L esercito italiano alle soglie del 2000 (*)

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1 L esercito italiano alle soglie del 2000 (*) Carlo CABIGIOSU I profondi mutamenti intervenuti sullo scenario internazionale nel corso degli ultimi anni - ed ancora in atto - hanno innescato, in Italia come in altre Nazioni, un processo di revisione dei compiti, delle strutture e delle procedure di impiego delle Forze Armate. I nuovi ruoli assunti dalla NATO, dalla UEO e dalle Nazioni Unite consentono oggi di affrontare - con l'obiettivo di salvaguardare, per quanto possibile, la pace e la stabilità nel mondo - le problematiche della sicurezza in un quadro di situazione molto più aperto alla cooperazione internazionale che in passato. In tale prospettiva è sempre più rilevante l'impegno dell'esercito Italiano nel sostenere concretamente una crescente ed efficace integrazione multinazionale, sia nel contesto delle alleanze tradizionali del Paese - NATO e UEO - sia in quello delle Nazioni Unite, ove tale esigenza è particolarmente sentita. Gli aspetti sui quali soprattutto si incentra l'attenzione dei responsabili della Forza Armata riguardano: la riorganizzazione della F.A., con particolare riferimento alla sua composizione quantitativa e qualitativa; la struttura ed i compiti delle unità precettate per impieghi multinazionali; il progressivo aumento della componente volontaria e la conseguente riduzione dei militari di leva. (*) Conferenza tenuta dal Ten. Gen. Carlo Cabigiosu, Comandante della Regione Meridionale, presso la Scuola il 15 giugno

2 INTERVENTI Questi, in sintesi, sono i problemi che sono stati affrontati per realizzare la struttura dell'esercito del QUADRO DI RIFERIMENTO. I parametri di riferimento del processo di riconfigurazione sono essenzialmente rappresentati dalla Nuova Strategia NATO e dalla Legge sul Riordinamento dei Vertici. Nuova Strategia NATO. L'Alleanza Atlantica ha sviluppato una nuova concezione strategica che implica il passaggio dal concetto di "difesa comune" a quello più ampio di "difesa e sicurezza collettiva". Come conseguenza, la NATO ha impostato un processo di revisione strutturale basato su: una revisione interna della propria struttura militare per renderla più rispondente ai nuovi scenari, conferendo a tutti i suoi organismi militari una accentuata composizione multinazionale e operando una riduzione del numero degli stessi, tenendo conto dell'emergente concetto dell'identità Europea di Sicurezza e Difesa ed avendo come obiettivi prioritari l'acquisizione di migliori capacità operative, l adattamento ai nuovi compiti connessi con la gestione delle crisi e la prevenzione dei rischi di proliferazione delle armi di distruzione di massa; un nuovo atteggiamento verso l esterno, attraverso il coinvolgimento cooperativo di nuovi partners (Partnership For Peace) ed il proprio allargamento, al fine di proiettare stabilità e sicurezza nel Teatro Europeo, oltre i confini dell'alleanza. Parallelamente, l'unione Europea va accelerando il processo di costruzione di un'unione politica che trascenda dalla sola dimensione economica, per estendersi a quella di una politica estera e di sicurezza comune. In tale contesto, il ruolo delle Forze Armate deve tradursi in un qualificato ed efficace concorso al perseguimento delle finalità collettive di difesa e sicurezza, che si esprime nelle seguenti missioni: 1) in tempo di pace: vigilanza sulle situazioni di rischio per la sicurezza dell'alleanza; 558

3 Carlo CABIGIOSU partecipazione ad attività di rafforzamento della fiducia reciproca; contributo alla pace ed alla stabilità globale; 2) in tempo di crisi: dare corso alle attività militari nel quadro dei processi di gestione delle crisi, il cui successo implica il possesso di reale capacità deterrente; 3) in tempo di guerra: reagire ad aggressioni e ristabilire l'integrità territoriale degli Stati membri dell'alleanza, ripristinando le condizioni di pace. La Riforma dei Vertici. La ristrutturazione recentemente approvata in sede politica conferisce maggiore incisività alla politica del Ministero della Difesa, attraverso la riduzione degli interlocutori del Ministro, accentrando nel Capo di Stato Maggiore della Difesa la responsabilità del settore tecnicooperativo e nel Segretario Generale/Direttore Nazionale degli Armamenti quella del settore tecnico-amministrativo. In particolare, la responsabilità generale della gestione delle Forze Armate è stata affidata al Capo di SMD, posto alle dirette dipendenze del Ministro ed unico interlocutore per tutte le problematiche tecnico-militari. Affiancato al Capo di SMD, ma a lui subordinato per le questioni tecnicooperative, il Segretario Generale è responsabile verso il Ministro e suo unico referente per tutti gli aspetti di natura giuridico-amministrativa. In sostanza, il nuovo assetto configura una catena di comando più lineare e semplificata dove le singole responsabilità del Vertice militare sono chiaramente definite. Infatti: il Capo di Stato Maggiore della Difesa risponde dell'efficacia dello strumento militare nel suo complesso; il Segretario Generale risponde dell'efficacia della spesa e della realizzazione dei programmi tecnico-finanziari; i Capi di Stato Maggiore delle tre Forze Armate sono responsabili dell'approntamento delle rispettive Forze Armate ed esercitano il Comando sulle stesse; il Gabinetto del Ministro svolge la funzione di organo di supporto politico all'attività del Ministro; 559

