METODI E STRUMENTI. Introduzione 1

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1 Controllo METODI LA COMPONENTE FINANZIARIA DEL PIANO INDUSTRIALE di Andrea Panizza Senior Partner di Studio Impresa Spa Consulenti di Direzione, Revisore Legale, Vice Presidente A.P.R.I. Associazione Professionisti Risanamento Imprese. Mattia Iotti Università degli Studi di Parma, Senior Partner di Studio Impresa Spa Consulenti di Direzione, Dottore Commercialista e Revisore Legale, Presidente Comitato A.P.R.I. Academy Associazione Professionisti Risanamento Imprese. e Edoardo Ferrari Consulente di Studio Impresa Spa Consulenti di Direzione. 1 Del presente lavoro, benché frutto della riflessione congiunta degli autori, sono da attribuirsi a: - Edoardo Ferrari: Introduzione, - Mattia Iotti: La sostenibilità del servizio del debito - Andrea Panizza: Il rendiconto finanziario «mensilizzato», Conclusioni. 2 Elaborato dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili in collaborazione con l Università degli Studi di Firenze e Assonime Associazione fra le società italiane per azioni, Roma, Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili in collaborazione con l'università degli Studi di Firenze e Assonime - Associazione fra le società italiane per azioni, Lineeguida per il finanziamento alle imprese in crisi, Roma, 2010, pag Si veda Borsa Italiana, Guida al piano industriale, Milano, 2003, pag Borsa Italiana, Le caratteristiche del piano industriale ai fini della quotazione in borsa in Guida al Piano industriale, Milano, 2003, pag Elaborato dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (a cura del Gruppo di Lavoro Area Finanza Aziendale), Roma, L analisi della sostenibilità finanziaria del progetto che è alla base di un piano industriale rappresenta una delle componenti più importanti da sviluppare nel processo di elaborazione del piano stesso. E solo con la puntuale analisi dei previsionali flussi di cassa che si può stabilire se gli obiettivi prefissati sono raggiungibili. Un rendiconto finanziario elaborato su base mensile, che possa individuare il momento nel quale ha origine la necessità o la disponibilità finanziaria, rappresenta strumento indispensabile per la pianificazione finanziaria dell intero progetto e per favorire il successivo monitoraggio degli scostamenti rispetto al dato preventivato. Introduzione 1 Il piano industriale è uno strumento di pianificazione strategica impiegato per supportare decisioni di lungo periodo. Il documento, composto da una parte qualitativa e una quantitativa, raccoglie, nella prima, le informazioni di carattere generale inerenti l impresa, quali la descrizione dell attività, il contesto in cui la stessa opera e la descrizione degli obiettivi che il management aziendale intende raggiungere, nonché gli indirizzi strategici da intraprendere nel periodo considerato; la seconda componente, quella quantitativa, rappresenta la traduzione numerica di quanto esposto nella parte «descrittiva» e comprende tutti gli schemi necessari alla descrizione dell andamento economico, finanziario e patrimoniale previsto negli anni del piano. Il processo di trasformazione delle informazioni in «numeri» è possibile solamente attraverso l individuazione di specifici criteri di previsione (assumption). La descrizione di questi criteri deve avvenire in modo chiaro ed efficace per consentire al lettore, sia esso interno o esterno all azienda, di percepire l attendibilità dei dati preventivati e la successiva sostenibilità delle ipotesi alla base del piano. Il richiamo alla «trasparenza» nella descrizione delle modalità di redazione del piano è presente nelle «Linee-guida per il finanziamento alle imprese in crisi» 2, documento in cui è previsto, in corrispondenza della Raccomandazione n. 4, «Esplicitazione delle ipotesi e delle metodologie», che «la trasparenza nella esplicazione delle modalità di costruzione del piano costituisce una condizione necessaria per consentire all attestatore di esprimere un giudizio positivo 3». Nonostante il documento richiamato faccia riferimento a un piano di risanamento, si ritiene che tale principio possa, o ancor meglio