Deliverable 23 Action 4.2. Guideline for the promotion of environmental innovation in EEPAs

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1 LIFE+ PROJECT ACRONYM ETA-BETA LIFE09 ENV IT Deliverable 23 Action 4.2 Guideline for the promotion of environmental innovation in EEPAs Due date 31 March

2 Indice 1. Introduzione Gli strumenti per il policy maker...5 I livelli di governo interessati...5 Il ruolo delle istituzioni in materia di APEA...5 Strumenti operativi...8 Esempi Caratteristiche e funzioni del Gestore Unitario...11 Perché la gestione unitaria...11 Competenze del soggetto gestore unitario...12 I presupposti di un efficace gestione unitaria: analisi e programmazione...15 La struttura del soggetto responsabile e la sua istituzione...17 Strumenti operativi...19 Esempi Prestazioni ambientali...28 Gli strumenti del SG per agire sulle perfomance ambientali...28 Strumenti operativi...30 Esempi Fonti Allegati...43 Allegato 1 - Normativa prodotta dalle regioni italiane in materia di Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate...44 Allegato 2 - Schede descrittive delle aree Pilota

3 1. Introduzione Le presenti linee guida, elaborate all interno del progetto Eta Beta come strumento di supporto alla gestione delle Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate, sono state predisposte in una prima versione (action 2.5) partendo dall osservazione delle esperienze esistenti e dei fattori che ne hanno determinato il successo, al fine di sviluppare un modello concettuale di APEA che è stato applicato nelle aree produttive oggetto della sperimentazione (action 3.5). Il modello concettuale è stato discusso anche con i portatori di interesse attraverso una fase di consensus building (action 2.4). Sulla base degli esiti della sperimentazione condotta nelle aree pilota (vedi allegato 2), le linee guida sono state aggiornate nella loro forma definitiva. Il concetto di APEA che qui viene assunto come presupposto per tutte le riflessioni che seguono e per l impostazione stessa del modello conta due elementi distintivi fondamentali: da una parte una area ecologicamente attrezzata, come vuole la stessa denominazione, deve caratterizzarsi per la presenza di dotazioni infrastrutturali, tecnologiche e di servizi in grado di assicurare una prestazione ambientale superiore agli standard previsti dalla legge; dall altra, deve essere gestita in modo unitario quindi deve caratterizzarsi per la presenza di un soggetto gestore responsabile dell ambito nel suo complesso e che agisce in rappresentanza e nell interesse delle aziende insediate. La gestione unitaria si compone da un lato di attività espressamente mirate al miglioramento ambientale continuo nel tempo attraverso analisi e programmazione di azioni, e dall altro da servizi rivolti alle imprese che possono riguardare temi ambientali, sociali o connessi alla amministrazione ordinaria. Le dotazioni territoriali e la gestione centralizzata rappresentano gli elementi ricorrenti non solo nella letteratura (compresa la normativa) finora prodotta 1, ma anche nella realtà delle esperienze realizzate in Italia e all estero e possono quindi essere considerati come consolidati nel dibattito sulla gestione sostenibile delle aree produttive. Rispetto a questi elementi chiave, il modello concettuale qui proposto presenta sicuramente un taglio più orientato alle prestazioni ambientali e di conseguenza alle tecniche ambientali, come si richiede nell ambito di un progetto che promuove il Piano di Azione per l Eco-innovazione (di seguito Eco-AP) e che intende dare un contributo fattivo ai lavori in corso per la creazione del sistema europeo ETV: per tale ragione, il modello elaborato prende il nome di approccio Eta Beta (Eta Beta approach). Nel presente documento vengono comunque in più punti affrontate anche le più rilevanti questioni che afferiscono alla sfera gestionale. Il modello organizzativo e gestionale sviluppato per Eta Beta focalizza su alcune questioni ritenute prioritarie e che rappresentano gli approfondimenti dei successivi capitoli: 1 Per una rassegna della normativa ad oggi prodotta nelle regioni italiane, si rimanda all allegato 1. In Spagna non è presente una specifica legge che disciplina le aree produttive ecologicamente attrezzate. 3

4 capitolo 2 - gli strumenti per il policy maker capitolo 3 - le caratteristiche del Soggetto Gestore capitolo 4 - le prestazioni ambientali. Ognuno degli argomenti sopra citati è affrontato prima con una descrizione concettuale; a questa segue la proposta di alcuni strumenti operativi, vale a dire strumenti di utilità pratica per mettere in atto e dare corpo a quanto descritto in maniera teorica. Ogni capitolo si chiude con alcuni esempi che illustrano applicazioni riuscite dello strumento operativo proposto o di altri strumenti utili per la tematica affrontata. 4

5 2. Gli strumenti per il policy maker I livelli di governo interessati La disciplina delle aree produttive è materia di competenza degli organi di governo del territorio, quindi è opportuno dal punto di vista logico e cronologico, in questa riflessione sulla gestione delle APEA, partire dal ruolo delle istituzioni. I livelli istituzionali solitamente coinvolti sono in Italia sicuramente il governo regionale, a seguito di quanto predisposto dal decreto Bassanini che ha delegato alle Regioni la competenza in materia di APEA e il governo degli enti locali (Comuni innanzitutto, ma anche Province). In Spagna il tema delle aree ecologicamente attrezzate non è attualmente disciplinato da una normativa specifica, quindi i livelli di governo istituzionalmente preposti all emanazione di leggi non hanno al momento rivestito un ruolo determinante; nei casi presenti in Spagna di gestione sostenibile o collettiva di aree produttive è sicuramente più coinvolto il livello istituzionale locale, più vicino alle operazioni di pianificazione e attuazione, vale a dire il Comune. Il ruolo delle istituzioni in materia di APEA L attività delle regioni in materia di APEA si esplica soprattutto sul fronte dell emanazione di normativa, con l intento di fornire un quadro di riferimento unitario per le varie attività diffuse sul territorio; in molti casi la normativa è accompagnata o precede atti dal carattere più propriamente tecnico che hanno lo scopo di orientare operativamente l applicazione locale della normativa: esempio classico sono le Linee Guida, come si ritrovano in Piemonte, Toscana, Sardegna, Marche e Puglia ad esempio (vedi Allegato 1). Nella grande maggioranza dei casi, l applicazione locale viene inoltre supportata dall istituzione regionale con finanziamenti diretti, erogati tramite bandi, una tantum (specialmente per offrire un sostegno nella fase iniziale di realizzazione delle infrastrutture) oppure a scadenze periodiche. Il supporto da parte della regione non si esplica solo In materia di APEA, le Regioni svolgono primariamente un ruolo di indirizzo tramite emanazione di normativa, di controllo quali quantitativo sullo stato di attuazione delle aree nonché di supporto, tramite incentivi e semplificazioni in fase di realizzazione delle aree, ma anche durante la vita dell APEA stessa, anzi gli incentivi e le semplificazioni amministrative rappresentano strumenti che rafforzano l attrattività e il pieno sviluppo dell APEA. Su questo fronte tuttavia, la casistica riscontrata si presenta piuttosto limitata (alcuni esempi italiani sono riportati nell apposito paragrafo); la definizione di meccanismi premianti per le aziende che si insediano in APEA, in termini di sgravi fiscali, alleggerimenti burocratici o semplificazioni documentali appare quindi al momento come la priorità nel dibattito sulle APEA. Un ulteriore azione in capo al governo regionale in materia di APEA è sicuramente il monitoraggio: appare fondamentale infatti che centralmente si disponga di un quadro di 5

6 informazioni esaustivo e aggiornato che comprenda le iniziative presenti sull intero territorio; la regione, sviluppando questa competenza, verrebbe a configurarsi di conseguenza come la sola sede ufficiale con cui si interfacciano tutti i soggetti a vario titolo coinvolti nelle diverse fasi di realizzazione di un APEA (enti locali, soggetti gestori, certificatori accreditati, ecc.), con indubbi vantaggi sul fronte della trasparenza, della riconoscibilità dei ruoli, dei rapporti col territorio. Il monitoraggio, oltre a consentire alla regione di avere il quadro delle ricadute delle proprie politiche territoriali, assolve a due importanti finalità: - una di tipo interno, vale a dire l individuazione di un momento zero, a partire dal quale l area viene riconosciuta APEA in modo formale per tutti i possibili fini (ad esempio per l accessibilità a finanziamenti oppure per l attuazione di semplificazioni valide solo per ambiti produttivi che hanno raggiunto lo status di APEA); - una di tipo esterno, nel momento in cui la regione necessita di un confronto con altre regioni impegnate sullo stesso tema. Per rispondere in modo esaustivo ad entrambe le finalità sopra elencate è necessario che il monitoraggio sia impostato secondo una strumento operativo chiaro e il più possibile condiviso ed omogeneo, pur se personalizzabile. Nel paragrafo strumenti operativi viene elaborata una proposta di Registro APEA. Un attività di pari importanza e complementare al monitoraggio, è quella forse più complessa di verifica: mentre con il monitoraggio la Regione ha il quadro aggiornato delle iniziative sul territorio, possiede le statistiche sui dati anagrafici (collocazione, dimensioni, ecc.) e controlla la successione dei passaggi formali compiuti (istituzione SG, ottenimento qualifica, ecc), con la verifica si mette nelle condizioni di valutare l operato dei vari soggetti all interno delle aree e quindi di approfondire in modo qualitativo i passi compiuti. Uno dei maggiori problemi della gestione sostenibile delle aree produttive non è tanto l ottenimento dello status di APEA, ma il mantenimento di standard qualitativi alti durante la vita dell APEA stessa, non solo in termini di prestazioni ambientali (alle quali pensa primariamente il SG), ma anche in termini di efficienza gestionale, di sostenibilità economica, di risposta alle esigenze delle imprese e del territorio, di attrattività dell area. In assenza di adeguate forme di controllo, il rischio concreto è quello di aree che si fregiano dell etichetta APEA, ma che non sono in grado di innescare un processo reale di miglioramento continuo che si consolida negli anni. Per quanto riguarda il ruolo degli enti locali (Comuni e Province) questo varia a seconda di come è impostato dalla normativa regionale il meccanismo di identificazione e realizzazione di un APEA. In linea generale, sia Province che Comuni rivestono un ruolo predominante nei processi di pianificazione, soprattutto i Comuni: 6

7 - il ruolo della Provincia si esplica nell identificazione delle APEA a livello di area vasta, o comunque sovra comunale, e prende corpo generalmente nel piano territoriale che ha un orizzonte temporale ampio, capace di inquadrare processi di sviluppo del territorio e dell economia da una prospettiva strategica; non in tutte le regioni è previsto questo passaggio a livello di pianificazione. - Sicuramente di maggiore peso in tema di APEA è l azione pianificatoria dei Comuni: attraverso il piano comunale, soprattutto quello di tipo operativo, le municipalità definiscono infatti nel dettaglio le caratteristiche che le aree devono possedere in termini urbanistici e di dotazioni infrastrutturali. I Comuni, insieme alle Province, rivestono un ruolo predominante nei processi di pianificazione delle APEA, nella contrattazione con i privati interessati all area, nella creazione del consenso tra i cittadini e nella cura del rapporti col Soggetto Gestore. Dal punto di vista istituzionale il Comune viene direttamente chiamato in causa nelle procedure di vendita/acquisto dei terreni e di rilascio delle concessioni di urbanizzazione, strumenti tradizionali di contrattazione pubblico/privato che per l occasione possono arricchirsi di alcuni aspetti caratteristici delle APEA, ad esempio criteri urbanistici ed edilizi al di sopra degli standard. Al Comune può anche spettare un ulteriore significativo passaggio nella costruzione di un APEA, vale a dire la formalizzazione del ruolo di soggetto gestore unitario: questo passaggio non è ovunque obbligatorio ma conferisce al Soggetto individuato una certa riconoscibilità nonché autorevolezza, elementi utili nella definizione dei rapporti con soggetti terzi, con le stesse aziende insediate, con altre istituzioni o con altri soggetti gestori. Non trascurabile è infine il ruolo degli enti locali più vicini al cittadino nella ricerca del consenso: trattandosi di aree industriali, pur se concepite e gestite in maniera ambientalmente sostenibile, le APEA possono infatti generare diffidenza (o addirittura insofferenza) nella popolazione che risiede nelle immediate vicinanze, basti pensare alla realizzazione di impianti per la produzione di energia come le centrali di cogenerazione oppure al traffico indotto. L accettabilità dell operazione APEA da parte del territorio va quindi gestita dal Comune interessato, chiamato ad inserirla in una visione strategica di sviluppo del territorio che tenga conto contestualmente di aspetti territoriali e ambientali (il contenimento dell uso del suolo, la riqualificazione dell esistente, l accessibilità, ecc.), di aspetti economici (settori produttivi da incentivare, fabbisogni infrastrutturali delle imprese, possibilità di perequazione territoriale, ecc.) e di aspetti sociali (vicinanza di centri abitati, tasso di occupazione, ecc.). In questo senso quindi la ricerca del consenso è un operazione fortemente intrecciata alla funzione pianificatoria, finalizzata a garantire uno sviluppo del territorio equilibrato che tenga conto, tra i tanti fattori, anche delle esigenze della cittadinanza. La ricerca del consenso 7

8 è però un elemento che spesso viene affrontato in una fase posteriore alla pianificazione, ad esempio quando l area è già attuata: in questo caso non è solo il Comune a farsi carico del rapporto coi cittadini, ma diventa nodale il ruolo del soggetto gestore unitario che diventa portavoce e interlocutore di riferimento dell ambito produttivo. Strumenti operativi In questa sezione si ritiene opportuno proporre come strumento operativo il registro APEA, che si auspica possa diventare dotazione permanente delle Regioni. Considerata l esigenza di rendere confrontabili i registri tra le diverse regioni, si può presupporre una struttura di base omogenea e condivisa e, per tale motivo, molto semplice. Le informazioni contenute dovrebbero infatti limitarsi La strutturazione di un registro APEA a livello regionale si configura come un utile strumento di lavoro interno per la razionalizzazione delle informazioni, ma al tempo stesso una soluzione semplice su cui impostare confronti tra regioni diverse. agli aspetti ricorrenti, come quelle riportate nella tabella sottostante; a questa struttura di base ogni regione potrebbe aggiungere i campi ritenuti necessari per rispondere alle procedure previste dalla propria normativa o per proprie esigenze statistiche, ad esempio il raggiungimento della qualifica APEA (laddove prevista), il riferimento a date o a documenti formali con gli estremi di approvazione (delibere, determine, ecc.), l ammontare di eventuali finanziamenti erogati, lo stato di attuazione degli strumenti di pianificazione e via dicendo. 8

9 denominazione ubicazione dell area superficie superficie n imprese totale occupata APEA 1 APEA 2 APEA 3 APEA 4 APEA n Comune/i coinvolti dimensioni (ettari) settori produttivi periodo realizzazione dotazioni tipo di gestore forma societaria natura servizi collettivi semplificazioni e agevolazioni si intendono gli impianti e le infrastrutture consorzio, società pubblica, energy management, ad esempio autorizzazione unica allo scarico di acque centralizzate di servizio all area come per azioni, ente privata o mista waste management, reflue, concessione di derivazione unica, snellimento l'acquedotto industriale, il depuratore pubblico economico, safety management, della documentazione da presentare, riduzione dei tempi industriale, la centrale di produzione di ecc. mobility management, di rilascio delle autorizzazioni, incremento delle soglie energia, l'area stoccaggio rifiuti, ecc. manutenzione delle dimensionali per le opere soggette alla Valutazione di strade e del verde, Impatto Ambientale, premialità in termini di cubatura per gestione centralizzata fabbricati ad alta efficienza energetica, riduzione degli delle forniture, ecc. oneri di urbanizzazione Esempio di registro APEA regionale contenente set minimo di informazioni da monitorare 9

