DALL IMPIANTO ALLA RACCOLTA... E OLTRE

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1 DALL IMPIANTO ALLA RACCOLTA... E OLTRE Suoli sciolti e ricchi di sostanza organica, materiale di propagazione sano da impiantare in terreno ben drenato, un corretta gestione degli apporti irrigui e azotati sono le premesse del successo produttivo. Il tempestivo condizionamento del prodotto dopo la raccolta e, infine, un appropriato imballaggio possono preservare qualità e freschezza. Vanni Tisselli CRPV - CESENA LucianoTrentini REGIONE EMILIA-ROMAGNA SERVIZIO PRODUZIONI VEGETALI ASPARAGUS PLANTATION AND HARVEST For a successful harvest the following elements are extremely important: soil tilth, abundance of organic matter, certified propagation material, ridged soil, correct irrigation plan and nitrogen fertilisation management. It is extremely important not to force harvests because this may lead to plant overexploitation, decrease in bud number leading to scarce stem production during the vegetative phase and, finally, lower accumulation of reserve substances, thus affecting overall production in the following years.furthermore, the progressive depauperation of nutritive reserves lead, during years, to plantation impoverishment and to increasing parasite susceptibility. Thus, plant protection, that is pathogens and phytophagous control, is very important for the hypogeal (roots, stalk and foot) and epigeal portino (stem, branch and leaves) as well as for turions which represent the edile and marketed part of the plant. Among asparagus pests and diseases, it is worthwhile to mention the fusarium blight, the violet root rot, the rusk and the stemphyliosis. Among asparagus parasites, the most widespread are: the seed bulb fly, the Hypopta caestrum, the aphid and the leaf beetle.early postharvest conditioning and proper packing can be useful in preservino product quality and freshness. L asparago è una coltura che vanta antiche tradizioni di consumo, ma le esigenze della coltura si sono modificate nel tempo, tenuto conto soprattutto delle mutate caratteristiche della stessa. Basti pensare che l asparago coltivato ai tempi dei Romani è lo stesso asparago selvatico che cresce spontaneamente nelle pinete del litoraneo adriatico o in zone boschive dell Appennino e che risulta pertanto particolarmente rustico. Pur avendo subito nel tempo un notevole ingentilimento, occorre comunque sottolineare come l asparago mantenga tuttora delle caratteristiche di rusticità: si pensi infatti che cresce regolarmente anche in presenza di elevati tenori di salinità dei terreni e delle acque di irrigazione. Fatta questa breve premessa è comunque doveroso precisare che l attività di selezione sviluppata con una certa intensità, soprattutto nel ventesimo secolo, ha portato all individuazione di varietà che si caratterizzano per una forte interazione con l ambiente di coltivazione, inteso sia come caratteristiche pedologiche che climatiche. Su terreni permeabili e ben drenati A prescindere dalla varietà, in fase d impianto è necessario valutare attentamente alcune caratteristiche fisiche che il terreno deve possedere, in quanto queste sono spesso più influenti sul buon esito della coltura che non quelle chimiche. Innanzitutto il terreno deve essere permeabile e ben drenato; l asfissia radicale determina infatti fenomeni di stress alla coltura che la rendono maggiormente esposta agli attacchi parassitari, determinando spesso la moria delle piante più deboli e un diradamento degli impianti. Al di là del diradamento (che comunque se superiore al 20-25% non rende conveniente il mantenimento dell asparagiaia), occorre considerare che l indebolimento della pianta influenza le caratteristiche qualitative dei turioni, pregiudicando spesso la produttività e di conseguenza l economicità dello stesso. 1

2 È necessario che la profondità della falda resti almeno un metro sotto il livello di campagna per tutto il periodo dell anno e che in presenza di strati impermeabili di terreno si attui un drenaggio artificiale o si favorisca comunque l eliminazione dell acqua in eccesso. Per quanto concerne la tessitura del terreno, l asparago si adatta a diverse tipologie di suoli, anche se preferisce quelli sciolti e con buona dotazione di sostanza organica. L asparago bianco in particolare richiede che il tenore di argilla non sia superiore al 25% con una buona percentuale di sabbia per favorire lo sviluppo di turioni regolari e di sapore più delicato. Terreni scuri, che hanno quindi la capacità di riscaldarsi velocemente, sono da preferire poiché consentono una più pronta e regolare emergenza dei turioni. Per quanto riguarda alcune caratteristiche chimiche, bisogna rilevare come il ph ottimale del terreno sia compreso fra 6 e 7,5 e come sia preferibile un elevato tenore di sostanza organica, che rende più soffice il