4 INTERVENTI il Comitato dei Capi di Stato Maggiore, di cui fanno parte i quattro Capi di Stato Maggiore ed il Segretario Generale/Direttore Nazionale degli Armamenti diviene l'organo di consulenza del Capo di Stato Maggiore della Difesa; il Consiglio Superiore delle Forze Armate, che raccoglie i massimi vertici Militari, assume il ruolo di unico organo consultivo del Ministro. In definitiva, la ristrutturazione dei Vertici permette di fare un passo decisivo verso una riorganizzazione in chiave interforze, dando unitarietà e coerenza alla formulazione di piani e programmi ed alla loro pratica attuazione, per una più efficace gestione degli strumenti operativi e della spesa militare nel suo complesso. COMPITI ATTRIBUITI ALL'ESERCITO ITALIANO. La strategia militare nazionale è, oggi, ispirata ai concetti di prevenzione attiva e di sufficienza difensiva. La prevenzione attiva è intesa come "concorso permanente dello Strumento militare alla politica di sicurezza nazionale, sia nelle diverse fasi di prevenzione/controllo/gestione delle crisi, sia nella difesa degli interessi e dell'indipendenza nazionale". In quest'ottica sono state individuate tre funzioni/missioni per le Forze Armate: presenza e sorveglianza; difesa degli interessi esterni del Paese e contributo alla sicurezza internazionale; difesa integrata degli spazi nazionali e dell'alleanza. In tale quadro, l'esercito viene chiamato a soddisfare esigenze più diversificate e meno prevedibili di quelle affrontate in passato, in un contesto spiccatamente interforze e sempre più frequentemente multinazionale. La sufficienza difensiva è intesa come mantenimento della minima quantità di forze atta a consentire la dissuasione e, ove questa fallisse, la difesa. Tale concetto pur percepito in senso comunitario - con riferimento all'alleanza - ha una sua valenza anche in un'ottica puramente nazionale. Comunque, anche in considerazione dell'esigenza di limitare i costi finanziari di ogni operazione militare, il ricorso a formazioni multinazionali 560

5 Carlo CABIGIOSU rappresenta una scelta obbligata, e non solo per l'italia, al fine di garantire l'efficacia degli interventi a fronte della loro onerosità tecnologica, sociale e del loro eventuale protrarsi nel tempo, garantendo una potenzialità che non sarebbe possibile mantenere autonomamente. STRUTTURA ORDINATIVA DELL'ESERCITO ITALIANO - LINEE EVOLUTIVE. Nell'ottica descritta, l'esercito Italiano prevede l'attuazione di un processo di riordinamento per ognuna delle sue componenti fondamentali: Organizzazione Centrale, Forze Operative, Organizzazione Territoriale e Organizzazione Scolastico-Addestrativa. Organizzazione Centrale. È sottoposta ad una consistente riduzione e ad un contestuale accentramento, a livello interforze, di alcune delle funzioni svolte in passato dagli Stati Maggiori di Forza Armata. Di conseguenza, la nuova organizzazione del vertice dell'esercito è basata su: la riduzione delle strutture dello Stato Maggiore in relazione alla cessione/contrazione di alcune competenze; l'enucleazione dallo Stato Maggiore dell'ispettorato Logistico, incaricato di gestire unitariamente i rifornimenti ed il mantenimento dei materiali e dei mezzi, mediante un'organizzazione di tipo specialistico per "poli", sulla base delle priorità fissate dal comandante delle Forze Operative ed avallate dal Capo di Stato Maggiore dell'esercito; la riconfigurazione dell'ispettorato delle Scuole, alle cui dipendenze sono poste le Scuole dedicate alla formazione di Ufficiali, Sottufficiali e Volontari in Servizio Permanente (VSP); l istituzione di un solo Ispettorato delle Armi, nel quale sono stati riuniti i cinque precedenti Ispettorati d'arma, opportunamente ridimensionati in termini di compiti e strutture e tutte le Scuole d'arma destinate alla qualificazione e specializzazione dei Quadri. Forze Operative. Come in gran parte dei paesi dell'europa occidentale, la 561

