Scuola di Comunità Gruppo WELFARE E INNOVAZIONE SOCIALE. Progetto RESIDENZA SOLIDALE
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- Lorenza Scognamiglio
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1 Scuola di Comunità Gruppo WELFARE E INNOVAZIONE SOCIALE Progetto RESIDENZA SOLIDALE
2 Il problema/fabbisogno/esigenza a cui vogliamo rispondere con il progetto PEUCETIA 2020 LE VISIONI DEI QUATTRO GRUPPI SU WELFARE E INNOVAZIONE Le persone sono ritornate a popolare il paesaggio. La Peucetia è totalmente accessibile. Il ciclo dei rifiuti è chiuso nelle aziende. L'innovazione del ciclo dei rifiuti è stata affidata alle persone deboli. Molta collaborazione, che fa funzionare le reti territoriali. Burocrazia più snella e accessibile. Gli anziani sono totalmente autonomi. Giovani coppie aiutate per l acquisto e/o ristrutturazione dell abitazione. Stranieri integrati: la festa della ciliegia è organizzata da un ganese. La tecnologia è diffusa e usata da tutti. Card di Peucetia per i cittadini attivi (più sei attivo e più guadagni punti). I miei amici dell associazione bam hanno messo in piedi una rete di associazioni che rendono vivo il paese e i cartapestai collaborano con la Pro Loco. Il crouwdfounding finanzia il recupero di beni comuni attraverso le tecnologie. Vedo più servizi attivi, servizi condivisi nei condomini, bike sharing, piste ciclabili c è maggiore benessere sociale. Condivisione dei servizi per la comunità: rete sociale. Spazi comuni di condivisione per le famiglie, i bambini, i cittadini tutti. Sono sottolineati i punti interessati dal progetto
3 Il problema/fabbisogno/esigenza a cui vogliamo rispondere con il progetto PEUCETIA 2020 LA VISIONE COMUNE POSITIVA CONDIVISA SU WELFARE E INNOVAZIONE La Peucetia ha una visione circolare, unitaria e a lungo termine, perché le persone progettano con la PA: con essa curano i servizi e le politiche, sviluppando il genius loci. Le persone, dalle vite colorate, sono pienamente integrate con la Pubblica amministrazione, per un governo con il territorio. La collaborazione consapevole fra PA e cittadini garantisce l'efficacia e l'uso dei finanziamenti. Anche i servizi sono un fatto condiviso, dai cittadini e dalla PA. La programmazione è a lunga gittata. Riguarda un'identità che sa esprimersi a scale diverse. Si lavora per cambiare la mentalità e si cura il bisogno di felicità. I processi d'innovazione sono trasversali. Fra questi c'è il ciclo dei rifiuti, chiuso nelle aziende. Il riuso delle risorse è affidato ai più deboli, che sono innovatori speciali. La qualità della vita è stata innalzata, con una rete fitta, sociale e territoriale. Al centro ci sono le associazioni dei giovani. I P-Lab ne sono pieni. Le giovani coppie sono aiutate e si raccolgono fondi in modo partecipato. I più deboli sono stati pienamente inclusi e gli stranieri organizzano il Festival della Peucetia. Sono sottolineati i punti interessati dal progetto
4 Le proposte del gruppo Welfare&Innovazione Sociale
5 Le proposte del gruppo Welfare&Innovazione Sociale RESIDENZA SOLIDALE Proposta n. 1 Alloggi in affitto o concessione gratuita per varie tipologie di soggetti Proposta n. 4 Social Housing
6 Proposta n. 1 Proposta n. 1 Alloggi in affitto o concessione gratuita per varie tipologie di soggetti 1A. Alloggi per giovani e giovani coppie a canone ridotto 1B. Alloggi da ristrutturare per famiglie in emergenza abitativa 1C. Concessione ad uso gratuito di immobili ad enti senza fini di lucro
7 Per un Welfare generativo Nel 2014 è presentato pubblicamente il progetto Italia ti voglio bene. L innovativo progetto nazionale di rilancio del capitale sociale, coordinato dal Centro Antartide di Bologna, ha la finalità di incentivare gli interventi di cittadinanza attiva per il miglioramento di servizi e welfare. Gli obiettivi principali: la gestione condivisa dei beni comuni, l innovazione sociale e la cittadinanza attiva. L idea: passare da un welfare statalista, appesantito da burocrazia e necessità di autorizzazioni da parte delle amministrazioni, a un welfare più generativo, sostenuto dall impegno dei cittadini al rispetto di norme e regole vigenti, passando da un regime concessorio al riconoscimento dell impegno civile. L innovazione: il welfare sostiene il cittadino, ma non senza la sua collaborazione, trasformandolo da percettore di servizi passivo a soggetto attivo, che riceve aiuto, ma che in cambio è chiamato a dare un contributo in prima persona, a seconda dei casi e delle situazioni. Tale idea di contributo attivo, recepita in molteplici realtà nazionali all interno di progetti a sostegno delle fasce più deboli o disagiate, è alla base delle proposte qui avanzate.
