REGIONE EMILIA ROMAGNA PROVINCIA DI FERRARA COMUNE DI BONDENO. Comune di Bondeno. Piazza G. Garibaldi civ Bondeno (FE) VARIANTE URBANISTICA

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1 REGIONE EMILIA ROMAGNA PROVINCIA DI FERRARA COMUNE DI BONDENO Comune di Bondeno Piazza G. Garibaldi civ Bondeno (FE) VARIANTE URBANISTICA SULL AREA SITA IN SANTA BIANCA VIA CENTRALE CIV. 7 RELAZIONE GEOLOGICA E GEOTECNICA Relatore Località Santa Bianca via Centrale Data 02 dicembre 2013 Rif. int. RL180/13

2 INDICE 1. PREMESSE Normative di riferimento Ubicazione del sito Intervento previsto Campagna d indagini e analisi eseguite PROVE PENETROMETRICHE STATICHE INDAGINE GEOFISICA TIPO MASW+HVSR DITTA INCARICATA PER L ESECUZIONE DELLE PROVE PENETROMETRICHE DITTA INCARICATA PER LA SISMICA A RIFRAZIONE MODELLO GEOLOGICO Unità geologiche, litologiche e strutturali Storia geologica del territorio Caratteri geomorfologici Caratteri stratigrafici PROVE PENETROMETRICHE STATICHE CARATTERI LITOLOGICI MODALITÀ DI VALUTAZIONE CARATTERI LITOLOGICI DESCRIZIONE Caratteri idrogeologici e idrologici Analisi Vincolistica VINCOLO IDROGEOLOGICO PIANO PER L ASSETTO IDROGEOLOGICO (P.A.I.) PIANO TERRITORIALE PER IL COORDINAMENTO PROVINCIALE (P.T.C.P.) PERICOLOSITÀ E FATTIBILITÀ DEL PIANO REGOLATORE GENERALE Pericolosità geologica del territorio e del sito SUBSIDENZA RISCHIO GEOLOGICO INDIVIDUAZIONI DELLE AREE SOGGETTE AD EFFETTI LOCALI Pericolosità geologica locale sito specifica CARATTERIZZAZIONE SISMICA DEL SOTTOSUOLO RISPOSTA SISMICA LOCALE VERIFICA DELLE SOLLECITAZIONI SISMICHE SUI TERRENI DI FONDAZIONE INCOERENTI Fattori scatenanti: Definizione della Magnitudo attesa del sisma Fattori scatenanti: Definizione dell accelerazione sismica orizzontale Fattori predisponenti: Profondità della falda Fattori predisponenti: Resistenza mobilitabile dal terreno Fattori predisponenti: Composizione granulometrica VERIFICA ALLA LIQUEFAZIONE PER IL CASO SPECIFICO STIMA CEDIMENTI POST SISMICI DEI TERRENI COESIVI STIMA CEDIMENTI PERMANENTI NEI TERRENI GRANULARI SATURI LIQUEFACIBILI MODELLO GEOTECNICO Prove penetrometriche statiche PARAMETRIZZAZIONE GEOTECNICA MODALITÀ DI VALUTAZIONE PARAMETRIZZAZIONE LITOLOGICA E GEOTECNICA DI MASSIMA CONSIDERAZIONI GENERALI Valutazione di compatibilità delle previsioni con la riduzione del rischio sismico e con le esigenze di protezione civile sulla base di pericolosità locale nonché di vulnerabilità ed esposizione urbana

3 1. PREMESSE Su incarico del COMUNE di BONDENO con sede in Bondeno Piazza G. Garibaldi civ. 1, è stato eseguito uno studio geologico, idrogeologico e geotecnico, in corrispondenza di un area di limitate dimensioni, sulla quale è prevista una variante urbanistica. Tale area è sita in località Santa Bianca di Bondeno (Ferrara), via Centrale civ. 7. Le modalità d indagine e i risultati ottenuti sono descritti e analizzati nel presente rapporto finalizzato a fornire un inquadramento geologico, geotecnico e sismico generale dell area ai sensi della normativa attualmente vigente. Si rimandano quindi a successivi approfondimenti d indagine, le valutazioni necessarie alla progettazione delle singole opere edilizie previste Normative di riferimento A.G.I. Raccomandazioni sulla programmazione ed esecuzione delle indagini (Giugno 1977) Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 20 marzo 2003 Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica. Ordinanza n. 3274) e successive modifiche. Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti Norme tecniche per le Costruzioni, D. M. 14/01/2008. Delibera n. 112 del dell Assemblea Legislativa della Regione Emilia Romagna riguardante l Approvazione dell'atto di indirizzo e coordinamento tecnico ai sensi dell'art. 16, comma 1, della L.R. 20/2000 Disciplina generale sulla tutela e l'uso del territorio, in merito a Indirizzi per gli studi di microzonazione sismica in Emilia Romagna per la pianificazione territoriale e urbanistica. Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti Norme tecniche per le Costruzioni, D. M. 14/01/2008. Circolare 2 febbraio 2009, n. 617 C.S.LL.PP: Istruzioni per l applicazione delle Nuove norme tecniche per le costruzioni di cui al D.M. 14 gennaio Ordinanza numero 70 del 13 novembre 2012 del presidente Errani in qualità di Commissario delegato Approvazione programma per gli studi di microzonazione sismica 1.2. Ubicazione del sito Il sito in corrispondenza del quale è prevista la variante, è ubicato nella porzione nord della frazione di Santa Bianca, posta in direzione sud ovest rispetto alla cittadina di -2-

