RELAZIONE ILLUSTRATIVA. La redazione del piano comunale per la localizzazione di stazioni di telefonia mobile e

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1 RELAZIONE ILLUSTRATIVA La redazione del piano comunale per la localizzazione di stazioni di telefonia mobile e apparati di telecomunicazione in generale, - il c.d. "piano delle antenne"- viene svolta in ottemperanza alla L.R n. 25 per quella parte in cui essa è ancora efficace a seguito della sentenza della Corte Costituzionale n.307 del 2003 e per quanto non in contrasto con norme sopraordinate e sopravvenute. Si tratta di un Piano di prima generazione, con tutte le difficoltà che una primogenitura può comportare. Per di più, il Comune di Porto Sant'Elpidio si è trovato ad essere tra i primi ad attivarsi, potendosi quindi confrontare con una quantità piuttosto esigua di analoghi procedimenti. I riferimenti di partenza, nella redazione del Piano, sono stati di triplice carattere: -giuridico -politico -tecnico/metodologico Ciascuno dei tre caratteri è stato calato con continuità nella redazione dello Strumento. Ci si è resi immediatamente conto, alla lettura delle norme di riferimento, che si trattava di dare una risposta alla Cittadinanza, come Comune, su questioni in cui Enti sopraordinati si erano espressi in termini talvolta anche vaghi, quando non controversi. Il percorso seguito è stato quello per cui, una volta recepito il senso delle norme, si è inteso razionalizzare dal punto di vista urbanistico la presenza, nel territorio comunale, delle stazioni di telefonia mobile in particolare. pag.1

2 Gli altri tipi di impianti di cui si occupa il Piano, come ad esempio gli impianti di radiodiffusione, per il fatto di essere in quantità notevolmente inferiore rispetto a quelli di telefonia mobile, per via di una dinamica del settore non più così in evidenza come in passato, ed anche per la specifica normativa non ancora compiutamente espressa, hanno richiesto, oltre al contatto con i Gestori e le verifiche dei rispettivi siti, un impegno tecnico relativamente contenuto. Nella storia ormai più che trentennale delle emittenti radio-televisive private, il tema delle ripercussioni di carattere ambientale-sanitario sulle popolazioni soggette alla propagazione dei campi elettromagnetici (CEM) emessi dagli impianti, è stato sempre piuttosto trascurato, nonostante le potenze impegnate da questi ultimi siano, rispetto a quelli per telefonia mobile, in rapporto indicativo di 10 a 1 o maggiore. Infatti, mentre può considerarsi media una potenza di 30 W per un impianto di telefonia mobile, è noto come le emittenti radiofoniche possano avere installate potenze di alcune centinaia di Watt, e, sebbene sia generalizzata la pratica di ubicare i ripetitori in luoghi scarsamente abitati, è pur vero che tali luoghi non sono mai del tutto privi di insediamenti umani, almeno nel raggio di qualche centinaio di metri. L'interesse diffuso per i possibili o potenziali problemi alla salute provocati dal c.d. elettrosmog si è affermato circa dieci anni or sono, ai tempi dell'emanazione, contemporaneamente all'impennata avuta dall'utenza di telefonia cellulare, di una delle prime norme nazionali tese a stabilire i limiti per i valori delle grandezze fisiche mobilitate dalle radiofrequenze (D.M. 381/1998). E' da notare come i valori di riferimento attuali siano gli stessi riportati in tale decreto. E' forse utile, in questa sede, menzionare il fatto che la perturbazione elettromagnetica emessa da un impianto di telefonia mobile è di tipo non ionizzante, quindi da non pag.2

3 confondere con le ben più pericolose radiazioni ionizzanti, in grado di ionizzare la materia circostante e di contaminarla anche per periodi lunghissimi. Sulla telefonia mobile e sui suoi molteplici risvolti a livello sociale si è concentrata gran parte dell'interesse dei ricercatori prima, degli Imprenditori poi e infine dei legislatori, affiancato in modo sempre più significativo da quello della Cittadinanza. Il piano delle antenne di Porto Sant'Elpidio recepisce tale interesse. Nel campo della telefonia mobile e delle strutture necessarie al suo esercizio convergono diversi valori, tutti privilegiati della più alta considerazione nel nostro ordinamento giuridico: quello della salute, quello dell'ambiente e dell'assetto del territorio, quello della garanzia del funzionamento delle reti di telecomunicazione. In questo quadro merita di essere inserita una riflessione su quanto, in assenza delle norme attualmente vigenti, alcune Amministrazioni, tra le quali quella di Porto Sant'Elpidio, attuarono nel tentativo di contemperare tutte le emergenze-esigenze sopra riportate. Furono emanati atti tesi alla minimizzazione delle esposizioni ai CEM, con il risultato che buona parte della Giustizia Amministrativa espresse, sui provvedimenti impugnati dai Gestori, giudizi di incompatibilità assoluta o eccesso di potere da parte degli Enti, sul presupposto, anche quando disponevano in ordine a parametri edilizi o urbanistici (come la distanza degli impianti da alcuni tipi di insediamenti o l'inidoneità di alcune Zone Territoriali Omogenee, ad ospitare l'installazione degli impianti radio base), che i Comuni non avessero la relativa competenza. La conclusione della riflessione è che, una volta che il Governo Centrale ha stabilito, per decreto, i limiti delle varie grandezze fisiche mobilitate dalle emissioni, i Gestori pag.3

