35 33,4 19, Bahrain 29,9 37,6 9, EAU 13,5 59,8 38, Kuwait 29,0 28,3 19, Qatar 11,5 65,8 38, Media Paesi GCC** 23,8 45,0 24,8 *include islamic windows**l analisi non comprende l Oman dove non vi sono banche islamiche. Fonte: IMF working Paper, The effects of the Global Crisis on Islamic and Conventional Banks: A comparative Study, Settembre 2010 Performance del sistema bancario: ROE e ROA La crisi finanziaria ha avuto ripercussioni anche sulla redditività delle banche di tutti i Paesi GCC, come emerge dal grafico sottostante, che evidenzia una forte diminuzione del Return on Average Equity (ROAE). Prima della crisi il ROAE dei Paesi dell area oscillava tra il 16% e il 24%, per successivamente attestarsi tra il 6% e il 13,7% nel terzo trimestre del Più in particolare, il ROAE dell Arabia Saudita si è dimezzato, passando dal 24% nel 2007 al 17% nel 2008, per ridursi ulteriormente fino al 13% a settembre Anche negli EAU, ed in particolare ad Abu Dhabi e a Dubai, vi è stata una netta riduzione del ROAE, rispettivamente dal 20% al 9,7% e dal 21% all 11,3%. 30% Graf. 2 Return on Average Equity (ROAE) nei Paesi GCC 25% 20% 15% 10% 24% 17% 13% 23% 6% 7% 21% 20% 18% 16% 16% 16% 13% 11,3% 9,70% 8,9% 14% 9,8% 23% 21% 13,7% 5% 0% Arabia Saudita Kuwait Abu Dhabi Dubai Bahrain Oman Qatar M-09 Fonte: Bank s Financial Statement & KAMCO Research - Febbraio

23 Anche l indice Return on Asset (ROA) ha subito una diminuzione a seguito della crisi e, secondo gli ultimi dati disponibili, nel 2008 era a quota 1,3% in Bahrein, 3,2% in Kuwait, 1,7% in Oman, 2,9% in Qatar, 2,3% in Arabia Saudita e negli EAU. Non Performing Loans (NPL) La qualità degli assets delle banche dei Paesi GCC è migliorata notevolmente negli ultimi 7 anni; a partire dal anno in cui vi erano percentuali con due cifre decimali il rapporto dei crediti in sofferenza sul totale dei crediti ha fatto registrare un trend decrescente, (dovuto peraltro anche all aumento del volume dei finanziamenti) fino a raggiungere il 2% nel A seguito della crisi finanziaria tuttavia, come evidenziato nella tabella sottostante, il peso dei Non Performing Loans nella regione è raddoppiato, passando dal 2% al 4% nel Con particolare riferimento all Arabia Saudita e agli EAU, nel 2009 i livelli di NPL erano pari rispettivamente a 3,5% e a 4,3%. Tab. 6 - Non Performing Loans (NPL) (stime) Arabia Saudita 5,4 2,8 1,9 2,0 2,1 1,4 3,5 Bahrain 10,3 7,6 5,8 4,8 3,2 3,1 6,4 EAU 14,3 12,5 8,3 6,3 2,9 2,5 4,3 Kuwait 6,1 5,3 5,0 3,9 3,2 3,1 6,4 Qatar 8,1 6,3 4,3 2,2 1,5 1,2 2,0 Oman 12,8 11,0 7,0 4,9 3,2 2,1 2,9 Fonte: Institute of International Finance, GCC Regional Overview, Maggio

24 Graf. 3 Non Performing Loans (NPL) Bahrain Giordania United Arab Emirates Singapore Arabia Saudita Kuwait Qatar Oman Egitto Libano Tunisia Marocco % I Paesi GCC sono evidenziati in rosso Fonte: Institute of International Finance, GCC Regional Overview, Maggio Secondo alcuni analisti del FMI 18 permane il rischio che i livelli di NPL continuino ad aumentare nell area, fintanto che la crisi avrà ripercussioni sui sistemi bancari; il rischio che tale peggioramento si verifichi è maggiore nei Paesi che hanno fatto registrare un espansione repentina del credito e nei mercati che puntano sui settori delle costruzioni o del real estate 19, comparti maggiormente colpiti dalla crisi. 2.5 Prospettive di applicazione dell Accordo di Basilea 2 e utilizzo degli IFRS (cenni) Come illustrato nei paragrafi precedenti, complessivamente il sistema bancario dei Paesi GCC ha risentito degli effetti della crisi internazionale in modo contenuto e ciò anche grazie ad elevati livelli di capitalizzazione, nonché all allineamento dell infrastruttura regolamentare agli standard internazionali. L area GCC ha adottato l Accordo sul Capitale di Basilea II a fine L Arabia Saudita ha mantenuto all 8% l indice minimo di capitalizzazione ponderato per il grado di rischio dell attivo. In Oman e Qatar, invece, l indice è pari al 10%, mentre in Bahrain e in Kuwait 18 IMF, The GCC Banking sector: topography and analysis, Aprile Nel 2009 il prezzo medio delle abitazioni è sceso del 50% a Dubai, del 25% in Kuwait e del 10% in Qatar, mentre è rimasto stabile in Arabia Saudita, Abu Dhabi e Oman. Tali variazioni sono dovute principalmente alla forte riduzione della domanda e alle difficoltà nell ottenimento di finanziamenti. Fonte: Institute of International Finance, Gulf Cooperation Council Regional Overview, Maggio

