PROBLEMATICHE DEL SETTORE AGRICOLO IN PUGLIA In particolare la provincia di Foggia

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1 Osservatorio sul Mezzogiorno Anno I n. 2 PROBLEMATICHE DEL SETTORE AGRICOLO IN PUGLIA In particolare la provincia di Foggia di Mario di Corato L Agricoltura è un segmento del mercato del lavoro che ha caratteristiche certamente atipiche e soprattutto dense di problemi che devono trovare soluzione di carattere strutturale. E un mercato del lavoro nel quale convivono situazioni straordinariamente diverse, sia riguardo alle caratteristiche aziendali che alle differenze economiche delle diverse province della Puglia. Fra le regioni del Mezzogiorno la Puglia è considerata fra le realtà più dinamiche, la cui vivacità economica, imprenditoriale, sociale e culturale ha sempre rappresentato un motivo di speranza ed alimentato l aspettativa di un possibile avvicinamento alle aree più sviluppate del Paese. Le numerose opportunità che il futuro prossimo venturo riserva all agricoltura ed in particolare all area pugliese, rendono necessaria una profonda, piena, documentata e articolata consapevolezza delle numerose problematiche del settore agricolo e del contesto rurale regionale. Tale consapevolezza assume un ruolo fondamentale per costruire una condivisione di obiettivi e strategie idonee per una migliore azione di governo. Le ultime statistiche riportano i seguenti dati: le aziende agricole sono circa 25. e nel complesso coltivano circa 1,2 milioni di ettari di cui il 54% seminativi, 39% coltivazioni arboree, 7% prati e pascoli. Le aziende di qualità sono in numero piuttosto ridotto, tuttavia hanno una dimensione media che si aggira intorno ai 12,3 ettari, contro i 4,5 del Mezzogiorno ed i 3,7 dell Italia. Il comparto zootecnico conta poco meno di 6. aziende, pari a circa il 2% delle aziende regionali con prevalenza per gli allevamenti di bovini e ovini. Il numero complessivo degli occupati, espressi in unità di lavoro è in costante diminuzione: circa 13., composti in forte prevalenza da lavoratori dipendenti. L impiego degli immigrati extracomunitari è abbastanza rilevante: sono circa 137. in Italia di cui 16. in Puglia. I settori che hanno subito incrementi nell impiego di extracomunitari sono stati quelli dell agriturismo, della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, quello del florovivaismo e quello zootecnico. Il valore della produzione agricola pugliese ha superato i 3,8 miliardi di euro di cui il 45% per prodotti derivanti da colture olivicole e vitinicole. L importanza della Puglia nel panorama produttivo nazionale è confermata dalla consistenza con cui contribuisce alla formazione del valore della produzione agricola nazionale soprattutto per frumento, oliveti, viti e pomodoro (circa il 35% della produzione nazionale). Il comparto dell industria alimentare in Puglia registra andamenti produttivi positivi. Secondo gli ultimi dati ISTAT si è avuto, negli ultimi anni, un incremento dei prodotti derivanti dalla industria alimentare del 14%, molto di più di quello del Mezzogiorno ( 2%) e dell Italia (5%). Così anche in riferimento al lavoro impiegato, si è registrato un incremento dei redditi da

2 Anno I n. 2 Osservatorio sul Mezzogiorno lavoro dipendente (+ 28%) e della retribuzione lorda (+29%), in misura superiore rispetto ai dati del resto d Italia. Il settore agroalimentare pugliese, sebbene caratterizzato da un consistente valore della produzione propria, mostra un livello di apertura commerciale al di sotto della media nazionale (17,7% della Puglia contro il 3,9 % dell Italia): vi è in definitiva scarsa propensione ad importare accompagnata da un altrettanta bassa propensione ad esportare rispetto alla tendenza nazionale. In questi anni però le occasioni di crescita dell economia pugliese sono state colte solo in misura limitata. Il reddito procapite della Puglia è ancora il 7 % di quello medio dell Italia. Il tasso di disoccupazione, che costituisce un indicatore del potenziale produttivo inutilizzato, rimane pari al 18-2% rispetto al 1-12% medio nazionale, con l aggravante che al nord tende a scendere, mentre al sud sale. Così pure le forze di lavoro pugliesi costituiscono circa il 3% della popolazione, con circa 15 punti in meno rispetto alla media del centro nord. La componente agricola, notevolmente ridimensionata negli anni, ammonta in Puglia al 3-4% della popolazione che rappresenta la più alta aliquota in campo nazionale. Il profilo dell agricoltura pugliese è in generale caratterizzato da un eccessiva frammentazione, carenza d imprenditoralità, difficoltà a consorziarsi in cooperative, incapacità di commercializzare i prodotti che pure, com è noto, sono di ottima qualità. Tutto ciò si traduce in una redditività piuttosto bassa. Tuttavia, specie negli ultimi anni, l agricoltura pugliese ha fatto grossi passi in avanti e se si esclude il Salento e le zone montane, del resto molto limitate, dove sopravvive una agricoltura tradizionale, nelle altre aree ed in particolare lungo la fascia costiera e nelle zone pianeggianti delle province di Taranto, Bari e Foggia è facile imbattersi in aziende che hanno poco da invidiare a quelle di altre aree all avanguardia nel settore. Queste aziende sovente fanno ricorso, specie per la raccolta del prodotto, anche a lavoratori extra comunitari. Spesso quindi convivono a stretto contatto due diverse realtà: un agricoltura intensiva, meccanizzata, competitiva sui mercati nazionali ed internazionali ed un agricoltura che si avvale di condizioni tecnico produttive arretrate con bassi investimenti di capitali ed alti costi per unità di prodotto. Al fine di rendere note e comprensibili le principali direttrici di intervento e di orientamento, sulle quali il Governo centrale e regionale pugliese dovranno concentrare le risorse finanziare ed energie umane, verrà di seguito esposta la situazione della provincia di Foggia su tutti i settori di attività in generale e sull area agricola in particolare, che per la sue peculiarità rispetto alle altre province del Mezzogiorno, merita un primo piano. La provincia di Foggia Forza Lavoro - Nel periodo in tutta la Provincia si è avuta una progressiva flessione demografica della forza lavoro dovuta, evidentemente, allo squilibrio della componente migratoria non adeguatamente compensata dalla crescita naturale; un cenno di ripresa si nota solo alla fine del quinquennio. Il fenomeno, comunque, non è territorialmente uniforme. Nei Comuni pre/appenninici continua lo spopolamento in modo evidente; nei comuni di Cerignola e San Severo c è un lieve incremento; mentre nei tre grossi centri di Foggia, Lucera e Manfredonia si denota una leggera flessione. Reddito - Nella composizione del reddito si evidenzia un diverso valore: il reddito derivante dalla struttura manifatturiera è inferiore di ben 4 punti percentuali rispetto a quello regionale e di ben otto punti di quello nazionale; al contrario, la quota spettante alla produzione