debba, essere adottato nell elaborazione del piano industriale, nei vari contesti in cui questa avvenga. Una corretta ed esaustiva informazione delle modalità con cui i dati sono stati stimati mette in condizione il soggetto a cui è indirizzato il piano di valutarne la fattibilità. La componente finanziaria dovrà essere descritta all interno del piano seguendo questo criterio, in quanto, così come espresso dalla Guida al Piano Industriale di Borsa Italiana, la «sostenibilità finanziaria», assieme alla «coerenza», intesa come assenza di «fattori di incoerenza» e all «attendibilità», da porsi in relazione alla fondatezza delle ipotesi, è uno dei tre requisiti previsti per l ammissione alla quotazione 4. Questo in quanto «la sostenibilità finanziaria di un piano industriale deve essere considerata in relazione alla qualità e alla quantità delle fonti di finanziamento che il management intende utilizzare per fronteggiare i fabbisogni correlati alla realizzazione della strategia. A tal fine, durante l arco temporale del piano sarebbe opportuno che i cash flow [ ] coprissero almeno gli assorbimenti di capitale circolante e gli investimenti netti di sostituzione/ mantenimento, mentre il ricorso ad ulteriore capitale di debito e/o di rischio [ ] dovrebbe avvenire per fronteggiare parzialmente o totalmente gli investimenti finalizzati alla crescita 5». Traspare, pertanto, come la componente finanziaria del piano debba essere considerata quale elemento predominante nello sviluppo delle scelte aziendali e come queste ultime debbano essere sempre adottate valutandone la sostenibilità finanziaria. La centralità della problematica finanziaria è ribadita nel documento Linee guida alla redazione del business plan 6, secondo cui: il piano finanziario deve «indicare i flussi finanziari di ciascun periodo

2 METODI Controllo oggetto di previsione e, in particolare, deve riportare un contenuto minimo necessario e sufficiente di informazioni così sintetizzabili: indicazione del fabbisogno da finanziare; quantificazione del flusso finanziario corrente; quantificazione dei finanziamenti da acquisire; descrizione dei finanziamenti da acquisire; quantificazione degli oneri finanziari conseguenti; descrizione e quantificazione dei flussi finanziari derivanti dall apporto di mezzi propri 7». All interno del piano sarà, pertanto, opportuno creare delle simulazioni di rendiconto finanziario mensilizzato (perlomeno per il primo anno dello stesso piano) al fine di permettere al lettore una più chiara individuazione dei flussi finanziari e, conseguentemente, «intercettare» per tempo la formazione di disponibilità o necessità finanziarie. La sostenibilità del servizio del debito finanziario La valutazione di sostenibilità del servizio del debito è una verifica fondamentale che deve essere svolta nell ambito della redazione del piano industriale. La sostenibilità del servizio del debito completa la valutazione di sostenibilità del ciclo del capitale circolante e degli investimenti con l analisi della componente finanziaria del piano industriale; infatti, se la realizzazione dell investimento necessita di finanziamento con capitale di debito, la valutazione deve considerare anche la sostenibilità finanziaria, periodo per periodo, del servizio del debito contratto. L approccio alla sostenibilità del servizio del debito ha quindi l obiettivo di quantificare la capacità del ciclo aziendale di generare flussi finanziari positivi per sostenere l onere dell indebitamento finanziario; per cui è necessario verificare che i flussi finanziari positivi siano in grado di consentire il pagamento degli interessi passivi sul debito e il rimborso del debito in scadenza, tempo per tempo. La valutazione di sostenibilità del servizio del debito è svolta anche nell ambito della valutazione sul merito di credito condotta dai finanziatori dell impresa; la possibilità di accedere al credito si fonda infatti anche sulla capacità dell impresa di onorare gli impegni finanziari assunti, con la generazione di flussi finanziari positivi superiori all assorbimento di liquidità determinato dalla gestione e dal servizio del debito. La valutazione di