A.A. 2007/2008. Corso di TECNICA URBANISTICA 1. A. Riggio, U. Schiavoni Schiavoni - Esercitazioni del Corso di Tecnica Urbanistica 1 (E & EA)- 2007/08

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1 A.A. 2007/2008 Corso di TECNICA URBANISTICA 1 ESERCITAZIONI A. Riggio, U. Schiavoni Schiavoni - Esercitazioni del Corso di Tecnica Urbanistica 1 (E & EA)- 2007/08

2 INDICE PARTE 1 1 SEZIONE 1.1 CONCETTI PRELIMINARI 1 LEZIONE COSA REGOLA LA NORMATIVA URBANISTICA 1 L'AMBITO DI COMPETENZA DEL PIANO REGOLATORE 1 TRASFORMAZIONI DISCIPLINATE DAL PIANO REGOLATORE 3 PROCESSO DI INTERVENTO 8 URBANIZZAZIONE 8 OPERA EDILIZIA 8 LEZIONE COME SI ESPRIME LA NORMATIVA URBANISTICA 10 ELABORATI DEI PIANI URBANISTICI 10 LA ZONIZZAZIONE 11 ZONA 12 LEZIONE ESEGUIBILITÀ DELLA DISCIPLINA DI PIANO REGOLATORE 19 DISCIPLINA NON IMMEDIATAMENTE ESEGUIBILE 19 DISCIPLINA IMMEDIATAMENTE ESEGUIBILE 19 SEZIONE 1.2 DEFINIZIONI 23 LEZIONE QUALIFICAZIONE DELLE ZONE 23 DESTINAZIONE (D'USO, FUNZIONALE) 24 CARICO URBANISTICO 32 LEZIONE GRANDEZZE 33 SUPERFICIE TERRITORIALE 33 SUPERFICIE FONDIARIA 34 SUPERFICIE MINIMA DI INTERVENTO 35 AREA DI PERTINENZA (DETTA ANCHE "LOTTO") 36 VOLUME COSTRUIBILE 37 SUPERFICIE UTILE LORDA 39 SUPERFICIE UTILE NETTA 40 SUPERFICIE UTILE VIRTUALE 41 SUPERFICIE COPERTA 42 LEZIONE INDICI 43 INDICE DI FABBRICABILITÀ TERRITORIALE 43 INDICE DI UTILIZZAZIONE TERRITORIALE 44 INDICE DI FABBRICABILITÀ FONDIARIA 45 INDICE DI UTILIZZAZIONE FONDIARIA 46 INDICE DI COPERTURA 47 DENSITA' ARBOREA, SUPERFICIE PERMEABILE, INDICE DI PERMEABILITA' 48 LEZIONE OPERE DI URBANIZZAZIONE 49 OPERE DI URBANIZZAZIONE 49 OPERE DI URBANIZZAZIONE PRIMARIA 49 OPERE DI URBANIZZAZIONE SECONDARIA 49 SEZIONE 1.3 STANDARDS 51 LEZIONE STANDARDS URBANISTICI E ZONE OMOGENEE 51 STANDARDS 51 ZONE TERRITORIALI OMOGENEE 52 LEZIONE STANDARDS DEGLI SPAZI PUBBLICI 53 SPAZI PUBBLICI PER GLI INSEDIAMENTI RESIDENZIALI 53 PARCHEGGI RESIDENZIALI - DISPOSIZIONI DEL PRG ROMA SPAZI PUBBLICI PER GLI INSEDIAMENTI PRODUTTIVI 56 STANDARDS PER LA ATTREZZATURE GENERALI URBANE 57 LA PEREQUAZIONE URBANISTICA 58 SEZIONE 1.4 IL DIMENSIONAMENTO DEL QUARTIERE 59 LEZIONE IL QUARTIERE 59 CARATTERISTICHE DEL QUARTIERE 59 IL QUARTIERE COME MODULO DELLA CITTA' 61 CARATTERIZZAZIONE MORFOLOGICA DEL QUARTIERE 63 LEZIONE NELLA PROGETTAZIONE DEL PRG 64 IL QUARTIERE NEL PROGETTO DELLA CITTA' 64 LEZIONE LE INDICAZIONI DEL PRG SUI QUARTIERI 66 IL NELLA PROGETTAZIONE DEL 70 PIANO ATTUATIVO IL DIMENSIONAMENTO DELLE ZONE "C" 72 IL DIMENSIONAMENTO DELLE ZONE "D" 80 IL DIMENSIONAMENTO DELLE ZONE MISTE "C/D" 94 A. Riggio, U. Schiavoni Schiavoni - Esercitazioni del Corso di Tecnica Urbanistica 1 (E & EA)- 2007/08 pag. I

3 INDICE PARTE 2 LA DEFINIZIONE DI UN INTERVENTO EDILIZIO 100 SEZIONE 2.1 NORME EDILIZIE 100 LEZIONE TIPI EDILIZI 100 TIPO EDILIZIO - DEFINIZIONI 100 ABACO DEI TIPI EDILIZI 103 EDIFICI RESIDENZIALI 104 MODALITA' DI AGGREGAZIONE DEI TIPI EDILIZI 107 LEZIONE PARAMETRI EDILIZI 111 PARAMETRI EDILIZI 111 SAGOMA DELL'EDIFICIO 112 VOLUME 112 VOLUMI TECNICI 112 ALTEZZA DELL'EDIFICIO 114 NUMERO DEI PIANI 117 ALLINEAMENTO 118 ARRETRAMENTI, DISTANZE E DISTACCHI 118 DISTANZA TRA EDIFICI 118 DISTANZA DAI CONFINI 118 DISTANZA DEGLI EDIFICI DALLE STRADE 119 DISTANZA FUORI TERRA TRA EDIFICI 119 SEZIONE 2.2 I REGOLAMENTI COMUNALI 124 LEZIONE REGOLAMENTO EDILIZIO 124 DEFINIZIONE NORMATIVA 124 SEZIONE 2.3 ELEMENTI TECNICO-AMMINISTRATIVI 131 LEZIONE PROCEDIMENTI IN MATERIA EDILIZIA 131 TIPI DI INTERVENTI E TIPI DI PROCEDIMENTI 131 DEFINIZIONE DEGLI INTERVENTI EDILIZI 132 TIPI DI PROCEDIMENTI AUTORITATIVI 135 ATTIVITA EDILIZIA LIBERA 135 INTERVENTI SUBORDINATI A PERMESSO DI COSTRUIRE 137 PROCEDURA PER IL RILASCIO DEL PERMESSO DI COSTRUIRE 140 INTERVENTI SUBORDINATI A DENUNCIA DI INIZIO ATTIVITA 141 PROCEDURA PER IL RILASCIO DELLA DIA 143 RESPONSABILITA 144 LEZIONE IL CALCOLO DEL CONTRIBUTO DI COSTRUZIONE 145 CONTRIBUTO DI COSTRUZIONE 145 ONERI DI URBANIZZAZIONE PRIMARIA 146 ONERI DI URBANIZZAZIONE SECONDARIA 146 COSTO DI COSTRUZIONE PER NUVI EDIFICI 147 CONTRIBUTO DI COSTRUZIONE PER OPERE O IMPIANTI NON RESIDENZIALI 150 CALCOLO DEGLI ONERI DI URBANIZZAZIONE 151 CALCOLO DEGLI ONERI DI COSTRUZIONE 155 A. Riggio, U. Schiavoni Schiavoni - Esercitazioni del Corso di Tecnica Urbanistica 1 (E & EA)- 2007/08 pag. II

