APPENDICE AL DOCUMENTO DEL 28 MAGGIO

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1 APPENDICE AL DOCUMENTO DEL 28 MAGGIO Nella presente Appendice sono trattati i seguenti argomenti: 1. La proposta di realizzazione della infrastruttura di Corso Marche e degli insediamenti relativi; 2. Gli interventi indicati per l area ex Pirelli e dintorni in Settimo Torinese; 3. Lineamenti di politica territoriale alternativa a quella del piano regolatore di Torino. LA PROPOSTA DI REALIZZAZIONE DELLA INFRASTRUTTURA DI CORSO MARCHE E DEGLI INSEDIAMENTI RELATIVI. La proposta nel suo insieme si inscrive nella linea, affermata anche in occasione della formazione del piano regolatore di Torino, di dare vita ad interventi slegati dal contesto territoriale, nel quale si situano, facenti parte della tendenza, volta a privilegiare l offerta, rispetto alla individuazione della domanda, quindi concepiti come superluoghi (piazza Mirafiori, il Capitol, l area dell Alenia riformata, il belvedere al termine del Viale di Corso Marche), sedi di funzioni ad alta frequentazione, composti in forme auto celebrative, largamente autonome, rispetto alle esigenze espresse dalla realtà urbana circostante. La proposta contrasta pertanto con l ipotesi di delineare i tratti salienti del Corso Marche in funzione però della costruzione di un sistema territoriale, nel quale nuovi centri di servizio (sanitari, universitari, sportivi, per il verde, etc.) possano concorrere all attenuazione del ruolo di dominanza esclusiva, esercitato da Torino nei confronti della propria area. Un esame seppure sommario della rete viaria del settore ovest dell area torinese (vedere la Figura 1), evidenzia: a. Il collegamento in senso nord sud rappresentato dal Corso Marche per ora solo parzialmente attuato: da Corso Regina Margherita in Torino al Corso Francia, sempre in comune di Torino; b. L anello del Sistema Autostradale Tangenziale Torinese (SATT), che unico, oltre a garantire l attraversamento dell area torinese, funge in primo luogo da distributore dei flussi di spostamento interni all area stessa. c. All interno del settore urbano, delimitato dall anello del SATT e ad est del tracciato del Corso Marche, esistono (o sono previsti) numerosi collegamenti in senso est ovest e nord - sud, in direzione del nucleo centrale della città di Torino, così individuabili: - il Corso Regina Margherita con il relativo svincolo sulla Tangenziale; - la Strada di Druento; - la Strada Statale 24 con il relativo svincolo sulla Tangenziale; - la Via Tampellini, in comune di Collegno, di cui è previsto l innesto sul Corso Marche; - il Corso Francia con relativo svincolo sulla Tangenziale; - la Via Torino in comune di Grugliasco e la sua prosecuzione verso ed all interno di Torino, rappresentata dalla Strada Antica di Grugliasco; - il Corso Allamano con relativo svincolo sulla Tangenziale; - la Strada del Portone, inserita sul Corso Allamano e quindi collegata con la Tangenziale; - il Corso Orbassano, collegato alla Tangenziale attraverso lo svincolo del Drosso; - il Corso Stupinigi, collegato con la Tangenziale attraverso lo svincolo, sito presso il Sangone. P119 To Polit. Urban. MAR CONSID.NI APP.CE GIU 08.doc 1

2 Figura 1. Settore ovest dell area torinese. I principali collegamenti in senso est ovest e nord - sud, in direzione del nucleo centrale della città di Torino. La rete viaria richiamata, ma anche quella dei trasporti collettivi, materializza la condizione di forte attrazione territoriale, esercitata da Torino sui comuni dell area. Tale condizione è rappresentata dalla Figura 2, schema a; essa risulta confermata ove si faccia riferimento a dati quantitativi 1. Si può infatti affermare che la zona ovest di Torino, relativa cioè al territorio di Collegno, Grugliasco, Rivoli, con il peso di abitanti residenti (al 1991) e di posti di lavoro (al 1991) circa, si pone come la conurbazione più integrata con Torino e dotata di maggiore forza di attrazione nell intera Provincia. 1 Si fa qui riferimento alla matrice origine destinazione di tutti gli spostamenti giornalieri su auto o su mezzo pubblico, operati dai residenti nelle zone in cui è stata suddivisa, ai fini dell indagine, la Provincia di Torino. Detta matrice è riportata nella Ricerca sulla mobilità 1991 a cura del Consorzio Trasporti Torinesi. P119 To Polit. Urban. MAR CONSID.NI APP.CE GIU 08.doc 2

