ingegnere Giuseppe Guariglia - architetto Eufemia Guariglia via Monticelli n.20/c - Salerno

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1 Sommario 1. Premessa Verifica urbanistica circa l assentibilità dell intervento Criteri dell allegato I del D.Lgs. n. 152/ Quadro normativo della Valutazione Ambientale Strategica. 3. La progettazione del Piano Urbanistico Attuativo Inquadramento della zona di intervento e riferimenti catastali Vincoli esistenti Descrizione dello stato dei luoghi Intervento proposto Dati urbanistici. 4. La progettazione edilizia Caratteristiche costruttive Caratteristiche costruttive delle opere esterne Strade, parcheggi, marciapiedi Recinzioni Piantumazioni e verde attrezzato Rete idrica Rete fognante Impianto di energia elettrica Impianto di illuminazione Impianto antincendio. 5. Norme di attuazione del Piano (art. 100, punto 8 del R.E.C.). 6. Tempi di attuazione dell'intervento (art. 100, punto 1 del R.E.C.). 7. Un progetto ecologico Introduzione alla V.A.S. e allo sviluppo sostenibile. V.A.S. - Rapporto preliminare per la verifica di assoggettabilità Pagina 1

2 8.2. Il concetto di sostenibilità Le tappe fondamentali del concetto di sostenibilità La Valutazione Ambientale Strategica per la sostenibilità. 9. Sintesi legislativa La normativa europea La normativa nazionale La normativa della Regione Campania Quadro programmatico territoriale Indirizzi strategici per i sistemi STS Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale Piano Stralcio per l assetto idrogeologico dell Autorità di Bacino destra Sele Piano Regolatore Generale Problematiche ambientali La gestione dei rifiuti L impatto del PUA Rischi per la salute umana o per l ambiente Caratteristiche naturali e patrimonio culturale Quadro geomorfologico, topografico e territoriale Inquadramento storico archeologico Beni culturali di rilievo storico, architettonico Elementi ambientali Utilizzo intensivo del suolo Impatto su aree protette Conclusioni. V.A.S. - Rapporto preliminare per la verifica di assoggettabilità Pagina 2

3 V.A.S. - Rapporto preliminare per la verifica di assoggettabilità 1. Premessa. I sottoscritti ingegnere Giuseppe Guariglia e architetto Eufemia Guariglia, con studio in Salerno, alla via Monticelli, n.20/c, hanno ricevuto incarico dalla società Spineta S.r.l. con sede in Pontecagnano Faiano alla via G. Budetti n , partita I.V.A , nella persona del legale rappresentante sig. Foresti Piero Antonio Luigi Maria, nato a Udine il 19/04/1941, residente a Milano in via Giovannino De Grassi, n.2, di approntare la seguente relazione di Rapporto preliminare per la verifica di assoggettabilità alla V.A.S. per l'area di proprietà situata alla via Budetti del comune di Pontecagnano Faiano. Viene di seguito illustrato il progetto redatto per il P.U.A. riguardante la suddetta area Verifica urbanistica circa l assentibilità dell intervento. L'area oggetto dell'intervento di riconversione è individuata come D10 Industriale di Trasferimento, normata, in base al vigente P.R.G. del comune di Pontecagnano Faiano, dall'art. 19 delle N.T.A. che prevede la trasformazione in residenziale concedendo il 50% della superficie dell'area all'amministrazione pubblica come standard. In base a tale noma venne richiesta adozione di P.U.A. da parte del Commissario ad Acta nominato dalla Provincia. Con Deliberazione Commissariale n.2/cor del avvenne l'adozione del P.U.A. di iniziativa privata denominato "Riconversione urbana dell'area industriale di trasferimento La Spineta in zona omogenea D10 del P.R.G." presentata da Spineta Spa, ora Spineta Srl, con sede in Pontecagnano Faiano alla via Budetti, 103. Con Deliberazione Commissariale n.3/cor del il P.U.A. è stato definitivamente approvato, la relativa pubblicazione è avvenuta sul B.U.R.C. n. 10 del Successivamente, in data con protocollo n.9149, venne richiesta l'adozione di un ulteriore P.U.A. ai sensi della L.R. Campania , n.16 come modificata dal comma 9, articolo 5 del Decreto Legge , n.70, convertito con la Legge , n.106. V.A.S. - Rapporto preliminare per la verifica di assoggettabilità Pagina 3

4 Il Consiglio Comunale di Pontecagnano Faiano con Deliberazione n.44 del ha riconosciuto l'interesse pubblico all'adozione del P.U.A. proposto da Spineta S.r.l. In data con protocollo n.2034 la società Spineta S.r.l. ha proposto un ulteriore P.U.A. sempre ai sensi delle norme su richiamate. Il Consiglio Comunale di Pontecagnano Faiano con Deliberazione n.42 del ha riconosciuto l'interesse pubblico all'adozione del nuovo P.U.A. proposto da Spineta S.r.l. Gli elaborati tecnici che seguono fanno riferimento a quest ultimo Piano Urbanistico Attuativo Criteri dell allegato I del D.Lgs. n. 152/2006. Per quanto riguarda il soddisfacimento dei criteri dell allegato I del D.Lgs. n. 152/2006, si prendono di seguito in esame tutti i punti del suddetto allegato, ovvero le informazioni che si ritiene di aver inserito nel rapporto ambientale già presentato. A) L illustrazione dei contenuti e degli obiettivi principali del piano sono dettagliatamente descritti nei paragrafi: 3. La progettazione del Piano Urbanistico Attuativo; 4. La progettazione edilizia; 5. Norme di attuazione del Piano; 6. Tempi di attuazione dell intervento; 7. Un progetto ecologico. B) Gli aspetti pertinenti allo stato attuale dell ambiente sono descritti nei paragrafi richiamati al punto A, nonché nel paragrafo: Caratteristiche naturali e patrimonio culturale. C) Non sono presenti aree che potrebbero essere significativamente interessate dal piano in oggetto, per la piccola dimensione dell intervento. D) Non vi sono specifici problemi ambientali esistenti pertinenti al piano, né aree di particolare rilevanza ambientale. E) Gli obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale e comunitario sono descritti nel paragrafo: 9. Sintesi legislativa. Il modo in cui si è tenuto conto di detti obiettivi è esposto nel paragrafo: 11.3 L impatto del PUA. F) Qualsiasi possibile effetto sull ambiente è preso in considerazione nel paragrafo: 11.3 L impatto del PUA. G) Gli interventi di mitigazione degli eventuali effetti negativi sull ambiente sono descritti nel paragrafo: 11.3 L impatto del PUA. H) vedi paragrafo: 11.3 L impatto del PUA. I) vedi paragrafo: 11.3 L impatto del PUA. V.A.S. - Rapporto preliminare per la verifica di assoggettabilità Pagina 4

5 2. Quadro normativo della Valutazione Ambientale Strategica. Normativa comunitaria: Dir. 85/337/CEE del 27 giugno 1985; Dir. 97/11/CE del 3/3/1997; Dir. 79/409/CEE del 2 aprile 1979; Dir. 92/43/CEE del 21 maggio Normativa Statale: D.P.C.M. 10 agosto 1988, n.377; D.P.C.M. 27 dicembre 1988; art. 40 L. 22 febbraio 1994, n.146; L. 3 novembre 1994, n.640; D.P.R. 12 aprile 1996; art. 71 D. Lgs. 31 marzo 1998, n.112; D. Lgs. 20 agosto 2002, n.190; D. Lgs. 3 aprile 2006, n.152; D. Lgs. 16 gennaio 2008, n.4; D.P.R. 8 settembre 1997, n.357; D.P.R. 12 marzo 2003, n.120; D.M. 3 aprile 2000; L. 21 dicembre 2001, n.443; L. 31 luglio 2002, n.179; L. 27 dicembre 2002, n.289. Normativa regionale: D.G.R. 28 novembre 2000, n.6010; D.G.R. 15 novembre 2001, n.6148; D.G.R. 14 marzo 2008, n.426; D.G.R. 15 maggio 2009, n.912; D.P.G.R. 18 dicembre 2009, n.17; V.A.S. - Rapporto preliminare per la verifica di assoggettabilità Pagina 5

6 D.G.R. 5 marzo 2010, n.203; Circ. Prot. n del 15 aprile 2010; D.G.R. 8 ottobre 2010, n. 683; Decreto Dirigenziale 13 gennaio 2011, n.30; D.G.R. 4 agosto 2011, n.406; Regolamento n.5 del 4 agosto 2011 "Regolamento di attuazione per il Governo del Territorio"; Circ. Prot. n del 11 ottobre 2011; D.G.R. 7 marzo 2013, n La progettazione del Piano Urbanistico Attuativo Inquadramento della zona di intervento e riferimenti catastali. Il territorio del Comune di Pontecagnano-Faiano si articola su una superficie di circa 37,18 Kmq ed è tipologicamente formato da montagna, collina e pianura; su di esso scorrono diversi corsi d acqua che, considerata la distanza dei monti dal mare, sono di modesta portata. Il Comune di Pontecagnano-Faiano confina a nord con il comune di Salerno e Giffoni Valle Piana, ad est con i comuni di Montecorvino Pugliano e Bellizzi, a sud con il comune di Battipaglia ad ovest con il Mar Tirreno. Le principali infrastrutture a servizio del territorio sono: - Autostrada A3 Salerno - Reggio Calabria, infrastruttura di livello nazionale che, nel progetto di modernizzazione prevede un ulteriore svincolo a sud delle città; - Strada Statale 18 Tirrenia Inferiore, infrastruttura di livello interregionale che connette i comuni del comprensorio Picentino, dislocati in pianura, con Napoli, Avellino e Salerno a nord e con la Basilicata e la Calabria a sud; - Strade provinciali di connessione tra i principali centri del comprensorio Picentino ; - Linea ferroviaria Salerno - Reggio Calabria con scalo a Pontecagnano; - Strada a scorrimento veloce denominata AVERSANA in fase di ultimazione; - Aeroporto. L area di intervento presenta una superficie complessiva pari a mq ,80 e risulta classificata come zona omogenea D 10, industriale di trasferimento nel vigente Piano regolatore Generale. V.A.S. - Rapporto preliminare per la verifica di assoggettabilità Pagina 6