terreno e maggiormente equilibrato l assorbimento degli elementi nutritivi. Rotazione e acquisto delle zampe Essendo l asparago una coltura poliennale (la durata di un impianto si considera debba essere di almeno 8-10 anni), è poco interessato all aspetto della rotazione, tuttavia è importante conoscere quali specie sono state coltivate sul terreno negli ultimi anni per evitare i rischi di attacchi di Fusarium e rizoctonia. Si sconsiglia di far precedere all impianto dell asparago la coltivazione di erba medica, patata, carota, barbabietola e trifoglio; allo stesso tempo sono da evitare impianti su terreni che negli ultimi anni abbiano manifestato attacchi di Fusarium sulle colture. Sono da escludere interventi di geodisinfezione, soprattutto con utilizzo di bromuro, poiché avrebbero effetto solo nel primo anno, con il rischio di modificare degli equilibri naturali che potrebbero portare conseguenze negative nel tempo. La geodisinfezione è consigliata solo per la realizzazione dei vivai di zampe, al fine di garantire la sanità del materiale di riproduzione. Nella scelta del terreno è buona norma evitare quelli che presentano elevata infestazione di malerbe perennanti, che sono difficilmente controllabili durante la vita dell asparagiaia stessa. Gli interventi per il diserbo, secondo quanto disposto dai Disciplinari di produzione integrata della Regione Emilia-Romagna, sono schematizzati nella sottostante tabella. Interventi consigliati per il diserbo Infestanti Principio attivo % di p.a. l o kg/ha Note Pre-trapianto, pre-ricaccio e/o post-raccolta Dicotiledoni e Glifosate 30,4 1,5-3 graminacee Glufosinate ammonio 11, Dicotiledoni e graminacee Dicotiledoni e graminacee Graminacee Pre-trapianto Trifluralin 44,5 0,9-1,5 Consigliabile l interramento. Pre-ricaccio Metribuzin 35 0,4-0,7 Pendimetalin 31,7 2-3 Oxadiazon 34,1 1,5 Post-raccolta Oxadiazon 34,1 1,5-2 Propaquizafop 9,7 1 Allossifop-r-metilestere 10,63 0,7 Ciclossidim 10,9 1,5-2,5 È opportuno alternare i prodotti nella fase di pre-ricaccio per evitare che si selezionino specifiche malerbe. La dose più alta si utilizza per la difesa del Chenodium arvensis. Nota: Limitatamente ai programmi applicativi del Reg. Ce n. 220/96 e delle Leggi regionali 28/98 e 28/99 è ammesso il Linuron per il diserbo solo nei terreni sabbiosi per formulati con il 37,6% di p.a. dose di 1-1,5 l/ha. Un tempo l asparago era moltiplicato per via agamica attraverso la divisione delle zampe; in seguito, con l avvento della coltivazione specializzata, si è passati alla produzione di zampe ottenute da seme. La diffusione di zampe coltivate in vivai infetti, e la successiva moria degli impianti, aveva aperto all inizio degli anni 80 la strada alla produzione di piantine in paperpot o in alveolare di plastica. Agli indubbi vantaggi sanitari gli impianti realizzati con piantine univano tuttavia un ritardo nell entrata in produzione e l esigenza di avere impianti di irrigazione per evitare che le piantine, 2

3 dotate di un ridotto apparato radicale, potessero morire. Questa tecnica, che mantiene una sua validità in ambienti meridionali e per trapianti tardivi (dopo una precedente coltura primaverile), è stata quasi completamente abbandonata nell Italia settentrionale, dove l impianto con zampe ha ripreso il sopravvento. A prescindere dal materiale di propagazione, è comunque indispensabile che questo sia sottoposto a controlli sanitari e che sia certificata l assenza di malattie fungine che possono pregiudicare l impianto già al primo anno o in quelli immediatamente successivi. Le zampe devono inoltre essere ben conservate dal momento dello scavo a quello del trapianto, per evitare che possano disidratarsi o sviluppare marciumi nei punti di rottura delle radici. L impianto con o senza solchi L impianto deve essere realizzato possibilmente su terreno preparato con un certo anticipo e sul quale si siano apportate prima dell aratura, effettuata ad almeno 50 cm di profondità, abbondanti quantità di ammendanti ben maturi. Negli impianti effettuati secondo tecniche tradizionali e per i quali non sia richiesta una particolare meccanizzazione, è ancora consigliata la formazione di solchi, l impianto delle zampe dentro gli stessi e la copertura con 8-10 cm di terra. I solchi verranno completamente eliminati al secondo o terzo anno di età quando, per favorire la raccolta e le operazioni colturali, il terreno verrà pareggiato. Nelle aziende di grandi dimensioni, che richiedono l impiego della meccanizzazione a partire dalle fasi di trapianto fino allo sfalcio della vegetazione al termine del ciclo vegetativo annuale, il trapianto può avvenire su terreno pareggiato, utilizzando piantine e normali trapiantatrici da alveolo o cubetto. Tenuto conto che il turione dell asparago tende a ingrossare quando deve attraversare uno strato di cm di terreno, se le zampe sono