UK La High Court dispone la pubblicazione della corrispondenza tra il Principe Carlo e parlamentari e ministri

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1 ISSN DPCE online UK La High Court dispone la pubblicazione della corrispondenza tra il Principe Carlo e parlamentari e ministri di Andrea Perelli Il 26 marzo 2015 la Supreme Court del Regno Unito ha emanato la sentenza R. and Another v. Attorney General, [2015] UKSC 21 con la quale ha permesso la pubblicazione della corrispondenza intercorsa negli anni 2004 e 2005 tra il Principe Carlo, primo in linea di successione al trono, ed alcuni parlamentari e ministri. La vicenda giudiziaria, che contrapponeva i dicasteri destinatari delle missive ed un giornalista del noto quotidiano The Guardian, aveva ad oggetto l esercizio del diritto di accesso alla citata corrispondenza. Alcune lettere avevano carattere strettamente personale, mentre altre riguardavano tematiche di natura ambientale. Le lettere in oggetto contenevano diverse pressioni da parte del Principe sui destinatari al fine di influenzarne l operato e si sono mostrate idonee a mettere seriamente in dubbio la neutralità politica che tradizionalmente deve caratterizzare la Corona. La vicenda che condotto alla pubblicazione delle lettere è piuttosto complessa e deve essere ricostruita nei suoi tratti essenziali, al fine di meglio comprendere la decisione della Supreme Court. Gioverà parimenti dare brevemente conto della normativa nazionale e sovranazionale che viene in rilievo. Nel 2005 Mr. Evans giornalista del quotidiano The Guardian chiede l accesso alla citate lettere detenute dai Ministeri (Departments) sulla base del Freedom 1

2 of information Act 2000 (FOIA 2000) e del Environmental Information Regulations 2004 (EIR 2004). Inizialmente i Ministeri rifiutano di rendere noto se siano o meno in possesso delle missive, successivamente affermano di possederle ma ne rifiutano la pubblicazione appellandosi alle sections 37, 40 e 41 FOIA 2000 (ed alle relative norme EIR 2004). Come noto il FOIA disciplina il diritto di accesso ai documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni. Per quanto di nostro interesse giova ricordare che riconosce e tipizza talune eccezioni (exemptions) rispetto a tale diritto. Distingue in particolare tra eccezioni assolute e qualificate. Queste ultime si caratterizzano per essere superabili e si basano su un bilanciamento tra il pubblico interesse all exemption ed il pubblico interesse all accesso. Le sections 37, 40 e 41 FOIA enumerano le exempt informations. La section 37 prevede un apposita eccezione in relazione alle comunicazione intercorse tra i membri della famiglia reale ed il Ministro della real casa (Royal Household). Fino al 2011 si è trattato di un eccezione qualificata, ma a seguito della riforma del Constitutional Reform and Governance Act 2010 è divenuta eccezione assoluta per le comunicazioni con il Sovrano, con l erede al trono ed il secondo in linea di successione. È pacifico ed incontestato che le comunicazioni de quibus ricadano ancora nella vecchia versione. Le sections 40 e 41 introducono due eccezione assoluta: la prima riguarda i dati personali (personal informations) soggetti alla disciplina del Data Protection Act 1998, la seconda quelle informazioni la cui pubblicazione potrebbe configurare una violazione perseguibile della riservatezza. In tale categoria possono ricadere i dati di cui alla section 35(1) e (5) che riguardano i documenti governativi di formulazione o sviluppo della politica del Governo stesso, le comunicazioni ministeriali ed ogni comunicazione tra i ministri e la Corona. A fronte del citato rifiuto da parte dei ministeri competenti, Mr. Evans si rivolge all Information Commissioner che nel 2009 rigetta la sua richiesta di accesso, sostenendo la legittimità dell azione dell esecutivo. In particolare, affermando che l accesso alla corrispondenza debba essere negato in quanto le missive conterrebbero informazioni personali e riservate e si porrebbero in contrasto con le convenzioni costituzionali che garantiscono al Sovrano il diritto di interloquire riservatamente con il proprio Governo, all erede al trono il diritto di impratichirsi nell esercizio delle funzioni regie per quando diverrà Sovrano ed alla famiglia reale il diritto al buon nome, che passa anche attraverso la pubblica percezione della neutralità della stessa. Tali elementi 2