4 SEZIONE 1.1 LEZIONE CONCETTI PRELIMINARI COSA REGOLA LA NORMATIVA URBANISTICA L'AMBITO DI COMPETENZA DEL PIANO REGOLATORE PRG MODENA 1. IL PIANO REGOLATORE DEVE DISCIPLINARE LE DESTINAZIONI D'USO RELATIVE ALL'INTERO TERRITORIO COMUNALE E GLI INTERVENTI PUBBLICI E PRIVATI IN RAPPORTO ALLE ESIGENZE DI SVILUPPO ECONOMICO E SOCIALE DELLE COMUNITÀ LOCALI, TENDENDO ALLA SALVAGUARDIA DEI VALORI URBANI COLLETTIVI, DI QUELLI AMBIENTALI E NATURALI, NONCHÉ DI QUELLI PRODUTTIVI. 2. CON QUESTE FINALITÀ IL PIANO REGOLATORE DISCIPLINA LE TRASFORMAZIONI DEGLI IMMOBILI COMPRESI NEL TERRITORIO COMUNALE CHE, INTERVENENDO SULLA CONSISTENZA FISICA E/O SULL'USO, SIANO SOGGETTE DALLA LEGISLAZIONE VIGENTE A PERMESSO DI COSTRUIRE OPPURE A DENUNCIA DI INIZIO DELLA ATTIVITÀ. 3. IL PIANO REGOLATORE INTEGRA INOLTRE AL PROPRIO INTERNO LA DISCIPLINA DI ULTERIORI PARTICOLARI TRASFORMAZIONI CHE, IN RAPPORTO ALLA TUTELA DEI BENI AMBIENTALI, NATURALI E CULTURALI, O IN DIPENDENZA DA SPECIFICHE NORMATIVE, SIANO SUBORDINATE AD AUTORIZZAZIONI PARTICOLARI. PRG ROMA IL PIANO REGOLATORE GENERALE DEL COMUNE DI ROMA DISCIPLINA LE ATTIVITÀ DI TRASFORMAZIONE FISICA E FUNZIONALE, DI RILEVANZA URBANISTICA, NEL TERRITORIO COMUNALE. 2. IL PIANO PERSEGUE GLI OBIETTIVI DELLA RIQUALIFICAZIONE E VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO, SECONDO I PRINCIPI DELLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE E DELLA PEREQUAZIONE URBANISTICA E NEL RISPETTO DEI CRITERI DI ECONOMICITÀ, EFFICACIA, PUBBLICITÀ E SEMPLIFICAZIONE DELL AZIONE AMMINISTRATIVA, NEL QUADRO DELLA LEGISLAZIONE VIGENTE. A. Riggio, U. Schiavoni Schiavoni - Esercitazioni del Corso di Tecnica Urbanistica 1 (E & EA)- 2007/08 pag. 1

5 SEZIONE 1.1 LEZIONE CONCETTI PRELIMINARI COSA REGOLA LA NORMATIVA URBANISTICA ARTICOLAZIONE DELLA DISCIPLINA DI PIANO REGOLATORE (PRG MODENA) 1. La disciplina dell'assetto urbano e territoriale è espressa congiuntamente dai seguenti ambiti di governo del territorio: a - disciplina delle trasformazioni fisiche e dell'uso; b - disciplina dell'utilizzazione del suolo; c - politiche urbanistiche dell'ambiente edificato; d - tutela dell'ambiente e delle risorse naturali; e - tutela del patrimonio culturale; f - vincoli specifici a protezione e tutela di particolarità; g - disciplina dei requisiti prestazionali degli immobili. 2. Ciascuna delle suddette articolazioni costituisce oggetto di un'apposita Parte della presente normativa. 3. Le trasformazioni fisiche e dell'uso ammesse sugli immobili compresi nel territorio comunale devono essere conformi a quanto complessivamente disposto dalle articolazioni della disciplina di Piano regolatore indicate al precedente comma. ELABORATI DEL PIANO (PRG RMA 2003) 1. Gli elaborati che compongono il PRG sono di natura prescrittiva e non prescrittiva e sono individuati nell elenco posto in calce al presente articolo. 2. La disciplina di PRG è definita dall insieme delle prescrizioni di testo e grafiche contenute negli elaborati prescrittivi.. Norme tecniche di attuazione Sistemi e Regole, 1: / 1: Rete ecologica, 1: Gli elaborati non prescrittivi sono così distinti per contenuto e finalità: - gli elaborati gestionali hanno valore di conoscenza e di indirizzo e saranno periodicamente aggiornati; Carta per la qualità, Guida per la qualità degli interventi, Sistema delle infrastrutture per la mobilità, Guida alla progettazione delle infrastrutture per la mobilità, Sistema delle infrastrutture tecnologiche, Sistema paesaggistico, Guida alla progettazione negli ambiti di paesaggio, Standard urbanistici, Relazione geologico-tecnica, Geolitologia del territorio comunale, Geolitologia del territorio dei Municipi, Geomorfologia del territorio comunale, Geomorfologia del territorio dei Municipi, Idrogeologia del territorio comunale, Idrogeologia del territorio dei Municipi, Sistema ambientale - gli elaborati descrittivi hanno valore di esplicitazione e chiarimento delle scelte del PRG; Relazione, Strutture del Piano e strategie metropolitane, Infrastrutture per la mobilità, Tessuti e centralità, Centralità e funzioni, Dal Centro storico alla Città storica, Ambiti di programmazione strategica, Sintesi PRG - gli elaborati indicativi hanno valore programmatico e comprendono materiali finalizzati alle progettazioni urbanistiche ed edilizie in attuazione del PRG; Schemi di riferimento per la Città da Ristrutturare, Schemi di riferimento per le Centralità locali, Schemi di riferimento geologico per gli ambiti di trasformazione, Ambito di programmazione strategica Tevere (Inquadramento generale, Risorse e Obiettivi settore centrale e Ostia), Ambito di programmazione strategica Parco Archeologico-Monumentale dei Fori e dell Appia antica, Ambito di programmazione strategica Mura, Ambito di programmazione strategica Flaminio-Fori-Eur, Ambito di programmazione strategica Cintura ferroviaria, Carta municipale della città dei bambini (Municipio VI) - gli elaborati per la comunicazione illustrano la caratterizzazione del Piano nel territorio dei Municipi. Le Città di Roma: Scenari nei Municipi A. Riggio, U. Schiavoni Schiavoni - Esercitazioni del Corso di Tecnica Urbanistica 1 (E & EA)- 2007/08 pag. 2

6 SEZIONE 1.1 LEZIONE CONCETTI PRELIMINARI COSA REGOLA LA NORMATIVA URBANISTICA TRASFORMAZIONI DISCIPLINATE DAL PIANO REGOLATORE (PRG MODENA) 1. SONO SOGGETTE ALLA DISCIPLINA DEL PIANO REGOLATORE LE SEGUENTI TRASFORMAZIONI: A TRASFORMAZIONI URBANISTICHE: URBANIZZAZIONE; LOTTIZZAZIONE; RISTRUTTURAZIONE URBANISTICA. B TRASFORMAZIONI EDILIZIE: RESTAURO SCIENTIFICO; RESTAURO E RISANAMENTO CONSERVATIVO; RIPRISTINO TIPOLOGICO; RIQUALIFICAZIONE E RICOMPOSIZIONE TIPOLOGICA; RISTRUTTURAZIONE EDILIZIA; DEMOLIZIONE; COSTRUZIONE; AMPLIAMENTO SENZA AUMENTO DI CARICO URBANISTICO; OPERE INTERNE; ADEGUAMENTO FUNZIONALE; MODIFICHE ALLO STATO DEI LUOGHI; MANUTENZIONE STRAORDINARIA; MANUTENZIONE ORDINARIA; OPERE INFRASTRUTTURALI DIFFUSE..C TRASFORMAZIONI DELL'USO: MODIFICAZIONI DELLA DESTINAZIONE D'USO EDILIZIA; MODIFICAZIONI DELLA DESTINAZIONE D'USO FUNZIONALE. DEFINIZIONE DEGLI INTERVENTI (PRG FERRARA) 1) NUOVA COSTRUZIONE Si definisce nuova costruzione l opera edilizia volta a realizzare un nuovo edificio o un nuovo manufatto, sia fuori che entro terra. (...) 2) MANUTENZIONE ORDINARIA Sono opere di manutenzione ordinaria quelle che riguardano la riparazione, il rinnovamento e la sostituzione delle finiture degli edifici e quelle necessarie ad integrare o mantenere in efficienza gli impianti tecnologici (...) 3) MANUTENZIONE STRAORDINARIA Costituiscono interventi di manutenzione straordinaria le opere e le modifiche necessarie per rinnovare o sostituire parti, anche strutturali, fatiscenti o collabenti, degli edifici, nonchè le opere e le modifiche necessarie per realizzare ed integrare i servizi igienico sanitari e tecnologici, sempre che non alterino i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari e non comportino modifiche delle destinazioni d uso. (...) 4) RESTAURO SCIENTIFICO Gli interventi di restauro riguardano le unità edilizie che hanno assunto rilevante importanza nel contesto urbano territoriale per specifici pregi o caratteri architettonici o artistici. consistono in un insieme sistematico di opere che, nel rispetto strutturali dell edificio, ne consentono la conservazione valorizzandone i caratteri e rendendone possibile un uso adeguato alle intrinseche caratteristiche. 5) RISANAMENTO CONSERVATIVO Gli interventi di restauro e di risanamento conservativo riguardano le unità edilizie in buono o mediocre stato di conservazione che, pur non presentando particolari pregi architettonici ed artistici A. Riggio, U. Schiavoni Schiavoni - Esercitazioni del Corso di Tecnica Urbanistica 1 (E & EA)- 2007/08 pag. 3