7 Si tratta di un'area industriale dismessa da oltre 5 anni già adibita a stabilimento per la produzione di conserve alimentari situata nel centro urbano dell'abitato di Pontecagnano, estendendosi tra la via Giacomo Budetti e l'alveo del fiume Picentino. I dati catastali riferiscono che il suolo interessato all intervento è individuato presso l U.T.E. di Salerno al foglio di mappa 7, particelle 1, 2, 3, 552, 1099, 1100, 1101, 1102, 1103, 1104, 1105, 1106, 1107 del Comune di Pontecagnano Faiano Vincoli esistenti. L'area si estende in parte lungo il fiume Picentino ed è dunque soggetta a vincolo di distanza dall alveo del fiume Descrizione dello stato dei luoghi. L area di intervento presenta una superficie complessiva pari a mq ,80 e risulta classificata come zona omogenea D 10, industriale di trasferimento nel vigente Piano regolatore Generale. Tuttavia per essa è stato applicato quanto previsto all'art.19 delle Norme Tecniche di Attuazione, ovvero si è proceduto alla riconversione dell'area industriale dismessa con la stipula della relativa convenzione con l'amministrazione comunale che prevede l'utilizzo residenziale dell'area in cambio della cessione del 50% della superficie interessata alla parte pubblica. Pertanto essa è a tutti gli effetti da considerarsi quale area urbana. Allo stato l'area è occupata da manufatti industriali dismessi, strutturalmente degradati e fatiscenti. L'ingresso avviene direttamente dalla via Giacomo Budetti. Immediatamente sulla destra si trovano 3 piccoli corpi di fabbrica che costituivano i locali destinati a portineria e alla pesa dello stabilimento. Si giunge ad un grande cortile che presenta sulla sinistra un manufatto già adibito ad uffici e deposito realizzato con strutture portanti in calcestruzzo cementizio armato, con misure in pianta di m. 84,45 x m. 30,00 con altezze variabili da m. 6,35 a m. 9,50, è l'unico che si V.A.S. - Rapporto preliminare per la verifica di assoggettabilità Pagina 7

8 presenta in buone condizioni di conservazione ed infatti si intende ristrutturarlo allo scopo di utilizzarlo come struttura commerciale. Alla destra del cortile si sviluppa lo stabilimento industriale vero e proprio, realizzato nel corso di successivi interventi con tipologie edilizie diverse. Sono presenti strutture portanti verticali in calcestruzzo cementizio armato, o, in alternativa, realizzate in acciaio, come pure per le coperture si hanno diverse tipologie: capriate metalliche con lamiere o con lastre di cemento, volte a sesto ribassato in latero cemento. Si prevede la demolizione e il relativo trasporto a discarica del materiale di risulta di tutti i manufatti insistenti sull'area ad eccezione di quello descritto da destinarsi ad utilizzo commerciale. Allo stato i manufatti esistenti sviluppano una volumetria complessiva pari a mc , Intervento proposto. L'intervento in oggetto prevede il riutilizzo del manufatto che si trova immediatamente sulla sinistra rispetto all'ingresso e la demolizione degli altri manufatti industriali dismessi già adibiti a fabbrica di conserve alimentari denominata Spineta, la conversione di parte della volumetria preesistente in residenziale e in commerciale. Si prevede la realizzazione di un ampio asse viario pubblico che dall'attuale ingresso esistente lungo la via Giacomo Budetti prosegue lambendo il corpo di fabbrica da destinarsi ad utilizzo commerciale e il confine sud ovest della proprietà fino a giungere al fiume Picentino. Con essa si predispone l'area al futuro collegamento con la sponda opposta del fiume ricadente in comune di Salerno, e, nel contempo, si crea un asse viario che permetterà il riammagliamento con la prevista viabilità, perpendicolare ad esso e grossolanamente parallela all'alveo del fiume, che si creerà nella limitrofa proprietà Gambardella, proseguendo sul confine della sottostante proprietà Crudele e giungendo fino alla via Roma. Inoltre la viabilità pubblica, proseguendo verso nord all'interno del comparto oggetto della presente progettazione, si potrà ricollegare, con un minimo intervento espropriativo, alla via Giacomo Budetti, completando i collegamenti con le strade esistenti. In tal modo si verrà a creare una trama di assi viari che permetterà la razionalizzazione del tessuto urbano riqualificando l'intera area oggetto dell'intervento oltre a quelle circonvicine. V.A.S. - Rapporto preliminare per la verifica di assoggettabilità Pagina 8

9 Lungo il fiume Picentino oltre i necessari lavori di sistemazione delle sponde, indispensabili per consentire il corretto deflusso delle acque al fine di scongiurare qualsiasi ipotesi di esondazione, si avrà la realizzazione di un parco verde con una ampiezza dal fiume di circa m. 48,00. Si prevedono ampi viali alberati con passaggi pedonali e piste ciclabili, aiuole con essenze vegetali autoctone e quanto ritenuto necessario, di concerto con l'amministrazione comunale, per la corretta fruizione della zona. Tale area verde lungo il fiume potrà proseguire nelle vicine proprietà Gambardella e Crudele, ottenendo, in tal modo, la sistemazione delle sponde e la creazione di un parco urbano che si estenderà per un lungo tratto giungendo fino al ponte in direzione sud ovest che permette alla via Roma di attraversare il fiume. Il parco residenziale previsto è servito da una viabilità pubblica che permetterà l'accesso alle varie unità e alle aree destinate a standard, con zone a verde e parcheggi. La presente proposta progettuale prevede, ovviamente previo assenso dell'amministrazione Comunale, la realizzazione di un impianto sportivo e di una serra museo delle energie alternative, realizzati a parziale scomputo degli oneri concessori dovuti. I due edifici sono immediatamente adiacenti al parco, e presentano una planimetria di forma simile ad una foglia, che ben si integra con i sinuosi percorsi pedonali dell area verde. Nell impianto sportivo si prevede l'allocazione di una piscina con misure di m. 12,00 x m. 25,00 e dei relativi locali accessori: hall di ingresso con sala di attesa, locale ristoro, servizi con spogliatoi, docce e locali igienici. Trattandosi di una proposta non confortata da un approfondito riscontro con gli uffici pubblici essa è, comunque, largamente emendabile allo scopo di più compiutamente accogliere le necessità individuate dall'amministrazione pubblica. Per la parte con destinazione commerciale si prevede il riutilizzo di un corpo di fabbrica esistente, dotato di un piano seminterrato e di un piano rialzato di circa m. 0,90 dal piano di campagna con misure in pianta di m. 79,45 x m. 30,00, superficie di mq ,50 e altezza pari a m. 6,35, e la costruzione, al di sopra di esso con struttura portante completamente indipendente, di un altro livello sempre con destinazione commerciale, avente altezza di m. 5,00. Si avranno, quindi, 3 livelli: V.A.S. - Rapporto preliminare per la verifica di assoggettabilità Pagina 9

10 l'esistente piano seminterrato, con una superficie interna di circa mq , destinato a parcheggio a servizio della soprastante attività commerciale; l'esistente piano rialzato, con una superficie lorda di mq ,50, adibito ad attività commerciale; il piano primo, da realizzare, con superficie lorda di mq ,50, destinato ad attività commerciale. Gli edifici a destinazione residenziale sono edifici in linea e ad L. Essi sono identificabili nell'allegata planimetria di sistemazione esterna contrassegnati con le prime quattro lettere dell'alfabeto. L'edificio indicato con la lettera A presenta un'altezza alla gronda di m. 24,40, con un piano terra e 7 piani in elevazione. Si prevede 1 vano scale che serve 4 appartamenti per piano di circa mq. 70,00 ognuno. Si realizzeranno in totale nel corpo A n. 32 appartamenti. L'edificio indicato con la lettera B presenta un'altezza alla gronda di m. 24,40, con un piano terra e 7 piani in elevazione. Si prevedono 2 vani scale che servono 4 appartamenti ciascuno per piano di circa mq. 70,00 ognuno. Si realizzeranno in totale nel corpo B n. 64 appartamenti. Gli edifici indicati con le lettere C1 e C2 sono simili ed uniti tra loro da un corpo destinato al commerciale, presentano un'altezza alla gronda rispettivamente di m. 27,45 e di m. 30,50, con un piano terra e 8 piani in elevazione per C1 e 9 piani in elevazione per C2. Il piano terra dei due edifici è adibito ad attività commerciali. Si prevedono 2 vani scale che servono 4 appartamenti ciascuno per piano, dei quali 3 di circa mq. 70,00 e 1 di circa mq. 52,00. Si realizzeranno in totale nel corpo C1 n. 64 appartamenti, e nel corpo C2 n. 72 appartamenti. L'edificio indicato con la lettera D presenta un'altezza alla gronda di m. 27,45, con un piano terra e 8 piani in elevazione. Si prevedono 2 vani scale che servono 4 appartamenti ciascuno per piano di circa mq. 70,00 ognuno. Si realizzeranno in totale nel corpo D n. 72 appartamenti. Pertanto si realizzeranno le seguenti unità abitative: V.A.S. - Rapporto preliminare per la verifica di assoggettabilità Pagina 10