4 Bondeno, ad una distanza di circa km 3 dal centro della stessa. In base al N.C.T. del Comune di Bondeno, l area in esame è localizzata nel Foglio 160, Mappale 241. Coordinate: Latitudine Nord; Longitudine Est Intervento previsto L area oggetto di variante risulta essere di estensione pari a circa mq. 200 sulla quale si prevede la realizzazione di parte di una cucina per volontariato stabile in struttura fissa. Le dimensioni planimetriche massime dell opera prevista sul terreno oggetto di variante, sono pari a mt x mt 23.00, per una superficie di forma irregolare (nel complesso trapezioidale comprensiva della porzione esistente), che prevede cucine, magazzini, laboratori, zona bevande, lavaggio stoviglie, uscite alimenti e locale tecnico al piano terra e servizi igienici, ripostiglio, sala riunioni ed ufficio al piano primo (la struttura in progetto è sviluppata per la maggior parte su un unico piano fuori terra, eccezion fatta per una porzione sviluppata su due piani). Non sono presenti o previsti piani interrati o seminterrati. Per quanto riguarda le specifiche caratteristiche progettuali degli edifici, si rimanda alla fase successiva progettuale. Ad eccezione dei supporti grafici dal quale sono state estratte le planimetrie riportate nella presente, i restanti elaborati non sono noti allo scrivente. Supporto grafico: Figura Stralcio Planimetria di Progetto scala libera 1.4. Campagna d indagini e analisi eseguite Al fine di caratterizzare l areale di variante sono state eseguite una prova penetrometrica statica e un indagine geofisica come di seguito descritto PROVE PENETROMETRICHE STATICHE Numero di indagini eseguite: 1 (Data di esecuzione 17/02/2012). L ubicazione della prova è stata fortemente influenzata dalla pavimentazione esistente. In base alla circolare 2 Febbraio 2009, N. 617 C.S.LL.PP., C6.2.2, le indagini geognostiche devono garantire una adeguata caratterizzazione geotecnica del volume significativo del terreno, definita come la parte di sottosuolo influenzata, direttamente o indirettamente, dalla costruzione dell opera e che influenza l opera stessa. Profondità d indagine: CPT 1 mt da piano campagna. In base alla conoscenza della zona da parte dello scrivente, alle indicazioni ricevute dallo Studio di Progettazione e in relazione all Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n del 20 marzo 2003, allegato 4, cap. 2.3, la profondità delle prove è stata programmata al fine di verificare l eventuale presenza di strati spessi e virtualmente continui di sabbia potenzialmente liquefacibile. Nello specifico, per manufatti con fondazioni superficiali, se fosse presente terreno sabbioso saturo a profondità superiori a mt dal piano campagna, si potrebbe omettere la verifica della suscettibilità a liquefazione, in quanto il carico litostatico costituisce un fattore contrastante rispetto -3-

5 all innesco di tale fenomeno. La liquefazione è un fenomeno che si verifica in formazioni sabbiose sature d acqua, con superfici di falda entro pochissimi metri dalla superficie. Molto difficilmente essa arriva ad interessare strati che si trovino a profondità maggiori di mt ( La liquefazione del terreno in condizioni sismiche, da Crespellani, Nardi, Simoncini, 1988). La profondità raggiunta con la verticale di indagine è comunque sufficiente ad indagare sia il volume significativo, sia a fornire informazioni in merito a depositi potenzialmente liquefacibili. Da notare però come tale prova sia stata interrotta a profondità inferiore a mt da p.c. (massima profondità prevista), nello specifico a mt da p.c., a causa delle alte resistenze incontrate nel terreno che hanno provocato il disancoraggio dello strumento, impedendo così l ulteriore avanzamento. Al fine di esaminare lo spessore compreso tra il piano campagna e mt 30.00, per determinare la categoria di suolo, è stato quindi necessario effettuare in questa fase di studio un indagine di tipo diretto MASW ed analizzare prove reperite in bibliografia. Strumentazione utilizzata: penetrometro statico meccanico tipo Gouda da 10 tonnellate a lettura digitale, munito di punta tipo Begemann Ø 35.7 mm, con manicotto di frizione per il rilievo delle seguenti grandezze: Rp: resistenza alla punta Rl: resistenza laterale locale. L attrezzatura è installata su carro cingolato e, per l'esecuzione dell'indagine, necessita di apposito ancoraggio INDAGINE GEOFISICA TIPO MASW+HVSR Al fine di definire la categoria di fondazione del sottosuolo, è stata effettuata un indagine geofisica mediante prova in array con tecnica MASW Re.Mi (Multichannel Analysis of Surface Waves e Refraction Microtremor) e misura a stazione singola con tecnica HVSR (Horizontal to Vertical Spectral Ratio). L ubicazione delle indagini è stata fortemente influenzata dalla pavimentazione esistente e dalle strutture mobili presenti come per la prova penetrometrica statica. Strumentazione utilizzata: l indagine è stata realizzata utilizzando un sismografo digitale modello Dolang 24 canali 24 bit per quanto riguarda la prova in array e tromografo digitale modello Tromino Engy per quanto riguarda la misura a stazione singola. Il software utilizzato per l elaborazione dei dati è GRILLA Release 2010 ver. 6.0 beta (All rights reserved) DITTA INCARICATA PER L ESECUZIONE DELLE PROVE PENETROMETRICHE Pergeo s.r.l. via dell Artigianato Ro Ferrarese (FE) DITTA INCARICATA PER LA SISMICA A RIFRAZIONE -4-

6 Geotea sr.l Via della tecnica civ. 57/A San Lazzaro di Savena (BO) Supporti grafici: Figura Stralcio Carta Tecnica Regionale scala 1: Figura Stralcio Immagine dal satellite (GOOGLE EARTH) Figura Stralcio Planimetria di Progetto scala libera -5-

7 Figura Stralcio Carta Tecnica Regionale scala 1: Ubicazione del sito -6-

8 Figura Stralcio Immagine dal satellite (GOOGLE EARTH) Ubicazione dell area in esame Figura Stralcio Planimetria di Progetto scala libera Ubicazione indagini eseguite -7-

