Decreto dirigente struttura 27 luglio n Nuova modulistica per l iscrizione all Albo regionale degli enti di servizio civile.

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Decreto dirigente struttura 27 luglio 2015 - n. 6306 Nuova modulistica per l iscrizione all Albo regionale degli enti di servizio civile."

Transcript

1 Anno XLV N. 194 Iscritto nel registro Stampa del Tribunale di Milano (n. 656 del 21 dicembre 2010) Proprietario: Giunta Regionale della Lombardia Sede Direzione e redazione: p.zza Città di Lombardia, Milano Direttore resp.: Fabrizio De Vecchi Redazione: tel. 02/6765 int ; burl@regione.lombardia.it 31 Serie Ordinaria - Giovedì 30 luglio 2015 BOLLETTINO UFFICIALE REPUBBLICA ITALIANA SOMMARIO C) GIUNTA REGIONALE E ASSESSORI Delibera Giunta regionale 24 luglio n. X/3891 Approvazione dello schema di protocollo d intesa tra la Regione Lombardia e la Regione Lazio per l attuazione in Regione Lazio del 112 NUE - Numero Unico di Emergenza Europeo secondo il modello della centrale unica di risposta. 3 Delibera Giunta regionale 24 luglio n. X/3904 POR FESR : Asse IV, Azione IV.4.C Iniziativa per la riqualificazione energetica degli edifici pubblici di proprietà di piccoli Comuni, unioni di Comuni, Comuni derivanti da fusione e Comunità Montane. 6 Delibera Giunta regionale 24 luglio n. X/3905 Piano Energetico Ambientale Regionale: recepimento delle determinazioni dell autorità di bacino per il fiume Po in relazione alla compatibilità degli impianti idroelettrici e indicazioni relative ai procedimenti amministrativi per la realizzazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. 10 Delibera Giunta regionale 24 luglio n. X/3916 Manifestazione di favorevole volontà di intesa, ai sensi del d.p.r. 383/ Comuni di Assago (MI) e Rozzano (MI) Autostrada A7 Milano - Genova. Progetto definitivo dell intervento di riqualificazione della barriera di esazione di Milano ovest e opere connesse. 22 Delibera Giunta regionale 24 luglio n. X/3918 Conciliazione famiglia-lavoro a favore dei lavoratori impegnati in Expo Determinazioni in ordine a misure di sostegno a nuclei familiari, con particolare riguardo alle situazioni di fragilità. 26 D) ATTI DIRIGENZIALI Giunta regionale Presidenza Decreto dirigente unità organizzativa 12 febbraio n Legge dello Stato n. 190 del 23 dicembre 2014 (Legge di stabilità 2015). Riaccertamento ordinario ai fini del rendiconto 2014 dei residui attivi e passivi relativi alla politica regionale unitaria cooperazione territoriale non effettuato in occasione del riaccertamento straordinario effettuato ai sensi dell articolo 14 del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 28 dicembre 2011, pubblicato nel Supplemento Ordinario n. 285 alla Gazzetta Ufficiale n. 304 del 31 dicembre 2011» - 1 provvedimento. 51 Decreto dirigente unità organizzativa 20 luglio n Prelievo da fondo di riserva per le spese obbligatorie - 5 provvedimento anno D.G. Famiglia, solidarietà sociale, volontariato e pari opportunità Decreto dirigente struttura 27 luglio n Nuova modulistica per l iscrizione all Albo regionale degli enti di servizio civile. 63 D.G. Culture, identità e autonomie Decreto dirigente struttura 24 luglio n Progetti di ricerca applicata per la valorizzazione del patrimonio culturale lombardo rivolto alle università di Lombardia: modifica della graduatoria approvata con d.d.s. n del 29 giugno 2015 e assunzione dell impegno di spesa finanziato da fondo pluriennale vincolato su risorse vincolate di euro ,00.= a valere sul capitolo bilancio 2015 attuazione del programma operativo Ob. 2 FSE a favore di beneficiari diversi (ruolo n ) D.G. Agricoltura Decreto dirigente struttura 28 luglio n Determinazioni in merito al periodo vendemmiale e al periodo per le fermentazioni e rifermentazioni vinarie - Campagna vitivinicola 2015/

2 2 Bollettino Ufficiale Decreto dirigente struttura 28 luglio n Decreto legislativo 61 dell 8 aprile Autorizzazione attivazione riserva vendemmiale - DOCG Franciacorta - Vendemmia D.G. Commercio, turismo e terziario Decreto dirigente struttura 17 luglio n Iscrizione al Registro regionale dei direttori tecnici di agenzia di viaggio e turismo, abilitati all esercizio della professione elenco. 78 E) PROVVEDIMENTI DELLO STATO Ordinanza del Presidente della Regione Lombardia in qualità di Commissario Delegato per l emergenza sisma del 20 e 29 maggio 2012 (Decreto legge 6 giugno 2012 n. 74 convertito in legge n. 122 del 1 agosto 2012) 20 luglio n. 118 Ordinanza del Presidente della Regione Lombardia in qualità di Commissario Delegato per l emergenza sisma del 20 e 29 maggio 2012 (decreto legge 6 giugno 2012 n. 74 convertito in legge n. 122 del 1 agosto 2012) n. 13 del 20 febbraio 2013 e s.m.i. - Concessione del contributo per imprese del settore Commercio e Servizi, provvedimento n Ordinanza del Presidente della Regione Lombardia in qualità di Commissario Delegato per l emergenza sisma del 20 e 29 maggio 2012 (Decreto legge 6 giugno 2012 n. 74 convertito in legge n. 122 del 1 agosto 2012) 20 luglio n. 119 Ordinanza n. 61 del 3 ottobre 2014 e ss.mm.ii. - Modifica della denominazione di due imprese. 82 Ordinanza del Presidente della Regione Lombardia in qualità di Commissario Delegato per l emergenza sisma del 20 e 29 maggio 2012 (Decreto legge 6 giugno 2012 n. 74 convertito in legge n. 122 del 1 agosto 2012) 22 luglio n. 120 Ordinanza del Presidente della Regione Lombardia in qualità di Commissario Delegato per l emergenza sisma del 20 e 29 maggio 2012 (decreto legge 6 giugno 2012 n. 74 convertito in legge n. 122 del 1 agosto 2012) n. 13 del 20 febbraio 2013 e s.m.i. - Presa d atto delle determinazioni assunte dal SII del Settore Agricoltura e Agroindustria inerenti imprese del settore in merito a economie del finanziamento già concesso, provvedimento n Ordinanza del Presidente della Regione Lombardia in qualità di Commissario Delegato per l emergenza sisma del 20 e 29 maggio 2012 (Decreto legge 6 giugno 2012 n. 74 convertito in legge n. 122 del 1 agosto 2012) 22 luglio n. 121 Ordinanza del Presidente della Regione Lombardia in qualità di Commissario Delegato per l emergenza sisma del 20 e 29 maggio 2012 (decreto legge 6 giugno 2012 n. 74 convertito in legge n. 122 del 1 agosto 2012) n. 13 del 20 febbraio 2013 e s.m.i. - Concessione del contributo per alcune imprese Agricole e Agroindustriali, provvedimento n

3 Bollettino Ufficiale 3 C) GIUNTA REGIONALE E ASSESSORI D.g.r. 24 luglio n. X/3891 Approvazione dello schema di protocollo d intesa tra la Regione Lombardia e la Regione Lazio per l attuazione in Regione Lazio del 112 NUE - Numero Unico di Emergenza Europeo secondo il modello della centrale unica di risposta Richiamati: LA GIUNTA REGIONALE la d.c.r. n. X/78 del 9 luglio 2013 con la quale è stato approvato il Programma regionale di sviluppo della X legislatura; il protocollo di collaborazione in ambito sanitario tra Regione Lombardia e Regione Lazio, sottoscritto in data 23 luglio 2014, che tra i diversi ambiti di collaborazione, prevedeva all art. 3 quello relativo «alla metodologia di costituzione, attivazione e funzionamento del Numero Unico dell Emergenza (NUE) 112»; Visti: il protocollo d intesa tra Ministero dell Interno e Regione Lombardia, sottoscritto in data 4 luglio 2011, per l attuazione sul territorio regionale del NUE Numero Unico di Emergenza Europeo secondo il modello del Call Center Laico; la convenzione tra Ministero dell Interno e Regione Lombardia, sottoscritta in data 28 dicembre 2012, per l attuazione sul territorio regionale del Numero di Emergenza Unico europeo «112» secondo il modello del call center laico; il decreto del Ministro dell Interno del 7 ottobre 2013 di istituzione della Commissione di cui all art. 75 bis, comma 2, del decreto legislativo 10 agosto 2003, n. 259; la delibera del 13 gennaio 2015, n. 8/15/CIR dell Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, recante «Adozione del nuovo piano di numerazione nel settore delle telecomunicazioni e disciplina attuativa, che modifica ed integra il piano di numerazione di cui alla delibera n. 52/12/CIR»; il parere favorevole della Commissione di cui all art. 75 bis, comma 2, del decreto legislativo 10 agosto 2003, n. 259 nella seduta del 8 maggio 2015; Rilevato che Regione Lombardia ha realizzato sul territorio regionale il «Servizio NUE 112» secondo il modello della centrale unica di risposta tramite tre centrali uniche di risposta (Varese, Milano e Brescia); Considerato che l Azienda Regionale Emergenza Urgenza, ai sensi dell art. 8, comma 1 della legge regionale n. 33/2009, così come modificato dall art. 10, comma 7, lettera a) della legge regionale n. 11/2011, è stata individuata da Regione Lombardia quale soggetto preposto a garantire l operatività dei call center laici Numero Unico Emergenza (NUE) 112 sul territorio lombardo; Dato atto che Regione Lazio, nell ambito del sopra citato Protocollo di intesa sottoscritto il 23 luglio 2014 con la Regione Lombardia, ha chiesto con nota del Presidente Zingaretti (ns. prot. A ) di avvalersi della collaborazione dell Azienda Regionale Emergenza Urgenza lombarda (AREU) e del relativo know how e software applicativo (pubblicato nel Catalogo nazionale programmi riutilizzabili di AgID con identificativo n. 266/2015) necessari per la costituzione, l attivazione e il funzionamento del servizio; Visto il Protocollo tra Ministero dell Interno e Regione Lazio, sottoscritto in data 7 luglio 2015, per l attuazione sul territorio regionale del Numero di Emergenza Unico europeo «112» secondo il modello del call center laico; Rilevato, pertanto, l interesse di Regione Lombardia a garantire il coordinamento istituzionale necessario ai fini dell avvio del servizio secondo il modello sviluppato in Lombardia a favore della Metropoli di Roma e dei comuni limitrofi afferenti al prefisso telefonico 06; Precisato, altresì, che le modalità tecniche di tale collaborazione potranno essere definite direttamente tra la Regione Lazio e l Azienda Regionale Emergenza Urgenza - AREU, individuata quale soggetto attuatore del modello lombardo del NUE 112; Visto lo schema di Protocollo d Intesa disciplinante i termini della collaborazione tra la Regione Lombardia e la Regione Lazio, parte integrante e sostanziale del presente provvedimento; Ritenuto, quindi, di approvare il suddetto protocollo d intesa quale strumento utile per formalizzare obiettivi comuni e modalità di collaborazione che permettano la riduzione dei costi grazie all incremento dell efficienza e dell efficacia dell azione amministrativa; Dato atto che il Protocollo non comporta oneri finanziari a carico del bilancio regionale; Vista la legge regionale 7 luglio 2008, n. 20 «Testo unico delle leggi regionali in materia di organizzazione e personale», nonché i provvedimenti organizzativi della X legislatura; All unanimità dei voti espressi nelle forme di legge; DELIBERA per i motivi specificati in premessa, che qui si intendono integralmente recepiti: 1. di approvare lo schema di protocollo d intesa tra Regione Lombardia e Regione Lazio per «l attuazione in Regione Lazio del 112 nue - numero unico di emergenza europeo secondo il modello della centrale unica di risposta» - di cui all allegato «A» parte integrante e sostanziale del presente atto; 2. di dare atto che la presente deliberazione non comporta oneri a carico del bilancio regionale; 3. di pubblicare la presente deliberazione nel Bollettino Ufficiale di Regione Lombardia. Il segretario: Fabrizio De Vecchi ALLEGATO PROTOCOLLO D INTESA TRA LA REGIONE LAZIO E LA REGIONE LOMBARDIA PER L ATTUAZIONE IN REGIONE LAZIO DEL 112 NUE - NUMERO UNICO DI EMERGENZA EUROPEO SECONDO IL MODELLO DELLA CENTRALE UNICA DI RISPOSTA La Regione Lazio, rappresentata dal Presidente NICOLA ZINGARETTI e la Regione Lombardia rappresentata dal Presidente ROBERTO MARONI nel seguito congiuntamente indicati come le Parti VISTI: a) la decisione del Consiglio delle Comunità europee del 29 luglio 1991 sull introduzione di un numero unico europeo per chiamate

4 4 Bollettino Ufficiale di emergenza (91/396/CEE); b) la legge 28 luglio 1993, n. 300, recante Ratifica ed esecuzione dell accordo sullo Spazio economico europeo, con protocolli, allegati e dichiarazioni, fatto a Oporto il 2 maggio 1992, e del protocollo di adattamento di detto accordo, con allegato, firmato a Bruxelles il 17 marzo 1993, che prevede l attivazione del Numero Unico Europeo per le chiamate d Emergenza; c) la direttiva 2002/22/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 7 marzo 2002, relativa al servizio universale e ai diritti degli utenti in materia di reti e di servizi di comunicazione elettronica; d) il decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, recante Codice in materia di protezione dei dati personali ; e) la raccomandazione della Commissione europea del 25 luglio 2003 sul trattamento delle informazioni relative alla localizzazione del chiamante sulle reti di comunicazione elettronica ai fini della fornitura di servizi di chiamata di emergenza con capacità di localizzazione; f) il decreto legislativo 1 agosto 2003, n. 259, recante il Codice delle comunicazioni elettroniche e successive modifiche e integrazioni, ed in particolare l art. 75 bis, introdotto dal decreto legislativo 28 maggio 2012, n. 70, per il quale al Ministro dell Interno sono conferiti, di concerto con il Ministro dello Sviluppo economico, poteri di indirizzo e coordinamento per l individuazione e l attuazione delle iniziative volte alla piena realizzazione del Numero di Emergenza Unico Europeo, prevedendo a tal fine la possibilità di stipulare protocolli di intesa con le regioni interessate; g) il decreto 27 aprile 2006 del Ministero delle Comunicazioni, relativo all individuazione del Servizio «112» Numero Unico Europeo d Emergenza (nel seguito anche Servizio NUE 112 ) quale servizio abilitato, ai sensi e per gli effetti dell art. 127, comma 4, del soprarichiamato decreto legislativo n. 196/2003 a ricevere chiamate d emergenza provenienti dalle numerazioni 112, 113, 115, 118; h) il decreto del Ministero delle Comunicazioni del 22 gennaio 2008; i) il decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 12 novembre 2009; j) la direttiva 2009/136/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 25 novembre 2009, recante modifica della direttiva 2002/22/ CE, con particolare riguardo all art. 26; k) il protocollo d intesa tra Ministero dell Interno e Regione Lombardia, sottoscritto in data 4 luglio 2011, per l attuazione sul territorio regionale del NUE Numero Unico di Emergenza Europeo secondo il modello del Call Center Laico, di qui in avanti definito anche come Centrale Unica di Risposta; l) la convenzione tra Ministero dell Interno e Regione Lombardia, sottoscritta in data 28 dicembre 2012, per l attuazione sul territorio regionale del Numero di Emergenza Unico europeo 112 secondo il modello della Centrale Unica di Risposta; m) il protocollo d intesa tra Regione Lombardia e Regione Lazio, sottoscritto in data 23 luglio 2014, che tra l altro prevedeva all art. 3 quale ambito d intervento la metodologia di costituzione, attivazione e funzionamento del Numero Unico dell Emergenza (NUE) 112, secondo il modello della Centrale Unica di Risposta; n) il decreto del Ministro dell Interno del 7 ottobre 2013 di istituzione della Commissione di cui all art. 75 bis, comma 2, del decreto legislativo 10 agosto 2003, n. 259; o) la delibera del 13 Gennaio 2015, n. 8/15/CIR dell Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, recante Adozione del nuovo piano di numerazione nel settore delle telecomunicazioni e disciplina attuativa, che modifica ed integra il piano di numerazione di cui alla Delibera n. 52/12/CIR ; p) il parere favorevole della Commissione di cui all art. 75 bis, comma 2, del decreto legislativo 10 agosto 2003, n. 259 nella seduta del 8 maggio 2015; q) il Protocollo tra Ministero dell Interno e Regione Lazio, sottoscritto in data 7 luglio 2015, per l attuazione sul territorio regionale, in particolare nel distretto telefonico di Roma 06 e nel distretto telefonico di Frosinone, del Numero di Emergenza Unico europeo 112 secondo il modello della Centrale Unica di Risposta; PREMESSO CHE: in Italia il modello della centrale unica di risposta alle chiamate di emergenza è stato individuato dalla Commissione consultiva di cui all art. 75 bis, comma 2, del decreto legislativo 10 agosto 2003, n. 259, con atto finale del 23 giugno 2014, quale auspicabile modello di riferimento per l intero territorio nazionale; la creazione di punti di risposta integrati per tutte le chiamate di emergenza, cosiddetti PSAP di primo livello (Public Safety Answering Point di primo livello), coincidenti con la centrale unica di risposta di cui al presente Protocollo di Intesa, è stata più volte indicata dai servizi della Commissione Europea come un passo positivo per il miglioramento della capacità di risposta degli Stati membri alle emergenze; al Servizio NUE 112 secondo il modello della centrale unica di risposta è stata data attuazione in Regione Lombardia attraverso l estensione all intero territorio del Servizio NUE 112 tramite tre centrali uniche di risposta (Varese, Milano e Brescia); preventivamente all avvio del Servizio NUE 112 in Regione Lombardia è stato adottato il Disciplinare tecnico/operativo per il funzionamento di tre Call Center Laici NUE 112, documento redatto da Ministero dell Interno - Dipartimento della Pubblica Sicurezza e Dipartimento dei Vigili del Fuoco del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile, Ministero della Difesa - Comando Generale dell Arma dei Carabinieri e Regione Lombardia, con lo scopo di determinare le regole operative e le procedure da seguire da parte degli operatori del CalI Center (PSAP 1); la Regione Lazio, nell ambito del sopra citato Protocollo di intesa sottoscritto il 23 luglio 2014 con la Regione Lombardia, ha chiesto con nota del Presidente Zingaretti di avvalersi della collaborazione dell Azienda Regionale Emergenza Urgenza lombarda (A.R.E.U.) e del relativo know how e software applicativo (pubblicato nel Catalogo nazionale programmi riutilizzabili di AgID con identificativo n. 266/2015) per la costituzione, l attivazione e il funzionamento del servizio; CONVENGONO QUANTO SEGUE: Art.1 (Recepimento della premessa) 1. La premessa costituisce parte integrante e sostanziale della presente convenzione. Art. 2 (Oggetto) 1. Ai fini dell attuazione del Protocollo d intesa sottoscritto tra Ministero dell Interno e Regione Lazio per l istituzione nel territorio