8 Progetto 1A Alloggi a canone ridotto Progetto 1A Alloggi per giovani e giovani coppie a canone ridotto Il progetto si basa sull idea di offrire alloggi inutilizzati di proprietà pubblica e/o privata a canoni agevolati a giovani e/o giovani coppie in cambio di tempo da dedicare ad attività di volontariato.
9 Progetto 1A Metodologia e Attori COME Mappare gli edifici di proprietà pubblica (edilizia sociale, altro) e privata (edilizia residenziale) inutilizzati Acquisire la disponibilità dei soggetti pubblici e privati a partecipare al progetto mettendo a disposizione i propri immobili (da quantificare) Verificare lo stato degli immobili (da ristrutturare, da arredare, ecc.) Stabilire il numero degli assegnatari sulla base degli alloggi disponibili Stabilire i criteri di assegnazione: tipologia degli assegnatari: es. studenti, studenti-lavoratori, lavoratori precari età dei giovani: es. under 30 anni di convivenza/matrimonio delle giovani coppie: es. max n. 2 anni tetto del reddito: es. max 800,00 euro a persona; tipo di contratto di lavoro (stage, formazione, apprendistato, a tempo determinato, a progetto, ritenuta d acconto occasionale) Stabilire l ammontare del canone d affitto Stabilire il numero delle ore di volontariato (es. min 10 ore al mese) e il tipo di attività (attività sociali di quartiere sotto il coordinamento delle associazioni, rivolte a anziani, bambini e adulti, svolti individualmente o in gruppo: contrasto alla solitudine degli anziani soli, supporto scolastico per i bambini, ecc. ) Predisporre delle convenzioni che riportino le condizioni dell affitto da far firmare ai soggetti pubblici o privati e agli assegnatari Acquisire il numero dei soggetti potenzialmente interessati al progetto (elenchi di assegnatari di alloggi popolari, bandi pubblici, manifesti, web) Formulare la graduatoria degli assegnatari Assegnare gli alloggi Individuare le associazioni che gestiranno le ore di volontariato e coordineranno le attività a farsi (anche attraverso piattaforma web dedicata) CHI Comuni, proprietari privati, gruppo P-Lab, associazioni, eventuali finanziamenti/sponsor per opere di ristrutturazione e/o arredo se necessari
10 Progetto 1B Alloggi da ristrutturare Progetto 1B Alloggi da ristrutturare per famiglie in emergenza abitativa Il progetto prevede l assegnazione di alloggi inutilizzati di proprietà pubblica e/o privata da ristrutturare a famiglie in emergenza abitativa (con precedenza a quelle sotto sfratto), consentendo loro di ristrutturare l alloggio e di scontare il costo dei lavori dal canone d affitto.