9 2. MODELLO GEOLOGICO L analisi del contesto geologico in cui viene inserita l area in esame è stata effettuata in primo luogo consultando gli studi e la cartografia esistente a disposizione e in secondo luogo con l analisi e l elaborazione delle prove effettuate in sito Unità geologiche, litologiche e strutturali Il territorio dell Emilia Romagna è costituito dal versante Padano dell Appennino settentrionale e dalla Pianura Padana a sud del Fiume Po; il limite regionale, infatti, coincide per lunghi tratti con lo spartiacque appenninico verso sud e con il corso del Po verso nord. Pur essendo due ambienti geomorfologici distinguibili, essi risultano strettamente correlati fra loro: il fronte della catena appenninica non coincide con il limite morfologico catena montuosa pianura, ma è individuabile fra gli archi esterni delle Pieghe Emiliane e Ferraresi (Pieri & Groppi, 1981), sepolte dai sedimenti quaternari della Pianura Padana. Il fronte appenninico sovrascorre verso nord sulla piattaforma padano veneta, di conseguenza l evoluzione del territorio dell Emilia Romagna risulta strettamente legata ai cambiamenti del settore esterno della catena nord appenninica. La sismicità rappresenta uno strumento indispensabile per le analisi sismotettoniche e un utile supporto alla geologia strutturale, in quanto varie tipologie di dati sismici, ottenuti attraverso differenti metodologie, garantiscono l identificazione e la caratterizzazione delle strutture geologicamente attive. L analisi della sismotettonica dell Emilia Romagna è costituita da strutture caratterizzate da attività da molto recenti ad attuali. In particolare, risultano attivi i sovrascorrimenti sepolti che danno luogo agli archi di Piacenza Parma, Reggio Emilia e di Ferrara. A tali strutture (in particolare alla dorsale Ferrarese) possono essere associati i fenomeni di fagliazione superficiale osservati in alcune aree di Pianura Padana, nelle province di Reggio Emilia e Modena (Pellegrini & Mezzani, 1978). Informazioni sulla presenza di strutture recenti si determinano dalla geometria di alcune superfici stratigrafiche come ad esempio gli alti di S. Bartolomeo in Bosco (a sud di Ferrara) e di Bondeno Casaglia Occhiobello (a nordovest di Ferrara). Queste zone di alto ricadono tutte sul culmine della dorsale ferrarese, permettendo di ipotizzare un attività tardo pleistocenica di questa struttura. Le faglie derivanti dai movimenti dei sovrascorrimenti appenninici quindi, danno origine alle manifestazioni sismiche che interessano la regione (Figure 2.1 2, 2.1 3, 2.1 5, e ). Nel caso specifico, l area in esame, vede la presenza di un sovrascorrimento profondo post tortoniano dedotto, ubicato in direzione sud, delle isobate della base del Pliocene, ubicate in direzione est e sud a profondità di mt 500/1.500 da p.c., di faglie profonde dirette dedotte, ubicate in direzione nord e sud e di una faglia profonda indeterminata dedotta, ubicata in direzione sud est (Figura ) (da Il Comune di Bondeno secondo l ultima zonazione sismogenetica pubblicata ZS9 (Meletti e Valensise, 2004), nella quale vengono individuate per tutto il territorio Italiano n. 42 zone sorgente identificate con un numero da 901 a 936, ricade all interno della zona sismogenetica

10 La zona sismogenetica 912 viene caratterizzata dallo studio, come zona a regime tettonico debolmente compressivo con strutture compressive tipo thrust e con meccanismi di fagliazione prevalente inversa e corrisponde al settore di pianura compreso tra il fronte delle pieghe ferraresi e il margine appenninico padano. In tale zona i terremoti storici hanno raggiunto valori di Magnitudo pari a M=5.9 e le zone ipocentrali si verificano generalmente a profondità comprese tra 5 8 Km, con profondità efficace di 7 Km. Nella zona sismogenetica 912, è prevista sulla base dei meccanismi focali, valori di massima magnitudo Mmax= (Figura 2.1 4) L area in esame risulta individuabile quindi sul sistema di pieghe ferraresi, in una zona compresa nella sorgente sismogenetica composita (struttura desunta sulla base della superficie regionale e dati geologici di sottosuolo che vengono sfruttate ben oltre la semplice identificazione delle faglie attive o caratteristiche tettoniche giovanili) ITCS050 Poggio Rusco Migliarino (Figure 2.1 5, 2.1 7, e 2.1 9) le cui caratteristiche vengono riportate in Figura La storia sismica del territorio si evince dalla lettura dei dati scaricati da ISIDe e relativi agli eventi sismici avvenuti in un raggio di 50 Km dall abitato di Bondeno; in allegato 1 si riporta la tabella riassuntiva degli eventi. Dalla Figura si evince che il Comune di Bondeno è stato caratterizzato, da modesta sismicità sia in termini di frequenza degli eventi che di intensità, nella storia delle registrazioni sismiche. Supporti grafici: Figura Stralcio della carta strutturale della pianura padana e delle catene circostanti (da Carta geomorfologica della Pianura Padana, scala 1: ) Figura Carta degli epicentri dei terremoti della Regione Emilia Romagna per classi di magnitudo Figura Localizzazione degli epicentri dei principali terremoti che hanno interessato l Emilia Romagna e le aree limitrofe Figura Zonazione sismogenetica ZS9 per il Nord Italia Figura Epicentri dei principali terremoti e principali aree sismogenetiche dell Emilia Romagna e aree limitrofe. Figura Sezione geologica attraverso la pianura modenese settentrionale Figura Individuazione delle strutture compressive e di fagliazione Figura Sorgente sismogenetica composita Figura Individuazione delle strutture compressive e di fagliazione su Google Earth Figura Sorgente Sismogenetica ITCS050 Figura Eventi avvenuti a partire dal 2005, in un raggio di 50 km rispetto al sito Figura Principali strutture attive presenti in Emilia Romagna Figura Stralcio Carta Geologica di Pianura dell Emilia Romagna -9-

11 Figura Stralcio della carta strutturale della pianura padana e delle catene circostanti (da Carta geomorfologica della Pianura Padana, scala 1: ) Figura Carta degli epicentri dei terremoti della Regione Emilia Romagna per classi di magnitudo (CPTI, 1999). -10-

12 Figura Localizzazione degli epicentri dei principali terremoti (magnitudo maggiore di 4) che hanno interessato l Emilia Romagna e le aree limitrofe. In azzurro i terremoti di magnitudo compresa tra 5 e 5,5, in rosso i terremoti di magnitudo maggiori di 5,5 (da Mantovani et al., 2013). Sono evidenziati anche i terremoti principali del 20 e 29 maggio 2012 e del Base cartografica: Structural Model of Italy (CNR, 1992). ( romagna.it/primopiano/2013/terremoti emiliani 2012 tra certezze storiche e indagini scientifiche) Figura Zonazione sismogenetica ZS9 per il Nord Italia -11-

13 Figura Epicentri dei principali terremoti e principali aree sismogenetiche dell Emilia Romagna e aree limitrofe. La linea rossa indica la traccia della sezione rappresentata sotto. ( romagna.it/primo piano/2013/terremoti emiliani 2012 tra certezze storiche eindagini scientifiche) Figura Sezione geologica attraverso la pianura modenese settentrionale, con proiezione degli ipocentri delle scosse principali del 20 e 29 maggio 2012 (da Martelli & Molinari, 2010). Profondità non in scala (sezione derivata da interpretazione diretta di un profilo sismico con scala verticale in tempi). ( romagna.it/primo piano/2013/terremoti emiliani 2012 tra certezze storiche e indagini scientifiche) -12-

