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- Raffaella Vanessa Natali
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1 Workshop di Progettazione Partecipata Santadi, 3 febbraio 2012
2 INDICE 1 Il progetto AgriSociale Il processo partecipativo e il workshop di Santadi I servizi sociali finanziabili dalla Misura 321 e le esigenze del territorio Gli attori dell agricoltura sociale e il loro ruolo Le caratteristiche dell azienda agricola Gli scenari possibili Crediti
3 1 Il progetto Agrisociale Il Progetto AgriSociale, promosso dal Gal Sulcis Iglesiente Capoterra e Campidano di Cagliari, mira alla realizzazione di un processo partecipativo per la creazione di una rete di soggetti che cooperino allo sviluppo dell agricoltura sociale nel territorio del Sulcis Iglesiente. La costruzione della rete è finalizzata all attuazione della Misura 321 (Azione 1) del PSR (Programma di Sviluppo Rurale della Regione Sardegna) che prevede aiuti per l avviamento di servizi innovativi alla persona nei settori socio assistenziale e lavorativo, riguardanti l integrazione e l inclusione sociale attraverso l erogazione di prestazioni di terapia assistita (pet-therapy, horticultural-therapy, agroterapia, arteterapia, ippoterapia, etc.), e/o di reinserimento sociale e lavorativo da realizzarsi presso le fattorie agrisociali che affrontino in modo peculiare il tema dell inclusione e della formazione mediante pratiche di agricoltura, di manutenzione del paesaggio, nonché attività produttive culturali ed artistiche legate alla ruralità. L agricoltura sociale unisce il mondo della produzione agricola a quello dei servizi alla persona favorendo il benessere di categorie di persone svantaggiate in un ottica di multifunzionalità dell impresa agricola. In questo senso tende a perseguire non solo la nascita di nuove politiche di welfare ma anche lo sviluppo sociale-culturale ed economico di un intero territorio. Le attività dell agricoltura sociale sono diverse e variano a seconda della prestazione assistenziale, della tipologia di servizi, della struttura dell azienda agricola e, più in generale, di tutti gli attori che collaborano alla sua realizzazione. 2
4 2 Il processo partecipativo e il workshop di Santadi Il processo partecipativo AgriSociale, ha preso il via il 5 dicembre 2011 a Masainas con un seminario informativo sul tema dell agricoltura sociale, durante il quale sono intervenuti l Autorità di Gestione del PSR, rappresentanti della Provincia di Carbonia Iglesias, il Direttore e il Presidente del GAL, un esperto di Politiche Agricole dell Istituto Nazionale di Economia Agraria (INEA), un consulente della società Poliste, incaricata della progettazione e facilitazione del percorso progettuale. Il seminario, aperto a tutti i potenziali interessati all argomento, è stato in qualche modo propedeutico al workshop partecipativo dal titolo Costruiamo insieme il sistema della agricoltura sociale nel territorio: quali bisogni e quali servizi? svoltosi successivamente, il 16 dicembre 2011, tramite la metodologia dell Open Space Technology (OST), o dello spazio aperto di discussione. A fine giornata i contributi dei partecipanti all OST sono stati raccolti in un Istant Report inviato successivamente ad ognuno di La metodologia Metaplan L approccio utilizzato per la facilitazione dei workshop si basa sulla metodologia Metaplan, una tecnica di discussione basata sulla visualizzazione, utile per affrontare e risolvere in forma condivisa specifici problemi. Essa consente, infatti, di gestire una discussione di gruppo e raccogliere, selezionare e omogeneizzare i diversi contenuti espressi dai partecipanti (esperienze, opinioni, soluzioni, domande, risposte). L obiettivo della metodologia è evidenziare i punti di vista di un gruppo di individui su un determinato tema, per arrivare ad un analisi che consideri le affermazioni di tutti e mantenga la ricchezza delle proposte individuali portando il gruppo verso un risultato operativo. Il metodo fornisce una versione sinergica e collettiva determinata del processo di gruppo. La gestione dei diversi workshop con questa metodologia permette di predisporre il report dei lavori, che tiene traccia delle diverse fasi del lavoro, restituisce la ricchezza delle discussioni realizzate durante gli incontri e raccoglie le idee degli attori del processo. essi e pubblicato nel sito web del GAL Sulcis. Venerdi 3 febbraio si è svolto il primo dei due workshop di progettazione partecipata previsti dal progetto, entrambi facilitati tramite la metodologia Metaplan. Alla giornata hanno preso parte, oltre a imprenditori agricoli e cooperative sociali, diversi attori, quali i rappresentanti di alcuni comuni del territorio, della Provincia di Carbonia Iglesias, della Regione Sardegna, del Ministero della Giustizia, degli Istituti Scolastici, di Coldiretti e alcuni cittadini dell area interessata dal progetto. 3