troppo superficiali, prima di iniziare la raccolta vanno coperte con uno strato di terra. Questa tecnica, facoltativa se si produce asparago verde, diventa obbligatoria se si produce asparago bianco, in quanto il turione deve crescere per tutta la sua lunghezza all interno del terreno per evitare che l esposizione alla luce possa far assumere all asparago una tonalità rosata che lo deprezza dal punto di vista commerciale. Prima dell inizio raccolta, viene portato terreno sulla fila, spostandolo dall interfila, per formare cumuli di altezza pari a cm, che di norma durante la raccolta vengono coperti con film di polietilene nero per un ulteriore protezione dei turioni dai raggi del sole. I cumuli, che nella maggior parte delle aziende vengono oggi realizzati meccanicamente con l ausilio di frese baulatrici, devono essere prontamente eliminati al termine della raccolta, per pareggiare il terreno ed evitare che le zampe possano emettere radici più superficiali, posizionandosi sempre più in alto con conseguente produzione di turioni sottili. Il sesto d impianto è influenzato da numerose variabili che si devono conoscere al momento di realizzare l asparagiaia: la tecnica di produzione (bianco o verde), la fertilità del terreno, la meccanizzazione disponibile, la varietà, in funzione di un suo maggiore o minore sviluppo vegetativo. Nel caso di asparago bianco si trapiantano normalmente dalle alle zampe/ha con un interfila che può raggiungere cm, nel caso invece di asparago verde il numero di zampe per ettaro sale a con una distanza nell interfila di cm. Un interfila troppo stretta con varietà caratterizzate da abbondante vegetazione può portare a una eccessiva competizione fra le piante, ma può soprattutto rappresentare un limite alla circolazione dell aria con conseguente formazione di un microclima umido che ben si presta allo sviluppo di malattie fungine (ruggine in particolare). Modalità di concimazione e irrigazione L asparago è una specie abbastanza esigente di azoto e consuma questo elemento soprattutto durante la fase di allevamento nei primi anni d impianto e durante la fase vegetativa successiva alla raccolta. Per lungo tempo gli agricoltori hanno continuato ad apportare azoto anche nel periodo invernale, prima che i turioni inizino a emergere dal terreno, senza tener conto che in questa fase i turioni sviluppano attingendo dalle sostanze di riserva accumulate nell apparato radicale durante la precedente stagione vegetativa. Lo sviluppo di un elevata massa vegetativa, mantenuta sana fino al tardo autunno, è garanzia di buona produzione nell anno successivo; l azoto deve quindi essere distribuito con questo obiettivo ed essere frazionato in almeno tre interventi, il primo dei quali può essere effettuato prima dell inizio raccolta, mentre gli altri devono essere posizionati nell arco di tempo che va dalla fine raccolta a metà luglio. 3

4 Per quanto riguarda invece fosforo e potassio, la loro distribuzione deve essere effettuata nell autunno dopo lo sfalcio della vegetazione ormai secca, per poter essere disponibile alla coltura nella successiva primavera. È buona norma, oltre alla concimazione chimica, l apporto di letame nell autunno, localizzato prevalentemente soprattutto sulla fila. Il letame rilascia gradualmente durante l inverno gli elementi nutritivi, ma soprattutto, interrato prima dell inizio della raccolta, migliora la struttura del terreno rendendolo più soffice e favorendo una più rapida emergenza dei turioni per effetto di un anticipato riscaldamento del terreno. Per molto tempo l asparago è stato considerato una coltura non bisognosa di irrigazioni; in realtà, pur essendo molto resistente al secco, ha dimostrato di avvantaggiarsi degli apporti irrigui soprattutto nei mesi più caldi (luglio e agosto). Alcune prove sperimentali hanno infatti dimostrato che l irrigazione può portare incrementi produttivi dell ordine del 25-30%. I vantaggi di questa tecnica si possono riassumere fondamentalmente in tre punti: maggior rigoglio vegetativo con conseguente maggior accumulo delle sostanze di riserva e di conseguenza maggior potenzialità produttiva nell anno successivo; mantenimento dell umidità nel suolo che evita, soprattutto nei terreni più argillosi, la formazione di crepe e la conseguente rottura delle radici; mantenimento dell equilibrio funghi antagonisti - Fusarium in quanto quest ultimo nei terreni siccitosi tende a prevalere essendo maggiormente resistente. L irrigazione può essere effettuata per aspersione, avendo cura di evitare il fenomeno della pioggia battente che potrebbe allettare parte della vegetazione con ovvi effetti negativi. A seconda dell andamento stagionale si ritengono ottimali 4-6 interventi irrigui con apporti di mm ciascuno. Migliori risultati si ottengono con l irrigazione a manichetta, ampiamente utilizzata in alcune regioni