sostenibilità del servizio del debito assume quindi rilievo particolare nelle operazioni analizzate con piani industriali che prevedono investimenti elevati ed è centrale valutare la capacità di restituire il debito finanziario preso a prestito. Se nella redazione dei piani industriali viene spesso considerato quale periodo base di calcolo l anno, per la valutazione di sostenibilità del servizio del debito è preferibile la mensilizzazione dei flussi finanziari, attivi e passivi; solo la comparazione mensile dei flussi finanziari attivi con il servizio del debito mensilizzato consente una valutazione di sostenibilità svolta correttamente, senza distorsioni che potrebbero derivare da stagionalità dei flussi finanziari e/o concentrazione del servizio del debito in particolari momenti dell anno (si pensi ad esempio al caso di scadenze semestrali delle rate di mutuo). La valutazione di sostenibilità del servizio del debito ha quindi importanza ai fini interni ed esterni. Nel primo caso è svolta, internamente all azienda, per valutare in sede previsionale la sostenibilità del debito finanziario. Nel secondo caso la valutazione è svolta da parte di un soggetto terzo, quale un intermediario finanziario. Il livello informativo potrà essere differenziato nei due casi, variando il livello di dettaglio previsto nel piano al variare dei destinatari della valutazione. Ai fini del calcolo, il servizio del debito (DS) è dato dal costo esplicito del debito finanziario (OF), espresso dagli oneri finanziari, aumentato del rimborso del debito a scadenze predeterminate contrattualmente tra impresa ed ente finanziatore (D), da cui si ha che DS = OF + D. La valutazione di sostenibilità del servizio del debito finanziario ha quindi come obiettivo quello di valutare se e quanto i flussi generati dalla gestione sono in grado di fare fronte al servizio del debito. Nella valutazione di accesso al credito si terrà conto della capacità dell impresa di generare flussi finanziari positivi (F) superiori al servizio del debito (DS), cioè superiori al capitale preso a prestito in rimborso (D), aumentato del costo del debito per interessi passivi sul debito contratto (OF). La condizione minima di equilibrio è quella per cui, in un tempo dato, si ha che F > DS. Altre valutazioni di sostenibilità sono quelle relative alla capacità dell impresa di pagare il costo del debito (OF) oppure di rimborsare la posizione finanziaria netta (PFN). La valutazione di sostenibilità del servizio del debito finanziario assume un rilievo particolare in alcune situazioni aziendali: 1) valutazioni nell ambito di operazioni di finanza di progetto (project financing): in questo caso il piano industriale è redatto per la valutazione di un investimento realizzato da un soggetto giuridico autonomo (quale una special purpose vehicle) che è valutato per l accesso al credito soprattutto in base alla capacità di generare flussi finanziari positivi a servizio della gestione e del debito; 2) valutazioni nell ambito di start up d impresa: in questo caso la valutazione è di particolare complessità e rilievo in quanto l elemento di incertezza connesso ad un progetto in avvio si somma all assorbimento di capitale che 7 Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (a cura del Gruppo di Lavoro Area Finanza Aziendale), Linee guida alla redazione del business plan, Roma, 2011, pag

3 Controllo METODI generalmente caratterizza la fase iniziale di un iniziativa imprenditoriale, tanto nel ciclo del capitale circolante (stock iniziale di magazzino e dilazione crediti) quanto nel ciclo degli investimenti (oneri di costituzione, spese di ricerca e sviluppo, investimenti in strutture e impianti e così oltre); 3) valutazioni nell ambito di operazioni di riassetto d impresa: queste operazioni possono richiedere l accesso a nuova finanza o il consolidamento della finanza già erogata all azienda. In tali casi la situazione di criticità dello stato aziendale necessita di sottoporre a verifica preliminare di sostenibilità sia l eventuale indebitamento finanziario aggiuntivo, sia l indebitamento finanziario in essere alle rispettive scadenze; 4) valutazioni nell