GLI INVESTIMENTI PUBBLICI NELL INDUSTRIA CULTURALE E DELLE TELECOMUNICAZIONI

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1 FONDAZIONE ROSSELLI GLI INVESTIMENTI PUBBLICI NELL INDUSTRIA CULTURALE E DELLE TELECOMUNICAZIONI di Flavia Barca, Andrea Marzulli, Luca Murrau, Lorenzo Principali e Bruno Zambardino

2 La Fondazione Rosselli ringrazia per il sostegno: ed inoltre: 2011, Fondazione Rosselli Corso Giulio Cesare 4 bis/b Torino Tel Fax info@fondazionerosselli.it ISBN le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume/fascicolo di periodico dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall art.68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n.633. Le riproduzioni effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da Fondazione Rosselli.

3 Introduzione Questo executive summary rappresenta la sintesi dello studio Gli investimenti pubblici nell industria culturale e delle telecomunicazioni, la cui versione integrale è parte del XIII Rapporto IEM (www. fondazionerosselli.it). Nel solco della tradizione delle analisi IEM nell ambito della cultura e della comunicazione in Italia, finalizzate a mappare strategie e politiche economiche del settore pubblico e privato, la scelta di focalizzare l attenzione sugli investimenti pubblici ci è sembrata particolarmente rilevante in un momento di completa ridefinizione del concetto di cultura e del relativo perimetro e delle sue fonti di finanziamento. E nostra convinzione che la natura di queste ultime informi, definisca e condizioni la cultura stessa i processi creativi, produttivi e distributivi che le danno forma e visibilità presso piccoli e grandi pubblici e sia quindi punto di osservazione necessario per comprendere le trasformazioni in atto e dare alle politiche pubbliche quella trasparenza necessaria ad operare in modo virtuoso, efficiente, e nel solco degli indirizzi comunitari. L analisi delle tendenze dei flussi di spesa del settore pubblico, specie per quella parte di essi destinata agli investimenti, non incontra infatti soltanto un esigenza di natura informativa sull ammontare dei trasferimenti ricevuti dal sistema cultura (e telecomunicazioni, vedi infra), ma diventa anche un elemento su cui basare la valutazione qualitativa delle politiche che sono a valle dei trasferimenti, ovvero della loro efficacia. Il perimetro di analisi prescelto è, però, sui generis rispetto a quello che tradizionalmente si disegna quando si ragiona di cultura. Si è, infatti, definito un universo composto da cultura e telecomunicazioni, inserendo sotto il cappello cultura lo spettacolo dal vivo, il cinema, la televisione, la radio e l editoria. Tale scelta è dettata dalla volontà di riflettere su una accezione di cultura come punto di intersezione di diversi settori che si trovano all interno di una stessa filiera, fortemente interconnessi, dalla creazione a monte alla distribuzione a valle. Il tentativo è quello di afferrare un oggetto molto etereo e di complessa definizione nei suoi processi di trasformazione, e quindi indagare quegli spazi in cui la cultura diviene fenomeno pervasivo trainato dall innovazione tecnologica e dalla moltiplicazione delle piattaforme di distribuzione. Tale approccio, peraltro in linea con l universo tradizionalmente sotto esame nel Rapporto IEM sull industria della comunicazione, permette inoltre una riflessione orizzontale sulle principali piattaforme di veicolazione del sistema cultura in Italia, ponendo anche il settore dell audiovisivo davanti alle sue responsabilità. 3 executive summary