6 INTERVENTI struttura delle Forze Operative Terrestri è stata adeguata ai prevedibili nuovi scenari d'impiego in ambito internazionale e nazionale. Il riordinamento delle Forze Operative Terrestri è volto a realizzare una struttura di comando snella, funzionale, efficace ed in grado di: assicurare l'unicità di indirizzo e di impiego delle Unità; pianificare, organizzare ed assolvere le funzioni attribuite alla Forza Armata; incrementare i livelli di efficienza, prontezza e mobilità, nonché le capacità di sostegno logistico. In particolare, le Grandi Unità destinate ad essere impiegate in un contesto internazionale sono state messe in grado di integrarsi rapidamente - esprimendo paritetici "standards" operativi - nell'ambito di Comandi e complessi di forze multinazionali. La riarticolazione della Componente Operativa si fonda, pertanto, sui seguenti punti chiave: collocazione di tutte le Forze operative e di Supporto in un'unica catena di Comando e Controllo; ripartizione delle forze in complessi a livello di Comando Operativo Intermedio, in relazione alla capacità operativa ed alla pianificazione di impiego; definizione chiara dei ruoli e delle linee di Comando e Controllo ai vari livelli. La componente operativa dell'esercito, costituita da 13 Brigate tutte assegnate alla NATO, è stata pertanto articolata su tre tipologie di forze: una di proiezione, interamente costituita da personale professionista; una di reazione, costituita sia da personale professionista, sia da personale di leva; una per la difesa nazionale, interamente costituita, per il momento, da personale in ferma di leva. Le forze citate sono gestite unitariamente da quattro Comandi Operativi Intermedi, posti alle dipendenze del Comandante delle Forze Operative Terrestri (COMFOTER), con sede a Verona. 562

7 Carlo CABIGIOSU A tale Comandante è stata anche attribuita la carica di Comandante NATO, quale responsabile del Joint Sub Regional Command Centre di recente costituzione nel quadro della riorganizzazione della catena di comando dell'alleanza. La coincidenza delle due cariche: elimina, di fatto, l'esigenza di qualsiasi passaggio di responsabilità all'emergenza; conferisce maggiore coesione fra l'organizzazione nazionale e quella NATO e rende più efficace il coordinamento di tutte le attività operative. In armonia con la struttura della Componente Operativa individuata, il Comando delle Forze Terrestri avrà alle dipendenze: quattro Comandi Intermedi per la gestione delle Brigate, denominati: Comando delle Forze di Proiezione (FOP); Comando delle Truppe Alpine (TA), anch'esso orientato alla proiezione; 1 Comando delle Forze di Difesa (1 FOD); 2 Comando delle Forze di Difesa (2 FOD); di cui i primi due prontamente "spendibili" per operazioni "fuori area" ed "espandibili" per assumere all'occorrenza la configurazione Joint/Combined (interforze-multinazionali), inglobando le cellule necessarie a tale trasformazione; un Vice Comandante per il Supporto, responsabile del coordinamento e controllo dei Supporti Operativi e Logistici. Inoltre, la filosofia della pronta "disponibilità per l'impiego" e della tempestiva "proiezione delle forze" imposta dallo sviluppo delle operazioni di supporto alla pace, ha comportato l'adozione del criterio organizzativo che prevede la costituzione di specifici "pacchetti di capacità operative". Ogni singolo "pacchetto di capacità operative" è orientato allo svolgimento di compiti attinenti alla prevenzione e alla gestione delle crisi. Per l'espletamento di tale compito, la F.A. si è organizzata in modo da: proiettare un Comando di G.U. a livello Divisione con relativi supporti e due Brigate in un unico Teatro operativo ovvero impiegando la seconda Brigata in un Teatro operativo distinto; 563

8 INTERVENTI assicurare la rotazione dei Comandi e delle unità in caso di operazioni di lunga durata (ciclo operativo superiore a 6 mesi). Va infine ricordato che dall'ottobre 1996 è operante a Firenze il Comando EUROFOR, composto da personale appartenente a Italia, Francia, Spagna e Portogallo. Tale struttura di Comando dispone di forze assegnate "on call", mediante le quali le Nazioni partecipanti, nell'ambito dello sviluppo dell'identità Europea di Sicurezza e Difesa, si propongono di: dotare l'europa di una capacità militare autonoma, specificatamente nel campo della proiezione delle forze; offrire, agli altri Stati della UEO che desiderino aderire, una struttura di comando multinazionale precostituita; partecipare alle iniziative degli Organismi internazionali nel campo del mantenimento della pace e dello sviluppo della sicurezza. In tale contesto, l'eurofor può essere impiegata per missioni: umanitarie o di evacuazione; di mantenimento della pace; di gestione delle crisi, ivi incluse le operazioni per il ristabilimento della pace. Organizzazione Territoriale. I Comandi Regione Militare, che sono stati ridotti da sette a tre, non svolgono più funzioni operative né logistiche, che - come si è accennato in precedenza - sono passate di competenza rispettivamente al Comando delle Forze Operative e all'ispettorato Logistico. In sostanza, le Regioni Militari sono diventate organi di decentramento amministrativo, con competenze nei settori di leva, reclutamento, mobilitazione, amministrazione e sanità e gestione delle infrastrutture del demanio militare assegnate all'esercito. Ma la loro funzione prioritaria rimane quella di rappresentare sul territorio la Forza Armata nei confronti di tutte le altre Forze Armate e Corpi Armati dello Stato e di tutte le Istituzioni, sia rappresentanti del Governo Centrale e dei Governi Regionali, sia degli Organi della Giustizia. 564