ambito di operazioni di M&A condotte con leva finanziaria: queste operazioni necessitano di valutazioni in quanto il servizio del debito contratto per l acquisizione ha come fonte di copertura i flussi finanziari positivi post M&A. La valutazione può essere effettuata considerando flussi reddituali e/o finanziari; nel caso di una valutazione fondata sui flussi reddituali (quali EBITDA ed EBIT) la quantificazione non risulta totalmente corretta; infatti, il servizio del debito è valore finanziario e la sua comparazione con un flusso reddituale determina un confronto tra valori disomogenei. Per la valutazione di sostenibilità è preferibile l utilizzo di flussi finanziari calcolati con il rendiconto finanziario, cioè cash flow (CF), operating cash flow (OCF), unlevered free cash flow (UFCF) (Tavola 1). La prima coppia di indici 1 e 2, cioè OCF/OF ed UFCF/OF, rappresenta un approfondimento metodologico sulla valutazione di sostenibilità del costo del debito (OF) utilizzando margini finanziari (OCF ed UFCF) che, come per i margini reddituali più frequentemente utilizzati nella valutazione (cioè EBITDA ed EBIT) devono risultare, al fine della sostenibilità, superiori in valore assoluto rispetto ad OF. Questi indici esprimono un primo approccio alla valutazione di sostenibilità, considerando il solo costo del debito. La relazione tra OCF e UFCF dipende dalla dinamica degli investimenti e, in presenza di investimenti netti positivi, si ha OCF > UFCF, viceversa nel caso in cui gli investimenti netti siano negativi, cioè in una situazione di disinvestimento. Il valore soglia dei due indici è un valore maggiore di 1. La prima coppia di indici, utilizzati frequentemente nelle valutazioni di sostenibilità finanziaria, deve essere integrata con gli indici 3 e 4, cioè OCF/DS e UFCF/DS; questa coppia di indici, considerando al denominatore il servizio del debito (DS), esprime in modo più corretto la sostenibilità del servizio del debito; in particolare l indice 4 è frequentemente utilizzato nella valutazione di sostenibilità delle operazioni di project financing ed assume la denominazione di rapporto di copertura del servizio del debito (debt service coverage ratio o anche debt service cover ratio), cioè DSCR. La capacità del rimborso del debito utilizza gli indici 5 e 6 nella quantificazione della capacità dell impresa di generare flussi (finanziari) sufficienti per il rimborso della PFN; nel caso si suggerisce di approfondire l analisi con Tavola 1 Indici di valutazione N. Indice Indice Applicazione Indice 1 OCF / OF Valutazione di sostenibilità del pagamento degli oneri finanziari; valore soglia dell indice > 1 Indice 2 UFCF / OF Valutazione di sostenibilità del pagamento degli oneri finanziari; valore soglia dell indice > 1 Indice 3 OCF / DS Valutazione di sostenibilità del pagamento del servizio del debito (DS); valore soglia dell indice > 1; (consigliato almeno 1,50) Indice 4 UFCF / DS Valutazione di sostenibilità del pagamento del servizio del debito (DS); valore soglia dell indice > 1 (consigliato almeno 1,25) Indice 5 OCF / PFN Valutazione di sostenibilità del rimborso della posizione finanziaria netta (PFN); valore soglia dell indice > 0; preferibili valori progressivamente crescenti. Indice 6 UFCF / PFN Valutazione di sostenibilità del rimborso della posizione finanziaria netta (PFN); valore soglia dell indice > 0 Indice 7 (OCF OF) / PFN Valutazione di sostenibilità del rimborso della posizione finanziaria netta (PFN) al netto del costo del debito (OF); valore soglia dell indice > 0. Indice 8 (UFCF OF) / PFN Valutazione di sostenibilità del rimborso della posizione finanziaria netta (PFN) al netto del costo del debito (OF); valore soglia dell indice > 0 18