7 SEZIONE 1.1 LEZIONE CONCETTI PRELIMINARI COSA REGOLA LA NORMATIVA URBANISTICA costituiscono parte integrante del patrimonio edilizio dell insediamento storico, sia in quanto elementi partecipanti alla formazione dell ambiente storico antico, sia perchè significativi dal punto di vista tipologico per la distribuzione interna degli ambienti, la disposizione degli elementi di collegamento verticale o per altre caratteristiche morfologiche. ( ) sono rivolti a conservare l organismo edilizio e ad assicurarne la funzionalità mediante un insieme sistematico di opere che nel rispetto degli elementi tipologici, formali consentano destinazioni d uso con essi compatibili. ( ) comprendono il consolidamento, il ripristino ed il rinnovo degli elementi costitutivi dell edificio, l inserimento degli elementi accessori e degli impianti richiesti dalle esigenze dell uso, l eliminazione degli elementi estranei all organismo edilizio. (...) I tipi di intervento della categoria restauro e risanamento conservativo sono specificati all interno delle seguenti sotto categorie: 5A) RISANAMENTO CONSERVATIVO TIPO A: riguardano le unità edilizie il cui stato di conservazione consente di riconoscere la rilevanza tipologica, strutturale morfologica dell edificio e permette il suo completo recupero. 5B) RISANAMENTO CONSERVATIVO TIPO B: riguardano le unità edilizie in mediocre stato di conservazione ed in carenza di elementi architettonici ed artistici di pregio, che fanno tuttavia parte integrante del patrimonio edilizio storico. 5C) RIPRISTINO TIPOLOGICO: riguardano le unità edilizie fatiscenti parzialmente o totalmente demolite o trasformate di cui è possibile reperire adeguata documentazione della loro organizzazione tipologica originaria individuale anche in altre in altre unità edilizie dello stesso periodo storico. 6) RISTRUTTURAZIONE Gli interventi di ristrutturazione edilizia sono quelli rivolti a trasformare gli organismi edilizi mediante un insieme sistematico di opere che possono portare ad un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente. Tali interventi comprendono il ripristino o la sostituzione degli elementi costitutivi dell edificio, l eliminazione, la modifica e l inserimento di nuovi elementi e di nuovi impianti senza aumento di volume e delle altezze preesistenti. I tipi di intervento della categoria ristrutturazione sono specificati nelle seguenti sottocategorie: 6A) RISTRUTTURAZIONE PARZIALE: riguardano le unità edilizie o parte di esse esterne od interne, ancora conservate nel loro assetto e nella loro configurazione originaria. 6B) RISTRUTTURAZIONE TOTALE: riguardano le unità edilizie recenti o comunque non rientranti tra quelle di cui ai punti precedenti. ( ) anche la demolizione e ricostruzione totale del fabbricato sull area di sedime preesistente. Sono ammesse anche variazioni dei materiali strutturali e di finitura. 6C) RIPRISTINO EDILIZIO: riguardano gli spazi già edificati ed ora completamente demoliti dei quali non è possibile reperire adeguata documentazione della loro organizzazione e per i quali è necessario ricostruire la compagine edilizia originaria. 7) RISTRUTTURAZIONE FONDIARIA Tali interventi riguardano le unità edilizie o le aggregazioni che rientrino all interno di un impianto infrastrutturale da mantenere. Il tipo di intervento prevede la sostituzione parziale o totale del tessuto edilizio, anche con modificazioni delle tipologie edilizie e della collocazione degli edifici nel rispetto di indici e parametri fissati dal P.R.G. per ciascuna zona. Ove non diversamente specificato la ristrutturazione fondiaria avviene con il mantenimento dei volumi preesistenti. 8) RISTRUTTURAZIONE URBANISTICA Tali interventi riguardano le aree in cui si rende necessaria la riprogettazione dell intero tessuto urbanistico. Il tipo di intervento prevede la sostituzione dell esistente tessuto urbanistico con altro diverso, mediante un insieme sistematico di interventi edilizi anche con la modificazione del disegno dei lotti, degli isolati e della rete stradale. 9) ADEGUAMENTO FUNZIONALE Gli interventi di adeguamento funzionale riguardano unità edilizie che, pur facendo parte integrante della organizzazione morfologica del tessuto urbanistico, non presentano alcuna caratteristica di valore dal punto di vista tipologico e formale. (...) sono finalizzati al miglioramento della qualità abitativa mediante un insieme di opere che, nel rispetto del modello insediativo, consentano le modifiche necessarie per adeguare l edificio all uso previsto. 10) AMPLIAMENTO Si definisce ampliamento di edificio esistente l intervento che comporta un incremento della Su o della Snr per modifica o aggiunta planimetrica o soprelevazione, finalizzato alle integrazioni delle funzioni insediate, anche se fisicamente autonomo. Non costituisce ampliamento la realizzazione di unità immobiliari funzionalmente autonome. Gli interventi possono comportare o meno la contestuale trasformazione delle parti esistenti. A. Riggio, U. Schiavoni Schiavoni - Esercitazioni del Corso di Tecnica Urbanistica 1 (E & EA)- 2007/08 pag. 4

8 SEZIONE 1.1 LEZIONE CONCETTI PRELIMINARI COSA REGOLA LA NORMATIVA URBANISTICA 11) OPERE INTERNE (...) Rientrano pertanto tra tali opere quelle che, effettuate su immobile non vincolati ai sensi delle leggi 1089/39 e 1497/39, non siano in contrasto con gli strumenti urbanistici adottati o approvati e con regolamenti edilizi vigenti, non comportino modifiche della sagoma della costruzione, dei prospetti, nè aumento delle superfici utili e del numero delle unità immobiliari; non modifichino la destinazione d uso delle costruzioni e delle singole unità immobiliari, non rechino pregiudizio alla statica dell immobile e, per quanto riguarda gli immobili compresi nelle zone indicate alla lettera A dell art.2 del D.M , rispettino le originarie caratteristiche costruttive.(...) 12) COSTRUZIONI DI PERTINENZE Sono pertinenze i manufatti destinati in modo durevole a servizio o ornamento di edifici esistenti. Non sono comunque pertinenze i manufatti che, ai sensi delle presenti norme, costituiscano superficie utile netta (Sn), unità immobiliari autonome o che abbiano cubatura superiore al 20% del volume dell edificio principale con un massimo di mc.300. Sono considerate sempre pertinenze le autorimesse fino alla quantità prevista dall art.2 della L.122/89 (1 mq/10 mc.). Sono altresì pertinenze le autorimesse e gli spazi di parcheggio nei limiti indicati dalla legge 122/89. 13) MANUFATTI TEMPORANEI E STAGIONALI Sono quegli interventi rivolti alla installazione di manufatti atti a far fronte ad esigenze temporanee che non modifichino permanentemente lo stato dei luoghi e che non permangano sul territorio per più di otto mesi.(...) 14) DEMOLIZIONE Sugli edifici soggetti alla categoria demolizione sono attuabili solo gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria. CATEGORIE DI INTERVENTO URBANISTICO E EDILIZIO (PRG ROMA 2003) 1. In coerenza con la vigente normativa, le principali categorie di intervento urbanistico-edilizio sono così individuate: RECUPERO EDILIZIO Manutenzione ordinaria Manutenzione straordinaria Restauro e risanamento conservativo Ristrutturazione edilizia NUOVA COSTRUZIONE Demolizione e ricostruzione Ampliamento Nuova edificazione TRASFORMAZIONI URBANISTICHE Ristrutturazione urbanistica Nuovo impianto urbanistico, 2. Sono interventi di MANUTENZIONE ORDINARIA (MO), ai sensi dell art.3, comma 1, lett. a), del DPR 380/2001, gli interventi edilizi che riguardano le opere di riparazione, rinnovamento e sostituzione delle finiture degli edifici e quelle necessarie ad integrare o mantenere in efficienza gli impianti tecnologici esistenti. 3. Sono interventi di MANUTENZIONE STRAORDINARIA (MS), ai sensi dell art.3, comma 1, lett. b), del DPR 380/2001, le opere e le modifiche necessarie per rinnovare e sostituire parti anche strutturali degli edifici, nonché per realizzare ed integrare servizi igienico-sanitari e tecnologici, sempre che non alterino i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari, che non comportino modifiche delle destinazioni d uso. 4. Sono interventi di RESTAURO E RISANAMENTO CONSERVATIVO (RC), ai sensi dell art.3, comma 1, lett. c), del DPR 380/2001, gli interventi edilizi rivolti a conservare l organismo edilizio e ad assicurarne la funzionalità mediante un insieme sistematico di opere che, nel rispetto degli elementi tipologici, formali e strutturali dell organismo stesso, ne consentano destinazioni d uso con esso compatibili. Tali interventi comprendono il consolidamento, il ripristino ed il rinnovo degli elementi costitutivi dell edificio, l inserimento degli elementi accessori e degli impianti richiesti dalle esigenze dell uso, l eliminazione degli elementi estranei all organismo edilizio. Per gli interventi sui beni culturali, di cui al Titolo I del D.lgs 490/99, si applica la definizione di Restauro di cui all art.34 dello stesso A. Riggio, U. Schiavoni Schiavoni - Esercitazioni del Corso di Tecnica Urbanistica 1 (E & EA)- 2007/08 pag. 5