14 Figura Individuazione delle strutture compressive e di fagliazione Figura Sorgente sismogenetica composita -13-

15 Figura Individuazione delle strutture compressive e di fagliazione su Google Earth Figura Sorgente Sismogenetica ITCS

16 Figura Eventi avvenuti in un raggio di 50 km rispetto al sito a partire dal 2005 (Fonte ISIDe) Figura Principali strutture attive presenti in Emilia Romagna scala grafica (da Carta Sismotettonica della Regione Emilia Romagna Note illustrative) -15-

17 Figura Stralcio Carta Geologica di Pianura dell Emilia Romagna scala grafica (da Cartografia Geologica della Regione Emilia Romagna Servizio geologico sismico e dei suoli) 2.2. Storia geologica del territorio Per quanto riguarda la situazione geologica locale, i dati cartografici evidenziano come il sito sia ubicato in corrispondenza di una zona caratterizzata da depositi di argine canale e rotta fluviale. In base a quanto riportato, inoltre nelle note relative alla cartografia geologica interattiva del sito della Regione Emilia Romagna, dal punto di vista geologico l area in esame è posta a nord del Sintema emiliano romagnolo superiore (Subsintema di Ravenna AES8), nello specifico AES8a, unità di Modena. Tale unità è costituita da ghiaie e ghiaie sabbiose o da sabbie con livelli e lenti di ghiaie ricoperte da una coltre limoso argillosa discontinua, in contesti di conoide alluvionale, canale fluviale e piana alluvionale intravalliva; da argille e limi, in contesti di piana inondabile; da alternanze di sabbie, limi ed argille, in contesti di piana deltizia; da sabbie prevalenti passanti ad argille e limi e localmente a sabbie ghiaiose, in contesti di piana litorale. Al tetto l'unità presenta localmente un suolo calcareo poco sviluppato di colore grigiogiallastro. Tale unità risale all Olocene. La zona in esame non risulta coperta dal punto di vista cartografico, ma per tipologia di depositi si può fare riferimento all unità di cui sopra. Supporti grafici: Figura Stralcio Carta Geologica di Pianura dell Emilia Romagna -16-

18 Figura Stralcio Carta Geologica di Pianura dell Emilia Romagna scala grafica (da Cartografia Geologica della Regione Emilia Romagna Servizio geologico sismico e dei suoli) 2.3. Caratteri geomorfologici L area oggetto di studio è localizzata nella Pianura Padana e, quindi, la lettura dei caratteri geomorfologici può essere effettuata utilizzando i supporti cartacei a disposizione, integrati dalla conoscenza della zona derivante dall esecuzione dell indagine riportata e descritta nella presente e di altre effettuate nei pressi. Dall analisi delle cartografie disponibili risulta che il sito di studio è localizzato all interno di un area suborizzontale, debolmente degradante verso est, con quote variabili tra circa mt e mt rispetto al l.m.m., di cui la quota maggiore relativa al rilevato stradale di via Centrale. L indagine geognostica eseguita, evidenzia eventi a bassa energia idrodinamica (depositi alluvionali), caratterizzati da depositi coesivi localmente interrotti da depositi coesivo organici, poggianti su terreni generati da eventi a medio alta energia idrodinamica (dinamica fluviale) rilevati in maniera continua a partire da mt da p.c., fino a mt da p.c., massima profondità di indagine raggiunta, probabilmente continui fino a profondità elevate, come deducibile dai dati bibliografici, citati in seguito e riportati negli allegati. Queste caratteristiche si ritrovano anche nella Carta Geomorfologica della Pianura Padana, dove si rilevano prevalentemente aree di catino interfluviale orli aree depresse (ambiente a bassa energia idrodinamica) e secondariamente tracce di dossi fluviali (ambiente a medio alta energia idrodinamica). Dallo stralcio della Carta Geomorfologica di dettaglio della Provincia di Ferrara, si osserva, inoltre, come a brevi -17-

19 distanze dal sito in oggetto, in direzione nord ovest, siano localizzate strutture a testimonianza di un passato dinamismo fluviale, con direzione ovest est. Nel sito in esame non si rilevano comunque particolari strutture geomorfologiche. Supporti cartografici Figura Stralcio Carta Geomorfologica della Pianura Padana scala 1: Figura Carta Geomorfologica della Provincia di Ferrara scala 1:

20 Figura Stralcio Carta Geomorfologica della Pianura Padana scala 1:

21 Figura Carta Geomorfologica della Provincia di Ferrara scala 1:5.000 Ubicazione area di studio -20-

22 2.4. Caratteri stratigrafici Come accennato, la zona in esame è situata all interno della piana alluvionale originatasi dalla deposizione dei materiali in sospensione nelle acque dei fiumi che attraversavano l attuale Pianura Padana. I depositi fluviali che ne sono derivati sono invariabilmente costituiti dall alternanza ciclica di corpi sedimentari a granulometria prevalentemente fine, con corpi sedimentari a granulometria prevalentemente grossolana. I caratteri stratigrafici locali sono stati ricavati dall elaborazione delle indagini effettuate e a disposizione, dalle quali si evidenziano prevalentemente eventi a bassa energia idrodinamica (depositi alluvionali), presenti da piano campagna a mt Tali depositi sono interrotti e poggiano su depositi caratterizzati da eventi a più alta energia idrodinamica PROVE PENETROMETRICHE STATICHE CARATTERI LITOLOGICI MODALITÀ DI VALUTAZIONE Per il riconoscimento di massima dei profili litostratigrafici, sono state utilizzate le metodologie di seguito descritte. Rapporto di Begemann 1965 A.G.I F = resistenza alla punta/resistenza di attrito laterale. A fini orientativi si possono indicare i seguenti valori di F caratterizzanti terreni con diversa granulometria (valido per terreni saturi): Terreno F Torbe ed argille organiche F 15 Limi ed argille 15 < F 30 Limi sabbiosi e sabbie limose 30 < F 60 Sabbie e sabbie con ghiaia F > 60 Schmertmann 1978 Rp RL/Rp Legenda simbologie utilizzate nella colonna stratigrafica ricavata in base alla teoria di Schmertmann: AO = argilla organica e terreni misti Att = argilla (inorganica) molto tenera At = argilla (inorganica) tenera Am = argilla (inorganica) di media consistenza Ac = argilla (inorganica) consistente Acc = argilla (inorganica) molto consistente ASL = argilla sabbiosa e limosa SAL = sabbia e limo / sabbia e limo argilloso -21-