4 METODI Controllo gli indici 7 ed 8 che considerano i margini finanziari per il rimborso della PFN al netto del costo del debito (OF). Ai fini dell applicazione operativa del piano industriale è opportuno calcolare gli indici considerati su base mensile, prendendo quale base dati di riferimento il rendiconto finanziario mensilizzato; può essere consigliabile, sulla base dei dati del piano, costituire eventuali debt service reserve account (DSRA) per fronteggiare situazioni in cui il dato previsionale evidenzia temporanee situazioni di deficit finanziario nell area del servizio del debito. Il rendiconto finanziario mensilizzato I diversi contesti nei quali può essere prevista la elaborazione di un piano industriale, così come sopra evidenziati, fanno generalmente emergere condizioni nelle quali è necessario prevedere la pianificazione dei flussi di cassa con una cadenza temporale ristretta nel tempo. In situazioni di start-up o di turnaround, ma anche «nei business altamente stagionali e nei casi di SBU appena costituite o che sono state oggetto di un rilevante progetto di ristrutturazione, sarebbe opportuno dare un dettaglio del budget (vale a dire del primo anno del piano industriale) trimestrale o addirittura mensile» 8. La previsione dei flussi di cassa, effettuata su base mensile, oltre a favorire l individuazione dei periodi dell anno nei quali si originano particolari esigenze o risorse finanziarie, consente la loro riconducibilità alle attività che le hanno generate (attività operativa, di investimento, finanziaria). La sua realizzazione necessita, però, della disponibilità di molteplici informazioni da elaborare con l applicazione di metodiche che potrebbero differire da quelle applicabili per l effettuazione di previsioni riferibili all intero esercizio. Di seguito si propone un modello (sintetizzato nello schema di cui alla Tavola 2) che, applicato nell ambito della realizzazione della componente quantitativa del piano industriale, produce, per il primo anno del piano, un rendiconto finanziario elaborato su base mensile (Tavola 3). Il foglio di input, alla base dell intera elaborazione, può essere strutturato così come esposto nelle tavole seguenti e composto dalle seguenti parti 9 : - schema di conto economico riclassificato (Tavola 4) nel quale annotare le percentuali di ripartizione dei costi e dei ricavi che si ritengono di competenza dei singoli mesi dell anno rispetto a quelli complessivi annuali (ad esempio percentuale del 10% dei ricavi previsti nel mese di giugno); - schema di conto economico riclassificato (Tavola 5) nel quale riepilogare, con modalità automatica, gli importi derivanti dalle ripartizioni previste nello schema del precedente punto; - schema di stato patrimoniale riclassificato (Tavole 6 e 7) nel quale annotare, in corrispondenza dell attivo e del passivo, il risultato delle singole previsioni ottenute sulla base dell applicazione dei criteri previsti per le singole righe di riclassificato. Espressione dell applicazione delle assumption individuate per l effettuazione delle previsioni, la corretta esposizione delle singole componenti, in particolare di quelle riconducibili allo stato patrimoniale, risulta ancor più complessa in presenza di mensilizzazione delle stime. In particolare, la previsione di elementi quali i crediti e i debiti di Tavola 2 Schema del modello mensilizzazione del Rendiconto Finanziario 8 Borsa italiana, Guida al piano industriale, 2003, Milano, pag Gli schemi richiamati ed esposti nelle tavole di cui al presente contributo sono quelli del software SI-planalysis sviluppato da Studio Impresa Spa ed allegato al testo Crisi aziendali e processi di risanamento, di A. Danovi e A. Quagli, II Edizione, IPSOA, Milano,

5 Controllo METODI Tavola 3 Schema di rendiconto finanziario mensilizzato (metodo indiretto) 20

6 METODI Controllo natura commerciale può risultare articolata e meritevole di interventi correttivi finalizzati a rendere più attendibile il dato, soprattutto in presenza di contesti caratterizzati da una spiccata stagionalità. La previsione dei flussi di cassa originati dall attività operativa La variazione dei crediti e debiti commerciali La ricerca di una quantificazione previsionale della variazione intervenuta nel corso di ogni singolo mese dell anno nell ammontare dei crediti commerciali, componente prioritaria tra quelle che contribuiscono alla definizione del flusso di cassa dell attività operativa, risulta di particolare importanza e strettamente legata alla puntuale combinazione di informazioni quali: - i ricavi realizzati in ogni singolo