5 Bollettino Ufficiale 5 regionale del Servizio NUE 112,le parti convengono di collaborare per l avvio e l implementazione del Servizio Call Center NUE 112 sul territorio della Regione Lazio, secondo il modello della Centrale Unica di Risposta. Art. 3 (Impegni) 1. Regione Lombardia attraverso l Azienda Regionale Emergenza Urgenza, quale soggetto preposto alla realizzazione del presente protocollo d intesa, concede alla Regione Lazio a titolo gratuito e non esclusivo, attraverso l istituto del diritto di riuso in modalità ASP (Applicatione Sistem Provider), l utilizzo del programma applicativo (pubblicato nel Catalogo nazionale programmi riutilizzabili di AgID con identificativo n. 266/2015) necessario per la costituzione, l attivazione e il funzionamento del servizio, nel rispetto delle procedure pubbliche previste nel Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE di cui al D.lgs. 12 aprile 2006 n. 163 e s.m.i.; 2. Regione Lazio si impegna ad adottare il modello organizzativo del Servizio Call Center NUE 112 e a corrispondere a Regione Lombardia i costi necessari per l adeguamento del sistema alle esigenze di attivazione e funzionamento del Servizio NUE 112 nel territorio individuato dalla Regione Lazio nell ambito del Protocollo sottoscritto con il Ministero dell Interno. 3. Le parti si impegnano a definire con accordo separato, per il tramite delle rispettive strutture amministrative o Aziende preposte alla realizzazione e gestione del Servizio NUE 112, i termini, le condizioni e i costi per il riuso in modalità ASP (Applicatione Sistem Provider), del programma applicativo (pubblicato nel Catalogo nazionale programmi riutilizzabili di AgID con identificativo n. 266/2015) necessario per la costituzione, l attivazione e il funzionamento del servizio nel territorio della Regione Lazio. Art. 4 (Modalità di svolgimento) 1. Al fine di regolamentare il funzionamento delle centrali uniche di risposta per il territorio della Regione Lazio, entro il 31 agosto 2015, le Parti redigono, nell ambito dei lavori della Commissione di cui all art. 75 bis, comma 2, del decreto legislativo 10 agosto 2003, n. 259, un disciplinare tecnico-operativo. Art. 5 (Oneri) 1. Sono a carico della Regione Lazio gli oneri connessi al reperimento, all allestimento e alla manutenzione delle sedi e delle strumentazioni necessarie all attivazione delle centrali uniche di risposta nonché quelli connessi al reclutamento e al conferimento del personale. 2. Sono a carico delle Amministrazioni responsabili dei centri di risposta di secondo livello, l allestimento, l adeguamento tecnologico delle rispettive centrali operative nonché l interfacciamento con la centrale unica di risposta alle chiamate di emergenza, secondo le modalità tecniche già definite per il territorio nazionale. Art. 6 (Disposizioni finali) 1. Le Parti, qualora ritenuto necessario, potranno apportare modifiche o integrazioni al presente protocollo di intesa mediante apposito atto aggiuntivo. 2. Ogni controversia relativa all interpretazione ed all esecuzione del presente protocollo viene esaminata dalle Parti. 3. Ove non sia possibile addivenire ad una bonaria composizione della controversia in un congruo termine le parti adiranno le competenti giurisdizioni. Roma, 2015 Letto, firmato Il Presidente della Regione Lazio NICOLA ZINGARETTI Il Presidente della Regione Lombardia ROBERTO MARONI

6 6 Bollettino Ufficiale D.g.r. 24 luglio n. X/3904 POR FESR : Asse IV, Azione IV.4.C Iniziativa per la riqualificazione energetica degli edifici pubblici di proprietà di piccoli Comuni, unioni di Comuni, Comuni derivanti da fusione e Comunità Montane LA GIUNTA REGIONALE Viste le direttive europee 2010/31/UE e 2012/27/UE, che promuovono la riqualificazione energetica degli edifici, al fine di contenere i relativi consumi energetici, responsabili di oltre il 40% della domanda complessiva di energia, con i conseguenti riflessi sulla qualità dell aria e sulla produzione di gas ad effetto serra; Visti: il Regolamento(UE) 1303/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 17 dicembre 2013 recante «Disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo Regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo Europeo agricolo per lo Sviluppo Rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, che abroga il Regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio; il Regolamento (UE) n. 1301/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, relativo al Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR); il Regolamento (UE) n. 651/2014 della Commissione del 17 giugno 2014 che dichiara alcune categorie di aiuti compatibili con il mercato interno in applicazione degli articoli 107 e 108 del Trattato ed in particolare i considerando 72 e 74 rispettivamente per le infrastrutture culturali e sportive; la Decisione C(2014)8021 del 29 ottobre 2014 mediante la quale la Commissione Europea ha adottato l Accordo di Partenariato (AP) con l Italia che stabilisce gli impegni per raggiungere gli obiettivi dell Unione attraverso la programmazione dei Fondi Strutturali e di Investimento Europei (SIE) e rappresenta il quadro di riferimento nell ambito del quale ciascuna regione è chiamata a declinare i propri Programmi Operativi; il Programma Operativo Regionale (POR) a valere sul Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) approvato con Decisione di Esecuzione della Commissione del 12 febbraio 2015 C(2015) 923 final; Considerato che: nell ambito del POR FESR rientra anche l Asse IV «Sostenere la transizione verso un economia a basse emissioni d carbonio»; nell Asse IV, obiettivo specifico 4.c.1 «Riduzione dei consumi energetici negli edifici e nelle strutture pubbliche o ad uso pubblico, residenziali e non residenziali e integrazioni di fonti rinnovabili», è compresa l azione IV.4.c.1.1 (4.1.1 dell AP) - Promozione dell eco-efficienza e riduzione di consumi di energia primaria negli edifici e strutture pubbliche: interventi di ristrutturazione di singoli edifici o complessi di edifici, installazione di sistemi intelligenti di telecontrollo, regolazione, gestione, monitoraggio e ottimizzazione dei consumi energetici (smart buildings) e delle emissioni inquinanti anche attraverso l utilizzo di mix tecnologici; l azione menzionata prevede di sostenere al riqualificazione energetica degli edifici pubblici e ad uso pubblico, coerentemente con il ruolo esemplare assegnatogli nell ambito della direttiva 2012/27/UE, ed in particolare quelli di proprietà degli Enti Locali; Dato atto che il piano finanziario del POR FESR prevede, a fronte di una dotazione finanziaria complessiva pari di euro ,00, una allocazione delle risorse destinate all Asse IV pari complessivamente a euro ; Viste le linee guida per gli investimenti di efficienza energetica (Draft Thematic Guidance Fiche for desk officers - Energy Efficiency Investments», 6 febbraio 2014), con la quale la Commissione europea ha chiarito che: gli interventi nel settore della riqualificazione edilizia devono rientrare nell ambito di un programma di riqualificazione integrato e pertanto il target non deve essere solo il singolo edificio in quanto tale ma un azione integrata tra più categorie di interventi (edificio-impianto); gli interventi devono essere focalizzati su investimenti di riqualificazione energetica in grado di determinare una percentuale significativa di riduzione del fabbisogno energetico rispetto alla situazione ex-ante; Rilevato che: il Programma Regionale di Sviluppo della X legislatura, approvato dal Consiglio regionale con deliberazione n. 78 del 9 luglio 2013 prevede che il risparmio dei consumi energetici e l efficienza negli utilizzi dovranno essere «il driver» della nuova programmazione energetica, coerentemente con gli indirizzi approvati dal Consiglio regionale con delibera con n. 532 del 24 luglio 2012 e con gli obiettivi comunitari indicati nel «Pacchetto Clima Energia 2020»; il Programma Energetico Ambientale Regionale approvato con d.g.r del 12 giugno 2015, strumento di programmazione strategica regionale ai sensi della l.r. 26/2003, attribuisce importanza strategica alle azioni di efficientamento del patrimonio immobiliare pubblico, indicando specificamente il patrimonio di proprietà degli Enti Locali ed i fondi POR come primario mezzo di attuazione; nel Programma integrato di interventi per la ripresa degli investimenti degli enti locali, di cui alla deliberazione della Giunta regionale n del 12 dicembre 2013, si dà atto della volontà di Regione Lombardia di destinare parte significativa delle risorse comunitarie a sostegno di progetti orientati allo sviluppo sostenibile e al risparmio energetico negli edifici pubblici; la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio riveste un importanza strategica, oltre che per ridurre le emissioni in atmosfera, anche per contenere i costi di funzionamento che gravano sui Comuni, migliorare la qualità urbana, rilanciare l occupazione nel settore edile, sviluppare impianti e materiali innovativi; i Comuni molto piccoli, pur essendo esonerati dal rispetto del Patto di Stabilità orizzontale, hanno grosse difficoltà ad avviare interventi per la riqualificazione del proprio patrimonio edilizio, a causa dell esiguità delle proprie risorse finanziarie e strumentali; a causa di queste peculiarità, risulta opportuno nell ambito del POR FESR attivare una iniziativa specifica destinata agli Enti Locali di piccole dimensioni; Ritenuto pertanto di sostenere gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici pubblici di proprietà di Comuni con popolazione sino a abitanti, finanziandoli nell ambito delle risorse destinate all Asse IV del POR FESR ; Valutato inoltre di estendere l iniziativa alle Unioni di Comuni, alle Comunità Montane ed ai Comuni nati da fusione di Comuni, in quanto presentano le medesime caratteristiche di esenzione dal Patto di Stabilità; Dato atto che il Comitato di Sorveglianza del POR FESR , istituito con d.g.r. n. X/3252 del 6 marzo 2015, nella seduta del 12 maggio 2015 ha approvato, tra gli altri, i criteri di selezione dell azione IV.4.c.1.1 (4.1.1 dell AP) - Promozione dell eco-efficienza e riduzione di consumi di energia primaria negli edifici e strutture pubbliche: interventi di ristrutturazione di singoli edifici o complessi di edifici, installazione di sistemi intelligenti di telecontrollo, regolazione, gestione, monitoraggio e ottimizzazione dei consumi energetici (smart buildings) e delle emissioni inquinanti anche attraverso l utilizzo di mix tecnologici; Visti: il decreto del Segretario Generale n. 1485/2015 «Funzioni e responsabilità in capo alle direzioni generali e centrali per l attuazione dei Programmi Operativi Regionali FESR e FSE (Fondo Sociale Europeo) e strumenti di coordinamento interno per la programmazione europea» con il quale sono definite le competenze in capo all Autorità di Gestione ed alle Direzioni Generali, nonché le Direzioni Generali responsabili dei singoli Assi di intervento; il decreto del Direttore Generale della Direzione Ambiente, energia e sviluppo sostenibile n del 12 marzo 2015 di nomina del Responsabile d Asse IV per la Direzione Generale; Ritenuto, nelle more dell approvazione del Sistema di Gestione e Controllo (SIGECO) del POR FESR , di approvare l iniziativa descritta nella scheda di cui all allegato A, parte integrante e sostanziale del presente provvedimento, dando atto che le disposizioni attuative verranno definite con decreto della Dirigente dell Unità Organizzativa Risorse Energetiche e Reti tecnologiche della Direzione Generale Ambiente, Energia e Sviluppo Sostenibile in raccordo con il Dirigente della Direzione Generale Ambiente, Energia e Sviluppo Sostenibile dell Asse IV

7 Bollettino Ufficiale 7 e con l Autorità di Gestione del POR FESR , nel rispetto dei Regolamenti comunitari; Vista la d.g.r. n del 10 ottobre 2014, che ha previsto lo stanziamento di risorse complessive pari a euro ,00 (la cui allocazione è stata modificata con il pdl assestamento di bilancio 2015/2017 in corso di approvazione in Consiglio regionale) per la realizzazione nell ambito delle azioni del POR FESR di interventi di riqualificazione edilizia degli immobili di proprietà dei Comuni sino a abitanti, ripartendole nel modo seguente: sul capitolo «POR FESR RISORSE UE - INTERVENTI PUBBLICI DI EFFICIENTAMEN- TO ENERGETICO» a valere sul bilancio 2016; sul capitolo «POR FESR RISORSE UE - INTERVENTI PUBBLICI DI EFFICIENTAMEN- TO ENERGETICO» a valere sul bilancio 2017; sul capitolo «POR FESR RISORSE STATO - INTERVENTI PUBBLICI DI EFFICIENTA- MENTO ENERGETICO» a valere sul bilancio 2016; sul capitolo «POR FESR RISORSE STATO - INTERVENTI PUBBLICI DI EFFICIENTA- MENTO ENERGETICO» a valere sul bilancio 2017; sul capitolo «POR FESR QUOTA REGIONE - INTERVENTI PUBBLICI DI EFFICIENTAMEN- TO ENERGETICO» a valere sul bilancio 2016; sul capitolo «POR FESR QUOTA REGIONE - INTERVENTI PUBBLICI DI EFFICIENTAMEN- TO ENERGETICO» a valere sul bilancio 2017; Acquisito il parere dell Autorità di Gestione del POR-FESR , con la nota Protocollo A del 17 luglio 2015; Rilevato che, fermo restando che non saranno finanziati interventi a valere su proprietà privata, l iniziativa di cui all Allegato A non costituisce aiuto di stato in quanto gli interventi di riqualificazione energetica si svolgono: su edifici pubblici ed adibiti ad uso pubblico e per attività istituzionali, indipendentemente dalla classificazione dell immobile; per quanto riguarda in specifico gli edifici pubblici dedicati ad attività sportive e culturali per il caso dei piccoli Comuni e delle Unioni di Comuni, delle Comunità Montane e dei Comuni nati da fusione di Comuni, questi risultano adibiti a: i. infrastrutture sportive e ricreative multifunzionali, il cui bacino di utenza non può che essere a rilevanza prevalentemente locale, nel rispetto del considerando 74 del Reg. 651/2014; ii. infrastrutture culturali il cui finanziamento non dà luogo a una distorsione significativa della concorrenza, nel rispetto del considerando 72 del Reg. 651/2014; A voti unanimi, espressi nelle forme di legge; DELIBERA 1. di approvare l iniziativa per la riqualificazione energetica degli edifici pubblici di proprietà di piccoli Comuni, Unioni di Comuni, Comuni derivanti da fusione e Comunità Montane, descritta nell allegato A del presente provvedimento quale parte integrante e sostanziale; 2. di demandare alla Dirigente dell Unità Organizzativa Risorse Energetiche e Reti tecnologiche della Direzione Generale Ambiente, Energia e Sviluppo Sostenibile, in raccordo con il Dirigente della Direzione Generale Ambiente, Energia e Sviluppo Sostenibile dell Asse IV e con l Autorità di Gestione del POR FESR , l emanazione dei provvedimenti attuativi del presente atto, compresa la definizione del bando; 3. di stabilire che l iniziativa di cui all Allegato A non costituisce aiuto di stato per quanto descritto in premessa; 4. di stabilire che - per garantire maggiori possibilità di partecipazione a tutti gli enti interessati - la procedura di prenotazione del contributo dovrà essere attivata dopo almeno 30 giorni dalla pubblicazione del bando; 5. di dare atto che la spesa derivante dall iniziativa di cui all Allegato A ammonta a e trova copertura nei seguenti capitoli, come previsto nel pdl assestamento 2015/2017 in corso di approvazione in Consiglio regionale: sul capitolo «POR FESR RISORSE UE - INTERVENTI PUBBLICI DI EFFICIENTAMENTO ENERGETICO» a valere sul bilancio 2016; sul capitolo «POR FESR RISORSE UE - INTERVENTI PUBBLICI DI EFFICIENTAMENTO ENERGETICO» a valere sul bilancio 2017; sul capitolo «POR FESR RISORSE STATO - INTERVENTI PUBBLICI DI EFFICIENTA- MENTO ENERGETICO» a valere sul bilancio 2016; sul capitolo «POR FESR RISORSE STATO - INTERVENTI PUBBLICI DI EFFICIENTA- MENTO ENERGETICO» a valere sul bilancio 2017; sul capitolo «POR FESR QUOTA REGIONE - INTERVENTI PUBBLICI DI EFFICIENTAMEN- TO ENERGETICO» a valere sul bilancio 2016; sul capitolo «POR FESR QUOTA REGIONE - INTERVENTI PUBBLICI DI EFFICIENTAMEN- TO ENERGETICO» a valere sul bilancio 2017; 6. di disporre la pubblicazione del presente provvedimento sul BURL, sul sito istituzionale - sezione amministrazione trasparente - in attuazione del d.lgs. n. 33/2013 e sul sito dedicato alla Programmazione Comunitaria ( Il segretario: Fabrizio De Vecchi ALLEGATO A POR FESR SCHEDA INIZIATIVA RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA EDIFICI PUBBLICI DI PROPRIETÀ DI PICCOLI COMUNI, FUSIONI E UNIONI DI COMUNI, COMUNITÀ MONTANE ASSE/AZIONE POR FESR OBIETTIVI INIZIATIVA DOTAZIONE FINANZIARIA FINALITÀ SOGGETTI BENEFICIARI Asse IV / Azione IV.4.c.1.1 (4.1.1 dell Accordo di Partenariato) Promozione dell eco-efficienza e riduzione di consumi di energia primaria negli edifici e strutture pubbliche: interventi di ristrutturazione di singoli edifici o complessi di edifici, installazione di sistemi intelligenti di telecontrollo, regolazione, gestione, monitoraggio e ottimizzazione dei consumi energetici (smart buildings) e delle emissioni inquinanti anche attraverso l utilizzo di mix tecnologici Ridurre i fabbisogni energetici e le emissioni di CO2 degli edifici pubblici di proprietà degli enti locali più deboli e non soggetti ai vincoli del patto di stabilità 7 milioni di euro Riqualificazione energetica e integrazione delle fonti energetiche rinnovabili del patrimonio edilizio pubblico con conseguente riduzione dei consumi energetici e delle emissioni di CO2 Comuni lombardi con popolazione sino a abitanti Unioni di Comuni lombardi che svolgano in forma associata la gestione del patrimonio edilizio afferente alle funzioni gestite in modo associato Comuni nati da fusione di Comuni lombardi realizzatesi a partire dall anno 2011 Comunità Montane lombarde

8 8 Bollettino Ufficiale CARATTERISTICHE DEL CONTRIBUTO MODALITÀ DI ACCESSO ALLA INIZIATIVA INTERVENTI AMMISSIBILI Contributo a fondo perduto fino al 90% delle spese dell intervento, iva compresa, fino ad un massimo di euro per ciascun intervento ammesso, erogabile in due rate. Bando a sportello, accesso in ordine cronologico fino a esaurimento delle risorse o chiusura temporale dello sportello. Progetti di riqualificazione energetica, anche mediante demolizione e ricostruzione, che consentano di migliorare le prestazioni energetiche di edifici di proprietà pubblica dotati di impianto termico, destinati all uso pubblico. Gli edifici da riqualificare dovranno appartenere alle classi energetiche peggiori (D, E, F o G) secondo il nuovo sistema di certificazione introdotto con i DM attuativi direttiva 2010/31/CE). Inoltre saranno ammessi al contributo un massimo di due edifici ubicati sul territorio di ciascun singolo comune. Sono esclusi: interventi in edifici adibiti a residenza e assimilabili; interventi di ampliamento o ricostruzione su terreni precedentemente non edificati; REQUISITI TECNICI DI AMMISSIBILITÀ interventi per la cui realizzazione sia stata già indetta la gara d appalto alla data di conferma di prenotazione del contributo regionale Gli interventi proposti dovranno: possedere il livello minimo di progettualità del progetto preliminare (come definito dall art. 93, coma 3 del d.lgs. 163/2006); essere corredati da diagnosi energetica; essere corredati da attestato di prestazione energetica dello stato di fatto dell edificio oggetto di intervento, redatto ai sensi della nuova normativa; l adeguamento dell edificio al rispetto dei requisiti minimi prestazionali previsti dai dm attuativi della direttiva 2010/31/CE (demolizione e ricostruzione, ristrutturazioni importanti); una riduzione almeno del 30% dell indice di prestazione energetica globale non rinnovabile e una riduzione almeno del 20% dell indice di prestazione energetica globale totale rispetto a quello dello stato di fatto dell edificio; escludere l alimentazione a gasolio dell impianto di climatizzazione (ad eccezione delle aree non servite dalla rete metano); escludere la trasformazione di impianti centralizzati in impianti autonomi; escludere gli impianti di climatizzazione invernale alimentati a biomassa solida, ad eccezione delle caldaie che rispettano requisiti di cui all Allegato I al dm 28 dicembre 2012, e limitatamente alle aree al di sopra dei 300 m slm (d.g.r. 7635/2008) Alla domanda devono essere allegati: DOCUMENTAZIONE RICHIESTA PER LA PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA TEMPI DEL PROCEDIMENTO progetto preliminare diagnosi energetica preventivo dei costi In esito alla verifica in ordine alla sussistenza dei requisiti richiesti dal bando e della ammissibilità dei costi preventivati, l ufficio responsabile provvederà, entro 30 giorni dalla data di protocollo della domanda stessa ed in caso di esito positivo dell istruttoria, a concedere il contributo ed a comunicare l esito dell istruttoria al richiedente. L Amministrazione Regionale si riserva la facoltà di richiedere ai soggetti richiedenti i chiarimenti e le integrazioni che si rendessero necessari, fissando i termini per la risposta, che comunque non potranno essere superiori a 15 giorni dalla data della richiesta. In tale ipotesi, i termini temporali di cui al presente comma si intendono interrotti sino alla data di ricevimento della documentazione integrativa. La mancata risposta del soggetto richiedente entro il termine stabilito costituisce causa di non ammissibilità della domanda. Sono ammesse spese a decorrere dal 1 gennaio 2014 per: Incarichi di progettazione definitiva ed esecutiva, diagnosi energetica, certificazione energetica ante e post operam, SPESE AMMISSIBILI direzione lavori, sicurezza, collaudo, retribuzione ex art. 92, comma 5, del d.lgs. 163/2006, interventi di efficientamento dei servizi di climatizzazione invernale ed estiva, di illuminazione e di trasporto (ascensori), di acqua calda sanitaria, che interessino l involucro dell edificio ed i suoi impianti tecnologici, costi polizza fideiussoria, cartellonistica su origine del finanziamento pubblico, IVA qualora non recuperabile o compensabile.