3 Osservatorio sul Mezzogiorno Anno I n. 2 risulta doppia rispetto al dato regionale e tripla di quella nazionale. Le dinamiche settoriali - La progressiva crescita del terziario nel quinquennio preso in esame costituisce il più rilevante fattore di impulso imprenditoriale. Così pure si deve sottolineare un aumento delle iniziative nei comparti dei servizi (in particolare turismo, servizi finanziari, informatica, consulenza professionale, servizi sociali). Nel complesso le aziende di questa tipologia crescono a fine 28 a unità: si tratta di 76 unità in più. Nel settore del comparto industriale si assiste ad un incremento complessivo nel 29 di circa 315 aziende. L aumento più significativo è quello che riguarda le imprese del settore energetico. Per quel che concerne il comparto manifatturiero, se da un lato si è registrato un incremento di 7 imprese (rispetto al 27), attribuibile in particolare a quei settori che hanno innovato in termini di impianti/attrezzature e di modelli organizzativi, dall altro canto le imprese manifatturiere artigiane sono state interessate da una contrazione nel numero complessivo. Ai risultati dei suddetti comparti, va aggiunta la consolidata storica diminuzione del numero delle imprese attive in agricoltura ( -315 ) che - più di altri settori e prima ancora nel tempo - ha avviato un profondo processo di razionalizzazione che ha riguardato i suoi fattori produttivi, le superfici e le colture praticate. Il commercio con l estero - Nel corso dell anno 28 l interscambio commerciale ha subìto una lieve flessione, passando da un volume di scambi di 1 miliardio e 19 milioni di euro a 1 miliardo e 155 milioni di euro(-2,8%), tuttavia le esportazioni della provincia di Foggia hanno messo a segno una buona performance tenuto conto della caduta dell economia mondiale in una fase di recessione internazionale che ha cominciato a manifestare i suoi effetti, in particolare, nel secondo semestre del 28. La condotta delle imprese provinciali nei mercati internazionali ha prodotto un lieve incremento delle esportazioni che, pur messe a confronto con un minor livello di importazioni, hanno determinato un ulteriore deterioramento del saldo commerciale che resta strutturalmente negativo. Infatti dal 22 in poi l economia provinciale è sempre più dipendente da prodotti di provenienza estera e si caratterizza come territorio importatore. In tale ambito, fa eccezione la positiva performance dei prodotti della filiera agricola e alimentare che promuove di fatto la Capitanata ad esportare. In particolare nell anno 28 il saldo commerciale dei prodotti dell agricoltura e della pesca è stato di euro derivante da euro di export e euro di import. Bene anche i prodotti della trasformazione agroalimentare, il cui saldo commerciale chiude nel 29 con un attivo, distinguendo la performance delle imprese del Tavoliere da quella delle altre province pugliesi che invece chiudono con un risultato in rosso. La possibilità per le imprese della Capitanata di competere sui mercati internazionali passa necessariamente attraverso una sfida che si gioca sempre più sul piano della qualità dei prodotti, della sicurezza in campo alimentare segmento di punta dell export provinciale, dell immagine che si riuscirà a costruire intorno a quello che è un settore di particolare importanza per l economia provinciale. Il grosso delle imprese deve convincersi che l innovazione, la capacità di saper orientarsi nei mercati internazionali è nell economia globale una necessità, non una opzione. C è da lavorare per far crescere il grado di informazione, per migliorare il livello di conoscenza dei mercati internazionali e incrementare l offerta, rarissima, di servizi specialistici di assistenza e consulenza. Occorre, anche, investire sulla formazione