23 Ss = sabbia sciolta Sm = sabbia mediamente addensata Sd = sabbia densa e cementata SC = sabbia con molti fossili, calcareniti Casi dubbi nell applicazione del rapporto Rp/Rl Ai fini della valutazione dei parametri geotecnici, si è proceduto a scelte litologiche con validità orientativa che prevedono la possibilità di casi dubbi nell applicazione delle teorie di Begemann 1965 Raccomandazioni A.G.I. 1977; tali scelte litologiche possono essere così sintetizzate: 7 < Rp < 20 kg/cm 2 : possibili terreni coesivi in genere anche se Rp/Rl < 15 Rp 20 kg/cm 2 : possibili terreni coesivi anche se Rp/Rl > 30 Rp 20 kg/cm 2 : possibili terreni granulari anche se Rp/Rl < CARATTERI LITOLOGICI DESCRIZIONE Le caratteristiche litostratigrafiche, esaminate per mezzo del rapporto di Begemann (1965) norme A.G.I. (1977) permettono di evidenziare, in corrispondenza della prova CPT1, da piano campagna a mt 15.00, una prevalenza di limi ed argille su torbe ed argille organiche, interrotti da sottili livelli di limi sabbiosi e sabbie limose, rilevati in corrispondenza di locali aumenti del Rapporto di Begemann, nello specifico a mt 1.40 da p.c., a mt 6.20 da p.c. e da mt a mt da p.c.. Da mt a mt da p.c., massima profondità di indagine raggiunta, sono presenti limi ed argille poggianti su limi sabbiosi e sabbie limose. Le caratteristiche litologiche, desunte per mezzo dell interpretazione di Schmertmann, in corrispondenza della colonna stratigrafica confermano in linea di massima la caratterizzazione precedente evidenziando una diminuzione della componente coesiva a favore della componente organica, inorganica e localmente limosa/argillosa/sabbiosa. Introducendo, infine, la possibilità di casi dubbi nella ricostruzione litostratigrafica effettuata per mezzo del rapporto di Begemann norme A.G.I., pur ribadendo le caratteristiche generali della successione litostratigrafica, si registra una quasi totale sostituzione dei livelli coesivo organici con livelli coesivi e localmente coesivo granulari, la sostituzione dei livelli limosi con livelli prettamente granulari e la locale sostituzione dei livelli coesivi con livelli coesivo granulari. In base a queste ultime valutazioni, classificate come più attendibili, viene confermata la presenza di livelli coesivo organici, alle seguenti profondità dal piano campagna: CPT1 - da mt 1.80 a mt 2.20; - a mt

24 Analogamente, viene confermata la presenza di strati granulari e coesivo granulari alle seguenti profondità dal piano campagna: CPT1 - a mt 1.40 coesivo granulare; - a mt 6.20 granulare; - da mt a mt coesivo granulare e granulare; - a mt coesivo granulare; - da mt a mt coesivo granulare; - da mt a mt granulare. In sintesi, la zona oggetto di studio è caratterizzata da terreni coesivi localmente interrotti da terreni coesivo organici, coesivo granulari e granulari, poggianti su terreni coesivo granulari posti a loro volta su terreni granulari, rilevati alla base della colonna stratigrafica. Supporti Grafici: Allegato 4. Valutazioni litologiche Allegato 3. Diagramma di resistenza ad istogrammi Allegati 6 8: Elaborazioni CPTU database Regione Emilia Romagna 2.5. Caratteri idrogeologici e idrologici Ad interpretazione della situazione idrogeologica locale, va innanzitutto Ad interpretazione della situazione idrogeologica locale va innanzitutto segnalato come, dal punto di vista idrogeologico, si intenda acquifero una formazione idrogeologica permeabile che permette il deflusso significativo di una falda idrica sotterranea e la captazione di quantità apprezzabili d acqua con mezzi economici. In base alla definizione sopra riportata, la falda deve quindi avere un deflusso, il quale dovrà essere caratterizzato da spostamenti a prevalente componente orizzontale. Tale definizione è assunta dalla Delibera del 4 Febbraio 1977 che definisce falda superficiale un serbatoio d acqua sotterranea che ha contatti diretti con le acque di superficie, presumendone quindi un flusso. Nel foro residuale dell indagine eseguita, alla data di esecuzione della stessa è stata misurata la quota della falda (o superficie di saturazione), alla seguente profondità riferita al piano campagna: Tabella Profondità superficie freatica dal p.c. in data 17 febbraio 2012 Identificativo indagine Profondità della sup. di saturazione dal p.c. (mt) CPT Vista la situazione al contorno, in base alle risultanze della prova penetrometrica, l acqua presente all interno del foro residuale dell indagine eseguita, corrisponde ad -23-

25 acqua di saturazione a movimento prevalentemente verticale (manca di fatto la componente serbatoio granulare, presente a maggiori profondità). Per quanto riguarda le acque di superficie, va evidenziata la presenza del Fiume Panaro, ubicato in direzione nord ovest ad una distanza di circa mt 190 e del Cavamento Palata (canale irriguo), ubicato in direzione sud est ad una distanza di circa mt Sono inoltre presenti la Fossa Bertura, ubicata in direzione nord ovest ad una distanza di circa mt 300 e il Canale Diversivo di Burana, ubicato in direzione nord ad una distanza di circa mt 350. è inoltre presente l impianto Idrovoro di Santa Bianca, un impianto di scolo con portata Q > 5 mc/sec. Tali corsi d acqua, visibili in Figura 2.5 3, nella quale si riporta uno stralcio della Carta Idrografica, sono a carattere promiscuo e gestiti dal Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara. Viste le distanze dei corsi d acqua rispetto al sito oggetto di studio e vista la morfologia della zona, si ritiene che essi non possano concorrere direttamente alla regimazione della falda, ma soltanto in maniera secondaria tramite la rete di fossi e scoline, per mezzo delle quali vengono regimate le acque meteoriche. In base alla situazione al contorno, all andamento stagionale antecedente alla data di esecuzione dell indagine e alla conoscenza della zona, si ritiene che il livello misurato fosse nettamente inferiore alla media annuale. Viste le caratteristiche dell opera prevista, non si prevedono quindi particolari criticità idrogeologiche, ad eccezione delle eventuali conseguenze di cicli di saturazione e desaturazione dei livelli coesivi più superficiali, in seguito ai quali potrebbero innescarsi cedimenti secondari anche a distanza di tempo dall edificazione, anche a causa dell aumento della pressione efficace in corrispondenza degli strati più deboli e del ritiro delle argille. Dall osservazione della Carta delle Aree storicamente allagate, ottenuta dall elaborazione dei dati bibliografici a disposizione, si evince come l area in esame non sia stata soggetta ad allagamenti nel tempo. Supporti Grafici e Cartografici: Figura Schema di identificazione del sistema acquifero Figura Schema movimento dell acqua nel sottosuolo Figura Carta Idrografica del Bacino Burana Volano Canal Bianco Figura Stralcio Carta aree storicamente allagate scala 1:

