DOSSIER CENTRO NATATORIO. a cura di progettocologno gruppo di minoranza consiliare di Cologno al Serio
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- Federica Damiani
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1 DOSSIER CENTRO NATATORIO a cura di progettocologno gruppo di minoranza consiliare di Cologno al Serio
2 Un caso limite di project financing: il centro natatorio di Cologno al Serio (Bg) Introduzione Nel febbraio 2003 la Giunta leghista di Cologno al Serio, guidata dall allora sindaco (e ora vicesindaco) Roberto Legramanti, decideva di realizzare un centro natatorio attraverso lo strumento del project financing. Inizialmente il valore della sola opera era pari a 5,5 milioni di euro (l acquisto dei terreni e le opere di urbanizzazione sono state realizzate dal Comune, per una cifra pari a ulteriori 2,5 milioni di euro), ma, nel corso degli anni e in seguito a contenziosi legali sorti con la società concessionaria, il progetto definitivo ha raggiunto quota 9,6 milioni di euro. Per la sua realizzazione, la società concessionaria Onsport Cologno ha richiesto un mutuo di 8,7 milioni di euro all Istituto per il Credito Sportivo, a coprire l intera realizzazione dell opera. Il Comune di Cologno al Serio si è costituito fideiussore solidale nei confronti del Credito Sportivo per l intero importo dell opera. La concessione di 50 anni alla società Onsport è gratuita e il comune si impegna a versare per i primi vent anni un contributo annuo di , nei successivi trent anni di I lavori sono stati realizzati fra il 2010 e il L opera è stata aperta nella sua parte estiva il 22 giugno 2012, mentre piscine e palestra interne a ottobre Non sono mai stati conclusi i lavori (mancano Spa, bar- ristorante e spogliatoi del campo da calcetto); ciò nonostante, l importo del mutuo è stato interamente liquidato, a eccezione del 5% di garanzia a collaudo definitivo, che non è mai avvenuto. Il servizio fornito dalla struttura è stato più volte interrotto, a causa di vizi nella realizzazione che hanno causato il distacco di piastrelle dalla vasca interna a gennaio 2013 e di altre situazioni critiche. Nel corso del 2013, le criticità si sono aggravate: i dipendenti hanno cominciato a non essere pagati, così come le forniture Enel, e i subappaltatori che avevano realizzato parte dei lavori non hanno ricevuto compensi pari a circa 1,2 milioni di euro. Dopo un temporale estivo, si allaga il locale sotterraneo delle pompe che fanno funzionare la piscina esterna, che è costretta a chiudere in agosto 2013, a stagione estiva non ancora terminata. Il 10 ottobre 2013 l Enel sospende le forniture di energia elettrica per reiterata insolvenza: inizialmente il sindaco Claudio Sesani attribuisce la chiusura del centro a un guasto elettrico e rassicura i colognesi rispetto all imminente riapertura, mentre la Responsabile del Procedimento firma la sospensione della concessione alla società Onsport per arrivare alla risoluzione del contratto (a oggi non ancora verificatasi), dettagliando le numerose inadempienze del concessionario, note da mesi all Amministrazione. Dal 10 ottobre 2013 il centro natatorio è chiuso: ha subito diversi episodi di saccheggio e il 4 giugno 2014 sono state pignorate le attrezzature sportive della palestra, mai liquidate dalla società Onsport. Il Comune ha dato avvio alla procedura di subentro nella realizzazione e gestione dell opera il 28 maggio 2014: è stata presentata una sola offerta da parte della 1
3 cooperativa Nuoto Bergamo Alta, ma la commissione che il 30 giugno 2014 avrebbe dovuto valutare la presenza dei requisiti richiesti dal bando non ha potuto eseguire i lavori, perché la documentazione presentata dalla cooperativa risultava incompleta: la seduta è stata riaggiornata in privato. Al momento, la procedura non risulta ancora conclusa. Le strade sono due. Se entro ottobre il subentro sarà andato a buon fine, l Istituto per il Credito Sportivo individuerà la cooperativa come nuovo concessionario, che in tal caso dovrà terminare i lavori presso il centro natatorio per un importo pari a 1,96 milioni di euro, dovrà sostenere le rate del mutuo (per due anni pari a , per i successivi 18 pari a , secondo la rinegoziazione con l Istituto per il Credito Sportivo presentata nel bando) e riceverà dal Comune, come previsto dal bilancio approvato il 23 luglio 2014, un contributo di per il 2014 e di per gli anni seguenti. Diversamente, se l operazione di subentro non dovesse concludersi positivamente entro ottobre, il Comune dovrebbe subentrare nel pagamento del mutuo, dovrebbe terminare i lavori mancanti e successivamente, attraverso un bando di gara, assegnare la gestione della struttura percependo un canone di affitto. Se tre sono le parti in causa quando si parla di project financing comune, privato e banca è evidente che ognuna di esse ha avuto un ruolo e un peso in questa vicenda. Il ruolo del Comune L Amministrazione comunale di Cologno al Serio, dopo avere individuato come prioritario fra le opere il centro natatorio, ha scelto come modalità di realizzazione il project financing con una giustificazione, più volte ribadita anche nelle più recenti sedute consiliari: avere una piscina a costo