5 2.1 I servizi sociali finanziabili dalla Misura 321 e le esigenze del territorio Il workshop è stato aperto dal Presidente del GAL, che ha riaffermato il senso dell iniziativa, e dai saluti dell Assessore alle Politiche sociali del Comune di Santadi. È seguito un intervento della direttrice del GAL, che ha presentato i dettagli tecnici della Misura 321 Azione 1 del Piano di Sviluppo Locale. Di seguito, due consulenti della società Poliste, uno dei quali esperto di politiche sociali, hanno dato avvio ai lavori con la presentazione degli obiettivi e del programma di lavoro della giornata. 4
6 Nella prima parte del workshop, dopo una breve presentazione dei partecipanti, questi sono stati invitati a riflettere sulle esigenze prioritarie del proprio territorio a partire dalle quattro tipologie di prestazioni principali comprese nell Azione 1 della Misura 321 del PSR, ognuna delle quali è composta da una gamma di servizi differenziata. Le azioni possibili sono: - Inserimento sociale, ossia attività di utilità sociale e inserimento sociale di soggetti svantaggiati. Rientrano in questo gruppo di attività l accoglienza per gli anziani, i servizi all infanzia, gli orti sociali etc., - Inserimento lavorativo, ossia attività di inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati, quali i detenuti, i minori in condizioni di disagio e i disabili sia fisici che psichici - Inserimento lavorativo e sociale, nel quale rientrano attività inerenti le due prestazioni svolte contestualmente - Terapia assistita con servizi quali l arte terapia, l ippoterapia, l aeroterapia etc. Ai partecipanti è stato chiesto di definire quali di queste fossero prioritarie nel territorio, tramite una votazione effettuata con bollini, integrata successivamente in una discussione approfondita relativa alle scelte effettuate. La maggior parte dei partecipanti, n. 23, ha dato priorità all inserimento lavorativo e sociale, n. 10 all inserimento lavorativo, n. 3 alla terapia assistita e n. 1 all inserimento sociale. Il tema dell inserimento lavorativo è risultato nella discussione, particolarmente rilevante specialmente in virtù dell attuale periodo di crisi economica che tocca in maniera accentuata il mondo agricolo. Allo stesso tempo si è evidenziata la difficoltà, proprio a causa della crisi, di inserire nelle piccole aziende agricole nuovi lavoratori. Questo ha spostato in parte l attenzione del gruppo verso un più ampio intervento di inserimento sociale, per migliorare la qualità della vita nel territorio. Si è sottolineata la necessità di attivare una rete tra il GAL e le aziende del territorio, che aiuti le persone a formarsi e trovare sbocchi occupazionali nel territorio stesso. Inoltre, per alcuni partecipanti, sarebbe più opportuno coprire posti di lavoro nelle aziende più grandi mentre per altri è la piccola impresa a dover accogliere i lavoratori per potergli permettere di crescere e innovarsi. Nonostante la formazione professionale non sia finanziabile direttamente dalla Azione 1, il tema è stato discusso più volte: si è sottolineato come, pur non significando necessariamente assunzione, essa sia importante se indirizzata allo sviluppo generale del territorio e dunque delle piccole realtà. Si sente poi l esigenza di sensibilizzare e incentivare la formazione professionale dei detenuti perché la maggior parte delle problematiche che si riscontrano con gli stessi riguardano soprattutto la mancanza di precise competenze in campo lavorativo. 5
7 In generale la fattoria sociale si presenta come uno dei soggetti che, insieme ad altri, contribuiscono a generare occupazione, ma non può essere l unico a darle vita. In questo senso, l obiettivo generale di un percorso come quello che si sta intraprendendo, non viene ad essere quello della massima occupazione ma l insegnamento e l incremento di competenze tramite l integrazione delle politiche sociali con quelle del lavoro e la creazione di benessere in senso più ampio attraverso i servizi sociali, le aziende agricole, le cooperative e tutti gli altri soggetti inclusi nel processo. Pertanto il tema centrale non è tanto l occupazione quanto l occupabilità. È stato suggerito anche che le azioni rivolte alle aziende agricole debbano, in qualche modo, renderle competitive sul mercato e che il primo beneficiario di tali azioni debba essere il sistema territoriale su cui queste insistono. A tal proposito si fa