26 Figura Schema di identificazione del sistema acquifero Figura Movimento dell acqua nel sottosuolo -25-

27 Figura Stralcio Carta Idrografica del Bacino Burana Volano Canal Bianco scala 1:

28 Figura Stralcio Carta Aree Storicamente Allagate scala 1:

29 2.6. Analisi Vincolistica VINCOLO IDROGEOLOGICO Il Comune di Bondeno non ricade in una zona soggetta a vincolo idrogeologico, come risulta dall allegato 1 della Delibera di Giunta della Regione Emilia Romagna n. 1117/ PIANO PER L ASSETTO IDROGEOLOGICO (P.A.I.) Come si desume dall estratto cartografico proposto in figura , la zona oggetto di studio ricade all interno di un area classificata a rischio moderato R1, per la quale sono possibili danni sociali ed economici marginali, in seguito a dissesti di natura idraulica e idrogeologica. Dal P.A.I. elaborato nel sito dell Associazione Intercomunale Alto Ferrarese emerge che l area di studio ricade nella Fascia C, denominata area di inondazione per piena catastrofica, nello specifico del Fiume Po (art. 31). (figura ) Figura Estratto cartografia P.A.I. scala grafica (da Autorità di Bacino del Fiume Po Progetto di Piano stralcio per l Assetto Idrogeologico P.A.I., tav. 6 III, Rischio idraulico ed idrogeologico) -28-

30 Figura Estratto cartografia P.A.I. scala grafica (da Associazione Intercomunale Alto Ferrarese PIANO TERRITORIALE PER IL COORDINAMENTO PROVINCIALE (P.T.C.P.) La zona oggetto di studio ricade in corrispondenza di Zone ed elementi di interesse paesaggistico ambientale, nello specifico Dossi o dune di rilevanza storico documentale e paesistica (art. 20a), come si evince dall estratto cartografico di Figura e L area di studio appartiene all Unità di Paesaggio dei Serragli (art.8) e ricade in un area classificata in Zona di tutela dei corsi d acqua (art. 17). -29-

31 Figura Estratto cartografia P.T.C.P. scala grafica (da Provincia di Ferrara Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale tav. 5.6 Il sistema ambientale) Figura Estratto cartografia P.T.C.P. scala grafica (da Associazione Intercomunale Alto Ferrarese

32 PERICOLOSITÀ E FATTIBILITÀ DEL PIANO REGOLATORE GENERALE Per quanto riguarda la pianificazione comunale, il sito oggetto di studio ricade all interno di una zona classificata come zona G Zone per servizi pubblici urbani (zone a verde pubblico urbano ed attrezzature sportive esistenti) e in parte sottozona G1/b1, zone per attività collettive per la residenza e sottoposta a Vincolo Paesaggistico Soprintendenza (Figura ). Figura Estratto cartografia P.R.G. scala grafica (da Associazione Intercomunale Alto Ferrarese Pericolosità geologica del territorio e del sito SUBSIDENZA In base agli studi messi a disposizione da Arpa, nell area oggetto di studio la velocità di movimento verticale del suolo varia da mm 2.5 a mm 0 all anno, considerando le isocinetiche relative al periodo di tempo 2006/2011, come si evince dalla cartografia in figura Supporti cartografici Figura Cartografia delle velocità di movimento verticale del suolo; elaborata dall ARPA Emilia Romagna -31-

33 Figura Stralcio della cartografia delle velocità di movimento verticale del suolo; elaborata dall ARPA Emilia Romagna. ( RISCHIO GEOLOGICO L area oggetto di studio ricade all interno di un vasto territorio di pianura, nel quale non sussistono quindi rischi legati a movimenti di versante, erosioni o sismicità connessa a fenomeni vulcanici. Per quanto riguarda i rischi legati a problematiche di tipo idrogeologico e sismico, si rimanda ai paragrafi specifici nella presente riportati riportati INDIVIDUAZIONI DELLE AREE SOGGETTE AD EFFETTI LOCALI In base alla Delibera n. 112 del dell Assemblea Legislativa della Regione Emilia Romagna riguardante l Approvazione dell'atto di indirizzo e coordinamento tecnico ai sensi dell'art. 16, comma 1, della L.R. 20/2000 Disciplina generale sulla tutela e l'uso del territorio, in merito a Indirizzi per gli studi di microzonazione sismica in Emilia Romagna per la pianificazione territoriale e urbanistica, è stata eseguita un analisi del territorio secondo le indicazioni della stessa. L Allegato A della Delibera fornisce i criteri per l individuazione delle aree soggette ad effetti locali e per la microzonazione sismica del territorio, in modo da orientare le scelte della pianificazione verso aree caratterizzate da minore pericolosità sismica. Gli studi di risposta sismica locale e microzonazione sismica, vanno condotti a diversi livelli di approfondimento a seconda delle finalità e delle applicazioni, nonché degli scenari di pericolosità locale. -32-