3 Figura 2. Schemi rappresentativi dell attrazione di Torino esistente (schema a) ed auspicata (schema b), in base alla rete dei principali collegamenti viari. Quel territorio, fortemente urbanizzato, al fine di ridurre la congestione in Torino ed al contempo di potenziare l offerta di posti di lavoro soprattutto nei servizi da parte dei Comuni dell area, richiede, sotto il profilo della viabilità, interventi caratterizzati dalla capacità in primo luogo di partecipare alla costruzione di un sistema urbano complessivo, in grado di attenuare la tendenza all attrazione pressoché univoca, esercitata attualmente da Torino nei confronti dei comuni esterni. Il nuovo assetto è raffigurato schematicamente nella stessa Figura 2, schema b, rappresentativo dell ipotesi, da un lato di attenuare le relazioni fra ogni centro dell area e Torino e dall altro, di rafforzare le relazioni fra i centri periferici o quanto meno fra gruppi di centri. Questo al fine di favorire la formazione di un sistema di città, in grado di affermare condizioni urbane relativamente autonome, o quanto meno di attenuare la dominanza, la centralità pressoché assoluta, esercitata tutt ora dal nucleo centrale di Torino. Quanto schematizzato dunque vuole rappresentare una realtà, da far evolvere verso un nuovo sistema, per altro già caratterizzato da forti potenzialità, vale a dire da insediamenti esistenti e previsti di grande rilievo, quali sono quelli rappresentati nella Figura 3, dove, con la relativa numerazione, sono evidenziate le seguenti localizzazioni: 1. l ex Ospedale psichiatrico di Grugliasco e le aree limitrofe di ampliamento, interessate negli ultimi tempi dall ipotesi di insediamento della Cittadella della salute ; 2. la Certosa di Collegno; 3. gli eventuali impianti sportivi da realizzare nel Campo Volo di Collegno, a servizio in particolare degli insediamenti universitari; 4. l Ospedale San Luigi di Orbassano e le eventuali aree integrative (cascine storiche ed aree da destinare ad attrezzature ed impianti per sedi universitarie); 5. la scuola superiore del Barrocchio e le aree di proprietà della Amministrazione Provinciale; P119 To Polit. Urban. MAR CONSID.NI APP.CE GIU 08.doc 3

4 6. la fermata ferroviaria con centro complesso per servizi e parcheggi, connessa al grande itinerario verde; 7. il tracciato della Linea Metropolitana 1 con deviazione in Collegno lungo la Via Amati, fermata in prossimità del settore sud della Certosa di Collegno e rientro sul Corso Francia; 8. il tracciato viario di collegamento nord sud, in grado di collegare fra loro le sedi universitarie decentrate di Collegno, Grugliasco, Orbassano, attraverso un impianto viario che dalla Tangenziale nord in regione Stazionetta può connettersi con la tangenziale sud (in corrispondenza del C.I.M.) e, attraverso l abitato di Orbassano in regione Pasta, con l autostrada per Pinerolo e quindi con un altro importante presidio ospedaliero, quale è quello rappresentato dal Centro antitumori di Candiolo; 9. il grande itinerario parco ciclopedonale, inteso come dorsale di interconnessione del verde metropolitano da Mandria Venaria a Stupinigi, attraverso il parco del Gerbido. Figura 3. Le principali localizzazioni del sistema decentrato dell istruzione superiore. P119 To Polit. Urban. MAR CONSID.NI APP.CE GIU 08.doc 4