9 SEZIONE 1.1 LEZIONE CONCETTI PRELIMINARI COSA REGOLA LA NORMATIVA URBANISTICA provvedimento. 5. Sono interventi di RISTRUTTURAZIONE EDILIZIA (RE), ai sensi dell art.3, comma 1, lett. d), del DPR 380/2001, gli interventi rivolti a trasformare gli organismi edilizi mediante un insieme sistematico di opere che possono portare a un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente; tali interventi comprendono il ripristino o la sostituzione di alcuni elementi costitutivi dell edificio, l eliminazione, la modifica e l inserimento di nuovi elementi e impianti, senza ampliamenti all esterno della sagoma esistente, salvo le opere o i manufatti non rientranti nella sotto-categoria AMP di cui al comma 6. In relazione alla possibile variazione della SUL e alle modalità di intervento, si distinguono tre sotto-categorie di RE: RE1 Ristrutturazione edilizia senza aumento della SUL; RE2 Ristrutturazione edilizia con aumento della SUL; RE3 Demolizione e ricostruzione di un fabbricato, senza variazione di volumetria, sagoma e area di sedime. 6. Sono interventi di NUOVA COSTRUZIONE (NC), ai sensi dell art.3, comma 1, lett. e), del DPR 380/2001, gli interventi di trasformazione edilizia e urbanistica del territorio volti alla costruzione di singoli manufatti o insiemi degli stessi, che non rientrino nelle precedenti categorie. In base alle caratteristiche dei manufatti e alle modalità di intervento, si individuano le seguenti principali categorie di intervento edilizio: DR Demolizione e ricostruzione di edifici non rientrante nella categoria RE3; AMP Ampliamenti di edifici all esterno della sagoma esistente, connessi o non a interventi di ristrutturazione edilizia o demolizione e ricostruzione della parte preesistente, come stabilito nelle specifiche norme di tessuto; rientrano in tale sotto-categoria gli interventi pertinenziali, intesi quali spazi accessori alle unità edilizie e immobiliari, legati a queste da vincolo di pertinenza, che eccedano il 15% del Volume costruito (Vc), ovvero che siano realizzati, con qualsiasi dimensione, nella Città storica o su immobili individuati dalla Carta per la qualità di cui all art.18; NE Nuova edificazione di fabbricati su aree libere, comunque non rientrante nelle precedenti categorie. 7. Sono interventi di RISTRUTTURAZIONE URBANISTICA (RU), ai sensi dell art.3, comma 1, lett. f), del DPR 380/2001, gli interventi rivolti a sostituire l esistente tessuto urbanistico-edilizio con altro diverso mediante un insieme sistematico di interventi edilizi anche con la modificazione del disegno dei lotti, degli isolati, della rete stradale. 8. Sono interventi di NUOVO IMPIANTO URBANISTICO (NIU) l insieme sistematico di interventi anche diversi (urbanizzazioni, impianti, nuove costruzioni, sistemazioni ambientali) volto alla realizzazione di nuovi insediamenti urbani. 9. PER LE ALTRE TIPOLOGIE d intervento rientranti nella categoria della Nuova costruzione (urbanizzazioni, impianti, strutture mobili, modificazioni del suolo per attività all aperto), si rinvia alla normativa statale e, ove esistente, regionale in materia di attività edilizia, nonché al Regolamento edilizio comunale; tali interventi saranno esplicitamente richiamati e descritti, ove occorra, nelle norme successive. CATEGORIE DI INTERVENTO AMBIENTALE 1. Gli interventi paesaggistico-ambientali si articolano in sei categorie: Risanamento ambientale Ripristino ambientale Restauro ambientale Mitigazione d impatto ambientale Valorizzazione ambientale Miglioramento bio-energetico. 2. La categoria RISANAMENTO AMBIENTALE (RSA) comprende l insieme di interventi e misure volti ad assicurare la messa in sicurezza e la bonifica dei siti inquinati. 3. La categoria RIPRISTINO AMBIENTALE (RIA) comprende l insieme di interventi volti alla ricostituzione delle componenti paesistiche e naturalistiche degradate e alterate da interventi trasformativi, al fine di ricreare biotopi preesistenti o comunque tipici della campagna romana. Tali interventi possono prevedere: la demolizione di opere, edifici, impianti e infrastrutture degradati o dismessi; la rinaturalizzazione dei suoli, mediante riempimenti, risagomature, consolidamento di scarpate e terrapieni, ricostituzione della copertura vegetale; la rinaturalizzazione del reticolo idrografico, mediante ripristino di alvei fluviali naturali rettificati o resi artificiali, riqualificazione delle A. Riggio, U. Schiavoni Schiavoni - Esercitazioni del Corso di Tecnica Urbanistica 1 (E & EA)- 2007/08 pag. 6

10 SEZIONE 1.1 LEZIONE CONCETTI PRELIMINARI COSA REGOLA LA NORMATIVA URBANISTICA sponde, ricreazione ad uso naturalistico di zone umide connesse. 4. La categoria RESTAURO AMBIENTALE (REA) comprende l insieme di interventi volti a preservare e migliorare aree verdi di particolare pregio storico-ambientale. Tali interventi possono comprendere: il recupero dei manufatti presenti nel rispetto dei caratteri tipologici, formali e costruttivi originari e dell integrazione con le componenti naturalistiche dei luoghi; la rimozione di rifiuti o manufatti alteranti i caratteri tipici dei luoghi; il taglio della vegetazione infestante e il reimpianto di specie autoctone anche al fine di ricostituire continuità ed integrazione nelle fitoassociazioni preesistenti. 5. La categoria MITIGAZIONE IMPATTO AMBIENTALE (MIA) comprende l insieme di interventi e misure volti a ridurre o migliorare l impatto sulle componenti naturalistiche e paesistiche, conseguente alla realizzazione degli interventi edilizi e urbanistici di cui all art.9, e degli impianti e infrastrutture, in superficie o nel sottosuolo. Rientrano tra questi gli interventi di ambientazione di infrastrutture. 6. La categoria VALORIZZAZIONE AMBIENTALE (VLA) comprende l insieme di interventi volti alla valorizzazione paesistica e funzionale di aree verdi, sia nel sistema insediativo che ambientale. Tali interventi comprendono la creazione di nuove componenti paesaggistico-ambientali, mediante la piantumazione di aree alberate, cespuglieti e sistemi di siepi, nonché la realizzazione di attrezzature finalizzate alla fruizione collettiva dei luoghi, quali percorsi pedonali, equestri o ciclabili, attrezzature per la sosta, servizi alle persone (sanitari, didattico-divulgativi, ristoro, parcheggi). Sono, in genere, finalizzate alla valorizzazione funzionale di parchi esistenti o alla creazione, nel sistema insediativo, di aree a verde attrezzato o a parco locale. 7. La categoria MIGLIORAMENTO BIO-ENERGETICO (MBE) comprende l insieme di interventi volti a migliorare le prestazioni bioclimatiche delle componenti insediative. Tali interventi comprendono: la regolazione climatica degli edifici secondo principi della bio-architettura; il mantenimento della permeabilità profonda dei suoli; l utilizzo di fonti energetiche naturali e rinnovabili; il recupero delle acque reflue e meteoriche per usi irrigui, di fertilizzazione dei suoli o per servizi igienici; l impiego di materiali di costruzione durevoli e manutenibili; l uso del verde con finalità di regolazione microclimatica e di protezione dall inquinamento acustico e atmosferico. 9. Il Comune promuove la realizzazione di interventi di categoria MBE mediante incentivi di carattere urbanistico, fiscale, finanziario, anche a integrazione di misure analoghe previste da norme regionali, statali e comunitarie. A. Riggio, U. Schiavoni Schiavoni - Esercitazioni del Corso di Tecnica Urbanistica 1 (E & EA)- 2007/08 pag. 7