25 è stato fissato al 12%. A seguito della crisi gli EAU hanno innalzato il CAR dal 10% all 11% (settembre del 2009), per poi aumentarlo al 12% nel giugno Tab. 7 - Capital Adequacy Ratio (CAR), Arabia Saudita 19,4% 17,8% 17,8% 21,9% 20,6% 16,0% Bahrain 23,8% 25,7% 26,9% 22,0% 21,0% 18,1% Emirati Arabi Uniti 18,9% 16,9% 17,4% 16,6% 14,0% 13,3% Kuwait 18,4% 17,3% 21,3% 21,8% 18,5% 16,0% Qatar 25,3% 24,9% 24,8% 13,5% 12,2% 15,1% Oman 17,6% 17,6% 18,5% 17,2% 15,8% 14,7% Fonte: IMF The GCC Banking Sector: Topography and Analysis Aprile 2010 Come indicato nella tabella che precede e nel grafico sottostante, nel 2009 l indice medio CAR nei Paesi GCC oscillava tra il 15,7% dell Oman e il 19,8% del Bahrein, con una media regionale del 17%, più elevata rispetto ad altre economie rappresentate nell istogramma (15,8%). In particolare, il CAR degli EAU, in forte declino nel ,3%, il più basso dell area-, è aumentato notevolmente nel 2009, fino a raggiungere uno dei livelli più elevati (18,6%) grazie alle iniezioni di capitale realizzate dal Governo nel corso dell anno 21. Secondo gli ultimi dati della Banca Centrale degli EAU, a giugno del 2010, il CAR delle banche locali ammontava in media a 20,4%. In Arabia Saudita, per contro, il livello CAR non ha subito variazioni rilevanti e si è mantenuto intorno al 16%. 20 Si segnala che nel 2005 il CAR degli EAU era pari al 17%. 21 Il governo ha autorizzato le banche locali a convertire in prestito subordinato i depositi ricevuti dal Ministero delle Finanze. Per ottenere tale forma di supporto statale, le banche dovevano avere, alla data dal 30 giugno 2009, un tier 1 ratio minimo dell 11%, da portare al 12% a giugno

26 Graf. 4 Capital Adequacy Ratio (%) Bahrain Giordania United Arab Emirates Singapore Arabia Saudita Kuwait Qatar Oman Egitto Libano Tunisia Marocco I Paesi GCC sono evidenziati in rosso. Fonte: Gulf Cooperation Council Regional Overview, Institute of International Finance, Maggio Per quanto riguarda infine i principi contabili internazionali IAS/ISFS, sono stati introdotti negli EAU e n Arabia Saudita rispettivamente nel 1999 e nel FOCUS ARABIA SAUDITA: elementi di approfondimento sull evoluzione del sistema bancario e finanziario 3.1 Struttura e assetti proprietari del sistema bancario saudita Il settore bancario saudita, inizialmente chiuso e dominato da banche statali, ha subito rapidi cambiamenti, attraendo negli ultimi anni un crescente numero di istituzioni bancarie internazionali. A fine 2009 il settore bancario era composto da 23 istituti, 12 banche locali e 11 filiali di banche estere. Secondo gli analisti del Fondo Monetario Internazionale 22 (ultimo dato disponibile al 2008), se paragonato ad altre economie del Gulf Cooperation Council, il settore bancario saudita presenta dimensioni relativamente contenute rispetto all economia del Paese, con asset pari al 68% del PIL (cfr. tabella 1). 22 Fonte: The GCC Banking Sector: Topography and Analysis WP/10/87 26