9 Bollettino Ufficiale 9 Acconto pari al 40% del contributo, erogata a scelta dell Ente Locale mediante le seguenti modalità: opzione A: alla presentazione del progetto esecutivo e fideiussione, dopo massimo 180 giorni dalla comunicazione di ammissibilità e prenotazione contributo MODALITÀ E TEMPISTICHE DI EROGAZIO- NE DEL CONTRIBUTO opzione B: ad avvenuta aggiudicazione della gara, previa presentazione del progetto esecutivo e della documentazione attestante l assegnazione del lavori, dopo massimo 360 giorni dalla comunicazione di ammissibilità e prenotazione contributo. Saldo a seguito del collaudo, previa rendicontazione delle spese sostenute, entro: 720 giorni dalla data di erogazione della prima rata, nel caso di Opzione A; UTILIZZO DEI RIBASSI D ASTA CUMULABILITÀ 540 giorni dalla data di erogazione della prima rata, nel caso di opzione B. Nel caso di opzione A, è ammesso l utilizzo dei ribassi d asta, qualora sia destinato ad integrazioni progettuali e varianti migliorative delle prestazioni energetiche del sistema edificio-impianto e delle sue pertinenze. In questo caso entro 180 giorni dall aggiudicazione della gara dovrà essere presentato a Regione Lombardia un progetto esecutivo delle opere aggiuntive che si intendono realizzare; la loro finanziabilità dovrà essere approvata dal dirigente della struttura regionale competente. I lavori dovranno essere ultimati entro 365 giorni dalla conferma di finanziabilità. E ammessa la presenza di altre forme pubbliche di contribuzione comunitarie, statali, regionali o provinciali per l intervento oggetto del contributo, purchè il cumulo dei contributi non superi l ammontare massimo delle spese ammissibili e nel rispetto dei regolamenti comunitari. In quest ultimo caso si provvederà alla rideterminazione del contributo. I richiedenti dovranno dichiarare l esistenza di altri contributi già ricevuti e diretti al medesimo intervento in fase di presentazione della domanda, specificando: - la misura di incentivazione di cui si è beneficiari; - l entità del contributo; - le voci di costo oggetto del contributo. L iniziativa non costituisce aiuto di stato in quanto gli interventi di riqualificazione energetica si svolgono: su edifici pubblici ed adibiti ad uso pubblico e per attività istituzionali, indipendentemente dalla classificazione dell immobile; REGIME DI AIUTO DI STATO per quanto riguarda in specifico gli edifici pubblici dedicati ad attività sportive e culturali, per il caso dei piccoli Comuni e delle Unioni di Comuni, delle Comunità Montane e dei Comuni nati da fusione di Comuni, questi risultano adibiti a: o o infrastrutture sportive e ricreative multifunzionali, il cui bacino di utenza non può che essere a rilevanza prevalentemente locale, nel rispetto del considerando 74 del Reg. 651/2014; infrastrutture culturali il cui finanziamento non dà luogo a una distorsione significativa della concorrenza, nel rispetto del considerando 72 del Reg. 651/2014.

10 10 Bollettino Ufficiale D.g.r. 24 luglio n. X/3905 Piano Energetico Ambientale Regionale: recepimento delle determinazioni dell autorità di bacino per il fiume Po in relazione alla compatibilità degli impianti idroelettrici e indicazioni relative ai procedimenti amministrativi per la realizzazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili LA GIUNTA REGIONALE Premesso che: con d.g.r. n del 12 giugno 2015 è stato approvato il Programma Energetico Ambientale Regionale (PEAR), individuando le aree non idonee all installazione di impianti per la produzione di energia alimentati da fonti rinnovabili; la non idoneità di cui sopra non si riferisce a tutte le tipologie impiantistiche ma solo ad alcune, mentre per altre la compatibilità viene subordinata ad un istruttoria che consideri puntualmente le caratteristiche del progetto e del sito previsto per l installazione; il punto 4 del dispositivo della suddetta delibera prevede che eventuali adeguamenti alle disposizioni del PEAR concernenti le aree non idonee siano approvati con provvedimenti della Giunta regionale; Dato atto che: il PEAR individua come aree non idonee per l installazione di impianti idroelettrici di tipo I.1 «impianti realizzati in edifici» e I.3 «impianti idroelettrici realizzati ex novo» le aree individuate dal Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico del Bacino del Fiume Po (PAI), approvato nel 2001, come «Aree interessate da esondazioni e dissesti di carattere torrentizio di pericolosità molto elevata» e «Aree a rischio idrogeologico molto elevato - Zone 1 (ambiente collinare, montano e pianura) e Zone 2 (ambiente collinare e montano); l approvazione del PEAR è stata preceduta dal processo di Valutazione Ambientale Strategica, previsto dall art. 6 del d.lgs. 152/2006, all interno del quale è stata invitata a partecipare, tra gli altri, l Autorità di Bacino del Fiume Po; la suddetta Autorità non è intervenuta nel procedimento di VAS per l approvazione del PEAR; Rilevato che: l Autorità di Bacino del Fiume Po, con deliberazione n. 10/2009 del 22 luglio 2009, ha dichiarato che gli impianti di produzione di energia da fonte idroelettrica possono essere ricompresi nelle fattispecie di cui agli art. 9, comma 5, 38 e 50 delle Norme di Attuazione del PAI, in ragione della loro finalità di interesse pubblico e dell assimilabilità ad infrastrutture lineari; l inclusione degli impianti idroelettrici nelle fattispecie indicate nei suddetti articoli comporta la possibilità della loro realizzazione; Considerate le motivazioni addotte dall Autorità di Bacino del Fiume Po e il fatto che la possibilità di autorizzare la realizzazione di tali impianti resta comunque subordinata all esito di una specifica istruttoria; Ritenuto opportuno recepire la determinazione dell Autorità di Bacino del fiume Po e, conseguentemente, adeguare le prescrizioni del PEAR relative alle «aree non idonee» a quanto previsto nella deliberazione n. 10/2009, riconoscendo che gli impianti idroelettrici citati possono essere ricondotti alla tipologia degli «impianti istruibili», per i quali si demanda ad una specifica istruttoria la verifica di compatibilità con le caratteristiche idrogeologiche, geomorfologiche e ambientali dell area interessata; Ritenuto altresì opportuno fornire indicazioni in relazione alle istanze riferite a impianti di produzione di energia alimentati da fonti rinnovabili presentate presso le Autorità competenti alla data di entrata in vigore del PEAR pubblicato sul BURL il 2 luglio 2015; Tenuto conto dell impostazione espressa nel PEAR circa le aree non idonee all installazione di impianti di energia alimentati da fonti rinnovabili che si sostanzia nella volontà di rendere consapevoli gli interessati prima della presentazione delle istanze di costruzione, installazione ed esercizio degli impianti alimentati da fonti rinnovabili, distinguendo e quindi individuando preliminarmente aree e siti non idonei da quelli ove l Autorità competente potrà procedere nell istruttoria delle richieste; Ritenuto quindi che prima del 2 luglio 2015 gli investitori non potevano avere consapevolezza delle limitazioni stabilite dal PE- AR rispetto alla non istruibilità delle istanze già presentate; Ritenuto pertanto di applicare l indirizzo del PEAR di non istruibilità con riferimento alle istanze presentate successivamente alla data del 2 luglio 2015; A voti unanimi espressi nelle forme di legge; DELIBERA 1. di recepire le determinazioni assunte dall Autorità di Bacino del Fiume Po con deliberazione n. 10/2009 e, conseguentemente, di adeguare le prescrizioni del PEAR relative alle «Aree interessate da esondazioni e dissesti di carattere torrentizio di pericolosità molto elevata (EE), Conoidi attivi (CA)» e alle «Aree a rischio idrogeologico molto elevato - Zona 1 e Zona 2» come da allegati 1 e 2, parti integranti e sostanziali del presente provvedimento; 2. di disporre che le istanze per la realizzazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili presentati alle Autorità competenti in data antecedente all entrata in vigore del PEAR, avvenuta il 2 luglio 2015, siano considerate istruibili sulla base delle disposizioni vigenti prima della suddetta data, per ciò che attiene all individuazione delle aree definite «non idonee» dal PEAR; 3. di pubblicare il presente provvedimento sul Bollettino Ufficiale di Regione Lombardia. Il segretario: Fabrizio De Vecchi

11 Bollettino Ufficiale 11 ALLEGATO 1 PROGRAMMA ENERGETICO AMBIENTALE REGIONALE - STRALCIO RELATIVO ALLE AREE NON IDONEE ALLA REALIZZAZIONE DI IMPIANTI IDROLETTRICI AREE INTERESSATE DA DISSESTO IDRAULICO E IDROGEOLOGICO PER LA PARTE COLLINARE E MONTANA (ART. 9 N.T.A. DEL P.A.I.) Aree interessate da esondazioni e dissesti di carattere torrentizio di pericolosità molto elevata (Ee), conoidi attivi (Ca) IMPIANTI NON IDONEI impianti fotovoltaici di tipologia da F.1.7 a F.1.14 e da F.1.22 a F.1.29 da installarsi sugli edifici a qualsiasi destinazione d uso; impianti fotovoltaici di tipologia F.2.6, F.2.7, da F.9 a F.2.11 in quanto la loro installazione richiede la costruzione di strutture accessorie e pertanto in contrasto con il divieto di edificazione indicato nell art. 9 comma 5 delle N.T.A. del P.A.I.; impianti fotovoltaici di tipologia da F.3.3 a F.3.13; impianti alimentati da biogas e/o syngas di tipologia da B.1.3, B.1.4, B.1.6, B.1.7 e impianti alimentati da biomasse liquide e/o solide di tipologia B.2.3, B.2.4, B.2.6, B.2.7; impianti eolici di tipologia da E.2.1 a E.3.3; impianti geotermoelettrici di tipologia G.2.1. Motivazione Si indicano non idonei gli impianti fotovoltaici di tipologia da F.1.7 a F.1.14 e da F.1.22 a F.1.29 in quanto le modalità di installazione di tali tipologie impiantistiche su edifici determina una modifica della sagoma dell edificio che si ritiene non accettabile. L art. 9 comma 5 delle N.T.A. del P.A.I. sono consentiti gli interventi di manutenzione straordinaria. Per manutenzione straordinaria si intendono gli interventi individuati dall art. 27 comma 1 lett. b) della LR 12/2005. Si indicano quindi come non idonei le tipologie di impianti che richiedono la costruzione di edifici di contenimento e/o di strutture su cui tali impianti vengono installati. IMPIANTI ISTRUIBILI impianti fotovoltaici di tipologia da F.1.1 a F.1.6, da F.1.15 a F.1.21 da installarsi sugli edifici a qualsiasi destinazione d uso, compresi gli edifici adibiti all esercizio delle attività agricole e agro-silvo-pastorali, impianti di tipologia da F.1.30 a F.1.35, da F.2.1 a F.2.5, F.2.8, da F.2.12 a F.2.15 da installarsi sulle pertinenze di detti edifici in quanto le caratteristiche costruttive permettono di soddisfare la definizione di integrazione architettonica indicata nel paragrafo 3 del presente documento; impianti fotovoltaici installati al suolo di tipologia F.3.1, F.3.2; impianti alimentati da biogas e/o syngas di tipologia B.1.1, B.1.2, B.1.5, e impianti alimentati da biomasse liquide e/o solide di tipologia B.2.1, B.2.2, B.2.5 in quanto installabili all interno di edifici ; impianti eolici di tipologie da E.1.1 a E.1.3; impianti idroelettrici di qualsiasi tipologia; impianti geotermoelettrici di tipologia G.1.1, G.1.2.

12 12 Bollettino Ufficiale AREE A RISCHIO IDROGEOLOGICO MOLTO ELEVATO (ARTT. 49, 50 E 51 N.T.A. DEL P.A.I.) Zona 1 per aree a rischio molto elevato in ambiente collinare e montano e nelle aree di pianura IMPIANTI NON IDONEI Impianti fotovoltaici da F.1.7 a F.1.14 e da F.1.22 a F.1.29 da installarsi su edifici a qualsiasi destinazione d uso, impianti di tipologia F.2.6, F.2.7 da installarsi sulle pertinenze di detti edifici o su strutture accessorie; impianti fotovoltaici da installarsi al suolo di tipologia da F.3.3 a F.3.13; impianti alimentati da biogas e/o syngas di tipologia B.1.3, B.1.4, B.1.6, B.1.7e impianti alimentati da biomasse liquide e/o solide di tipologia B.2.3, B.2.4, B.2.6, B.2.7; impianti eolici di tipologia da E.2.1 a E.3.3; impianti geotermoelettrici di tipologia G.2.1. Motivazione Si indicano non idonei gli impianti fotovoltaici di tipologia da F.1.7 a F.1.14 e da F.1.22 a F.1.29 in quanto le modalità di installazione di tali tipologie impiantistiche su edifici determina una modifica della sagoma dell edificio che si ritiene non accettabile. Gli artt. 50 comma 1 e 51 comma 3 delle N.T.A. del P.A.I. indicano come esclusivamente consentiti nelle aree a rischio idrogeologico molto elevato gli interventi di demolizione senza ricostruzione o gli interventi di manutenzione ordinaria di edifici. Ne consegue che non possono essere realizzati nuovi edifici o manufatti, connessi o non connessi ad edifici (pensiline di parcheggi, serre). Ne consegue che gli impianti fotovoltaici che non siano installati su edifici, compresi gli impianti installati al suolo, sono indicati come non idonei. Per la medesima motivazione si indicano come non idonei gli impianti alimentati a biomasse che presuppongano la costruzione di nuovi edifici di contenimento o gli interventi di manutenzione straordinaria o di ristrutturazione edilizia, compresa la demolizione e ricostruzione parziale, come definiti dall art. 27 comma 1 lett. b), d) della LR 12/2005. Ancora si indicano come non idonei gli impianti geotermoelettrici di tipologia G.2.1 perché le caratteristiche tecnologiche degli impianti comportano la costruzione di opere civili per costruzione dell impiantistica per le reti di trasporto del fluido e della centrale di produzione. IMPIANTI ISTRUIBILI Impianti fotovoltaici di tipologia da F.1.1 a F.1.6, da F.1.15 a F.1.21 da installarsi su edifici a qualsiasi destinazione d uso, compresi gli edifici adibiti all esercizio delle attività agricole e agro-silvo-pastorali, impianti di tipologia da F.1.30 a F.1.35, impianti di tipologia F.2.1, F.2.2, F.2.3, F.2.4, F.2.5, F.2.8, F.2.9, da F.2.12 a F.2.15 da installarsi sulle pertinenze di detti edifici in quanto le caratteristiche costruttive permettono di soddisfare la definizione di integrazione architettonica indicata nel paragrafo 3 del presente documento; impianti alimentati da biogas e/o syngas di tipologia B.1.1, B.1.2, B.1.5 e impianti alimentati da biomasse liquide e/o solide di tipologia B.2.1, B.2.2, B.2.5 in quanto le caratteristiche tecnologiche permettono la loro installazione all interno di edifici rispettando il requisito della manutenzione straordinaria; impianti idroelettrici di qualsiasi tipologia, ai sensi della deliberazione dell Autorità di Bacino del Fiume Po della seduta del , n. 10/2009; impianti geotermoelettrici di tipologia G.1.1, G.1.2 in quanto le caratteristiche tecnologiche ne permettono l installazione all interno di edifici.

13 Bollettino Ufficiale 13 ZONA 2 PER AREE A RISCHIO IDROGEOLOGICO MOLTO ELEVATO IN AMBIENTE COLLINARE E MONTANO IMPIANTI NON IDONEI Impianti fotovoltaici da F.1.7 a F.1.14 e da F.1.22 a F.1.29 da installarsi su edifici a qualsiasi destinazione d uso, impianti di tipologia F.2.6, F.2.7, da F.2.12 a F.2.15 da installarsi sulle pertinenze di detti edifici o su strutture; impianti fotovoltaici installati al suolo di tipologia da F.3.3 a F.3.13; impianti alimentati da biogas e/o syngas di tipologia B.1.3, B.1.4, B.1.6, B.1.7 e impianti alimentati da biomasse liquide e/o solide di tipologia B.2.3, B.2.4, B.2.6, B.2.7; impianti eolici di tipologia da E.2.1 a E.3.3; impianti geotermoelettrici di tipologia G.2.1. Motivazione Si indicano non idonei gli impianti fotovoltaici di tipologia da F.1.7 a F.1.14 e da F.1.22 a F.1.29 in quanto le modalità di installazione di tali tipologie impiantistiche su edifici determina una modifica della sagoma dell edificio che si ritiene non accettabile. L art. 50 comma 3 delle N.T.A. del P.A.I. indica come esclusivamente consentiti nelle aree interessate da rischio idrogeologico molto elevato gli interventi di ristrutturazione edilizia e gli interventi di ampliamento di edifici. Ne consegue che non possono essere realizzati nuovi edifici o manufatti, connessi o non connessi ad edifici (pensiline di parcheggi, serre). Ne consegue che gli impianti fotovoltaici che non siano installati su edifici, compresi gli impianti installati al suolo, sono indicati come non idonei. Per la medesima motivazione si indicano come non idonei gli impianti alimentati a biomasse che presuppongano la costruzione di nuovi edifici di contenimento. Ancora si indicano come non idonei gli impianti geotermoelettrici di tipologia G.2.1 perché le caratteristiche tecnologiche degli impianti comportano la costruzione di opere civili per costruzione dell impiantistica per le reti di trasporto del fluido e della centrale di produzione. IMPIANTI ISTRUIBILI Impianti fotovoltaici di tipologia da F.1.1 a F.1.6, da F.1.15 a F.1.21 da installarsi su edifici a qualsiasi destinazione d uso, compresi gli edifici adibiti all esercizio delle attività agricole e agro-silvo-pastorali, impianti di tipologia da F.1.30 a F.1.35, impianti di tipologia F.2.1, F.2.2, F.2.3, F.2.4, F.2.5, F.2.8, F.2.9, F.2.10, F.2.11 installati sulle pertinenze di detti edifici in quanto le caratteristiche costruttive permettono di soddisfare la definizione di integrazione architettonica indicata nel paragrafo 3 del presente documento; impianti alimentati da biogas e/o syngas di tipologia B.1.1, B.1.2, B.1.5 e impianti alimentati da biomasse liquide e/o solide di tipologia B.2.1, B.2.2, B.2.5 in quanto le caratteristiche tecnologiche ne permettono l installazione all interno di edifici rispettando il requisito della manutenzione straordinaria; impianti eolici di tutte le tipologie; impianti idroelettrici di qualsiasi tipologia, ai sensi della deliberazione dell Autorità di Bacino del Fiume Po della seduta del , n. 10/2009; impianti geotermoelettrici di tipologia G.1.1, G.1.2 in quanto le caratteristiche tecnologiche ne permettono l installazione all interno di edifici.