9 Carlo CABIGIOSU Organizzazione Logistica. Le esigenze del nuovo quadro strategico, unitamente alla necessità di realizzare significative economie strutturali e gestionali, hanno imposto l'esigenza di: riordinare l'organizzazione logistica in senso riduttivo, con una catena funzionale più snella, basata su un sistema di Comando e Controllo totalmente informatizzato; procedere ad una integrazione funzionale e strutturale dei Servizi logistici, operanti in settori contermini, che presentano ampie fasce di sovrapposizione come, ad esempio, il Commissariato con l'amministrazione ed il servizio Sanitario con il servizio Veterinario; ridurre il numero delle formazioni logistiche presenti sul territorio, accorpandole in pochi enti polifunzionali - con competenza areale - per il mantenimento ed il rifornimento, integrati da un limitato numero di poli nazionali, dedicati al rifornimento e al mantenimento di specifici sistemi d'arma; conferire a tutto il sistema un'elevata flessibilità operativa - con particolare riferimento alla fascia di aderenza - per fronteggiare frequenti proiezioni di forze fuori area ed i conseguenti allungamenti del braccio dei rifornimenti; assicurare, anche attraverso il controllo capillare delle spese, una gestione bilanciata delle risorse destinate all'esercizio, avvalendosi di un sistema informatizzato, spinto fino ai minimi livelli ordinativi. Il riordinamento è stato attuato costituendo un organo centrale di policy, collocato in ambito Stato Maggiore Esercito, ed un organo centrale esterno, l'ispettorato logistico, specificatamente dedicato all'attività gestionale. L'Ispettorato logistico si avvale di: uno staff, basato essenzialmente su tre dipartimenti, responsabili delle branche trasporti e materiali, amministrazione e commissariato, sanità e veterinaria, nonché di un reparto di coordinamento e per il supporto generale; due comandi logistici d'area, Nord e Sud, per la gestione sul territorio di tutte le informazioni logistiche in materia di rifornimenti (depositi, 565

10 INTERVENTI magazzini), di mantenimento (laboratori) e trasporti (unità di vario tipo). Queste ultime sono integrate in una agenzia nazionale dei trasporti che opera con criteri intermodali. Organizzazione Scolastico-Addestrativa. Ad essa compete la formazione del personale in servizio permanente effettivo e la qualificazione/specializzazione del personale di tutti i gradi. Del settore fanno parte 23 Scuole di formazione e di qualificazione per Ufficiali, Sottufficiali, Volontari e militari di leva specializzati ed i Reggimenti Addestramento Reclute: le Scuole ed Enti di formazione (U., S.U. e Volontari) sono alle dipendenze di un unico Ispettorato delle Scuole, per rendere possibile la gestione unitaria dei cicli formativi del precitato personale; le Scuole d'arma sono tutte alle dipendenze di un unico Ispettorato alle Armi, identificando con esse 4 poli di "cultura professionale" (Fanteria e Cavalleria, Artiglieria, Genio e Trasmissioni), cui è devoluto il compito di diffondere la cultura specialistica tra i quadri di qualsiasi grado e posizione di impiego. Solo alcune Scuole con una connotazione di elevatissima specialità, riconfigurate come Centri Addestramento, per alpini, paracadutisti, elicotteristi e specialisti della logistica, sono rimaste alle dipendenze dei rispettivi Comandi Operativi e Comandi Logistici; i Reggimenti Addestramento Reclute sono alle dipendenze dei rispettivi Comandi Operativi Intermedi, salvo quelli per i Volontari che dipendono dall'ispettore delle Scuole. Tale organizzazione è rivolta alla formazione iniziale del militare ed è costituita attualmente da 26 Enti Addestramento Reclute, a livello reggimento o battaglione (RAR/BAR/CIL). Tali unità provvedono all'incorporazione delle reclute, alla vestizione ed ai controlli sanitari su tutto il personale, nonché all'addestramento di base, al fine di avviare i militari di truppa ai reparti operativi e/o alle Scuole, dove svolgeranno il successivo addestramento di specializzazione. Anche tale settore è stato ridotto in base ai futuri volumi organici della truppa ( unità di cui volontari e in servizio di leva obbligatoria). Gradual- 566