10 Un indubbio vantaggio del detenere una banca dati a livello centrale è rappresentato dalla identificazione univoca delle competenze in materia di APEA: per i soggetti pubblici e privati presenti nel territorio non sempre infatti appaiono lineari i percorsi amministrativi che portano alla definizione della normativa piuttosto che all emanazione di un bando di finanziamento; il detentore nonché compilatore del registro diventa di conseguenza l unico interlocutore centrale in materia di APEA, vantaggio non trascurabile quando si ha a che fare con una materia di natura interdisciplinare come la gestione sostenibile delle aree produttive che può vedere coinvolti più assessorati (attività produttive, ambiente, pianificazione). Non solo nei rapporti verso l esterno, ma anche all interno della stessa istituzione regionale, si beneficerebbe di una maggiore chiarezza con un flusso di informazioni univoco, senza il rischio di duplicazioni o sovrapposizioni: il registro rappresenterebbe uno strumento sempre aggiornato che permette di rendicontare rapidamente sullo stato di attuazione delle politiche territoriali in materia di APEA, di volta in volta estrapolando le informazioni necessarie ai vari assessorati/settori di riferimento. Evidentemente la frequenza di aggiornamento rappresenta un elemento essenziale, perciò l adozione del registro per essere efficace dovrebbe essere accompagnata dalla definizione del flusso di informazioni e dall attribuzione di responsabilità pertinenti una procedura di monitoraggio. Esempi Nonostante la cronica scarsità di semplificazioni amministrative per le APEA, o forse proprio per questo motivo, si vogliono qui riportare alcuni esempi riscontrati di tale fattispecie, che del resto risulta essere un fattore determinante per l attrattività di un area, soprattutto quando le dotazioni di qualità possono aver inciso sul costo della sua realizzazione e quindi sul costo dei terreni. Le semplificazioni per le aziende diventano quindi uno strumento chiave in mano alle istituzioni per incentivare l insediamento in alcune aree, il cui il solo status (quello di APEA appunto) ancora non è sufficiente come elemento di attrazione. Sia la Regione Marche che la Regione Emilia Romagna hanno previsto, all interno delle rispettive normative in materia di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.), un incremento delle soglie dimensionali per le opere soggette alla VIA ricadenti all interno di APEA: significa che il soggetto proponente un impianto è incentivato a realizzarlo all interno di un area ecologicamente attrezzata, potendo permettersi un impianto di Le iniziative della Regione Marche e della Regione Emilia Romagna messe in atto per incentivare l insediamento nelle APEA riguardano le procedure di Valutazione di Impatto Ambientale e l edilizia sostenibile. Nello specifico: - Marche: L.R. n. 14/2008 Norme sull edilizia sostenibile e L.R. n. 7/2004 e ss.mm.ii. Disciplina della procedura di valutazione di impatto ambientale - Emilia Romagna: Direttiva generale n. 1238/02, che disciplina la procedura di V.I.A. 10

11 dimensioni che altrove avrebbero richiesto l attivazione della complessa procedura di valutazione dell impatto. La Regione Marche, inoltre, attribuisce premialità in termini di cubatura per fabbricati ad alta efficienza energetica, da realizzare all interno di aree riconosciute come APEA. Questo meccanismo innesca due ricadute positive: da una parte richiama costruttori che, nell APEA e non altrove, potranno permettersi cubature maggiori; dall altro garantisce la realizzazione di edifici dalle elevate prestazioni ambientali, di fatto condizionando un processo (la costruzione del fabbricato) che in genere, una volta venduti i lotti al privato, è fuori dal controllo dell amministrazione o del soggetto gestore. 3. Caratteristiche e funzioni del Gestore Unitario Perché la gestione unitaria La presenza di un soggetto unitario su cui convergono le principali competenze gestionali ed organizzative relative ad un ambito produttivo è forse l elemento maggiormente ricorrente quando si ragiona di APEA, sia nelle realtà dove la materia è disciplinata da norme specifiche sia dove non esistono indicazioni in merito. La gestione unitaria può essere vista infatti come l evoluzione naturale di un qualsiasi processo organizzativo efficiente che si pone l obiettivo di raccordare le esigenze di tanti soggetti (in questo caso imprese le insediate), che possono essere simili quindi accomunati da fabbisogni comuni oppure molto eterogenei (come dimensioni o caratterizzazione produttiva). La presenza di un gestore unitario nell APEA, anche quando non prevista da normativa specifica, si rivela la soluzione più efficace dal punto di vista gestionale e in generale più vantaggiosa per le imprese. Le principali funzioni del gestore unitario sono l erogazione di servizi alle imprese nonché la realizzazione e la gestione delle infrastrutture collettive. con problemi simili. La logica è quella del condominio, all interno del quale l amministratore si fa carico di raccogliere i principali bisogni e di ricercare soluzioni contrattando con i fornitori esterni oppure mettendo in contatto soggetti Il vantaggio di una gestione unitaria è innanzitutto di tipo economico per le aziende insediate, in quanto il Soggetto Gestore (nel seguito SG), avendo il polso delle esigenze e delle criticità prevalenti, è in grado di ipotizzare economie di scala, ad esempio nella contrattazione per forniture collettive di beni o di servizi. Il SG si può fare carico di rappresentare l area industriale nel suo complesso e occuparsi di servizi ai quali l azienda, singolarmente, non potrebbe accedere, ma per i quali gode di benefici sia diretti che indiretti. 11

12 La gestione unitaria deve consentire un ritorno economico al Soggetto Gestore, nel senso che una volta a regime, l attività del SG dovrebbe comportare un utile (che può essere reinvestito o meno, a seconda della natura del SG) e rendere superfluo un sostegno di natura pubblica. Il risparmio per le imprese non è solo in termini economici, ma anche in termini di tempo: soprattutto le aziende piccole soffrono di carenza di risorse umane (quantitativamente e anche in termini di preparazione professionale) e quindi faticano ad occuparsi di tutti gli aspetti della propria attività non direttamente associati alla produzione, come l aggiornamento delle procedure amministrative e delle prassi burocratiche; un soggetto di riferimento può fornire un valido supporto in questo senso, ricordando scadenze, proponendo corsi di formazione, comunicando opportunità di finanziamento e via dicendo. Competenze del soggetto gestore unitario Numerose sono le attività che possono essere svolte o coordinate dal soggetto responsabile dell area e sono principalmente di due tipi: la fornitura di servizi centralizzati e la gestione delle infrastrutture collettive (reti, spazi e impianti). Sul fronte dei servizi forniti alle imprese, quindi attività di tipo immateriale, le possibilità sono molto ampie, anche se condizionate dal numero e dal tipo di aziende insediate, come mostra l elenco sottostante: waste management: si tratta di fornire servizi che supportino o agevolino le aziende nella gestione dei loro rifiuti o che mirino a ridurre la produzione degli stessi: un esempio classico di waste management è la borsa rifiuti, meccanismo gestito appunto a livello centralizzato, grazie al quale il SG si fa carico di connettere l offerta di materiale di scarto con la domanda di chi è in grado di riutilizzare tale materiale come materia prima; il SG può inoltre fornire supporto per espletare gli aspetti documentali ed amministrativi legati ai requisiti normativi della gestione dei rifiuti; energy management: una tipica attività di energy management è la contrattazione da parte del SG con soggetti terzi per l ottenimento di prezzi di forniture di energia a prezzi più vantaggiosi di quelli ottenibili con la contrattazione individuale condotta dalla singola impresa; altro interessante esempio è il supporto per l audit energetico presso le singole aziende al fine di individuare gli interventi di efficientamento energetico o le cubature disponibili per l installazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili; water management: dal punto di vista dei servizi, l azione prevalente è, come per l energia, la contrattazione collettiva per la fornitura di acqua; molto utile può essere anche il supporto amministrativo per rispondere alla normativa in materia di scarichi dei singoli insediamenti oppure agli obblighi inerenti la gestione delle acque meteoriche. Di assoluto interesse, infine, è una forma di semplificazione per le imprese che si realizza nel momento in cui il SG è unico titolare dell autorizzazione allo scarico finale del depuratore: questo implica che tutti gli insediamenti 12

13 scarichino in una rete fognaria che recapita ad un impianto di depurazione gestita in modo unitario dal soggetto gestore quindi si tratta di un beneficio per le aziende (alleggerimento burocratico legato all assenza di un impianto a piè di fabbrica) che si verifica solo in presenza di determinate infrastrutture collettive; mobility management: la gestione della mobilità nell ambito produttivo riguarda l ottimizzazione degli spostamenti degli addetti; in genere ad una fase di indagine degli spostamenti casa-lavoro segue un piano per rispondere ai principali fabbisogni (implementazione del servizio di trasporto pubblico, car pooling,ecc.); servizi di logistica: alcune azioni possibili sul fronte del trasporto delle merci necessitano di apposite infrastrutture come ad esempio depositi per il magazzinaggio comune; senza bisogno di particolari dotazioni infrastrutturali il SG è invece in grado di fornire altri servizi come ad esempio l organizzazione degli spostamenti dei fornitori, in modo da favorire i viaggi sempre a pieno carico dei veicoli in entrata e in uscita dall area. In questo caso una dotazione molto utile per il SG può essere un software gestionale; supporto amministrativo: statisticamente questo risulta il servizio fornito più frequentemente dal SG alle aziende, in quanto retaggio dell attività del soggetto prima di essere formalmente individuato come SG di APEA (è il caso dei consorzi di sviluppo industriale o delle agenzie di sviluppo): si tratta di fornire assistenza alle aziende per tutti gli aspetti burocratici legati al rispetto della normativa, spesso a partire già dalla fase di insediamento (permesso di costruire e altre autorizzazioni); il supporto amministrativo può anche riguardare procedure specifiche in materia di ambiente e sicurezza ad esempio il supporto per la richiesta di autorizzazioni allo scarico o il supporto per la documentazione sistemi di gestione ambientale formazione-comunicazione: si tratta di un tipo di servizio molto utile soprattutto per le realtà aziendali di piccole o piccolissime dimensioni che, grazie al SG, riescono a mantenersi aggiornati sulle principali novità in materia di normativa o di tecnologia, sulle opportunità di finanziamenti e sui bandi in generale; anche in questo caso, come per il precedente, il SG può erogare formazione specifica su tematiche inerenti l ambiente e la gestione sostenibile del processo produttivo; supporto tecnico: rientra tra le attività di formazione-comunicazione in quanto anche in questo caso il SG (o consulenti da lui incaricati) trasmette conoscenze di tipo tecnico-impiantistico, ma a differenza della formazione che è diffusa a tutte le aziende e quindi generica, qui si tratta di consulenza specifica per singolo processo produttivo, presso l azienda; ricerca-innovazione: è un attività che risulta in progressiva diffusione nei casi analizzati, spesso associata a delle strutture fisicamente presenti nell area, veri e propri centri di ricerca, soprattutto collegati al tema delle energie rinnovabili, particolarmente sentito anche dalle aziende vista la possibilità di abbattimento dei costi di utenza; 13

14 intermediazione: il SG diventa il portavoce delle aziende e spesso si interfaccia per loro conto con gli enti locali, da una parte alleggerendo i privati dall espletamento di procedure burocratiche complesse, dall altro presentando in un unica soluzione istanze di tipo collettivo; marketing: questa attività diventa fondamentale per l attrattività dell area (si collega con quanto detto in merito alle competenze degli enti locali); il SG è nelle migliori condizioni per vendere il prodotto APEA, incentivando così l insediamento di nuove imprese; sicurezza: un servizio abbastanza diffuso e sicuramente gradito dalle aziende insediate e il servizio di sicurezza, inteso prevalentemente come servizio di controllo accessi all area e di sorveglianza spazi comuni, anche in questo caso un servizio del genere di tipo centralizzato consente di abbattere i costi di installazione e manutenzione di dotazioni specifiche presso la singola azienda. Il supporto amministrativo e il ruolo di intermediazione risultano funzioni particolarmente utili nel caso di aree produttive di nuovo insediamento e, in particolare, sono una soluzione diffusa nelle aree di piccole dimensioni, laddove il basso numero di aziende rende più difficile l attuazione di economie di scala connesse a servizi di management (es. area pilota di Pertite in Liguria). Come detto sopra, il soggetto responsabile può essere il diretto responsabile della gestione di infrastrutture o di dotazioni ambientali presenti nell area, di cui si propone un elenco esemplificativo: - rete fognaria, - depuratore, - raccolta e trattamento acque meteoriche, - rete acquedottistica, - rete antincendio, - impianti di produzione energia, - rete distribuzione energia, - illuminazione pubblica, - area stoccaggio rifiuti, - scalo merci, - aree per la logistica, - centro servizi, - strutture comuni come mensa, incubatore d impresa, asilo, laboratorio di ricerca e sviluppo, ecc. - dotazioni verdi, - strade, - sistemi di sicurezza. 14

15 I presupposti di un efficace gestione unitaria: analisi e programmazione Sicuramente il presupposto per impostare le attività sopra descritte è un approfondita conoscenza dell area da parte del SG; come si diceva nell introduzione, una caratteristica ormai riconosciuta come fondamentale delle APEA è infatti l utilizzo di strumenti conoscitivi di analisi ambientale d area. All interno del modello Eta Beta approach si intende utilizzare il termine analisi ambientale d area Per scegliere le infrastrutture da realizzare e per organizzare i servizi alle imprese, il SG deve partire da indagini conoscitive mirate, per poi procedere alla stesura di un programma di miglioramento, il più possibile condiviso tra le aziende in un accezione ampia: il SG non si deve limitare a conoscere il territorio e le sue criticità ambientali, ma deve mettersi nelle condizioni di conoscere le singole imprese insediate, i loro processi produttivi e gli impatti da queste generati; solo così infatti sarà in grado di ragionare anche in termini di soluzioni ambientali appropriate, sia in termini tecnologici che gestionali, da proporre ed implementare. La sostenibilità di una dotazione ambientale o di un servizio non è infatti da considerare solo in termini ambientali, ma anche economici quindi è necessario stabilire con certezza il numero di utenze interessate o bisognose di una determinata iniziativa: ad esempio la realizzazione di un acquedotto duale che metta a disposizione acque di recupero per usi produttivi ha senso solo in presenza di aziende idroesigenti così come l opportunità di una centrale di cogenerazione va valutata sulla base della percentuale di imprese che richiedono grosse quantità di energia e calore. In sostanza, il quadro conoscitivo di cui deve dotarsi il SG dovrebbe includere un analisi dei fabbisogni delle aziende. Nel paragrafo degli esempi si riportano alcune possibili modalità di esecuzione di indagine conoscitiva dei fabbisogni delle imprese insediate. Le informazioni raccolte in questa fase rappresentano una parte degli elementi che dovrebbero guidare le azioni del SG. Nel complesso, le scelte del soggetto gestore dovranno essere il frutto di un vasto processo di valutazione che prende in considerazione non solo informazioni, dati e numeri, ma anche una visione strategica, un quadro di riferimento per gli obiettivi di lungo periodo; il risultato di queste valutazioni prende corpo in un unico documento, sulla scorta di ciò che la politica ambientale rappresenta all interno dei Sistemi di Gestione Ambientale: nell Eta Beta approach si è preferito attribuire a questo strumento il nome di mappa orientativa ( Orientation Map ), per sottolineare la sua importanza come fattore guida di tutte le successive azioni e scelte del SG. Nel paragrafo degli strumenti operativi viene proposto un modello di Orientation Map, applicabile nelle aree pilota. 15