11 SEZIONE 1.1 LEZIONE PROCESSO DI INTERVENTO (PRG Ferrara) CONCETTI PRELIMINARI COSA REGOLA LA NORMATIVA URBANISTICA PER PROCESSO DI INTERVENTO SI INTENDE OGNI SUCCESSIONE DI OPERAZIONI TRA LORO CORRELATE FUNZIONALMENTE E ORGANIZZATIVAMENTE, FINALIZZATE ALLA REALIZZAZIONE O ALLA MODIFICAZIONE FISICA FUNZIONALE DEGLI IMMOBILI AD OPERA SIA DI OPERATORI PRIVATI CHE PUBBLICI. URBANIZZAZIONE (PRG Modena) L'URBANIZZAZIONE CONSISTE IN UN COMPLESSO SISTEMATICO E COORDINATO DI OPERE INTESE A CONFERIRE AD UNA PORZIONE DI TERRITORIO I REQUISITI INDISPENSABILI PER L'INSEDIAMENTO DI FUNZIONI URBANE E AD INTEGRARLA NEL SISTEMA URBANO. OPERA EDILIZIA (PRG Ferrara) PER OPERA EDILIZIA SI INTENDE IL RISULTATO DI UN ATTIVITÀ DI COSTRUZIONE O DI MODIFICAZIONE FISICA, RELATIVA A QUALSIASI IMMOBILE O INSIEME DI IMMOBILI SIA PUBBLICO CHE PRIVATO; INTERVENTI PUBBLICI (PRG Casalecchio) AI FINI DEL PRG SI DEFINISCONO INTERVENTI PUBBLICI QUELLI PREORDINATI ALLA REALIZZAZIONE DI OPERE DI PUBBLICA UTILITÀ, ALLA FORMAZIONE DI PEEP, DI PIP (PIANI ATTUATIVI), OVVERO ALLA FORMAZIONE DI RISERVE DI AREE URBANIZZATE COMUNALI DA UTILIZZARE PER LE PERMUTE FINALIZZATE ALL'ACQUISIZIONE DI AREE ED EDIFICI PER DESTINAZIONI DI PUBBLICA UTILITÀ. GLI INTERVENTI PUBBLICI SONO ATTUATI DAL COMUNE E DA ALTRI ENTI PUBBLICI OVVERO DA PRIVATI CHE, OPERANDO IN FORZA DI DIRITTI LORO CONCESSI DAL COMUNE MEDIANTE APPOSITE CONVENZIONI, SI IMPEGNINO NEI MODI E NEI TEMPI IVI DEFINITI, ALLA REALIZZAZIONE DELLE OPERE PREVISTE NEI PIANI URBANISTICI E NEI PROGRAMMI ATTUATIVI PREDISPOSTI DALL'AMMINISTRAZIONE COMUNALE IN ORDINE ALLE ESIGENZE DI EDILIZIA ECONOMICA O POPOLARE, DI INSEDIAMENTI PRODUTTIVI E DI SERVIZI. INTERVENTI PRIVATI (PRG Casalecchio) SI DEFINISCONO INTERVENTI PRIVATI QUELLI ATTUATI DAI PRIVATI PER LE PROPRIE ESIGENZE E FINALITÀ OVVERO DA ENTI PUBBLICI CHE OPERANO IN REGIME PRIVATISTICO. A. Riggio, U. Schiavoni Schiavoni - Esercitazioni del Corso di Tecnica Urbanistica 1 (E & EA)- 2007/08 pag. 8

12 SEZIONE 1.1 LEZIONE CONCETTI PRELIMINARI COSA REGOLA LA NORMATIVA URBANISTICA ART.12. ATTUAZIONE DEL PRG (Roma 2003) 1. IL PRG SI ATTUA PER INTERVENTO DIRETTO O INDIRETTO. 2. PER INTERVENTI DIRETTI SI INTENDONO QUELLI REALIZZABILI DIRETTAMENTE SENZA TITOLO ABILITATIVO OVVERO SULLA BASE DEL TITOLO ABILITATIVO RICHIESTO DALLE NORME STATALI O REGIONALI IN MATERIA. AL FINE DELLA REALIZZAZIONE DI INFRASTRUTTURE E OPERE DI URBANIZZAZIONE MANCANTI, IL TITOLO ABILITATIVO POTRÀ ESSERE SUBORDINATO ALLA STIPULA DI UNA CONVENZIONE O ALLA SOTTOSCRIZIONE DI APPOSITO ATTO D'OBBLIGO NOTARILE REGISTRATO E TRASCRITTO. 3. PER INTERVENTI INDIRETTI SI INTENDONO QUELLI SUBORDINATI DAL PRG ALL APPROVAZIONE DI STRUMENTI URBANISTICI ESECUTIVI, DI INIZIATIVA PUBBLICA O PRIVATA, COME PREVISTI DALLA LEGISLAZIONE STATALE E REGIONALE O DALLE PRESENTI NORME. 4. L INTERVENTO DIRETTO COSTITUISCE LA MODALITÀ ATTUATIVA ORDINARIA: NELLA CITTÀ STORICA, ESCLUSI GLI AMBITI DI VALORIZZAZIONE; NEI TESSUTI DELLA CITTÀ CONSOLIDATA; NELLE CENTRALITÀ LOCALI; NEL SISTEMA AMBIENTALE, ESCLUSE LE AREE NATURALI PROTETTE; NEL SISTEMA DEI SERVIZI, DELLE INFRASTRUTTURE E DEGLI IMPIANTI. 5. L INTERVENTO INDIRETTO COSTITUISCE LA MODALITÀ ATTUATIVA ORDINARIA DEGLI AMBITI DI VALORIZZAZIONE DELLA CITTÀ STORICA, DEGLI AMBITI DI TRASFORMAZIONE ORDINARIA DELLA CITTÀ DELLA TRASFORMAZIONE E DELLE CENTRALITÀ METROPOLITANE E URBANE. 6. NEGLI AMBITI PER I PROGRAMMI INTEGRATI DELLA CITTÀ CONSOLIDATA E DELLA CITTÀ DA RISTRUTTURARE E NEGLI AMBITI DI PROGRAMMAZIONE STRATEGICA, IL PRG SI ATTUA MEDIANTE INTERVENTI DIRETTI E INDIRETTI. 7. PER FAVORIRE, ANCHE MEDIANTE INCENTIVI, L INTEGRAZIONE E IL COORDINAMENTO PROGETTUALE, FINANZIARIO, ATTUATIVO E GESTIONALE, TRA INTERVENTI DIRETTI, TRA INTERVENTI INDIRETTI, TRA INTERVENTI DIRETTI E INDIRETTI, TRA INTERVENTI PUBBLICI E PRIVATI, È FACOLTÀ DELL AMMINISTRAZIONE COMUNALE FAR RICORSO AL PROGETTO URBANO, DI CUI ALL ART.16, O AL PROGRAMMA INTEGRATO, DI CUI ALL ART.17, FATTA SALVA LA POSSIBILITÀ DI INTERVENIRE CON LE MODALITÀ ATTUATIVE ORDINARIE, SECONDO LA DISCIPLINA DELLE DIVERSE COMPONENTI, FINO ALL ESERCIZIO DI TALE FACOLTÀ DA PARTE DEL COMUNE. 8. IL RICORSO AL PROGETTO URBANO È OBBLIGATORIO PER LA DEFINIZIONE DEGLI INTERVENTI NELLE CENTRALITÀ METROPOLITANE E URBANE. PER L ATTUAZIONE DEGLI INTERVENTI IN TALI AMBITI, IL COMUNE POTRÀ COSTITUIRE UNA SOCIETÀ DI TRASFORMAZIONE URBANA AI SENSI DELL ART.120 DEL D.LGS N. 267/ GLI INTERVENTI DIRETTI E INDIRETTI PREVISTI DAL PRESENTE PRG SONO CONSENTITI NEI LIMITI E CON LE MODALITÀ PREVISTE DAI PIANI COMUNALI CHE DISCIPLINANO LE TEMATICHE DELLA MOBILITÀ, DELL INQUINAMENTO ACUSTICO E ATMOSFERICO, DEL COMMERCIO, O DA ALTRI PIANI DI SETTORE PREVISTI DALLE NORME VIGENTI. A. Riggio, U. Schiavoni Schiavoni - Esercitazioni del Corso di Tecnica Urbanistica 1 (E & EA)- 2007/08 pag. 9