11 nel fabbricato A: n. 32 appartamenti; nel fabbricato B: n. 64 appartamenti; nel fabbricato C1: n. 64 appartamenti; nel fabbricato C2: n. 72 appartamenti; nel fabbricato D: n. 72 appartamenti; per un totale complessivi di n. 304 unità immobiliari. Oltre alle volumetrie fuori terra si prevede la realizzazione di un piano interrato che occupa in pratica l'intera area, e sarà utilizzato in parte come autorimessa pertinenziale a servizio dei residenti ed in parte si realizzeranno posti auto per il commerciale. Il piano interrato sarà collegato ad ogni fabbricato mediante i vani scale dei fabbricati stessi, si avranno, inoltre, 4 rampe di scale pedonali esterne e 4 rampe carrabili esterne Dati urbanistici. Si realizzeranno le seguenti volumetrie: VOLUME RESIDENZIALE edificio A: volume = mc ,52; edificio B: volume = mc ,22; edificio C1: volume = mc ,10; edificio C2: volume = mc ,73; edificio D: volume = mc ,78; VOLUME COMMERCIALE edifici C1 e C2 (piano terra): volume = mc ,20; edificio commerciale: volume = mc ,72; complessivamente si avrà una volumetria di mc ,27 inferiore a quella esistente che è pari a mc ,77. La volumetria di progetto sarà così suddivisa: volumetria residenziale = mc ,35; volumetria commerciale = mc ,92 corrispondente ad una superficie lorda pari a mq ,00. Secondo quanto previsto dal D.M. 2 aprile 1968 n.1444 per il soddisfacimento degli standard per la volumetria residenziale da realizzare si avrà: V.A.S. - Rapporto preliminare per la verifica di assoggettabilità Pagina 11

12 mc ,35 / 100 = 807 abitanti insediati; 807 x 18 = mq ,00 per standard urbanistici; per il soddisfacimento degli standard per la superficie lorda commerciale da realizzare: mq ,00 x 0,80 = mq ,00 per standard urbanistici. Complessivamente la superficie minima da lasciare a standard è la seguente: mq ,00 + mq ,00 = mq ,00. Gli standard in progetto, assommano a mq ,00 > mq ,00. Per quanto riguarda la dotazione di parcheggi previsti dalla Legge 122/89, essa sarà interamente soddisfatta al piano interrato previsto. Per quanto attiene gli altri parametri urbanistici ovvero distanze ed altezze massime, l altezza in gronda dell'edificio A è di m. 24,40, quella dell'edificio B è di m. 24,40, quella dell'edificio C1 è di m. 27,45, quella dell'edificio C2 è di m. 30,50, quella dell'edificio D è di m. 27,45, mentre quella dell edificio commerciale è pari a m. 10,45. Si hanno, pertanto, i seguenti dati urbanistici: Superficie complessiva comprensorio = mq ,80; Viabilità pubblica = mq ,00; Volume massimo realizzabile = mc ,77; Volume di progetto = mc ,27 < mc , La progettazione edilizia Caratteristiche costruttive. I manufatti da realizzare avranno le seguenti caratteristiche dimensionali: - edificio A : dimensioni in pianta massime: m. 32,00 x 12,00; altezza alla gronda: m. 24,40; altezza massima: m. 26,98; superficie coperta: mq. 353,71; volume: mc.8630,52; V.A.S. - Rapporto preliminare per la verifica di assoggettabilità Pagina 12

13 - edificio B : dimensioni in pianta massime: m. 35,50 x 12,00; altezza alla gronda: m. 24,40; altezza massima: m. 26,98; superficie coperta: mq. 725,05; volume: mc ,22; - edificio C1 : dimensioni in pianta massime: m. 60,60 x 12,64; altezza alla gronda: m. 27,45; altezza massima: m. 30,03; superficie coperta: mq.667,75; volume: mc ,10; - edificio C2 : dimensioni in pianta massime: m. 60,60 x 12,64; altezza alla gronda: m. 30,50; altezza massima: m. 33,08; superficie coperta: mq.667,75; volume: mc ,73; - edificio D : dimensioni in pianta massime: m. 35,08 x 12,00; altezza alla gronda: m. 27,45; altezza massima: m. 30,03; superficie coperta: mq.720,32; volume: mc ,78. Si tratta di edifici residenziali in linea e a elle. Avranno le seguenti caratteristiche tecniche: V.A.S. - Rapporto preliminare per la verifica di assoggettabilità Pagina 13

14 - le fondazioni saranno realizzate in calcestruzzo cementizio armato gettato in opera, nel rispetto delle norme per le costruzioni in zona sismica di cui alla L. 64/74 e successive modifiche, e del D.M ; al di sotto dello strato di magrone sarà applicata una membrana isolante e impermeabilizzante in polietilene ad alta densità, tipo TEFOND o similari, al fine di isolare le stesse fondazioni dall umidità del terreno e dalle eventuali emissioni di gas radon, a tutela della salubrità degli ambienti interni e della durata delle strutture; - i solai degli edifici per alloggi saranno realizzati in opera, in latero-cemento con travetti prefabbricati; - la struttura portante verticale dei fabbricati è in calcestruzzo cementizio armato, nel rispetto delle " norme per le costruzioni in zona sismica", di cui alla Legge n 64 del 2 febbraio 1974, e successive modifiche, e del D.M ; - il tetto sarà realizzato con una struttura portante in legno lamellare o in metallo, con copertura esterna costituito da lamiera metallica zincata messa in opera su correnti in legno o metallici in modo da creare un tetto ventilato che migliora il funzionamento energetico di ogni singolo edificio; l isolamento sarà realizzato tramite pannelli del tipo Celenit (pannelli in fibre di abete mineralizzate) o Eraclit (lana di legno mineralizzata), ovvero pannelli in sughero, che consentono il rispetto delle norme antincendio nonché delle norme previste dalla Legge n 10/91, e successivi regolamenti attuativi, e del D.M. n 246/87, nel rispetto dell'ambiente e della salute degli utenti; in alternativa, si ricorrerà ad un solaio piano in latero-cemento con un isolamento di 35 cm. di terreno vegetale e 5 cm di ghiaietto, un tetto giardino insomma, opportunamente isolato per evitare infiltrazioni; - le tompagnature esterne saranno costituite da blocchi di laterizio alveolato del tipo ISOLATER o Termobloc, spessore 30 cm., che assicurano ottime prestazioni di isolamento termico ed acustico ed una buona igroscopicità, sufficienti per il rispetto dei parametri di cui alla L.10/91 e successivi regolamenti attuativi, e del DM n. 246/87; in tal modo inoltre si evita l utilizzo di isolamenti inquinanti, presenti invece nel muro a cassa vuota; sarà probabilmente necessario ricorrere all uso di pannelli isolanti dello spessore di circa 2 cm. solo in corrispondenza delle strutture in c.a.; - ogni solaio sarà adeguatamente coibentato, in particolare il primo e ultimo impalcato, con pannelli isolanti del tipo Celenit (pannelli in fibre di abete mineralizzate) o Eraclit (lana di legno mineralizzata), in modo da migliorare le condizioni ambientali all interno degli edifici e ridurre i consumi energetici, nel rispetto delle norme previste dalla Legge n 10/91; si ricorda che la V.A.S. - Rapporto preliminare per la verifica di assoggettabilità Pagina 14

15 presenza del sottotetto ha un ruolo importante nel miglioramento del funzionamento energetico di ogni singolo edificio, perché rappresenta un ulteriore protezione; - i piani interrati (garage) saranno dotati di adeguata ventilazione naturale al fine di aumentarne la salubrità; - le tramezzature interne saranno realizzate con tavelle di laterizio da 8 cm. di spessore, mentre le pareti di separazione tra gli alloggi sono in doppio tavolato; - le rifiniture interne saranno realizzate con intonaco a base di calce a tre strati con tinteggiatura ai silicati in colori colori tenui o bianco a tre passate; - le rifiniture esterne degli alloggi saranno realizzate in parte con intonaco a base di calce, a tre strati, con tinteggiatura a calce in colori tenui a tre passate (giallo paglierino, terra) ed in parte con listelli di cotto ovvero in perlinato di abete; - le ringhiere degli edifici saranno in tubolari di ferro verniciato; nella parte inferiore sarà montato un lamierino metallico forato per evitare che sia scalabile dai bambini; - gli infissi esterni sono previsti in legno Pitch Pine con regoli di spessore di mm. 45, vetrocamera 4/9/4, cassonetto coibentato e persiane avvolgibili in legno; le grondaie e le discese pluviali saranno in ferro o zinco verniciato, di colori uniformi a quelli dell'intonaco dei fabbricati; - il rivestimento dei locali servizi sarà sempre a tutt'altezza con piastrelle maiolicate; - gli ambienti interni saranno pavimentati con mattonelle in gres, o in monocottura; - i balconi saranno pavimentati con mattonelle di prima scelta in gres, o in monocottura antigelivi; - l'impianto termico sarà realizzato con radiatori in ghisa e caldaia ad alto rendimento con produzione di acqua sanitaria e camera stagna; per un migliore comportamento energetico ed una maggiore sicurezza, oltre che per una migliore resa estetica si preferisce il ricorso ad un impianto centralizzato, con contabilizzatore nelle singole unità; le tubazioni di distribuzione interne ed esterne saranno realizzate in rame inguainato coibentato; - gli impianti idrico ed elettrico saranno realizzati sottotraccia ed allacciati alle rispettive reti; l'impianto idrico sarà realizzato con tubi di rame rivestiti e centralina, mentre l'impianto di scarico sarà costituito da tubi in PVC; l'impianto elettrico sarà realizzato in conformità alla Legge , n 186, alla Legge n 46, ed al regolamento di attuazione di cui al D.P.R , n 447; esso avrà tubazioni incassate sottotraccia in PVC flessibile ed interruttori, deviatori, commutatori, prese luci e forza motrice, e sarà sempre adeguatamente V.A.S. - Rapporto preliminare per la verifica di assoggettabilità Pagina 15

