Le proposte avanzate dal Forum a sostegno delle famiglie italiane. Le proposte per una nuova alleanza tra lavoro e famiglia

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1 Convegno "Lavoro e Famiglia", organizzato dal Forum delle Persone e delle Associazioni di ispirazione cattolica nel Mondo del Lavoro, Roma, 15 aprile 2009 Nell ambito delle attività del Forum delle Persone e delle Associazioni di ispirazione cattolica nel Mondo del Lavoro, che abbiamo costituito insieme a Movimento Cristiano lavoratori, Compagnia delle Opere, Confartigianato, Confcooperative, abbiamo organizzato il Convegno Lavoro e Famiglia,con l obiettivo di una più ampia condivisione dei valori e dei principi che ci ispirano, e come occasione per avanzare delle proposte da attivare a sostegno delle famiglie e delle fasce di popolazione più in difficoltà. Nel corso del Convegno, infatti, abbiamo illustrato, alla presenza tra gli altri del Ministro del Lavoro e Welfare Maurizio Sacconi, e degli on. Enrico Letta e Pierferdinando Casini, tre proposte concrete, specie sul come intervenire sul terreno politico e sociale, per sostenere le famiglie italiane, perché è proprio la famiglia particolarmente esposta ai rischi d impoverimento, in presenza della grave crisi economica che stiamo attraversando e che intendiamo contrastare anche attraverso l azione del Forum. Il programma ore 9.30 Apertura dei lavori presiede: Carlo COSTALLI Presidente Mcl ore 9.45 Giuseppe DE RITA Presidente Censis L importanza della famiglia nel sistema economico e occupazionale in Italia ore S. E. Mons. Giampaolo CREPALDI Segretario Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace Il rapporto lavoro-famiglia nella Dottrina sociale della Chiesa ore Natale FORLANI Portavoce Forum delle persone e delle associazioni di ispirazione cattolica nel mondo del lavoro Le proposte dei promotori Interventi di: Massimo FERLINI Vice Presidente Compagnia delle Opere Enrico LETTA Responsabile Dipartimento Welfare e Lavoro del Pd Giorgio GUERRINI Presidente Confartigianato Impresa Pierferdinando CASINI Capogruppo del gruppo parlamentare Udc Presidente dell Unione Interparlamentare Luigi MARINO Presidente Confcooperative Maurizio SACCONI Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali Intervento conclusivo Raffaele BONANNI Segretario generale della Cisl

2 Le proposte avanzate dal Forum a sostegno delle famiglie italiane Le proposte per una nuova alleanza tra lavoro e famiglia Premessa Il welfare italiano è avaro verso le famiglie. E non solo per le risorse destinate alla spesa sociale, che rappresentano il 26,4% del Pil a fronte di una media europea del 27,1%. Lo squilibrio non è esclusivamente quantitativo ma qualitativo. Come ricorda l Osservatorio Nazionale sulla famiglia, nel nostro modello di welfare è l individuo il destinatario unico dei diversi interventi di assistenza sociale, mentre il peso che hanno le misure a favore della famiglia è del tutto marginale. In termini percentuali, infatti, solo il 4,4% della spesa sociale è destinata alle famiglie ed alla cura dell infanzia a fronte dell 8,0% della media europea. E lo squilibrio si aggrava se si considerano altre voci di spesa come la disabilità, la casa e l esclusione sociale, ambiti questi che si intrecciano sistematicamente con le esigenze primarie ed i problemi di moltissime famiglie italiane e per i quali il nostro paese investe circa il 6,2% della spesa sociale, contro l 11,4% della media europea. Gli effetti di tali squilibri, ai quali si aggiunge un sistema fiscale che penalizza i nuclei familiari più numerosi, sono molti e tutti negativi a cominciare dalle criticità che investono l occupazione femminile, tra le più basse d Europa. Fortemente penalizzata proprio dalla mancanza di servizi per la conciliazione tra attività accuditive e impegni professionali, la bassa partecipazione delle donne al mercato del lavoro si accompagna ad una ridotta natalità che fa dell Italia uno dei paesi più vecchi dell Unione europea. Alle minori fonti di reddito si aggiunge, quindi, il carico dovuto alle spese per i servizi di cura, che gravano oggi