13 SEZIONE 1.1 LEZIONE CONCETTI PRELIMINARI COME SI ESPRIME LA NORMATIVA URBANISTICA LE NORME URBANISTICHE SONO ESPRESSE ATTRAVERSO GLI ELABORATI DEI PIANI URBANISTICI ESISTONO PIANI DI DIVERSO TIPO E LIVELLO IN RAPPORTO, RISPETTIVAMENTE, A: L'OGGETTO E GLI OBIETTIVI DEL PIANO IL SOGGETTO RESPONSABILE E LA ESTENSIONE TERRITORIALE DEL PIANO IN OGNI CASO, I PIANI SI ESPRIMONO ATTRAVERSO LA COMBINAZIONE DI DUE TIPI DI ELABORATI TECNICI, USATI SEMPRE CONGIUNTAMENTE: LA CARTOGRAFIA DI PIANO (UN "DISEGNO") LE NORME TECNICHE (UN "TESTO") A CIASCUN TIPO E' AFFIDATA L'ESPRESSIONE DELLA NORMA CHE E' PIU' NATURALE COMUNICARE ATTRAVERSO QUEL TIPO IN PARTICOLARE: LA CARTOGRAFIA SERVE A COMUNICARE "DOVE" INSISTE UNA NORMA LE NORME TECNICHE SERVONO A COMUNICARE "QUALE" NORMA IL MECCANISMO DI LETTURA E' AFFIDATO: ALLA PRESENZA, NELLA CARTOGRAFIA, DI ELEMENTI CAPACI DI FAR RICONOSCERE IL LUOGO (UNO "SFONDO" DESCRITTIVO DEL TERRITORIO PIANIFICATO) ALLA PRESENZA, NELLA CARTOGRAFIA, DI SIMBOLISMI GRAFICI (PUNTUALI, LINEARI, AREALI) E CODICI ALFABETICI E NUMERICI UNIVOCAMENTE DISTINGUIBILI, DISEGNATI IN SOVRAPPOSIZIONE ALLO "SFONDO" ALLA PRESENZA, NELLA CARTOGRAFIA, DI UNA "LEGENDA", CHE DEVE CONTENERE TUTTI I SIMBOLISMI E I CODICI UTILIZZATI NEL DISEGNO ED UN RINVIO AL TESTO DELLE NORME TECNICHE (P.ES. IL TITOLO E/O IL NUMERO DI UN ARTICOLO DELLE NORME TECNICHE) ALLA ARTICOLAZIONE DEL TESTO DELLE NORME TECNICHE IN "ARTICOLI" (PARTI DI TESTO UNIVOCAMENTE TITOLATE E/O NUMERATE) LA CARTOGRAFIA E LE NORME TECNICHE DEVONO ESSERE UNIVOCAMENTE COERENTI MA E' POSSIBILE CHE PER UNA STESSA PORZIONE DI TERRITORIO I SIMBOLI ED I CODICI PRESENTI IN CARTOGRAFIA RINVIINO A DIVERSE PARTI DEL TESTO DELLE NORME TECNICHE. A. Riggio, U. Schiavoni Schiavoni - Esercitazioni del Corso di Tecnica Urbanistica 1 (E & EA)- 2007/08 pag. 10

14 SEZIONE 1.1 LEZIONE CONCETTI PRELIMINARI COME SI ESPRIME LA NORMATIVA URBANISTICA LA ZONIZZAZIONE (O AZZONAMENTO) E UNA OPERAZIONE DI PIANIFICAZIONE (DECISIONE SCRITTA NELLE NTA E DISEGNATA IN CARTOGRAFIA) CON CUI IL TERRITORIO COMUNALE VIENE SUDDIVISO IN ZONE DOTATE AL LORO INTERNO DI QUALCHE FATTORE DI OMOGENEITA E/O DI SPECIALIZZAZIONE CIASCUNA ZONA PUÒ ESSERE RISERVATA: AD UNA DETERMINATA FUNZIONE (ZONIZZAZIONE PER DESTINAZIONE FUNZIONALE) O AD UN PARTICOLARE USO (ZONIZZAZIONE PER DESTINAZIONE D USO) E/O AD UNA DETERMINATA TIPOLOGIA EDILIZIA E/O A PARTICOLARI PARAMETRI DI EDIFICAZIONE LA ZONIZZAZIONE DEL PRG NON VA CONFUSA CON ALTRA SUDDIVISIONI DEL TERRITORIO PRODOTTE AD ALTRI SCOPI; P.ES.: A SEMPLICI FINI DI ANALISI PER LA DETERMINAZIONE DEGLI STANDARDS (VEDI SEZ. 1.3) NELLA REDAZIONE DEL PRG PUO' ESSERE ASSUNTA UNA CLASSIFICAZIONE DELLE ZONE ASSOLUTAMENTE LIBERA, RELATIVAMENTE ALLE ESIGENZE DI DISTINZIONE TRA ZONE SU CUI APPLICARE DIVERSE NORMATIVE MOLTI PIANI PERO' ASSUMONO LA ZONIZZAZIONE (ZONE TERRITORIALI OMOGENEE) PREVISTA DALLA NORMA NAZIONALE SUGLI STANDARDS (VEDI SEZ. 1.3) ALCUNI PIANI USANO DIVERSI LIVELLI DI ZONIZZAZIONE: ZONIZZAZIONE GENERALE ZONIZZAZIONE DI DETTAGLIO A. Riggio, U. Schiavoni Schiavoni - Esercitazioni del Corso di Tecnica Urbanistica 1 (E & EA)- 2007/08 pag. 11

15 SEZIONE 1.1 LEZIONE ZONA CONCETTI PRELIMINARI COME SI ESPRIME LA NORMATIVA URBANISTICA E' UNA PORZIONE DEL TERRITORIO (COMUNALE) CHE HA O È DESTINATA AD AVERE UN DETERMINATA DESTINAZIONE (FUNZIONALE O D'USO) ESCLUSIVA O PREMINENTE (CIOÈ INTEGRATA DA DESTINAZIONE SECONDARIE), PER ASSOLVERE LA QUALE VIENE DEFINITA NEL SUO CARATTERE E NELLA SUA EVENTUALE UTILIZZAZIONE EDILIZIA OGNI ZONA È QUINDI COSTITUITA DA UN COMPLESSO DI AREE EDIFICATE EDIFICABILI O NON EDIFICABILI ARTICOLAZIONE DELLE ZONE DI PRG: USI PREVISTI E USI COMPATIBILI (PRG BOLOGNA) Il territorio è suddiviso in zone e sottozone. La disciplina delle singole zone e sottozone risulta dal combinato disposto delle norme relative a:. modalità d'intervento;. usi del territorio;. specificazioni di carattere gestionale o particolare. Nel caso di interventi complessi e di carattere particolare sono previste specifiche schede normative, contenenti apposite norme, prescrizioni e indicazioni. Nelle zone a prevalente destinazione residenziale, produttiva e agricola vengono indicati gli usi urbani e agricoli complessivamente ammessi. Le norme, in relazione a ogni singola sottozona, specificano quali, tra gli usi complessivamente ammessi nella zona di appartenenza, sono definiti "usi previsti" in quanto ne è consentito il nuovo insediamento. Tutti gli usi complessivamente ammessi nella zona di appartenenza, ma non richiamati tra gli "usi previsti" per la singola sottozona, sono da ritenersi "usi compatibili" in quanto ne è con sentito il permanere all'interno della singola sottozona, ma non ne è ammesso il nuovo insediamento. Per il centro storico vigono le speciali norme previste dall'art. 64, che ammettono gli usi in funzione della classificazione tipologica degli edifici. Per gli edifici classificati, pertanto, la disciplina dell'art. 64 sostituisce quella del presente articolo. SUDDIVISIONE IN ZONE (PRG FERRARA) Il territorio comunale è suddiviso in ZONE omogenee secondo quanto stabilito dal D.I. 2/4/68 n 1444 e dall art.13 della L.R. 47/78 e successive modifiche; in SOTTOZONE definibili come parti caratterizzate da elementi fisico - funzionali omogenei e riconoscibili all interno delle diverse zone omogenee; in AMBITI definibili come unità minima del contesto urbanistico, caratterizzata da specifici caratteri fisico - funzionali. In tutte le zone omogenee dovranno essere osservate le prescrizioni previste nella cartografia, nelle presenti norme e nelle schede d ambito allegate. ZONE TERRITORIALI OMOGENEE (PRG MODENA) Costituiscono, ai sensi dell'art. 13, 3. comma della legge regionale 7 dicembre 1978, n. 47, suddivisioni del territorio comunale differenziate secondo la rispettiva funzione prevalente, in riferimento alle quali il Piano regolatore detta precise norme sull'utilizzazione dei suoli. I limiti di zona non coincidono necessariamente con i limiti di proprietà. ZONA ELEMENTARE (PRG MODENA) Corrisponde alla partizione minima in cui sono suddivise le zone territoriali omogenee; ad essa è riferito un disposto normativo specifico per la utilizzazione dei suoli. A. Riggio, U. Schiavoni Schiavoni - Esercitazioni del Corso di Tecnica Urbanistica 1 (E & EA)- 2007/08 pag. 12