11 Carlo CABIGIOSU mente si passerà alla soluzione finale che prevede 18 RAR/BAR, di cui 5 rivolti alla formazione iniziale dei volontari (compreso il personale femminile) e 13 dedicati all'incorporazione di leva (CIL). SISTEMA ADDESTRATIVO Ufficiali e Marescialli 1) Formazione. La formazione della maggior parte degli Ufficiali dell'esercito avviene presso l'accademia Militare di Modena e la Scuola di Applicazione di Torino. Essa tende a conferire all'ufficiale le capacità militari fondamentali per assolvere con efficacia i compiti iniziali della carriera. I Sottufficiali Allievi Marescialli frequentano invece la scuola Allievi Sottufficiali di Viterbo, con analoghi obiettivi, rapportati a quello che è il loro impiego prioritario, ossia il comando delle minori unità. La professionalità militare sia per gli Allievi Ufficiali, sia per gli Allievi Marescialli, è integrata da una preparazione a carattere universitario, il più possibile aderente a quella militare. Tra le recenti innovazioni, oltre a quelle che hanno interessato le strutture organiche della Forza Armata, profonde sono state infatti quelle relative all'iter formativo del personale Ufficiali e Sottufficiali. Attraverso accordi stipulati con le Università di Modena e Torino è stato istituito un corso di laurea in Scienze Strategiche che consente di conferire a tutti gli ufficiali dei corsi regolari che abbiano completato positivamente gli studi previsti in Accademia e alla Scuola di Applicazione il titolo appunto di Dottore in tale disciplina. Analogamente, con accordi stipulati con l'università della Tuscia di Viterbo, gli Allievi Marescialli che frequentano la Scuola Sottufficiali, conseguono al termine dei loro corsi una mini laurea in Scienza dell'organizzazione. Tali provvedimenti sono stati introdotti per garantire che anche dal punto di vista della preparazione culturale il personale della Forza Armata con incarichi di responsabilità sia adeguatamente preparato a confrontarsi 567

12 INTERVENTI in ogni circostanza con la realtà sociale del Paese. 2) Qualificazione. La qualificazione è diretta ad acquisire la preparazione necessaria all'assolvimento degli incarichi propri degli Ufficiali fino al grado di Capitano e dei Sottufficiali nei primi gradi di Maresciallo. È conferita presso le Scuole d'arma, di Specialità e dei Corpi Logistici. Prevede la partecipazione ad attività formative specifiche, coerenti con gli incarichi da ricoprire. 3) Specializzazione. La specializzazione è finalizzata a conferire al personale le capacità per operare presso i Comandi nazionali ed internazionali. Tali capacità vengono acquisite per gli Ufficiali con la frequenza del Corso di Stato Maggiore presso le Scuole di Guerra, nazionali ed internazionali e per gli Ufficiali dei Ruoli Speciali e per i Sottufficiali presso il Centro di Formazione Permanente di recente costituito a Civitavecchia nella stessa sede della Scuola di Guerra. 4) Professionalizzazione. Nell ambito degli Ufficiali: la fase di professionalizzazione interessa una parte selezionata di Ufficiali destinati ad incarichi dirigenziali negli Alti Comandi e presso Stati Maggiori, in ambito nazionale ed internazionale. La professionalizzazione è acquisita presso l'istituto Superiore di Stato Maggiore Interforze ed eventualmente completata attraverso la frequenza di Corsi presso Istituti Militari Interforze dei principali Eserciti stranieri. Infine, gli Ufficiali destinati ad alti incarichi dirigenziali completano la fase di professionalizzazione presso il Centro alti studi della Difesa e/o analoghi Istituti nazionali ed internazionali. Nell'ambito dei Sottufficiali: il sistema formativo ricalca, nelle linee concettuali, quello degli Ufficiali. Prima dell'impiego quali Comandanti di Plotone presso le Unità, i Marescialli svolgono un periodo di qualificazione presso le Scuole d'arma e, ove necessario, seguono Corsi finalizzati a conoscenze specifiche. Al termine di tale periodo di Comando, essi vengono avviati alla frequenza di Corsi di riqualificazione per acquisire le competenze relative all'incarico al quale sono destinati per il prosieguo della loro carriera. 568

13 Carlo CABIGIOSU Sergenti e Personale di Truppa. Il ruolo dei Sergenti viene alimentato esclusivamente dai Volontari in Servizio Permanente, cioè da personale già in possesso di elevata esperienza in campo operativo, che viene riqualificato come: operatore di sistema; riparatore di sistema. Le tappe fondamentali della formazione dei Sergenti possono individuarsi nei seguenti "momenti": formazione iniziale, svolta presso la Scuola Allievi Sottufficiali, tesa a perfezionare la forma militare ed ampliare il bagaglio culturale; qualificazione, da conseguire presso le Scuole d'arma e con la frequenza di corsi intervallati da periodi di impiego operativo; riqualificazione, per l'eventuale preparazione ad operare in settori di natura logistico-amministrativa. I Volontari, destinati essenzialmente all'impiego presso le Unità operative delle Forze di Proiezione, sono distinti in due categorie: in Ferma Breve (3 anni), per i quali è previsto: l'addestramento basico iniziale, della durata di tre mesi, svolto presso i Reggimenti Addestramento Volontari e finalizzato a conferire una comune base di conoscenze militari e le nozioni fondamentali dell'addestramento individuale e di "team"; l'addestramento di specializzazione, della durata di 6, 8, o 10 settimane, svolto presso le Scuole d'arma, per qualificare il personale ad assolvere il proprio incarico di base di tipo polifunzionale, al fine di assicurare la intercambiabilità degli incarichi a livello squadra/equipaggio; il completamento dell'addestramento ed il mantenimento dell'operatività, svolti presso le unità di impiego e rivolti essenzialmente al conseguimento ed al mantenimento del livello addestrativo raggiunto nell'ambito dell'unità ai fini dell'impiego in differenti ambienti operativi; in Servizio Permanente, reclutati da quelli in Ferma Breve, la cui formazione, stante l'esperienza triennale acquisita, è indirizzata al perfezionamento, all'aggiornamento ed eventualmente alla riqualificazione della precedente preparazione. In sintesi, le tappe fondamentali della formazione di 569