meridionali, che potrebbe consentire anche interventi di fertirrigazione, migliorando l efficienza dei concimi apportati. Non prolungare troppo la raccolta La raccolta inizia generalmente al secondo anno d impianto e nella fase di piena produzione si protrae per un periodo di giorni a seconda dell andamento climatico, della varietà e soprattutto del vigore vegetativo dell asparagiaia nell anno precedente. Vi sono varietà che hanno una precoce emissione dei turioni ma contemporaneamente una scalarità che porta a dover raccogliere per un lungo periodo; altre invece concentrano la produzione in un periodo ristretto. Normalmente il parametro preso in esame per decidere la data di fine raccolta è l assottigliamento dei turioni e la minor frequenza con cui spuntano dal terreno. È molto importante non eccedere nelle raccolte perché questo potrebbe portare ad un eccessivo sfruttamento della zampa, a una riduzione del numero di gemme, che determina un contenuto sviluppo di steli in fase vegetativa, e, infine, a uno scarso accumulo di sostanze di riserva, con conseguente riduzione di produzione nell anno successivo. Una raccolta troppo prolungata può determinare anche situazioni di stress alla coltura, con maggiori rischi di problemi fitosanitari. La raccolta dell asparago verde è oggi effettuata per la maggior parte con l ausilio di attrezzature agevolatrici semoventi, che consentono all operatore di avanzare nel campo e raccogliere i turioni stando seduti. Queste attrezzature, oltre a rendere meno disagevole la raccolta, portano anche un incremento delle rese di raccolta pari al %. Alcune agevolatrici sono state adattate anche alla raccolta dell asparago bianco, ma in questo caso l incremento nelle rese di raccolta è minore perché durante ogni raccolta occorre spostare il film nero che ricopre i cumuli e il taglio dei turioni completamente sotto terra richiede più tempo che non per l asparago verde. Per salvaguardare la freschezza Il post-raccolta inizia già in azienda immediatamente dopo il taglio; in questa fase è indispensabile che il prodotto venga lasciato per il minor tempo possibile all aperto, in quanto l esposizione all aria e al sole porta a un aumento della traspirazione con perdita d acqua, aumento della fibrosità e scadimento qualitativo. Alcuni paesi che indirizzano la propria produzione verso l esportazione, hanno messo a punto sistemi di condizionamento direttamente in campo per consentire di lavorare 4

5 e raffreddare il prodotto entro poche ore dalla raccolta. In Italia non esistono realtà che applicano sistemi simili, tuttavia occorre operare in modo tale che intercorrano poche ore dalla raccolta alla lavorazione e conservazione in magazzino o quantomeno che il prodotto anche durante i trasporti non vada incontro a innalzamenti termici e a un eccessiva perdita d acqua. Studi condotti già diversi anni fa dimostrano che una perdita d acqua nella misura del 7-8% determina una fibrosità che non rende più commerciabile l asparago; per evitare ciò è necessario che durante la conservazione nei magazzini di lavorazione i mazzi vengano mantenuti a bagno immergendoli in vasche con uno strato di 1-2 cm di acqua. Anche l imballaggio riveste un ruolo importante sulla qualità del prodotto, in quanto, al di là dell aspetto immagine, può influire sulla vita commerciale del prodotto. La classica confezione del mazzo rivestito di carta nella parte basale dovrà lentamente lasciare spazio a un confezionamento in vaschetta filmata o alla busta termosaldata o ad altre confezioni che garantiscano maggior vita e qualità al prodotto. Nella scelta dell imballaggio occorre comunque considerare che il metabolismo si mantiene anche dopo il taglio, per cui si deve prevedere che i turioni continuino ad allungarsi e si devono garantire scambi gassosi con l esterno onde evitare l insorgenza di cattivi odori che pregiudicano la commercializzazione. Molto importante ai fini della qualità del prodotto, sarebbe il mantenimento della catena del freddo dall arrivo in magazzino di lavorazione fino alla vendita nei negozi e quindi al consumo. Pur intravvedendo alcuni possibili problemi sia a livello dei magazzini che dei negozi e supermercati, occorre tuttavia avere la consapevolezza che la valorizzazione del prodotto passa attraverso una cura dell immagine, un contenimento dei costi ma soprattutto attraverso una salvaguardia della qualità, che nel caso dell asparago è sinonimo di freschezza. La difesa dalle Avversità Funghi e insetti possono aggredire l impianto con danni a carico di radici, fusti, foglie e soprattutto turioni ossia i germogli commestibili della pianta. Accanto ai mezzi agronomici di difesa si rendono necessari alcuni trattamenti fitosanitari. Sergio Gengotti - CATEV-faenza Referente crpv settore difesa orticole L adozione di un accurata strategia di difesa dell asparago