4 Il problema è che, mentre alcuni comparti come il cinema e lo spettacolo dal vivo sono storicamente investiti del marchio cultura e la loro collocazione sotto il cappello del Ministero per i Beni e le Attività Culturali ne protegge in qualche modo (!) lo status e ne promuove laddove possibile, per esempio negli accordi negoziati presso il Cipe lo sviluppo locale, altri hanno una natura più instabile. Ad esempio, è oggi abbastanza evidente come una fiction sia un prodotto culturale quanto un lungometraggio cinematografico, eppure la prima non ha un ministero di competenza e non ha accesso al Fus. Libri, giornali, programmi televisivi e radiofonici, videogiochi, cinema etc., inoltre, non sono mai stati pensati dalle politiche pubbliche in un ottica di sistema cultura e quindi aiutati dallo stato come elementi complementari di un unico obiettivo. Più comprensibilmente, di rado si è pensato allo sviluppo delle tlc in un ottica di progresso socio-culturale, anche se oggi tutti i sistemi distributivi sono un acceleratore - o collo di bottiglia - fondamentale per la crescita e la diffusione della cultura. I settori che compongono la filiera qui indagata, sono, da più o meno tempo, e con minore e maggiore attenzione, e con diverse logiche, aiutati dallo Stato laddove e nella misura in cui l aiuto di Stato, senza infrangere i naturali processi concorrenziali, è in grado di aumentare il benessere della società stimolando forzatamente alcuni nodi del sistema. L obiettivo di questo lavoro è dunque quello di misurare questo aiuto, cioè l ammontare della spesa dell amministrazione pubblica in cultura e telecomunicazioni. A questo fine si è deciso di avviare una indagine a doppio livello: uno macro, attraverso lo strumento dei Conti Pubblici Territoriali, ed uno micro, che entra nel merito dei singoli settori e delle spese effettivamente sostenute (e della relativa normativa). executive summary 4

5 I Conti Pubblici Territoriali ricostruiscono i flussi di spesa e di entrata di tutti i soggetti che operano su ciascun territorio regionale, siano essi appartenenti alla Pubblica Amministrazione che all extra PA nazionale e locale, ovvero a quel complesso di enti e aziende che rientrano nel Settore Pubblico Allargato. L elaborazione dei CPT avviene ad opera di un Nucleo centrale, posto all interno dell Unità di Valutazione degli Investimenti Pubblici (Uval) del Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e di Coesione (DPS), e di 21 Nuclei Regionali posti presso le singole Regioni e Province autonome. L universo indagato dai CPT è l insieme dei bilanci consolidati dei diversi enti - dal quale sono esclusi i 5 executive summary

6 flussi intercorrenti tra gli enti medesimi che viene classificato in 30 settori tra i quali, di nostro specifico interesse, la cultura e le telecomunicazioni. Il perimetro cultura e servizi ricreativi così come identificato nei CPT è, però, molto ampio e ricomprende segmenti che esulano anche da una accezione allargata di cultura così come identificata in questa sede (per es. le attività sportive o le sale giochi). Questo fa si che i dati non siano raffrontabili con quelli del secondo livello dove invece è stata portata avanti un analisi di dettaglio, settore per settore, delle misure di sostegno pubblico e del loro relativo valore (e la spesa effettivamente erogata), attraverso la valutazione di tutte le fonti disponibili. Ci auguriamo che questo possa essere un utile punto di partenza per iniziare a ragionare sulle logiche che stanno alla base delle strategie di spesa, ed aprire così la strada ad una riflessione più ampia sulle politiche pubbliche riguardo alla cultura. Per concludere vogliamo ringraziare tutti coloro che hanno permesso l avvio di questo cammino, con il loro supporto ed i loro preziosi consigli, ed in particolare: Andrea Bairati, Fabrizio Barca, Carla Bodo, Maurizio Dècina, Gaudenzio Garavini, Andrè Lange, Mario Morcellini, Paolo Signorini, Alessandra Tancredi, Mariella Volpe. executive summary 6