5 GLI INTERVENTI NELL AREA EX PIRELLI E DINTORNI IN SETTIMO TORINESE (LAGUNA VERDE). Le principali caratteristiche dimensionali. L intervento interessa un insieme di aree (appartenenti a diverse proprietà, fra le quali è compreso il Comune di Settimo, cui compete circa il 28 % del totale), dell estensione di metri quadrati, con al centro l insediamento industriale ex Pirelli (di circa mq pari al 25 % del totale), collocato in Settimo, a nord est di Torino, a cavallo del Corso Romania, fra il tracciato della ferrovia di antica data Torino Milano a nord ovest ed il tracciato della Via Torino a sud est (vedi le Figure 4 e 5). Su tale area il Comune di Settimo intende realizzare con indice territoriale di 0,8 mq/mq un intervento dell entità di metri quadrati costruibili, ripartiti fra la destinazione residenziale (dal 40 al 55 %) e destinazioni prevalentemente direzionali, fra le quali figurano: la ricerca, il commercio, le attività di tempo libero, la direzionalità ed il terziario propriamente detto (?), una quota marginale di artigianato. I principali elementi di contrasto con il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Torino. Ci si riferisce al PTC adottato dalla Provincia nell aprile del 1999 ed approvato dalla Regione Piemonte nell agosto del Si ritiene che l intervento in argomento contrasti in modo particolare con alcune delle scelte di impianto, proprie del PTC: - Il PTC individua una gerarchia funzionale dei centri (vedi Figura 4), che risulta (Direttiva delle Norme di Attuazione del PTC) così ordinata: Centro regionale di I Livello, capoluogo del sub ambito di Torino, coincidente ovviamente con la città di Torino; Centri di II Livello, non presenti nella Provincia di Torino; Centri di III Livello, coincidenti con Ivrea e Pinerolo sedi di servizi per una vasta area subregionale; Centri di IV livello superiore, poli dell armatura urbana, che dispongono di una diversificata offerta di servizi interurbani da potenziare, a maggior raggio di influenza, coincidenti con Chieri, Rivoli Chivasso, Moncalieri, Cuorgné, Orbassano, Torre Pellice, Carmagnola, Ciriè, Lanzo Torinese; Centri di IV livello inferiore, poli dell armatura urbana, che dispongono di una offerta diversificata di servizi come sopra ma con offerta meno completa e con raggio di influenza più limitato, coincidenti con Collegno, Venaria, Settimo Torinese, Avigliana, Grugliasco, Nichelino, Giaveno, Bardonecchia, Oulx, Rivarolo Canavese. L intervento in argomento in quanto prevede di realizzare da solo una entità di oltre metri quadrati edificabili (Superfici Utili Lorde), destinata ad attività terziarie, indipendentemente da altre già insediate in Settimo o eventualmente previste da altre operazioni, non pare rispetti il livello gerarchico quale attribuito dal PTC alla città di Settimo. P119 To Polit. Urban. MAR CONSID.NI APP.CE GIU 08.doc 5

6 Figura 4. Estratto dalla Tavola A0 Schema Strutturale, originalmente in scala 1: del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Torino, approvato nell agosto I quadrati danno conto in grandezza ed ubicazione della gerarchia funzionale dei Centri, sopra richiamata. L asterisco di colore nero rappresenta la localizzazione dell intervento in argomento. - Il PTC impone la salvaguardia delle aree agricole in Contesto Metropolitano (Direttiva 4.2.1; 4.2.2; 4.2.3). L intervento in argomento avrebbe dovuto rispettare tale direttiva, in quanto interessa aree, che risultano dal PTC (vedi Figura 2) di Classe I e II. Formalmente l intervento però ha potuto eludere tale indicazione del PTC, in quanto nel lungo periodo di approvazione del PTC stesso (dall aprile del 1999 all agosto del 2003) la Regione Piemonte ha potuto non applicare la salvaguardia, rendendo così possibile numerosi interventi nella provincia di Torino, fra cui Urban Italia 2010, in contrasto con le indicazioni del PTC. P119 To Polit. Urban. MAR CONSID.NI APP.CE GIU 08.doc 6