mese dell anno di previsione del piano e quelli riferibili ai mesi dell esercizio precedente (generalmente quello in corso al momento della redazione del piano) che hanno originato crediti ancora in essere nel primo anno del documento, periodo cui si riferisce l elaborazione del rendiconto finanziario mensilizzato. In particolare, nel caso in cui la durata media dei crediti commerciali sia pari a sessanta giorni, i ricavi dell esercizio antecedente quello di previsione per i quali è necessario fornire la quantificazione mensile sono quelli degli ultimi due mesi dell anno (novembre e dicembre); - i ricavi realizzati progressivamente nel corso dell esercizio oggetto di previsione (Ricavi Year to date - RicYTD); - l aliquota IVA media annuale applicata sulle vendite; - i ricavi mensili e progressivi (YTD) al lordo dell IVA mediamente applicata nel corso dell anno; - la durata media dei crediti commerciali prevista in corrispondenza dei ricavi realizzati nei singoli mesi. L esposizione creditoria in essere alla fine di ogni Tavola 4 Foglio Input - schema di conto economico (con percentuali «di periodo») 21

7 Controllo METODI singolo mese può essere, pertanto, determinata sulla base dei ricavi mensili e tempi medi d incasso previsti per gli stessi, ovvero tenendo conto di una sorta di stratificazione dei crediti derivanti dalla combinazione degli elementi descritti (per semplicità criterio «rolling»). In alternativa, la definizione dell ammontare dei crediti commerciali in essere al termine di ogni mese potrebbe scaturire dall applicazione della formula di seguito riportata (per semplicità criterio «RicYTD»): Risulta evidente come con l applicazione di questo secondo metodo in contesti infrannuali, al di là della discutibilità della sua correttezza di fondo, non sia possibile intercettare «punte» di esposizione a fronte di concentrazione di ricavi, ad esempio, in un solo mese o la variabilità di condizioni commerciali associate a tali ricavi. In poche parole risulta più difficoltoso individuare gli effetti derivanti dalla presenza di fenomeni di stagionalità. Con l applicazione del modello descritto e al fine di eliminare l effetto distorsivo derivante dalla diversa ripartizione infrannuale dei ricavi si propone il seguente metodo: si provvede a: - determinare alla fine del primo anno (dicembre) il saldo dei crediti commerciali in essere con l applicazione del criterio cosiddetto RicYTD, in quanto metodo applicato per la determinazione del saldo al termine degli altri anni del piano (quelli per i quali non è prevista l elaborazione del rendiconto finanziario mensilizzato). In questo modo viene garantita una «continuità di risultato» tra i vari anni del piano; - determinare i saldi dei rimanenti mesi (da gennaio a novembre) partendo dai saldi calcolati con l applicazione del metodo «rolling», ma con la previsione di un correttivo che deriva dall utilizzo della seguente formula: Dove: Tavola 5 Foglio Input - schema di conto economico (con importi «di periodo») 22

8 METODI Controllo a = saldo singolo mese «rolling»; b = somma saldi da gennaio a novembre «rolling»; c = somma saldi da gennaio a dicembre «rolling»; d = saldi dicembre «RicYTD». Come evidenziato dalla Tavola 9, in questo modo si attribuisce nel mese di dicembre, metodo rolling, l intera differenza derivante dall applicazione dei due criteri nel periodo da gennaio a novembre. In corrispondenza degli altri mesi dell esercizio (da gennaio a novembre) sono identificati i saldi che derivano dall applicazione del criterio «RicYTD» (tenendo conto della stagionalità rilevata dal metodo «rolling») con l effetto del «correttivo» determinato secondo la formula sopra descritta. I saldi dei crediti commerciali esposti in Tavola 9 sono quelli utilizzati nel rendiconto finanziario «mensilizzato». La Tavola 10 pone in risalto le differenze che derivano dall applicazione dei due criteri («rolling» e «RicYTD») escludendo l intervento «correttivo» di cui alla formula di cui sopra. L evidenziazione della differenza derivante dall applicazione dei due metodi consente di riconoscere per tempo i periodi nei quali si concentreranno gli effetti di