16 SEZIONE 1.1 LEZIONE CONCETTI PRELIMINARI COME SI ESPRIME LA NORMATIVA URBANISTICA ELENCO DELLE ZONE (PRG TRENTO) 1. Il territorio comunale è suddiviso in aree e zone omogenee ciascuna sottoposta a distinta disciplina: Aree di antico insediamento ed interesse culturale e ambientale Ais - insediamento storici Acc - città consolidata Aie - edifici e complessi edilizi isolati di interesse storico artistico e documentario Aim - manufatti di interesse storico Aree a uso prevalentemente residenziale Bl - zone edificate sature B2, B3, B4 - zone edificate di integrazione e completamento C1 - zone di espansione in corso di attuazione C2, C3 - zone di espansione di nuovo impianto C4 - zone miste per la formazione dei luoghi centrali Aree destinate prevalentemente alle attività economiche Dl - zone produttive del settore secondario esistenti e di completamente D2 - zone produttive del settore secondario di nuovo impianto D3 - zone produttive del settore secondario di riserva D4 - zone per laboratori di ricerca e per attività produttive ad elevato contenuto di ricerca scientifica D5 - zone commerciali esistenti e di completamento D6a - zone commerciali di nuovo impianto D6b - zone commerciali di riserva D7 - zone terziarie e direzionali D8 - zone per esercizi alberghieri D9 - zone integrate per la formazione di luoghi centrali in aree turistiche D10 - zona interportuale Aree a destinazione a agricola, a bosco, a pascolo e improduttive El - zone agricole di interesse primario E2 - zone agricole di interesse secondario E3 - zone agricole di particolare tutela E4 - zone a bosco E5 - zone a pascolo E6 - zone improduttive Aree per servizi e attrezzature Fl - zone per attrezzature pubbliche e di uso pubblico di interesse urbano F2 - zone destinate alla viabilità F3 - zone destinate al sistema ferroviario F4 - zone destinate al verde di protezione e di arredo G - zone destinate ai servizi di quartiere Aree per il verde e i servizi privati Hl - zone destinate a servizi privati H2 - zone destinate a verde privato Aree di tutela e salvaguardia del patrimonio archeologico e naturale TA - aree di tutela archeologica IA - aree di interesse archeologico BTP - biotopi PTC - parco «Delle Tre Cime e della Vai di Gola» ARA - aree di recupero ambientale aree di tutela ambientale Aree per l uso e lo sfruttamento delle risorse naturali Ll - aree per le attività estrattive L2 - aree sciabili Aree di tutela per la sicurezza del territorio e degli insediamento A. Riggio, U. Schiavoni Schiavoni - Esercitazioni del Corso di Tecnica Urbanistica 1 (E & EA)- 2007/08 pag. 13

17 SEZIONE 1.1 LEZIONE CONCETTI PRELIMINARI COME SI ESPRIME LA NORMATIVA URBANISTICA ARTICOLAZIONE DEL PIANO NEL TERRITORIO COMUNALE (PRG ROVERETO) Ai fini della salvaguardia ambientale, dello sviluppo e dell'uso equilibrato delle risorse del territorio comunale, questo è stato articolato in aree urbanistiche, come risulta dalle planimetrie in scala l:5000 e l:2000 del P.R.G., dove si applicano le prescrizioni contenute negli articoli delle presenti norme. Le aree urbanistiche sono così classificate: 1) Insediamenti storici, zone residenziali e miste a) zone residenziali interne ai perimetri degli insediamenti storici b) zone residenziali esterne ai perimetri degli insediamenti storici c) zone miste esterne ai perimetri degli insediamenti storici 2) Aree per insediamenti produttivi a) zone per attività produttive b) zone per attività produttive di seconda attuazione 3) Aree per insediamenti commerciali a) zone commerciali 4) Aree per insediamenti ricettivi a) zone per attrezzature ricettive ed alberghiere b) zone per campeggi 5) Aree di interesse comune a) zone per attrezzature e servizi pubblici di interesse locale b) zone per attrezzature e servizi pubblici di interesse sovracomunale c) zone per attrezzature ed impianti 6) Aree a verde pubblico a) zone a verde pubblico 7) Aree a verde privato a) zone a verde privato per parchi e giardini b) zone a verde privato attrezzato c) fasce di rispetto stradale d) aree di rispetto cimiteriale 8) Aree agricole a) zone agricole normali b) zone agricole di tutela ambientale c) zone per insediamenti produttivi collegati alle attività agricole e zootecniche d) zone boschive e forestali. ZONE TERRITORIALI OMOGENEE (PRG ROMA 2003) Con riferimento alle zone territoriali omogenee di cui al DIM 1444/1968, le componenti del presente PRG sono così classificate: - le componenti della Città storica, salvo gli Ambiti di valorizzazione, sono classificate come zona territoriale omogenea A; - gli Ambiti di valorizzazione della Città storica, le componenti della Città consolidata, le componenti della Città da ristrutturare salvo gli Ambiti per i programmi di recupero urbano e i Tessuti prevalentemente per attività, i Piani particolareggiati delle zone O del PRG previgente, sono classificati come zona territoriale omogenea B; - gli Ambiti per i programmi di recupero urbano, le componenti della Città della trasformazione, salvo i Piani particolareggiati delle zone O del PRG previgente, sono classificati come zona territoriale omogenea C; - i Tessuti prevalentemente per attività della Città da ristrutturare sono classificati come zona territoriale omogenea D; - l Agro romano è classificato come zona territoriale omogenea E; - le componenti del Sistema dei servizi, delle attrezzature e degli impianti sono classificate come zona territoriale omogenea F. A. Riggio, U. Schiavoni Schiavoni - Esercitazioni del Corso di Tecnica Urbanistica 1 (E & EA)- 2007/08 pag. 14

18 SEZIONE 1.1 LEZIONE CONCETTI PRELIMINARI COME SI ESPRIME LA NORMATIVA URBANISTICA LA CARTOGRAFIA E LA LEGENDA DEL IL PIANO REGOLATORE DI TORINO: NELLE TAVOLE SI FA USO DI SOLE SIMBOLOGIE GRAFICHE (COLORI DIVERSI PER LE DIVERSE ZONE) A. Riggio, U. Schiavoni Schiavoni - Esercitazioni del Corso di Tecnica Urbanistica 1 (E & EA)- 2007/08 pag. 15

19 SEZIONE 1.1 LEZIONE CONCETTI PRELIMINARI COME SI ESPRIME LA NORMATIVA URBANISTICA IL PIANO REGOLATORE DI TORINO: LA CONSULTABILITA' DELLE NORME TECNICHE A. Riggio, U. Schiavoni Schiavoni - Esercitazioni del Corso di Tecnica Urbanistica 1 (E & EA)- 2007/08 pag. 16

20 SEZIONE 1.1 LEZIONE CONCETTI PRELIMINARI COME SI ESPRIME LA NORMATIVA URBANISTICA IL PIANO REGOLATORE DI BOLOGNA: LO "SFONDO" CARTOGRAFICO SIGLA DELLA ZONA PERIMETRO DELLA ZONA IL PIANO REGOLATORE DI BOLOGNA: IL SIMBOLISMO GRAFICO E NUMERICO DELLA ZONIZZAZIONE IL PIANO REGOLATORE DI BOLOGNA: LA SOVRAPPOSIZIONE DI "SFONDO" E ZONIZZAZIONE A. Riggio, U. Schiavoni Schiavoni - Esercitazioni del Corso di Tecnica Urbanistica 1 (E & EA)- 2007/08 pag. 17