in larga misura proprio sulle famiglie, costrette a riservare quote crescenti del proprio reddito per poter garantire assistenza alla terza età ed all infanzia. Assistenza che viene spesso garantita attraverso forme di lavoro irregolare cui è associata, altrettanto frequentemente, una bassa qualità delle prestazioni. Per aver un idea della portata sociale degli squilibri va ricordato che, secondo l Istat, dei 23 milioni di famiglie (di cui circa 9 milioni composte da coppie con figli e 5,5 milioni formate da nuclei con quattro o più componenti), arriva a fine mese con molta difficoltà circa il 15,4% del totale. Ma l area del disagio è ben più ampia se si considera che circa un terzo delle famiglie italiane (32%) non sarebbe in grado di sostenere una spesa imprevista di 700 euro, percentuale che sale al 46% nel Mezzogiorno e raggiunge il 41% nei nuclei in cui c è un solo percettore di reddito. È ormai evidente che il modello italiano di prestazioni, che assegna alla famiglia un ruolo di ammortizzatore sociale di fatto, non è più sostenibile e sta contribuendo a destrutturare l istituzione familiare, la sua capacità di investimento sociale ed espone, in modo crescente, numerose famiglie ai rischi di impoverimento. Un disagio, per altro, che non risparmia le imprese familiari. Con oltre un milione e mezzo di aziende artigiane ed a conduzione familiare, il nostro paese deve gran parte del proprio sviluppo alla straordinaria capacità imprenditoriale delle famiglie italiane. Un tessuto produttivo molecolare, strettamente legato al territorio, fatto di artigiani, società cooperative, piccole imprese che quotidianamente, con intelligenza creativa, grande competenza professionale e, soprattutto, rispetto per il lavoro e per le persone, animano agricoltura, settore manifatturiero, commercio, turismo e danno forza, ogni giorno, al terzo settore. Eppure l impresa familiare vive, oggi, la crisi quasi in solitudine, con crescenti difficoltà di accesso al credito, senza ammortizzatori e con evidenti ostacoli al trasferimento di impresa tra le generazioni. Lasciare sola la famiglia nel welfare e nell economia significa, quindi, in questa difficile fase congiunturale, non solo impoverire l asse portante del sistema sociale ma anche rinunciare ad uno dei principali motori dello sviluppo. Le proposte

3 È necessario quindi intervenire in modo incisivo per sostenere l impresa familiare e, soprattutto, riequilibrare il sistema di welfare, garantendo maggiori risorse alle famiglie in particolare verso i nuclei più colpiti dalla crisi, nella convinzione che tali interventi possano costituire, nel contempo, efficaci misure di contrasto dei processi di impoverimento e strumenti essenziali per rilanciare lo sviluppo. Un riequilibrio che non può che ripartire dalla centralità delle prestazioni sociali e dal ruolo delle famiglie come attori primari sia della domanda di servizi sia dell offerta di beni relazionali e di prestazioni non sostituibili. Pertanto, le leve su cui appare possibile agire da subito per aumentare il reddito delle famiglie, soprattutto di quelle più esposte alla crisi, sono sostanzialmente tre: A. la riduzione dei costi per i servizi alla persona sostenuti dalle famiglie, migliorando la qualità delle prestazioni e riducendo il lavoro sommerso; B. l aumento delle diverse forme di sostegno al reddito per chi perde il lavoro in funzione del numero dei componenti a carico; C. l incentivazione ed il sostegno degli investimenti delle famiglie nelle piccole imprese. A) La riduzione dei costi per i servizi di cura: il voucher universale La prima proposta, che trae ispirazione dal Programma sui servizi alla persona varato in Francia nel 2005, intende valorizzare le nuove disposizioni in materia di lavoro accessorio, puntando sull introduzione del voucher universale per i servizi alla persona. Il voucher è uno strumento già praticato in numerosi Paesi europei, finalizzato all acquisto di servizi alle persone, detraibile dai redditi e detassato per i prestatori d opera, che può essere acquistato dalle famiglie per remunerare le prestazioni dei servizi. Uno