7 Figura 5. Estratto dalla Tavola A.3.1.: Sistema delle aree agricole in contesto metropolitano, originariamente in scala 1: del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Torino, approvato nell agosto La linea rossa perimetra l area oggetto dell intervento in questione. In colore giallo: Aree agricole in classe I di Capacità d uso dei Suoli. In colore verde chiaro: Aree agricole in classe II di Capacità d uso dei Suoli - Il PTC (Direttiva e Tavola A6) indica i Sistemi di diffusione urbana, vale a dire di incremento residenziale, riconoscendo per l area torinese il Sistema di diffusione urbana Torino Ovest. Esso riguarda i comuni di: Rivalta di Torino,; Giaveno, Coazze, Trana, Valgioie; Rivoli Alpignano, Pianezza, Caselette, Druento, S. Gillio; Givoletto, La Cassa, Val della Torre, Vallo Torinese, Varicella. Il settore di nord est, in particolare il Comune di Settimo Torinese, risulta escluso. Con questo non è detto che nei comuni esclusi dai Sistemi di diffusione urbana sia impedita in assoluto la realizzazione di nuovi insediamenti residenziali, specie su aree eventuali di trasformazione. Nel caso però si tratta di un insediamento residenziale che sfiora i abitanti pari ad oltre il 21% della popolazione residente di Settimo (al 2002 risultano abitanti circa). Si realizzerebbe così con una sola iniziativa l incremento di oltre il 20 % della popolazione inserendo di fatto il Comune di Settimo fra i Comuni soggetti alla diffusione urbana. I principali elementi di contrasto con Urban Italia Nella lunga e faticosa fase di approvazione del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Torino, durata qualche cosa come oltre 4 anni (1460 giorni a fronte di un tempo fissato per legge di 90), alcuni comuni del settore nord dell area torinese, per altro con il conforto sia della Regione che della Provincia di Torino, avviarono alcuni provvedimenti di programmazione territoriale (formalmente di programmazione e non di pianificazione), che portarono a devitalizzare i contenuti del Piano Territoriale Provinciale ed a porre le basi per l operazione Bor.Set.To (come anche di Millenium Canavese). P119 To Polit. Urban. MAR CONSID.NI APP.CE GIU 08.doc 7

8 Su proposta del Comune di Settimo Torinese, assieme ai Comuni di Borgaro Torinese, Leinì e Volpiano, all inizio degli anni 2000 prende avvio il cosiddetto URBAN Italia. I programmi URBAN sono finanziati dal Fondo europeo, a favore dello sviluppo sostenibile (termine tanto usato quanto abusato) di città e quartieri, soggetti a crisi, appartenenti all Unione Europea. Quello strumento, nato in generale per programmare e per finanziare gli interventi previsti nei piani, è di fatto utilizzato per modificare anche profondamente i piani in vigore. Nel caso specifico le indicazioni contenute in URBAN Italia mutano e smentiscono i principi e le linee del Piano Territoriale di Coordinamento provinciale, quello stesso che nel frattempo, privo di salvaguardia, dal 1999 langue presso la Regione, in attesa di una qualche eventuale decisione. In questo modo URBAN Italia ha tutto il tempo di essere approvato in data 27 maggio 2002 con Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e di essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell 11 settembre In sintesi i contenuti di URBAN Italia sono: 1. l indicazione per la formazione di una conurbazione a corona da Volpiano a Leinì, nel settore territoriale più esterno, rispetto all area torinese, con protendimenti in direzione di Caselle. Tale direttrice è sorretta da una infrastruttura di tipo superstradale, o Asse distributore n. 2, connesso, in direzione di levante, con la viabilità di attraversamento del Po e più oltre della collina torinese, che in tempi recenti diverrà il nuovo tracciato della tangenziale est ; 2. l indicazione per la formazione di una conurbazione a corona più interna, rispetto all area torinese, sostenuta da un tracciato stradale o Asse distributore n.1, da Settimo a Borgaro, attraverso e con l inserimento della parte edificabile delle aree Bor.Set.To; 3. un insieme di indicazioni riguardanti il sistema dei trasporti e delle comunicazioni; 4. l individuazione di numerosi e quantitativamente rilevanti insediamenti produttivi a favore di un non meglio definito riequilibrio territoriale (riequilibrio di che, rispetto a cosa?). In complesso dunque URBAN Italia, in assoluto contrasto ed in sostituzione, rispetto alle indicazioni del Piano Territoriale di Coordinamento, formato quello sì legittimamente dalla Provincia di Torino, configura un comprensorio industriale compatto di centinaia di ettari, vale a dire una barriera urbanizzata (in barba alle ragioni di tutela delle aree agricole), attraverso la quale filtrano senza misure di salvaguardia ambientale due direttrici di accesso a Torino: la superstrada di Caselle e l autostrada A5 di Aosta. Preso atto in ogni caso che, grazie alla politica di attendismo esercitata a suo tempo dalla Regione nei confronti della approvazione del Piano Territoriale di Coordinamento, nel settore nord dell area metropolitana torinese i contenuti del Programma Urban Italia hanno sostituito le indicazioni del PTC, l intervento in argomento (il Progetto Laguna Verde), in ragione della sua collocazione, delle quantità e delle destinazioni, di cui risulta composto, si pone in contrasto anche con le indicazioni generali dello strumento approvato nel corso del Urban Italia infatti tendeva in qualche modo a configurare una sorta di alleggerimento degli addensamenti in direzione della città di Torino, mediante insediamenti a corona di carattere industriale e di servizio, in vista di un sistema territoriale nord, dotato di località centrali relativamente autonome, rispetto alla città capoluogo. L intervento sulle aree ex Pirelli e dintorni realizza un insediamento dai connotati di forte addensamento (residenziale e terziario) lungo una delle direttrici principali di penetrazione nella città capoluogo, incrementando il modello radiocentrico, storicamente affermato, destinato ad accentuare ulteriormente la funzione centripeta della città di Torino; inoltre esso rischia di formare, unitamente agli insediamenti decisi sulle aree Bor.Set.To nei Comuni di Borgaro e Settimo e Torino, un netto ostacolo alla connessione fra P119 To Polit. Urban. MAR CONSID.NI APP.CE GIU 08.doc 8

9 Tangenziale verde e Parco del Po, tanto esaltata, quanto poco precisata, in occasione della vicenda Bor.Set.To Verifica delle quantità insediabili. Con riferimento al programma di intervento sulle aree in questione (interventi per residenza e terziario), l assunto, che si pone alla base della verifica di ordine puramente quantitativo, è dato dalla seguente eguaglianza: Superficie fondiaria per insediamenti residenziali e terziari + Aree per Servizi alla Residenza + Aree a Servizi per il Terziario + Superficie a Viabilità (veicolare, pedonale, etc.) = Superficie Territoriale. Tale eguaglianza per quanto attiene alle aree di intervento può essere tradotta nella seguente espressione: (ST?0,8) / X +?(ST?0,8) / 34mq/ab??0,50?25mq/ab + ST?0,8?0,50?0,80 + 0,20?ST = ST Dove: ST = Superficie Territoriale, pari a mq ; 0,8 mq/mq = indice territoriale assegnato all insieme delle aree dell estensione di mq ; X = Indice fondiario, espresso in mq/mq; 34 mq/ab = indice di superficie abitativa 2 : Superficie Lorda di Pavimento, che compete mediamente ad ogni abitante insediato o insediabile; 0,50 = percentuale di Superficie Lorda di Pavimento, destinata alla Residenza nell insieme dell intervento; nel programma relativo la residenza è ipotizzata per un valore compreso fra il 40 e il 50 %; 25 mq/ab = dotazione minima complessiva delle aree per servizi in insediamenti residenziali, disposta dall art. 21 della l.r. 56/77; 0,50 = percentuale di Superficie Lorda di Pavimento, destinata al terziario nell insieme dell intervento, inglobando in esso il 5 % eventualmente destinato all artigianato ; 0,80 = percentuale della Superficie Lorda di Pavimento, destinata all attività terziaria, corrispondente alla dotazione minima di aree per verde e parcheggio pubblico, in conformità a quanto disposto dall art. 21 della l.r.56/77 per gli insediamenti terziari in interventi di ristrutturazione urbanistica; 0,20 = percentuale