14 INTERVENTI questa categoria prevedono: un corso basico, volto principalmente ad ampliare il campo di conoscenze militari di carattere generale ed a consolidare la base culturale, caratteriale e fisica; l'aggiornamento e l'ampliamento della preparazione, attraverso momenti formativi successivi ai fini dell'impiego quali Comandanti a livello squadra e, per alcuni, quali istruttori; la partecipazione ad un insieme di attività addestrative di reparto; la riqualificazione, in funzione di eventuali incarichi in settori di impiego diversi da quello originario. I Militari di Leva, il cui servizio obbligatorio ha la durata di 10 mesi, vengono impiegati in incarichi di carattere operativo logistico amministrativo, nell'ambito delle unità destinate a compiti connessi con le operazioni di controllo del territorio e di sostegno della pace di bassa intensità, nonché con gli interventi di assistenza umanitaria. Il loro sistema addestrativo si sviluppa per fasi formative successive che coprono l'intero periodo della ferma. Si tratta di "moduli addestrativi", di durata variabile, da svolgere secondo precise priorità in relazione alle opzioni di impiego. In particolare: nella prima fase, della durata di 3 mesi, il militare di leva acquisisce le capacità fondamentali che consentono di impiegarlo in attività tipiche del controllo del territorio e degli interventi in caso di pubbliche calamità; nella seconda fase, della durata di 7 mesi, gli vengono conferite le capacità ai fini dell'impiego nelle varie tipologie di operazioni. OPERAZIONI IN CORSO. Allo scopo di sostanziare l'impegno della Forza Armata nel periodo più recente è opportuno ricordare quali impegni sono stati affrontati sul piano operativo contemporaneamente al processo di riorganizzazione delineato nei paragrafi precedenti. Operazioni in ambito nazionale. L'Esercito è intervenuto in ambito nazionale nei due settori previsti dalla "Legge sui Principi" che stabilisce i casi di possibile intervento della Forza Armata, in numerose occasioni, sia in con- 570

15 Carlo CABIGIOSU corso alle Forze di Polizia nella salvaguardia delle Libere Istituzioni, sia in aiuto alle popolazioni colpite da calamità naturali. Nel primo caso le attività principali si sono estrinsecate nella vigilanza degli obiettivi sensibili, nel pattugliamento di aree particolari, e nel controllo e riconoscimento di automezzi e persone. Ai militari impegnati è stata di norma attribuita la qualifica di Agente di polizia per la durata dell'operazione. Quattro operazioni di questo tipo, avviate a partire dal 1992, SALEN- TO (Puglia), RIACE (Calabria), PARTENOPE (Napoli), TESTUGGINE (Nord Est) si sono concluse tra il 1995 ed il Una quinta, denominata VESPRI SICILIANI (Sicilia), iniziata anch'essa nel 1992 con l'impiego di circa uomini, si è conclusa nel Inoltre è stata recentemente ripresa l'operazione PARTENOPE, nella città di Napoli, con un contingente di 500 uomini, anch'essa completata nel Oltre alle operazioni citate, da circa cinque anni ogni estate si svolge in Sardegna l'esercitazione FORZA PARIS, in concorso con le Forze dell'ordine, con l'impiego di circa uomini. Nel secondo caso l'impegno dei militari dell'esercito, in occasione di calamità naturali e no, si estrinseca in operazioni di primo soccorso, per il salvataggio di vite umane, il soccorso ai feriti, il recupero dei caduti, e in attività di sostegno logistico per la costruzione di tendopoli, l'allestimento di aree di raccolta e distribuzione di materiali, la confezione di pasti caldi, assistenza sanitaria e soprattutto il concorso alle attività di coordinamento e controllo insieme agli organi della Protezione Civile. Negli ultimi anni l'esercito ha sostenuto un ruolo particolarmente significativo sia nel corso dell'alluvione in Piemonte del 1994, sia durante il successivo terremoto in Umbria, sia in occasione delle devastanti frane in Campania nel A tali tipi di interventi vengono specificamente addestrati i reparti costituiti da militari di leva che in tali circostanze hanno sempre dato grande prova di efficienza sostenuta da slancio e generosità individuale. Operazioni in ambito internazionale. Dopo le missioni del 1982 in LIBA- NO, gli ultimi anni hanno visto l'intervento dell'esercito in altre operazio- 571