7 1. La spesa pubblica in Italia in telecomunicazioni e cultura nel sistema dei Conti Pubblici Territoriali (CPT) Le tendenze della spesa pubblica in Italia costituiscono un fattore di grande attenzione, specie da quando il nostro Paese è impegnato a dover rispettare gli obblighi comunitari in materia di stabilità dei conti pubblici. Da una parte i vincoli di bilancio manifestano continuamente l esigenza di rendere la spesa pubblica più efficiente e produttiva, dall altra però vi sono settori dell economia (tra i quali rientrano la cultura e le telecomunicazioni) che necessitano un ampio sostegno agli investimenti pubblici perché soggetti a fallimenti di mercato. Per studiare la spesa pubblica in cultura e telecomunicazioni si è fatto ricorso, per un primo livello di analisi, ai dati raccolti a livello centrale dai Conti Pubblici Territoriali (CPT) 1. I dati riguardanti i trenta settori dell economia che vengono rilevati nel sistema dei CPT ci consentono di avere una visione ampia ed estremamente eterogenea delle tendenze della spesa pubblica nel nostro paese. L analisi di questo universo ci permette, inoltre, di analizzare l importanza specifica e l evoluzione del peso della spesa pubblica nei settori delle telecomunicazioni e della cultura rispetto al resto dell economia del paese. Nell ultimo anno di rilevazione dei CPT, il 2008, la spesa pubblica del Settore Pubblico Allargato verso la cultura è stata, in termini assoluti, pari a milioni di euro (1,03% del totale), mentre per il settore delle telecomunicazioni essa è ammontata a milioni di euro (0,96%). Peraltro, il peso della spesa pubblica nei settori cultura e telecomunicazioni sul totale della spesa pubblica complessiva è andato riducendosi negli ultimi anni. Nel settore cultura la spesa si è addirittura dimezzata nell arco di tempo sotto analisi: rappresentava il 2,10 per cento della spesa totale nel 2000 e, dopo essere scesa all 1,59 per cento nel 2002, risaliva al 2,20 per cento nel 2004, per poi calare progressivamente fino al livello del 2008 (1,03 per cento). Nelle telecomunicazioni, invece, dopo che 1 Informazioni più dettagliate sulle attività del progetto CPT possono essere reperite sul sito istituzionale 7 executive summary

8 la spesa sostenuta è cresciuta significativamente nel 2001 (1,88 per cento della spesa complessiva), è diminuita costantemente negli anni successivi fino al suo livello più basso nel 2008, rappresentando lo 0,96 per cento della spesa complessiva immessa nel circuito economico; tuttavia, su questi andamenti, vanno fatte ulteriori considerazioni che consentono di interpretare e qualificare meglio le variazioni della spesa intervenute nei vari anni. Per esempio, il raddoppio della spesa in telecomunicazioni intervenuto tra il 2000 e il 2001 (da 7.836,59 a ,11 milioni di euro) è frutto del combinato di due fattori straordinari: da una parte, l operazione di acquisto di Wind da parte dell azienda pubblica Enel, dall altro l incremento di spese da parte dell azienda pubblica Poste Italiane in personale, acquisto di beni e servizi e acquisto di beni immobili. Analogamente, la riduzione della spesa tra il 2004 e il 2005, è originata dalla cessione di Wind La spesa pubblica nelle telecomunicazioni La spesa in telecomunicazioni subisce una drastica riduzione a partire dal In particolare, dopo il balzo tra il 2000 ed il 2001 (da a milioni di euro), essa inizia a decrescere fino al livello più basso del 2007 (9.876 milioni di euro), per poi risalire leggermente nel 2008 (9.929 milioni di euro). Per un periodo ininterrotto, dal 2004 al 2007, il tasso di crescita della spesa pubblica in telecomunicazioni è, inoltre, sempre negativo, mentre ritorna ad essere lievemente positivo nell ultimo anno di rilevazione. Un andamento simile alla spesa pubblica totale presentano le componenti della spesa di parte corrente e di conto capitale (investimenti). La spesa per investimenti registra una notevole impennata nel 2001 passando da 582 milioni a milioni di euro. Sempre a partire dal 2001 e fino al 2005, mediamente la spesa per investimenti tende, inoltre, ad aumentare il suo peso relativo mentre si riduce quello della parte di spesa in conto corrente. Sebbene, poi, a partire dal 2005 si rilevi una inversione di tendenza, con la parte di spesa corrente che aumenta a detrimento della spesa per investimenti, nel 2008 la spesa in conto capitale torna nuovamente ad aumentare a svantaggio della parte corrente, segnalando una ripresa degli investimenti nel settore. executive summary 8