4 delle reti godono di un'autonomia piuttosto ampia, che gli consente di opporsi, spesso con successo, agli Atti con cui gli Enti Pubblici vorrebbero dare risposte ai Cittadini in termini di gestione del territorio e tutela della salute. L'input di carattere politico è stato, principalmente, quello di individuare un criterio tale da porre quanti più impianti possibile in condizioni di diretto controllo da parte dell'ente Locale o degli Organi di Vigilanza. L'obiettivo, duplice, era quello di individuare siti urbanisticamente idonei all'ubicazione degli impianti, e nel contempo di ridimensionare, quanto più possibile, il concetto che l'installazione di tali impianti fosse praticamente una questione tra privati: da una parte il Gestore di rete di telefonia mobile, dall'altra il proprietario dell'immobile su cui installare l'antenna. La situazione che spesso si è verificata era quella per cui il Gestore, una volta individuato un immobile su cui poter installare il proprio impianto, ed una volta accordatosi con il proprietario di detto immobile, presentava l istanza presso le opportune Sedi e, trascorso il tempo necessario agli Uffici per esprimere i rispettivi pareri, l impianto era praticamente in procinto di essere realizzato ed attivato. Tutto ciò al di fuori di una qualsiasi facoltà dell Ente di poter controllare il fenomeno della diffusione delle antenne. Il criterio scelto in questa sede è stato quello di individuare, nel territorio comunale, siti di proprietà pubblica o gestiti dall'ente, in aggiunta a quelli che, sebbene ubicati su immobili di proprietà privata, fossero stati ritenuti idonei a continuare ad operare sugli stessi siti. pag.4

5 Tale individuazione avrebbe dovuto essere -ed è stata- subordinata alla consultazione dei Gestori ed alla conoscenza dei rispettivi piani di sviluppo delle reti. Il risultato della scelta dei siti è riportato nella cartografia che costituisce parte integrante del piano delle antenne: vista e considerata la situazione esistente, sono stati riconosciuti alcuni siti in cui possono continuare ad essere presenti Stazioni Radio Base, altri siti che invece non sono stati ritenuti idonei e che quindi, in base al regolamento, andranno delocalizzati. Il criterio per poter definire l idoneità o meno di un sito, e quindi per stabilire se un impianto potesse continuare ad operare nel luogo in cui si trova, è stato il seguente: 1. Verificare se il generico sito fosse conforme alla normativa vigente. 2. Sempre nel rispetto delle Norme sopraordinate, verificare se il generico sito si configurasse in modo che, qualora ritenuto idoneo, potesse dar luogo ad un possibile concatenamento di stati giuridici tale da porre l Ente in una condizione sostanzialmente subalterna nei confronti dei Privati e dei Gestori. In altre parole, l omissione, in questa sede, di una norma specifica, avrebbe potuto consentire l installazione di antenne su qualsiasi immobile, oppure di consentirne la permanenza in luoghi ritenuti inidonei, vanificando in tal modo una notevole mole di lavoro svolto e mancando la sostanze degli obiettivi prefissati. La norma sull idoneità dei siti esistenti scaturisce da valutazioni sulla specificità dei siti stessi, e da considerazioni di carattere esclusivamente urbanistico ed ambientale pag.5

6 Sotto l aspetto tecnico, il lavoro svolto ha forse rappresentato la fase più semplice. Il passo iniziale è stato quello di schematizzare, per quanto possibile, il sistema con cui ci si doveva confrontare: le reti di telefonia cellulare. L estrema sintesi delle valutazioni può essere la seguente: a) il sistema di telefonia mobile è costituito da una rete di antenne, distribuite in modo che ciascuna copra una porzione di territorio (cella), contigua all'altra; b) ogni antenna può trattare un numero limitato di conversazioni simultanee o di flussi di dati; quindi, all'aumentare del parco utenti o delle funzioni in grado di svolgere (queste ultime sempre in evoluzione), il Gestore è tecnicamente obbligato ad aumentare il numero delle celle servite; c) l'aumento delle celle, implica l'aumento del numero delle antenne; ma nel contempo, per ragioni tecniche legate all'efficienza del servizio, anche la riduzione delle potenze emesse da ciascuna di esse; d) la compresenza di antenne di diversi gestori che servono la medesima cella comporta un aumento del valore del campo elettromagnetico; e) a parità di altre condizioni, la rete più efficiente per il servizio è quella formata da più antenne di ridotta potenza, e quindi da più celle di estensione vieppiù limitata; più ridotta è l'estensione della cella, meno irraggiamento elettromagnetico producono le antenne e gli stessi telefonini. Una volta avuta cognizione dei piani di sviluppo delle reti di ciascun Gestore, visto il Piano Regolatore Generale e le sue varianti in itinere, acquisiti quanti più dati possibile sulle proprietà immobiliari dell'ente, stante la conoscenza del territorio, è stata calata sulla cartografia la migliore sintesi e la migliore proposta da sottoporre agli Organi di Vigilanza per il rilascio del parere di loro competenza. pag.6