16 INTERVENTI ni di grande impegno, sia per l'entità dei contingenti inviati, sia per le difficoltà logistiche legate alle grandi distanze dalla madre patria: "AIRONE" nell'iraq del Nord (1991), "PELLICANO" in Albania ( ), "IBIS" in Somalia ( e 1995) e "ALBATROS" in Mozambico ( ). A queste sono seguite, più di recente, operazioni che hanno posto ancor più in rilievo l'apporto italiano, sia per i rischi operativi, come nel caso della Bosnia e oggi del Kosovo, sia per il ruolo di comando assegnato all'italia. Tale è il caso di: 1) Operazione "JOINT GUARD". L'Operazione "Joint Guard" in Bosnia Erzegovina è iniziata il 20 dicembre 1996 quale prosecuzione dell'operazione "Joint Endeavour" (in atto dal 19 dicembre 1995). IFOR è stata sostituita da SFOR (Stabilization Force). Il contributo dell'esercito Italiano a SFOR consiste in un complesso di forze a livello Brigata. Tale G.U. ha la responsabilità del settore Sarajevo Nord-Gorazde, compreso nell'area di responsabilità della Divisione Multinazionale Sud Est, a guida francese. Nell'ambito della Brigata operano un battaglione portoghese ed ha operato fino al 1998 un battaglione egiziano. La componente nazionale è di circa uomini, esclusivamente professionisti o volontari a ferma prolungata. 2) Operazione "ALBA". L'Operazione in Albania, avviata l'11 aprile 1997 e conclusasi il 12 agosto 1997, è stata condotta sulla base della Risoluzione n del Consiglio di Sicurezza delle N.U., in cui si prevedeva la costituzione temporanea (3 mesi) di una Forza Multinazionale di Protezione (FMP) che, sotto comando italiano, doveva garantire un'adeguata cornice di sicurezza alle attività delle Organizzazioni umanitarie e delle missioni politico-diplomatiche (UE e OSCE) operanti nel Paese. Alla missione hanno partecipato solo Forze europee, appartenenti ad Italia (2970 u.), Francia (930 u.), Turchia (780 u.), Grecia (720 u.), Romania (400 u.), Spagna (340 u.), Danimarca (130 u.), Austria (120 u.) e Slovenia (20 u.), per un totale di circa 6400 u. La FMP ha adottato un dispositivo operativo che prevedeva di mantenere la disponibilità in Albania dell'aeroporto di Tirana e dei porti di Durazzo e 572

17 Carlo CABIGIOSU Valona e di assicurare una presenza militare nelle aree più sensibili del Paese (S. Giovanni, Fier e Argirocastro). La sicurezza delle attività diplomatiche ed umanitarie era garantita mediante la condotta di operazioni mirate e selettive per il controllo degli itinerari e la scorta ai convogli degli aiuti. Le unità per il supporto tattico-logistico della Forza erano fornite tutte dall'italia. 3) Dopo i recenti avvenimenti del Kosovo sono stati immessi nel Teatro Operativo Balcanico altri due contingenti: il primo in Macedonia, inserito nell'arrc (Corpo d'armata di Reazione Rapida della NATO), su base Brigata Garibaldi; il secondo in Albania, inserito nell'amf (Forza Mobile della NATO), su base Brigata Taurinense. In complesso si tratta di circa uomini che, insieme al contingente in Bosnia ed altre unità di artiglieria c/a schierate in Puglia, portano il totale dei nostri impegni operativi a circa uomini. Con i recenti accordi intervenuti al termine della campagna aerea della NATO nella regione del Kosovo, la presenza di militari italiani nell'area subirà un ulteriore incremento, portando il contingente nazionale nel paese a circa 5000 uomini. CONCLUSIONI. Il modello di F.A. che si sta costruendo e che non sarà completato fino al prevede: un complesso di forze principalmente basato su volontari in grado di soddisfare le nuove ed articolate esigenze della Difesa, operative e logistiche, tra le quali sempre maggiore importanza rivestono gli interventi "umanitari" o di "sostegno della pace"; un'organizzazione Centrale, una Territoriale ed una Scolastico-Addestrativa snelle e limitate all'essenziale, ma in grado di garantire un supporto completo ed efficace alle unità. Nel volgere di meno di un decennio l'esercito ha saputo compiere uno sforzo concettuale, organizzativo ed in parte già esecutivo tale da ridimensionare la Forza Armata alla nuova realtà militare post-caduta del muro di 573