16 A valle del processo conoscitivo e della stesura di una propria Orientation Map, il soggetto responsabile della gestione dell area procede ad elaborare alcuni mirati progetti che spaziano dalle infrastrutture ai servizi erogabili, progetti che nel loro complesso possono prendere la forma di un programma ambientale, così come generalmente concepito nei Sistemi di Gestione Ambientale: vale a dire con indicazione delle singole attività cui sono associati il costo, la tempistica, le responsabilità, gli obiettivi e gli indicatori di monitoraggio. Nell ambito del progetto Eta Beta il focus è l elaborazione dell eco-innovation action plan a livello locale da parte delle aree pilota (action 3); l Eco-AP locale può essere visto come un dettaglio del programma ambientale, che rappresenta il framework. Indicazioni operative sulla predisposizione dell Eco-AP locale sono contenute nel capitolo seguente (prestazioni ambientali). Un punto critico del programma ambientale risiede nella sua attuazione, dal momento che alcuni obiettivi proposti dal SG all interno del programma possono non essere di sua esclusiva responsabilità, ma possono necessitare della collaborazione delle imprese insediate o di soggetti terzi, esterni all area. Il coinvolgimento delle imprese appare come una delle maggiori sfide che deve fronteggiare il SG: come far partecipare le imprese all attuazione del programma ambientale? Come incentivarle o obbligarle? Quali meccanismi attivare in caso di inerzia? Sicuramente piuttosto che ricercare l adesione delle imprese ad un programma già elaborato, il SG dovrebbe prevedere la partecipazione delle imprese già nella stessa fase di programmazione, in modo tale che vengano selezionate solo le azioni realmente condivise e quindi si concentrino risorse su queste, aumentando la probabilità di successo nella loro realizzazione. Un passaggio ulteriore per garantire il coinvolgimento delle imprese è che i rapporti tra queste e il SG siano formalmente disciplinati con atto sottoscritto dalle parti, ad esempio una convenzione, un accordo o un disciplinare: nel documento dovrebbe essere riconosciuto il ruolo del gestore unitario, dovrebbe essergli conferito il mandato di agire in nome delle aziende insediate e dovrebbero essere stabiliti i reciproci obblighi. Una soluzione ancora più estrema in termini di coinvolgimento, e quindi auspicabile, è che le imprese entrino nella compagine sociale del Soggetto Gestore, dando vita ad esempio a dei consorzi; questa soluzione garantirebbe una perfetta connessione tra rilevazione fabbisogni programmazione attuazione. Mentre risulta più semplice l adesione delle imprese che si devono ancora insediare nelle nuove aree (lo si può porre come clausola di insediamento), diverso è l approccio per le imprese già insediate, che vedono modificato lo status quo della gestione dell area e potrebbero non gradire o non capire la funzione di un gestore unitario, l utilità di una programmazione ambientale, i vantaggi di un APEA. In tutti i casi in cui il SG o l ente locale si trovano a svolgere un azione di convincimento nei confronti delle aziende già insediate occorre mettere in evidenza i vantaggi della gestione unitaria, soprattutto in termini economici. Anche in questo caso è fondamentale un 16

17 preliminare ascolto delle imprese e delle loro esigenze per riuscire a proporre servizi con un certo grado di appeal proprio per le aziende insediate. Come detto sopra, a volte il raggiungimento di determinati obiettivi ambientali può comportare il coinvolgimento di soggetti esterni all area, come avviene nella gestione degli aspetti gestiti in modo indiretto nei SGA: è il caso che può verificarsi coi fornitori di beni o servizi. La struttura del soggetto responsabile e la sua istituzione Dal punto di vista della natura che il SG può assumere, i casi possibili sono fondamentalmente tre: natura pubblica, natura privata, natura mista. Dall osservazione dei casi studio inseriti nel Data Base di Eta Beta (deliverable 10) emerge chiaramente come la presenza della componente pubblica sia predominante. Sul totale dei casi studio inseriti nel Database infatti solo il 14% presenta un SG di tipo privato, mentre il 38% delle aree studiate ha un soggetto di riferimento di natura totalmente pubblica e anche tra i restanti casi con soggetti aventi natura mista (pari al 45%) la percentuale di capitale pubblico è predominante (in oltre il 70 % dei soggetti misti, la componente pubblica è maggioritaria). Diverse sono le spiegazioni a sostegno della prevalenza della componente pubblica tra i soggetti responsabili della gestione delle aree: - la partecipazione diretta delle istituzioni è spesso la conseguenza delle loro stesse politiche di supporto allo sviluppo del territorio - la presenza forte della componente pubblica rappresenta un fattore di garanzia a fronte di iniziative APEA, spesso di tipo sperimentale, che presentano forti margini di rischio e di indeterminatezza sulle tipologie di servizi e sulla redditività degli stessi - è un elemento che favorisce la tenuta dell iniziativa e della compagine sociale - i soggetti pubblici coinvolti svolgono un ruolo di interlocutore tra imprese insediate, le istituzioni locali e autorità di controllo. Statisticamente la presenza di istituzioni pubbliche nella compagine del SG è prevalente; dal punto di vista della forma giuridica prevalgono società di capitali o strutture consortili. A prescindere dalla forma e dalla natura del SG, è auspicabile un suo riconoscimento formale, una sua istituzionalizzazione. società a responsabilità limitata. Per quanto riguarda invece la forma giuridica, le soluzioni possibili sono innumerevoli ma la casistica osservata riporta una maggiore frequenza delle società di capitali, che ricorrono nella metà dei casi, equamente suddivise tra società per azioni e 17

18 Frequenti anche le strutture consortili (quasi il 40% de casi), che ricorrono prevalentemente in due forme: società consortile 2 e consorzi di sviluppo industriale 3 ; inoltre si rilevano tra le forme consortili due fattispecie che compaiono rispettivamente una sola volta: il consorzio industriale come ente pubblico non economico (EZIT di Trieste) e la Società Cooperativa Consortile per Azioni, senza fini di lucro (Macrolotto di Prato). Quello che si osserva è che le formule più ricorrenti sono quelle che offrono una maggiore flessibilità, in termini di coinvolgimento dei soggetti interessati e di funzioni che possono essere svolte (ad esempio forme di partenariato misto pubblico/privato, possibilmente consortili dato il carattere mutualistico di queste ultime forme, che si concretizza nello svolgimento di ogni attività sempre nell interesse delle imprese associate). Per quanto riguarda l istituzione del Soggetto Gestore, questa può concretizzarsi su due fronti: - da una parte come riconoscimento istituzionale, in genere da parte del Comune territorialmente competente, soprattutto nel caso in cui il SG faccia le veci del Comune stesso per alcune questioni (basti pensare al caso estremo in cui al soggetto responsabile è affidato persino il compito della pianificazione territoriale, come per i consorzi friulani). In molti casi studio osservati i soggetti di riferimento non sono costituiti ex novo come Soggetti Gestori di APEA ma sono soggetti già presenti e attivi sul territorio, riconosciuti e qualificati come attuatori, come agenzie di sviluppo, come consorzi di sviluppo industriale, ecc. che si sono ritrovati col tempo a svolgere anche competenze tipiche di un gestore di APEA, ma non sempre con un investitura ufficiale che riconosca loro questo ruolo; - dall altra come riconoscimento da parte delle aziende insediate che attribuiscono al SG il potere di agire in rappresentanza dei loro interessi. Nell Eta Beta approach entrambe le forme di riconoscimento sono ritenute fondanti per la formale istituzione del SG di APEA e si raccomanda quindi, nell ambito della sperimentazione nelle aree pilota, di pervenire alla sottoscrizione di un accordo formale (Official agreement) che attribuisca al riconoscimento un carattere di ufficialità senza il quale il presunto soggetto responsabile non potrebbe agire con la dovuta autorevolezza. Mentre è presumibile che il riconoscimento da parte delle aziende possa incontrare in alcune aree concrete difficoltà (vedi i problemi di coinvolgimento delle imprese insediate), si ritiene che la formalizzazione del ruolo del SG da parte delle istituzioni sia fattibile, laddove non già presente, nella maggioranza delle aree oggetto di sperimentazione, soprattutto laddove la Regione partecipa direttamente al progetto. 2 La società consortile è una forma di consorzio e in quanto tale persegue uno scopo mutualistico (l interesse dei consorziati), e non invece lo scopo di lucro che connota le società di capitali 3 I Consorzi di sviluppo industriale sono enti pubblici economici (previsti da apposita legge nazionale), vale a dire istituti di cui si avvale la Pubblica Amministrazione (in questo caso la Regione) per intervenire nel sistema economico. 18

19 Va poi considerato che in alcune regioni, come in Emilia Romagna, l istituzione formale del Soggetto Gestore si configura come un requisito obbligatorio della normativa in materia di APEA. Strumenti operativi All interno di ogni area oggetto di sperimentazione è stata elaborata una Orientation map, vale a dire un quadro di riferimento di base per orientare l azione, per strutturare un approccio che sia specifico per la singola area in questione, avendo sempre come focus l implementazione di tecniche ambientali d area innovative. In questo paragrafo si vogliono fornire alcuni elementi per costruire la propria mappa orientativa, fortemente connessa alla realtà locale. Innanzitutto, quali fattori considerare per costruire la mappa? Occorre passare in rassegna fondamentalmente i seguenti fattori: gli attori coinvolti: il Soggetto Gestore deve identificare un quadro esaustivo di tutti i soggetti che possono avere un ruolo cruciale nell implementazione delle tecniche ambientali all interno dell area: il SG non deve valutare solo il possibile ruolo di tali soggetti ma anche il grado del loro possibile effettivo coinvolgimento in determinate azioni. Categorie di attori da considerare nello screening sono: - le istituzioni nei suoi vari livelli (comune, provincia, regione, agenzie per la protezione dell ambiente ed altro se opportuno) - il mondo produttivo (non solo le aziende insediate ma anche le associazioni di categoria) - il mondo scientifico e della ricerca (come università, istituti di ricerca, poli tecnologici, enti per il trasferimento tecnologico, ecc.) - i fornitori di tecnologie. È opportuno che, per ognuna di tali categorie, il SG costruisca un quadro di interlocutori di riferimento, una sorta di rubrica di contatti. Per favorire la collaborazione e il coinvolgimento di tali soggetti, il SG, col supporto o il patrocinio delle istituzioni locali, dovrebbe già in una fase iniziale, organizzare momenti di incontro o produrre materiale informativo grazie ai quali comunicare alcuni concetti chiave, soprattutto nelle realtà dove le APEA non sono regolamentate: cos è un APEA, cos è un soggetto responsabile, quali sono le idee per i progetti di miglioramento ambientale. In alcune realtà potrebbe essere opportuno sfruttare queste modalità per farsi conoscere come soggetti (o come progetti) anche dalla comunità residente, in particolare dove il rapporto tra area industriale e i cittadini può essere già stato compromesso in passato per eventi specifici. Le tecniche ambientali disponibili: il SG deve costruirsi una panoramica delle tecniche ambientali che sono presenti nell area ad un tempo zero (a monte della stesura del piano d azione), partendo da quelle applicate a dotazioni di uso collettivo, ma senza trascurare stabilimenti privati che 19

20 sfruttano soluzioni innovative eventualmente diffondibili a scala d area. In questa rassegna devono essere comprese anche le modalità gestionali e le prassi operative. Il SG dovrebbe procedere ad una valutazione di tali tecnologie, in termini di grado di innovatività, stimando il loro divario rispetto alle Best Available Techniques dei settori di riferimento. Le criticità: il SG dovrà individuare le questioni ambientali che risultano problematiche all interno dell area, tenendo in considerazione i seguenti elementi: - la gravità ambientale (questo parametro entra nella valutazione nel momento in cui nell area è registrata la sofferenza, periodica o continuativa, di una matrice ambientale, ad esempio l aria o i corpi idrici; a tal fine si rimanda all elaborazione di uno strumento conoscitivo come l analisi ambientale iniziale); - i problemi delle aziende: al di là delle difficoltà di tipo economico affrontate dalle aziende (che comunque incidono considerevolmente sulla loro capacità di innovazione tecnologica) il SG dovrebbe monitorare i problemi tecnici che esse incontrano nell adozione di cleaner technologies (ad esempio per mancanza di competenze tecnico-professionali, di conoscenze normative, ecc.); è inoltre utile sondare i fabbisogni delle aziende in termini di servizi ed infrastrutture e a tal fine si rimanda agli esempi di indagine conoscitiva riportati nell apposito paragrafo I principi guida: le scelte del SG dovrebbero essere basate come detto sopra sulle caratteristiche specifiche riscontrate nelle area (in termini di criticità ma anche di potenzialità) ma la sua azione in generale dovrebbe essere guidata da alcuni principi fondamentali, validi ad una scala superiore. Oltre ai concetti molto generici ed universalmente validi come la riduzione dell inquinamento in tutte le sue forme o un migliore utilizzo delle risorse non rinnovabili, il SG dovrebbe avere un quadro delle priorità strategiche, quantomeno a livello regionale, in termini di qualità ambientale o di sviluppo delle attività produttive; laddove esiste una disciplina in materia di APEA, sicuramente i principi in essa contenuti diventano la guida per il SG, ma non va comunque trascurata una visione d insieme che tenga conto delle sfide peculiari, a volte contingenti, che le istituzioni o le PMI si trovano ad affrontare (si pensi alla priorità assunta dal tema energia anche come conseguenza della crisi economica). Un confronto con tali soggetti, soprattutto a livello regionale, consentirebbe al SG di impostare una linea di azione coerente con le priorità di livello gerarchicamente e territorialmente superiore (senza contare che generalmente le priorità politico-strategiche di livello regionale possono usufruire di canali di finanziamento appositamente creati). Infine, non vanno dimenticati tra i principi guida quelli fondanti il Piano di Azione per le tecnologie ambientali nell Unione europea. Lo screening di tutti i fattori citati hanno guidato, proprio come una mappa orientativa, il SG e i partner che con lui hanno collaborato, nell individuazione delle priorità d azione e quindi alla 20

21 strutturazione di un approccio specifico personalizzato dell area. A differenza di una mera analisi ambientale territoriale, l Orientation Map ingloba una dimensione strategica e di sostenibilità nel suo complesso, che consente di identificare le criticità e opportunità (non esclusivamente ambientali) che più facilmente si traducono in priorità. Si differenzia anche da una politica ambientale tradizionale, dal momento che si appoggia su una base dati territoriali dettagliata e funzionale alla formulazione di obiettivi di miglioramento. 21

22 22

23 Pertanto, un ipotesi di indice di una Orientation Map potrebbe essere il seguente: - Quadro conoscitivo dell area (criticità e opportunità, attori, tecnologie presenti) - Priorità di intervento (determinate sulla base delle criticità territoriali, delle indicazioni normative e delle esigenze delle parti interessate) - Indirizzi per la diffusione delle tecniche ambientali (che dovranno essere recepiti e sviluppati nell Eco-AP locale). E importante esplicitare i metodi e i processi che consentono di tradurre le criticità/opportunità individuate in priorità di azione. Nelle aree pilota oggetto di sperimentazione nel progetto Eta-Beta, ad esempio, per la definizione delle priorità si è proceduto ad un confronto aperto tra il Gestore Unitario, le imprese ed altre parti interessate, mirato a condividere i risultati dell Orientation Map e le possibilità di intervento. Altri utili riferimenti per la definizione delle priorità sono state le indicazioni contenute negli strumenti urbanistici attuativi, all interno di programmi strategici d area o di piani di sviluppo industriale. Costituiscono riferimento anche le metodologie elaborate in progetti comunitari pregressi per la valutazione della significatività degli aspetti ambientali nelle aree produttive (es. progetto Life ECCELSA progetto Life SIAM progetto Med MEID etc.) basate ad esempio su indicatori e indici di prestazione, analisi SWOT, Life Cycle Assessment, mapping overlay, etc. Un altro strumento di supporto per l attività del Soggetto Gestore è il Business Plan. Si tratta di uno strumento che consente di valutare la fattibilità economica delle attività svolte dal Soggetto Gestore. In sostanza viene fatto un bilancio previsionale, che tenga conto degli ingressi e delle uscite collegate alla gestione dell APEA. All interno del business plan vengono considerate tutte le spese che il Soggetto Gestore deve sostenere per erogare i servizi di propria competenza e per il mantenimento della propria struttura. A fianco di tali spese vanno imputati tutti gli ingressi derivanti da quote associative, tariffe e contributi vari che il SG percepisce per lo svolgimento delle pertinenti attività. Un business plan del Soggetto Gestore dovrebbe avere i seguenti contenuti: - analisi delle caratteristiche del soggetto gestore (forma giuridica, assetto societario, servizi offerti, struttura utilizzata, numero e tipologia di addetti) - piano degli investimenti (collegato al programma ambientale) - descrizione degli introiti e dei contributi (es. quote associative, introiti da erogazione dei servizi) - costi fissi (es. stipendi, canoni di locazione, utenze, assicurazione, manutenzione strutture, ecc.) 23