strumento vantaggioso sia per le imprese, che potrebbero utilizzarlo come benefit o incentivo per i lavoratori sia per gli enti locali, per erogare servizi di cura alle famiglie più disagiate. L introduzione del voucher universale (che può essere immaginato sia cartaceo sul modello del diffusissimo ticket restaurant, sia in forma elettronica come accredito prepagato anche sulle social card di recente emanazione), sarebbe in grado di qualificare l intero comparto dei servizi alla persona, riducendo i costi per le famiglie, favorendo una migliore politica di conciliazione e soprattutto riducendo il lavoro irregolare. I vantaggi sarebbero molteplici per tutti i partecipanti alla filiera, creando una vera e propria convergenza di interressi sociali ed economici. Le famiglie, ad esempio, potrebbero acquistare direttamente il voucher, riceverlo dall impresa o dall ente pubblico per pagare i servizi alla persona traendone, quindi, immediati benefici sociali ed economici. E gli incentivi alla utilizzazione del voucher sarebbero molteplici: dalla semplificazione degli adempimenti amministrativi, (poiché include nel costo tutte le diverse competenze previdenziali per il lavoratore se prestatore diretto), alla sua parziale detraibilità fiscale, che garantirebbe un drastica riduzione dei costi per le prestazioni, rendendoli addirittura minori di quelli del lavoro nero. Notevoli anche i vantaggi per i lavoratori. Infatti i prestatori di servizi alla persona, se pagati con il voucher, beneficerebbero di sgravi contributivi e fiscali, ricevendo i contributi previdenziali e beneficiando di una assicurazione sul lavoro anche nel caso di lavoro occasionale. L introduzione del voucher potrebbe, inoltre, avvalersi della cooperazione sociale o portare alla creazione di nuove imprese qualificando l intero comparto dei servizi alla persona. Potrebbero, infatti, essere create aziende, cooperative sociali ed associazioni riconosciute, che offrano servizi alla persona remunerabili attraverso il voucher e che per poter ricevere gli sgravi contributivi e fiscali, dovrebbero essere accreditati e certificati, garantendo così la qualità dei servizi, la regolarità dei rapporti di lavoro con i dipendenti e la presenza delle competenze specialistiche, nel caso offrano servizi rivolti ai minori di 3 anni, persone non autosufficienti o con disabilità. Altrettanto potrebbero essere valorizzati gli Enti bilaterali promossi dalla contrattazione collettiva e i patronati sindacali. Le imprese che acquistano i voucher a favore dei propri dipendenti, potrebbero usarlo come incentivo e benefit, facilitando la conciliazione fra lavoro e cura della famiglia, incidendo sui redditi

4 reali dei lavoratori. Il voucher potrebbe essere interamente finanziato dal datore di lavoro o cofinanziato dai lavoratori sulla base di accordi contrattuali. L incentivo alla sua utilizzazione deriverebbe dalla differenza fra il suo valore nominale e il suo costo reale determinato dagli sgravi fiscali a favore dell impresa e del lavoratore e dal fatto che, non essendo parte della retribuzione, non sarebbe sottoposto a contribuzione previdenziale. Notevoli i vantaggi anche per Regioni, Province e Comuni che potrebbero, nell ambito delle proprie politiche sociali, erogare servizi di cura attraverso il voucher a favore di anziani, persone non autosufficienti o con disabilità, famiglie numerose incapienti o monoparentali. L uso del voucher potrebbe anche risultare uno strumento rilevante nelle politiche regionali per il contrasto e l emersione del lavoro irregolare e, nella sua versione elettronica, potrebbe essere associato a varie forme di social card precaricata. Potrebbero esserci vantaggi anche per le società che emettono i voucher universali per i servizi alla persona, quali ad esempio soggetti pubblici o privati scelti in base alle loro competenze specifiche nell emissione e nella gestione dei titoli al portatore per l acquisto di beni e servizi o nei servizi bancari e postali, sfruttando in questo modo la rete capillare dei loro sportelli presenti sul territorio. Gli emittenti potrebbero, inoltre, rimborsare