rappresenta un elemento fondamentale per il raggiungimento di adeguati livelli quantitativi e qualitativi della coltura. Ciò è vero per tutte le colture, ma lo è in modo particolare per l asparago, coltura orticola a ciclo poliennale in cui la gestione agronomica e fitoiatrica adottata va a influenzare non solo la produzione e lo stato fitosanitario dell annata in corso ma, soprattutto, degli anni successivi. Si è visto come le condizioni ideali per la coltura dell asparago siano rappresentate da terreno profondo, sciolto, ben drenato, subacido (ph tra 6 e 7) e ben dotato in elementi nutritivi. Tali condizioni, associate a una corretta tecnica agronomica, permettono di ottenere soddisfacenti livelli quali-quantitativi e una prolungata durata dell impianto. La produzione primaverile in turioni è legata alla quantità di riserve accumulate e, conseguentemente, allo stato fitosanitario dell apparato fogliare nel corso della stagione vegetativa dell anno precedente. Fra le tecniche che condizionano in modo preponderante i risultati produttivi dell asparago sono da ricordare la durata della raccolta e la difesa fitosanitaria. Un periodo di raccolta eccessivamente prolungato in primavera tende a impoverire le riserve di elaborati che non riescono più a ricostituirsi nel corso della stagione estiva. Ciò è soprattutto vero se la coltura non presenta uno stato fitosanitario dell apparato fotosintetico più che ottimo. Un progressivo depauperamento delle riserve nutritive nel corso degli anni porta l impianto a un indebolimento e a un incremento di suscettibilità nei confronti dei parassiti. Di fondamentale importanza è quindi la difesa della coltura nei confronti dei patogeni e dei litofagi sia dell apparato ipogeo (radici, corona e zampe) che epigeo (fusti, rami e foglie), oltre naturalmente che dei turioni, che rappresentano la parte edule e commerciabile della pianta. Fra le malattie che suscitano le maggiori preoccupazioni per i coltivatori di asparago sono da citare la fusariosi, il mal vinato, la ruggine e la stemfiliosi. I parassiti più frequenti sulla coltura sono invece rappresentati dalla mosca grigia dei semi, l ipopta, l afide e le criocere. Gli interventi di 5

6 difesa previsti dal Disciplinare di produzione integrata dell asparago per la Regione Emilia- Romagna sono riassunti nella sottostante tabella. Mezzi agronomici In vicinanza della coltivazione: - distruggere in autunno la parte aerea dell asparagiaia al fine di abbassare il potenziale d inoculo; - scegliere varietà tolleranti o resistenti. Interventi autunnali e invernali di bruciatura delle stoppie e lavorazioni del suolo al fine di ridurre il potenziale di inoculo presente nell asparagiaia. Strategie di difesa integrata CRITTOGAME Ruggine ( Puccinia asparagi) Stemfiliosi ( Stemphylium vesicarium) Mezzi chimici A cadenza di giorni intervenire con prodotti rameici, Difenoconazolo (1) e Azoxystrobin (2). Limitata mente ai programmi applicativi del Reg, Ce n. 2200/96 e delle Leggi regionali 28/98 e 28/99 è autorizzato il Ciproconazolo nei limiti complessivi previsti per gli IBE. Gli interventi chimici sono ammessi solo negli impianti colpiti da stemfiliosi. Utilizzare solo prodotti rameici. Si consigliano trattamenti ogni 6-8 giorni nei periodi in cui le condizioni climatiche sono favorevoli al patogeno. Fusariosi ( Fusarium oxysporum f.sp. asparagi, Fusarium moniliforme, Fusarium solani, Fusarium roseum) - Impiegare materiale di moltiplicazione (zampe e sementi) sano. Ammessa la disinfezione delle zampe: la produzione di zampe sane destinate alla moltiplicazione può essere ottenuta da vivai costituiti in terreni opportunamente scelti e controllati durante tutte le fasi colturali Mal vinato ( Rhizoctonia violacea) - Adottare avvicendamenti colturali con piante poco recettive; - impiegare zampe sane; - in presenza di focolai di malattia raccogliere e distruggere tempestivamente sia le piante malate che quelle vicine. Virosi (AV 1, AV 2) Per le virosi (AV1 e AV2) è importante utilizzare materiale ottenuto da micropropagazione in vitro da piante madri virus-esenti. FITOFAGI Mosca grigia ( Delia platura) Interventi a carattere cautelativo specie nelle zone litoranee, ove sono ricorrenti le infestazioni del dittero sui turioni delle prime raccolte. Intervenire a 20 giorni dalla presumibile epoca di inizio dell emergenza dei turioni con Teflutrin (3). Distribuzione microgranulare localizzata lungo le file in pre-emergenza. Nematodi galligeni ( Meloidogyne spp.) Presenti nei terreni prevalentemente sabbiosi FITOFAGI OCCASIONALI Criocere ( Crioceris asparagi, Crioceris duodecimpunctata) Intervenire con Fosalone e Fenitrotion alla presenza di larve e/o adulti durante i primi due anni di impianto. Ipopta ( Hypopta caestrum) - Asportare e distruggere i focolai di incrisalidamento che emergono dal terreno; - proseguire