24 - costi variabili - conto economico previsionale - pareggio operativo Ai fini della sostenibilità economica delle attività di gestione dell APEA, è necessario raggiungere il pareggio operativo. Se, viceversa, il business plan fornisse esiti differenti, dovrebbero essere identificate risorse esterne aggiuntive per fare fronte ai costi. Il pareggio operativo rappresenta una condizione accettabile nel caso in cui il SG sia una società senza scopro di lucro. In caso contrario, evidentemente, il business plan dovrà prevedere un utile congruo alle attività previste. L orizzonte temporale del Business Plan dovrebbe coincidere con quello del Programma Ambientale dell APEA; in modo da fornire una valutazione previsionale della sostenibilità economica del Soggetto Gestore per il periodo relativamente al quale sono programmate le attività di gestione d area. Esempi Come esempi di indagine conoscitiva dei fabbisogni delle imprese si riportano le esperienze maturate in due diversi contesti, in Italia e in Spagna. Il caso italiano è quello dell area di Ponte Rizzoli, sita nel Comune di Ozzano dell Emilia, in provincia di Bologna, che, su iniziativa della Provincia con la collaborazione del Comune, è stata oggetto di un vero e proprio progetto pilota in tema di APEA nel biennio : nell ambito di questa sperimentazione è stata appunto condotta un indagine sui fabbisogni delle aziende insediate relativamente a servizi e infrastrutture. Le modalità scelte per la rilevazione dei fabbisogni sono state due: - invio diretto alle aziende di questionari appositamente elaborati - organizzazione di focus group, vale a dire di momenti di confronto collettivo a cui è stato chiamato a partecipare un campione di imprese insediate, nonché rappresentanti delle associazioni di categoria e delle istituzioni (Comune e Provincia). Il questionario utilizzato per l indagine risulta strutturato in 4 parti: una prima parte raccoglie dati di tipo anagrafico relative all azienda (ragione sociale, indirizzo, descrizione dell attività, bacino dei clienti e dei fornitori, ecc.); la seconda parte riguarda proprio i fabbisogni dell azienda e le proposte di miglioramento in merito all attuale situazione dell area; la terza parte richiede informazioni di tipo economico (utili per stimare i costi di gestione di alcuni servizi da parte di un gestore unitario); l ultima parte è strutturata in modo da raccogliere dati per meglio stimare quantitativamente l impatto ambientale diretto e indiretto dell azienda e di conseguenza per definire meglio il quadro conoscitivo ambientale dell intera area. 24

25 I focus group sono stati complessivamente 3, uno per ogni tematica ritenuta strategica (sulla base dei risultati dei questionari) nell area produttiva in questione: la gestione dei rifiuti speciali, la produzione e il consumo di energia, la mobilità interna all area. Anche in questo caso, come per i questionari, sono state richieste ai partecipanti informazioni relativamente alle caratteristiche generali delle proprie aziende nonché suggerimenti per migliorare condizione/struttura/servizio ritenuti carenti; a differenza della compilazione dei questionari, questa modalità consente nell arco delle 2 ore assegnate ad ogni incontro un dibattito più vivace e costruttivo, focalizzando il confronto sulle 3 tematiche scelte. In più, ai partecipanti sono state richieste opinioni riguardo la figura del Soggetto gestore (ancora non istituito) in termini di forma giuridica e di ruolo nonché la personale disponibilità ad aderire formalmente al soggetto da costituire. Su sito della Provincia di Bologna, nella sezione dedicata alle APEA, è possibile prendere visione della documentazione prodotta nell ambito della sperimentazione nell area di Ponte Rizzoli, compresi i risultati dell indagine dei fabbisogni delle aziende: Apea Il caso spagnolo rientra nella vasta attività condotta nell ambito del progetto Ecoland (Interreg IIIC) nel periodo ; i partner spagnoli hanno elaborato e sottoposto dei questionari alle aziende dell area oggetto di studio ( Poligono de Alfacar Granada), per identificare i loro bisogni in termini di infrastrutture e servizi. A differenza del caso bolognese, è stata condotta qui un indagine preliminare, a monte della realizzazione del parco industriale. Il progetto prevede infatti di rilocalizzare in un unico ambito tematico le aziende del settore della panificazione già attive ma inserite nel centro urbano. Sottoponendo un questionario a queste aziende, l ente provinciale ha potuto stimare l impatto ambientale delle aziende nel loro complesso nonché raccogliere i loro fabbisogni in termini di infrastrutture e servizi tecnologici innovativi; i risultati hanno consentito di procedere ad una progettazione mirata del parco. Anche in questo caso il questionario risulta articolato in più sezioni: caratteristiche generali dell azienda, fabbisogno di nuove tecnologie, ricorso alle stesse, risorse ambientali presenti. La documentazione è disponibile sul sito di SIPRO, Agenzia di sviluppo della Provincia di Ferrara, lead partner del progetto Ecoland, nella sezione Archivio progetti Diverse sono le esperienze di gestori unitari, sia in Italia che all estero, dotati di un Sistema di Gestione Ambientale: un caso particolarmente interessante è quello del parco industriale Plaine de l Ain, in Francia, che conta più di 115 imprese su un area di 900 ettari. Il soggetto gestore ha 25

26 ottenuto sia la certificazione ISO che la registrazione EMAS. Il Sistema di Gestione Ambientale è applicato all insieme delle attività di gestione, incluse: - accettazione delle nuove imprese nell area e inserimento nel nuovo contesto ambientale; - creazione e mantenimento degli spazi comuni - il monitoraggio ambientale e la promozione dell ambiente - la gestione amministrativa - le gestione dell incubatore d impresa. La documentazione relativa al SGA, in particolare la dichiarazione ambientale ( Déclaration environnementale ) è scaricabile dal sito In Italia è più diffusa la norma ISO 14001, presente ad esempio nelle aree industriali di Castello di Lucento in Piemonte, di Ponterosso o di Udine in Friuli (tutti e tre i casi sono contenuti nel Data Base di Eta Beta). A queste esperienze di soggetti certificati è possibile fare riferimento per osservare l impostazione dell analisi ambientale e del programma ambientale. Per quanto riguarda il coinvolgimento delle imprese insediate, si riportano alcuni interessanti casi di collaborazione tra le imprese. Sia nella già citata area di Plaine de l Ain sia nel parco industriale Artois Flandre (vedi rassegna casi studio internazionali), le aziende si sono associate in un club : - nel caso di Plaine de l Ain l obiettivo è da una parte identificare i bisogni delle imprese in termini di miglioramento ambientale, dall altro lo scambio di esperienze tra gli attori economici del parco. Sono stati istituiti dei gruppi di lavoro tematici (ambiente-rifiuti-acquisti collettivi; formazione; sport-svago; arte-cultura) che si riuniscono in maniera non programmata a seconda dei progetti; - nell area Artois Flandre, le imprese aderenti al club si riuniscono ogni 6 mesi per confrontarsi sulle novità che interessano il territorio o su problematiche comuni. Il club si riunisce a turno presso una ditta ospitante, creando l occasione per l incontro, la conoscenza reciproca, nonché eventuali legami commerciali. In tali sedi, il soggetto gestore illustra i nuovi insediamenti, le nuove espansioni e i nuovi servizi. A seconda delle specifiche richieste delle aziende, possono essere creati gruppi che affrontano tematiche specifiche (comunicazione, gestione dei rifiuti, ecc.). Interessante anche l esperienza molto recente dell area Filagni, nel parmense: nel 2007 le imprese insediate nell area hanno costituito, su impulso del soggetto gestore, un Consorzio per la gestione delle funzioni comuni (al momento antincendio, verde pubblico e sicurezza dell area, ma in 26

27 previsione soprattutto temi energetici ed ambientali). Gli incontri del Consorzio consentono alle imprese di confrontarsi periodicamente sui problemi e sulle emergenze che di volta in volta si presentano. Al momento gli incontri avvengono almeno una volta all anno nonché tutte le volte in cui il soggetto gestore vuole affrontare un investimento nell area ed è quindi chiamato ad interpellare le aziende. L adesione al consorzio è facoltativa per le imprese insediate (che però hanno aderito al 90%), mentre sarà obbligatoria per le aziende che si andranno ad insediare nelle aree di prossima attuazione. 27

28 4. Prestazioni ambientali La qualità dell ambiente dovrebbe rappresentare il tratto distintivo di un APEA rispetto ad un area produttiva tradizionale. La realizzazione e la gestione di un APEA infatti dovrebbero produrre un impatto ambientale minore rispetto ai metodi convenzionali, garantendo minori emissioni in atmosfera, minore produzione di rifiuti, un utilizzo più efficiente dell energia e delle risorse naturali in generale con ricadute positive sull ambiente e sulla qualità della vita dei lavoratori dell area o di chi vive nelle immediate vicinanze. Le migliori prestazioni ambientali devono inoltre tradursi in risparmi economici concreti per le aziende insediate. Per migliorare le perfomance ambientali di un APEA, occorre agire sulle environmental techinques, intese globalmente sia come tecnologie ambientali da applicare alle infrastrutture, sia come procedure e prassi da applicare agli aspetti gestionali Una performance ambientale di eccellenza all interno di un APEA può essere raggiunta grazie a due elementi caratterizzanti: le dotazioni collettive e i servizi centralizzati, in una sola parola grazie alle environmental techinques, le tecniche ambientali che, come si legge nell Eco-AP, vanno intese non solo come tecnologie (applicabili alle dotazioni) ma anche come buone pratiche, procedure gestionali ed organizzative (applicabili ai servizi forniti alle aziende). Gli strumenti del SG per agire sulle perfomance ambientali La questione del miglioramento delle prestazioni ambientali d area rientra tra le competenze del soggetto gestore, essendo questo responsabile dell area nel suo complesso. Vediamo ora con quali strumenti il soggetto responsabile può agire sulle performance complessive dell APEA. Strutture comuni: il SG si fa carico delle dotazioni comuni fin dalla fase della loro scelta, visto che, come spiegato nel capitolo precedente, è suo compito costruire un quadro conoscitivo dell area comprensivo delle esigenze delle aziende e definire i fabbisogni in termini strutturali. Nel caso di aree di nuova realizzazione, l iter può essere comunque replicato: il SG si fa carico di raccogliere le richieste di insediamento e, contestualmente, le caratteristiche produttive nonché i fabbisogni di tecnologie delle aziende interessate all insediamento. Una volta realizzata l infrastruttura, il SG può occuparsi direttamente della gestione o può decidere se affidarla a terzi, nel caso siano richieste competenze tecnico-professionali specifiche. Tra le strutture comuni vanno intesi anche gli spazi comuni, come ad esempio il verde o i parcheggi. Nella scelta delle dotazioni con cui equipaggiare l area, il SG deve essere in grado di valutare le tecniche ambientali offerte dal mercato e di procedere alla selezione di quella che garantisce le performance ambientali adeguate alle specifiche criticità dell area nonché un prezzo sostenibile rispetto alle economie della collettività delle imprese. Si tratta di un compito non semplice e che 28

29 implica competenze tecniche che un neo soggetto gestore potrebbe non aver ancora sviluppato. Il sistema ETV serve proprio a mettere il SG, in veste di compratore di tecnologie, nelle condizioni di scegliere la soluzione tecnologica appropriata. Supporto alle aziende: ai fini del miglioramento delle prestazioni ambientali complessive d area il soggetto gestore può agire anche sulle prestazioni ambientali delle singole aziende insediate; in questo caso l azione non si concretizza nella scelta delle tecniche ambientali da applicare, facoltà che resta in capo alle imprese, ma si traduce in un supporto alla scelta delle tecniche vale a dire nel fornire al singolo imprenditore una serie di elementi e di strumenti che lo mettano nelle condizioni di scegliere con competenza. Come già ricordato, soprattutto le aziende di piccole dimensioni faticano infatti a mantenersi aggiornate sulle novità normative e tecnologiche. L azione del soggetto gestore può seguire due diverse modalità: - può limitarsi ad azioni di informazione e comunicazione: in tal caso, a meno di non trovarsi in un area dalla spiccata vocazione produttiva quindi con molte aziende con processo produttivo simile, si tratta di un operazione indirizzata indifferentemente a tutte le imprese insediate quindi dai contenuti abbastanza generici e su materie trasversali comuni a tutti, come la gestione di tipologie di rifiuti ricorrenti oppure la gestione delle acque meteoriche; - può spingersi ad una sorta di consulenza : in tal caso il soggetto gestore entra in azienda, conosce il processo produttivo e propone soluzioni tecniche specifiche. Questo secondo caso presuppone da parte del soggetto responsabile competenze tecniche molto sviluppate. È più facile assistere a questo scenario nelle aree produttive che ospitano un centro di ricerca e innovazione, attività mirate allo studio di soluzioni applicabili al tessuto produttivo presente. Nelle realtà osservate, una delle materie più studiate in centri di ricerca all interno di aree produttive è il tema dell energia (efficientamento, risparmio, utilizzo di fonti rinnovabili), essendo di interesse piuttosto diffuso Il soggetto responsabile può agire sulle performance complessive dell APEA muovendosi su più fronti: nella scelta e realizzazione delle dotazioni comuni; supportando le aziende nella conoscenza e nella scelta delle migliori tecniche applicabili; garantendo un monitoraggio delle prestazioni, in modo da orientare le future azioni di miglioramento tramite un opportuna pianificazione nonché strettamente collegato con la possibilità di riduzione delle spese. Come per le tecniche d area, anche per le tecniche aziendali, la presenza di un protocollo ETV renderebbe più agevole, sicuro ed efficace il processo di scelta ed acquisto. Monitoraggio: il monitoraggio delle prestazioni ambientali, attività in capo al SG, non ha ricadute dirette sulle performance ambientali dell area ma si configura come azione di supporto al miglioramento ambientale in quanto propedeutica alla programmazione. Come in un qualsiasi sistema di gestione improntato al miglioramento continuo (ciclo pan-do-check-act), anche la gestione di un ambito produttivo da parte di un unico soggetto di riferimento presuppone la conoscenza e il controllo del contesto ambientale nonché degli impatti generati dalle attività 29

30 insediate. Il monitoraggio dovrebbe essere supportato da appositi strumenti operativi come un piano di monitoraggio e un adeguato sistema di indicatori Pianificazione: il SG si fa carico del miglioramento ambientale dell area, programmando una serie di azioni che agiscono su vari fronti; una delle forme che può assumere la pianificazione del miglioramento sono i piani settoriali, vale a dire piani incentrati su singoli temi come l energia, i rifiuti, ecc. Sicuramente i piani settoriali offrono il vantaggio di concentrarsi su un'unica tematica, come tempi e risorse, e questo in genere è garanzia di maggiore efficienza nell ottenimento dei risultati. Programmare ed agire in modo settoriale può essere a volte una necessità dettata dalla scarsità di risorse, ma ha comunque alcuni limiti: - selezionare una sola tematica prioritaria mette in secondo piano la risoluzione di altre criticità, ugualmente rilevanti; - viene persa una visione di insieme, in base alla quale azioni afferenti a settori differenti possono incidere positivamente sulla stessa matrice ambientale (ad esempio emissioni delle imprese, mobilità di merci e persone, produzione di energia, gestione del verde possono incidere sulla qualità dell aria). L alternativa che si vuole prendere in considerazione nell ambito del presente progetto è l elaborazione di un unico piano di azione per l eco-innovazione e le tecniche ambientali, una sorta di Eco-AP a scala locale, in cui confluiscono tutte le azioni mirate al miglioramento ambientale dell area, attraverso l implementazione di tecniche innovative. Nel paragrafo degli strumenti operativi vengono fornite indicazioni per la stesura di un tale documento. Strumenti operativi In questo paragrafo viene fornito un modello di Eco-AP locale, che aiuti i soggetti gestori delle singole aree pilota a strutturare il proprio specifico piano. Innanzitutto, il piano di azione locale per l eco-innovazione deve prendere come riferimento i contenuti della comunicazione della commissione europea (Eco-AP): nella comunicazione si pone l accento sull importanza della promozione di forme di innovazione che riducono o mirano a ridurre le pressioni sull ambiente e il divario tra l innovazione e il mercato. La COM 899/2011 stabilisce che l eco-innovazione deve essere accelerata in modo da potenziare la produttività delle risorse, l efficienza, la competitività e contribuire a salvaguardare l ambiente. Accelerando lo sfruttamento commerciale e la diffusione dell eco-innovazione si contribuirà a migliorare le prestazioni ambientali e la resilienza in tutti i settori dell economia, con soluzioni al tempo stesso efficienti in termini di costi e valide per le imprese e la società nel suo complesso.. 30