14 14 Bollettino Ufficiale ZONA B-PR IMPIANTI NON IDONEI Impianti fotovoltaici da F.1.7 a F.1.14 e da F.1.22 a F.1.29 da installarsi sugli edifici a qualsiasi destinazione d uso; impianti fotovoltaici da installarsi al suolo di tipologia da F.3.3 a F.3.13; impianti alimentati da biogas e/o syngas di tipologia B.1.3, B.1.4, B.1.6, B.1.7 e impianti alimentati da biomasse liquide e/o solide di tipologia B.2.3, B.2.4, B.2.6, B.2.7; impianti geotermoelettrici di tipologia G.2.1. Motivazione Si indicano non idonei gli impianti fotovoltaici di tipologia da F.1.7 a F.1.14 e da F.1.22 a F.1.29 in quanto le modalità di installazione di tali tipologie impiantistiche su edifici determina una modifica della sagoma dell edificio che si ritiene non accettabile. L art. 51 delle N.T.A. del P.A.I. indica come esclusivamente consentiti nelle aree del reticolo idrografico principale e secondario di pianura interessate da rischio idrogeologico molto elevato gli interventi di ristrutturazione edilizia e gli interventi di ampliamento di edifici. Ne consegue che, al di fuori delle attività agricole, non possono essere realizzati nuovi edifici o manufatti, connessi o non connessi ad edifici (pensiline di parcheggi). Ne consegue che gli impianti fotovoltaici che per la loro installazione richiedono la costruzione di manufatti sono indicati come non idonei. Gli impianti installati al suolo sono indicati non idonei perché la loro realizzazione implica l esecuzione di sbancamenti, livellamenti di terreno. Per la medesima motivazione si indicano come non idonei gli impianti alimentati a biomasse che presuppongano la costruzione di nuovi edifici di contenimento. Inoltre si indicano come non idonei gli impianti alimentati da biogas, syngas, biomassa costituiti anche parzialmente da rifiuti, in quanto la loro realizzazione è in contrasto con i criteri indicati nel Programma Regionale Gestione rifiuti. Ancora si indicano come non idonei gli impianti geotermoelettrici di tipologia G.2.1 perché le caratteristiche tecnologiche degli impianti comportano la costruzione di opere civili per costruzione dell impiantistica per le reti di trasporto del fluido e della centrale di produzione. IMPIANTI ISTRUIBILI Impianti fotovoltaici di tipologia da F.1.1 a F.1.6, da F.1.15 a F.1.21 da installarsi sugli edifici a qualsiasi destinazione d uso, compresi gli edifici adibiti all esercizio delle attività agricole e agro-silvo-pastorali, impianti di tipologia da F.1.30 F.1.35, da F.2.1, F.2.2, F.2.3, F.2.4, F.2.5, F.2.6, F.2.7, F.2.8, F.2.9, F.2.10, F.2.11, da F.2.12 a F.2.15 da installarsi sulle pertinenze di detti edifici in quanto le caratteristiche costruttive permettono di soddisfare la definizione di integrazione architettonica indicata nel paragrafo 3 del presente documento; impianti alimentati da biogas e/o syngas di tipologia B.1.1, B.1.2, B.1.5 e impianti alimentati da biomasse liquide e/o solide di tipologia B.2.1, B.2.2, B.2.5 in quanto le caratteristiche tecnologiche ne permettono l installazione all interno di edifici rispettando il requisito della manutenzione straordinaria; impianti eolici di tutte le tipologie, ai sensi della deliberazione dell Autorità di Bacino del Fiume Po della seduta del , n. 10/2009; impianti idroelettrici di qualsiasi tipologia, in quanto per le caratteristiche tecnologiche (installazione all interno di edifici ) l utilizzo idraulico per fini idroelettrici avviene su infrastrutture idrauliche e senza modificazioni significative del regime idraulico nei corpi idrici naturali; impianti geotermoelettrici di tipologia G.1.1, G.1.2 in quanto le caratteristiche tecnologiche ne permettono l installazione all interno di edifici.

15 Bollettino Ufficiale 15 ALLEGATO 2 GLOSSARIO FOTOVOLTAICO COLLOCAZIONE TIPOLOGIA CARATTERISTICHE POTENZA PROVVEDIME NTO AUTORIZZATIV CODICE O (1) Impianto aderente o integrato nel tetto dell'edificio, realizzato su edificio non ricadente nel campo di Tutti i casi. applicazione del D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 e s.m.i. nessuna soglia CEL F.1.1 (Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio). Impianto realizzato su edificio sito al di fuori della zona A) di cui al Decreto del Ministro per i Lavori Pubblici 2 aprile 1968, n nessuna soglia CEL F.1.2 Su edificio Tetti piani (anche con integrazione architettonica) Tetti a falda Tetti non piani / non a falda (anche con integrazione architettonica) Frangisole Pergole Tettoie Sostituzione elementi architettonici Altri impianti su pertinenze di edifici Pensiline Impianto per cui la superficie complessiva dei moduli fotovoltaici non è superiore a quella del tetto dell'edificio sul quale i moduli sono collocati. Impianto per cui la superficie complessiva dei moduli fotovoltaici è superiore a quella Tutti i casi. del tetto dell'edificio sul quale i moduli sono collocati. Impianto realizzato su edificio industriale sito all'interno della zona A) di cui al Decreto del Ministro per i Lavori Pubblici 2 aprile 1968, n. 1444, per il quale l'intervento non alteri i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari, non comporti modifiche delle destinazioni di uso, non riguardi le parti Impianto non aderente o non integrato nel tetto strutturali, non comporti aumento del numero delle unità immobiliari e non implichi incremento dei dell'edificio, oppure aderente o integrato nel tetto di un parametri urbanistici. edificio ricadente nel campo di applicazione del D.Lgs. 22 Impianto realizzato su edificio industriale sito all'interno della zona A) di cui al Decreto del Ministro gennaio 2004, n. 42 e s.m.i. (Codice dei Beni Culturali e del per i Lavori Pubblici 2 aprile 1968, n. 1444, per il quale l'intervento alteri i volumi o le superfici delle Paesaggio). singole unità immobiliari o comporti modifiche delle destinazioni di uso o riguardi le parti strutturali o comporti aumento del numero delle unità immobiliari o implichi incremento dei parametri urbanistici. Impianto realizzato su edificio non industriale sito all'interno della zona A) di cui al Decreto del Ministro per i Lavori Pubblici 2 aprile 1968, n Impianto realizzato su edificio sito al di fuori della zona A) di cui al Decreto del Ministro per i Lavori Pubblici 2 aprile 1968, n Impianto realizzato su edificio industriale sito all'interno della zona A) di cui al Decreto del Ministro per i Lavori Pubblici 2 aprile 1968, n. 1444, per il quale l'intervento non alteri i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari, non comporti modifiche delle destinazioni di uso, non riguardi le parti strutturali, non comporti aumento del numero delle unità immobiliari e non implichi incremento dei parametri urbanistici. Impianto realizzato su edificio industriale sito all'interno della zona A) di cui al Decreto del Ministro per i Lavori Pubblici 2 aprile 1968, n. 1444, per il quale l'intervento alteri i volumi o le superfici delle singole unità immobiliari o comporti modifiche delle destinazioni di uso o riguardi le parti strutturali o comporti aumento del numero delle unità immobiliari o implichi incremento dei parametri urbanistici. Impianto realizzato su edificio non industriale sito all'interno della zona A) di cui al Decreto del Ministro per i Lavori Pubblici 2 aprile 1968, n Impianto aderente o integrato nel tetto dell'edificio, con la stessa inclinazione e lo stesso orientamento della falda e i cui componenti non modificano la sagoma dell'edificio stesso, realizzato su edificio non ricadente nel campo di applicazione del D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 e s.m.i. (Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio). Impianto realizzato su edificio sito al di fuori della zona A) di cui al Decreto del Ministro per i Lavori Pubblici 2 aprile 1968, n Impianto realizzato su edificio industriale sito all'interno della zona A) di cui al Decreto del Ministro Impianto per cui la superficie complessiva dei moduli fotovoltaici non è superiore a quella del tetto dell'edificio sul quale i moduli sono collocati. Impianto non aderente o non integrato nel tetto per i Lavori Pubblici 2 aprile 1968, n. 1444, per il quale l'intervento non alteri i volumi e le superfici dell'edificio, o con differente inclinazione o differente delle singole unità immobiliari, non comporti modifiche delle destinazioni di uso, non riguardi le parti orientamento della falda, oicui componenti modificano la strutturali, non comporti aumento del numero delle unità immobiliari e non implichi incremento dei sagoma dell'edificio stesso, oppure aderente o integrato nel parametri urbanistici. tetto di un edificio ricadente nel campo di applicazione del Impianto realizzato su edificio industriale sito all'interno della zona A) di cui al Decreto del Ministro Impianto per cui la superficie complessiva dei moduli fotovoltaici è superiore a quella Tutti i casi. del tetto dell'edificio sul quale i moduli sono collocati. Impianto realizzato su strutture accessorie, poste a copertura di parcheggi o percorsi pedonali: - non realizzate in ampi spazi aperti, oppure D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 e s.m.i. (Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio). Tutti i casi. 200 kwe CEL F.1.3 > 200 kwe PAS F.1.4 nessuna soglia PAS F.1.5 nessuna soglia PAS F kwe CEL F.1.7 > 200 kwe AU F kwe CEL F.1.9 > 200 kwe AU F.1.10 < 20 kwe PAS F kwe AU F.1.12 < 20 kwe PAS F kwe AU F.1.14 Tutti i casi. nessuna soglia CEL F.1.15 per i Lavori Pubblici 2 aprile 1968, n. 1444, per il quale l'intervento alteri i volumi o le superfici delle singole unità immobiliari o comporti modifiche delle destinazioni di uso o riguardi le parti strutturali o comporti aumento del numero delle unità immobiliari o implichi incremento dei parametri urbanistici. Impianto realizzato su edificio non industriale sito all'interno della zona A) di cui al Decreto del Ministro per i Lavori Pubblici 2 aprile 1968, n Impianto realizzato su edificio sito al di fuori della zona A) di cui al Decreto del Ministro per i Lavori Pubblici 2 aprile 1968, n Impianto realizzato su edificio industriale sito all'interno della zona A) di cui al Decreto del Ministro per i Lavori Pubblici 2 aprile 1968, n. 1444, per il quale l'intervento non alteri i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari, non comporti modifiche delle destinazioni di uso, non riguardi le parti strutturali, non comporti aumento del numero delle unità immobiliari e non implichi incremento dei parametri urbanistici. Impianto realizzato su edificio industriale sito all'interno della zona A) di cui al Decreto del Ministro per i Lavori Pubblici 2 aprile 1968, n. 1444, per il quale l'intervento alteri i volumi o le superfici delle singole unità immobiliari o comporti modifiche delle destinazioni di uso o riguardi le parti strutturali o comporti aumento del numero delle unità immobiliari o implichi incremento dei parametri urbanistici. Impianto realizzato su edificio non industriale sito all'interno della zona A) di cui al Decreto del Ministro per i Lavori Pubblici 2 aprile 1968, n Impianto realizzato su edificio sito al di fuori della zona A) di cui al Decreto del Ministro per i Lavori Pubblici 2 aprile 1968, n Impianto realizzato su edificio industriale sito all'interno della zona A) di cui al Decreto del Ministro per i Lavori Pubblici 2 aprile 1968, n. 1444, per il quale l'intervento non alteri i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari, non comporti modifiche delle destinazioni di uso, non riguardi le parti strutturali, non comporti aumento del numero delle unità immobiliari e non implichi incremento dei parametri urbanistici. Impianto realizzato su edificio industriale sito all'interno della zona A) di cui al Decreto del Ministro per i Lavori Pubblici 2 aprile 1968, n. 1444, per il quale l'intervento alteri i volumi o le superfici delle singole unità immobiliari o comporti modifiche delle destinazioni di uso o riguardi le parti strutturali o comporti aumento del numero delle unità immobiliari o implichi incremento dei parametri urbanistici. Impianto realizzato su edificio non industriale sito all'interno della zona A) di cui al Decreto del Ministro per i Lavori Pubblici 2 aprile 1968, n Impianto realizzato su pensiline site al di fuori della zona A) Impianto aderente o integrato nelle coperture delle pensiline. di cui al decreto del Ministro per i lavori pubblici 2 aprile 1968, n Impianto non aderente o non integrato nelle coperture delle pensiline. 200 kwe CEL F.1.16 > 200 kwe PAS F kwe CEL F.1.18 > 200 kwe PAS F.1.19 nessuna soglia PAS F.1.20 nessuna soglia PAS F kwe CEL F.1.22 > 200 kwe AU F kwe CEL F.1.24 > 200 kwe AU F.1.25 < 20 kwe PAS F kwe AU F.1.27 < 20 kwe PAS F kwe AU F kwe CEL F.1.30 > 200 kwe PAS F kwe CEL F.1.32 > 200 kwe PAS F.1.33 nessuna soglia PAS F.1.34 nessuna soglia PAS F Mwe CEL F.2.1 > 1 Mwe PAS F kwe CEL F.2.3 > 200 kwe PAS F realizzate in ampi spazi aperti, anche con destinazione agricola, le quali risultino Impianto realizzato su pensiline site all'interno della zona A) collegate e funzionali a strutture ad uso pubblico o ad edifici con qualsiasi destinazione di cui al decreto del Ministro per i lavori pubblici 2 aprile Tutti i casi. d uso. 1968, n nessuna soglia PAS F.2.5 Impianto realizzato su strutture accessorie, poste a copertura di parcheggi o percorsi pedonali, realizzate in ampi spazi aperti, anche con destinazione agricola, le quali non Tutti i casi. risultino collegate e funzionali a strutture ad uso pubblico o ad edifici con qualsiasi destinazione d uso. Tutti i casi. < 20 kwe PAS F kwe AU F.2.7 Altri manufatti Serre Impianto aderente o integrato nella copertura o nelle pareti delle serre, con la stessa inclinazione e lo stesso orientamento della copertura o delle pareti e i cui componenti non modificano la sagoma della serra stessa, realizzato su serre non ricadenti nel campo di applicazione del Dlgs 42/2004 e s.m.i. (Codice dei Beni Culturali e del Impianto posto sulla copertura o sulle pareti di manufatti adibiti a serre dedicate alle Paesaggio). coltivazioni agricole o alla floricoltura la cui struttura, in metallo, legno o muratura, deve essere completamente trasparente, fissa, ancorata al terreno e con chiusura eventualmente stagionalmente rimovibile: Impianto realizzato su serre site al di fuori della zona A) di cui al decreto del Ministro per i lavori - per cui la superficie complessiva dei moduli fotovoltaici non è superiore a quella della pubblici 2 aprile 1968, n Impianto non aderente o non integrato nella copertura o superficie della copertura o delle pareti della serra sulla quale i moduli sono collocati. nelle pareti delle serre, o con differente inclinazione o differente orientamento rispetto alla copertura o alle pareti, oicui componenti modificano la sagoma della serra stessa, oppure aderente o integrato nelle coperture di serre Impianto realizzato su serre site all'interno della zona A) di cui al decreto del Ministro per i lavori ricadenti nel campo di applicazione del Dlgs 42/2004 e pubblici 2 aprile 1968, n s.m.i. (Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio). Tutti i casi. nessuna soglia CEL F kwe CEL F.2.9 > 200 kwe PAS F.2.10 nessuna soglia PAS F.2.11 Impianto posto sulla copertura o sulle pareti di manufatti adibiti a serre dedicate alle coltivazioni agricole o alla floricoltura la cui struttura, in metallo, legno o muratura, deve essere completamente trasparente, fissa, ancorata al terreno e con chiusura Tutti i casi. eventualmente stagionalmente rimovibile: - per cui la superficie complessiva dei moduli fotovoltaici è superiore a quella della superficie della copertura o delle pareti della serra sulla quale i moduli sono collocati. Impianto realizzato su serre site al di fuori della zona A) di cui al decreto del Ministro per i lavori pubblici 2 aprile 1968, n Impianto realizzato su serre site all'interno della zona A) di cui al decreto del Ministro per i lavori pubblici 2 aprile 1968, n kwe CEL F.2.12 > 200 kwe AU F.2.13 < 20 kwe PAS F kwe AU F.2.15 Su suolo Barriere acustiche Impianto realizzato su barriere la cui funzione è ridurre la propagazione dei rumori. Tutti i casi. Tutti i casi. Impianti a inseguimento (1) PROCEDURA AUTORIZZATIVA CEL = comunicazione in edilizia libera PAS = procedura autorizzativa semplificata AU = autorizzazione unica Impianto per cui non sono previste autorizzazioni Impianto i cui moduli sono montati, su pali o piloni fissati al terreno con il fulcro posto ambientali o paesaggistiche di competenza di Tutti i casi. ad una distanza da terra fino a2metri, che ruotano intorno ad uno o due assi e amministrazioni diverse dal Comune. inseguono il percorso del Sole allo scopo di incrementare la captazione della radiazione Impianto per cui sono previste autorizzazioni ambientali o solare. paesaggistiche di competenza di amministrazioni diverse Tutti i casi. dal Comune. Impianto per cui non sono previste autorizzazioni ambientali o paesaggistiche di competenza di Tutti i casi. agrofotovoltaico: impianto che permette il passaggio di mezzi agricoli con altezza da amministrazioni diverse dal Comune. suolo di almeno 4 metri Impianto per cui sono previste autorizzazioni ambientali o paesaggistiche di competenza di amministrazioni diverse Tutti i casi. dal Comune. Impianto a terra, comunque realizzato, che Tutti i casi non ricade nei casi Tutti i casi. Tutti i casi. precedenti. 1 Mwe PAS F.3.1 > 1 Mwe AU F kwe PAS F.3.3 > 200 kwe AU F.3.4 < 20 kwe PAS F kwe AU F kwe PAS F.3.7 > 200 kwe AU F.3.8 < 20 kwe PAS F kwe AU F.3.10 < 20 kwe PAS F.3.11 >20 Kwh e <200 Kwh AU F kWe AU F.3.13