16 protetto da un interruttore differenziale magnetotermico (salvavita) 2 x 25 A, con soglia nominale di intervento di A 0,03. Le acque reflue, provenienti dal fabbricato saranno immesse nella fognatura comunale. Gli edifici saranno dotati tutti degli impianti tecnici previsti per questa tipologia, così come previsto dalla Legge 46/90 per l impianto elettrico e dalla Legge 10/91 per quello di riscaldamento. Per ridurre i consumi di acqua, inoltre, il progetto prevede: - utilizzo di rubinetteria con riduttore di flusso; - utilizzo di wc con cassette a scarico ridotto (4/6 litri) Caratteristiche costruttive delle opere esterne Strade, parcheggi, marciapiedi. Le strade interne saranno realizzate con un misto stabilizzato di sottofondo opportunamente rullato, con uno strato di cm. 10 di manto di asfalto (binder) ed uno di cm. 3 di tappetino di usura. Per i parcheggi si utilizzerà una pavimentazione drenante con elementi di sostegno autobloccanti in cemento e terreno di coltivo con prato naturale. I marciapiedi saranno realizzati con un sottofondo di calcestruzzo armato ed una pavimentazione in blocchi di cemento autobloccanti. La forte presenza di verde ha portato a prevedere una pavimentazione dei marciapiedi interni al lotto in terra, ovvero in acciottolato ovvero alternativa una pavimentazione con mattoni in cotto "a mano, posate a secco su un letto di 4/6 cm. di sabbia e cemento, opportunamente compattata e su sottofondo resistente provvisto dei necessari dispositivi di drenaggio, con cordoli in cls vibrato e bocciardato delle dimensioni 12x22 cm. Nei singoli giardini privati si prevede la realizzazione di spazi in terra battuta con una cordonatura in legno e in ghiaia lungo il perimetro dell edificio. Si precisa che la gran parte delle aree esterne sono superfici a verde, al fine di consentire al terreno di assorbire le acque meteoriche, ma soprattutto al fine di non realizzare un intervento troppo invasivo. V.A.S. - Rapporto preliminare per la verifica di assoggettabilità Pagina 16

17 Recinzioni. Le recinzioni esterne, lungo il perimetro della lottizzazione sono in acciaio su un muretto in cls o tufo e due filari di laterizio, mentre per le separazioni fra i giardini contigui si farà ricorso a staccionate in legno o a siepi Piantumazioni e verde attrezzato. Si prevede la piantumazione di essenze ad alto fusto, a foglia caduca, nelle aree circostanti i fabbricati da realizzare, le quali saranno poste in ragione di almeno 1 albero per ogni 50 mq. Si prevede inoltre l utilizzo di prato formato da un miscuglio di graminacee ed erba medica. Saranno inoltre presenti degli spazi in sabbia per il gioco dei bimbi nei singoli giardini privati Rete idrica. Sarà realizzata una rete interna collegata con la rete comunale esistente. Si prevede la realizzazione di una rete per l irrigazione in modo da evitare da un lato sprechi di acqua e dall altro che venga assicurata la necessaria cura alle piante che rivestono un ruolo primario nel sistema di condizionamento passivo dell intervento. In dettaglio si prevede un impianto di irrigazione a goccia, con tubazioni in PEAD, dotato di programmatore elettronico, per l irrigazione delle siepi e del prato Rete fognante. Sarà realizzato una impianto che convoglierà i reflui in apposito pozzetto di raccordo con il collettore fognario esistente. Considerato che la grande dimensione delle superfici a verde e/o permeabili, consente già di per sé uno smaltimento naturale nella terra, che riduce notevolmente la necessità di regimentazione delle acque meteoriche, non si prevede la realizzazione di un impianto di smaltimento delle stesse, se non per convogliare le acque captate dal tetto, e dalla rampa del box. Fondamentale in tal senso la realizzazione, nelle zone a verde, di un adeguato strato drenante di sottofondo, per il migliore deflusso naturale delle acque. V.A.S. - Rapporto preliminare per la verifica di assoggettabilità Pagina 17

18 Impianto di energia elettrica. Per quanto attiene l'alimentazione elettrica è stato previsto un impianto interrato, collegato alla rete Enel Impianto di illuminazione. L'impianto di illuminazione riguarderà solo l interno del lotto. Pertanto si prevede la messa in opera di una serie di pali tubolari metallici, di altezza di circa mt. 4,00 fuori terra, con armature e lampade da 250 Watt, posti lungo i percorsi pedonali. Si prevede inoltre il ricorso a lampioni bassi per i percorsi pedonali minori, e in alcuni punti a lampade incassate nel terreno per evidenziare vegetazione, luoghi d'incontro ed eventuali specchi d acqua Impianto antincendio. La progettazione del manufatto rispetta le normative previste dalla normativa antincendio: sono state calcolate le corsie di manovra, le vie di fuga, la dimensione delle aperture per la ventilazione esterna, la presenza di estintori e quella di idranti; le relative specifiche tecniche saranno presentate così come prevede l'attuale normativa in materia. 5. Norme di attuazione del Piano (art. 100, punto 8 del R.E.C.). L area di intervento risulta individuata all'interno della zona omogenea D10 dal vigente P.R.G., si estende per mq ,80, che rappresenta la superficie dell area di intervento in questione. L area è stata oggetto di approvazione di Piano di Lottizzazione ai sensi dell articolo 19 delle N.T.A. del P.R.G., pertanto a fronte della cessione del 50% della superficie all amministrazione comunale, è stata ottenuta il cambio di destinazione d uso per residenze. La zona in questione del citato comprensorio D10 è già servita dalle urbanizzazioni primarie, ovvero da rete fognante, elettrica, idrica, gas metano, pubblica illuminazione e dalle strade di accesso. In conclusione, va ribadito che: V.A.S. - Rapporto preliminare per la verifica di assoggettabilità Pagina 18

19 - le tipologie edilizie proposte, per quanto esecutive, potranno essere sottoposte a qualsiasi tipo di modifica planivolumetrica in sede di realizzazione, fermo restando il rispetto delle superfici coperte e dei volumi massimi previsti e assentiti; - hanno valore vincolante per la realizzazione delle opere e degli edifici previsti dal presente Piano di riconversione: la determinazione delle aree incluse nel P.d.L.; la quantità delle aree di standard pubblico; il volume e la superficie coperta massimi realizzabili (non distinti per corpi di fabbrica); - hanno valore indicativo e non vincolante: le destinazioni d uso degli immobili; le tipologie edilizie indicate; le sistemazioni superficiali delle aree scoperte e degli spazi pedonali; le sezioni delle sedi stradali interne ai lotti; le indicazioni delle superfici fondiarie parziali; le sagome planimetriche e le altezze massime degli immobili; il volume e la superficie coperta dei singoli fabbricati che potranno anche variare fermo restando le quantità massime consentite sull intero lotto; le finiture dei corpi di fabbrica; la ubicazione delle aree di parcheggio. 6. Tempi di attuazione dell'intervento (art. 100, punto 1 del R.E.C.). L'intervento proposto si realizzerà in un'area completamente dotata di tutte le urbanizzazioni primarie, pertanto sarà solo necessario effettuare gli allacciamenti ad esse. Tuttavia nel caso in cui siano richieste variazioni o aggiunte agli impianti pubblici esistenti si procederà, come attività iniziale, all'avvio della realizzazione delle opere eventualmente richieste. Pertanto, qualora sia necessario, a seguito del rilascio dell Autorizzazione del Piano Urbanistico Attuativo, si procederà alla redazione di un progetto esecutivo delle succitate opere di urbanizzazione primaria, da approvare da parte degli organi competenti, ed alla successiva esecuzione, fermo restando le relazioni tra l esecuzione delle stesse ed il rilascio dei Permessi di Costruire, così come regolamentati anche dalla Convenzione a stipularsi. V.A.S. - Rapporto preliminare per la verifica di assoggettabilità Pagina 19

20 Il completamento delle eventuali opere di urbanizzazione primaria, con successiva cessione all Ente pubblico, avverrà nel termine massimo di 10 anni, a decorrere dalla data di stipula della Convenzione, salvo diversi accordi intercorsi tra la parte pubblica e quella privata; mentre l intervento fondiario verrà realizzato nei termini previsti dai necessari Permessi di Costruire. La cessione degli impianti relativi alle eventuali urbanizzazioni primarie verrà effettuata, comunque, dopo i collaudi previsti per Legge: in ogni caso, le aree sulle quali sarà prevista la realizzazione di opere, rimarranno, previa opportuna recinzione, in custodia alla parte proprietaria, fino alla consegna al Comune o ad altro Ente interessato. 7. Un progetto ecologico. Dal momento che il progetto vuole, e deve, essere a dimensione di tutti gli utenti, attento quindi alle necessità, esplicite e implicite, di coloro i quali, direttamente o indirettamente, fruiranno di questi spazi, è conseguente operare con l'obiettivo di realizzare un habitat vivibile e di benessere, in sintonia con l ambiente circostante e con lo spirito dell'iniziativa privata. L obiettivo è quindi un progetto il più possibile urbano ed al contempo "ecologico", ossia: - creare spazi di relazione, di socialità, dei luoghi urbani; - spazi a misura d'uomo (in particolare di bambini, di donne e disabili, troppo spesso dimenticati nei progetti); - controllo del microclima; - uso di materiali sani; - salubrità; - percezione positiva dello spazio; - nessun pericolo per l'incolumità delle persone; - il rispetto per l ambiente; - una politica di risparmio/efficienza energetica e delle risorse; - durabilità, recuperabilità e riciclabilità dei materiali. L intervento in questione costituisce una occasione per ridefinire un intera parte di città, andando a ricercare quelle relazioni con il resto dell abitato che fino ad ora erano state negate. L intento del progetto è quindi quello di indirizzare il futuro sviluppo del centro urbano arricchendolo, e coinvolgendo l intero contesto in una nuova ottica dell abitare. V.A.S. - Rapporto preliminare per la verifica di assoggettabilità Pagina 20