presente come la Misura 321 abbia la capacità di collegarsi ed essere propedeutica ad altre misure di sviluppo locale presenti nel PSL, quali ad esempio la 312 e la 311. Misure come quelle sopradette, dovrebbero contribuire al miglioramento della qualità della vita attraverso il corrispondente sviluppo di alcuni servizi e del welfare. L aumento della multifunzionalità potrà indirettamente concorrere allora, all aumento delle opportunità occupazionali. Per fare questo però, è considerata fondamentale, in questa fase del progetto, la creazione di una rete sul territorio. Per quel che concerne i beneficiari ultimi del progetto, ossia i soggetti svantaggiati, è stato evidenziato come, con azioni di inserimento lavorativo e sociale, sia più facile allargarne il numero. Al contempo risulta essenziale distinguere tra soggetti che godono di risorse finanziarie anche se minime e chi, come capita spesso nel caso degli ex detenuti, non possiede nulla. Nei percorsi di inserimento per soggetti come questi è corretto tener presente come alla credibilità sociale vada ad affiancarsi un forte bisogno di trovare occupazione. Particolarmente importante è stata poi la parte di discussione riservata al tema della disoccupazione giovanile ma anche della mancanza, per i ragazzi, di legami culturali con il territorio. Oltre a una visita guidata nelle fattorie didattiche (per le quali vi sono ulteriori misure del PSL) con un esperienza in azienda si potrebbe auspicare ad una crescita di vita dei ragazzi e un modo diverso di fare sistema in un territorio rendendo la scuola un attore fondamentale dei percorsi di inserimento. Per quel che concerne la terapia assistita è stato segnalato come manchino nel territorio aziende in grado di ospitare servizi e attività di questo tipo. 6
8 Infine, sono state evidenziate problematiche generali, quali i problemi economici e strutturali del territorio sui quali si consiglia di concentrarsi prima di avviare il sistema di fattorie sociali e il rischio dell assunzione drogata da finanziamenti. 7
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10 2.2 Gli attori dell agricoltura sociale e il loro ruolo In una seconda fase del workshop è stato chiesto ai partecipanti di indicare quali fossero, a loro parere, i potenziali attori dell agricoltura sociale. Dopo aver elencato tutte le categorie di attori locali presenti all incontro, è stato richiesto di fare un ulteriore sforzo di riflessione per individuare quali fossero le tipologie di soggetti che, pur mancando al processo partecipativo, vengono considerati rilevanti. Come visibile dalla foto e dalla figura, il gruppo dei presenti è piuttosto variegato e composto da cooperative sociali di tipo A e di tipo B, aziende agricole, rappresentanti di enti pubblici e altri soggetti quali il Parco Geominerario, un istituto scolastico (Ipsia) e la Coldiretti. Tra gli attori mancanti, ma ritenuti importanti, sono stati segnalati la ASL, la Provincia di Cagliari, le Associazioni di volontariato, le associazioni di utenti e i soggetti del PLUS. 9
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12 Per proseguire e stimolare ulteriormente la discussione è stato poi chiesto ai presenti, di indicare quale fosse, a loro parere, il ruolo degli attori precedentemente indicati e suggeriti. Di seguito si riportano i risultati della discussione. Ai comuni si da il ruolo di: reperimento dell utenza tramite i servizi sociali; co-finanziamento; propulsione; integrazione con altri servizi erogati e sostenibilità della rete; analisi dei bisogni, mappatura delle risorse e progettazione; promozione dell agricoltura sociale stessa. Alle cooperative si da il ruolo di: erogazione dei servizi sociali; inserimento lavorativo; progettazione insieme all azienda agricola; reperimento dell utenza; accompagnamento all inserimento sociale (per cooperative di tipo A); accompagnamento all inserimento lavorativo (per cooperative di tipo B). Alle aziende agricole si da il ruolo di: partecipazione al bando e gestione del progetto; messa a disposizione di risorse umane e del luogo fisico di ospitalità; orientamento e scoperta di nuove capacità; insegnamento e trasferimento competenze. Alle Pubbliche Amministrazioni (RAS/Laore/Gal/Coldiretti/INEA/Province), pur con le opportune specificità, si da il ruolo di: coordinamento; promozione; assistenza tecnica; costruzione della fattibilità amministrativa; messa a disposizione di risorse finanziarie; sostegno e supporto alla rete. A tal proposito si mette in rilievo il problema dei rappresentanti delle pubbliche amministrazioni, in particolare sindaci, che spesso tendono a non dare la dovuta rilevanza a progetti di questo tipo, delegando il proprio ruolo ad altri. L esigenza è invece quella di attuare una gestione a livello territoriale e non comunale connessa ad 11