della Superficie Territoriale, destinata a strade complessivamente all interno delle aree di intervento. Dall esame dei dati dimensionali emerge come la relazione abbia dimensione in metri quadri; la relazione inoltre è indipendente dalla Superficie Territoriale, quindi essa è valida, alle condizioni espresse, per un metro quadro come per un chilometro quadrato. Dalla relazione si ricava l indice fondiario X = 4,21 mq/mq L indice di 4,21 mq/mq (corrispondente a 13,89 mc/mq, tenuto conto di un altezza media di m 3,30 degli edifici destinati alla Residenza e/o al Terziario) risulta di poco inferiore a 2,5 volte di quanto consentito in tema di densità fondiaria dall art. 23 della l.r. 56/77. 2 Vedere ad esempio l art. 1, comma 46 delle Norme Urbanistiche Edilizie di Attuazione del piano regolatore di Torino, approvato nell aprile P119 To Polit. Urban. MAR CONSID.NI APP.CE GIU 08.doc 9

10 Utilizzando la stessa espressione si può invertire il quesito: quanta superficie a servizi S, in metri quadri per abitante, si ottiene adottando l indice fondiario massimo di mq/mq 1,7, conforme a quanto disposto dall articolo 23, comma 2 della l.r. 56/77? In tal caso S assume il valore di 0,83 mq/ab assai lontano dai 25 richiesti dalla legge regionale, quindi in questo caso pare di poter dire che non sono reperibili spazi sufficienti per servizi pubblici. Per le verifiche effettuate pare di poter dire che la densità territoriale si riveli eccessiva. Conseguentemente, quale è la densità territoriale coerente con: la densità fondiaria massima e con gli standard disposti dalla legge regionale? Nella relazione, ponendo l incognita Y (densità territoriale in mq/mq) al posto dell indice di 0,80 mq/mq ed attribuendo il valore di 1,7 mq/mq alla X, si ricava che la densità territoriale assume il valore di 0,59 mq/mq. In tal caso si dovrebbe edificare circa il 26 % in meno, rispetto a quanto programmato, vale a dire mq (mq * 0,59), anziché mq Può valere la pena eludere le disposizioni di legge! Quella densità tuttavia (di 0,59 mq/mq) non solo non assicura nessuno spazio pubblico per attenuare i fabbisogni pregressi dei quartieri finitimi di Settimo, che specie nei settori centrali è presumibili siano carenti di impianti ed attrezzature pubbliche, ma non consente alcuno spazio per le esigenze, di cui all articolo 22 della legge regionale, relative cioè ai parchi urbani, alle scuole superiori e alla sanità, tenuto conto che in realtà si tratterebbe in ogni caso di un insediamento per oltre abitanti?0,50 * mq / (34 mq/ab)?. Pertanto un ultima applicazione dell espressione può essere svolta proprio in tale direzione: ricercando cioè la densità territoriale, coerente oltre che con la densità fondiaria, rispettosa di quanto indicato dalla legge regionale, anche con lo standard per abitante di 42,5 mq, garante del reperimento degli spazi aggiuntivi, sopra menzionati. In tal caso la densità territoriale assumerebbe il valore di 0,49 mq/mq (anziché 0,80), pari a poco più del 60 per cento della densità indicata. Conseguentemente l entità delle Superfici edificabili assumerebbe il valore di mq (mq * 0,49). Quindi, Indipendentemente da ogni considerazione di carattere territoriale, come emerge dalla verifica esclusivamente quantitativa, la densità territoriale indicata appare inaccettabile sotto ogni profilo LINEAMENTI PER UNA POLITICA TERRITORIALE ALTERNATIVA A QUELLA DEL PIANO REGOLATORE DI TORINO. Dal documento Viano emerge, come detto, la volontà di proseguire la politica territoriale, che ha presieduto alla formazione e all attuazione del piano regolatore di Torino, sintetizzabile nei seguenti capisaldi: - malgrado dichiarazioni contrarie, l assoluta indifferenza nei confronti sia della collaborazione fra enti locali che della pianificazione di rilievo territoriale (provinciale, regionale); - l ulteriore concentrazione in Torino delle attività rare e l uso degli investimenti infrastrutturali per specializzare la città centrale in