16 16 Bollettino Ufficiale FOTOVOLTAICO SU EDIFICI ID. AREA CATEGORIE SITI UNESCO IMMOBILI E AREE NOTEVOLE INTERESSE CULTURALE IMMOBILI E AREE NOTEVOLE INTERESSE PUBBLICO 4 PARCHI NATURALI REGIONALI 5 PARCHI REGIONALI aree di parco naturale aree di parco regionale Riferimento normativo di vincolo SOTTOCATEGORIE da F1.1. a F.1.6. da F.1.7. a F da F.1.15 a F da F a F.1.29 F.1.30 F.1.31 F.1.32 F.1.33 edifici o beni di rilevante valore storico-culturale, architettonico, archeologico, monumentale e complessi rurali da salvaguardare o equivalenti pertinenze di edifici di rilevante valore storico-culturale edifici privati o pubblici a destinazione d'uso d uso residenziale, industriale, commerciale pertinenze di edifici privati edifici o aree riconosciuti beni culturali (es. ville, parchi giardini o le cose immobili che presentano interesse artistico, storico, archeologico, etnoantropologico, appartenenti a soggetti diversi dallo Stato) pertinenze degli edifici individuati beni culturali edifici privati o pubblici a destinazione d'uso d uso residenziale, industriale, commerciale D. Lgs. 42/2004 art. 136 le cose immobili che hanno cospicui caratteri di bellezza naturale, comma 1 lett. a) singolarità geologica o memoria storica D. Lgs. 42/2004 art. 136 le ville, i giardini e i parchi, non tutelati dalle disposizioni della Parte comma 1 lett. b) seconda del d. lgs. 42/2004 D. Lgs. 42/2004 art. 136 comma 1 lett. c) D. Lgs. 42/2004 art. 136 comma 1 lett. d) 6 Ambienti Alpini Aperti AREE RETE NATURA 2000 II^ Parte del D. Lgs. 42/2004 III^ Parte del D. Lgs. 42/2004 ZPS Trattato internazionale della Conferenza generale dell UNESCO del 16 novembre del 1972 D. Lgs. 42/2004 art. 20 comma 1 i complessi di cose immobili che compongono un caratteristico aspetto avente valore estetico e tradizionale, inclusi i centri ed i nuclei storici le bellezze panoramiche e i punti di vista o di belvedere accessibili al pubblico Ambienti Forestali Alpini e Valichi Ambienti Fluviali Zone Umide da F.1.34 a F.1.35 istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile su edifici istruibile su edifici istruibile su edifici istruibile su edifici istruibile su edifici istruibile su edifici istruibile su edifici istruibile su edifici istruibile su edifici istruibile su edifici Ambienti Agricoli e Risaie istruibile su edifici SIC e ZSC istruibile su edifici 7 Riserve integrali L. 394/1991 art. 2 RISERVE REGIONALI istruibile su comma 3 Riserve orientate edifici 8 P.L.I.S. istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile 9 10 RER AREE AGRICOLE INTERESSATE DA PRODUZIONI AGROALIMENTARI DI PARTICOLARE QUALITÀ E TIPICITÀ, DA SPECIFICHE CATEGORIE AGRICOLE E/O RICADENTI IN AMBITI DESTINATI ALL ATTIVITÀ AGRICOLA DI INTERESSE STRATEGICO Territori con produzioni agroalimentari di D.Lgs. 228/2001 art. 21 particolare qualità e tipicità Ambiti agricoli di interesse strategico L.R. 12/2005 art. 15 individuati dai comma 4 Piani Territoriali di Coordinamento approvati Aree interessate dalle categorie agricole Restanti aree agricole varchi gangli corridoi A.1 Settore viti-vinicolo A.1.1 Aree a Denominazione di origine controllata, DOC A.1.2 Aree a Denominazione di origine controllata e garantita, DOCG A.1.3 Aree a Indicazione Geografica Tipica, IGT A.2 Olivicolo-oleario: Aree a Denominazione di origine protetta, DOP A.3 Ortofrutticolo: Aree a Indicazione Geografica Protetta, IGP frutteti, colture orticole, vigneti, oliveti, castagneti da frutto, risaie 11 art 9 N.T.A. P.A.I. aree interessate da frane attive (Fa) AREE P.A.I. d.g.r /2009 artt. 49, 50, 51 N.T.A. P.A.I. aree interessate da frane quiscienti (Fq), esondazioni e dissesti di carattere torrentizio con pericolosità elevata (Eb), conoidi potenzialmente attivi (Cp) aree interessate da frane stabilizzate (Fs), esondazioni e dissesti di carattere torrentizio di pericolosità media (Em), conoidi non riattivatisi (Cn) aree interessate da esondazioni e dissesti di carattere torrentizio di pericolosità molto elevata (Ee), conoidi attivi (Ca) istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile su edifici istruibile su edifici istruibile su edifici istruibile su edifici istruibile su edifici istruibile su edifici istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile esistente () istruibile su edifici istruibile su edifici istruibile su edifici istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile /eventualm ente istruibile su pertinenze di edifici istruibile su pertinenze di edifici istruibile su pertinenze di edifici istruibile su pertinenze di edifici istruibile su pertinenze di edifici aree interessate da valanghe con pericolosità molto elevata (Ve) aree interessate da valanghe con pericolosità media (Vm) istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile zona 1 ambito collinare e montano e aree di pianura zona 2 ambito collinare e montano zona B-Pr istruibile su edifici istruibile su edifici istruibile su edifici 12 laghi lombardi istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile fiumi, torrenti, corsi d'acqua istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile montagne alpine e appenniniche istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile ZONE CON TUTELA PAESAGGISTICA 13 BOSCO art. 43 L.R. 31/2008 istruibile su edifici istruibile su edifici istruibile su edifici istruibile su edifici istruibile su edifici istruibile su edifici viabilità storica belvedere, visuali, punti di osservazione del paesaggio istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile geositi centri, nuclei e insediamenti storici istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile ambiti elevata naturalità istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile esistente () /eventualm ente istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile 14 AREE CRITICHE QUALITA' ARIA aree Fascia 1 istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile

17 Bollettino Ufficiale 17 FOTOVOLTAICO SU ALTRI MANUFATTI ID. AREA CATEGORIE Riferimento normativo di vincolo SOTTOCATEGORIE F.2.1 da F.2.2 a F.2.4. F.2.5 F.2.6 F.2.7 F.2.8 F.2.9 F.2.10 F.2.11 da F.2.12 a F SITI UNESCO Trattato internazionale della Conferenza generale dell UNESCO del 16 novembre del 1972 edifici o beni di rilevante valore storicoculturale, architettonico, archeologico, monumentale e complessi rurali da salvaguardare o equivalenti pertinenze di edifici di rilevante valore storicoculturale edifici privati a destinazione d'uso d uso residenziale, industriale, commerciale ricadenti entro il perimetro dei siti istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile pertinenze di edifici privati istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile 2 IMMOBILI E AREE NOTEVOLE INTERESSE CULTURALE II^ Parte del D. Lgs. 42/2004 D. Lgs. 42/2004 art. 20 comma 1 edifici o aree riconosciuti beni culturali (es. ville, parchi giardini o le cose immobili che presentano interesse artistico, storico, archeologico, etnoantropologico, appartenenti a soggetti diversi dallo Stato) pertinenze degli edifici dichiarati beni culturali edifici privati o pubblici a destinazione d'uso d uso residenziale, industriale, commerciale e loro pertinenze istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile le cose immobili che hanno cospicui caratteri di D. Lgs. 42/2004 art. bellezza naturale, singolarità geologica o 136 comma 1 lett. a) memoria storica 3 IMMOBILI E AREE NOTEVOLE INTERESSE PUBBLICO III^ Parte del D. Lgs. 42/2004 le ville, i giardini e i parchi, non tutelati dalle D. Lgs. 42/2004 art. disposizioni della Parte seconda del d. lgs. 136 comma 1 lett. b) 42/2004 i complessi di cose immobili che compongono D. Lgs. 42/2004 art. un caratteristico aspetto avente valore estetico 136 comma 1 lett. c) e tradizionale, inclusi i centri ed i nuclei storici 4 PARCHI NATURALI REGIONALI 5 PARCHI REGIONALI aree di parco naturale aree di parco regionale D. Lgs. 42/2004 art. le bellezze panoramiche e i punti di vista o di 136 comma 1 lett. d) belvedere accessibili al pubblico istruibile su strutture accessorie istruibile su strutture accessorie istruibile su strutture accessorie istruibile su strutture accessorie istruibile su strutture accessorie istruibile su strutture accessorie istruibile su strutture accessorie istruibile su strutture accessorie istruibile su strutture accessorie istruibile su strutture accessorie istruibile su strutture accessorie istruibile su strutture accessorie istruibile su strutture accessorie istruibile su strutture accessorie istruibile su strutture accessorie istruibile su strutture accessorie istruibile su strutture accessorie istruibile su strutture accessorie istruibile su strutture accessorie istruibile su strutture accessorie Ambienti Alpini Aperti istruibile su strutture istruibile su strutture istruibile su strutture istruibile su strutture accessorie accessorie accessorie accessorie Ambienti Forestali Alpini e Valichi istruibile su strutture istruibile su strutture istruibile su strutture istruibile su strutture accessorie accessorie accessorie accessorie 6 istruibile su strutture istruibile su strutture istruibile su strutture istruibile su strutture ZPS Ambienti Fluviali accessorie accessorie accessorie accessorie AREE RETE NATURA 2000 istruibile su strutture istruibile su strutture istruibile su strutture istruibile su strutture Zone Umide accessorie accessorie accessorie accessorie Ambienti Agricoli e Risaie istruibile su strutture istruibile su strutture istruibile su strutture istruibile su strutture accessorie accessorie accessorie accessorie SIC e ZSC istruibile su strutture istruibile su strutture istruibile su strutture istruibile su strutture accessorie accessorie accessorie accessorie 7 RISERVE REGIONALI Riserve integrali L. 394/1991 art. 2 istruibile su strutture istruibile su strutture istruibile su strutture istruibile su strutture comma 3 Riserve orientate accessorie accessorie accessorie accessorie 8 P.L.I.S. istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile su strutture istruibile su strutture istruibile su strutture istruibile su strutture istruibile su strutture varchi accessorie accessorie 9 RER d.g.r /2009 istruibile su strutture istruibile su strutture istruibile su strutture istruibile su strutture istruibile su strutture gangli accessorie accessorie istruibile su strutture istruibile su strutture istruibile su strutture istruibile su strutture istruibile su strutture corridoi accessorie accessorie A.1 Settore viti-vinicolo A.1.1 Aree a Denominazione di origine controllata, DOC Territori con A.1.2 Aree a Denominazione di origine produzioni controllata e garantita, DOCG D.Lgs. 228/2001 art. agroalimentari di A.1.3 Aree a Indicazione Geografica Tipica, IGT 21 particolare qualità A.2 Olivicolo-oleario: Aree a Denominazione di istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile e tipicità origine protetta, DOP A.3 Ortofrutticolo: Aree a Indicazione Geografica Protetta, IGP 10 AREE AGRICOLE INTERESSATE DA PRODUZIONI AGROALIMENTARI DI PARTICOLARE QUALITÀ E TIPICITÀ, DA SPECIFICHE CATEGORIE AGRICOLE E/O RICADENTI IN AMBITI DESTINATI ALL ATTIVITÀ AGRICOLA DI INTERESSE STRATEGICO Ambiti agricoli di interesse strategico individuati dai Piani Territoriali di Coordinamento approvati Aree interessate dalle categorie agricole Restanti aree agricole L.R. 12/2005 art. 15 comma 4 frutteti, colture orticole, vigneti, oliveti, castagneti da frutto, risaie istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile aree interessate da frane attive (Fa) eventualmente istruibile su manufatti eventualmente istruibile su manufatti eventualmente istruibile su manufatti eventualmente istruibile su manufatti eventualmente istruibile su manufatti eventualmente eventualmente istruibile istruibile su manufatti su manufatti esistente () 11 AREE P.A.I. 12 ZONE CON TUTELA PAESAGGISTICA art 9 N.T.A. P.A.I. artt. 49, 50, 51 N.T.A. P.A.I. aree interessate da frane quiscienti (Fq), esondazioni e dissesti di carattere torrentizio con pericolosità elevata (Eb), conoidi potenzialmente attivi (Cp) aree interessate da frane stabilizzate (Fs), esondazioni e dissesti di carattere torrentizio di pericolosità media (Em), conoidi non riattivatisi (Cn) aree interessate da esondazioni e dissesti di carattere torrentizio di pericolosità molto elevata (Ee), conoidi attivi (Ca) aree interessate da valanghe con pericolosità molto elevata (Ve) aree interessate da valanghe con pericolosità media (Vm) zona 1 ambito collinare e montano e aree di pianura zona 2 ambito collinare e montano zona B-Pr eventualmente istruibile su manufatti eventualmente istruibile su manufatti eventualmente istruibile su manufatti eventualmente istruibile su manufatti eventualmente istruibile su manufatti eventualmente istruibile su manufatti eventualmente istruibile su manufatti eventualmente istruibile su manufatti eventualmente istruibile su manufatti istruibile istruibile istruibile istruibile eventualmente istruibile su manufatti eventualmente istruibile su manufatti eventualmente istruibile su manufatti eventualmente istruibile su manufatti eventualmente istruibile su manufatti eventualmente eventualmente istruibile istruibile su manufatti su manufatti eventualmente eventualmente istruibile istruibile su manufatti su manufatti istruibile istruibile istruibile /eventualme nte istruibile su manufatti eventualmente istruibile su manufatti eventualmente istruibile su manufatti eventualmente istruibile su manufatti /eventualment e istruibile su manufatti eventualmente istruibile su manufatti eventualmente istruibile su manufatti eventualmente istruibile su manufatti /eventualment e istruibile su manufatti eventualmente istruibile su manufatti eventualmente istruibile su manufatti eventualmente istruibile su manufatti istruibile istruibile eventualmente istruibile su manufatti eventualmente istruibile su manufatti eventualmente istruibile su manufatti eventualmente istruibile su manufatti eventualmente istruibile su manufatti eventualmente istruibile su manufatti eventualmente istruibile su manufatti eventualmente istruibile su manufatti eventualmente eventualmente istruibile istruibile su manufatti su manufatti eventualmente eventualmente istruibile istruibile su manufatti su manufatti eventualmente eventualmente istruibile istruibile su manufatti su manufatti eventualmente eventualmente istruibile istruibile su manufatti su manufatti esistente () laghi lombardi istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile fiumi, torrenti, corsi d'acqua istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile montagne alpine e appenniniche istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile viabilità storica istruibile istruibile belvedere, visuali, punti di osservazione del paesaggio istruibile istruibile istruibile istruibile geositi centri, nuclei e insediamenti storici istruibile istruibile istruibile istruibile ambiti elevata naturalità istruibile istruibile istruibile istruibile 13 BOSCO art. 43 L.R. 31/2008 istruibile istruibile istruibile istruibile AREE CRITICHE QUALITA' 14 aree Fascia 1 istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile ARIA

18 18 Bollettino Ufficiale FOTOVOLTAICO SU SUOLO ID. AREA CATEGORIE 1 SITI UNESCO Riferimento normativo di vincolo Trattato internazionale della Conferenza generale dell UNESCO del 16 novembre del 1972 SOTTOCATEGORIE F.3.1 F.3.2 da F.3.3 a F.3.6. F.3.7 F.3.8 F.3.9 F.3.10 F.3.11 F.3.12 F.3.13 edifici o beni di rilevante valore storico-culturale, architettonico, archeologico, monumentale e complessi rurali da salvaguardare o equivalenti pertinenze di edifici di rilevante valore storico-culturale edifici privati o pubblici a destinazione d'uso d uso residenziale, industriale, commerciale ricadenti entro il perimetro dei siti istruibile pertinenze di edifici privati o pubblici istruibile istruibile istruibile 2 IMMOBILI E AREE NOTEVOLE INTERESSE CULTURALE II^ Parte del D. Lgs. 42/2004 D. Lgs. 42/2004 art. 20 comma 1 edifici o aree riconosciuti beni culturali (es. ville, parchi giardini o le cose immobili che presentano interesse artistico, storico, archeologico, etnoantropologico, appartenenti a soggetti diversi dallo Stato) pertinenze degli edifici individuati beni culturali istruibile edifici privati o pubblici a destinazione d'uso d uso residenziale, industriale, commerciale e loro pertinenze istruibile art. 136 comma 1 lett. a) le cose immobili che hanno cospicui caratteri di bellezza naturale, singolarità geologica o memoria storica 3 IMMOBILI E AREE NOTEVOLE INTERESSE PUBBLICO III^ Parte del D. Lgs. 42/2004 art. 136 comma 1 lett. b) art. 136 comma 1 lett. c) le ville, i giardini e i parchi, non tutelati dalle disposizioni della Parte seconda del d. lgs. 42/2004 i complessi di cose immobili che compongono un caratteristico aspetto avente valore estetico e tradizionale, inclusi i centri ed i nuclei storici istruibile istruibile art. 136 comma 1 lett. d) le bellezze panoramiche e i punti di vista o di belvedere accessibili al pubblico istruibile 4 PARCHI NATURALI REGIONALI 5 PARCHI REGIONALI aree di parco naturale aree di parco regionale istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile Ambienti Alpini Aperti istruibile nelle pertinenenze di edifici Ambienti Forestali Alpini e Valichi istruibile nelle pertinenenze di edifici ZPS Ambienti Fluviali istruibile istruibile istruibile nelle pertinenenze di edifici 6 AREE RETE NATURA 2000 Zone Umide istruibile istruibile istruibile nelle pertinenenze di edifici Ambienti Agricoli e Risaie istruibile istruibile istruibile nelle pertinenenze di edifici SIC e ZSC istruibile istruibile istruibile nelle pertinenenze di edifici 7 L. 394/1991 art. 2 comma 3 Riserve orientate Riserve integrali /eventu almente istruibile /ev entualmente istruibile /eventua lmente /even tualmente non idoneo /event ualmente non idoneo /event ualmente non idoneo /eventual mente istruibile nelle pertinenenze di edifici 8 P.L.I.S. istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile varchi istruibile istruibile 9 RER d.g.r /2009 gangli istruibile istruibile corridoi istruibile istruibile A.1 Settore viti-vinicolo A.1.1 Aree a Denominazione di origine controllata, DOC A.1.2 Aree a Denominazione di origine controllata e Territori con garantita, DOCG produzioni A.1.3 Aree a Indicazione Geografica Tipica, IGT agroalimentari di D.Lgs. 228/2001 art. 21 A.2 Olivicolo-oleario: Aree a Denominazione di origine particolare qualità protetta, DOP e tipicità A.3 Ortofrutticolo: Aree a Indicazione Geografica Protetta, IGP istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile 10 RISERVE REGIONALI AREE AGRICOLE INTERESSATE DA PRODUZIONI AGROALIMENTARI DI PARTICOLARE QUALITÀ E TIPICITÀ, DA SPECIFICHE CATEGORIE AGRICOLE E/O RICADENTI IN AMBITI DESTINATI ALL ATTIVITÀ AGRICOLA DI INTERESSE STRATEGICO Ambiti agricoli di interesse strategico individuati dai Piani Territoriali di Coordinamento approvati Aree interessate dalle categorie agricole Restanti aree agricole L.R. 12/2005 art. 15 comma 4 istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile frutteti, colture orticole, vigneti, oliveti, castagneti da frutto, risaie istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile fino a 1 MW con prescrizioni aree interessate da frane attive (Fa) aree interessate da frane quiscienti (Fq), esondazioni e dissesti di carattere torrentizio con pericolosità elevata (Eb), conoidi potenzialmente attivi (Cp) istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile 11 art 9 N.T.A. P.A.I. aree interessate da frane stabilizzate (Fs), esondazioni e dissesti di carattere torrentizio di pericolosità media (Em), conoidi non riattivatisi (Cn) istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile 12 AREE P.A.I. ZONE CON TUTELA PAESAGGISTICA artt. 49, 50, 51 N.T.A. P.A.I. 13 BOSCO art. 43 L.R. 31/2008 aree interessate da esondazioni e dissesti di carattere torrentizio di pericolosità molto elevata (Ee), conoidi attivi istruibile istruibile (Ca) aree interessate da valanghe con pericolosità molto elevata (Ve) aree interessate da valanghe con pericolosità media (Vm) istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile zona 1 ambito collinare e montano e aree di pianura zona 2 ambito collinare e montano zona B-Pr laghi lombardi istruibile istruibile istruibile fiumi, torrenti, corsi d'acqua istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile montagne alpine e appenniniche istruibile istruibile istruibile viabilità storica belvedere, visuali, punti di osservazione del paesaggio istruibile geositi centri, nuclei e insediamenti storici istruibile istruibile istruibile ambiti elevata naturalità istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile 14 AREE CRITICHE QUALITA' ARIA aree Fascia 1 istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile

19 Bollettino Ufficiale 19 GLOSSARIO BIOMASSE SIGLA SOGLIA DIMENSIONALE PROCEDURA AUTORIZZATIVA (1) B.1.1 Tutte le tipologie di impianto. < 50 kwe CEL B.1.2 Impianto realizzato in edificio o impianto industriale esistente per il quale l'intervento: - non alteri i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari; - non comporti modifiche delle destinazioni di uso; - non riguardi le parti strutturali; - non comporti aumento del numero delle unità immobiliari; - non implichi incremento dei parametri urbanistici. 200 kwe CEL B.1.3 B.1.4 B.1.5 Impianti di generazione elettrica (digestione anaerobica, gassificazione, pirolisi, combustione biogas e/o syngas) alimentati da gas di discarica, gas residuati dai processi di depurazione, biogas generati da biomasse non classificati come rifiuti Impianto operante in assetto cogenerativo Impianto non operante in assetto cogenerativo DESCRIZIONE Impianto, comunque realizzato, non ricadente nei casi precedenti. Impianto realizzato in edificio o impianto industriale esistente per il quale l'intervento: - non alteri i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari; - non comporti modifiche delle destinazioni di uso; - non riguardi le parti strutturali; - non comporti aumento del numero delle unità immobiliari; - non implichi incremento dei parametri urbanistici. < 1000 kwe e < 3000 kwt 1000 kwe o 3000 kwt 200 kwe PAS AU CEL B.1.6 Impianto, comunque realizzato, non ricadente nei casi < 250 kwe PAS B.1.7 precedenti. 250 kwe AU B.2.1 Tutte le tipologie di impianto. < 50 kwe CEL B.2.2 Impianto realizzato in edificio o impianto industriale esistente per il quale l'intervento: - non alteri i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari; - non comporti modifiche delle destinazioni di uso; - non riguardi le parti strutturali; 200 kwe CEL Impianto operante in assetto - non comporti aumento del numero delle unità immobiliari; - non implichi incremento dei parametri urbanistici. cogenerativo B.2.3 B.2.4 B.2.5 Impianti di generazione elettrica (combustione bioliquidi e biomasse solide) alimentati da biomasse non classificate rifiuti Impianto non operante in assetto cogenerativo Impianto, comunque realizzato, non ricadente nei casi precedenti. Impianto realizzato in edificio o impianto industriale esistente per il quale l'intervento: - non alteri i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari; - non comporti modifiche delle destinazioni di uso; - non riguardi le parti strutturali; - non comporti aumento del numero delle unità immobiliari; - non implichi incremento dei parametri urbanistici. < 1000 kwe e < 3000 kwt 1000 kwe o 3000 kwt 200 kwe PAS AU CEL B.2.6 Impianto, comunque realizzato, non ricadente nei casi < 200 kwe PAS B.2.7 precedenti. 200 kwe AU (1) PROCEDURA AUTORIZZATIVA CEL = comunicazione in edilizia libera PAS = procedura autorizzativa semplificata AU = autorizzazione unica

20 20 Bollettino Ufficiale BIOGAS ID. AREA CATEGORIE Riferimento normativo di vincolo SOTTOCATEGORIE B.1.1 B.1.2 B.1.3 B.1.4 B.1.5 B.1.6 B SITI UNESCO 2 3 IMMOBILI E AREE NOTEVOLE INTERESSE CULTURALE IMMOBILI E AREE NOTEVOLE INTERESSE PUBBLICO II^ Parte del D. Lgs. 42/2004 III^ Parte del D. Lgs. 42/2004 Trattato internazionale della Conferenza generale dell UNESCO del 16 novembre del 1972 D. Lgs. 42/2004 art. 20 comma 1 art. 136 comma 1 lett. a) art. 136 comma 1 lett. b) art. 136 comma 1 lett. c) edifici o beni di rilevante valore storico-culturale, architettonico, archeologico, monumentale e complessi rurali da salvaguardare o equivalenti pertinenze di edifici di valore storico-culturale edifici privati o pubblici a destinazione d'uso d uso residenziale, industriale, commerciale pertinenze di edifici privati o pubblici edifici o aree riconosciuti beni culturali (ville, anche private, parchi e i giardini che abbiano interesse artistico o storico) Pertinenze degli edifici individuati beni culturali edifici privati o pubblici a destinazione d'uso d uso residenziale, industriale, commerciale e loro pertinenze le cose immobili che hanno cospicui caratteri di bellezza naturale, singolarità geologica o memoria storica le ville, i giardini e i parchi, non tutelati dalle disposizioni della Parte seconda del d. lgs. 42/2004 i complessi di cose immobili che compongono un caratteristico aspetto avente valore estetico e tradizionale, inclusi i centri ed i nuclei storici istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile art. 136 comma 1 lett. d) le bellezze panoramiche e i punti di vista o di belvedere accessibili al pubblico istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile PARCHI NATURALI 4 REGIONALI 5 PARCHI REGIONALI 6 8 P.L.I.S. 9 RER 10 AREE RETE NATURA RISERVE REGIONALI aree di parco naturale aree di parco regionale SIC e ZSC AREE AGRICOLE INTERESSATE DA PRODUZIONI Territori con produzioni agroalimentari di particolare qualità e tipicità D.Lgs. 228/2001 art. 21 AGROALIMENTARI DI PARTICOLARE QUALITÀ E TIPICITÀ, DA SPECIFICHE CATEGORIE AGRICOLE E/O RICADENTI IN AMBITI DESTINATI ALL ATTIVITÀ AGRICOLA DI INTERESSE STRATEGICO ZPS Ambienti Alpini aperti Ambienti Forestali Alpini e Valichi istruibile entro edifici istruibile entro edifici istruibile entro edifici istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile entro edifici istruibile entro edifici /eventualmen te /eventualmen te /eventualmen te /eventualmen te istruibile entro edifici istruibile entro edifici istruibile entro edifici istruibile entro edifici Ambienti Fluviali istruibile entro edifici istruibile entro edifici Zone Umide istruibile entro edifici istruibile entro edifici Ambienti Agricoli e Risaie istruibile entro edifici istruibile entro edifici istruibile entro edifici istruibile entro edifici Riserve integrali Riserve orientate istruibile entro edifici istruibile entro edifici istruibile entro edifici istruibile istruibile entro edifici istruibile entro edifici istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile entro edifici /eventualmen /eventualmen varchi te te gangli corridoi A.1 Settore viti-vinicolo A.1.1 Aree a Denominazione di origine controllata, DOC A.1.2 Aree a Denominazione di origine controllata e garantita, DOCG A.1.3 Aree a Indicazione Geografica Tipica, IGT A.2 Olivicolo-oleario: Aree a Denominazione di origine protetta, DOP A.3 Ortofrutticolo: Aree a Indicazione Geografica Protetta, IGP istruibile entro edifici istruibile entro edifici /eventualmen te istruibile entro edifici /eventualmen te istruibile entro edifici istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile Ambiti agricoli di interesse strategico individuati dai Piani Territoriali di Coordinamento approvati L.R. 12/2005 art. 15 comma 4 istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile Aree interessate dalle categorie agricole Restanti aree agricole L. 394/1991 art. 2 comma 3 d.g.r /2009 frutteti, colture orticole, vigneti, oliveti, castagneti da frutto, risaie istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile aree interessate da frane attive (Fa) 11 AREE P.A.I. art 9 N.T.A. P.A.I. aree interessate da frane quiscienti (Fq), esondazioni e dissesti di carattere torrentizio con pericolosità elevata (Eb), conoidi potenzialmente attivi (Cp) aree interessate da frane stabilizzate (Fs), esondazioni e dissesti di carattere torrentizio di pericolosità media (Em), conoidi non riattivatisi (Cn) aree interessate da esondazioni e dissesti di carattere torrentizio di pericolosità molto elevata (Ee), conoidi attivi (Ca) aree interessate da valanghe con pericolosità molto elevata (Ve) istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile 12 ZONE CON TUTELA PAESAGGISTICA artt. 49, 50, 51 N.T.A. P.A.I. aree interessate da valanghe con pericolosità media (Vm) istruibile istruibile istruibile zona 1 ambito collinare e montano istruibile entro edifici istruibile entro edifici istruibile entro edifici e aree di pianura zona 2 ambito collinare e montano istruibile istruibile istruibile zona B-Pr istruibile istruibile istruibile laghi lombardi istruibile istruibile istruibile nelle fasce A e B del nelle fasce A e B nelle fasce A e B nelle fasce A e B fiumi, torrenti, corsi d'acqua istruibile istruibile P.A.I. e nelle aree di tutela del P.A.I. e nelle aree di tutela istruibile del P.A.I. e nelle aree di tutela del P.A.I. e nelle aree di tutela paesaggistica paesaggistica paesaggistica paesaggistica viabilità storica belvedere, visuali, punti di osservazione del paesaggio istruibile istruibile istruibile montagne alpine e appenniniche istruibile istruibile istruibile geositi centri, nuclei e insediamenti storici istruibile istruibile istruibile ambiti elevata naturalità istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile 13 BOSCO art. 43 L.R. 31/2008 istruibile istruibile istruibile istruibile istruibile AREE CRITICHE 14 aree Fascia 1 istruibile istruibile istruibile istruibile QUALITA' ARIA

DELIBERAZIONE N X / 3904 Seduta del 24/07/2015

DELIBERAZIONE N X / 3904 Seduta del 24/07/2015 DELIBERAZIONE N X / 3904 Seduta del 24/07/2015 Presidente ROBERTO MARONI Assessori regionali MARIO MANTOVANI Vice Presidente VALENTINA APREA VIVIANA BECCALOSSI SIMONA BORDONALI MARIA CRISTINA CANTU' CRISTINA

Dettagli

Deliberazione del Commissario straordinario nell esercizio dei poteri spettanti alla Giunta provinciale n. 298 del 29/09/2014.

Deliberazione del Commissario straordinario nell esercizio dei poteri spettanti alla Giunta provinciale n. 298 del 29/09/2014. Deliberazione del Commissario straordinario nell esercizio dei poteri spettanti alla Giunta provinciale n. 298 del 29/09/2014. SETTORE IV ISTRUZIONE FORMAZIONE RENDICONTAZIONE LAVORO AL COMMISSARIO STRAORDINARIO

Dettagli

DECRETO N. 2863 Del 13/04/2015

DECRETO N. 2863 Del 13/04/2015 DECRETO N. 2863 Del 13/04/2015 Identificativo Atto n. 267 DIREZIONE GENERALE ISTRUZIONE, FORMAZIONE E LAVORO Oggetto APPROVAZIONE DELL AVVISO DOTE IMPRESA INCENTIVI ALL ASSUNZIONE DI PERSONE CON DISABILITÀ

Dettagli

ATTO DI GIUNTA PROVINCIALE N. 194 DEL 30/04/2010 DIPARTIMENTO II - GOVERNANCE PROGETTI E FINANZA SETTORE III ISTRUZIONE FORMAZIONE LAVORO

ATTO DI GIUNTA PROVINCIALE N. 194 DEL 30/04/2010 DIPARTIMENTO II - GOVERNANCE PROGETTI E FINANZA SETTORE III ISTRUZIONE FORMAZIONE LAVORO ATTO DI GIUNTA PROVINCIALE N. 194 DEL 30/04/2010 DIPARTIMENTO II - GOVERNANCE PROGETTI E FINANZA SETTORE III ISTRUZIONE FORMAZIONE LAVORO Alla Giunta OGGETTO: F.P. Avviso Pubblico per la presentazione

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA CONCESSIONE DI CONTRIBUTI IN CONTO CAPITALE PER L INSTALLAZIONE DI PANNELLI SOLARI FOTOVOLTAICI

REGOLAMENTO PER LA CONCESSIONE DI CONTRIBUTI IN CONTO CAPITALE PER L INSTALLAZIONE DI PANNELLI SOLARI FOTOVOLTAICI CITTÀ DI MINERBIO PROVINCIA DI BOLOGNA REGOLAMENTO PER LA CONCESSIONE DI CONTRIBUTI IN CONTO CAPITALE PER L INSTALLAZIONE DI PANNELLI SOLARI FOTOVOLTAICI Approvato con deliberazione di C.C. n. 51 del 29/09/2008

Dettagli

DIREZIONE GENERALE POLITICHE AMBIENTALI, ENERGIA E CAMBIAMENTI CLIMATICI

DIREZIONE GENERALE POLITICHE AMBIENTALI, ENERGIA E CAMBIAMENTI CLIMATICI REGIONE TOSCANA DIREZIONE GENERALE POLITICHE AMBIENTALI, ENERGIA E CAMBIAMENTI CLIMATICI SETTORE ENERGIA, TUTELA DELLA QUALITA' DELL'ARIA E DALL'INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO E ACUSTICO Il Dirigente Responsabile:

Dettagli

DIREZIONE GENERALE POLITICHE AMBIENTALI, ENERGIA E CAMBIAMENTI CLIMATICI

DIREZIONE GENERALE POLITICHE AMBIENTALI, ENERGIA E CAMBIAMENTI CLIMATICI REGIONE TOSCANA DIREZIONE GENERALE POLITICHE AMBIENTALI, ENERGIA E CAMBIAMENTI CLIMATICI SETTORE ENERGIA, TUTELA DELLA QUALITA' DELL'ARIA E DALL'INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO E ACUSTICO Il Dirigente Responsabile:

Dettagli

CITTÀ DI MINERBIO PROVINCIA DI BOLOGNA REGOLAMENTO PER LA CONCESSIONE DI CONTRIBUTI IN CONTO CAPITALE PER L INSTALLAZIONE DI PANNELLI SOLARI TERMICI

CITTÀ DI MINERBIO PROVINCIA DI BOLOGNA REGOLAMENTO PER LA CONCESSIONE DI CONTRIBUTI IN CONTO CAPITALE PER L INSTALLAZIONE DI PANNELLI SOLARI TERMICI CITTÀ DI MINERBIO PROVINCIA DI BOLOGNA REGOLAMENTO PER LA CONCESSIONE DI CONTRIBUTI IN CONTO CAPITALE PER L INSTALLAZIONE DI PANNELLI SOLARI TERMICI Approvato con deliberazione di C.C. n. 52 del 29/09/2008

Dettagli

Bollettino Ufficiale n. 26/I-II del 25/06/2013 / Amtsblatt Nr. 26/I-II vom 25/06/2013 184

Bollettino Ufficiale n. 26/I-II del 25/06/2013 / Amtsblatt Nr. 26/I-II vom 25/06/2013 184 Bollettino Ufficiale n. 26/I-II del 25/06/2013 / Amtsblatt Nr. 26/I-II vom 25/06/2013 184 84939 Disposizioni - determinazioni - Parte 1 - Anno 2013 Enti funzionali e strumentali della Provincia Autonoma

Dettagli

27/11/2014 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE LAZIO - N. 95. Regione Lazio

27/11/2014 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE LAZIO - N. 95. Regione Lazio Regione Lazio DIREZIONE INFRASTRUTTURE, AMBIENTE E POLITICHE ABITATIVE Atti dirigenziali di Gestione Determinazione 4 novembre 2014, n. G15557 POR FESR LAZIO 2007-2013. Progetto A0070P0376. Call for proposal

Dettagli

DIREZIONE GENERALE SPORT E POLITICHE PER I GIOVANI

DIREZIONE GENERALE SPORT E POLITICHE PER I GIOVANI 758 05/02/2014 Identificativo Atto n. 26 DIREZIONE GENERALE SPORT E POLITICHE PER I GIOVANI BANDO PER LA CONCESSIONE DI CONTRIBUTI PER LA PROMOZIONE E VALORIZZAZIONE DELLA PRATICA SPORTIVA - INIZIATIVE

Dettagli

DECRETO N. 5032 Del 17/06/2015

DECRETO N. 5032 Del 17/06/2015 DECRETO N. 5032 Del 17/06/2015 Identificativo Atto n. 589 DIREZIONE GENERALE ATTIVITA' PRODUTTIVE, RICERCA E INNOVAZIONE Oggetto POR FESR 2007-2013. PROROGA DEL TERMINE PER LA CHIUSURA DELLO SPORTELLO

Dettagli

DELIBERAZIONE N. DEL. Direzione Regionale: INFRASTRUTTURE, AMBIENTE E POLITICHE ABITATIVE Area: ENERGIA E SVILUPPO SOSTENIBILE

DELIBERAZIONE N. DEL. Direzione Regionale: INFRASTRUTTURE, AMBIENTE E POLITICHE ABITATIVE Area: ENERGIA E SVILUPPO SOSTENIBILE REGIONE LAZIO DELIBERAZIONE N. DEL 299 27/05/2014 GIUNTA REGIONALE PROPOSTA N. 7886 DEL 02/05/2014 STRUTTURA PROPONENTE Direzione Regionale: INFRASTRUTTURE, AMBIENTE E POLITICHE ABITATIVE Area: ENERGIA

Dettagli

UNIONE EUROPEA REPUBBLICA ITALIANA REGIONE AUTÒNOMA DE SARDIGNA

UNIONE EUROPEA REPUBBLICA ITALIANA REGIONE AUTÒNOMA DE SARDIGNA PROGRAMMA REGIONALE DI SVILUPPO 2014-2019 STRATEGIA 5.8 PROGRAMMAZIONE TERRITORIALE AVVISO PUBBLICO MANIFESTAZIONE DI INTERESSE FINALIZZATA ALL'ACQUISIZIONE DI PROPOSTE PER LA REALIZZAZIONE DI PROGETTI

Dettagli

Ministero dello Sviluppo Economico

Ministero dello Sviluppo Economico Ministero dello Sviluppo Economico DIREZIONE GENERALE PER GLI INCENTIVI ALLE IMPRESE IL DIRETTORE GENERALE Visto il decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto

Dettagli

REGOLAMENTO PER LE EROGAZIONI EMBLEMATICHE DELLA FONDAZIONE CARIPLO

REGOLAMENTO PER LE EROGAZIONI EMBLEMATICHE DELLA FONDAZIONE CARIPLO REGOLAMENTO PER LE EROGAZIONI EMBLEMATICHE DELLA FONDAZIONE CARIPLO 1. Finalità degli interventi emblematici 2 2. Ammontare delle assegnazioni e soggetti destinatari 2 3. Aree filantropiche di pertinenza

Dettagli

L.R. 12/2006, art. 6, commi da 82 a 89 B.U.R. 3/1/2007, n. 1. DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE 12 dicembre 2006, n. 0381/Pres.

L.R. 12/2006, art. 6, commi da 82 a 89 B.U.R. 3/1/2007, n. 1. DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE 12 dicembre 2006, n. 0381/Pres. L.R. 12/2006, art. 6, commi da 82 a 89 B.U.R. 3/1/2007, n. 1 DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE 12 dicembre 2006, n. 0381/Pres. LR 12/2006, articolo 6, commi da 82 a 89. Regolamento concernente i criteri

Dettagli

Regione Lazio. Atti della Giunta Regionale e degli Assessori. 27/11/2014 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE LAZIO - N. 95 - Supplemento n.

Regione Lazio. Atti della Giunta Regionale e degli Assessori. 27/11/2014 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE LAZIO - N. 95 - Supplemento n. Regione Lazio Atti della Giunta Regionale e degli Assessori Deliberazione 18 novembre 2014, n. 794 DGR n. 353/2014 - Approvazione schema dell'aggiornamento dell'"accordo Quadro per la realizzazione del

Dettagli

Allegato 1 Manifestazione di interesse

Allegato 1 Manifestazione di interesse Allegato 1 Manifestazione di interesse OSTELLI DELLA GIOVENTU INVITO ALLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI A MANIFESTARE IL PROPRIO INTERESSE PER LA REALIZZAZIONE DI PROGETTI DI ADEGUAMENTO AL REGOLAMENTO REGIONALE

Dettagli

48 18.3.2015 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 11

48 18.3.2015 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 11 48 18.3.2015 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 11 REGIONE TOSCANA Direzione Generale Competitività del Sistema Regionale e Sviluppo delle Competenze Area di Coordinamento Industria, Artigianato,

Dettagli

INFRASTRUTTURE, AMBIENTE E POLITICHE ABITATIVE PROGRAMMI E PROGETTI PER SVILUPPO SOSTENIBILE DETERMINAZIONE. Estensore TOCCHI LEONILDE

INFRASTRUTTURE, AMBIENTE E POLITICHE ABITATIVE PROGRAMMI E PROGETTI PER SVILUPPO SOSTENIBILE DETERMINAZIONE. Estensore TOCCHI LEONILDE REGIONE LAZIO Direzione Regionale: Area: INFRASTRUTTURE, AMBIENTE E POLITICHE ABITATIVE PROGRAMMI E PROGETTI PER SVILUPPO SOSTENIBILE DETERMINAZIONE N. G12962 del 28/10/2015 Proposta n. 16203 del 21/10/2015

Dettagli

Bollettino Ufficiale della Regione Lazio

Bollettino Ufficiale della Regione Lazio Repubblica Italiana Bollettino Ufficiale della Regione Lazio Disponibile in formato elettronico sul sito: www.regione.lazio.it Legge Regionale n.12 del 13 agosto 2011 Data 22/10/2013 Numero 87 Supplemento

Dettagli

Quadro normativo delle Regioni e Province Autonome sulla VAS LIGURIA. Disciplina della valutazione di impatto ambientale.