21 Il nuovo intervento si protende infatti verso il fiume, organizzandosi intorno ad un vero e proprio parco che ne diviene l ossatura. Su questo progetto è possibile una doppia lettura: da un lato la città si apre verso il fiume accogliendo il parco stesso al suo interno, mentre dall altra sembra quasi che sia il parco a modulare la propria dimensione rispetto al contesto abitativo sempre più denso, insinuandosi all interno della città stessa. Accanto a questa direttrice costruttiva nasce l intero intervento. Il progetto si caratterizza per la volontà di ridurre al minimo le superfici carrabili, come dimostra l allegata tavola relativa alla sistemazione esterna. Si rileva, infatti, un disegno rivolto alla distinzione netta tra percorsi e luoghi deputati allo svago o in ogni caso da non cementificare. La volontà di limitare le modifiche del contesto il più possibile ha portato anche ad individuare una tipologia ed un disegno delle facciate il più possibile legato alla realtà di questa zona, pur nella volontà di esprimere nel progetto la sua contemporaneità, reinterpretando in qualche caso l uso di materiali e di alcune soluzioni tecnologiche (intonaco, tetti, aperture). La presenza degli spazi a verde, dei luoghi di sosta lungo i percorsi e gli spazi aperti è stata pensata per aumentare la socialità, spesso mortificata dalle tipologie in linea e a schiera. Per cercare di limitare l'impatto dell'intervento il progetto prevede le seguenti peculiarità: - una dotazione di aree da destinare a parcheggio (quelle previste dalla normativa) che sarà localizzata anziché all'esterno al di sotto degli edifici, realizzando così un piano interrato che consente di raggiungere gli obiettivi prefissati; - di evitare la presenza di strade carrabili all'interno del lotto, creando solo la rampa di accesso all autorimessa interrata, in modo da non "sacrificare" più terreno all'asfalto; - che tutti gli spazi esterni, come si evince dal punto successivo e dagli elaborati allegati, siano prevalentemente a verde, con una superficie pavimentata ridotta al minimo; si tratta di un accorgimento importante non solo per la percezione estetica (una pavimentazione troppo estesa peggiora la percezione della naturalità del luogo), ma anche per un migliore comportamento energetico del complesso: in tal caso c'è un minor accumulo e/o riflessione del calore e quindi delle condizioni microclimatiche migliori che consentono di ridurre al minimo l'uso di impianti di condizionamento dell'aria. Per quanto riguarda la qualità energetico - ambientale dell edificio e dell'intero complesso, il progetto è stato redatto tenendo conto di quelle semplici attenzioni che fanno parte della V.A.S. - Rapporto preliminare per la verifica di assoggettabilità Pagina 21

22 tradizione del costruire, quelle conoscenze del "costruire in relazione all'ambiente" che molto spesso sono dimenticate o sacrificate per ridurre i costi o per barriere culturali prima che tecniche. Il progetto, quindi, ha tenuto conto di quei principi base dell'architettura bioclimatica (con cui sono stati costruiti i migliori esempi di edilizia "minore" nel mediterraneo), al fine di migliorare "naturalmente" le condizioni del microclima, all'interno e all'esterno degli edifici. In tal modo, il progetto tende ad adattarsi alle caratteristiche naturali del luogo per migliorare il comfort climatico ed ottenere la massima efficienza energetica, utilizzando al meglio le risorse messe a disposizione dalla natura; in tal caso, l edificio deve accumulare calore e disperderne la minima parte in inverno, e di accumularne il meno possibile ed essere ventilato nel periodo estivo. Grande attenzione è stata rivolta proprio al raffrescamento estivo, che rappresenta il problema più rilevante in termini di dispendio energetico (e quindi di inquinamento) nel bacino del mediterraneo. In questa fase della progettazione è stato sufficiente far ricorso a semplici simulazioni al cad ed alla maschera solare, oltre alle conoscenze acquisite, per una prima fase di progettazione. Il progetto, in sintesi, prevederà: - l aumento della superficie orientata sul fronte sud; - l'utilizzo di strutture ad alta inerzia termica, fresche d'estate e calde in inverno; - tetto ventilato e traspirante; - pareti traspiranti; - finestrature ampie a sud ed est e ridotte a nord; - utilizzo di vetri camera; - il ricorso a sistemi di schermatura fissa (I balconi o lamelle frangisole aggettanti sono stati modellati in relazione alla loro posizione rispetto al sole), che consentono di intercettare in estate la radiazione estiva, quando il sole è alto, e di massimizzare l'apporto termico del sole nel periodo invernale (il sole, più basso, entra negli alloggi e viene accumulato dalle strutture portanti che hanno una massa adeguata a tale funzione); - sistemi di schermatura regolabili esterni (persiane pieghevoli o scorrevoli in pannelli metallici forati o in legno) per il controllo del microclima e dell'illuminazione naturale; - accurato isolamento termico delle superfici verticali e orizzontali; - locali servizi sul lato nord (scale, bagni, cucina); V.A.S. - Rapporto preliminare per la verifica di assoggettabilità Pagina 22

23 - piantumazione esterna (davanti agli edifici) preferibilmente con alberi a foglia caduca, che proteggono dal sole in estate e permettono l'irradiazione in inverno; ricca vegetazione ed eventuali specchi d'acqua per il raffrescamento naturale di tipo evaporativo; - colori esterni chiari e riflettenti (che respingono la radiazione solare) nelle zone calde e colori più caldi nelle zone fredde. Fondamentale in tale discorso è la presenza della vegetazione, che consente in estate il raffrescamento degli spazi esterni circostanti le abitazioni, dando un notevole contributo per il comfort ambientale e al risparmio energetico. Tutto ciò consente di ridurre notevolmente la necessità di far ricorso a impianti di condizionamento, oltre a rendere gli spazi molto più vivibili e sani Introduzione alla V.A.S. e allo sviluppo sostenibile. La sostenibilità è un mezzo per superare la povertà e perseguire l equità sociale presente e futura, attribuendo maggiore considerazione all impatto che le nostre azioni producono sul benessere delle generazioni future. Emerge da ciò che per essere sostenibile lo sviluppo deve preservare le risorse e distribuirle equamente fra le generazioni. Lo sviluppo sostenibile è: Lo sviluppo che è in grado di soddisfare i bisogni della generazione presente, senza compromettere la possibilità che le generazioni future riescano a soddisfare i propri (Gro Harem Bruntdland, 1987). Lo strumento che consente l attuazione del principio di sostenibilità è la Valutazione Ambientale Strategica. Essa si fonda sull integrazione delle problematiche ambientali con i processi valutativi economici e sociali e sottolinea, principalmente, il ruolo strategico che riveste l ambiente nella strutturazione dei piani territoriali e urbani e dei modelli di sviluppo. La VAS ha pertanto la potenzialità di trasformare i processi di pianificazione/territoriale urbanistica e programmazione dello sviluppo, in processi di pianificazione/programmazione di tipo integrato in grado di perseguire uno sviluppo sostenibile in termini e ambientali e sociali, economici, culturali e politici. L integrazione della dimensione ambientale nei processi di formazione delle decisioni e nella predisposizione di politiche, piani e programmi settoriali, richiede la piena introduzione della V.A.S. - Rapporto preliminare per la verifica di assoggettabilità Pagina 23

24 Valutazione Ambientale Strategica la quale, per questo motivo, può essere vista come mezzo per attuare lo sviluppo sostenibile. La Direttiva 2001/42/CE dell Unione Europea concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull ambiente, nota come direttiva sulla VAS, all art.1 cita: la presente direttiva ha l obiettivo di garantire un elevato livello di protezione dell ambiente e di contribuire all integrazione di considerazioni ambientali all atto dell elaborazione di piani e programmi al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile. Si riscontra pertanto una crescente attenzione alle questioni ambientali nelle fasi decisionali molto più accentuata che in passato ove spesso risultava debole o inadeguata quando del tutto inesistente. La Valutazione Ambientale merita comunque una più esauriente definizione. La già citata Direttiva 2001/42/CE del 27 giugno 2001, all art. 2 lettera b) precisa che per valutazione ambientale si intende: l elaborazione di un rapporto di impatto ambientale, lo svolgimento di consultazioni, la valutazione del rapporto ambientale e dei risultati delle consultazioni nell iter decisionale e la messa a disposizione delle informazioni sulla decisione a norma degli articoli da 4 a 9, e che, inoltre (lettera c) per rapporto ambientale s intende la parte della documentazione del piano o del programma prescritte all art. 5 e nell allegato I. Le informazioni che devono essere contenute nel Rapporto ambientale (art. 5 comma 2 della suddetta direttiva) sono quelle che possono essere ragionevolmente richieste, tenuto conto del livello delle conoscenze e dei metodi di valutazione attuali, dei contenuti e del livello di dettaglio del piano o del programma. Tali elementi sono stati recepiti dal D.L. n. 152/2006, come modificato dal recente D.L. 4/2008, attualmente in vigore e di cui si tratterà nel seguito Il concetto di sostenibilità. I Paesi più ricchi e industrializzati del pianeta prelevano sempre più risorse, acqua ed energia dall ambiente, diffondono inquinanti e disperdono rifiuti, producendo in questo modo danni al territorio, all aria, all acqua in maniera irreversibile. I sistemi economici richiedono, in ogni caso, indici di crescita positivi, mentre l ambiente richiede equilibrio e stabilità. Per lo sviluppo sostenibile l equilibrio, l autosufficienza e l auto organizzazione degli ecosistemi devono convivere con i processi antropici, in squilibrio permanente, generatori continui di V.A.S. - Rapporto preliminare per la verifica di assoggettabilità Pagina 24