la raccolta dei turioni per almeno 20 gg oltre il normale termine al fine di ostacolare le ovideposizioni del lepidottero al colletto delle piante. Negli impianti infestati è raccomandabile la bruciatura dei resti disseccati della vegetazione per distruggere le eventuali uova durevoli presenti. Afide ( Brachycorynella asparagi) Gli interventi chimici con Fosalone sono giustificati solo negli impianti ove sono state osservate nfestazioni nella precedente annata. Effettuare 2 interventi a distanza di giorni a partire da metà luglio. Intervenire alla comparsa delle infestazioni in modo localizzato o a pieno campo in funzione della distribuzione dell infestazione con estratto di piretro. (1) al massimo 3 interventi all anno con IBE (2) al massimo 2 interventi all anno. (3) al massimo 1 intervento all anno... 6

7 Malattie crittogamiche Malattie crittogamiche FUSARIOSI (Fusarium spp.) La fusariosi è considerata la più temibile malattia dell asparago in quanto in grado di causare gravi morie e deperimento degli impianti. I funghi del genere Fusarium (F. oxysporum f. sp. asparagi, F. moniliforme, F. solani, F. roseum) vivono generalmente nel terreno in modo saprofitario ma possono trasformarsi in patogeni aggressivi nei confronti della coltura qualora questa presenti condizioni particolari di stress e indebolimento. I sintomi della malattia sono costituiti da ingiallimento dei fusti e imbrunimento delle radici, in particolar modo dei vasi interni, come si può osservare in sezione. Col progredire della malattia si giunge alla marcescenza delle radici e al disseccamento dell apparato vegetativo. Non essendo pensabile affrontare la difesa di un patogeno del terreno come il Fusarium attraverso mezzi chimici, eccetto quelli impiegabili per la disinfezione delle zampe prima dell impianto, non resta che porre estrema cura nell adozione delle pratiche preventive di carattere agronomico. Purtroppo non esistono cultivar tolleranti la malattia; la scelta varietale rappresenta comunque un momento decisionale fondamentale in quanto l adattabilità delle piante al terreno e al clima incidono notevolmente sullo stato di salute e sulla vita produttiva delle asparagiaie. Sarebbe auspicabile che la coltivazione dell asparago avvenisse su terreni in cui in precedenza non era mai stata presente. Nella pratica è importante rispettare un intervallo di almeno 6 anni tra due colture successive e qualora la coltura di asparago precedente avesse manifestato attacchi di Fusarium si consiglia di attendere almeno 10 anni. È inoltre da evitare anche la successione ad altre orticole e al mais. Purtroppo non sempre si riescono a rispettare adeguati avvicendamenti colturali, soprattutto nei vivai, dove, non a caso, l incidenza della malattia è generalmente superiore che nelle aziende produttrici. Di primaria importanza è la sanità del materiale di propagazione (semi, zampe e piantine) e, conseguentemente, delle strategie di difesa adottate in vivaio volte ad evitare la trasmissione del patogeno a terreni non infetti. In generale, comunque, le cure colturali dell asparago devono permettere di evitare ferite alle zampe o alle piantine, il costipamento del terreno, i ristagni idrici e l indebolimento degli impianti in seguito a raccolte prolungate. MAL VINATO (Rhizoctonia violacea) Rhizoctonia violacea, agente del mal vinato, è un fungo patogeno estremamente polifago, infatti, oltre all asparago, colpisce numerose altre colture quali carota, fagiolino, patata, medica, bietola, ecc. Esso è presente nel terreno dove può sopravvivere per più di dieci anni anche in assenza di colture suscettibili. In campo generalmente si osserva, soprattutto a fine estate e inizio autunno, il deperimento delle piante fino all avvizzimento. In primavera la produzione di turioni risulta fortemente compromessa sia dal punto di vista quantitativo sia qualitativo. Qualora l infezione derivi dalle zampe stesse, la malattia può presentarsi già al primo anno in modo uniformemente diffuso in campo e l asparagiaia è destinata alla distruzione nel giro di due o tre anni. Se, invece, il trapianto avviene con materiale di propagazione sano, ma su terreno contaminato dal patogeno, la malattia si presenta a chiazze a partire dal terzo o quarto anno e il deperimento dell asparagiaia risulta più lento. I sintomi specifici su radici, zampe e alla base dei turioni consistono in un feltro di colore rosso vinato (micelio del fungo) con successiva comparsa di piccoli corpi scuri (corpi miliari e sclerozi). I tessuti infetti vanno incontro a marcescenza. Non essendo disponibili mezzi chimici di difesa efficaci, la lotta deve essere impostata su metodi preventivi. Occorre in particolare evitare i terreni eccessivamente acidi e umidi e la successione ad altre colture suscettibili quali patata, erba medica, carota e barbabietola. Fondamentale è l impiego di materiale di moltiplicazione sano, certificato e trattato con fungicidi o prodotti chimici disinfettanti. 7