Quadro normativo delle Regioni e Province Autonome sulla VAS LIGURIA. Disciplina della valutazione di impatto ambientale. L.R. 4/09/1997, n. 36. Pubblicata nel B.U. Liguria 17 settembre 1997, n. 16, L.R. 30/12/1998, n. 38. Pubblicata nel B.U. Liguria 20 gennaio 1999, n. 1. L.R. 4/08/2006, n. 20. Pubblicata nel B.U. Liguria

Dettagli

Capo I disposizioni comuni. art. 1 contenuti e finalità. art. 2 struttura competente

Capo I disposizioni comuni. art. 1 contenuti e finalità. art. 2 struttura competente Regolamento per la concessione e l erogazione dei contributi per la realizzazione di alloggi o residenze per studenti universitari, ai sensi della legge regionale 23 gennaio 2007, n. 1, art. 7, comma 18

Dettagli

L.R. 9.3.2007, n. 4 INIZIATIVE A FAVORE DELL EDILIZIA SOSTENIBILE

L.R. 9.3.2007, n. 4 INIZIATIVE A FAVORE DELL EDILIZIA SOSTENIBILE giunta regionale 8^ legislatura ALLEGATO A Dgr n. 1579 del 17/06/2008 pag. 1/7 L.R. 9.3.2007, n. 4 INIZIATIVE A FAVORE DELL EDILIZIA SOSTENIBILE Modalità per la concessione e la liquidazione delle agevolazioni

Dettagli

REGIONE LAZIO. 07/07/2015 - prot. 373 GIUNTA REGIONALE STRUTTURA PROPONENTE. OGGETTO: Schema di deliberazione concernente: ASSESSORATO PROPONENTE

REGIONE LAZIO. 07/07/2015 - prot. 373 GIUNTA REGIONALE STRUTTURA PROPONENTE. OGGETTO: Schema di deliberazione concernente: ASSESSORATO PROPONENTE REGIONE LAZIO DELIBERAZIONE N. DEL 334 07/07/2015 GIUNTA REGIONALE PROPOSTA N. 10668 DEL 06/07/2015 STRUTTURA PROPONENTE Area: SEGRETARIO GENERALE Prot. n. del OGGETTO: Schema di deliberazione concernente:

Dettagli

Proposta di Deliberazione della Giunta Regionale. Area Politiche per lo Sviluppo, il Lavoro e l Innovazione. Servizio Competitività

Proposta di Deliberazione della Giunta Regionale. Area Politiche per lo Sviluppo, il Lavoro e l Innovazione. Servizio Competitività R E G I O N E P U G L I A Proposta di Deliberazione della Giunta Regionale Area Politiche per lo Sviluppo, il Lavoro e l Innovazione Servizio Competitività CODICE CIFRA: CMP/DEL/2014/ OGGETTO: PO FESR

Dettagli

BANDO PER L EROGAZIONE DI CONTRIBUTI ALLE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO DELLA PROTEZIONE CIVILE DI BRESCIA

BANDO PER L EROGAZIONE DI CONTRIBUTI ALLE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO DELLA PROTEZIONE CIVILE DI BRESCIA COMUNE DI BRESCIA SETTORE SICUREZZA URBANA E PROTEZIONE CIVILE BANDO PER L EROGAZIONE DI CONTRIBUTI ALLE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO DELLA PROTEZIONE CIVILE DI BRESCIA TERMINE DI PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE:

Dettagli

L AUTORITÀ PER L ENERGIA ELETTRICA IL GAS E IL SISTEMA IDRICO

L AUTORITÀ PER L ENERGIA ELETTRICA IL GAS E IL SISTEMA IDRICO PARERE 16 APRILE 2015 172/2015/I/EFR PARERE AL MINISTRO DELLO SVILUPPO ECONOMICO SULLO SCHEMA DI DECRETO RECANTE APPROVAZIONE DI UN MODELLO UNICO PER LA REALIZZAZIONE, LA CONNESSIONE E L ESERCIZIO DI PICCOLI

Dettagli

DGR 5 febbraio 2010, n. 74

DGR 5 febbraio 2010, n. 74 DGR 5 febbraio 2010, n. 74 OGGETTO: Attuazione art. 14 Lr 11 agosto 2009, n. 21 - Misure a sostegno dei soggetti che hanno contratto o contrarranno mutui per l acquisto, costruzione e recupero o autorecupero

Dettagli

LA GIUNTA REGIONALE. VISTA la legge regionale 24 Dicembre 2010, n. 8 Bilancio di previsione della Regione Lazio per l'esercizio 2011;

LA GIUNTA REGIONALE. VISTA la legge regionale 24 Dicembre 2010, n. 8 Bilancio di previsione della Regione Lazio per l'esercizio 2011; Oggetto: Percorsi triennali di IeFP Sistema di finanziamento e piano di riparto delle risorse finanziarie da erogare alle Province per l anno scolastico e formativo 2011-2012. LA GIUNTA REGIONALE SU PROPOSTA

Dettagli

LEGGE REGIONALE N. 22 DEL 4-07-1986 REGIONE LOMBARDIA. Promozione dei programmi integrati di recupero del patrimonio edilizio esistente

LEGGE REGIONALE N. 22 DEL 4-07-1986 REGIONE LOMBARDIA. Promozione dei programmi integrati di recupero del patrimonio edilizio esistente Legge 1986022 Pagina 1 di 5 LEGGE REGIONALE N. 22 DEL 4-07-1986 REGIONE LOMBARDIA Promozione dei programmi integrati di recupero del patrimonio edilizio esistente Fonte: BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE

Dettagli

INFRASTRUTTURE PER LO SVILUPPO ECONOMICO DETERMINAZIONE. Estensore CESARINI SFORZA DANIELA. Responsabile del procedimento CESARINI SFORZA DANIELA

INFRASTRUTTURE PER LO SVILUPPO ECONOMICO DETERMINAZIONE. Estensore CESARINI SFORZA DANIELA. Responsabile del procedimento CESARINI SFORZA DANIELA REGIONE LAZIO Direzione Regionale: Area: SVILUPPO ECONOMICO E ATTIVITA PRODUTTIVE INFRASTRUTTURE PER LO SVILUPPO ECONOMICO DETERMINAZIONE N. del Proposta n. 18679 del 21/11/2013 Oggetto: Modifiche e integrazioni

Dettagli

DETERMINAZIONE DEL DIRIGENTE SERVIZIO RI CERCA INDUSTRIALE E INNOVAZIONE 11 novembre 2014, n. 533

DETERMINAZIONE DEL DIRIGENTE SERVIZIO RI CERCA INDUSTRIALE E INNOVAZIONE 11 novembre 2014, n. 533 Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n. 161 del 20 11 2014 46209 DETERMINAZIONE DEL DIRIGENTE SERVIZIO RI CERCA INDUSTRIALE E INNOVAZIONE 11 novembre 2014, n. 533 PO FESR 2007 2013. Asse I. Linea

Dettagli

REGIONE LAZIO. Assessorato Formazione, Ricerca, Scuola e Università

REGIONE LAZIO. Assessorato Formazione, Ricerca, Scuola e Università REGIONE LAZIO Assessorato Formazione, Ricerca, Scuola e Università Direzione Regionale Formazione, Ricerca e Innovazione Scuola e Università, Diritto allo Studio Area Programmazione dell'offerta Formativa

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA CONCESSIONE DEI CONTRIBUTI PER L ABBATTIMENTO DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE

REGOLAMENTO PER LA CONCESSIONE DEI CONTRIBUTI PER L ABBATTIMENTO DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE SERVIZIO AMBIENTE REGOLAMENTO PER LA CONCESSIONE DEI CONTRIBUTI PER L ABBATTIMENTO DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE Approvato con Delibera di Consiglio Comunale n.63 del 09.08.2012 1 Sommario ART. 1 - Finalità

Dettagli

Visto l articolo 103 della legge regionale 27 dicembre 201, n.66 (Legge finanziaria per l anno 2012);

Visto l articolo 103 della legge regionale 27 dicembre 201, n.66 (Legge finanziaria per l anno 2012); ALLEGATO A Regolamento di attuazione dell articolo 103 della legge regionale 27 dicembre 2011, n.66 (Legge finanziaria per l anno 2012). Fondo di garanzia per investimenti in energie rinnovabili Indice

Dettagli

DIREZIONE GENERALE ISTRUZIONE, FORMAZIONE E LAVORO

DIREZIONE GENERALE ISTRUZIONE, FORMAZIONE E LAVORO 104 13/01/2014 Identificativo Atto n. 9 DIREZIONE GENERALE ISTRUZIONE, FORMAZIONE E LAVORO AVVISO PUBBLICO PER LA PRESENTAZIONE DI PROGETTI PER LA DIFFUSIONE NELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE E FORMATIVE DI

Dettagli

74 1.7.2015 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 26

74 1.7.2015 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 26 74 1.7.2015 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 26 REGIONE TOSCANA Direzione Generale Competitività del Sistema Regionale e Sviluppo delle Competenze Area di Coordinamento Sviluppo Rurale

Dettagli

DELIBERAZIONE N. DEL. Direzione Regionale: TERRITORIO, URBANISTICA, MOBILITA E RIFIUTI Area: TRASPORTO SU GOMMA

DELIBERAZIONE N. DEL. Direzione Regionale: TERRITORIO, URBANISTICA, MOBILITA E RIFIUTI Area: TRASPORTO SU GOMMA REGIONE LAZIO DELIBERAZIONE N. DEL 68 24/02/2015 GIUNTA REGIONALE PROPOSTA N. 1251 DEL 03/02/2015 STRUTTURA PROPONENTE Direzione Regionale: TERRITORIO, URBANISTICA, MOBILITA E RIFIUTI Area: TRASPORTO SU

Dettagli

Allegato 2 Avviso per l individuazione degli alloggi sfitti di edilizia residenziale pubblica da recuperare gestiti dalle A.R.T.E.

Allegato 2 Avviso per l individuazione degli alloggi sfitti di edilizia residenziale pubblica da recuperare gestiti dalle A.R.T.E. Allegato 2 Avviso per l individuazione degli alloggi sfitti di edilizia residenziale pubblica da recuperare gestiti dalle A.R.T.E. 1. Premesse In attuazione del Piano nazionale di edilizia abitativa di

Dettagli

NEWSLETTER n. 18 del 18 gennaio 2013

NEWSLETTER n. 18 del 18 gennaio 2013 SOMMARIO Pag. 2. CONTRIBUTI PER L'INSTALLAZIONE DI IMPIANTI FOTOVOLTAICI: MODIFICATO IL BANDO E LE MODALITÀ DI ASSEGNAZIONE DEL CONTRIBUTO Pag. 3. RINNOVABILI TERMICHE: PUBBLICATO IL DECRETO IN GAZZETTA

Dettagli

AREA SERVIZI AL CITTADINO U.O. LAVORO POLITICHE GIOVANILI E SOCIALI

AREA SERVIZI AL CITTADINO U.O. LAVORO POLITICHE GIOVANILI E SOCIALI AREA SERVIZI AL CITTADINO U.O. LAVORO POLITICHE GIOVANILI E SOCIALI Determinazione nr. 754 Trieste 25/03/2015 Proposta nr. 273 del 24/03/2015 Oggetto: L.R. 41/96 art. 21 Programma provinciale di sperimentazione

Dettagli

B.U. 13 novembre 1998, n. 45, III Suppl. Straord. d.g.r. 2 novembre 1998, n. VI/39305. Adeguamento della V.I.A. Regionale alle Direttive Comunitarie

B.U. 13 novembre 1998, n. 45, III Suppl. Straord. d.g.r. 2 novembre 1998, n. VI/39305. Adeguamento della V.I.A. Regionale alle Direttive Comunitarie B.U. 13 novembre 1998, n. 45, III Suppl. Straord. d.g.r. 2 novembre 1998, n. VI/39305 Adeguamento della V.I.A. Regionale alle Direttive Comunitarie LA GIUNTA REGIONALE Premesso: che con D.P.R. 12 aprile

Dettagli

FAQ POST GRADUATORIA AVVISO GIOVANI PER IL SOCIALE

FAQ POST GRADUATORIA AVVISO GIOVANI PER IL SOCIALE FAQ POST GRADUATORIA AVVISO GIOVANI PER IL SOCIALE 1. Domanda: Con quale modalità sarà possibile ottenere chiarimenti in merito alle procedure di attuazione e rendicontazione dei progetti cofinanziati?

Dettagli

LEGGE REGIONALE N. 40 DEL 10-04-1990 REGIONE LAZIO

LEGGE REGIONALE N. 40 DEL 10-04-1990 REGIONE LAZIO Legge 1990040 Pagina 1 di 6 LEGGE REGIONALE N. 40 DEL 10-04-1990 REGIONE LAZIO Istituzione dell' osservatorio del sistema abitativo laziale e provvidenze per il recupero del patrimonio edilizio esistente.

Dettagli

LA GIUNTA REGIONALE. VISTO il Regolamento di organizzazione degli uffici e dei servizi della Giunta regionale, 6 settembre 2002, n.1 e s.m.i.

LA GIUNTA REGIONALE. VISTO il Regolamento di organizzazione degli uffici e dei servizi della Giunta regionale, 6 settembre 2002, n.1 e s.m.i. DGR. Del 30.04.2009, n. 291 OGGETTO: Programmazione delle risorse finanziarie per gli anni 2009 2011 destinate al potenziamento della Raccolta Differenziata e modifiche ed integrazioni alla D.G.R. 296/2008.

Dettagli

84 12.1.2011 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 2 DELIBERAZIONE 28 dicembre 2010, n. 1169

84 12.1.2011 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 2 DELIBERAZIONE 28 dicembre 2010, n. 1169 84 12.1.2011 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 2 DELIBERAZIONE 28 dicembre 2010, n. 1169 Criteri per la concessione dei contributi previsti dalla l.r. 70 del 19.11.2009 (Interventi di sostegno

Dettagli

Allegato 1 CRITERI E MODALITA PER IL FINANZIAMENTO DI PROCESSI DI PARTECIPAZIONE NELL AMBITO DEI PROGETTI DI FUSIONE DI COMUNI.

Allegato 1 CRITERI E MODALITA PER IL FINANZIAMENTO DI PROCESSI DI PARTECIPAZIONE NELL AMBITO DEI PROGETTI DI FUSIONE DI COMUNI. Allegato 1 CRITERI E MODALITA PER IL FINANZIAMENTO DI PROCESSI DI PARTECIPAZIONE NELL AMBITO DEI PROGETTI DI FUSIONE DI COMUNI. 1. BENEFICIARI Potranno accedere ai finanziamenti a sostegno dei processi

Dettagli

Il Ministro dello Sviluppo Economico. il Ministro dell Economia e delle Finanze. di concerto con

Il Ministro dello Sviluppo Economico. il Ministro dell Economia e delle Finanze. di concerto con Il Ministro dello Sviluppo Economico di concerto con il Ministro dell Economia e delle Finanze MISURA E MODALITÀ DI VERSAMENTO DEL CONTRIBUTO DOVUTO DAI SOGGETTI OPERANTI NEL SETTORE POSTALE ALL AUTORITÀ

Dettagli

art. 1 oggetto e finalità art. 3 presentazione della domanda oggetto e finalità art. 2 beneficiari

art. 1 oggetto e finalità art. 3 presentazione della domanda oggetto e finalità art. 2 beneficiari Regolamento per la concessione dei contributi di cui all articolo 3, commi da 27 a 34 della legge regionale 6 agosto 2015, n. 20 (Assestamento del bilancio 2015 e del bilancio pluriennale per gli anni

Dettagli

DECRETI PRESIDENZIALI

DECRETI PRESIDENZIALI DECRETI PRESIDENZIALI DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 24 luglio 2014. Ripartizione delle risorse relative al «Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità» 2013-2014

Dettagli

RISOLUZIONE N.100/E QUESITO

RISOLUZIONE N.100/E QUESITO RISOLUZIONE N.100/E Roma, 19 ottobre 2011 Direzione Centrale Normativa OGGETTO: Interpello ai sensi dell articolo 11 della legge n. 212 del 2000 Articolo 1, commi 280-283, della legge 27 dicembre 2006,

Dettagli

MIUR.AOODGEFID.REGISTRO DEI DECRETI DIRETTORIALI.0000050.25-11-2015

MIUR.AOODGEFID.REGISTRO DEI DECRETI DIRETTORIALI.0000050.25-11-2015 MIUR.AOODGEFID.REGISTRO DEI DECRETI DIRETTORIALI.0000050.25-11-2015 Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca IL DIRETTORE GENERALE VISTA la legge 18 dicembre 1997, n. 440, recante istituzione

Dettagli

Decreto Dirigenziale n. 332 del 29/08/2013

Decreto Dirigenziale n. 332 del 29/08/2013 Decreto Dirigenziale n. 332 del 29/08/2013 A.G.C. 12 Area Generale di Coordinamento: Sviluppo Economico Settore 4 Regolazione dei Mercati Oggetto dell'atto: DGR 193/2013. "APPROVAZIONE PROGRAMMA "ENERGIA

Dettagli

REGOLAMENTO SUGLI INTERVENTI DI VOLONTARIATO

REGOLAMENTO SUGLI INTERVENTI DI VOLONTARIATO REGOLAMENTO SUGLI INTERVENTI DI VOLONTARIATO Approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 126 del 22.11.1999 www.comune.genova.it Regolamento sugli interventi di volontariato ART. 1 Finalità In

Dettagli

Delibera n. 49/2015. VISTO il decreto legislativo 19 novembre 1997, n. 422 e s.m.i. ;

Delibera n. 49/2015. VISTO il decreto legislativo 19 novembre 1997, n. 422 e s.m.i. ; Delibera n. 49/2015 Misure regolatorie per la redazione dei bandi e delle convenzioni relativi alle gare per l assegnazione in esclusiva dei servizi di trasporto pubblico locale passeggeri e definizione

Dettagli

DIREZIONE GENERALE ATTIVITA' PRODUTTIVE, RICERCA E INNOVAZIONE

DIREZIONE GENERALE ATTIVITA' PRODUTTIVE, RICERCA E INNOVAZIONE 3073 Identificativo Atto n. 219 DIREZIONE GENERALE ATTIVITA' PRODUTTIVE, RICERCA E INNOVAZIONE "BANDO DI INVITO A PRESENTARE PROGETTI DI COOPERAZIONE SCIENTIFICA E TECNOLOGICA INTERNAZIONALE" EMANATO CON

Dettagli

Regione Umbria DETERMINAZIONE DIRIGENZIALE N. 6638 DEL 16/09/2015

Regione Umbria DETERMINAZIONE DIRIGENZIALE N. 6638 DEL 16/09/2015 Regione Umbria Giunta Regionale DIREZIONE REGIONALE PROGRAMMAZIONE, INNOVAZIONE E COMPETITIVITA' DELL'UMBRIA Servizio Politiche per il credito e internazionalizzazione delle imprese DETERMINAZIONE DIRIGENZIALE

Dettagli

A relazione dell'assessore Sacchetto:

A relazione dell'assessore Sacchetto: REGIONE PIEMONTE BU13 28/03/2013 Deliberazione della Giunta Regionale 25 marzo 2013, n. 11-5559 Piano Verde - Programma regionale per la concessione di contributi negli interessi sui prestiti contratti

Dettagli

DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIO- NALE 3 dicembre 2013, n. 2319

DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIO- NALE 3 dicembre 2013, n. 2319 42803 DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIO- NALE 3 dicembre 2013, n. 2319 Recepimento dell Accordo tra Governo, Regioni e Province Autonome del 22 febbraio 2012 sui corsi di formazione abilitanti per l utilizzo

Dettagli

Presidenza del Consiglio dei Ministri

Presidenza del Consiglio dei Ministri Presidenza del Consiglio dei Ministri IL MINISTRO PER LE POLITICHE GIOVANILI E LE ATTIVITA SPORTIVE Visto il decreto legge 18 maggio 2006, n. 181, convertito con modificazioni dalla legge 17 luglio 2006,

Dettagli

IL DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO PROGRAMMAZIONE ECONOMICA E SOCIALE

IL DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO PROGRAMMAZIONE ECONOMICA E SOCIALE OGGETTO: Aggiudicazione definitiva della gara di appalto per l affidamento, mediante procedura aperta, sopra soglia comunitaria, del servizio di assicurazione rischio infortuni per gli alunni delle scuole

Dettagli

2. SOGGETTI BENEFICIARI

2. SOGGETTI BENEFICIARI ALLEGATO A CRITERI E MODALITÀ PER LA CONCESSIONE DI CONTRIBUTI A SOGGETTI PUBBLICI E PRIVATI, PER PROGETTI INERENTI LE TEMATICHE DEFINITE DAL PIANO REGIONALE ANNUALE DEL DIRITTO ALLO STUDIO 1. CRITERI

Dettagli

DECRETO N. 2164 Del 19/03/2015

DECRETO N. 2164 Del 19/03/2015 DECRETO N. 2164 Del 19/03/2015 Identificativo Atto n. 217 DIREZIONE GENERALE ISTRUZIONE, FORMAZIONE E LAVORO Oggetto APPROVAZIONE, AI SENSI DELLA D.G.R. N. X/3143 DEL 18 FEBBRAIO 2015, DELL AVVISO PER

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA CONCESSIONE DI CONTRIBUTI AI FINI DELLA ELIMIAZIONE DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE.