una potenziale stagionalità, favorendo lo svolgimento dell attività di programmazione finanziaria. Le logiche che stanno alla base della determinazione del saldo dei crediti commerciali su base mensile possono essere sostanzialmente applicate anche nella definizione del saldo dei debiti commerciali. La variazione delle rimanenze Tra le poste che, all interno del rendiconto finanziario, contribuiscono alla definizione della variazione della liquidità generata dall attività operativa, particolare importanza ricopre la componente riconducibile alle rimanenze. Questo elemento, condizionato dal valore degli acquisti di periodo e dai giorni medi (obiettivo) di rotazione delle giacenze, risente, a sua volta, della variazione delle rimanenze intercorse nel periodo. La definizione degli importi da attribuire ai singoli mesi dell anno del piano oggetto di mensilizzazione può essere ricercata tramite l applicazione della formula: Tavola 6 Foglio Input - schema di stato patrimoniale (Attivo) 23

9 Controllo METODI dove: Rf = valore delle rimanenze alla fine del periodo (ad es. al 30 aprile). Ri = valore delle rimanenze all inizio del periodo (ad es. al 01 aprile). Acq. = acquisti di beni o servizi, che contribuiscono alla determinazione del valore delle rimanenze, effettuati nel corso dell esercizio fino alla fine del periodo (ad es. al 30 aprile). Gg rot. = giorni medi obiettivo di rotazione delle giacenze. Gg per. = giorni riconducibili al singolo periodo (ad es. 120 nel caso in cui il periodo si riferisca dal 1 gennaio al 30 aprile) 10. Utilizzando questa formula, la variazione delle rimanenze considera, unitamente ai giorni obiettivo, anche i consumi di materie senza che il dato sia influenzato dalle altre voci che compongono il costo dei prodotti finiti. In alternativa, le rimanenze dovrebbero essere considerate, in sede di previsione, come parte del costo dei prodotti finiti e, di conseguenza, come un valore a quadratura dell incidenza ricercata e non come un valore calcolato. La previsione della variazione nelle attività di investimento e disinvestimento Il flusso di cassa assorbito o generato dalle attività d investimento e disinvestimento è riconducibile alle operazioni di acquisto o vendita di immobilizzazioni materiali e immateriali, all acquisizione o cessione di partecipazioni societarie, nonché all erogazione o rimborso di prestiti a terzi. Poiché le risorse finanziarie assorbite o generate dalle operazioni riferibili a quest area possono essere di ammontare anche rilevante, una puntuale identificazione del periodo nel quale avverrà l esborso (legato agli acquisti o concessione di prestiti) o l incasso (legato alle dismissioni, vendite o rimborsi) risulta fondamentale al fine di una puntuale pianificazione finanziaria e del raggiungimento della conseguente Tavola 7 Foglio Input - schema di stato patrimoniale (Passivo) 10 A. Panizza in Appendice di Crisi aziendali e processi di risanamento, Danovi e A. Quagli (a cura di), II Edizione, Ipsoa, Milano, 2010, pag

10 METODI Controllo Tavola 8 Crediti commerciali mensilizzati con applicazione dei criteri «rolling» e «RicYTD») 25

11 Controllo METODI fattibilità finanziaria del progetto. All interno del foglio di lavoro «input», così come sopra descritto, è possibile provvedere all annotazione degli importi concernenti le variazioni intervenute nel corso dei singoli mesi del primo anno del piano. La variazione di elementi quali, ad esempio, i fondi ammortamento relativi alle immobilizzazioni materiali deve tenere conto anche dell effetto derivante dalla stima del costo di ammortamento (non monetario) di competenza di ogni singolo mese. La previsione delle variazioni nelle attività di finanziamento La variazione delle risorse ottenute e restituite sia sotto forma di capitale che sotto forma di debito rappresenta il flusso generato o assorbito dall attività di finanziamento 11. La disponibilità d informazioni come ad esempio il momento della manifestazione finanziaria di operazioni quali il rimborso delle quote a breve dei mutui, dei prestiti obbligazionari e di altri finanziamenti a medio/lungo periodo, nonché del momento in cui si