27 Peraltro, per totale asset, esso è il maggiore tra i Paesi GCC: secondo gli ultimi dati disponibili della Banca Centrale saudita, la Saudi Arabia Monetary Agency (SAMA) 23, a marzo 2010 essi ammontavano a miliardi di riyāl (SR) (367 miliardi di USD), in aumento del 4% rispetto all anno precedente. Per quanto riguarda la composizione degli asset, circa il 53% è riconducibile a finanziamenti al settore privato, il 13% a finanziamenti al settore pubblico, il 15% a foreign asset, mentre la percentuale rimanente comprende riserve obbligatorie. Le prime quattro banche locali (National Commercial Bank, Samba Financial Group, Riyad Bank e Al Rajhi Bank), di cui tre pubbliche, pesano per circa il 60% degli asset complessivi di settore. Le principali banche del Paese sono, infatti, statali; lo Stato controlla 5 banche (National Commercial Bank, Samba Financial Group, Riyadh Bank, The Saudi Investment Bank e Alinea Bank) per un totale di circa il 52% degli assets di settore, a cui si aggiungono partecipazioni di minoranza in altre banche locali. Le Autorità saudite hanno come obiettivo quello di far diventare Riyadh un hub finanziario della regione al pari di altri centri, già riconosciuti a livello mondiale, quali Bahrain, Dubai e Qatar, in rapida espansione. Tuttavia, lo scoppio della bolla speculativa sulla Saudi Stock Exchange (Tadawul) 24 nel 2006, nonché gli effetti della recente crisi, hanno contribuito al rallentamento dell economia saudita e della performance del settore bancario e finanziario. L andamento del settore bancario rimane, infatti, strettamente connesso ai ricavi provenienti dal petrolio 25, driver principale dell economia del Paese, i cui profitti, dopo aver raggiunto il loro apice nel 2005 (+54%) grazie all incremento del prezzo del greggio, hanno fatto registrare un declino continuo nel triennio (-27%). Parallelamente, nel biennio , anche il tasso di crescita del settore finanziario saudita ha fatto registrare un rallentamento, passando dal 2,8% e all 1,8% La Saudi Arabian Monetary Agency (SAMA) è la Banca Centrale Saudita che controlla le emissioni di moneta, gestisce le entrate di valuta, regola e controlla il sistema bancario ed il mercato azionario. (Decreto reale del 1966). 24 La Saudi Stock exchange, chiamata anche Tadawul, è una delle maggiori Borse Valori della regione del Golfo con, nel 2009, una capitalizzazione di mercato pari a 313 miliardi di USD (Fonte: The Saudi Stock Market: Structural Issues, Recent Performance and Outlook, Dicembre 2009). Il 25 febbraio 2006, il Tadawul All Share Index (TASI), principale indice azionario, ha raggiunto il suo apice quotando punti, prima del collasso legato al clima di incertezza e sfiducia degli investitori, alimentato in parte anche da quanto riportato dai media sauditi (si è registrata una perdita di punti, pari a circa il 65% del valore). 25 Il Paese ha una dotazione di petrolio pari circa ad un quarto delle riserve mondiali di greggio, stimate ad oltre 260 miliardi di barili. La capacità estrattiva giornaliera del Paese è di 12,5 milioni di b/g. I proventi petroliferi rappresentano circa l 80% delle entrate governative e il 90% dei guadagni da esportazione. Dopo aver raggiunto il prezzo di 123,7 USD/barile a fine 2008, il costo del petrolio saudita è sceso precipitosamente a 38,53 USD/barile per poi attestarsi a 71,97 USD a fine anno 2009 (con una variazione positiva dell 87,7%). 26 Fonte: Ambasciata d Italia in Arabia Saudita. 27