31 Tenendo saldi questi concetti di base, quali azioni può mettere in campo operativamente il SG, responsabile dell Eco-AP locale, per incentivare la diffusione di tecniche ambientali, ponendo le basi concrete per la loro implementazione a livello dell area? Di seguito vengono proposte alcune modalità di intervento del SG, raggruppati per campi d azione. 1. Agire sulle imprese. Una delle azioni più rilevanti in capo al SG è sicuramente il supporto che questo può offrire alle PMI che, come già più volte ricordato, a causa delle loro dimensioni, delle risorse a disposizione e del carico già presente dal punto di vista amministrativo e burocratico, stentano a sostenere un valido processo interno di innovazione tecnologica; il supporto si può esplicitare in azioni di formazione ed informazione, che può avere due tipologie di oggetto: la presentazione di tecnologie specifiche (è il caso praticabile soprattutto nelle aree con un processo produttivo predominante o un distretto, dove il SG può specializzarsi nella conoscenza dello specifico processo produttivo) la diffusione di strumenti più generici che possono essere implementati da qualsiasi azienda, a prescindere dal processo produttivo, ma che, una volta implementati dovrebbero portare ad autonomi percorsi di miglioramento ambientale anche attraverso l implementazione di tecniche innovative; questo è il caso degli strumenti volontari (SGA, ecolabel) che l azienda può applicare al proprio processo/prodotto, di marchi/etichette la cui conoscenza agevola l azienda nella scelta di beni e servizi caratterizzati da un minor impatto ambientale, o di tecnologie connesse ai servizi, che possono essere utili ad un azienda a prescindere dal processo produttivo (è il caso delle Information e Communication Technologies o delle soluzioni mirate al miglioramento delle prestazioni dei fabbricati). 2. Agire sulla ricerca In questo campo il SG dovrebbe agire per creare le condizioni migliori affinché la ricerca sia mirata ad applicazioni pratiche alla realtà produttiva in questione. La ricerca applicata può essere condotta internamente all area (numerosi sono i casi rilevati di presenza di centri di ricerca insediati al interno delle APEA) oppure può essere competenza di soggetti esterni (università, poli tecnologici, enti, ecc.). In questo secondo caso, compito del SG, supportato dalle istituzioni locali, è di stipulare accordi formali per sviluppare linee di ricerca specifiche, mettendo a disposizione aziende su cui testare l applicazione delle tecnologie nell ambito di progetti pilota. Nel paragrafo degli esempi sono riportati alcuni interessanti esperienze di sviluppo di ricerca all interno o al servizio delle aree produttive. 3. Agire sul mercato. 31

32 Il SG può svolgere un azione diretta sul mercato applicando le modalità del Green Procurement ai propri acquisti: l impatto è sicuramente amplificato quando la logica degli acquisti verdi è applicata non tanto agli acquisti associati alla mera attività amministrativa del SG, ma quando questo procede alle forniture collettive o all assegnazione di un servizio di interesse comune, in rappresentanza dell intero complesso o di buona parte delle imprese insediate. Il modello di ETAP locale sviluppato nell ambito dell Eta Beta Approach propone 4 campi di azione: le imprese, la ricerca, il mercato, le istituzioni a cui si aggiungono azioni di tipo trasversale (come la certificazione d area o la creazione di reti) il cui effetto può esplicarsi su più comparti Un altra modalità con cui il SG può agire sul mercato è l utilizzo di un sistema di verifica delle tecnologie ambientali, come il protocollo ETV, che aiuta ad identificare le tecnologie ambientali non solo più adatte all APEA in questione, ma anche con prestazioni ambientali ed economiche verificate ed accertate. Questo meccanismo favorirebbe il mercato dei produttori virtuosi, che offrono un prodotto di qualità ma che in genere non riscuotono la meritata fiducia del consumatore, a causa proprio della mancanza di informazioni disponibili. Un altra importante azione che il SG può mettere in campo è l attrazione di investimenti pubblici e privati mirati all implementazione di tecnologie: nel paragrafo degli esempi viene riportato un interessante caso italiano di attrazione di investimenti. 4. Agire sulle istituzioni Le istituzioni possono condizionare l implementazione di tecnologie ambientali all interno di un area produttiva, soprattutto in fase di regolamentazione dell attuazione dell area e dei sui insediamenti: il Comune infatti può predisporre regole che impongono dotazioni territoriali di qualità in termini di fognature, laminazione delle acque meteoriche, presenza di aree comuni per lo stoccaggio rifiuti, tipologia di illuminazione pubblica. Un altro strumento molto importante in capo al Comune è il regolamento edilizio tramite il quale incidere anche sulla qualità degli involucri edilizi dei singoli stabilimenti. Fatta eccezione per l ipotesi in cui il Comune è nella compagine societaria del SG, situazione che rende le opzioni sopra descritte più fattibili, negli altri casi il SG può proporsi alle istituzioni come interlocutore qualificato per fornire input nelle fasi di stesura o modifica di tali strumenti urbanistici. 5. Agire trasversalmente Per azioni trasversali vengono qui intesi quegli interventi ad opera del SG non mirati ad un target specifico (aziende, istituzioni, ecc.) ma che, agendo su più fronti, possono avere ricadute indirette su vari comparti. 32

33 Un esempio tipico è l EMAS d area: la possibilità di applicare la registrazione ad un intera area era già stata introdotta dai documenti collegati al regolamento EMAS II nel 2001 (in particolare la decisione Decisione (CE) 681/2001) ed è stata recentemente ribadita nell EMAS III (2009), che l ha inquadrata nell approccio di cluster. Per quanto riguarda l Italia inoltre il Comitato Ecolabel Ecoaudit ha emanato nel 2005, sulla base degli orientamenti comunitari, una «Posizione sull'applicazione del regolamento EMAS sviluppato in ambiti produttivi omogenei 4». (denominata Posizione APO), che è stata revisionata nel 2007 e nel Rispetto alla certificazione o registrazione del singolo SG, la registrazione d area ha ricadute molto più rilevanti sulle performance ambientali perché va ad agire su ogni singola azienda coinvolta, che viene spinta e supportata nell implementazione del proprio SGA. Un aspetto rilevante di questi processi, soprattutto in ottica APEA, è la necessità di formalizzare i reciproci impegni tramite la sottoscrizione di un accordo. Questo strumento rappresenta un momento fondamentale di condivisione di obiettivi e di chiara ripartizione delle responsabilità e risulta quindi imprescindibile nelle situazioni in cui occorre far interagire una molteplicità di soggetti di diversa provenienza, come è il caso di un area produttiva (soggetto gestore, imprese, enti locali, associazioni di categoria, agenzie ambientali e via dicendo) Un altra tipologia di azione di valenza trasversale è la creazione di network, soprattutto finalizzata allo scambio di esperienze; una delle esigenze maggiormente riscontrate tra i soggetti responsabili delle gestione delle aree produttive è infatti la conoscenza delle soluzioni operative messe in atto da realtà simili per rispondere a problemi diffusi. Lo scambio tra pari risulta infatti particolarmente efficace in quanto viene superata la innata diffidenza che accompagna il confronto con le istituzioni o con soggetti esterni come i consulenti. La rete può avere un estensione circoscritta territorialmente, ad esempio al proprio territorio regionale (in questo caso si confrontano aree sottoposte alla stessa normativa, agli stessi obblighi, agli stessi requisiti); può unire aree simili come caratterizzazione produttiva (in questo caso si confrontano aree con le stesse problematiche ed esigenze tecniche); può unire soggetti gestori simili, come i consorzi di sviluppo industriale (in tal caso il confronto sarà più improntato sugli aspetti gestionali, le potenzialità, i limiti, il rapporto con le istituzioni). Interessante infine è la possibilità di osservare esperienze di altri paesi, soprattutto quelli con una consolidata tradizione di parchi eco-industriali, come la Francia o l Inghilterra. Anche se i presupposti legislativi, amministrativi (e spesso culturali) sono diversi, il confronto e l osservazione consentono comunque di capire la chiave del successo di alcune scelte operative. 4 una o l unione di più zone industriali, od a prevalenza industriale, delimitate in cui siano individuabili specifici settori di attività o parti di filiere produttive 33

34 Nel paragrafo degli esempi è riportato un caso di rete regionale di APEA. Coerentemente con quanto emerso nell Orientation map (vedi capitolo precedente), il SG dovrebbe strutturare un piano d azione per l eco-innovazione adatto alla propria area. La struttura del piano potrebbe tenere conto dei 5 campi d azione sopra illustrati. Come in tutti gli strumenti di pianificazione, il redattore deve associare ad ogni obiettivo alcuni elementi fondamentali: le attività, la tempistica, le risorse, le responsabilità, gli indicatori. Si riporta un esempio di struttura utilizzabile, con alcune righe compilate a titolo esemplificativo per facilitare la comprensione dei campi. 34

35 ambito di riferimento imprese obiettivo generale incentivare l'adozione di strumenti volontari tra le aziende attività prevista corsi di formazione sui SGA criticità/opp ortunità correlate qualificazione delle aziende dell'area relativo al risultato coinvolgere nei corsi almeno il 70% delle imprese insediate obiettivo specifico relativo alla prestazione tempistica termine inizio previsto previsto far avviare un percorso di certificazione ad almeno il 50% delle aziende partecipanti ai corsi gennaio 2012 giugno 2012 indicatore di risultato stato di avanzamento % di aziende partecipanti ai corsi sul a marzo 2012: totale delle insediate a giugno 2012: indicatore indicatore prestazionale % di aziende che intraprendono percorso di certificazione sul totale delle insediate stato di avanzamento soggetto responsabile a giugno 2012: a dicembre 2012: soggetto gestore risorse importo fonte finanziamenti regionali fondo FSE ricerca mercato istituzioni trasversale migliorare le prestazioni applicazione del depuratore della consortile tecnologia X qualità del corpo idrico ricettore scadente installazione della tecnologia X riduzione di concentrazione del X% dell'inquinante Y negli scarichi finali settembre 2011 marzo stipula accordo con università a settembre avvio monitoraggio scarichi settembre avvio lavori di installazione entro novembre chiusura lavori di installazione entro dicembre collaudo dicembre 2011 a settembre 2011: a ottobre 2011: a novembre 2011 a dicembre 2011: Esempio di struttura di un Eco-AP locale contenente set minimo di campi nonché due esempi di compilazione % di riduzione della concentrazione dell'inquinante Y negli scarichi finali a gennaio 2012: a febbraio 2012: a marzo 2012: soggetto gestore fondi europei (progetto Life) 35

36 Per ogni azione, poi, potrebbe essere opportuno provvedere alla predisposizione di una scheda di dettaglio. Nelle Schede di Azione possono essere indicati (oltre al nome dell intervento e all obiettivo specifico): - una descrizione sintetica dell azione - le criticità/esigenze e le opportunità per l area (collegate all azione) - gli eventuali strumenti collegati (es. software, database, seminari, ecc.) - i soggetti attuatori - i beneficiari (diretti e indiretti) - la fattibilità tecnico-economica - il sistema di monitoraggio. Nel caso in cui le azioni messe in campo abbiano caratteristiche di territorialità, le schede possono contenere la localizzazione degli interventi (es. interventi di tipo infrastrutturale, ubicazione delle aziende coinvolte). Di seguito si riporta un possibile formato. Nome Azione Descrizione Eventuale localizzazione tramite cartografia Criticità/opportunità Strumenti Soggetti Attuatori Beneficiari Fattibilità tecnicoeconomica Monitoraggio L approccio descritto per l Eco-AP locale, rispetto ad una programmazione del miglioramento d area più tradizionale, risulta maggiormente orientata alla competitività delle aziende e ad un approccio imprenditoriale. L elevata innovatività dell Eta-Beta approach si è evidenziata nelle attività sperimentali presso le aree pilota, dove non sempre la programmazione del miglioramento delle prestazioni ha seguito in 36

37 maniera rigorosa i 5 ambiti di riferimento proposti (imprese, ricerca, mercato, istituzioni, trasversale). In alcuni casi è stato possibile affrontare solo alcuni ambiti, mentre in altri si è optato per la definizione di obiettivi pertinenti i sistemi ambientali (aria, acqua, rifiuti, ecc.), come è il caso delle aree pilota della Sardegna. Durante la sperimentazione sono state trovate ulteriori formule alternative. L Eco-AP dell area Darsena Pagliari, ad esempio, ha identificato come ambiti di riferimento azioni a livello di area, azioni di carattere gestionale e azioni puntuali. Il Macrolotto di Prato, invece, è riuscito ad approcciarsi meglio ad una programmazione strategica definendo le priorità non in base agli aspetti ambientali, ma valutando gli elementi pertinenti i servizi del Gestore Unitario (water management, energy management, mobility management, etc.). Sulla base delle esperienze condotte è possibile valutare come fortemente positivo un approccio al miglioramento improntato alla competitività, dal momento che consente una maggior collaborazione tra pubblico e privato. Per contro, per essere pienamente efficace, di fatto richiede tale collaborazione e pertanto il processo di programmazione risulta più complesso. Una definizione delle criticità e delle opportunità dell area non limitata ai soli aspetti ambientali può risultare maggiormente funzionale, in questo senso. Ad esempio, affrontare un dialogo con le imprese per la programmazione di azioni di miglioramento, partendo dalla qualificazione di processo o di prodotto, che può essere anche di tipo ambientale (ad esempio tramite una certificazione di processo come l Emas, di prodotto come l Ecolabel o di una tecnologia come l ETV), come elemento di competitività e appetibilità può risultare più efficace rispetto ad un approccio che evidenzia problematiche territoriali (es. inquinamento della falda idrica). Il dialogo ne risulta agevolato, perseguendo il medesimo risultato (riduzione delle emissioni inquinanti grazie ad un percorso coordinato di qualificazione ambientale delle imprese, tramite l adozione di eco-design, sistemi di gestione ambientale o altro), ma non come primo driver, bensì come valore aggiunto di azioni mirate all innovazione, alla ricerca e al mercato, che sono temi più vicini alla logica di impresa. In particolare in questo periodo storico, particolarmente difficile in termini di risorse economiche e nel quale l approccio cooperativo e qualificante dell Eco-AP in un Area Ecologicamente Attrezzata può risultare efficace e concreto. Esempi Come esempio di sistema di monitoraggio applicato ad un intera area industriale si riporta il caso di Ponterosso, area friulana gestita dal Consorzio di sviluppo industriale ZIP. Nell ambito della certificazione ambientale ottenuta nel 2004, il consorzio ha sviluppato un sistema di monitoraggio dell area, che riguarda: scarichi acque reflue, suolo e sottosuolo, 37

38 aria, rumore, risorse idriche ed risorse energetiche, illuminazione. Il Consorzio effettua un piano di monitoraggio avente cadenza annuale e vigila attraverso controlli sulle aziende più a rischio. Per approfondimenti su questo caso studio, oltre alla scheda presente nel database di Eta Beta, è possibile consultare il sito del Consorzio Per quanto riguarda le azioni possibili sul fronte della ricerca, si riportano 2 interessanti casi di esperienze piuttosto diverse tra loro. La presenza di un centro di ricerca interno all area è riscontrabile nell ambito produttivo Navicelli di Pisa, candidata a divenire APEA. La struttura, gestita direttamente dal SG, si configura anche come centro servizi (l attività spazia infatti dal marketing, alla formazione, alla ricerca di finanziamenti). Sicuramente la vocazione produttiva (cantieristica navale) ha facilitato lo sviluppo del centro di servizi e ricerca o quantomeno ha contribuito a concentrare le risorse su tematiche prioritarie fortemente condivise dalle imprese insediate. Tra i temi maggiormente trattati dal centro spiccano l approvvigionamento ed il risparmio energetico. Per ulteriori informazioni, si rimanda alla scheda del caso studio contenuta nel Database di progetto, nonché al sito istituzionale della società Navicelli S.p.A. Il caso del porto di Rotterdam, non dotato di apposita struttura di ricerca, dimostra invece come la sperimentazione di nuove tecnologie possa avvenire anche in maniera puntuale e coinvolgendo solo le aziende interessate, attraverso l implementazione di singoli progetti pilota: l autorità portuale, soggetto gestore dell area, ha infatti sviluppato un progetto per realizzare un sistema di cattura della CO2 prodotta dalle aziende insediate e successivo sequestro in un giacimento esaurito di gas nel Mare del Nord; tale progetto è stato sottoposto a studi di fattibilità che hanno fatto emergere come fosse appropriato sperimentare la tecnologia su un gruppo ristretto di sole 7 aziende. Si tratta quindi di un vero e proprio test per la tecnologia prescelta, che consentirà di apportare miglioramenti prima di un eventuale applicazione diffusa a più aziende. Un interessante iniziativa di trasferimento tecnologico alle imprese è la rete di tecnopoli implementata in Emilia-Romagna, su iniziativa della Regione Emilia-Romagna, in partnership con l Università di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia, Parma, il Politecnico e all'università 38