3 inducono il Commissioner a ritenere che nel bilanciamento prevalgano le ragioni a tutela della riservatezza a scapito del diritto di accesso; applica quindi l eccezione relativa di cui alla citata section 37 FOIA anteriore alla novella del L istante impugna la decisione dell autorità amministrativa indipendente dinanzi all Upper Tribunal che nel 2012 decide che tutte le lettere catalogate come advocacy correspondence possano essere pubblicate. Si tratta invero di quella corrispondenza che ha ad oggetto le richiamate informazioni ambientali, è connotata da un minor grado di riservatezza ed è idonea ad evidenziare la forte attività lobbistica intrapresa dal Principe di Galles. Il tribunale ripercorre le ragioni a favore e contro la pubblicazione della corrispondenza e giunge alla conclusione che nel caso di specie si debba garantire il diritto di accesso in quanto ravvisa un preminente pubblico interesse alla conoscenza delle condotte dell erede al trono che lungi da ricadere nelle prerogative costituzionalmente riconosciutegli finiscono in talune ipotesi per palesarsi come indebita attività di influenza nei confronti del Governo, ponendo in crisi la necessaria neutralità dei membri della famiglia reale ed in particolare del futuro Sovrano. A fronte di tale decisione i Ministeri non propongono appello, ma il Procuratore generale ricorre al potere di veto previsto dalla section 53 del FOIA e facoltizza gli stessi a non dar corso alla sentenza decisione del tribunale. Il contenuto dell atto effettua un nuovo bilanciamento tra il diritto all accesso e quello alla riservatezza e giunge alle medesime conclusioni del Commissioner sostenendo la prevalenza del secondo sulla base delle prerogative garantite della section 37 FOIA. L istante impugna il certificate con il quale è stato esercitato il potere di veto e la vicenda giunge per la decisione di ultima istanza dinanzi alla High Court. Il punto focale della decisione pare essere la configurabilità o meno anche alla luce della direttiva 2003/4/CE sulle informazioni ambientali, recepita dall Environmental Information Regulations 2004 e degli articoli 47 e 53 della Carta dei diritti fondamentali dell Unione Europea di un potere di veto generalizzato, come quello contemplato dalla section 53 del FOIA. La Corte ritiene a maggioranza dei propri membri che tale potere non possa essere configurato come illimitato e pertanto conferma l annullamento del certificate operato dal giudice d appello. Tuttavia, la decisione di maggioranza è motivata da due diverse opinioni che si differenziano proprio in merito alla ricostruzione dell ampiezza del potere di veto. Ad esse si affianca un opinione 3

4 dissenziente secondo la quale il provvedimento della Procura generale è da ritenersi legittimo. La prima opinione redatta da Lord Neuberger ed a cui aderiscono Lord Kerr e Lord Reed ritiene che il potere di veto, come configurato dalla section 53 FOIA, debba ritenersi non legittimo in quanto lesivo di due corollari del rule of law, in particolare il principio di separazione dei poteri, che impone al Governo di non invadere la sfera competenziale riservata al potere giudiziario, ed il principio di legalità, che impone la soggezione dei poteri pubblici alla legge e, nel caso di specie, impedisce che i pubblici poteri possano sottrarsi con atto autoritativo al rispetto di un provvedimento giudiziario. Si ritiene pertanto che il potere di veto possa essere esercitato solo finché sul punto non sia intervenuta una pronuncia giudiziaria e che il bilanciamento più volte richiamato vada risolto a favore del diritto di accesso. L opinione concorrente redatta da Lord Mance ed a cui aderisce Lady Hale ritiene che della citata section 53 vada fornita un interpretazione più ampia rispetto a quanto fatto da Lord Neuberger. In particolare affermano che l atto di veto potrebbe ritenersi legittimo quando sia formato a seguito di un dibattimento in cui vengano sentite tutte le parti. Nel caso di specie il provvedimento è da ritenersi illegittimo in quando il Procuratore si era limitato a sentire solamente le pubbliche amministrazioni coinvolte. Ritengono inoltre che il diritto di accesso vada garantito in relazione alle missive contenenti informazioni ambientali in quanto in materia prevale la legislazione sovranazionale recepita dall EIR 2004 che ammette un novero di eccezioni assai più contenuto ed in ogni caso richiede che le decisioni sulle istanze di accesso prese dalle pubbliche amministrazioni possano essere sottoposte da un sistema di revisione procedimentalizzato dinanzi al potere giudiziario e/o ad un autorità amministrativa indipendente, ma in ogni caso non contemplano alcuna possibile forma di veto o di superamento autoritativo della decisione finale presa all esito di siffatte procedure, anche nel rispetto dei diritti fondamentali garantiti dalla Carta dei diritti dell Unione Europea. Vi è infine l opinione dissenziente redatta da Lord Hughes. Quest ultimo ritiene che il diritto di accesso andrebbe garantito solamente in relazione alle informazioni ambientali in quanto in tale settore non è possibile configurare un potere di veto del procuratore generale, che contrasterebbe con la disciplina europea. Per le informazioni non ambientali andrebbe riconosciuta la legittimità della scelta della Procura generale 4

5 che ha utilizzato lecitamente un potere conferitogli dalla legge. In particolare, ritiene che la section 53 citata renda possibile per il Procuratore generale porre il veto a fronte di una decisione sul diritto di accesso, qualunque sia l organo che l ha adottata, e che tale facoltà non contrasti con il rule of law perché la norma stessa richiede che il potere sia esercitato sulla base di motivi ragionevoli dei quali si deve dare congrua motivazione e perché l atto è pur sempre impugnabile in sede giudiziaria. Nel caso di specie, ritiene che il potere sia stato correttamente esercitato in quando il bilanciamento effettuato dal Procuratore è da ritenersi corretto perché posto a tutela delle prerogative riconosciute all erede al trono. La decisione in commento si segnala quindi per l interessante applicazione fatta dei principi costituzionali richiamati e per la ricostruzione delle prerogative dei membri della famiglia reale e in particolare dell erede al trono. Sul punto giova notare come le convenzioni costituzionali che garantiscono la neutralità del Sovrano e la sua facoltà di interloquire con il Governo siano state ricostruite non come presunzioni assolute, ma come facoltà sottoposte anch esse ad un vaglio di ragionevolezza nelle modalità di loro concreta attuazione. Pare infatti che alla base della decisione di non applicare al section 53 FOIA stiano oltre alle richiamate ragioni derivanti dai rapporti tra normativa interna e normativa sovranazionale alcune osservazioni assorbenti circa il non corretto utilizzo delle proprie prerogative da parte del Principe di Galles. In altri termini, i membri della casa reale in tanto possono avvalersi di siffatte prerogative in quanto dimostrino di averne fatto un uso corretto. 5

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