i voucher non utilizzati, consentendo così alle imprese e agli enti pubblici un maggiore controllo dell effettività della spesa oltre a notevoli risparmi. Questo intervento può avvalersi in Italia di due strumenti già disponibili: il lavoro accessorio, introdotto con la legge Biagi, che prevede l uso dei tickets per il pagamento delle prestazioni occasionali anche verso le famiglie per servizi alle persone e la social card, introdotta come carta telematica precaricata per azioni di contrasto alla povertà, che in questo modo potrebbe essere utilizzata per le iniziative degli Enti locali a favore delle famiglie meno abbienti. L introduzione del voucher universale si qualifica, dunque, come un importante strumento per sostenere un welfare orientato alla famiglia, una misura che muovendo dal basso sostenga i bisogni e le scelte delle famiglie, valorizzando la sussidiarietà orizzontale e verticale e coinvolgendo una ampia pluralità di attori. Il sistema di convenienze descritto, in Francia ha generato risultati esternamente interessanti: 140 mila posti di lavoro creati in un anno, qualificazione del comparto e nascita di nuove imprese con un costo per lo Stato pari a 500 milioni di euro compensati da maggiori entrate fiscali e previdenziali per oltre 420 milioni di euro. B) Sostegni al reddito calcolati in base alla composizione del nucleo familiare. La seconda proposta riguarda, invece, misure finalizzate a sostenere i redditi delle famiglie, attraverso un significativo intervento di adeguamento dei sostegni al reddito per come sono stati configurati dalla Legge 2 del 2009, in base alla composizione del nucleo familiare ed al numero di percettori di reddito. Attualmente il conteggio degli assegni familiari, anche per gli ammortizzatori in deroga, compensa solo in minima parte il carico familiare. Sottolineando l esigenza che gli ammortizzatori sociali in deroga vengano utilizzati soprattutto per le piccole e piccolissime imprese, è necessario garantire un loro significativo incremento in base alla composizione del nucleo familiare ed in relazione al numero di componenti a carico del lavoratore percettore, che consenta di raggiungere livelli di reddito sufficienti a garantire condizioni di vita accettabili. La proposta, semplice nella sua articolazione, prevede, quindi, di incrementare il sostegno al reddito percepito nella misura di 100 euro in più per familiare a carico del lavoratore, garantendo, quindi, un incremento proporzionale alla dimensione del numero dei componenti. C) Incentivare e sostenere gli investimenti delle famiglie nelle piccole imprese. La terza leva riguarda, infine, il sostegno all artigianato, alle imprese familiari ed a quelle che più si rivolgono alla cura ed ai servizi per la famiglia, immaginando specifiche azioni che consentano di valorizzare pienamente tutto il potenziale sociale, culturale ed economico che sono in grado di generare.

5 Un primo pacchetto di misure dovrà, quindi, garantire la continuità imprenditoriale, favorendo ed incentivando il trasferimento d impresa attraverso le generazioni. A fronte delle carenze dei sistemi educativi nel promuovere valori e modelli della cultura imprenditoriale, vanno messe in campo misure atte a favorire il passaggio generazionale, agendo attraverso la semplificazione amministrativa e l introduzione di forme di incentivazione mirate. Un secondo pacchetto di misure dovrebbe essere dedicato a creare Fondi di credito parzialmente assicurati, finalizzati a sostenere gli investimenti delle famiglie per la creazione di piccole imprese, ipotizzando un ruolo propulsivo delle istituzioni bancarie. Infine, è necessario guardare alle imprese che lavorano con la PA e che soffrono del grave problema del ritardo dei pagamenti. Un disagio che, in particolare, riguarda quelle imprese sociali, come ad esempio le cooperative, che offrono servizi rivolti alle famiglie e che per questi ritardi rischiano di ridurre la qualità e la quantità delle prestazioni erogate, mettendo a repentaglio i servizi forniti agli stessi fruitori.

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