34 La prima fase (primo livello di approfondimento) è diretta a definire gli scenari di pericolosità sismica locale; la seconda fase ha come obiettivo la microzonazione sismica del territorio indagato, nella quale si attuano due diversi livelli di approfondimento: il primo, definito secondo livello di approfondimento, è costituito da un analisi semplificata in cui la verifica della pericolosità locale può essere basata oltre che sull acquisizione di dati geologici e geomorfologici più dettagliati di quelli rilevati nel primo livello, anche su prove geofisiche in sito e su prove geotecniche standard. Il secondo, definito terzo livello di approfondimento, richiede un analisi più approfondita nei seguenti casi: aree soggette a liquefazione e densificazione; aree instabili e potenzialmente instabili; aree in cui le coperture hanno spessore fortemente variabile ed aree in cui è prevista la realizzazione di opere di rilevante interesse pubblico. Nel caso specifico, non è stato ancora aggiornato lo strumento urbanistico ai sensi della normativa vigente, ma sulla base della cartografica prodotta dalla Regione Emilia Romagna e resa pubblica in data 14/10/2013 ( romagna.it/geologia/temi/sismica/speciale terremoto/sisma 2012 ordinanza cartografia) nell area in esame è necessario procedere con ulteriori approfondimenti di seguito riportati. In base alla carta delle microzone omogenee in prospettiva sismica l area in esame risulta infatti compresa in zone suscettibili ad amplificazione e liquefazione con substrato presente a profondità maggiori di mt. 120 e con strati potenzialmente liquefacibili presenti da mt a mt , nel caso specifico lo strato viene individuato in realtà tra mt e mt di profondità. Figura Stralcio della carta delle microzone omogenee Regione Emilia Romagna romagna.it/geologia/temi/sismica/speciale terremoto/sisma 2012 ordinanza cartografia -33-

35 Figura Legenda carta delle microzone omogenee Regione Emilia Romagna romagna.it/geologia/temi/sismica/speciale terremoto/sisma 2012 ordinanza cartografia In base alla carta dei fattori di amplificazione e del rischio di liquefazione l area in esame ricade in zone suscettibili ad amplificazione e liquefazione con substrato presente a profondità maggiori di mt. 120 e quindi fattore di amplificazione PGA 1.5 e terreni potenzialmente liquefacibile il cui indice di liquefazione definisce il rischio di liquefazione basso -34-

36 Figura Stralcio della carta dei fattori di amplificazione e liquefazione Regione Emilia Romagna romagna.it/geologia/temi/sismica/speciale terremoto/sisma 2012 ordinanza cartografia -35-

37 Figura Legenda carta dei fattori di amplificazione e liquefazione Regione Emilia Romagna romagna.it/geologia/temi/sismica/speciale terremoto/sisma 2012 ordinanza cartografia 2.8. Pericolosità geologica locale sito specifica In seguito all Ordinanza del Presidente del Consiglio n. 3274/03, il Comune di Bondeno è stato inserito, in base alla classificazione sismica, nella zona 3, alla quale corrisponde una sismicità bassa con PGA compreso fra 0.05 e 0.15 g e nella quale però, in particolari contesti geologici, possono venire amplificati gli effetti. La classificazione è stata eseguita in base all accelerazione di picco orizzontale del suolo (a g ) con probabilità di superamento del 10% in 50 anni. La pericolosità di un sito, oltre alla severità della sorgente sismica, dipende dalle caratteristiche geologiche, morfologiche e geotecniche. In particolare i possibili effetti di sito, intesi come associazione di caratteristiche geologiche e morfologiche che rende un luogo più o meno soggetto a danni conseguenti ad una scossa sismica, sono i seguenti: - fattori di amplificazione del moto sismico; - liquefazione o addensamento dei terreni; - instabilità dei pendii. Con riferimento alle linee guida dell A.G.I. pubblicate nell anno 2005, i fattori di amplificazione delle onde sismiche, sono di seguito elencati: - effetti stratigrafici: depositi costituiti da terreni stratificati di caratteristiche meccaniche diverse da quelle della roccia sottostante; - effetti di bordo: depositi di valle con bordi e morfologia del substrato irregolari, dove le onde sismiche possono subire fenomeni di rifrazione e riflessione, con generazione all interfaccia di onde superficiali e concentrazioni di energia; - effetti topografici: la sommità di rilievi collinari, creste, promontori costituiti da formazioni rocciose, profili di versante, pendii, bordi di terrazzi. -36-

38 Nel territorio comunale di Bondeno, possono essere attesi effetti stratigrafici dovuti in particolare a forti variazioni delle caratteristiche stratigrafiche e geotecniche. Non sono attesi effetti di bordo; vengono esclusi anche gli effetti topografici, salvo nelle aree ubicate nei pressi o in corrispondenza di rilevati. Per quanto riguarda la liquefazione o addensamento, nel territorio in cui ricade il sito oggetto di studio, tali fenomeni possono essere attesi in corrispondenza di strati granulari saturi (liquefazione) o insaturi (addensamento), spessi e continui, eventualmente presenti a profondità non superiori a 15/20 metri dal piano campagna. Relativamente all instabilità dei pendii, si ribadisce come il territorio del Comune di Bondeno ricada all interno di una zona di pianura, nella quale tali fenomeni non possono essere attesi, se non in corrispondenza di rilevati artificiali o delle sponde dei corsi d acqua. Supporti grafici: - Figura Zonizzazione sismica Emilia Romagna Figura Zonizzazione sismica Emilia Romagna CARATTERIZZAZIONE SISMICA DEL SOTTOSUOLO Al fine di caratterizzare dal punto di vista sismico l area in esame è stata effettuata un indagine geofisica mediante prove in array con tecnica MASW (Multichannel Analysis of Surface Waves) e Re.Mi. (Refraction Microtremor), e sono state effettuate n. 2 misure a stazione singola con tecnica HVSR (Horizontal to Vertical Spectral Ratio). Sulla base dei risultati ottenuti e dell interpretazione dei dati acquisiti il modello di sottosuolo proposto per il sito in studio, in termini di profilo verticale di Vs, è il seguente (il modello è stato ottenuto mediante fit congiunto tra prova MASW REMI e misura HVSR2): -37-

39 TABELLA MODELLO DI SOTTOSUOLO PROPOSTO PER IL SITO Profondità base strato (m) Spessore (m) Vs (m/s) inf. inf. 700 Figura Modello di velocità delle onde di taglio S (modello medio sotto il profilo effettuato) derivato da fit congiunto tecnica MASW e tecnica H/V Nel complesso i terreni presenti sono caratterizzati nei primi 15 m circa da valori di velocità delle onde S inferiori a 200 m/s. Al di sotto di 15 m circa le Vs aumentano raggiungendo rapidamente valori 300 m/s. -38-

40 Le curve HVSR sperimentali sono caratterizzate, per frequenze inferiori a circa 2 Hz, da modeste amplificazioni locali del moto del suolo per risonanza stratigrafica a basso contrasto d impedenza. Figura Curve H/V registrate nel sito in esame e serie temporale considerata nell analisi Figura Confronto tra curva HVSR2 sperimentale registrata nel sito (scelta per il fit congiunto con prova MASW Re.Mi) e curva teorica (blu) relativa al modello di sottosuolo proposto per il sito -39-