7 Gli impianti di telefonia mobile esistenti sono risultati essere in numero di 14, che possono essere riassunti ed indicati nella tabella seguente: Numero dell impianto (vedasi tavola Ubicazione degli impianti) 1 2 co-ubicazione con 3 e 4 ubicazione Sintetica descrizione Gestore idoneità Strada provinciale delle Fratte Strada di Fonte di Mare Copertura del centro commerciale attualmente denominato Cityper Fondo agricolo di proprietà privata VODAFONE 3 co-ubicazione con 2 e 4 Strada di Fonte di Mare Fondo agricolo di proprietà privata H3G 4 co-ubicazione con 2 e 3 Strada di Fonte di Mare Fondo agricolo di proprietà privata 5 Via Belvedere Copertura dell albergo Belvedere H3G 6 co-ubicazione con 7 Via Umberto I angolo via Olanda Copertura dell edificio condominiale VODAFONE 7 co-ubicazione con 6 Via Umberto I angolo via Olanda Copertura dell edificio condominiale 8 Autostrada A14 Parcheggio autostradale a monte di Villa Baruchello WIND 9 Via Umberto I, 514 Copertura di edificio privato WIND 10 co-ubicazione con 11 Piazzale Marconi Campanile della chiesa SS. Annunziata (art. 7 comma 2 lettera b) della L.R. 25/01) 11 co-ubicazione con 10 Piazzale Marconi Campanile della chiesa SS. Annunziata VODAFONE (art. 7 comma 2 lettera b) della L.R. 25/01) 12 Via Garda Area Enel WIND 13 Via dei Tigli Area comunale con impianto Tennacola 14 Via Teano Copertura di edificio privato H3G pag.7

8 La scelta dei siti alternativi di ciascun impianto da delocalizzare è stata doverosamente ponderata. Sono stati effettuati sopralluoghi con i Gestori che ne hanno fatto richiesta, e l'individuazione, una volta formalizzata, è stata sottoposta, in sede di Conferenza dei Servizi, al parere dei Soggetti definiti dalla Legge. I siti indicati come alternativa a quelli esistenti (non idonei) sono riportati nella cartografia. La caratterizzazione urbanistica dei nuovi siti è riportata nello schedario costituente una parte integrante della documentazione che costituisce il piano delle antenne ed a cui si rimanda per i dati di dettaglio. In sede illustrativa, si ritiene utile per il lettore sapere che il territorio comunale è stato coperto in maniera pressoché uniforme, in termini di efficacia del servizio. Le antenne saranno ancora concentrate lungo la fascia di territorio posta in prossimità della costa, poiché la domanda di servizio è ovviamente maggiore dove più alta è la densità demografica. La scelta dei nuovi siti recepisce i criteri di carattere politico indicati dall'amministrazione Comunale e le esigenze di carattere strategico-commerciale indicate dai gestori. Dal punto di vista tecnico e radio protezionistico, in sede di conferenza dei servizi è stato acquisito il parere dell'agenzia Regionale per la Protezione Ambientale delle Marche (Arpam), le cui osservazioni, tutte agevolmente recepite, contenevano richieste di correzione di alcuni riferimenti normativi. Nulla è stato osservato nel merito della scelta dell'ubicazione dei nuovi siti. Il lavoro di raccordo tra le varie istanze (politiche, gestionali, radio protezionistiche) ha avuto, come ulteriore fase di approfondimento, quello successivo alla presentazione, nella stessa sede della conferenza dei servizi, di un'osservazione da parte di un Gestore, a cui ha fatto seguito, tardivamente, quella di un altro Gestore. Della prima pag.8

9 osservazione, discussa in conferenza, furono recepiti alcuni concetti già in quella stessa sede, ed altri a seguito del parere, espressamente richiesto dal Comune, rilasciato dalla Regione Marche. Ciò che è stato recepito ha costituito l'insieme delle modifiche che sono state apportate al regolamento. Dal punto di vista della scelta dei siti individuati, non sono giunte richieste di modifica. Il piano delle antenne prevede, accanto alla cartografia citata in precedenza, costituita da un unica planimetria del territorio comunale in scala 1:5000, anche i seguenti elaborati: 1. regolamento per la disciplina delle installazioni 2. schedario di riepilogo descrittivo, grafico, urbanistico e fotografico dei nuovi siti individuati. 3. tavole C 5-1 e C 5-2 in scala 1:5000 contenenti l individuazione dei siti ex art. 7, comma 2 lettera b) della Legge Regionale n. 25/2001, in cui è vietata l installazione di impianti per telefonia mobile. Giuridicamente, politicamente e tecnicamente si è voluto disporre di uno strumento che fornisse in maniera quanto più completa, sintetica ed efficace il quadro della situazione esistente e di quello che vorrebbe rappresentarne l'evoluzione nel breve-medio termine. pag.9

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