11 Progetto 1B Metodologia e Attori COME Mappare gli edifici di proprietà pubblica (edilizia sociale, altro) e privata (edilizia residenziale) inutilizzati Acquisire la disponibilità dei soggetti pubblici e privati a partecipare al progetto mettendo a disposizione i propri immobili (da quantificare) Verificare lo stato degli immobili (manutenzione ordinaria o straordinaria) e selezionare quelli per cui si richiede manutenzione ordinaria (adeguamento impianti e minime opere di manutenzione) Stabilire il numero degli assegnatari sulla base degli alloggi disponibili Stabilire le condizioni di assegnazione: tipologia delle famiglie: sotto sfratto, nessuno dei due coniugi lavora, altro costo dei lavori da compensare con l affitto conclusione dei lavori collaudo dei lavori Predisporre delle convenzioni che riportino le condizioni dell assegnazione da far firmare ai soggetti pubblici o privati e agli assegnatari Acquisire il numero dei soggetti potenzialmente interessati al progetto (elenchi di assegnatari di alloggi popolari, bandi pubblici, manifesti, web) Formulare la graduatoria degli assegnatari Assegnare gli alloggi Verificare la fine dei lavori e il collaudo Concedere l abitabilità degli alloggi CHI Comuni, proprietari privati, imprese edil, gruppo P-Lab, associazioni
12 Progetto 1C Concessione uso gratuito Progetto 1C Concessione ad uso gratuito di immobili ad enti senza fini di lucro Il progetto riguarda la concessione in forma gratuita di immobili di proprietà pubblica e/o privata a enti senza fini di lucro, in cambio della presentazione di una proposta progettuale di utilizzo.
13 Progetto 1C Metodologia e Attori COME Mappare gli edifici di proprietà pubblica e privata inutilizzati Acquisire la disponibilità dei soggetti pubblici e privati a partecipare al progetto mettendo a disposizione i propri immobili (da quantificare) Verificare lo stato degli immobili, creare un elenco e catalogarli Stabilire il numero degli assegnatari sulla base degli immobili disponibili Stabilire le condizioni e i criteri di assegnazione: presentazione di una proposta di utilizzo dell immobile concesso tempi di concessione: es. n. 3 anni rinnovabili per altri n. 3 anni sulla base di un nuovo programma di attività attività dei soggetti partecipanti: es. attività di educazione e formazione, culturali, sportive, ecc. farsi carico di eventuali lavori di manutenzione e relative spese, dell ottenimento di eventuali permessi, ecc. presentare reports annuali sulle attività svolte altro Predisporre delle convenzioni che riportino le condizioni dell assegnazione da far firmare ai soggetti pubblici o privati e agli assegnatari Acquisire il numero dei soggetti potenzialmente interessati al progetto (elenchi di assegnatari di alloggi popolari, bandi pubblici, manifesti, web) Formulare la graduatoria degli assegnatari Assegnare gli alloggi CHI Comuni, proprietari privati, enti senza scopo di lucro (associazione, fondazione, coop. Sociale, organizzazione di volontariato, Onlus, ecc), gruppo P- Lab
14 Le sperimentazioni avviate Progetto Ospitalità solidale, Milano, 2014 A Milano, il comune sta attuando una serie di politiche che hanno l'obiettivo di sbloccare l'assegnazione di alloggi popolari da tempo sfitti. Con il progetto Ospitalità solidale (2014) sono stati selezionati n. 24 giovani tra i diciotto e i trent'anni, con reddito non superiore a euro, cui assegnare mini appartamenti (ristrutturati e arredati) a canoni agevolati in cambio di attività di vicinato sociale: 300 euro al mese in cambio di n. 10 ore di tempo solidale. A questi mini alloggi si aggiungono n. 3 spazi comuni, che saranno valorizzati per attività di vicinato solidale, finalizzate alla socializzazione e al miglioramento della qualità dell'abitare. Bando Fatevi spazio, Milano, 2014 Bando per la concessione ad uso gratuito di n. 23 unità immobiliari a enti senza fini di lucro a fronte della presentazione di una proposta progettuale di utilizzo.