18 INTERVENTI Berlino. Da una forza di quasi uomini si è passati a circa , con una prospettiva finale che ammonta a circa effettivi. Tale cambiamento ha significato la revisione dell'intero apparato difensivo nazionale, che non ha lasciato indenne nessun settore: sono state lasciate centinaia di caserme, riorganizzando molte delle altre in funzione delle esigenze alloggiative del nuovo personale in ferma prolungata, in servizio permanente e femminile; sono stati ridisegnati piani operativi e ridimensionate le scorte; sono stati formulati nuovi concetti d'impiego e ridistribuiti i compiti degli enti soppressi e, soprattutto, si è operato quotidianamente per mantenere la coesione dell'istituzione soggetta ad un impegno e a prospettive gravose da un lato e talora frustranti dall'altro. I punti che, nel quadro del riordinamento, stanno ispirando le linee evolutive dell'esercito Italiano possono essere così sintetizzati: conferimento a tutte le unità di una capacità di integrazione in ambito multinazionale, prevedendo una standardizzazione di ordinamenti, procedure di impiego e, possibilmente, di materiali; miglioramento della qualità dei Quadri e dei Volontari, prevedendo nuove modalità per il reclutamento e adeguati iter di preparazione che consentano agli Ufficiali e ai Sottufficiali di assolvere le funzioni previste di comando, ai Sergenti quelle di operatore o riparatore di sistema e ai Volontari di truppa di acquisire la capacità di operare in maniera polifunzionale; disponibilità di forze agili e di pronto impiego in grado di intervenire in tempi brevi su ampi spazi, anche in considerazione dei rischi che derivano al nostro Paese dall'instabilità dell'area mediterranea. Si tratta di obiettivi in linea con i tempi e realistici, ma che tengono conto del ruolo internazionale che l'italia intende svolgere sulla scena mondiale. L'appartenenza al G8 da sola qualifica il livello di importanza del nostro Paese ponendolo al vertice assoluto della gerarchia planetaria, una posizione che non può prescindere dalla disponibilità di un Esercito sul quale poter far conto in ogni momento per l'adempimento dei compiti deliberati dai nostri organi istituzionali nel quadro della politica estera italiana. 574

19 Carlo CABIGIOSU LA NUOVA ORGANIZZAZIONE DELLA DIFESA QUADRO DI RIFERIMENTO MINISTRO DELLA DIFESA SOTTOSEGRETARIO DI STATO CONSIGLIO SUPERIORE F.A. GABINETTO DEL MINISTRO CAPO DI STATO MAGGIORE DIFESA SG/DNA COMITATO DEI CAPI DI SM CAPO SME CAPO SMM CAPO SMA DIREZIONI GENERALI 575

20 INTERVENTI COMPITI ATTRIBUITI ALL'E.I. DIFESA DEGLI INTERESSI ESTERNI PRESENZA E SORVEGLIANZA PREVENZIONE ATTIVA SUFFICIENZA DIFENSIVA DIFESA INTEGRATA DEGLI INTERESSI NAZIONALI STRUTTURA ORDINATIVA DELL'ESERCITO ITALIANO ORGANIZZAZIONE CENTRALE ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE ESERCITO FORZE OPERATIVE ORGANIZZAZIONE SCUOLA-ADDESTRATIVA 576

21 Carlo CABIGIOSU COMPONENTE OPERATIVA COMFOTER (COMLANDFOR) COMANDO FORZE DI PROIEZIONE COMANDO TRUPPE ALPINE COMANDO FORZE DI DIFESA COMANDO FORZE DI DIFESA VICE COMAN.TE PER IL SUPPORTO 577

22 INTERVENTI ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE REGIONE MILITARE CENTRO (FIRENZE) REGIONE MILITARE NORD (PADOVA) COMANDO AUTONOMO SARDEGNA (CAGLIARI) COMANDO DELLA CAPITALE (ROMA) REGIONE MILITARE SUD (NAPOLI) COMANDO AUTONOMO SICILIA (PALERMO) 3 REGIONI MILITARI 2 COMANDI MILITARI AUTONOMI 1 COMANDO ALLA CAPITALE 578

23 Carlo CABIGIOSU AREA LOGISTICA ORGANIZZAZIONE COMANDI ISPETTORE LOGISTICO COMANDO AREA NORD-PADOVA ISPETTORATO LOGISTICO COMANDO AREA SUD-NAPOLI CAPO DEI SERVIZI TRAMAT CAPO DEI SERVIZI DI COMMISSARIATO COMANDANTE DELLE TRASMISSIONI CAPO DEI SERVIZI TRAMAT CAPO DEI SERVIZI DI COMMISSARIATO COMANDANTE DELLE TRASMISSIONI 579

24 INTERVENTI ORGANIZZAZIONE SCOLASTICA ISPETTORATO DELLE SCUOLE SCUOLA DI GUERRA - CIVITAVECCHIA ACCADEMIA MILITARE - MODENA SCUOLA DI APPLICAZIONE - TORINO SCUOLA LINGUE ESTERE - PERUGIA SCUOLA MILITARE "NUNZIATELLA" - NAPOLI SCUOLA MILITARE - MILANO SCUOLA ALLIEVI SOTTUFFICIALI - VITERBO RGT. ADD. VFB - SORA - ASCOLI PICENO - CASSINO MONTORIO VERONESE - BARLETTA ISPETTORATO DELLE ARMI SCUOLA DI FANTERIA - CESANO SCUOLA DI CAVALLERIA E DI CARRISMO - LECCE SCUOLA DI ARTIGLIERIA - BRACCIANO SCUOLA DELLA DIFESA CONTRAEREA - BRACCIANO SCUOLA DELLE TRASMISSIONI - ROMA SCUOLA NBC - RIETI SCUOLA DEL GENIO - ROMA ALTRI CENTRI ADDESTRAMENTO CENTRO ADDESTRAMENTO PARACADUTISTI - PISA CENTRO ADDESTRAMENTO ALPINO - AOSTA CENTRO AVIAZIONE ESERCITO - VITERBO 580

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