39 Cattolica di Milano sede di Piacenza, il CNR, l'enea, l'istituto Ortopedico Rizzoli, gli Enti locali dei diversi territori: si tratta di una rete di infrastrutture dislocate in 10 sedi in tutto il territorio regionale che non solo ospitano laboratori di ricerca industriale ma organizzano attività e forniscono servizi di divulgazione e informazione, mettono a disposizione spazi per accogliere nuove imprese (spin off), e promuovono l incontro tra domanda (mondo produttivo) e offerta (mondo della ricerca) di tecnologia. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito di ASTER, nella sezione Rete Alta Tecnologia : Sul fronte dell attrazione di investimenti, si segnala l iniziativa messa in campo dal Conser, soggetto gestore dell area industriale I Macrolotto di Prato, candidata a diventare APEA. L iniziativa è mirata a superare una specifica difficoltà delle singole imprese nell accesso al Conto Energia, difficoltà che presentava ricadute negative sul mercato del fotovoltaico. Conser ha quindi avviato congiuntamente con i proprietari degli immobili la costituzione di apposite E.S.Co.(Energy Saving Company), società-veicolo per la gestione dei singoli progetti di installazione del fotovoltaico, e le assiste nel disbrigo delle pratiche amministrative riguardanti l installazione e la successiva conduzione degli impianti. Questo meccanismo consente alle piccole e micro imprese di usufruire dei vantaggi del Conto Energia senza investimenti né produzione di garanzie e genera quindi un effetto trainante dell attività di fornitori della tecnologia. Oltre alla specifica scheda all interno del Database Eta Beta, è possibile consultare, per ulteriori informazioni, il sito del Conser Il Conser ha promosso un altra interessante iniziativa, che qui si vuole riportare come esempio positivo di creazione di network locale: si tratta della rete toscana di APEA, recentemente costituita come associazione senza fini di lucro, avente come scopo statutario la promozione nelle amministrazioni pubbliche, nelle imprese e nei cittadini in genere, la progettazione, realizzazione e gestione sia di nuove aree produttive socialmente ed ecologicamente attrezzate sia di aree produttive esistenti da riconvertire in APSEA, per la tutela e valorizzazione dell ambiente, la difesa del suolo, del contesto paesaggistico, la salvaguardia ed l uso razionale delle risorse idriche ed energetiche, l attenzione ai livelli di inquinamento e organizzazione del loro corretto smaltimento. L iniziativa, tra le altre finalità, ha proprio lo scopo di condividere buone prassi, diffondere una cultura in materia di APEA (anche in termini di figure professionali come progettisti e gestori), vuole essere un punto di riferimento per i vari soggetti gestori del territorio, senza trascurare azioni concrete di supporto all azione dei soggetti gestori associati (ad esempio attraverso la promozione di convenzioni con istituti bancari ed imprese per realizzare interventi di project financing in grado 39

40 di ridurre l impatto ambientale e sociale delle aree produttive senza disincentivare gli imprenditori con oneri di investimento iniziale) Ulteriori informazioni sono reperibili sul sito del Conser, all interno del quale è in costruzione una sezione tematica rete toscana apsea 40

41 5. Fonti Oltre ai siti web di volta in volta richiamati nel testo come fonti da cui scaricare il materiale citato, si rimanda, per i casi studio internazionali, alla corrispondente deliverable di progetto (Deliverable 10 - Database of EPAA experiences casi studio internazionali) e alla relativa bibliografia. - Bollini G., Borsari L. e Stacchini V. (a cura di). Insediamenti industriali e sostenibilità. Linee guida per la realizzazione delle Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate. Alinea, Firenze, Cancila E., Bosso A. e Ottolenghi M. (a cura di). La gestione sostenibile delle aree produttive. Una scelta possibile per il governo del territorio e per il rilancio delle politiche industriali. Regione Emilia-Romagna, Ervet, Cavallo M. e Stacchini V. (a cura di). La qualificazione degli insediamenti industriali verso la costruzione di Aree Ecologicamente Attrezzate. Clueb, Bologna, Comitato per l Ecolabel e per l Ecoaudit Posizione del Comitato per l Ecolabel e per l Ecoaudit sull applicazione del Regolamento EMAS sviluppato in ambiti produttivi omogenei, approvata dalla Sezione EMAS del Comitato in data 23 aprile Comitato per l Ecolabel e per l Ecoaudit Posizione del Comitato per l Ecolabel e per l Ecoaudit sull applicazione del Regolamento EMAS sviluppato nei distretti (cluster), approvata dalla Sezione EMAS del Comitato per l Ecolabel e per l Ecoaudit in data 22 febbraio Consorzio Attività Produttive della Provincia di Modena, Linee Guida per la Progettazione e Realizzazione delle Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate del Consorzio Attività Produttive Aree e Servizi di Modena E. A. Lowe. Eco-Industrial Park Handbook for Asian Developing countries, report to Asian Development Bank. 2001, - E. Cancila e A. Bosso. La gestione sostenibile delle aree produttive:rassegna di buone prassi per il miglioramento delle prestazioni ambientali. Ambiente & Sviluppo, giugno E.C.N (Energy Research Centre of Netherlands), Lightart, F.A.T.M., Eco industrial Parks in Germany: Dortmund Technology Centre, Value Park, Schkopau, Avantis, Aachen. (ECN-C ) E.C.N (Energy Research Centre of Netherlands), Lightart, F.A.T.M. National policies concerning eco-industrial parks in Europe ECCELSA (Environmental Compliance based on Cluster Experiences and Local Smeoriented Approaches), Database of Cluster Approach. Overview sulle esperienze, passate e correnti, relative all'approccio di Cluster EcoLAND (An ecological approach for next decades). Aree Ecologicamente Attrezzate: Manuale delle tecniche, esperienze e metodi sviluppati nell ambito del progetto EcoLAND ERVET. Gestione sostenibile degli ambiti produttivi. Analisi casi studio nazionali e internazionali ERVET. Gestione sostenibile delle aree produttive. Analisi casi studio internazionali European Eco-Efficiency initiative, The European Network of Environmentally-Friendly Business/Industrial Parks

42 - Frosch R. e Gallopolus N. Strategies for manufacturing, Scientific American, 261: Graedel, and. Allenby. Industrial Ecology, Prentice Hall, Lowe, Moran e Holmes. Fieldbook for the development of Eco Industrial Park, final report. Washington M. Bergami, M. Cavallo, E. Cancila, A. Bosso Aree industriali ecologicamente attrezzate: dall Emilia Romagna un progetto pilota. Ambiente & Sviluppo, dicembre Morikawa M. Eco industrial development in Japan, Indigo Development Center, Provincia di Bologna. La qualificazione degli insediamenti industriali. Verso la costruzione di Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate. CLUEB, Provincia di Bologna. Linee Guida per la realizzazione di Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate della Provincia di Bologna Regional Council of Etela Savo. Eco Industrial Parks, background report for the eco industrial park project at Ratasalmi Interreg IIIB Regione Emilia-Romagna, ERVET, Rete Cartesio. Le aree produttive ecologicamente attrezzate in Italia. Stato dell arte e prospettive Rete Cartesio. Ecodistretti Made green in Italy: le politiche ambientali dei sistemi produttivi locali e dei distretti industriali. Franco Angeli, SIAM (Sustainable Industrial Area Model). Linee Guida per l insediamento e la gestione di aree produttive sostenibili SIPRO. Programmare e realizzare Aree Ecologicamente Attrezzate. Attori, strumenti, contenuti. Editrice Compositori, Soggetto Promotore APO Ferrara. La gestione ambientale del polo chimico industriale di Ferrara Soggetto Promotore APO Ravenna. Attestato EMAS all Ambito Produttivo Omogeneo costituito dall area chimica e industriale di Ravenna Soggetto Promotore APO Ravenna. EMAS applicato all ambito produttivo omogeneo costituito dalle aziende dell area chimica ed industriale di Ravenna, Relazione programmatica e programma ambientale Tibbs B.C. Industrial Ecology: an Environmental Agenda for industry. Whole Earth Review, Y. Mouzakitis, E. Adamides e S. Goutsos. Sustainability and Industrial Estates: the Emergence of Eco-industrial Parks

43 6. Allegati - Normativa prodotta dalle regioni italiane in materia di Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate - Schede descrittive delle aree Pilota 43

44 Allegato 1 - Normativa prodotta dalle regioni italiane in materia di Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate Regione Tipo di atto Estremi Titolo Abruzzo Deliberazione di Giunta Regionale n del 10 ottobre 2003 D.Lgs. 31 marzo 1998, n D.P.R. 20 ottobre 1998, n. 447 come modificato dal D.P.R. 31 marzo 2000, n. 440 Definizione della disciplina delle Aree ecologicamente attrezzate Calabria Legge Regionale n. 38 del 24 dicembre 2001 Nuovo regime giuridico dei Consorzi per le Aree, i Nuclei e le Zone di Sviluppo Industriale Emilia Romagna Liguria Legge Regionale n. 20 del 24 marzo 2000 Disciplina generale sulla tutela e l uso del territorio Delibera dell assemblea legislativa Deliberazione di Giunta Regionale n. 118 del 13 giugno 2007 n del 28 dicembre 2000 Approvazione atto di indirizzo e di coordinamento tecnico in merito alla realizzazione in Emilia-Romagna di aree ecologicamente attrezzate Criteri, parametri e modalità sulle aree industriali e aree ecologicamente attrezzate Riordino del sistema delle autonomie in Lombardia. Attuazione del decreto legislativo n. 112 del 1998 (Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59) Lombardia Legge Regionale n.1 del 5 gennaio 2000 delega alle province le funzioni amministrative in materia di APEA - Marche Legge Regionale n. 16/05 Deliberazione di Giunta regionale n. 157 del 07/02/2005 Deliberazione della Giunta della Provincia di Milano n. 391 del 11 maggio 2009: "Presa d'atto delle Linee Guida per la progettazione, realizzazione e gestione di Aree produttive Ecologicamente Attrezzate in Provincia di Milano" Disciplina degli interventi di riqualificazione urbana ed indirizzi per le aree produttive ecologicamente attrezzate Linee guida per le aree produttive ecologicamente attrezzate (APEA) della Regione Marche 44

45 Piemonte Puglia Legge Regionale Deliberazione di Giunta regionale n. 34 del 22 novembre 2004 n del 28 luglio 2009 Legge Regionale n. 2 del 31 gennaio 2003 Deliberazione di Giunta regionale n. 1 del 11 gennaio 2010 Interventi per lo sviluppo delle attività produttive Adozione delle Linee Guida per le Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate Disciplina degli interventi di sviluppo economico, attività produttive, aree industriali e aree ecologicamente attrezzate Approvazione della proposta di Piano Paesiaggistico Territoriale della Regione Puglia elaborato "Linee guida sulla progettazione di aree produttive paesaggisticamente ed ecologicamente attrezzate" Sardegna Deliberazione di Giunta regionale n. 4/2 del 25 gennaio 2013 Legge Regionale n 61 del 22 dicembre 2003 Direttive regionali in materia di aree produttive ecologicamente attrezzate (APEA) Aree produttive ecologicamente attrezzate. Modifiche alla legge regionale 1 dicembre 1998, n. 87 Decreto del Presidente della Giunta Regionale n. 74/R del 2 dicembre 2009 Regolamento in materia di Aree produttive ecologicamente attrezzate (APEA) in attuazione dell articolo 18 della legge regionale 10 dicembre 1998, n. 87 Toscana Deliberazione di Giunta regionale n.1245 del 28 dicembre 2009 Approvazione del documento "Criteri per la definizione delle prestazioni ambientali delle Aree produttive ecologicamente attrezzate (APEA) " ai sensi dell'art. 13 del D.P.G.R 2 dicembre 2009, n. 74/R, Regolamento in materia di Aree produttive ecologicamente attrezzate (APEA) 2012 Gli elementi fondamentali del nuovo modello insediativo Guida alle soluzioni che soddisfano i criteri prestazionali delle APEA 45

46 Allegato 2 - Schede descrittive delle aree Pilota Laboratorio Innovazione Breda 1 Macrolotto di Prato Parque Científico Tecnológico GEOLIT Area produttiva di Darsena Pagliari Area produttiva di Pertite Area industriale di Portovesme Area PIP di Orosei 46

47 PROGETTO LIFE+ ETABETA DESCRIZIONE CASO PILOTA LABORATORIO INNOVAZIONE BREDA Novembre

48 Inquadramento area produttiva Descrizione sintetica delle caratteristiche dell area produttiva. Regione Lombardia, Provincia di Milano, Comune di Sesto San Giovanni 4.500,00 mq circa di Slp 27 imprese Start Up nei settori dell ICT applicata Agenzia di Sviluppo SpA partecipata al 100% dal pubblico Dotazioni territoriali e tecnologie pulite energia: cogeneratore illuminazione indoor: neon con rilevamento passaggio persone rifiuti: raccolta differenziata organizzata e gestita dal SG relativa a carta, plastica, alluminio e vetro. consumi idrici: non rilevanti scarichi idrici: non rilevanti mobilità e logistica: parco di n. 6 bici elettriche messe a disposizione gratuitamente degli addetti del laboratorio; sala attrezazta per webconferencing professionale per limitare spostamenti B2B; convenzione car-sharing con gestore TPL locale. aree verdi: no Servizi alle imprese Indicare in maniera sintetica (per punti) i servizi erogati dal soggetto gestore nei confronti delle imprese. Le informazioni vanno articolate per tema: energia: rifiuti: acque: emissioni in atmosfera: aspetto non valutato fornitura di materie prime: Messa a disposizione di un fornitore di materiale da ufficio convenzionato. Sicurezza: Gestione sicurezza e organizzazione corsi di formazione Welfare: Convenzione con lavanderia, Organizzazione GAS aziendale, Servizio Family Care, Servizio Maggiordomo Aziendale. Mobilità e logistica: Servizio prenotazione bici elettriche. 2

49 Aspetti ambientali critici energia: rifiuti sicurezza welfare mobilità e logistica comunicazione e formazione Azioni di miglioramento condotte 1. miglioramento dell efficienza energetica del L.I.B.; Elaborazione Audit Energetico preliminare quale allegato dell Orientation Map Elaborazione Audit Energetico di dettaglio quale azione dell ETAP locale Avvio campagna di sensibilizzazione/comunicazione presso le aziende incubate per la diffusione di comportamenti virtuosi di risparmio energetico da realizzarsi anche attraverso una rimodulazione del contratto di incubazione attualmente vigente. Certificazione energetica immobile Elaborazione Piano di intervento per l efficienza energetica 2. miglioramento della raccolta differenziata dei rifiuti; Predisposizione di procedure per la raccolta differenziata Attivazione raccolta differenziata dei rifiuti Campagna di sensibilizzazione/comunicazione presso le aziende incubate. 3. mobilità sostenibile e servizi logistici centralizzati; Sperimentazione servizio centralizzato di web conferencing professionale da mettere a disposizione delle imprese ospiti con l obiettivo di ridurre gli spostamenti lavoro-lavoro; Attivazione servizio Bike sarin bici elettriche (flotta di 6 bici elettriche) Convenzione con ATM (gestore TPL Milano) per abbonamenti servizio car sharing a prezzi scontati 4. welfare e RSI; Family Care: servizi di cura rivolti ai bambini con età compresa tra i 3 e i 10 anni durante i periodi di inattività scolastica ma lavorativi per i genitori; Service Care: maggiordomo aziendale e servizio di lavanderia/sartoria; Servizio GAS (gruppo d acquisto solidale) interaziendale; 3