15 Proposta n. 2 Proposta n. 2 Social Housing 2A. Costruzione di nuovi alloggi secondo il modello del Social Housing 2B. Riuso di edifici esistenti per residenza diffusa con servizi condivisi
16 L alloggio sociale Il Social Housing nasce agli inizi del Ventesimo secolo come risposta ai bisogni abitativi emersi con l industrializzazione e l urbanizzazione. Inizialmente si sviluppa sulla base di iniziative private, per poi rientrare più attivamente nell ambito delle politiche pubbliche dopo la Seconda Guerra Mondiale. Attualmente in molti Paesi europei si sta assistendo ad un ritorno del coinvolgimento degli attori privati. Leo de Jonge, Wandelmeent, Hilversum, NL,
17 L alloggio sociale Si afferma in particolar modo in Inghilterra, Francia, Belgio, Olanda, Svezia negli anni del dopoguerra, in risposta al problema dell emergenza abitativa causata dalla guerra. Successivamente, l aumento dei fenomeni migratori ha favorito l arrivo nelle metropoli nordeuropee di grandi masse di lavoratori stranieri, mentre la crisi di fine e inizio millennio ha determinato l innalzamento della soglia di povertà per un numero crescente di famiglie. La conseguente domanda per abitazioni a basso costo si è tradotta nell incremento di abitazioni realizzate secondo il modello del Social Housing, spesso basate su mixing policies", introdotte come strategia per ridurre la concentrazione spaziale di residenti in condizione di svantaggio e disagio sociale e per contrastarne la segregazione residenziale. Van Bergen Kolpa, Co-Housing Neighbourship, Hoogvliet, NL, 2010
18 La definizione in Europa e Italia Il CECODHAS Comitato europeo per la promozione del diritto alla casa definisce il social housing come le soluzioni abitative per quei nuclei familiari i cui bisogni non possono essere soddisfatti alle condizioni di mercato e per le quali esistono regole di assegnazione (Salonicco, Novembre 2006). In Italia, invece, si identifica come l insieme di quegli interventi di politica abitativa d interesse pubblico che vanno oltre i tradizionali confini dell edilizia residenziale pubblica e che associano agli interventi di edilizia azioni di accompagnamento sociale (Cittalia-Anci 2011).
19 Le caratteristiche del Social Housing Il Social Housing, attraverso la partecipazione e collaborazione di istituzioni, soggetti privati e non profit, svolge una funzione di interesse generale volta a promuovere la coesione sociale sul territorio, intervenendo prioritariamente su un area di disagio sociale esclusa dai benefici pubblici per i più bisognosi e al contempo non in grado di accedere al mercato. Da questa definizione emergono le tre principali caratteristiche dell housing sociale, che segnano un punto di rottura rispetto all edilizia residenziale pubblica: 1) rilevanza della dimensione sociale degli interventi; 2) area di disagio sociale non estremo, tipico di soggetti esclusi dai benefici pubblici, ma al contempo non in grado di accedere al mercato; 3) partnership pubblico-privato-non profit dei progetti.
20 La normativa nazionale Le leggi che inquadrano l housing sociale nel nostro ordinamento sono principalmente tre: 1) il Decreto Ministeriale del 22 aprile 2008; 2) il Decreto Legge n. 112/2008 (art. 11 Piano casa ), convertito poi nella Legge n. 133/2008; 3) il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 16 luglio 2009, denominato anche «Piano nazionale di edilizia abitativa»; A queste si aggiungono: il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 10 luglio 2012, trasformato nella legge Monti-Passera «Misure per lo sviluppo e la crescita sostenibile», contenente un Piano nazionale per le città finalizzato a far ripartire la riqualificazione delle aree urbane degradate e lo sviluppo di numerosi centri urbani; il Decreto Legge del 28 agosto 2013, «Disposizioni urgenti in materia di Imu, abitazioni e cassa integrazione guadagni», che dovrebbe dare un ulteriore input all edilizia sociale; le Linee Guida nazionali sull'edilizia sociale (febbraio 2015), sulla base delle quali il governo erogherà più di 400 milioni di euro per rimettere sul mercato oltre alloggi invenduti.
21 Vuoti normativi Alla normativa nazionale si aggiunge una serie di atti pubblici volti a superare i vuoti normativi in merito a riuso di spazi ed edifici dismessi, gestione condivisa di beni comuni, autocostruzione: Delibera comunale per le politiche di riuso temporaneo, Milano 30/03/2012 di Temporiuso.org Progetto Le città come beni comuni, Regolamento per l amministrazione condivisa, Bologna, 22/02/2014 di Labsus Linee guida di indirizzo per la sicurezza nei cantieri di autocostruzione ed autorecupero, Delibera Regionale del 12/03/2015 della Regione Toscana.