41 RISPOSTA SISMICA LOCALE Ai fini della definizione dell azione sismica di progetto, è necessario valutare l effetto della risposta sismica locale mediante specifiche analisi, così come definito nel testo della normativa NTC08, rif , nel caso il sito sia definibile con una categoria di suolo S2. Nel caso specifico, in base a quanto emerso dagli studi di microzonazione sismica della Regione Emilia Romagna, nella presente riportati, il sito in esame ricade in un area dove non risulta ammessa la definizione dell azione sismica tramite approccio semplificato e dove risulta necessario effettuare la risposta sismica locale. In base ai dati raccolti, è stata quindi effettuata la risposta sismica locale seguendo il seguente schema: Definizione del modello geotecnico del sottosuolo attraverso indagini dirette (prova penetrometrica statica meccanica) e indirette (profilo in array con tecnica MASW Re.Mi. e misure HVSR con tomografo digitale), come descritto nel paragrafo 2.8.1; Selezione di n. 6 accelerogrammi di input (terremoti di riferimento componente orizzontale) rappresentativi del moto sismico atteso su sito di riferimento rigido affiorante (sottosuolo di categoria A secondo le NTC 2008) estratti dall Italian Accelerometric Archive (ITACA) mediante l utilizzo del software REXEL v3.5 (beta). Tutte le registrazioni accelerometriche utilizzate sono spettrocompatibili (in media) allo spettro di risposta definito su suolo di categoria A per un periodo di ritorno 712 anni (azione sismica definita secondo il DM 14 Gennaio 2008, Norme tecniche per le costruzioni, valutato in base al progetto esistente sull area di variante definito in classe d uso 3); Calcolo del moto atteso al sito (spettro di risposta in accelerazione dell oscillatore armonico tipo a un grado di libertà SDOF). Lo spettro finale è pertanto una media degli spettri di risposta ottenuti a partire dagli accelerogrammi di input sopraccitati. Associati allo spettro di risposta finale vengono inoltre forniti i valori del rapporto di accelerazione massima orizzontale (PGA/PGA 0 ), e il valore del rapporto di Intensita di Housner (SI/SI 0 ) per prefissati intervalli di tempo (0.1s 2.5s); dove PGA0 e SI 0 sono rispettivamente l accelerazione massima orizzontale e l Intensità di Housner al suolo di riferimento. Come sopra riportato il modello di sottosuolo dell area di studio ricostruito a partire da una prova penetrometrica statica mecanica (CPT) spinta fino alla massima profondità di circa 20 m da p.c. e da un indagine geofisica per la definizione del profilo verticale di Vs eseguita mediante n.1 profilo in array con tecnica MASW Re.Mi. e n. 2 misure a stazione singola con tecnica HVSR mostra complessivamente nei primi 15 m circa valori di velocità delle onde S inferiori a 200 m/s. Al di sotto di 15 m circa le Vs aumentano raggiungendo rapidamente valori 300 m/s. Le curve HVSR sperimentali sono caratterizzate invece, per frequenze inferiori a circa 2 Hz, da modeste amplificazioni locali del moto del suolo per risonanza stratigrafica a basso contrasto d impedenza. Per quanto riguarda lo strato rigido di base (Vs=800 m/s) che delimita il modello di sottosuolo utilizzato per l analisi (si vedano NTC 2008 Circolare C ), si è proceduto tenendo in considerazione risultati ottenuti dall indagine geofisica e considerando quanto riportato sulla Carta delle Microzone Omogenee in Prospettiva -40-

42 Sismica in scala 1:10000 della Regione E R relativamente all area di interesse (BONDENO3: substrato a profondità 120 m) di cui se ne riporta uno stralcio in figura Figura Stralcio Carta delle Microzone Omogenee in Prospettiva Sismica Comune di Bondeno (FE) (3 di 6) A partire dai 6 accelerogrammi di input, per il modello di sottosuolo utilizzato, sono stati ottenuti gli spettri di risposta in accelerazione attesi al sito (spettri di risposta dell oscillatore armonico tipo a un solo grado di libertà SDOF). Figura Spettri di risposta in accelerazione attesi al sito -41-

43 Lo spettro di risposta finale è stato ottenuto dalla media delle forme spettrali della figura ed è riportato in figura Figura Spettro di risposta finale calcolato (curva rossa) e deviazione standard della media Figura Valori numerici dello spettro di risposta medio finale Lo spettro medio è stato messo a confronto con lo spettro di risposta elastico che si otterrebbe dall applicazione dell approccio semplificato basato sul parametro Vs30 (NTC 2008) per lo Stato Limite ultimo SLV (TR= 712 anni e P VR del 10% in 75 anni). (figura ) -42-

44 Figura Spettro di risposta medio finale calcolato (curva rossa) e confronto con spettri di normativa Il valore di PGA dello spettro medio finale è risultato: PGA = g Per lo spettro di risposta finale ottenuto è possibile calcolare il valore medio dei seguenti rapporti: PGA/PGA 0 (F.A.) = 1.78 SI/SI 0 (0.1s 2.5) = 2.5 (Housner) Supporti Grafici: Allegato 9. Risposta Sismica Locale VERIFICA DELLE SOLLECITAZIONI SISMICHE SUI TERRENI DI FONDAZIONE INCOERENTI E importante in questa fase distinguere fra terreni di fondazione incoerenti e terreni coesivi, i quali rispondono alle sollecitazioni di taglio in modo diverso. Per prevedere il comportamento del terreno sottoposto ad azione sismica nei terreni incoerenti, è fondamentale conoscere il parametro densità relativa (Dr); un terreno molto addensato (Dr 70%) infatti, sottoposto a sollecitazioni di taglio, tende ad aumentare di volume (fenomeno della dilatanza) fino a raggiungere l indice dei vuoti critico, oltre al quale cessa l aumento di volume stesso. La densità relativa (Dr) in corrispondenza di un aumento di volume diminuisce, come diminuisce l angolo di resistenza al taglio (φ) legato direttamente ad essa. Nei terreni di fondazione coesivi, nei quali la resistenza al taglio è espressa in condizioni drenate da un angolo di resistenza al taglio e da una coesione drenata e in condizioni non drenate, da una coesione non drenata, è dimostrato (Carrol, 1963) che l azione sismica non produce variazioni negative nelle caratteristiche meccaniche. -43-

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