riceveranno delle somme di danaro in seguito alla sottoscrizione di nuovi mutui, prestiti obbligazionari e altri finanziamenti, consente l evidenziazione dell evoluzione dei debiti a medio-lungo termine nel corso dei singoli mesi. Considerato che frequentemente gli istituti di credito procedono all erogazione di finanziamenti a medio/lungo periodo prevalentemente a copertura di investimenti in immobilizzazioni (ad esempio acquisti di macchinari produttivi) di ammontare anche rilevante, una corretta pianificazione dei flussi in entrata (l erogazione del finanziamento) e in uscita (il pagamento del fornitore del bene) risulta fondamentale per contribuire alla definizione della sostenibilità finanziaria del progetto illustrato nel piano. Allo stesso modo, il preciso collocamento temporale delle variazioni di natura monetaria che presumibilmente interverranno nelle poste del patrimonio netto, riferendosi a casistiche quali l immissione di nuova equity o la distribuzione di dividendi, generalmente di ammontare rilevante, rappresenta elemento che contribuisce alla definizione della sostenibilità dell intero elaborato. Conclusioni La revisione dei flussi di cassa espressa su base mensile, almeno per il primo anno del piano, rappresenta una sorta di garanzia, non tanto sul fatto che tali previsioni saranno rispettate, quanto invece al fatto che l elaborazione del rendiconto finanziario mensilizzato impone un affidabile e indicativa individuazione e analisi delle operazioni che sono alla base dell andamento dei flussi di cassa. La ricerca di un equilibrio complessivo, sia di natura economica sia finanziaria, quale obiettivo insito del piano, viene agevolata dall adozione di strumenti come il rendiconto finanziario, che mette in condizione l imprenditore, ancor prima Tavola 9 Crediti commerciali mensilizzati (differenze tra metodi con applicazione di correttivo ) 11 Si veda A. Fazzini, Analisi di bilancio. Metodi e strumenti per l interpretazione delle dinamiche aziendali, Ipsoa, Milano, 2011, pag

12 METODI Controllo dell ambiente esterno, di verificare, tra le altre, se l onerosità delle fonti è sostenibile da un punto di vista economico, e se le stesse fonti sono da ritenersi sufficienti e temporalmente ben programmate per gestire al meglio l esposizione o la disponibilità di tesoreria. Il tutto in un ottica di continua revisione delle assunzioni che sono alla base delle previsioni e conseguente loro affinamento 12. Bibliografia Antonelli V. D Alessio R. Dell Atti V., (2007), Analisi di bilancio e Basilea 2, Indici, rating di settore, valutazioni, II Edizione, IPSOA, Milano. Avi M.S., «Programmazione finanziaria nelle PMI» in Contabilità finanza e controllo, n. 7/2009, Il Sole 24 Ore, Milano. Berardino & Partners Srl per la Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Torino, Guida pratica alla redazione del business plan, Torino, Borsa Italiana, Guida al Piano industriale, Milano, Busco C., Giovannoni E, Riccaboni A. (a cura di), Controllo di gestione., II Edizione, Ipsoa, Milano, 2011 Dadovi A. Quagli A. (a cura di), Crisi aziendali e processi di risanamento, II Edizione, Ipsoa, Milano, Donna G. Riccaboni A. (a cura di), Manuale del controllo di gestione. Analisi dei costi, budget, reporting. ERP, balanced scorecard: applicazioni e soluzioni innovative, II Edizione, Ipsoa, Milano, Fazzini M., Analisi di bilancio. Metodi e strumenti per l interpretazione delle dinamiche aziendali, Ipsoa, Milano, Lenoci F., Rocca E., Il rendiconto finanziario. Procedure e tecniche di redazione, II Edizione, Ipsoa, Milano, Quagli A., Panizza A., Gennari M., «La sostenibilità del piano industriale: applicazione degli stress test», in Controllo di Gestione n. 1/2011, Ipsoa, Milano. Vivas U. J. N., Finanza d impresa e decisioni strategiche. Un approccio pratico per creare valore, Ipsoa, Milano, Tavola 10 Crediti commerciali mensilizzati (differenze tra metodi senza applicazione di «correttivo») 12 Si veda anche Berardino & Partners per la Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Torino, Guida partica alla redazione del business plan, Torino,

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