8 Alla comparsa di focolai della malattia è buona norma allontanare ed eliminare le piante colpite e quelle a esse adiacenti. RUGGINE (Puccinia asparagi) Insieme alla stemfiliosi la ruggine rappresenta la principale malattia dell apparato epigeo dell asparago. Essa è presente in tutte le aree produttive di questa coltura con un incidenza che varia in funzione di diversi fattori ambientali, climatici, varietali e agronomici. In annate particolarmente piovose P. asparagi può causare gravi danni soprattutto sulle varietà sensibili. Nelle asparagiaie in allevamento si possono manifestare gravi sintomi già in primavera. Negli impianti in produzione possono comparire macchie allungate di colore verde chiaro sui turioni, tuttavia la loro raccolta permette di limitare lo sviluppo del patogeno in questo periodo. Negli impianti in produzione, pertanto, la malattia si manifesta generalmente a partire da metà luglio durante la fase di libera crescita: piccole pustole allungate e di colore bruno compaiono sui fusti, i rami e le foglie. Da fine estate e in autunno le macchie che si formano presentano un colore nerastro. L esito finale dell infezione di ruggine consiste in un disseccamento precoce della vegetazione con forte riduzione dell attività fotosintetica e dell accumulo delle sostanze di riserva. L accurata protezione della chioma rappresenta quindi un fattore strategico per evitare ripercussioni negative sulla quantità e qualità della produzione oltre che sulla longevità degli impianti. L allontanamento in primavera delle piante di asparago selvatiche situate nelle vicinanze delle coltivazioni e la distruzione a fine ciclo vegetativo della parte aerea infetta permette di ridurre il potenziale d inoculo del patogeno in campo, tuttavia l impianto di varietà tolleranti la malattia e l adozione di accurate strategie di difesa chimica rappresentano i metodi di lotta di maggiore efficacia. Purtroppo la lotta chimica è resa estremamente difficile dalla scarsità di sostanze attive ammesse sulla coltura ed efficaci nei confronti del patogeno. Tra queste sono da menzionare, oltre ai sali di rame, il difenconazolo, l azoxystrobin e il propiconazolo. La difesa della coltura deve avere inizio da 20 a 30 giorni dopo la fine della raccolta dei turioni (primi di luglio) e continuare, con intervalli di giorni, sino a metà a agosto. Al fine di preservare l efficacia dei pochi formulati a disposizione, è importante alternare l impiego di fungicidi con diverso meccanismo d azione e limitare il numero di interventi con lo stesso prodotto secondo quanto riportato in etichetta o ammesso dai Disciplinari di produzione integrata (due all anno con il difenconazolo, tre con l azoxystrobin). STEMFILIOSI (Stemphylium vesicarium) Un altra malattia dell apparato epigeo dell asparago è la stemfiliosi, il cui agente patogeno, il fungo Stemphylium vesicarium, sverna come pseudoteci nei residui colturali. Da questi in primavera si liberano le ascospore che danno avvio all infezione primaria. Sugli steli compaiono piccole tacche necrotiche circolari o ellittiche, leggermente depresse e circondate da un alone più scuro. In seguito si osserva l ingiallimento dell apparato vegetativo a iniziare dalle parti più basse e il disseccamento dei rami con caduta delle foglie. I sintomi di infezioni primaverili possono interessare anche i turioni, ma il danno più comune è causato dalla forte riduzione dell attività fotosintetica durante l estate e l autunno con limitata produzione e accumulo di sostanze di riserva nelle radici e conseguente indebolimento delle piante. Lo scarso numero di sostanze attive registrate sulla coltura nei confronti di questa avversità costringe a porre particolare attenzione all adozione delle pratiche agronomiche di carattere preventivo. È bene evitare di coltivare l asparago in zone soggette al ristagno dell umidità, favorire l arieggiamento della coltura adottando sesti d impianto ampi, curando il controllo delle malerbe e fornendo apporti equilibrati di fertilizzanti e di acqua irrigua. Allo scopo di ridurre il potenziale d inoculo per gli anni successivi, a fine ciclo vegetativo è buona norma asportare e bruciare i residui colturali secchi dall appezzamento e procedere alla lavorazione del terreno. La strategia di difesa chimica prende avvio a partire da metà agosto fino alla fine del ciclo vegetativo (prima decade di ottobre), effettuando tre interventi ogni due settimane con prodotti rameici. Nei periodi di elevata piovosità e umidità, in cui le condizioni climatiche sono 8