4 Anno I n. 2 Osservatorio sul Mezzogiorno alle imprese affinchè siano loro stesse a stimolare tale domanda. Quanto sopra esposto riguarda il quadro economico generale della provincia ed è una sintesi del rapporto economico redatto dalla Camera di Commercio di Foggia. Situazione dell area agricola - In questo contesto l area agricola in una provincia come Foggia assume il ruolo di settore primario ed è logico che le problematiche che in quest area investono principalmente le regioni del mezzogiorno, in Puglia e nella provincia di Foggia si amplificano notevolmente. La causa è da ricercarsi in una somma di fattori che hanno portato datori di lavoro e lavoratori a stravolgere il significato della previdenza sociale in agricoltura. L instabilità del rapporto di lavoro tipica delle categorie bracciantili unitamente ad una favorevole elargizione delle prestazioni concesse dallo Stato, in uno con l ingente platea di beneficiari e ditte contribuenti, hanno costituito, specie nella Capitanata, dove l economia si basa sull agricoltura, problemi molto più complessi che negli altri settori della produzione. Alcuni dati statistici, aggiornati al 28, possono essere di per sé già eloquenti: Piemonte Valle d'aosta Numero aziende agricole 28 Lombardia Liguria Trentino Alto Adige Veneto Friuli Venezia Giulia Emilia Romagna Numero aziende agricole Puglia 28 Bari Brindisi Lecce Foggia Taranto Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna

5 Osservatorio sul Mezzogiorno Anno I n Piemonte Valle d'aosta 6. Numero lavoratori agricoli 28 Lombardia Liguria Trentino Alto Adige Veneto Friuli Venezia Giulia Emilia Romagna Numero lavoratori agricoli Puglia 28 Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna Bari Brindisi Lecce Foggia Taranto In questo contesto occorre un salto culturale da parte delle associazioni imprenditoriali. L agricoltura pugliese ed in particolare quella della Capitanata deve scegliere la strada del valore aggiunto e abbandonare quella della riduzione dei costi e delle rendite fondiarie. E deve essere una scelta vera senza se e senza ma perché in caso contrario anche per quei prodotti che attualmente rappresentano la nostra punta di diamante, come il vino e i prodotti tipici, ci accorgeremo che, passata la moda, rimarrà ben poco. Creare maggiore valore per l impresa, ad esempio con l associazionismo, vuol dire ridisegnare le filiere organizzando meglio l offerta, riducendo i passaggi intermedi e creando un rapporto diretto e trasparente con il consumatore. Vuol dire lottare contro il sommerso e dare più valore al lavoro, alla conoscenza, alla formazione. Si rende necessario, pertanto, operare scelte molto precise, funzionali a innescare percorsi virtuosi di crescita, concentrando attenzione e risorse sugli elementi di sviluppo prevedibilmente più sensibili allo stimolo derivante dal sostegno pubblico e che, senza di questo, non potrebbero esplicare le loro potenzialità. Le linee strategiche potrebbero essere indirizzate come segue: qualificazione mirata delle produzioni agricole;

6 Anno I n. 2 Osservatorio sul Mezzogiorno rafforzamento del sistema di commercializzazione; diversificazione delle produzioni agricole per la presenza sul mercato di forti competitori esteri; creazione di un sistema di servizi all impresa (Il mercato globale richiede alle aziende una forte capacità di adeguamento e di trasformazione, di competenze e di conoscenze utili a orientare le attività e le scelte imprenditoriali); miglioramento dell attrattività delle aree rurali. Infatti una maggiore vivibilità dei territori rurali può rappresentare una condizione di base sia per limitare i fenomeni di esodo e di senilizzazione, sia per dare stimolo indiretto ad uno effettivo ricambio generazionale in agricoltura. Ed infine non può sottacersi come alcuni fenomeni del mondo agricolo, in provincia di Foggia sono diventati vere e proprie piaghe della previdenza agricola in quanto contribuiscono a sostenere economicamente alcune fasce sociali del territorio. Tali sono il lavoro nero ed il lavoro fittizzio attraverso l indebita iscrizione negli elenchi anagrafici. Negli ultimi anni tale fenomeno è leggermente regredito per l intensificazione dei controlli dell INPS e della Guardia di Finanza e dell attenzione maggiore che ha posto, su alcuni episodi criminosi, la magistratura locale. La volontà da parte delle istituzioni e delle parti sociali, insieme con gli strumenti tecnologici oggi disponibili, sono ingredienti sufficienti per poter risanare l area in uno con la necessità di riformare il sistema di previdenza agricola. Le Fonti che hanno contribuito ad elaborare il presente studio sono: Il rapporto economico della Camera di Commercio di Foggia, Elaborazioni INEA su dati ISTAT, Il programma di sviluppo rurale della regione Puglia, Documentazione INPS.

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