zero sul territorio. La scelta del project financing è stata poi gravata da ulteriori elementi problematici: a) una eccessiva esposizione al rischio da parte del Comune, attraverso la scelta di costituirsi fideiussore solidale sul mutuo di 8,7 milioni di euro (l intero ammontare dell opera); b) il raddoppio del progetto e dei costi dell opera, come modalità di riequilibrio con il privato in seguito ai ritardi nella realizzazione della struttura e alle responsabilità legali individuate nei confronti del Comune; c) il mancato controllo sul concessionario e la mancata tutela degli interessi del Comune: dall insostenibilità del business plan, ai costi eccessivi delle opere, alla liquidazione di stati avanzamento lavori per opere mai eseguite o svolte con vizi e difetti, alla decisione di non istituire la Commissione di controllo prevista dalla Convenzione; 2
4 d) la mancanza di una adeguata visione politica: l opera viene realizzata in una fase di crisi, all interno di un territorio che presenta già una sovrabbondanza di offerta (piscine di Ghisalba, Mornico, Stezzano, Osio Sotto, Romano) e viene individuata come struttura di interesse pubblico. L eccessiva esposizione del Comune con la fideiussione solidale a garanzia del mutuo (per il 100% del valore dell opera) è stata sottolineata più volte nel corso della vicenda, prima da un parere del CIPE, chiesto da un funzionario comunale nel maggio Secondo l Unità tecnica finanza di progetto del CIPE, essere fideiussori solidali per l intero importo di realizzazione del centro natatorio non è coerente con la procedura di project financing intrapresa dal Comune, che prevede che le risorse per realizzare il progetto debbano essere totalmente o parzialmente a carico del privato. Il rischio di gestione per il privato nel caso di Cologno è totalmente azzerato e viene invece interamente assunto dal Comune, mentre nello strumento del project financing deve rimanere in capo al concessionario. L Amministrazione nello stesso maggio 2005 ha approvato unilateralmente una modifica alla Convenzione, vincolando il concessionario a prestare a sua volta fideiussione al Comune. La società concessionaria ha dato così il via a un ricorso legale, che si è concluso con la sentenza del Tar Brescia 398/2007: il Comune è stato condannato a risarcire il danno per responsabilità precontrattuale verso il concessionario. La sentenza ribadisce che è necessaria una attenta pesatura del rischio nel project financing, cosa non fatta dall Amministrazione comunale stipulando la prima convenzione: se il peso dell investimento e della gestione è a carico dell Amministrazione comunale, il rapporto è di remunerazione di un privato, come in un appalto pubblico. La garanzia prestata dal Comune è un rischio e va considerata come uno strumento indiretto di remunerazione del concessionario. A questo punto, per non dover risarcire il danno, l Amministrazione sceglie la via della negoziazione con il privato. In questo percorso, nel 2009 viene approvata una nuova convenzione: la concessione gratuita passa da 30 a 50 anni, il Comune darà un contributo al concessionario pari a l anno per 20 anni e per i successivi 30, mentre la società presterà una controfideiussione assicurativa per i primi due anni. A febbraio 2010 viene approvato un progetto che porta i costi dell opera da 5,5 a 9,6 milioni di euro, con un piano economico e finanziario di dubbia sostenibilità. Durante la realizzazione dei lavori, il Comune ha poi disatteso il proprio ruolo di monitoraggio e controllo costante, così come richiesto dallo strumento del project financing, rispetto agli interventi realizzati dal privato. Sono stati sottoscritti dal primo direttore lavori (nominato dal concessionario e costruttore, sostituito su richiesta del Comune soltanto a S.A.L. esauriti), dalle imprese e dalla stazione appaltante (intesa dal Comune come il concessionario stesso) 3
5 stati di avanzamento lavori poi liquidati dall Istituto per il Credito Sportivo per opere che non sono mai state eseguite, sono stati realizzate altre opere mai previste dal progetto e molti subappaltatori che hanno prestato la loro opera non sono mai stati pagati. A tale proposito, nel gennaio 2014 è stata depositata agli atti una relazione interlocutoria di collaudo che riporta lo stato di consistenza del centro natatorio, redatto dall ing. Bianchi, da cui si evincono serie criticità. Non è mai stata nominata la Commissione di controllo prevista dalla Convenzione. Dal 10 ottobre 2013, data di chiusura del centro natatorio, l Amministrazione comunale sta cercando di capire in che modo uscire da una situazione estremamente problematica, per molti versi prevedibile e prevista dalle minoranze consiliari (progettocologno ha presentato un esposto alla Corte dei Conti per presunto danno erariale già a novembre 2011, le dichiarazioni di voto del 2010 prefiguravano esattamente lo scenario che poi si è verificato), alternando silenzio ad annunci sui giornali di una imminente riapertura (qualche giorno a ottobre, entro fine anno, a marzo, per la stagione estiva, a luglio ). La volontà di fare chiarezza fino in fondo su quanto è avvenuto non c è: la Commissione consiliare che avrebbe