senso terziario a scapito di altri centri sia dell area torinese che della provincia; - l assegnazione ai processi di acquisizione privata della rendita fondiaria del ruolo di principale motore dell assetto territoriale torinese. Per la costruzione di una politica alternativa di governo del territorio due paiono le scelte prioritarie: a. La collaborazione e l inserimento di Torino e della sua area nel sistema economico, sociale, infrastrutturale del territorio provinciale e regionale piemontese. Al di là di ogni scelta di merito si rende pertanto necessario in primo P119 To Polit. Urban. MAR CONSID.NI APP.CE GIU 08.doc 10

11 luogo partecipare in modo attivo, anche se critico, alla elaborazione degli strumenti in corso di formazione da parte della Regione Piemonte; il Piano Paesistico Regionale, il Piano Territoriale Regionale. In quella sede Torino può porre con forza l esigenza di controllare seriamente i processi di insediamento della popolazione in primo luogo nei settori periferici dell area metropolitana torinese, che, avvenendo tuttora in forme disperse, favoriscono ulteriormente l uso del mezzo di trasporto individuale, con pesante incremento della congestione e dell inquinamento atmosferico in tutta l area e particolarmente nel territorio urbano di Torino. b. l inversione dei processi, se non di appropriazione (condizionati da scelte nazionali), quanto meno di formazione delle rendite urbane. Conseguentemente gli obiettivi principali per un assetto alternativo, rispetto al modello proprio del piano di Torino, paiono riconducibili a: 1. migliorare l ambiente urbano nell area torinese e quindi controllare la formazione delle rendite fondiarie attraverso gli investimenti infrastrutturali (viabilità, trasporti, parcheggi, etc.); 2. ridurre la densità fisica e funzionale di Torino e quindi in primo luogo controllare l insediamento di nuove quote di popolazione e soprattutto delle attività terziarie, quanto meno nell area torinese; 3. migliorare le condizioni ambientali urbane mediante sia la riduzione dell inquinamento atmosferico che l estensione degli spazi verdi ed attrezzati, soprattutto nelle parti edificate della città; 4. migliorare le condizioni, nelle quali si svolge la mobilità in tutta l area torinese, favorendo la riduzione sia dei tempi di percorrenza con i vari mezzi (collettivi ed individuali), che della congestione nelle località più centrali della città; 5. tutelare e valorizzare le componenti culturali ed ambientali sia del paesaggio che di quello naturale ed agricolo. Nella Figura 6 è rappresentato in forma sintetica il sistema principale delle comunicazioni di rilievo territoriale (la viabilità autostradale e di primo livello), aperto alle connessioni con la rete regionale. L evidenza assegnata ai nuclei storici della conurbazione torinese, al nucleo centrale di Torino (la cinta daziaria del 1853 con il centro storico ), collocati all interno della rete della viabilità principale, richiama l importanza determinante, assegnata alla politica di profonda riorganizzazione della centralità territoriale. Ad essa è affidata la manovra, ritenuta decisiva, sia per la qualificazione dell ambiente urbano (in contrasto quindi con la separazione fra centro e periferia accolta dal piano regolatore di Torino), sia per la distribuzione dei valori di rendita differenziale, presupposto economico determinante per conseguire assetti urbani alternativi. Questo appare possibile se ci si affida non tanto al ruolo ed al carattere di ciascuna delle località periferiche, indicate nella Figura 6, bensì se si persegue la costruzione di un sistema di centri. Tale sistema nell insieme, in modo coeso, deve esercitare la logica e la funzionalità alternativa, rispetto al dominio esercitato invece dal nucleo centrale di Torino, dominio per altro accettato ed esaltato dalle scelte del piano di Torino, ribadito di recente dal Documento Viano. P119 To Polit. Urban. MAR CONSID.NI APP.CE GIU 08.doc 11