22 Progetto 2A Costruzione di nuovi alloggi sul modello del Social Housing Nell ultimo decennio il fenomeno dell Housing Sociale si afferma anche in Italia, prima nelle regioni del nord e solo in tempi più recenti anche nelle regioni del sud, dando origine a una serie di interessanti esperimenti progettuali e sociali, presi ad esempio anche per le proposte qui avanzate. L housing sociale può rappresentare una valida alternativa al tradizionale edificio per appartamenti, poiché ai vantaggi dei costi ridotti sia nelle vendite sia negli affitti unisce la possibilità di condividere i servizi (lavanderia, sala riunioni, deposito, giardino, raccolta differenziata, energie rinnovabili, ecc.), che nascono già integrati alla struttura dell edificio, con notevoli risparmi in termini di superfici e costi di realizzazione e di gestione. In più, consente l integrazione di soggetti diversi in micro comunità, in cui sono favorite esperienze che rafforzano il senso di identità, appartenenza e bene comune, come la collaborazione e la condivisione, indispensabili per una sana vita civile.
23 Progetto 2A Metodologia COME Individuazione delle aree da destinare a Social Housing: pubbliche o private. Criteri di ammissione e gruppi sociali interessati: modello universalistico : considera il bene abitativo di qualità dignitosa e a prezzi accessibili come una responsabilità pubblica nei confronti dell intera popolazione; a fornirlo sono società municipali o organizzazioni senza scopo di lucro; modello targeted : si basa sull assunzione che gli obiettivi delle politiche abitative siano realizzati in misura prevalente dal mercato e riconosce come beneficiarie del social housing solo quelle famiglie per le quali il mercato non è in grado di fornire un abitazione dignitosa a prezzi accessibili. Individuazione dei beneficiari: lavoratori in mobilità - studenti fuori sede - lavoratori precari - giovani single - giovani coppie - famiglie immigrate anziani - nuclei monoparentali (ragazze madri, genitori separati) - categorie tipicamente già ai margini della società (ex carcerati, ex affetti da dipendenze, ecc.) - famiglie sfrattate - city users.
24 Progetto 2A Metodologia COME Modalità di finanziamento A fronte di una disponibilità di risorse economiche ridotte dai tagli alla spesa pubblica, si ricorre sempre più spesso a finanziamenti provenienti da soggetti esterni allo Stato: accordi tra Comuni e investitori istituzionali per il recupero del patrimonio immobiliare già esistente o la realizzazione di nuovi insediamenti abitativi, anche attraverso la disponibilità di aree standard da destinare a servizi per la collettività: i Comuni mettono a disposizione l area, i soggetti istituzionali costruiscono gli immobili, che dovranno essere assegnati in locazione a canone calmierato; il Terzo settore, infine, in accordo con le amministrazioni comunali, ha il compito di gestire il patrimonio immobiliare così realizzato, fornendo altresì azioni di accompagnamento sociale (anche in termini di integrazione sociale e di affiancamento all utenza); accordi tra Comuni e settore delle costruzioni finalizzati a realizzare nuovi insediamenti abitativi, all interno dei quali si dovrà stabilire una percentuale da destinare a edilizia pubblica per le fasce deboli della popolazione.
25 Progetto 2A Attori CHI Gli operatori attivi nel settore del social housing sono responsabili di diverse attività, necessarie per l erogazione finale del servizio: la scelta del promotore incaricato della costruzione di alloggi sociali; la costruzione materiale; il finanziamento; la proprietà legale delle strutture di social housing; la loro gestione; Tra di essi si annoverano: amministrazione pubblica nazionale o locale; associazioni e fondazioni volontarie e senza scopo di lucro; società pubbliche o private senza scopo di lucro; organizzazioni cooperative; investitori privati.
26 Le sperimentazioni avviate Vrijburcht, Ijburg, Amsterdam, NL, 2007 Het Open Hijnde, Ijburg, Amsterdam, NL, 2009 Co-Housing Neighbourship, Hoogvliet, NL, 2010 Parma Social House, Parma, 2014 Cooperativa di abitanti Andria, 1975 ad oggi Progetto Cenni di FHS Fond. Housing Sociale, Milano, 2013 Progetto Zoia, Milano, 2014 Protocollo d intesa tra Comune di Bari e Regione Puglia e Arca per l acquisto immobili privati invenduti e inutilizzati da destinare all emergenza abitativa sul modello del Social Housing
27 Progetto 2B Riuso di edifici esistenti per residenza diffusa con servizi condivisi La residenza diffusa, attraverso il riuso di immobili non abitati all interno dei centri urbani, risponde da un lato alla necessità di recuperare parte del patrimonio edilizio esistente, evitando la realizzazione di nuove abitazioni e il consumo di suolo, dall altro al bisogno di individui o famiglie in condizioni di svantaggio e disagio sociale di accedere ad abitazioni a basso costo, grazie anche alla presenza di spazi per servizi condivisi. E evidente che il riuso del patrimonio edilizio esistente sia la strategia abitativa eticamente ed economicamente più sostenibile oggi, ma sarebbe utopistico pensare che questa possa completamente sostituirsi alla realizzazione di nuovi edifici residenziali, almeno non nel breve e medio periodo e per una lunga serie di ragioni.