9 1.2. La spesa pubblica in cultura La spesa pubblica in cultura sostenuta dal Settore Pubblico Allargato ha avuto fasi altalenanti; prima una fase di decrescita, dal 2000 al 2002, seguita da una ripresa nel 2003 e soprattutto nel 2004 quando si registra il picco della serie temporale analizzata ( milioni di euro), per poi nuovamente ritornare a decrescere fino ai livelli del 2008 ( milioni di euro). Specialmente, colpisce il dato di spesa dell ultimo anno: se infatti tra il 2006 e il 2007 vi era stata una ripresa della dinamica della spesa, nel 2008 sembrerebbe esserci una caduta a picco, corrispondente al livello più basso degli ultimi 9 anni. Tuttavia, la forte altalenanza del dato di spesa è dovuta alla presenza dei trasferimenti che lo Stato ogni anno effettua a favore dei monopoli per il pagamento delle vincite derivanti dal gioco del lotto, che è di per sé molto variabile. Se il dato così considerato venisse corretto rispetto ai trasferimenti ai monopoli, la serie storica apparirebbe molto più lineare. Nel 2008, infatti, si avrebbe in realtà un aumento della spesa a favore della cultura, tanto in conto capitale quanto in conto corrente. Più in dettaglio, la spesa totale in cultura salirebbe da 9.865,95 a ,64 milioni di euro, cambiando radicalmente lo scenario dapprima descritto, rivelando un aumento del sostegno al settore. 9 executive summary

10 anni, lo Stato abbia modificato il suo ruolo centrale di ente erogatore di spesa, mentre è aumentato il peso ed il protagonismo della spesa a sostegno del settore da parte degli enti locali (specie attraverso il ruolo dei Comuni). Mediamente, tra il 2000 e il 2007, un valore intorno all 80% della spesa pubblica del Settore Pubblico Allargato nel settore cultura è spesa in conto corrente, rappresentando un limite alla capacità di sostegno alla domanda di investimenti nel settore, per esempio attraverso la realizzazione di opere di valorizzazione del patrimonio storicoartistico a fini turistici. Tuttavia, nel 2008, a fronte di una diminuzione generale della spesa in cultura, aumenta sensibilmente la spesa per investimenti 2, accrescendo il suo peso rispetto al 2007 di ben 10 punti percentuali. I dati sulla spesa pubblica in cultura disaggregati per livello di governo mostrano come, nel corso degli Nel 2000 la spesa pubblica erogata dallo Stato (prevalentemente il Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Mibac), rappresentava il 47% della spesa totale del Settore Pubblico Allargato, mentre nel 2007 tale peso si riduce al 35,7%, pari al peso finanziario dei Comuni. E inoltre aumentato il peso delle Regioni (12,3%) e delle Province e Città metropolitane (5,2%). executive summary 10 2 Le partite finanziarie costituiscono in media appena il 3% del totale del conto capitale, e lo 0,6% del conto complessivo, per cui la loro inclusione non distorce il dato di spesa.

11 2. Analisi settoriale 2.1 Un quadro comparativo L intervento pubblico a favore dell industria culturale e della comunicazione è stato scomposto, per settori d intervento, in 4 macro-aree: Radio e Tv (a sua volta suddiviso in servizio radiotelevisivo pubblico, tv locali e radio locali); Editoria (quotidiana e periodica); Cinema e Spettacolo dal vivo (nel quale distinguere: cinema, musica, teatro, lirica, danza, circhi e spettacoli viaggianti); Telecomunicazioni (per le quali sono stati considerati gli interventi a favore dello sviluppo della banda larga). Si tratta, sostanzialmente, dei segmenti del macromercato della industria della comunicazione (ICT e media) che godono di un sostegno pubblico, con l aggiunta dello Spettacolo dal vivo nelle sue varie componenti, che condivide con il cinema l apporto di risorse ministeriali. Nell analisi settoriale non viene considerata la spesa pubblica tout-court ma principalmente (con qualche limitata eccezione) il sostegno pubblico alle diverse industrie e ai vari operatori in esse coinvolti. Si tratta, in qualche caso, di imprese ed entità pubbliche (come la Rai o i diversi enti pubblici che si occupano di spettacolo dal vivo) ma per la maggior parte si tratta di imprese o associazioni private (le imprese editoriali, gli operatori attivi nella filiera cinematografica a qualsivoglia livello, le emittenti radiotelevisive locali, 11 executive summary