13 un operazione di tipo culturale dove i comuni siano capaci di rivedere tutte le risorse in un ottica di integrazione territoriale. All Ufficio di Esecuzione Penale Esterna (UEPE) si da il ruolo di: progettazione di interventi di inserimento lavorativo, per la profonda conoscenza di alcune problematiche; accompagnamento; assegnazione utenza. Al Parco Geominerario si da il ruolo di: supporto all integrazione territoriale; cofinanziamento. Ai Centri di Salute Mentale e alla ASL, ancora non presenti nel processo, si ipotizza un ruolo di: semplificazione delle procedure autorizzative; progettazione; assegnazione dell utenza. 12
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15 2.3 Le caratteristiche dell azienda agricola Dopo aver affrontato il tema del ruolo sono state discusse insieme ai partecipanti le caratteristiche che l azienda agricola dovrebbe possedere per diventare fattoria sociale. La discussione è stata avviata sulla base di alcuni pannelli di input contenenti i requisiti presenti nella bozza di Carta dei Servizi delle Fattorie Sociali della Sardegna, documento ancora in fase di definizione da parte dell Assessorato Agricoltura e dell Agenzia Laore Sardegna. Sulla base di questi contributi è stato chiesto di integrare, assentire o dissentire sui criteri stabiliti dalla Carta. È stato evidenziato come alcune aziende agricole presenti possiedano già molti dei requisiti richiesti dalla Carta ed è stato stabilito di aggiungere l orticoltura, tra le attività che deve svolgere la fattoria. Le problematiche riscontrate invece sono soprattutto relative agli spazi attrezzati per l erogazione dei servizi. Mancano infatti, in più di un azienda agricola, sia spazi dedicati al ristoro che spazi dedicati ai servizi. Il problema delle strutture e dei servizi è anche di tipo economico e connesso alla mancanza di finanziamenti o alla tendenza, nei bandi, ad incentivare il cofinanziamento. Quest ultimo fa in modo che a un imprenditore agricolo in condizioni economiche problematiche (come la maggior parte del territorio del Sulcis) venga tolta la possibilità di trasformarsi ed evolvere la propria attività ad esempio, in fattoria sociale, mentre le aziende già avviate e attrezzate hanno l opportunità di migliorarsi ulteriormente. Si mette in evidenza poi come la maggior parte delle aziende svolga le proprie attività in maniera frammentata sul territorio, in differenti terreni. Avviene dunque che diversi prodotti vengano coltivati in diverse aree e questo acuisce il problema della creazione di servizi e strutture in un unico sito aziendale. La trasformazione dell azienda in fattoria sociale presuppone poi a monte un cambiamento dell ordinamento produttivo e uno sforzo di apertura culturale al quale l imprenditore deve andare incontro. 14
16 Si propone pertanto l idea, da più partecipanti condivisa, di far cooperare le diverse aziende per fare in modo che possano dare vita ad una vera rete di fattorie sociali. 15
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18 2.4 Gli scenari possibili L esperto di politiche sociali della società Poliste, ha illustrato alcuni possibili scenari per l attuazione di ipotesi operative di collaborazione tra i diversi attori per la gestione dei servizi sociali in fattoria. Ogni scenario presentato è stato argomentato e sono stati discussi i possibili vantaggi e svantaggi. Al termine della presentazione si è chiesto al gruppo di partecipanti di esprimere una propria preferenza rispetto all attuazione dei diversi scenari. Il gruppo, come si può vedere dalla figura, si è decisamente orientato (n. 26 partecipanti) verso lo scenario più complesso ma sicuramente rispondente ad un progetto integrato di agricoltura sociale nel territorio. 17
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21 Crediti PROMOZIONE GAL Sulcis Iglesiente, Capoterra e Campidano di Cagliari: Presidente Cristoforo Luciano Piras Direttore Nicoletta Piras Responsabile amministrativo e finanziario Anna Maria Puggioni, Animatore Daniele Serra Segretario Diana Piras CONSULENZA E COORDINAMENTO METODOLOGICO Poliste S.r.l.: Serenella Paci, Andrea Lorenti, Elena Lai, Marco Piccolo, Giusy Franca Maria Doneddu DOCUMENTAZIONE E VIDEO Elaborazioni.org in collaborazione con Marraiafura Si ringraziano Tutti i partecipanti al workshop per i loro preziosi contributi Il workshop è stato realizzato presso il Centro di aggregazione sociale del Comune di Santadi. 20
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