28 Progetto 2A Metodologia COME Mappare gli edifici di proprietà pubblica (edilizia sociale, altro) e privata (edilizia residenziale) inutilizzati Acquisire la disponibilità dei soggetti pubblici e privati a partecipare al progetto mettendo a disposizione i propri immobili (da quantificare) Verificare lo stato degli immobili (manutenzione ordinaria o straordinaria) e selezionare quelli per cui si richiede manutenzione ordinaria (adeguamento impianti e minime opere di manutenzione) Stabilire quali immobili destinare a residenza e quali a servizi condivisi Individuare il tipo di servizi condivisi Stabilire il numero degli assegnatari sulla base degli alloggi disponibili Stabilire le condizioni di assegnazione Predisporre convenzioni da far firmare ai soggetti pubblici o privati e agli assegnatari Acquisire il numero dei soggetti potenzialmente interessati al progetto (elenchi di assegnatari di alloggi popolari, bandi pubblici, manifesti, web) Formulare la graduatoria degli assegnatari Assegnare gli alloggi Gestire gli spazi comuni
29 Progetto 2A Attori CHI amministrazione pubblica locale; proprietari privati; associazioni e fondazioni volontarie e senza scopo di lucro; società pubbliche o private senza scopo di lucro; organizzazioni cooperative; agenzie immobiliari altro
30 Le sperimentazioni avviate H-Lab Heesterveld, Amsterdam, NL, 2014 Village Underground London (2007) e VULisboa (2014) Milano S. Gregorio 49, condominio solidale Polmone abitativo, Milano Case per nuclei monogenitoriali, Milano Albergo sociale diffuso, Milano Social street Via Fondazza, Bologna Albergo sociale Sharing Hotel Residence, Torino Co-housing Numero zero, Torino, 2013 Residenze temporanee D Orho e Luoghi comuni, Torino Albergo diffuso Borgo Tressanti per migranti, Cerignola
31 Stakeholders CATEGORIA Assessore per l Assetto del Territorio Assessore per le Politiche Sociali Ufficio tributi (per edifici non utilizzati) Agenzie immobiliari Media Imprese edili Banche (Banca Etica) Associazioni Università CONTATTI Turi: V. Notarnicola Sindaco (urbanistica) Camposeo (LLPP) II piano Casamassima: F. Sorricaro Sammichele: V. Carbonara (delega ai LLPP) A. Mancino (assessore) Turi: G. Caldararo Casamassima: M. Diana Sammichele: G. Lotito Turi: Marinelli Casamassima: da individuare Sammichele: M. Coletta Turi: Mondo Immobiliare, (altre) Casamassima: Belviso, Patano, De Cataldo Sammichele: Immobildell, (altre) Turi: La voce del Paese (Fabrizio), Fax (Mirizzi), Il Paese (Valentini) Casamassima: La voce del Paese (Francesca, Luna, Marilena) Sammichele: La Piazza, Il Territorio Turi: Loiotila, (altre) Casamassima: da individuare Sammichele: da individuare T. Masciopinto Turi: tutte Casamassima: tutte Sammichele: tutte Prof. Francesco Manfredi, LUM
32 Chi fa parte del gruppo Referente: Laura Pavia, Architetta PhD Altri: Maria Fonsdituri, Vice presidente Ass. ITAL Barbara Pazienza Patetta, Ass. O.R.S.A Onlus Vincenzo Carenza, Soc. Virtual Tag Sas
DAR nasce nel 1991 per dare risposta a una domanda crescente di casa da parte della popolazione immigrata.
DAR=CASA Master in housing sociale e collaborativo 6 giugno 2014 Maria Chiara Cela Chiara Soletta Sara Travaglini DAR=CASA Società Cooperativa www.darcasa.org La nostra mission Dare una risposta concreta
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