dovuto indagare sui fatti e renderli noti alla cittadinanza, richiesta da progettocologno e ottenuta soltanto a gennaio 2014, è stata eliminata a maggio con la motivazione che la minoranza ha diffuso immagini e dati relativi alla vicenda del centro natatorio. Nonostante l Amministrazione dica di essere stata truffata, da ottobre 2013 non ha messo in atto alcuna azione legale contro la società Onsport. Soltanto pochi giorni fa ha presentato un esposto, relativo solo però all atto di pignoramento delle attrezzature sportive (per ) avvenuto a giugno 2014 presso la struttura. Il 14 ottobre 2013 è stata depositata presso il Tribunale di Milano la sentenza dichiarativa di fallimento della socia di maggioranza di Onsport, Edildema (60%). La società Onsport risulta ancora attiva. Il ruolo del privato Anche il ruolo del privato presenta in questa vicenda alcune particolarità. Il concessionario, OnSport Cologno, è una società sportiva dilettantistica a responsabilità limitata con esiguo capitale sociale ( ), costituita nel La società risultava partecipata da: Edildema S.r.l. 60% Sangalli S.r.l. 20% Mito associazione sportiva dilettantistica 15% Duesse Service S.r.l. 5% 4
6 La larga maggioranza delle quote era in possesso delle società che in seguito sono state le principali beneficiarie degli appalti di costruzione del centro natatorio. Questo fattore, unitamente alla totale garanzia prestata dal Comune (fideiussione solidale) e al lievitare dei costi di costruzione, ha di fatto spostato l attenzione e l interesse economico del privato dalla fase di gestione (come dovrebbe essere nelle normali operazioni di project financing) alla fase di costruzione. Il business plan presentato e risultato poi non veritiero manifestava notevoli anomalie, evidenziate da subito dalle minoranze consiliari. Nonostante il privato avesse tutto l interesse a dimostrare modesti ricavi generati dall opera, a fronte di un investimento di circa 9 milioni di euro, venivano indicati notevoli ricavi annuali a regime di euro, con costi di manutenzione bassissimi e un bacino di utenza sovradimensionato. Inoltre il privato, nonostante i notevoli ricavi indicati, non era tenuto a versare alcun contributo al Comune o a prevedere particolari agevolazioni per i cittadini colognesi. La fase di costruzione La fase di costruzione, gestita in totale autonomia, senza controllo alcuno da parte del Comune e dell ente finanziatore, ha evidenziato una serie di criticità mostrate in modo evidente nella relazione interlocutoria di collaudo del gennaio 2014, riguardanti principalmente vizi nella costruzione e presentazione di S.A.L. non in linea con la reale situazione, in cui compaiono opere contabilizzate ma mai realizzate. Nello stato attuale tutte le passività sono rimaste in capo alla società concessionaria, mentre gli importi erogati dal credito sportivo sono stati utilizzati per il pagamento delle ditte appaltatrici (anche a fronte di S.A.L. non in linea con le opere eseguite), le quali sono anche le società controllanti del concessionario. Numerose lavorazioni, alcune delle quali mai approvate, sono state subappaltate a imprenditori locali, molti dei quali ad oggi non ancora pagati. Lo stesso vale per parte delle attrezzature, acquistate con patto di riservato dominio, che a causa del mancato pagamento sono state in seguito riprese dal fornitore delle stesse. Il Costo di costruzione finale risulta essere pari a circa il 68% (cautelativamente) in più di quello previsto dal Coni per una struttura della stessa entità. La fase di gestione Il servizio non è stato garantito con continuità e il personale ad oggi non ha ricevuto diverse mensilità; a questo si aggiungono i mancati pagamenti delle utenze e dei fornitori. Oltre al 5
7 danno economico, ciò costituisce un danno di immagine che ha generato una sfiducia nei confronti della struttura, chiusa ormai da ottobre 2013, di cui si pagheranno le conseguenze anche in futuro. Nel periodo antecedente la chiusura, il gestore, pur consapevole della situazione critica di cui anche il Comune era a conoscenza, ha comunque incentivato il rinnovo di abbonamenti annuali e semestrali, richiedendo pagamenti anticipati, mai rimborsati dopo la chiusura. Il ruolo dell Istituto per il Credito Sportivo L Istituto per il Credito Sportivo, ottenendo la fideiussione solidale da parte del Comune, ha protetto il credito concesso minimizzando il proprio rischio e tutelandosi nel caso in cui, come poi è successo, l operazione non fosse risultata economicamente sostenibile. Questa situazione non ha probabilmente incentivato l ICS a effettuare un analisi particolareggiata di verifica del bussiness plan, il quale è risultato essere totalmente insostenibile, e dei costi di progetto, i quali da un semplice confronto parametrico sarebbero apparsi oltremodo eccessivi, sia nella fase di controllo dei S.A.L. di cantiere in cui, come detto anche in precedenza, una successiva verifica ha evidenziato la presenza di opere contabilizzate, ma mai eseguite. Considerati gli ingenti importi in questione, una maggiore cautela anche da parte dell ente finanziatore sarebbe stata auspicabile. 25 luglio
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