50 5. sistema interno di monitoraggio ambientale. Predisposizione di un sistema di indicatori per il monitoraggio ambientale e sociale; Predisposizione di un modello di rendicontazione e reporting. 6. Comunicazione e Formazione Corso sui sistemi di certificazione ambientale per i siti produttivi Sintesi delle prestazioni ambientali. Scegliere dal dashboard l indicatore più rappresentativo per le 3 tipologie: INDICATORE DI ETA-BETA APPROACH: Riconoscimento Soggetto Gestore: Il Soggetto Gestore dell area pilota LIB è stato formalmente riconosciuto dalle aziende incubate grazie alla sottoscrizione, di un documento che ha formalmente istituito il Soggetto. Esistenza Mappa di orientamento: il LIB è dotato di una Mappa di Orientamento (Orientation Map), analisi aggiornata dell area produttiva nel suo complesso finalizzata ad individuare gli ambiti prioritari di intervento sui quali costruire le azioni di miglioramento. Esistenza ETAP locale: il LIB è dotato di un Piano locale di Azione per le Tecnologie Ambientali (ETAP). INDICATORE DI PRESTAZIONE GESTIONALE: Numero obiettivi raggiunti / numero obiettivi programmati 3 obiettivi raggiunti: miglioramento della raccolta differenziata mobilità sostenibile e servizi logistici centralizzati; miglioramento responsabilità sociale delle imprese insediate. INDICATORE DI SOSTENIBILITÀ: Numero servizi attivati Attivazione di un servizio di web-conferencing; Servizio di posta centralizzato; Centrale acquisti per l approvvigionamento di materiale da ufficio; Convenzione con GuidaMI dell Azienda Trasporti Milanesi (ATM) a favore delle imprese incubate; Servizi di family care; Servizi di service care; Servizi per politiche di acquisti solidali Corso di formazione sui temi dei sistemi di certificazione ambientale applicabili ai siti produttivi 4

51 PROGETTO LIFE+ ETABETA DESCRIZIONE CASO PILOTA NOME AREA PRODUTTIVA 1 Macrolotto Industriale di Prato s.g. CONSER sccpa Novembre

52 1 - Inquadramento area produttiva Il 1 Macrolotto è un area produttiva di 150 ettari lordi, dove sono stati costruiti circa mq di edifici produttivi. Non esistono altri terreni edificabili. Quest area produttiva è ubicata in Toscana nel Comune di Prato. Le aziende insediate sono oltre 400 prevalentemente operanti nel settore tessile. La maggior parte di queste imprese è gestita da imprenditori cinesi. Il Soggetto Gestore (SG) è CONSER: CONsorzio SERvizi del 1 Macrolotto industriale di Prato, società cooperativa consortile per azioni (sccpa), senza scopo di lucro. Soci di CONSER (218) sono obbligatoriamente tutti i proprietari di immobili realizzati in quest area. Scopo sociale di CONSER è il miglioramento ambientale e sociale continuativo del 1 Macrolotto senza rappresentare un costo aggiuntivo per le imprese in esso operanti, ma anzi CONSER vuol essere un vero e proprio investimento per queste imprese in grado cioè di produrre consistenti economie di scala a favore anche delle micro e piccole imprese (mpi) con infrastrutture e servizi centralizzati che il mercato non offre. 2 - Dotazioni territoriali e tecnologie pulite Tutte le dotazioni territoriali iniziali e le successive tecnologie pulite sono state realizzate esclusivamente dai privati proprietari dei terreni che ricadono nel 1 Macrolotto. a) Energia L area è dotata di una normale rete di distribuzione dell energia a media tensione anch essa a suo tempo realizzata dai privati lottizzanti e poi ceduta all ENEL. b) Illuminazione L intera area è dotata di una tradizionale rete di illuminazione delle strade gestita direttamente dal Comune di Prato. Questa rete fu realizzata anch essa a cura e spesa dei privati lottizzanti e poi ceduta a fine anni 80 al Comune di Prato. c) Rifiuti La raccolta dei rifiuti è gestita direttamente dalla locale società municipalizzata che ha tentato diverse soluzioni per incentivare la raccolta differenziata a piè di fabbrica distribuendo alle varie aziende cassonetti per la raccolta differenziata a piè di fabbrica di carta e cartone, plastica, vetro, metalli. Gli incentivi previsti dalla municipalizzata consistono nel non far pagare il suo servizio di raccolta dei rifiuti speciali a piè di fabbrica. 2

53 d) Consumi e scarichi idrici CONSER fino dal 1990 ha realizzato e gestisce il primo impianto in Italia di riciclo centralizzato delle acque reflue per uso produttivo ed antincendio. Questo impianto fino ad oggi ha prodotto e distribuito mediamente oltre mc./anno , contribuendo a lasciare in falda acqua primaria per gli usi potabili di oltre abitanti/anno. Prato ha oggi poco più di abitanti. CONSER, sulla base della sua concreta esperienza e per il fatto che era l unica esperienza in Italia, è stato utilizzato dal Ministero dell Ambiente per dare attuazione ad una norma del 1994 (legge n. 36, art. 6) che prevedeva genericamente incentivi alle aziende che utilizzano acque reflue riciclate nel loro ciclo produttivi. Questa collaborazione ha prodotto l art. 26 del D.Lgs. 152/1999 che prevede che chi inquina acque primarie deve pagare una tariffa di depurazione industriale maggiore; chi invece inquina acque seconde deve pagare una tariffa di depurazione industriale minore. Con l applicazione di questa norma a Prato le aziende idroesigenti operanti nel 1 Macrolotto hanno ricevuto dal 2000 al 2011 incentivi per oltre di euro, mentre i loro extra costi (riciclare le acque costa evidentemente più che prelevarle dalla falda) accumulati nel periodo sono ammontati a CONSER monitora tutti gli anni i volumi di acqua di riciclo distribuita alle aziende idroesigenti operanti nel 1 Macrolotto, calcolando sia i conseguenti risparmi economici prodotti, sia i volumi di acqua primaria lasciati per gli usi potabili delle generazioni future. Nel 2011 gli incentivi ottenuti dalle aziende idroesigenti del 1 Macrolotto grazie alla normativa di cui sopra sono ammontati a e i volumi di acqua di riciclo prodotti e distribuiti a queste aziende sono stati mc Nel 2012 gli incentivi sono stati di circa a fronte di una erogazione di acqua riciclata ridotta a mc a causa della nota crisi economica generale che si è abbattuta in particolare sul sistema produttivo pratese. Mobilità e logistica Fino dal 2003 CONSER, dopo avere ricevuto in comodato 14 automezzi elettrici dal Comune di Prato, aveva aperto l ufficio del mobility manager di area produttiva. In questa veste CONSER ha sviluppato tutta una serie di iniziative (car pooling interaziendale, servizi centralizzati etc). Nel 2009 è stato costretto a interrompere questa esperienza in quanto nessun soggetto pubblico ha valutato opportuno svilupparla a livello almeno comunale. Ancora oggi, comunque, CONSER svolge il servizio gratuito di lavanderia centralizzata a favore dei genitori dei bambini che frequentano l asilo nido interaziendale con un proprio automezzo a metano al fine di contribuire così ad evitare allungamenti del percorso casa/lavoro conseguenti a questo tipo di commissioni. Aree verdi 3

54 Nell ambito degli obblighi di urbanizzazione secondaria posti a carico dei proprietari di terreni ricadenti nel 1 Macrolotto, CONSER ha a suo tempo provveduto non solo a realizzare un campo di calcio ed un campo di tiro con l arco, ma anche a cedere al Comune oltre 15 ettari di terreno con destinazione a verde pubblico, servizi e strutture sociali. Su parte di questi terreni CONSER ha provveduto a realizzare anche l asilo nido interaziendale, che è l unico a Prato ad avere a disposizione mq. di giardino. Asilo nido interaziendale CONSER ha inaugurato l asilo nido interaziendale (Il Bosco Incantato) nell ottobre 2007 con 30 bambini. I servizi centralizzati gratuiti rivolti ai genitori (lavanderia centralizzata), la qualità dei servizi di assistenza ai bambini e la disponibilità di un giardino molto grande hanno attirato sempre più l interesse dei genitori. 3 - SERVIZI ALLE IMPRESE a) energia A seguito della convenzione fotovoltaico no cost stipulata con CARIPRATO Conser si è impegnato in successive attività di comunicazione, informazione e sensibilizzazione nei confronti delle aziende operanti nel 1 Macrolotto, utilizzando in particolari i 30 monitor. b) rifiuti Recentemente, CONSER nell ambito del progetto ETA BETA e in sinergia con l associazione RETE TOSCANA APSEA, dallo stesso promossa nel 2011, utilizzando soprattutto i suoi 30 monitor, ha sviluppato una campagna di informazione sui possibili vantaggi economici offerti da alcune aziende private per il ritiro dei rifiuti speciali a fronte di consistenti sconti sulla tariffa di smaltimento dei rifiuti stessi. Non solo, CONSER è impegnato a individuare possibili società private disposte ad acquistare certi rifiuti speciali per sottoporli ad opportuni trattamenti atti a trasformarli nuovamente in materie prime e quindi nuovamente commerciabili. c) acque CONSER ha elaborato un business plan per proporre alle competenti autorità la realizzazione a sua cura e spesa di una fognatura industriale separata al servizio dell intero 1 Macrolotto collegata col depuratore comunale. L opera mira, da un lato, ad eliminare, quando piove, sversamenti in corsi d acqua superficiale di reflui non depurati a causa dell esistenza nell attuale sistema di fognatura misto di appositi scolmatori e, dall altro, a procurare consistenti risparmi alle aziende operanti nel 1 Macrolotto rispetto alla tariffa di fognatura attualmente pagata al gestore pubblico. Sempre nell ambito del progetto, nel 2012 CONSER ha investito oltre per realizzare una tubazione di scarico delle acque di controlavaggio dei suoi filtri direttamente all interno del depuratore comunale di Prato, al fine di evitare 4

55 l inquinamento di corsi d acqua superficiale con sostanze pericolose. Finora infatti le acque di controlavaggio dei filtri venivano scaricate in una fognatura pubblica mista, che raccoglie scarichi civili ed industriali. Questa fognatura è dotata di feritoie dalle quali possono scolmare, in presenza di piogge particolarmente violente, acque non depurate direttamente in corsi d acqua superficiali. d) welfare A seguito di opportune modifiche interne all asilo il numero massimo di figli di dipendenti di aziende operanti nel 1 Macrolotto che possono essere accolti è salito a 48. Inoltre, numerosi genitori hanno richiesto che CONSER si attivi per aprire accanto all asilo anche una scuola materna affinché genitori e figli possano beneficiare dei servizi promossi da CONSER fino al loro quinto anno di età. Finora, però, le iniziative di CONSER per soddisfare le richieste di questi genitori sono state frenate da classici problemi burocratici. Nell ambito del Progetto ETA BETA, CONSER ha varato un altro importante servizio rivolto ai genitori che portano i loro figli all asilo nido Il Bosco Incantato : il servizio nanny call. Quando i figli si svegliano la mattina con qualche indisposizione creando così grossi problemi organizzativi ai genitori che lavorano, questi possono telefonare all asilo che provvede a mandare a casa loro una baby sitter gratis. 4 ASPETTI AMBIENTALI CRITICI Inquinamento di corsi d acqua superficiali causati dal sistema fognario pubblico dotato di scolmatori a monte del depuratore che consentono di sversare in corsi d acqua superficiale acque non depurate contenenti sostanze pericolose 5 AZIONI DI MIGLIORAMENTO a) energia Con la citata Convenzione fotovoltaico no cost CONSER ha partecipato direttamente alla realizzazione di 4 impianti fotovoltaici tramite altrettante società ESCo costituite con i proprietari degli stabilimenti industriali sui quali sono stati installati i pannelli. Le successive azioni di informazione e sensibilizzazione indirizzate verso i soci CONSER, tutti proprietari di immobili nel 1 Macrolotto, hanno prodotto i seguenti risultati complessivi: Mgw installati 20 Kwh/anno prodotti: /anno risparmiati dalle aziende Tep/anno risparmiati Ton/anno di CO2 evitate Attualmente CONSER è impegnato a promuovere la realizzazione in project financing di impianti di cogenerazione a biomasse presso le aziende che consumano più energia termica ed elettrica (tintorie, rifinizioni, stamperie). 5

56 b) Water management Realizzazione di una tubazione di scarico delle acque di controlavaggio dei filtri dell impianto centralizzato di riciclo direttamente in una vasca del depuratore comunale. Questa opera consente di eliminare lo scarico in pubblica fognatura di circa Kg/anno di alluminio e quindi di eliminare del tutto la possibilità che questo metallo pesante possa tracimare in corsi d acqua superficiale in caso di piogge molto forti. c) lavanderia I servizi di lavanderia realizzati con auto a metano nel corso del 2012 sono stati complessivamente 120 ed hanno fatto risparmiare complessivamente circa Km di allungamento del percorso casa/lavoro con conseguenti minori emissioni di CO2 pari a complessivi Kg 505. Inoltre i fruitori di questo servizio hanno potuto recuperare tempo libero a favore della persona e della famiglia per complessivi minuti 30 a persona. d) nanny call Nel 2012 i genitori che hanno usufruito di questo servizio gratuito sono stati complessivamente 15 per un totale di ore 100 di baby sitting gratuite con un risparmio complessivo di circa euro Comunicazione ambientale CONSER sta utilizzando i 30 monitor messi a disposizione per il progetto ETA BETA per diffondere la conoscenza di tutte le sue iniziative ed i risultati raggiunti mediante alcune migliaia di passaggi di messaggi al mese. Nel corso del 2012 sono aumentate le comunicazioni di CONSER su temi ambientali: energia, sicurezza, servizi. Per cui le informazioni hanno superato complessivamente il numero di 900 spot/giorno. 6

57 PROGETTO LIFE+ ETABETA DESCRIZIONE CASO PILOTA NOME AREA PRODUTTIVA Novembre

58 Inquadramento area produttiva Descrizione sintetica delle caratteristiche dell area produttiva. Spagna, Regione Andalucía, Provincia Jaén, Comune di Mengíbar. Superficie esistente metri quadri, dei quali al momento soltanto sviluppabile) 40 Impresariale. Geolit Parque Científico y Tecnológico S.A. Dotazioni territoriali e tecnologie pulite Acqua GEOLIT offre tutti i servizi necessari per la fornitura e la distribuzione di acqua potabile e servizi igienico-sanitari delle acque reflue dell area, tutti gestiti dal Comune attraverso SOMAJASA. Per il drenaggio e l'acqua piovana, il parco dispone di una rete separata che raccoglie l'acqua piovana da tutti i flaconi, questo sistema si raccoglie all'interno del torrente Quiebracántaros. Energia GEOLIT ha tutte le strutture necessarie per la fornitura e distribuzione di energia elettrica alalla totalitá dell area, in tutti i casi gestiti da ENDESA. L'alimentazione di energia elettrica al parco è fornito tramite la sottostazione GEOLIT, che si trova al margine sinistro della strada. Riscaldamento Il servizio centralizzato di condizionamento dell'aria che utilizza la biomassa come combustibile dai resti dell oliva (noccioli di olive) disponibile solo per impresse situate a nord del Parco ed è gestito da GEOLIT HVAC, SL Illuminazione Il servizio di illuminazione pubblica è attualmente gestito per il Comune di Mengíbar ed è costituito da una rete di distribuzione in Bassa Tensione sotterraneo distribuito dal trasformatore a tutte le aree del Parco. 2