28 a) Banche commerciali domestiche Tab. 8 - Totale Asset delle banche domestiche (2009) Banche Quote di Asset mercato (mln $) (%) Proprietà National Commercial Bank ,48 Stato 69,3% Samba Financial Group ,04 Stato 67,4% Riyadh Bank ,35 Stato 71,50% Al Rajhi Bank Al Rajhi ,92 Privati locali Banking & Investment Corporation* Saudi British Bank ,12 Privati locali 60% - HSBC 40% Banque Saudi Fransi ,6 Privati locali 68,9% Crédit Agricole 31,1% Arab National Bank ,34 Arab bank (JOR -40%) Saudi Hollandi Bank ,47 Royal Bank of Scotland 40% Saudi Investment Bank ,79 Stato 77,6% Bank Al-Jazira* ,27 Privati locali Al Bilad Bank* ,32 Privati locali Alinma Bank* ,31 Stato 50% Fonte: Sintesi *banche islamiche La National Commercial Bank (NCB), principale banca del Regno, è detenuto a maggioranza dal Governo saudita tramite il Public Investment Fund (69,3%) e la General Organization for Social Insurance (10%), mentre la quota rimanente è ripartita tra molteplici azionisti. Il gruppo, pesa per il 20% del mercato, con asset complessivi pari a 68,6 miliardi di USD e nel 2009 ha quasi raddoppiato il profitto portandolo a 1,06 miliardi di USD, con un Return on Average Asset (ROAA) annuo dell 1,56% 27. La seconda banca del Paese per capitalizzazione è la Samba Financial Group (49,5 miliardi di USD) di cui lo Stato è il maggiore azionista (67,4%); a fine 2009 i profitti del gruppo risultavano cresciuti del 2,4%, attestandosi a 1,22 miliardi di USD. La terza banca del Paese per asset (47 miliardi di USD) è la Riyadh Bank detenuta anch essa al 71,50% dallo Stato. Segue nella classifica Al Rajhi Bank (45,5 miliardi di USD di assets) che appartiene ad una delle più prominenti holding familiari saudite. La banca, leader nel settore retail, ha saputo conformare la propria attività ai precetti islamici e sta espandendo il proprio network anche nei mercati esteri (ha aperto un filiale in Malaysia nel 2006 e acquisito licenze in Giordania e Kuwait). Nel 2009 il gruppo ha fatto registrare profitti pari a 1,8 miliardi di USD (circa il 26% dei profitti complessivi delle banche), con un ROAA del 3,96%. HSBC detiene il 40% della quinta banca locale, Saudi Bristish Bank, partnership che conferisce al gruppo un vantaggio competitivo rispetto ai concorrenti locali in termini di 27 Fonte: KAMCO Research, GCC Banking Sector Febbraio

29 gestione delle transazioni finanziarie, riducendone i costi e consentendo un alta redditività e alti margini di profitto. La sesta banca del Paese, Bank Saudi Fransi, è detenuta al 31,1% da Crédit Agricole; l accordo con il gruppo francese, oltre a consentire l accesso ad un network globale, ha arrecato benefici in termini di expertise tecnica e manageriale per la gestione del rischio. La settima banca, Arab National Bank, detenuta al 40% dalla Jordan s Arab Bank, ha una ampia rete di sportelli che favorisce la specializzazione nel segmento retail e nella concessione di crediti alle piccole e medie imprese. A seguire vi sono Saudi Hollandi Bank, Saudi Investment Bank e Bank Al Jazira, specializzata nell offerta di servizi sharia compliant. Nelle ultime posizioni si segnalano le banche islamiche Bank Al - Bilad, nata nel 2004 dalla fusione di 8 agenzie di cambio, e Alinma Bank, operativa dal 2009 e detenuta dallo Stato al 30%. Secondo le stime della Saudi Arabia Monetary Authority (SAMA), a marzo 2010, il numero delle filiali retail ammontava a 1.540, in aumento rispetto alle dell anno precedente. Finanza islamica La finanza islamica si è sviluppata rapidamente negli ultimi 10 anni nell area del Golfo, con tassi di crescita annuali anche a due cifre, tra l 11% e il 24% a fine 2008 (cfr. paragrafo Credito all economia e finanza islamica) 28. In Arabia Saudita operano al momento quattro banche islamiche commerciali: Al Rajhi Bank, Bank Al Jazira, Al Bilad Bank e Alinma Bank, ma anche altre banche convenzionali presenti nel Paese hanno introdotto servizi e prodotti Sharia compliant, in considerazione delle numerose opportunità derivanti dal rapido sviluppo del settore. Secondo le stime del FMI, nel periodo , in Arabia Saudita gli asset collegati unicamente alla finanza islamica sono cresciuti del 33,4% a fronte di una crescita del 19% registrata dall intero sistema bancario (cf. tabella 5). Fondi di sviluppo Operano nel Paese 5 fondi di sviluppo del Governo con le funzioni di istituti di credito specializzati, che offrono finanziamenti agevolati per progetti nei comparti del real estate, agricoltura e industria. Secondo gli ultimi dati disponibili della SAMA, gli asset complessivi dei 5 fondi (Saudi Arabian Agricultural Bank, The Real Estate Development Bank, The 28 Secondo gli analisti del Fondo Monetario Internazionale, oltre 70 Paesi offrono servizi di finanza islamica. (IMF working Paper, The effects of the Global Crisis on Islamic and Conventional Banks: A comparative Study, Settembre 2010) 29

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