25 nuova entropia. Ogni abitante nel mondo sviluppato consuma, rispetto ad un abitante di un paese povero, maggiori risorse. La crescita economica e demografica ed il bisogno legittimo di nuovi consumi dei Paesi poveri, non hanno altre risorse che quelle naturali. Per contro il modello di benessere richiede per noi e per le future generazioni aria, acqua e cibi non inquinanti, paesaggi non degradati, mari e coste accoglienti, città capaci di contenere e proteggere gli immensi patrimoni di cultura sviluppati nel tempo ma anche funzionali ed organizzate sulle nuove scale dei bisogni. La definizione dello sviluppo sostenibile, che garantisce i bisogni del presente senza compromettere le possibilità delle generazioni future di fare altrettanto, è una conquista del pensiero umano di fine millennio che mira alla qualità della vita, alla pace e ad una prosperità crescente e giusta in un ambiente pulito e salubre. Lo sviluppo sostenibile non è un idea nuova. Molte culture nella storia hanno compreso la necessità dell armonia tra ambiente, società ed economia. Di nuovo c è la formulazione di questa idea forza nel concetto globale di società industriali ed in via di sviluppo e nella consapevolezza dell esaurimento tendenziale delle risorse del pianeta. Lo sviluppo sostenibile non è perseguibile senza un profondo cambiamento degli attuali modelli di sviluppo e dei rapporti economico-sociali Le tappe fondamentali del concetto di sostenibilità. L evoluzione del concetto di sviluppo sostenibile ha avuto numerosi stadi di sviluppo, partendo dal 1972 con la Dichiarazione di Stoccolma, sino ad arrivare alla Conferenza di Johannesburg nel Il 1972 è l anno della Dichiarazione di Stoccolma. Si afferma che siamo ormai giunti ad un punto della storia in cui noi dobbiamo condurre le nostre azioni in tutto il mondo con più prudente attenzione per le loro conseguenze sull ambiente. La difesa e il miglioramento dell ambiente sono divenuti uno scopo imperativo per tutta l umanità. Particolarmente significativo in relazione al tema che ci occupa, cioè la Valutazione della variante al PRG (ora PUC), risulta l art.15 della Dichiarazione: Nella pianificazione edile e urbana occorre evitare gli effetti negativi sull ambiente, ricavandone i massimi vantaggi sociali, economici ed ecologici per tutti. V.A.S. - Rapporto preliminare per la verifica di assoggettabilità Pagina 25

26 Segue la Strategia Mondiale per la conservazione del Negli anni 80 si fa strada l esigenza di conciliare crescita economica ed equa distribuzione delle risorse in un nuovo modello di sviluppo. Il principio organizzativo di questo paradigma viene individuato nel concetto di sostenibilità dello sviluppo: un insieme di valori che interessa tutti i campi dell attività umana, in modo trasversale e in una prospettiva di lungo termine. Per affrontare le sfide di una rapida globalizzazione del mondo una coerente ed una coordinata politica ambientale deve andare di pari passo con lo sviluppo economico e l impegno sociale. Durante il Rapporto Brundtland del 1987, Gro Harem Brundtland, Presidente della Commissione Mondiale Ambiente e Sviluppo presenta, su incarico delle Nazioni Unite, il proprio rapporto e formula una efficace definizione di sviluppo sostenibile, secondo la quale: lo sviluppo che è in grado di soddisfare i bisogni della generazione presente, senza compromettere la possibilità che le generazioni future riescano a soddisfare i propri. Nella pianificazione e nei processi decisionali di governi e industrie devono essere inserite considerazioni relative a risorse e ambiente in modo da permettere una continua riduzione dell influenza che energie e risorse hanno nella crescita, incrementando l efficienza nell uso delle seconde, incoraggiandone la riduzione e il riciclaggio dei rifiuti. Nel 1992 c è la Conferenza ONU su Ambiente e Sviluppo a Rio de Janeiro. La necessità di costruire uno sviluppo sostenibile, conduce la comunità mondiale a riunirsi a Rio. Nasce la Commissione per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite CSD, con il mandato di elaborare indirizzi politici per le attività future. A Rio vengono sottoscritte due convenzioni e tre dichiarazioni: la Convenzione quadro sui cambiamenti climatici, la Convenzione quadro sulla biodiversità, Programma d azione per il XXI secolo Agenda 21, Dichiarazione per la gestione sostenibile delle foreste, Dichiarazione di Rio su ambiente e sviluppo. Nel 1993 segue il Piano d azione dell Unione Europea, per uno sviluppo durevole e sostenibile 93/99. E necessario un cambiamento radicale in tutti i settori d intervento della comunità. Esso presuppone che la tutela dell ambiente venga integrata nella definizione e nell attuazione delle altre politiche comunitarie, non solo per il bene dell ambiente, ma per il bene del progresso degli altri settori. I settori di intervento sono: industria manifatturiera, energia, trasporti, agricoltura. Nello stesso anno viene stilato il Piano d azione per lo sviluppo sostenibile in Italia. Perseguire lo sviluppo sostenibile significa ricercare un miglioramento della qualità della vita pur rimanendo nei limiti della ricettività ambientale. Sviluppo sostenibile non vuol dire bloccare la V.A.S. - Rapporto preliminare per la verifica di assoggettabilità Pagina 26

27 crescita economica anche perché, persino in alcune aree del nostro paese, l ambiente stesso è una vittima della povertà e della spirale di degrado da essa alimentata. Un piano d azione per lo sviluppo sostenibile, non deve solo promuovere la conservazione delle risorse, ma anche sollecitare attività produttive compatibili con gli usi futuri. L applicazione del concetto di sviluppo sostenibile è da un lato dinamica, ovvero legata alle conoscenze e all effettivo stato dell ambiente e degli ecosistemi e dall altro consiglia un approccio cautelativo riguardo alle situazioni e alle azioni che possono compromettere gli equilibri ambientali, attivando un processo continuo di correzione degli errori. L anno successivo ad Aalborg, in Danimarca, si tiene la Conferenza Europea sulle città sostenibili. La città è individuata come luogo prioritario di attuazione delle politiche per la sostenibilità ambientale, soprattutto in attuazione dei programmi di Agenda 21. Le città europee riconoscono il ruolo fondamentale del processo di cambiamento degli stili di vita e dei modelli di produzione, di consumo e di utilizzo degli spazi. Esse si impegnano: ad attuare l Agenda 21 a livello locale, ad elaborare piani a lungo termine per uno sviluppo durevole e sostenibile, ad avviare una campagna di sensibilizzazione. Nel 1996 a Lisbona, in Portogallo, si tiene la Seconda Conferenza Europea sulle città sostenibili. Le città si impegnano ad attuare l Agenda 21 locale, riconoscendo le proprie responsabilità nella regolamentazione della vita sociale. Viene approvato il piano d azione di Lisbona: dalla carta all azione. La Conferenza ONU sugli insediamenti umani di Istanbul del 1996 rilancia l Agenda 21 come procedimento per la programmazione delle politiche e la pianificazione del territorio. Attraverso la Dichiarazione di Istanbul e l Agenda Habitat, la conferenza di Istanbul sottolinea la necessità da parte degli Enti Locali di adottare l Agenda 21. Il 1997 è l anno del Protocollo di Kyoto per la convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Il protocollo di Kyoto è un documento redatto e approvato nel corso della Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici tenutasi in Giappone nel Nel protocollo sono indicati per ogni Paese gli impegni di riduzione e di limitazione quantificata delle emissioni di gas serra (anidride carbonica, gas metano, protossido di azoto, esafloruro di zolfo, idrofluorocarburi e perfluorocarburi). Precisamente le parti dovranno, individualmente o congiuntamente, assicurare che le emissioni antropogeniche globali siano ridotte di almeno il 5% rispetto ai livelli del 1990 nel periodo di adempimento Per il raggiungimento di V.A.S. - Rapporto preliminare per la verifica di assoggettabilità Pagina 27