REGOLAMENTO PER LA CONCESSIONE DI CONTRIBUTI AI FINI DELLA ELIMIAZIONE DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE. REGOLAMENTO PER LA CONCESSIONE DI CONTRIBUTI AI FINI DELLA ELIMIAZIONE DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE. (Approvato con atto di Consiglio comunale n. 81 del 11/11/2005) indice ART. 1 ART. 2 ART. 3 ART. 4

Dettagli

Avviso per la realizzazione dei progetti di riuso

Avviso per la realizzazione dei progetti di riuso Avviso per la realizzazione dei progetti di riuso IL PRESIDENTE Premesso che: - per progetti cofinanziati dal primo avviso di e-government, si intendono i progetti riportati negli allegati A e B del decreto

Dettagli

DECRETO N. 1771 Del 11/03/2016

DECRETO N. 1771 Del 11/03/2016 DECRETO N. 1771 Del 11/03/2016 Identificativo Atto n. 202 DIREZIONE GENERALE SVILUPPO ECONOMICO Oggetto APPROVAZIONE DEL BANDO A FAVORE DI PROGETTI PER IL COMMERCIO EQUO E SOLIDALE, AI SENSI DELL ART.

Dettagli

Il Ministro dello Sviluppo Economico

Il Ministro dello Sviluppo Economico Il Ministro dello Sviluppo Economico Vista la legge 23 dicembre 1996, n. 662 e, in particolare, l articolo 2, comma 100, lettera a), che ha istituito il Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese;

Dettagli

Presidenza del Consiglio dei Ministri

Presidenza del Consiglio dei Ministri IL CONSIGLIO DEI MINISTRI NELLA RIUNIONE DEL 10 APRILE 2015 VISTA la legge 23 agosto 1988, n. 400, recante Disciplina dell attività di Governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri

Dettagli

PIANO PROVINCIALE DISABILI DOTI DISABILI IN RETE AVVISO N.4/2014: AZIONI DI SISTEMA PER LO SVILUPPO DI IMPRESA SOCIALE E NUOVI RAMI DI IMPRESA

PIANO PROVINCIALE DISABILI DOTI DISABILI IN RETE AVVISO N.4/2014: AZIONI DI SISTEMA PER LO SVILUPPO DI IMPRESA SOCIALE E NUOVI RAMI DI IMPRESA PIANO PROVINCIALE DISABILI DOTI DISABILI IN RETE AVVISO N.4/2014: AZIONI DI SISTEMA PER LO SVILUPPO DI IMPRESA SOCIALE E NUOVI RAMI DI IMPRESA Riferimenti normativi e direttive - D.lgs. n. 469/97 che ha

Dettagli

PIANO PROVINCIALE DISABILI DOTI DISABILI IN RETE RIAPERTURA BANDO N

PIANO PROVINCIALE DISABILI DOTI DISABILI IN RETE RIAPERTURA BANDO N PIANO PROVINCIALE DISABILI DOTI DISABILI IN RETE RIAPERTURA BANDO N.4/2012: AZIONI DI SISTEMA PER LO SVILUPPO DI IMPRESA SOCIALE E NUOVI RAMI DI IMPRESA Riferimenti normativi e direttive - D.lgs. n. 469/97;

Dettagli

Articolo 1 Finalità generali Articolo 2 Risorse finanziarie disponibili 9.000.000,00 Articolo 3 Destinatari

Articolo 1 Finalità generali Articolo 2 Risorse finanziarie disponibili 9.000.000,00 Articolo 3 Destinatari Unione Europea Fondo Sociale Europeo REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA Assessorato dell Igiene Sanità e dell Assistenza Sociale DIREZIONE GENERALE DELLE POLITICHE SOCIALI REPUBBLICA ITALIANA POR SARDEGNA

Dettagli

REGIONE CALABRIA GIUNTA REGIONALE DIPARTIMENTO N. 12 Turismo, Sport, Spettacolo e Politiche Giovanili SETTORE PROMOZIONE ED ORGANIZZAZIONE TURISTICA

REGIONE CALABRIA GIUNTA REGIONALE DIPARTIMENTO N. 12 Turismo, Sport, Spettacolo e Politiche Giovanili SETTORE PROMOZIONE ED ORGANIZZAZIONE TURISTICA REGIONE CALABRIA GIUNTA REGIONALE DIPARTIMENTO N. 12 Turismo, Sport, Spettacolo e Politiche Giovanili SETTORE PROMOZIONE ED ORGANIZZAZIONE TURISTICA DECRETO DEL DIRIGENTE DEL SETTORE (assunto il 12 Dicembre

Dettagli

DECRETO N. 9863 Del 18/11/2015

DECRETO N. 9863 Del 18/11/2015 DECRETO N. 9863 Del 18/11/2015 Identificativo Atto n. 326 DIREZIONE GENERALE SVILUPPO ECONOMICO Oggetto DETERMINAZIONI IN MERITO AL BANDO "LINEA 8 FRIM START-UP E RE-START DI CUI AL DECRETO N. 9441/2013

Dettagli

SOMMARIO. Bando per il sostegno della progettazione e dell adozione di politiche in materia di energia. Anno 2004. pag. 1

SOMMARIO. Bando per il sostegno della progettazione e dell adozione di politiche in materia di energia. Anno 2004. pag. 1 SOSTEGNO ALLA PROGETTAZIONE E ALL ADOZIONE DI POLITICHE SUL RISPARMIO ENERGETICO E LE FONTI RINNOVABILI DI ENERGIA PER GLI ENTI PUBBLICI DELLA PROVINCIA DI TORINO SOMMARIO ART. 1 - FINALITÀ... 2 ART. 2

Dettagli

DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 20 febbraio

DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 20 febbraio 9458 DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 20 febbraio 2015, n. 229 PO FESR 2007 2013. Asse I Linea di Intervento: 6.1 Azione 6.1.1 Avviso D.D. n. 590 del 26.11.2008, pubblicato sul BURP n. 191 del 10.12.2008.

Dettagli

SCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N

SCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N SCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N.262 DEL 28 DICEMBRE 2005 CONCERNENTE I PROCEDIMENTI PER L ADOZIONE DI ATTI DI REGOLAZIONE Il presente documento, recante lo schema di

Dettagli

ALLEGATOA alla Dgr n. 582 del 29 aprile 2014 pag. 1/6

ALLEGATOA alla Dgr n. 582 del 29 aprile 2014 pag. 1/6 giunta regionale 9^ legislatura ALLEGATOA alla Dgr n. 582 del 29 aprile 2014 pag. 1/6 CONVENZIONE PER LA REALIZZAZIONE DELLA SPERIMENTAZIONE DEL MODELLO DI INTERVENTO IN MATERIA DI VITA INDIPENDENTE L

Dettagli

ART A. Agenzia Regionale Toscana Erogazioni Agricoltura (L.R. 19 novembre 1999, n. 60) Settore Sostegno allo Sviluppo Rurale e Interventi Strutturali

ART A. Agenzia Regionale Toscana Erogazioni Agricoltura (L.R. 19 novembre 1999, n. 60) Settore Sostegno allo Sviluppo Rurale e Interventi Strutturali ART A Agenzia Regionale Toscana Erogazioni Agricoltura (L.R. 19 novembre 1999, n. 60) Settore Sostegno allo Sviluppo Rurale e Interventi Strutturali Decreto n. 1850 del 14/10/2015 Oggetto: Reg. (CE) 1698/2005

Dettagli

Delibera n. 08/2013. VISTO il Decreto Legislativo n. 165 del 30.03.2001;

Delibera n. 08/2013. VISTO il Decreto Legislativo n. 165 del 30.03.2001; 1 Delibera n. 08/2013 Il Comitato Centrale per l Albo nazionale delle persone fisiche e giuridiche che esercitano l autotrasporto di cose per conto terzi, riunitosi nella seduta del 31 luglio 2013; VISTA

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA RIPARTIZIONE DEGLI INCENTIVI PER LA PROGETTAZIONE DI CUI AL CODICE DEI CONTRATTI PUBBLICI

REGOLAMENTO PER LA RIPARTIZIONE DEGLI INCENTIVI PER LA PROGETTAZIONE DI CUI AL CODICE DEI CONTRATTI PUBBLICI REGOLAMENTO PER LA RIPARTIZIONE DEGLI INCENTIVI PER LA PROGETTAZIONE DI CUI AL CODICE DEI CONTRATTI PUBBLICI Art. 1: Ambito di applicazione. CAPO 1 Oggetto e soggetti Il presente Regolamento definisce

Dettagli

DECRETO N. 850 Del 09/02/2015

DECRETO N. 850 Del 09/02/2015 DECRETO N. 850 Del 09/02/2015 Identificativo Atto n. 61 DIREZIONE GENERALE ISTRUZIONE, FORMAZIONE E LAVORO Oggetto APPROVAZIONE PROGETTO SPERIMENTALE DI MASTER PER APPRENDISTI ASSUNTI AI SENSI DELL ART.

Dettagli

CONCORSI 6 21.10.2015 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 42

CONCORSI 6 21.10.2015 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 42 6 21.10.2015 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 42 CONCORSI stati pubblicati rispettivamente sul BURT n.15 del 15/04/2015 e N. 29 del 22/07/2015; REGIONE TOSCANA Direzione Organizzazione

Dettagli

Il Ministro dell Istruzione, dell Università e della Ricerca

Il Ministro dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Il Ministro dell Istruzione, dell Università e della Ricerca di concerto con il Ministro dell Economia e delle Finanze Classificazione della spesa delle università per missioni e programmi VISTI gli articoli

Dettagli

Servizio Edilizia Pubblica

Servizio Edilizia Pubblica Servizio Edilizia Pubblica SCHEMA ACCORDO DI PROGRAMMA PER LA REALIZZAZIONE DEGLI INTERVENTI DI CUI ALL ARTICOLO 1, COMMA 1, LETT. B) ED E) DEL PIANO NAZIONALE DI EDILIZIA ABITATIVA ALLEGATO AL D.P.C.M.

Dettagli

ART A. Agenzia Regionale Toscana Erogazioni Agricoltura (L.R. 19 novembre 1999, n. 60) Settore Sostegno allo Sviluppo Rurale e Interventi Strutturali

ART A. Agenzia Regionale Toscana Erogazioni Agricoltura (L.R. 19 novembre 1999, n. 60) Settore Sostegno allo Sviluppo Rurale e Interventi Strutturali ART A Agenzia Regionale Toscana Erogazioni Agricoltura (L.R. 19 novembre 1999, n. 60) Settore Sostegno allo Sviluppo Rurale e Interventi Strutturali Decreto n. 1186 del 10/06/2015 Oggetto: Reg. CE n. 1308/2013

Dettagli

Ordinanza del Commissario Delegato ai sensi dell'art. 1 comma 548 L.228 del 24dicembre 2012

Ordinanza del Commissario Delegato ai sensi dell'art. 1 comma 548 L.228 del 24dicembre 2012 REGIONE TOSCANA Ordinanza del Commissario Delegato ai sensi dell'art. 1 comma 548 L.228 del 24dicembre 2012 Oggetto: Disposizioni per la concessione di agevolazioni a soggetti esercenti attività economiche

Dettagli

DECRETO N. 5703 Del 07/07/2015

DECRETO N. 5703 Del 07/07/2015 DECRETO N. 5703 Del 07/07/2015 Identificativo Atto n. 515 DIREZIONE GENERALE AMBIENTE, ENERGIA E SVILUPPO SOSTENIBILE Oggetto AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE (A.I.A.) ALLA DITTA SAN PELLEGRINO SPA

Dettagli

vista la Misura 322 del citato PSR, dal titolo Sviluppo e rinnovamento dei villaggi ;

vista la Misura 322 del citato PSR, dal titolo Sviluppo e rinnovamento dei villaggi ; REGIONE PIEMONTE BU19 14/05/2015 Codice A18200 D.D. 27 marzo 2015, n. 756 Reg. (CE) n. 1698/05 - PSR 2007-2013 della Regione Piemonte - Misura 322, Azione B (realizzazione di organici "programmi integrati

Dettagli

Vigilanza bancaria e finanziaria

Vigilanza bancaria e finanziaria Vigilanza bancaria e finanziaria DISPOSIZIONI DI VIGILANZA IN MATERIA DI POTERI DI DIREZIONE E COORDINAMENTO DELLA CAPOGRUPPO DI UN GRUPPO BANCARIO NEI CONFRONTI DELLE SOCIETÀ DI GESTIONE DEL RISPARMIO

Dettagli

REGIONE TOSCANA MONTOMOLI MARIA CHIARA. Il Dirigente Responsabile: Decreto non soggetto a controllo ai sensi della D.G.R. n. 548/2012 2015AD001170

REGIONE TOSCANA MONTOMOLI MARIA CHIARA. Il Dirigente Responsabile: Decreto non soggetto a controllo ai sensi della D.G.R. n. 548/2012 2015AD001170 REGIONE TOSCANA DIREZIONE GENERALE COMPETITIVITA' DEL SISTEMA REGIONALE E SVILUPPO DELLE COMPETENZE AREA DI COORDINAMENTO EDUCAZIONE, ISTRUZIONE, UNIVERSITA' E RICERCA SETTORE ISTRUZIONE E EDUCAZIONE Il

Dettagli

IL DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO ISTITUZIONALE E TERRITORIO. VISTA la legge statutaria 11 novembre 2004, n. 1 Nuovo Statuto della Regione Lazio ;

IL DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO ISTITUZIONALE E TERRITORIO. VISTA la legge statutaria 11 novembre 2004, n. 1 Nuovo Statuto della Regione Lazio ; Determinazione A1615 del 2/03/2011 OGGETTO: Reg. CE 1698/2005. Bando Pubblico adottato con D.G.R. n. 360 del 15 maggio 2009 avente ad oggetto: Programma di Sviluppo Rurale 2007/2013, Approvazione bando

Dettagli

PRESTITI FIDUCIARI A STUDENTI CAPACI E MERITEVOLI ISCRITTI ALLE UNIVERSITÀ LOMBARDE. APPROVAZIONE DELLO SCHEMA DI BANDO REGIONALE

PRESTITI FIDUCIARI A STUDENTI CAPACI E MERITEVOLI ISCRITTI ALLE UNIVERSITÀ LOMBARDE. APPROVAZIONE DELLO SCHEMA DI BANDO REGIONALE Giovanni Rossoni PRESTITI FIDUCIARI A STUDENTI CAPACI E MERITEVOLI ISCRITTI ALLE UNIVERSITÀ LOMBARDE. APPROVAZIONE DELLO SCHEMA DI BANDO REGIONALE Olivia Postorino Roberto Albonetti 2 VISTO il regolamento

Dettagli

DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIO- NALE 26 aprile 2011, n. 789

DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIO- NALE 26 aprile 2011, n. 789 14812 Bollettino Ufficiale della Regione Puglia - n. 77 del 18-05-2011 DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIO- NALE 26 aprile 2011, n. 789 Accordi/Intese Stato-Regioni in materia sanitaria. Anno 2010. Recepimento.

Dettagli

DIREZIONE GENERALE ISTRUZIONE, FORMAZIONE E LAVORO

DIREZIONE GENERALE ISTRUZIONE, FORMAZIONE E LAVORO 3215 07/04/2011 Identificativo Atto n. 391 DIREZIONE GENERALE ISTRUZIONE, FORMAZIONE E LAVORO APPROVAZIONE PROGETTO SPERIMENTALE DI MASTER RIVOLTO AD APPRENDISTI ASSUNTI AI SENSI DELL ART. 50 DEL DLGS

Dettagli

DIPARTIMENTO PROGRAMMAZ. ECONOMICA E SOCIALE POLITICHE SOCIALI, AUTONOMIE, SICUREZZA E SPORT PROGRAMMAZIONE E PIANIFICAZ. SOCIO-ASSISTENZIALE

DIPARTIMENTO PROGRAMMAZ. ECONOMICA E SOCIALE POLITICHE SOCIALI, AUTONOMIE, SICUREZZA E SPORT PROGRAMMAZIONE E PIANIFICAZ. SOCIO-ASSISTENZIALE REGIONE LAZIO Dipartimento: Direzione Regionale: Area: DIPARTIMENTO PROGRAMMAZ. ECONOMICA E SOCIALE POLITICHE SOCIALI, AUTONOMIE, SICUREZZA E SPORT PROGRAMMAZIONE E PIANIFICAZ. SOCIO-ASSISTENZIALE DETERMINAZIONE

Dettagli

Rendimento energetico Disposizioni correttive al D. Lgs. n. 192/06 (D. Lgs. n. 311/06)

Rendimento energetico Disposizioni correttive al D. Lgs. n. 192/06 (D. Lgs. n. 311/06) Rendimento energetico Disposizioni correttive al D. Lgs. n. 192/06 (D. Lgs. n. 311/06) Nuovo ambito di applicazione Certificazione energetica Controllo e manutenzione degli impianti termici Verifiche del

Dettagli

Il Ministro dello Sviluppo Economico

Il Ministro dello Sviluppo Economico Il Ministro dello Sviluppo Economico Visto il decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 134, recante Misure urgenti per la crescita del Paese, e,

Dettagli

Ritenuto necessario provvedere in merito;

Ritenuto necessario provvedere in merito; PROGRAMMA TRIENNALE LL.PP. 2010/2012. AGGIORNAMENTO SCHEMA. APPROVAZIONE PROGETTO PRELIMINARE PER REALIZZAZIONE IMPIANTO FOTOVOLTAICO.- LA GIUNTA COMUNALE Premesso: 1. che la direttiva dell Unione Europea

Dettagli