59 Rinovabile GEOLIT SOLAR, SL ha il compito di promuovere impianti solari fotovoltaici. Come primo progetto, a scopo dimostrativo, eseguito il PARSOL, impianto solare integrato nell parcheggio del edificio Complesso Tecnologico dei Servizi Avanzati, che ospitava pannelli fotovoltaici, supportato su strutture in legno che simulano la forma degli alberi. Ha una capacità installata di 284,4 kwp., Inoltre, ha anche GEOLIT edifici sostenibili con piccoli impianti solari ciascuno. Questo è il caso del Big Bang o del Complesso Tecnologico dei Servizi Avanzati, tra gli altri, che si forniscono di energia attraverso i suoi pannelli solari. Rifiuti GEOLIT ha tre punti di raccolta per i rifiuti domestici sparsi in tutto il parco. Ognuno di essi dispone di tre tipi di contenitori: residui organici e simili (giallo), carta e cartone (blu) e vetro (verde). Questo servizio racolta di rifiuti è gestito dal Comune di Mengíbar attraverso la società Resur. Inoltre, Resur, una volta al mese, mette a disposizione di tutte le società dell area un punto di riciclaggio mobile dove si può depositare altri tipi di rifiuti. Telecomunicazione Il parco ha una propria rete di telecomunicazioni gestita Entidad Urbanística de Conservación de Geolit. La rete Wi-Fi viene distribuita in tutto il Parco ed è gestita attraverso GEOLIT. Sicurezza I controlli per accedere all area si sviluppa nel edificio per il controllo e le telecomunicazioni (ECOTEL) lí, ci si trova il controllo e sorveglianza dell area. Giardini Giardini comuni. Servizi alle imprese Acqua 3

60 GEOLIT offre tutti i servizi necessari per la fornitura e la distribuzione di acqua potabile e servizi igienico-sanitari delle acque reflue dell area, tutti gestiti dal Comune attraverso SOMAJASA. Riscaldamento Il servizio centralizzato di condizionamento dell'aria che utilizza la biomassa come combustibile dai resti dell oliva (noccioli di olive) disponibile solo per impresse situate a nord del Parco ed è gestito da GEOLIT HVAC, SL Illuminazione Il servizio di illuminazione pubblica è attualmente gestito per il Comune di Mengíbar ed è costituito da una rete di distribuzione in Bassa Tensione sotterraneo distribuito dal trasformatore a tutte le aree del Parco. Rifiuti GEOLIT ha tre punti di raccolta per i rifiuti domestici sparsi in tutto il parco. Ognuno di essi dispone di tre tipi di contenitori: residui organici e simili (giallo), carta e cartone (blu) e vetro (verde). Questo servizio racolta di rifiuti è gestito dal Comune di Mengíbar attraverso la società Resur. Inoltre, Resur, una volta al mese, mette a disposizione di tutte le società dell area un punto di riciclaggio mobile dove si può depositare altri tipi di rifiuti. Sicurezza I controlli per accedere all area si sviluppa nel edificio per il controllo e le telecomunicazioni (ECOTEL) lí, ci si trova il controllo e sorveglianza dell area. Aspetti ambientali critici Implementazione di un Sistema di Gestione Ambientale Unitario. Promozione e diffusione degli elementi giá esistenti di comunicazione. Azioni di miglioramento condotte Campagne di sensibilizzazione per i lavoratori di aziende nella zona di produzione per la diffusione delle buone pratiche di gestione ambientale. Indicatore: numero di participanti. 4

61 Stabilire un sistema di indicatori per comunicare la gestione sostenibile delle aziende del Parco. Campagne di sensibilizzazione e di informazione per i lavoratori delle aziende del Parco, al fine di far loro conoscere il significato di rapporti di sostenibilità come strumento per migliorare le relazioni con soggetti esterni, in quanto sono un fattore chiave per il successo aziendale. Indicatore: Crescita del numero di imprese insidiate nell area. Impartire un corso di Sistemi di Gestione Ambientale Unitari ai lavoratori di Geolit. 5

62 PROGETTO LIFE+ ETABETA DESCRIZIONE CASO PILOTA AREA PRODUTTIVA DI DARSENA PAGLIARI IN PROVINCIA DELLA SPEZIA - LIGURIA Dicembre

63 Inquadramento area produttiva Descrizione sintetica delle caratteristiche dell area produttiva. Ubicazione: Regione Liguria, Provincia della Spezia, Comune della Spezia, Insediamento Produttivo Darsena Pagliari, in zona portuale denominata Pagliari, ubicato nella fascia costiera del Golfo della Spezia. Superficie: l insediamento produttivo è poco più di un ettaro così suddiviso o un area del demanio marittimo (6500 [mq.] di specchio acqueo e 1600 [mq.] di banchine; o un complesso edilizio da 3600 [mq. ]. N imprese insediate: 10 insediate Caratterizzazione produttiva (settori prevalenti): attività produttive nel settore della nautica (progettazioni, lavori marittimi, motoristi, cantieri di rimessaggio e lavori, studi tecnici). Soggetto gestore: Presidente consorzio delle imprese della nautica. Dotazioni territoriali e tecnologie pulite Inserire informazioni su reti, spazi e impianti d area presenti (es. reti idriche ed energetiche, impianti per il trattamento delle acque e la produzione di energia, illuminazione pubblica). Le informazioni vanno articolate per tema: energia l approvvigionamento dell energia elettrica dell edificio di Darsena avviene mediante contatore e ripartizione millesimale dei consumi. L energia elettrica per le aree esterne e dei sistemi di pompaggio è a carico dell Autorità portuale della Spezia. In base all approccio ETABETA si può intervenire per ridurre i consumi e per un efficientamento energetico complessivo dell area; illuminazione - l edificio di Darsena è illuminato mediante contatore e ripartizione millesimale dei consumi. L illuminazione delle aree esterne è a carico dell Autorità portuale della Spezia. In base all approccio ETABETA si può intervenire per ridurre i consumi attraverso un illuminazione efficiente e innovativa; rifiuti - la gestione è differenziata per tipologie, i rifiuti speciali vengono gestiti e smaltiti ad hoc (ditte specializzate ed autorizzate); consumi idrici l utilizzo e l approvvigionamento di acqua dall acquedotto civile è necessario e sufficiente a coprire i consumi idrici; 2

64 scarichi idrici la rete fognaria e l acquedotto è in linea con l approccio ETABETA, anche se non esiste alcun sistema tecnologico innovativo per la loro gestione; mobilità e logistica accessibilità e sistemi della mobilità in linea con l approccio ETABETA (ottima viabilità interna, ampli parcheggi, aree per carico e scarico, dista 6 km dal casello autostradale dell A12); aree verdi le aree verdi sono in linea con l approccio ETABETA, anche se non esiste alcun sistema tecnologico innovativo per la loro gestione; Servizi alle imprese Indicare in maniera sintetica i servizi erogati dal soggetto gestore nei confronti delle imprese. Le informazioni vanno articolate per tema: energia gestione e monitoraggio dell energia elettrica prodotta da impianto fotovoltaico e dei consumi di energia elettrica dovuti a sistemi intelligenti di illuminazione e tecnologie innovative per l esercizio del sistema di pompaggio e ricircolo dello specchio acqueo di Darsena Pagliari; rifiuti gestione della raccolta differenziata per tipologie e rifiuti speciali gestiti e smaltiti con ditte specializzate ed autorizzate: smaltimento dei materiali solidi, provenienti dalla pulizia delle carene e smaltimento degli olii esausti, delle batterie e dei rifiuti; acque - rete fognaria e acquedotto; emissioni in atmosfera gestione dell impianto centralizzato di captazione emissioni derivanti da lavorazioni speciali (verniciatura, sabbiatura, saldatura, etc), nei locali di Darsena Pagliari; fornitura di materie prime gestione delle materie prime inerenti ai servizi di energia e quelle legate alle emissioni in atmosfera; sicurezza monitoraggio dei piazzali, delle banchine e dello specchi acqueo; controllo di impianti e parti di processo di lavorazione; welfare miglioramento delle condizioni di lavoro con l utilizzo di tecnologie innovative, sistemi intelligenti e impianti che riducono consumi elettrici ed emissioni in atmosfera; mobilità e logistica gestione dei parcheggi, aree di manovra, manutenzione ordinaria e straordinaria delle strade e della rampe di accesso all area di Darsena. Aspetti ambientali critici Inserire gli aspetti ambientali risultati significativi per nome, senza descrizione. Consumo energia ed emissioni in atmosfera. 3

65 Azioni di miglioramento condotte Azione a PRIORITA ALTA n.1: riduzione del fabbisogno energetico da fonte non rinnovabile - impianto fotovoltaico. Nuove tecniche pulite (NTP) applicate nel corso della sperimentazione: utilizzo di pannelli fotovoltaici per produrre energia elettrica da fonte rinnovabile. Azione a PRIORITA ALTA n.2: migliorare l efficienza energetica per esigenze lavorative delle imprese, salute, sicurezza e ambiente impianto d illuminazione esterna. NTP applicate nel corso della sperimentazione: illuminazione a led. Azione a PRIORITA ALTA n.3: migliorare l'efficienza energetica sistema con pompa di ricircolo dello specchio acqueo. NTP applicate nel corso della sperimentazione: inverter per un funzionamento intelligente del sistema di pompaggio. Azione a PRIORITA ALTA n.4: ridurre le emissioni in atmosfera derivanti da lavorazioni speciali - impianto di convogliamento emissioni in atmosfera. NTP applicate nel corso della sperimentazione: impianto centralizzato per abbattimento (end of pipe) delle emissioni. Azione a PRIORITA BASSA n.5: raffrescamento / riscaldamento utilizzando lo specchio acqueo di Darsena. L azione non prevede l utilizzo di nuove tecniche. Azione a PRIORITA BASSA n.6: progettazione per migliorare l'efficienza energetica Smart Grids. L azione non prevede l utilizzo di nuove tecniche, ma prevede una gestione intelligente dei consumi elettrici in fase di progetto. Azione a PRIORITA BASSA n.7 e n.8: riconoscimento dell'apea a livello istituzionale e trasversale - rafforzamento del ruolo del soggetto gestore. L azione non prevede l utilizzo di nuove tecniche pulite. Tabella 1: Sintesi delle prestazioni ambientali. ( Legenda: IEA:indicatore di Eta-Beta approach; IPG:indicatore di prestazione gestionale; IdS:indicatore di sostenibilità) Tipo ID Descrizione ID ID Parametri dell ID Valore dell ID Stato Trend IEA Strumenti per la gestione Esistenza di un analisi d area aggiornata [SI/NO] SI IPG Coinvolgimento delle aziende N. imprese che conoscono i servizi offerti dal Soggetto Gestore % sul totale 80 IdS AMBIENTALE energia Consumo totale di energia elettrica ad uso produttivo [kwh/anno]

66 PROGETTO LIFE+ ETABETA DESCRIZIONE CASO PILOTA AREA PRODUTTIVA DI PERTITE IN PROVINCIA DI SAVONA - LIGURIA Dicembre

67 Premessa. La descrizione dell area pilota non è stata compilata in ogni sua parte in quanto Pertite rappresenta la prima area pilota in Liguria progettata come APEA in base all approccio ETA BETA. La progettazione non è conclusa e quindi alcune informazioni non sono disponibili. Inquadramento area produttiva Descrizione sintetica delle caratteristiche dell area produttiva. Ubicazione: Regione Liguria, Provincia di Savona, a cavallo tra i Comuni di Cengio e Millesimo. Superficie: Comprende una superficie totale di ,74 mq di cui ,00 mq in territorio cengese, ,00 mq in territorio millesimese e i restanti 4.519,74 fanno parte di una proprietà demaniale riferita al Rio Chiappa-Pertite (artificialmente intubato). N imprese insediate: l area è destinata alla realizzazione del polo di filiera della meccanica che vedrà Fresia SpA in qualità di azienda leader e dieci imprese dell indotto o potenzialmente sinergiche, tale è infatti al momento il numero delle aziende che hanno manifestato il loro interesse ad acquistare i lotti dell area. Caratterizzazione produttiva (settori prevalenti): area progettata in base all approccio ETA BETA e non ancora insediata. E prevista la nascita del Polo di filiera della Meccanica, con la realizzazione di interventi di attrezzaggio ed urbanizzazione, in quanto area di interesse strategico regionale (ex DGR n 608/2008). Di seguito sono riportati i settori produttivi specificati nella manifestazione di interesse (preliminare alla definizione del locale distretto/filiera della meccanica): o Fabbricazione mezzi di trasporto; o Fabbricazione di macchine ed apparecchi meccanici; o In generale imprese operanti nell ambito della filiera della meccanica; o Nello studio di incidenza ambientale sono tutte classificate come attività a basso impatto ambientale: bassa intensità energetica, bassa produzione di rifiuti, limitato consumo idrico, modesta o nulla presenza di emissioni. Soggetto gestore: previsto, ma da definire. 2

68 Dotazioni territoriali e tecnologie pulite Inserire informazioni su reti, spazi e impianti d area presenti (es. reti idriche ed energetiche, impianti per il trattamento delle acque e la produzione di energia, illuminazione pubblica). Le informazioni vanno articolate per tema: Trattandosi di un area prevalentemente libera, le opere ad oggi eseguite sono limitate a: Intubamento del Rio Chiappa-Pertite per un tratto di 690 m; sistemazione di parte delle superfici di destinazione industriale su diversi piazzali; un capannone industriale di superficie pari a 1647 mq; ristrutturazione dell edificio preesistente a fronte strada; recinzione di ingresso. Interventi previsti da progetto: Infrastrutturazione: installazione della rete elettrica e di quella telefonica; allacciamento alla fognatura comunale, alla rete gas, e all acqua potabile; impianto di scarico delle acque bianche. Tali interventi (rappresentati in allegato 1 Planimetria Urbanizzazioni) sono da intendersi all ingresso dei capannoni; realizzazione di 6 capannoni industriali (per un totale di mq); adeguamento del capannone esistente; installazione di pannelli fotovoltaici e di un sistema illuminazione pubblica con tecnologia led; gli insediamenti produttivi saranno realizzati mediante elementi prefabbricati atti a garantire una elevata qualità dal punto di vista del contenimento sia energetico che acustico; mobilità e logistica l accesso all area avviene dalla SP n. 339 (classificato come agevole e con buona visuale), il sito è ubicato a circa 5 km dallo svincolo autostradale della A6 Torino-Savona. Servizi alle imprese Indicare in maniera sintetica i servizi erogati dal soggetto gestore nei confronti delle imprese. Le informazioni vanno articolate per tema: E prevista la nascita del Polo di filiera della Meccanica, con la realizzazione di interventi di attrezzaggio ed urbanizzazione, in quanto 3

69 area di interesse strategico regionale (ex DGR n 608/2008): i servizi alle imprese sono inserite nella progettazione. Aspetti ambientali critici Inserire gli aspetti ambientali risultati significativi per nome, senza descrizione. Consumi idrici, Gestione dei rifiuti, Sistema di monitoraggio ambientale, Emissioni in atmosfera, Consumo di Energia, Rumore. Azioni di miglioramento condotte Azione a PRIORITA ALTA n.1: favorire la gestione unitaria degli aspetti ambientali dell area. Nuove tecniche pulite applicate nel corso della sperimentazione: indicate in fase di progettazione. Azione a PRIORITA ALTA n.2: progettare un area produttiva il più possibile sostenibile. Nuove tecniche pulite applicate nel corso della sperimentazione: indicate in fase di progettazione. Tabella 1: Sintesi delle prestazioni ambientali. ( Legenda: IEA:indicatore di Eta-Beta approach; IPG:indicatore di prestazione gestionale; IdS:indicatore di sostenibilità) Tipo ID Descrizione ID ID Parametri dell ID Valore dell ID Stato Trend IEA Strumenti per la gestione Esistenza di un analisi d area aggiornata [SI/NO] SI IPG Programma e obiettivi N. di iniziative realizzate o in via di realizzazione che sono state inserite nel progetto e realizzate grazie al metodo sviluppato [SI/NO] SI IPG Impegno della Formazione sul Piano di Azione N. totale di eventi di formazione [numero] 3 4

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