28 questi obiettivi, i Paesi possono servirsi di diversi strumenti tali da intervenire sui livelli di emissione di gas a livello locale-nazionale oppure transnazionale. Lo stesso anno a New York si riunisce la XIX Sessione Speciale delle Nazioni Unite per la valutazione dello stato di attuazione dell Agenda 21. Nel 1997 si tiene il Trattato di Amsterdam. Con le modifiche introdotte nei Trattati Europei, la tutela ambientale è divenuta un principio costituzionale dell Unione Europea, ed una politica comunitaria non subordinata ma di pari livello rispetto alle altre fondamentali finalità dell UE. L art.2 del trattato afferma che: La Comunità Europea promuoverà uno sviluppo sostenibile, armonioso ed equilibrato delle attività economiche, un alto livello di occupazione e della sicurezza sociale, l eguaglianza tra donne e uomini, una crescita economica sostenibile e non inflativa un alto grado di protezione e miglioramento della qualità dell ambiente, la crescita degli standards e della qualità della vita, la solidarietà e la coesione sociale ed economica tra gli Stati membri. Grazie alla Convenzione di Aarhus del 1998, il cittadino, primo attore del processo di cambiamento, ha la possibilità di contribuire attivamente alla promozione dello sviluppo sostenibile. Per questo le pubbliche amministrazioni si impegnano ad ottimizzare le potenzialità dell intera società civile attraverso azioni di sensibilizzazione ed informazione e a promuoverne il coinvolgimento nei processi decisionali. Nel 1999 in Italia, si discute l agenda 21 locale. Oggi in Italia sono numerose le amministrazioni che, firmando la Carta di Aalborg e aderendo alla Campagna Europea città sostenibili, stanno promuovendo processi di Agenda 21 locale sul proprio territorio. Un impulso decisivo in questa direzione, viene dalla nascita del Coordinamento Nazionale Agenda 21 locale del 1999 a Ferrara, recentemente trasformato in associazione. Nel 2000 ad Hannover c è la Terza Conferenza sulle città sostenibili. Ad Hannover 250 autorità locali di 36 Paesi Europei diversi si riuniscono per valutare i risultati conseguiti e per concordare una linea d azione comune alle soglie del 21 secolo. Dichiarazione del millennio. La dichiarazione è stata adottata dalla Sessione Speciale dell Assemblea generale dell ONU. A seguito di tale Dichiarazione nel 2001, l OCSE, il Segretario dell ONU e la Banca Mondiale, hanno messo a punto gli obiettivi di sviluppo, tra cui: l adozione, entro il 2005, da parte di ogni Paese di una strategia per lo sviluppo sostenibile, per ribaltare, entro il 2015, la tendenza alla perdita di risorse ambientali. V.A.S. - Rapporto preliminare per la verifica di assoggettabilità Pagina 28

29 Nel 2001 si tiene il Sesto Piano d Azione Ambientale 2002/2010 dell Unione Europea. Al Consiglio dei Ministri dell Ambiente del giugno 2001 in Lussemburgo, è stata adottata in prima lettura, una posizione comune sul Sesto Piano di Azione per l ambiente, ed in particolare uso sostenibile delle risorse naturali e gestione dei rifiuti : garantire che il consumo di risorse rinnovabili e non rinnovabili e l impatto che esso comporta non superino la capacità di carico dell ambiente e dissociare l utilizzo di risorse dalla crescita economica migliorando sensibilmente l efficienza delle risorse, dematerializzando l economia e prevedendo la riduzione dei rifiuti. Nell'ambito del Vertice dell organizzazione mondiale del commercio di Doha, nel Katar, del 2002, viene concordata una posizione comune che costituisce la cosiddetta Dichiarazione Ministeriale. In particolare per l Ambiente, si è riaffermato l obiettivo di intraprendere un processo di sviluppo sostenibile ed è stato riproposto il principio di precauzione, cioè la possibilità di limitare l importazione di prodotti che potrebbero risultare nocivi. Nel 2002 si tiene la Strategia d Azione Ambientale per lo sviluppo sostenibile in Italia. Approvata dal CIPE la Strategia Nazionale per lo sviluppo sostenibile individua, per il prossimo decennio, i principali obiettivi per quattro aree prioritarie: clima, natura e biodiversità, qualità dell ambiente, uso sostenibile e gestione delle risorse naturali. Tra gli strumenti d azione, la strategia prevede l integrazione del fattore ambientale in tutte le politiche di settore, a partire dalla valutazione ambientale di piani e programmi. Il Vertice Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile dell ONU a Johannesburg nel 2002 rappresenta l occasione per riflettere su quanto stabilito al Summit di Rio e per realizzare gli obiettivi dello sviluppo sostenibile. Uno dei risultati più importanti del vertice è stata l adozione di un piano d azione, sottoscritto da tutti gli Stati presenti, nel quale sono stati individuati i temi chiave per il prossimo decennio. Al vertice sono state presentate una serie di iniziative volontarie di collaborazione tra governi, istituzioni, imprese e società civile per dare concretezza al piano. Infine è stata adottata una dichiarazione politica che si propone di rinnovare l impegno dei leader mondiali a favore della lotta alla povertà attraverso uno sviluppo economico svincolato dal degrado ambientale e dal consumo esasperato di risorse. L obiettivo primario del vertice è stato quello di puntare l attenzione sulle nuove sfide da affrontare per realizzare uno sviluppo sostenibile, cioè un modello di sviluppo che coniughi gli aspetti economici con quelli sociali e ambientali, in grado di assicurare una società più equa e prospera, nel rispetto delle generazioni future. V.A.S. - Rapporto preliminare per la verifica di assoggettabilità Pagina 29

30 Da una pubblicazione del 1999 di Herman Daly emerge una definizione di sviluppo sostenibile ancora più arricchita ed esauriente delle precedenti. Il nostro modo di vivere, di consumare, di comportarsi, decide la velocità del degrado antropico (misura del grado di disordine di un sistema), la velocità con cui viene dissipata l energia utile e il periodo di sopravvivenza della specie umana. Si perviene così al concetto di sostenibilità, intesa come l insieme delle relazioni tra le attività umane la loro dinamica e la biosfera, con le sue dinamiche, generalmente più lente. Queste relazioni devono essere tali da permettere alla vita umana di continuare, agli individui di soddisfare i loro bisogni e alle diverse culture umane di svilupparsi. Tuttavia le variazioni apportate alla natura dalle attività umane devono essere contenute entro certi limiti in modo tale da non distruggere il contesto biofisico globale. Se riusciremo a realizzare una economia da equilibrio sostenibile come indicato da Herman Daly, le future generazioni potranno avere almeno le stesse opportunità che la nostra generazione ha avuto. E un rapporto tra economia ed ecologia, in gran parte ancora da costruire, che passa attraverso la strada dell equilibrio sostenibile La Valutazione Ambientale Strategica per la sostenibilità. Le necessità della protezione ambientale devono essere integrate nella definizione e implementazione delle politiche e delle attività comunitarie, con l ottica di promuovere lo sviluppo sostenibile. La protezione ambientale, quindi, non va considerata come una politica settoriale, ma come un denominatore comune per tutte le politiche. All azione ambientale deve accompagnarsi un nuovo tipo d azione degli altri settori, che devono internalizzare le preoccupazioni ambientali. La Valutazione Ambientale Strategica realizza compiutamente l integrazione della dimensione ambientale nei processi di formazione delle decisioni e nella predisposizione di politiche, piani e programmi settoriali e per questo motivo può essere vista come mezzo per attuare lo sviluppo sostenibile. La richiamata Direttiva 2001/42/CE, nota come direttiva sulla VAS, si pone strettamente l obiettivo di garantire un elevato livello di protezione dell ambiente e di contribuire all integrazione di considerazioni ambientali all atto dell elaborazione di piani e programmi al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile. V.A.S. - Rapporto preliminare per la verifica di assoggettabilità Pagina 30

31 Essa richiede un approccio integrato, interattivo e intersettoriale che assicuri la partecipazione del pubblico al processo consultivo e garantisca l inserimento di obiettivi di qualità ambientale e le modalità per il loro concreto perseguimento negli strumenti di programmazione e di pianificazione infrastrutturale, territoriale e urbanistica. Il processo valutativo nell ambito della VAS, accompagnando l iter di pianificazione e programmazione, dovrà verificare la coerenza ed il contributo di politiche, piani e programmi agli obiettivi, criteri ed azioni definiti dalle Strategie di sostenibilità a tutti i livelli. Da quanto detto, emerge tutto il significato del termine Strategico : esso indica che la valutazione è realizzata ad un livello più alto rispetto alla VIA (Valutazione di Impatto Ambientale), e che si tratta di uno strumento capace di supportare efficacemente le scelte sulle politiche da intraprendere, anche in base a considerazioni ambientali. La diversità tra VAS e VIA è nel soggetto da valutare: piani e programmi per la prima, progetti di singole opere per la seconda. La VAS compendia, a monte della programmazione e della pianificazione, gli obiettivi di sostenibilità ambientale. Nella VIA ciò non risulta possibile, giacché essa interviene nella fase in cui l opera è stata già pianificata o programmata. In definitiva si comprende come la valutazione delle singole opere non sia da sola sufficiente a garantire la sostenibilità complessiva. La VIA deve essere integrata a monte con Piani e Programmi che nella loro formulazione abbiano già assunto i criteri necessari alla sostenibilità ambientale. A questo fine occorre sviluppare nuove metodologie di Valutazione Ambientale Strategica dei Piani e Programmi per andare oltre la difesa dell ambiente ed indirizzare le trasformazioni progettate verso lo sviluppo sostenibile. 9. Sintesi legislativa La normativa europea. Con la Direttiva 2001/42/CE l Unione Europea impegna i Paesi membri ad adottare procedure per la valutazione ambientale di piani e programmi che possono avere effetti significativi sull ambiente (art.3, comma 1): tra questi vi sono i PUC (art. 23 L.R. della Campania n 16 del 2004) in quanto regolamentano la destinazione dei suoli. La Direttiva 2001/42/CE, tratta la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull ambiente. L obiettivo generale della direttiva, che conviene qui ulteriormente riprendere, V.A.S. - Rapporto preliminare per la verifica di assoggettabilità Pagina 31