21 SEZIONE 1.1 LEZIONE CONCETTI PRELIMINARI COME SI ESPRIME LA NORMATIVA URBANISTICA Articolo 19 SUDDIVISIONE IN ZONE DEL TERRITORIO COMUNALE ZONE URBANE A PREVALENTE DESTINAZIONE RESIDENZIALE (R) Sottozone: centro storico (zona A) R1.residenziale di completamento R2.residenziale di completamento già assoggettata a intervento urbanistico preventivo Articolo 13 Articolo 64 U S I C E N T R O S T O R I C O (Zona omogenea A) A. FUNZIONE ABITATIVA U1 - Abitazioni 1. NORMATIVA DELLA ZONA A E A1 U2 - Abitazioni collettive A. SOTTOZONE R1 E R2 Usi previsti: U1 Per determinare gli ulteriori usi previsti occorre fare riferimento alla classificazione dell'edificio riportata alla tavola A.1. Per gli edifici di categoria 1a, 1b, 2a, 2b sono consentiti, oltre all'u1, tutti gli ulteriori usi previsti rispettivamente dagli artt. 65 e 66 a seconda che si tratti di sottozona R1 o R2, Articolo 65 ZONA RESIDENZIALE DI COMPLETAMENTO (R1) (Zona omogenea B) USI PREVISTI: U1, U2, U4, U6, U7, U8, U9, U11, U13, U14, U15, U16, U17, U20, U21, U22, U23, U26, U27, U28, U35. IL PIANO REGOLATORE DI BOLOGNA: LA CONSULTABILITA' DELLE NORME TECNICHE A. Riggio, U. Schiavoni Schiavoni - Esercitazioni del Corso di Tecnica Urbanistica 1 (E & EA)- 2007/08 pag. 18

22 SEZIONE 1.1 LEZIONE CONCETTI PRELIMINARI ESEGUIBILITA' DELLA DISCIPLINA DI PIANO REGOLATORE ESEGUIBILITA' DELLA DISCIPLINA DI PIANO REGOLATORE DISCIPLINA NON IMMEDIATAMENTE ESEGUIBILE SI DEFINISCONO NON IMMEDIATAMENTE ESEGUIBILI LE NORME E LE PRESCRIZIONI DEL PIANO REGOLATORE RIFERITE SOLIDALMENTE AD UN INSIEME DI UNITÀ FONDIARIE E CHE RINVIANO LA DISCIPLINA DELLE SINGOLE TRASFORMAZIONI EDILIZIE O D'USO AD UN ULTERIORE GRADO DI PIANIFICAZIONE. ALLA DISCIPLINA DI PIANO REGOLATORE NON IMMEDIATAMENTE ESEGUIBILE È DATA ATTUAZIONE TRAMITE PIANI URBANISTICI PARTICOLAREGGIATI ATTUATIVI DISCIPLINA IMMEDIATAMENTE ESEGUIBILE SI DEFINISCONO IMMEDIATAMENTE ESEGUIBILI LE NORME E LE PRESCRIZIONI DI PIANO REGOLATORE CHE ESPLICITANO UNIVOCAMENTE GRANDEZZE E REQUISITI RIFERITI AD UNO SPECIFICO IMMOBILE O AD ESSO RIFERIBILI SENZA IL TRAMITE DI UNO STRUMENTO URBANISTICO ATTUATIVO. ALLA DISCIPLINA DI PIANO REGOLATORE IMMEDIATAMENTE ESEGUIBILE È DATA ATTUAZIONE TRAMITE GLI STRUMENTI DEL PERMESSO DI COSTRUIRE, DELLA DENUNCIA DI INIZIO DI ATTIVITÀ A. Riggio, U. Schiavoni Schiavoni - Esercitazioni del Corso di Tecnica Urbanistica 1 (E & EA)- 2007/08 pag. 19

23 SEZIONE 1.1 LEZIONE CONCETTI PRELIMINARI ESEGUIBILITA' DELLA DISCIPLINA DI PIANO REGOLATORE A. Riggio, U. Schiavoni Schiavoni - Esercitazioni del Corso di Tecnica Urbanistica 1 (E & EA)- 2007/08 pag. 20

24 SEZIONE 1.1 LEZIONE CONCETTI PRELIMINARI ESEGUIBILITA' DELLA DISCIPLINA DI PIANO REGOLATORE PRG MODENA STRUMENTI DI ATTUAZIONE DEL PIANO REGOLATORE 1. La disciplina di Piano regolatore non immediatamente eseguibile è dettagliata e posta in opera mediante i seguenti strumenti urbanistici di attuazione: a Piano particolareggiato di iniziativa pubblica; b Piano particolareggiato di iniziativa privata; c Piano di recupero di iniziativa pubblica; d Piano di recupero di iniziativa privata; e Piano delle zone per edilizia economica e popolare; f Piano delle aree per insediamenti produttivi; g Programmi integrati di intervento; h Programmi di riqualificazione urbana; i Programmi di recupero urbano; j Piano di sviluppo aziendale o interaziendale. 3. Le norme e le prescrizioni di Piano regolatore immediatamente eseguibili, nonché quelle espresse dagli strumenti di cui al precedente comma, sono attuate mediante: a concessione edilizia; b autorizzazione edilizia c denuncia di inizio attività di cui all art. 4 del decreto legge 5 ottobre 1993, n.398, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 dicembre 1993, n.493, come sostituito dall art.2, comma 60, della legge 23 dicembre 1996, n. 662 e successive modificazioni ed inte-grazioni; d relazione asseverata per opere interne, ai sensi dell art. 26 della legge 28 febbraio 1985 e successive modificazioni ed integrazioni; e accertamento di conformità per opere di competenza dello stato, di cui all'art. 81 del DPR del 24 luglio 1977, n. 616, così come integrato dal D.P.R. 18 aprile 1994, n.383. DISCIPLINA DELLE AREE SOGGETTE ALLA FORMAZIONE DI UNO STRUMENTO URBANISTICO ATTUATIVO 1. Le trasformazioni ricadenti in aree soggette alla formazione obbligatoria di uno strumento urbanistico attuativo devono essere precedute dalla compiuta formazione dello strumento urbanistico richiesto. Parimenti devono essere precedute dalla compiuta formazione di uno strumento urbanistico attuativo, ai sensi dell'art. 20 della legge regionale 7 dicembre 1978, n. 47, nelle zone omogenee B, quando l ambito di intervento sia superiore a 5000 mq: a le trasformazioni d'uso o la ristrutturazione di complessi insediativi di notevoli dimensioni rispetto al contesto in cui devono inserirsi e comunque gli interventi superiori a mc di volume costruibile; b le nuove costruzioni con indice di utilizzazione fondiaria superiore ai 3 mc/mq. Tale strumento deve essere esteso ad una superficie territoriale non inferiore a quella indicata dalla Normativa delle zone elementari nel caso di Piano particolareggiato e non inferiore a quella di pertinenza di una unità tipologica, oppure a quella indicata dalla autorizzazione o invito di cui all'art. 14.2, 8. comma, nel caso di Piano di recupero. 2. Gli strumenti urbanistici di attuazione, ricercando la più congrua collocazione delle attività ed in coerenza all'art. 3 della legge regionale 8 novembre 1988, n. 46, possono integrare modeste quote di ulteriori destinazioni, anche se non esplicitamente indicate dalla normativa di zona territoriale omogenea o di zona elementare, purché compatibili, quando siano necessarie per assicurare completezza e funzionalità del servizio agli insediamenti. In tale caso dovrà essere assicurato il reperimento delle aree per servizi pubblici. 3. In assenza dei suddetti strumenti sugli immobili compresi nell'area sono ammesse manutenzione ordinaria e straordinaria, opere interne, ampliamenti senza aumento di carico urbanistico, modifiche allo stato dei luoghi, adeguamento funzionale, nonché demolizione sulle costruzioni non soggette a vincolo conservativo, ad esclusione di quelle ubicate nelle zone A4 di cui all art Sugli immobili soggetti a vincolo conservativo sono ammesse inoltre le tra-sformazioni edilizie di tipo conservativo specificamente prescritte a norma del Capo 61, senza incremento delle unità immobiliari e senza modificazioni delle destinazioni d uso esistenti. 4. La potenzialità edificatoria all interno delle zone disciplinate da strumento urbanistico attuativo, sia di iniziativa pubblica, sia di iniziativa privata, va computata e/o ripartita proporzionalmente, quando sia fissata in valori assoluti, con riferimento a tutte le aree di intervento, ivi comprese quelle già destinate o da destinare a strade, piazze e altri spazi pubblici o di uso pubblico, nonché le aree di risulta dalla copertura di acque pubbliche. A. Riggio, U. Schiavoni Schiavoni - Esercitazioni del Corso di Tecnica Urbanistica 1 (E & EA)- 2007/08 pag. 21

Art. 1 - Principi e scopi Art. 2 - Contenuti delle norme Art. 3 Principi interpretativi Art. 4 Ambito d intervento Art. 5 Suddivisione del territorio

Art. 1 - Principi e scopi Art. 2 - Contenuti delle norme Art. 3 Principi interpretativi Art. 4 Ambito d intervento Art. 5 Suddivisione del territorio Art. 1 - Principi e scopi Art. 2 - Contenuti delle norme Art. 3 Principi interpretativi Art. 4 Ambito d intervento Art. 5 Suddivisione del territorio Art. 6 Comparti sottoposti a ristrutturazione edilizia

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