12 Figura 6. Centri o fuochi urbani periferici come sistema di città per la redistribuzione della centralità urbana di Torino. Al fine di dare luogo al sistema, di cui si è detto, l estensione territoriale e la forma delle due componenti sopra richiamate (viabilità principale e insediamenti) sono composte in una struttura intenzionalmente contrapposta alla struttura radiocentrica, costruita a Torino a partire dalle espansioni ottocentesche, fino alle più recenti, compresa quella P119 To Polit. Urban. MAR CONSID.NI APP.CE GIU 08.doc 12

13 riproposta dal nuovo piano regolatore del in particolare sono evidenziate alcune direttrici, che in qualunque programma amministrativo dovrebbero essere tenute presenti in termini di priorità oltreché di forma, qualora si perseguano realmente, e non solo in termini dichiarati, gli obiettivi esposti. La struttura proposta risulta composta da: - la direttrice estrema ovest, disposta in senso nord sud, ai piedi delle colline moreniche di Rivoli, la quale connette i centri di Alpignano Pianezza, Rivoli, Orbassano. Lungo tale direttrice, oltre ai centri menzionati, alcuni dei quali dotati di un discreto livello di servizi territoriali, sono dislocati servizi di rango superiore come il Castello di Rivoli, sede di un prestigioso centro espositivo e di arte moderna: - la direttrice intermedia, disposta in senso nord sud, (Collegno Grugliasco Orbassano lato est); essa è in grado di connettere lungo il tracciato centri di indubbio rilievo regionale quali: la Certosa di Collegno ed il fronte ovest del Campo Volo a nord est di Collegno, la sede della Facoltà di Agraria e Veterinaria (ex Ospedale Psichiatrico di Grugliasco), la sede ipotizzata della cittadella della salute nel parco del Gerbido presso la Facoltà di Agraria e Veterinaria in Grugliasco, il Centro Intermodale delle Merci (CIM), il Centro Agro Alimentare nel Comune di Orbassano, l Ospedale San Luigi centro Universitario, il Centro Ricerche Fiat in frazione Pasta di Rivalta; - la direttrice dislocata ai bordi estremi ovest del territorio della città di Torino, il Corso Marche, disposta in direzione nord sud, in grado di connettere Venaria a nord con la direttrice per Pinerolo a sud, attraverso una serie di centri di rilievo regionale quali: il complesso storico monumentale della Reggia di Venaria, il nuovo Stadio delle Alpi, il fronte est del Campo Volo in Collegno, i centri commerciali in Grugliasco (Ikea e Le Gru), lo Scalo Merci di Orbassano, gli insediamenti Fiat di Mirafiori, oltre che le aree cedute dalla Fiat al Comune di Torino a Provincia e Regione, le concentrazioni commerciali ed industriali di Beinasco; - l asse distributore attrezzato, interno al territorio di Torino, ad andamento avvolgente, rispetto alle zone centrali della città, dallo Scalo Vanchiglia a nord, al nodo di Piazza Bengasi e Lingotto a sud, destinato a suscitare lungo il percorso processi di centralità, in particolare attraverso i nodi di interscambio, dotati di infrastrutture per parcheggi di lungo periodo e di intersezione fra le linee dei trasporti collettivi. Tale tracciato si pone ovviamente in alternativa con quello indicato recentemente nel documento Viano, individuato da Rebaudengo a Vanchiglia e di lì, in sotterranea attraverso il centro città, al Corso Orbassano fino al Cimitero del Gerbido; - la direttrice estrema sud, ad andamento est ovest, da Trofarello Moncalieri ad Orbassano Rivalta, in grado di connettere tra loro centri di rilievo regionale quali: il Castello di Moncalieri, il complesso sportivo e della ricerca (l Istituto Galileo Ferrarsi) nell ex aeroporto Gino Lisa in Torino, la palazzina di Stupinigi, il complesso di Fiat Mirafiori, il centro di Beinasco, il Centro Intermodale delle Merci (CIM), l Ospedale San Luigi, i centri di Orbassano e Rivalta. Torino 26 giugno 2008 Pier Giorgio Lucco Borlera Raffaele Radicioni P119 To Polit. Urban. MAR CONSID.NI APP.CE GIU 08.doc 13

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