32 è quello di garantire un elevato livello di protezione dell ambiente e di contribuire all integrazione di considerazioni ambientali all atto dell elaborazione e dell adozione di piani e programmi al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile, assicurando che venga effettuata la valutazione ambientale di determinati piani e programmi che possono avere effetti significativi sull ambiente (art.1). La direttiva stabilisce che per valutazione ambientale s intende l elaborazione di un rapporto di impatto ambientale, lo svolgimento delle consultazioni, la valutazione del rapporto ambientale e dei risultati delle consultazioni nell iter decisionale e la messa a disposizione delle informazioni sulla decisione (art.2 comma b). L'elaborazione della valutazione ambientale è prevista per i settori: agricolo, forestale, della pesca, energetico, industriale, dei trasporti, della gestione dei rifiuti e delle acque, delle telecomunicazioni, turistico, della pianificazione territoriale e della destinazione dei suoli (art. 3 comma 2). La valutazione deve essere effettuata durante la fase preparatoria del piano o del programma ed anteriormente alla sua adozione (art.4 comma 1). La direttiva stabilisce che per rapporto ambientale si intende la parte della documentazione del piano o programma in cui siano individuati, descritti e valutati gli effetti significativi che l attuazione del piano o programma potrebbe avere sull ambiente nonché le ragionevoli alternative alla luce degli obiettivi e dell ambito territoriale del piano o programma (art.5 comma 1). Si osservi che la Direttiva prevede uno screening iniziale per decidere se il piano o programma in questione sia o meno da assoggettare a valutazione ambientale. Per fasi successive si procede a dare comunicazione al pubblico sugli esiti della verifica e di seguito a definire la portata del rapporto ambientale, il piano o programma e le ragionevoli alternative. Si valutano quindi gli effetti delle precedenti, si preseleziona il piano o programma, si stende il rapporto ambientale, e si consulta nuovamente il pubblico. All esito delle consultazioni effettuate segue la definitiva selezione del piano o programma e la procedura di approvazione. Riesaminando quanto fin qui detto, si comprende come la Direttiva ponga due vincoli principali alla valutazione: -una relativamente al campo di applicazione, ristretto ad alcuni piani e programmi; -uno di ordine temporale: il momento di applicazione della valutazione appare principalmente destinato alla fase di elaborazione dei piani e programmi e alla fase anteriore alla loro V.A.S. - Rapporto preliminare per la verifica di assoggettabilità Pagina 32

33 adozione, interessando marginalmente quello riservato al monitoraggio della fase gestionale degli stessi. V.A.S. - Rapporto preliminare per la verifica di assoggettabilità Pagina 33

34 9.2. La normativa nazionale. Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana del 29 gennaio, il decreto legislativo 16 gennaio 2008, n. 4, reca ulteriori disposizioni correttive ed integrative al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, norme in materia ambientale. In Italia, oltre al riferimento normativo sopra indicato che ha recepito la Direttiva n. 2001/42/CE, sono state emanate delle linee guida per la valutazione ambientale strategica che fanno riferimento ai fondi strutturali Le suddette linee guida sono state riportate sul supplemento del Ministero dell Ambiente, l Ambiente informa n 9 del In queste linee guida si fa riferimento allo schema cosiddetto Dpsir, caratterizzato da una struttura di relazioni causali che legano tra loro i seguenti elementi: - Determinanti (settori economici, attività umane); - Pressioni (emissioni, rifiuti, ecc.); - Stato (qualità fisiche, chimiche, biologiche); - Impatti (su ecosistemi, salute, funzioni, fruizioni, ecc.); - Risposte (politiche ambientali e settoriali, iniziative legislative, azioni di pianificazione, ecc.). Le caratteristiche del sistema così tratteggiate permettono di definire la rappresentazione dell ambiente in termini di sistema organico in modo da esprimere, a diversi livelli di sintesi, stati e qualità, pressioni, grado e entità della correlazione tra pressioni e cambiamenti. Lo schema che viene descritto nelle linee guida è riportato di seguito nella figura. V.A.S. - Rapporto preliminare per la verifica di assoggettabilità Pagina 34

35 In uno con l illustrazione dello schema Dpsir, le linee guida forniscono una prima informazione sugli indicatori da utilizzare in una Valutazione Ambientale. Un altro riferimento non espressamente normativo, ma non per questo meno importante a livello nazionale, è la Strategia d azione ambientale per lo sviluppo sostenibile in Italia. Essa individua settori dell ambiente (clima e atmosfera, natura e biodiversità, qualità dell ambiente e qualità della vita negli ambienti urbani, prelievo delle risorse e produzione di rifiuti) e per ognuno di essi la strategia per lo sviluppo sostenibile, riportando degli obiettivi generali e specifici, degli indicatori e dei target da raggiungere nel tempo. Per questo motivo essa rappresenta un eccellente punto di riferimento per chi si appresti a compiere una valutazione ambientale. Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana del 29 gennaio, il decreto legislativo 16 gennaio 2008, n. 4, reca ulteriori disposizioni correttive ed integrative al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, norme in materia ambientale. Il nuovo codice dell ambiente, così integrato, nella parte prima disposizioni comuni e principi generali, reca i principi generali che costituiscono il riferimento per la produzione normativa ambientale e sancisce che i principi ambientali possono essere modificati o eliminati soltanto mediante espressa previsione di successive leggi della Repubblica italiana, purché sia comunque sempre garantito il corretto recepimento del diritto europeo. Con questa premessa viene introdotto il principio dell azione ambientale, secondo il quale la tutela dell ambiente e degli ecosistemi naturali e del patrimonio culturale deve essere garantita da tutti gli enti pubblici e privati e dalle persone fisiche e giuridiche pubbliche o private, mediante una adeguata azione che sia informata ai principi della precauzione, dell azione preventiva, della correzione, in via prioritaria alla fonte, dei danni causati all ambiente, nonché al principio «chi inquina paga», che ai sensi dell articolo 174, comma 2, del Trattato delle Unioni Europee, regolano la politica della Comunità in materia ambientale. L emendato art. 3 del nuovo codice dell ambiente sancisce che ogni attività umana debba conformarsi al principio dello sviluppo sostenibile, al fine di garantire che il soddisfacimento dei bisogni delle generazioni attuali non possa compromettere la qualità della vita e le possibilità delle generazioni future, consentendo di individuare un equilibrato rapporto tra risorse ereditate, risorse risparmiate e quelle da trasmettere, affinché nell ambito delle dinamiche della produzione e del consumo si inserisca il principio di solidarietà, per V.A.S. - Rapporto preliminare per la verifica di assoggettabilità Pagina 35

36 salvaguardare e migliorare la qualità dell ambiente anche in futuro. Con ciò, un ruolo fondamentale è attribuito alla pubblica amministrazione che, in caso di scelta comparativa di interessi pubblici e privati, deve indirizzare la propria attività verso scelte finalizzate che consentano la migliore attuazione possibile del principio dello sviluppo sostenibile, tenendo in prioritaria considerazione gli interessi di tutela dell ambiente e del patrimonio culturale. Nella parte seconda del nuovo codice dell ambiente vengono riscritte le procedure oltre che per la valutazione ambientale strategica (VAS) che qui interessa, anche per la valutazione dell impatto ambientale (Via) e per l autorizzazione integrata ambientale (Ippc). La valutazione ambientale di piani e programmi, definita Vas (valutazione ambientale strategica), riguarda piani e programmi che possono avere impatti significativi sull ambiente e sul patrimonio culturale. Questa si sostanzia in quel processo, propedeutico all approvazione di un Piano o Programma, che prevede, nei casi di cui all art. 6 - comma 3 del D.L. 152/2006 e ss.mm.i.., la verifica di assoggettabilità attraverso l elaborazione di un rapporto ambientale preliminare. La fase di verifica di assoggettabilità, detta anche screening, è finalizzata a valutare la possibilità di applicare la VAS ai piani e ai programmi di cui all'art. 6 comma 3 del D.L. 152/2006 e s.m.i. secondo le modalità definite dall'art.12. In particolare, l art.6, comma 3 sopra richiamato che Per i piani e i programmi che determinano l uso di piccole aree a livello locale, la valutazione ambientale è necessaria qualora l autorità competente valuti che possano avere effetti significativi sull ambiente, secondo le disposizioni di cui all art. 12. L art. 12 del D.L. 152/06 come modificato, prescrive che Nel caso di Piani e Programmi di cui all art. 6, comma 3, l autorità procedente trasmette all autorità competente, su supporto cartaceo ed informatico, un rapporto preliminare, comprendente una descrizione del piano o programma e le informazioni ed i dati necessari alla verifica degli impatti significativi sull ambiante dell attuazione del piano o programma, facendo riferimento ai criteri dell allegato I del presente decreto. Come schematizzato nella figura successiva, detto Rapporto Preliminare è inviato ai soggetti competenti in materia ambientale i quali, entro trenta giorni dal ricevimento, inviano il proprio parere all'autorità Competente e a quella Procedente. L'Autorità Competente valuta, sulla base degli elementi di cui all'allegato I e tenuto conto delle osservazioni pervenute, se il Piano o Programma possa avere impatti significativi sull'ambiente V.A.S. - Rapporto preliminare per la verifica di assoggettabilità Pagina 36

37 ed emette un provvedimento di verifica assoggettando o escludendo il Piano o Programma dai successivi obblighi della procedura di VAS. Il risultato della verifica di assoggettabilità, comprese le motivazioni, deve essere reso pubblico. V.A.S. - Rapporto preliminare per la verifica di assoggettabilità Pagina 37

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