9 particolarmente favorevoli al patogeno, l efficacia dei sali di rame risulta ridotta malgrado l accorciamento degli intervalli d intervento. Sarebbe auspicabile la registrazione sulla coltura di fungicidi ad attività specifica come procimidone e tebuconazolo. MOSCA GRIGIA (Delia platura) Fitofagi Insieme all ipopta la mosca grigia rappresenta il principale fitofago che interessa l apparato ipogeo dell asparago. Delia platura è un dittero estremamente polifago che compie diversi cicli all anno e sverna nel terreno come pupa. Verso aprile gli adulti fuoriescono e le femmine, dopo la fecondazione, depongono le uova nel terreno. Da queste nascono le larve che penetrano nei turioni determinandone l incurvamento dell apice, la parziale apertura delle squame e l arrossamento dei tessuti colpiti. I danni possono risultare ingenti anche se, generalmente, interessano solo la prima parte del periodo di raccolta. La difesa chimica della coltura dalla mosca risulta difficoltosa anzitutto per l imprevedibilità delle infestazioni. Per tale motivo, nelle zone litoranee, dove queste sono più frequenti, è consigliato distribuire in maniera localizzata lungo le file del teflutrin in formulazione microgranulare circa 20 giorni prima dell emergenza dei turioni. COSSIDE DELL ASPARAGO (Parahypopta caestrum) Parahypopta caestrum è un lepidottero cosside in grado di causare gravi danni all asparago, tuttavia in Emilia Romagna le infestazioni sono rare e, generalmente, localizzate. Le piante colpite ingialliscono e disseccano precocemente in estate con notevoli ripercussioni sulla produzione degli impianti. Attacchi su giovani asparagiaie possono determinare evidenti diradamenti delle piante. Il fitofago compie una generazione all anno e sverna come larva in diapausa nel terreno. In primavera la larva si incrisalida all interno di un bozzolo sericeo allungato, detto sigaro, dal quale, tra giugno e luglio, sfarfallano gli adulti. Dopo l accoppiamento la femmina depone numerose uova alla base dei turioni e nelle screpolature del terreno circostante. Dai primi di luglio iniziano a fuoriuscire le larve che si nutrono a spese delle radici, delle gemme e dei turioni. La difesa della coltura dal cosside va impostata essenzialmente attraverso interventi agronomici quali l asportazione manuale e la distruzione dei bozzoli, durante il periodo di raccolta e attraverso l allungamento temporale del periodo della raccolta stessa. Entrambi gli interventi permettono di interrompere il ciclo del fitofago e di contenere gli attacchi futuri. Secondo i Disciplinari di produzione integrata dell Emilia Romagna la difesa chimica contro ipopta è giustificata solo negli impianti in cui si siano osservate infestazioni nell annata precedente intervenendo un paio di volte, a distanza di 10 giorni, con fosalone. Interventi localizzati sui focolai di infestazione e sulle piante limitrofe permettono di arrestare la progressione dei danni purché si impieghino volumi di irrorazione tali da poter raggiungere le larve del lepidottero al colletto delle piante e nel terreno. CRIOCERE (Crioceris asparagi, C. duodecimpunctata) Le criocere sono abbastanza diffuse nelle coltivazioni di asparago. I danni possono essere osservati in primavera sui turioni durante la raccolta oppure in estate sulla vegetazione in libero accrescimento. In questo secondo caso generalmente non sono giustificati interventi specifici. I Disciplinari di produzione integrata consentono di effettuare interventi con fosalone o fenitrotion solo in caso di elevata presenza di larve o adulti durante i primi due anni di impianto. Gli attacchi primaverili in fase di raccolta causano erosioni sui giovani turioni con deprezzamento della produzione. Purtroppo l esigenza di rispettare i tempi di carenza non consente di intervenire con i più comuni insetticidi a causa delle raccolte giornaliere degli asparagi. AFIDE DELL ASPARAGO (Brachycorynella asparagi) Un altro parassita della parte aerea dell asparago, meno diffuso del precedente, è Brachycorynella 9

10 asparagi. Questo afide sverna come uovo durevole e svolge l intero ciclo sulle piante di asparago coltivate o spontanee. Le conseguenze delle infestazioni precoci, piuttosto sporadiche, sono costituite da uno sviluppo stentato delle piante dovuto a un accorciamento degli internodi. Le piante colpite assumono un aspetto cespuglioso e, oltre a produrre turioni di calibro ridotto, risultano più suscettibili agli attacchi di fusariosi. Un metodo utile per contenere la diffusione dell afide è la combustione dei resti disseccati della vegetazione degli impianti che hanno subito infestazioni afidiche, in modo tale da distruggere le uova durevoli presenti. In caso di infestazione è consigliabile effettuare un trattamento estivo, a pieno campo oppure in modo localizzato sui focolai in funzione della distribuzione del fitofago, con insetticidi quali piretro, come indicato dai Disciplinari, o altri ammessi sulla coltura (deltametrina, dimetoato, fenitrotion, ecc.). 10

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