12 gli operatori di reti di telecomunicazione, le molte istituzioni culturali attive nello spettacolo dal vivo). La quantificazione complessiva, relativamente all ultimo anno disponibile per le diverse fonti (quasi tutte allineate al 2009) è di milioni di euro a favore dell industria culturale e delle comunicazioni. L incremento rispetto al 2003 è stato minimo (+2,1% in termini nominali). La maggior parte di questa cifra si deve alla Rai che, fra canone radiotelevisivo e contratti di convenzione con la Pubblica Amministrazione, raccoglie 1,7 miliardi di euro (ossia il 57,2%). Senza questa voce la cifra scenderebbe a milioni. Il secondo macro-aggregato per volume di risorse è rappresentato da cinema e spettacolo dal vivo, che raccolgono circa 629 milioni, provenienti dal Fondo Unico per lo Spettacolo, da fondi extra Fus come Arcus e Lotto e dai fondi regionali all audiovisivo. A seguire, l editoria con 402 milioni nel 2009, secondo i bilanci di previsione della Presidenza del Consiglio e i rendiconti di Poste Italiane, che ha subito notevoli tagli rispetto agli anni precedenti (poco più di 500 milioni nel 2008, più di 700 nel 2007). Una porzione marginale degli interventi, infine, è destinata alla costruzione di infrastrutture per le telecomunicazioni, al fine di favorire lo sviluppo della banda larga, con circa 77 milioni di euro erogati nel 2009, pari ad appena il 2,6% dei circa 3 miliardi di euro totali. Le risorse pubbliche qui analizzate sono destinate ad un insieme molto eterogeneo di attività, non solo dal punto di vista dei settori ma anche dei segmenti della filiera interessati: dalla produzione di contenuti (film cinematografici, programmi televisivi, spettacoli, contenuti giornalistici) alla distribuzione, dal funzionamento delle strutture al rimborso per specifiche voci di spesa, alla costruzione di infrastrutture. Si tratta in massima parte di contributi diretti e solo in minima parte di contributi indiretti (come i meccanismi di tax credit e tax shelter, a favore della produzione cinematografica o i fondi per il credito agevolato e i rimborsi per le tariffe postali dedicati alle imprese editoriali). Una porzione molto ristretta di questi fondi è destinata a progetti, indirizzandosi le risorse in moltissimi casi sostanzialmente al funzionamento delle strutture (la concessionaria di servizio pubblico, le imprese editoriali, le emittenti locali, le fondazioni lirico-sinfoniche, i teatri stabili), a copertura dei costi fissi e solo in qualche caso (Rai, istituzioni liriche, teatri) sulla base di un programma (che si traduce, a seconda dei casi, in una percentuale di trasmissioni di servizio pubblico oppure in un certo numero di rappresentazioni musicali o teatrali, oppure nella valutazione delle iniziative dei cinecircoli ). executive summary 12

13 Fondi indirizzati a progetti possono essere considerati i sostegni indiretti alla produzione cinematografica oppure i contributi diretti alle iniziative di produzione, promozione, circuitazione in alcuni segmenti dello spettacolo dal vivo. In alcuni casi i fondi sono elargiti in base a parametri ex post: tali almeno consideriamo i contributi sugli incassi ai produttori e agli autori cinematografici oppure i contributi diretti all editoria basati sul numero di copie tirate (o, nel prossimo futuro, diffuse). La qualità è un altro elemento al centro del dibattito sui contributi pubblici. Nel settore dello spettacolo dal vivo, i criteri per l assegnazione delle risorse sono sia quantitativi che qualitativi. I criteri quantitativi riguardano la copertura parziale o totale dei costi sostenuti, con diverse percentuali per quanto riguarda le tipologie di costo. I criteri qualitativi vengono declinati in punteggi attribuiti in base ad obiettivi come la capacità di diffusione, la capacità tecnico-gestionale, la formazione degli operatori e la qualità del progetto. Anche per la produzione cinematografica la qualità è un criterio determinante, sia relativamente alle opere prodotte in passato dalla società di produzione proponente, sia relativamente al progetto presentato (qualità del soggetto, della sceneggiatura ). Negli altri settori qui considerati, la qualità non è un criterio per l attribuzione dei fondi: non lo è per il servizio pubblico (anche se il contratto di servizio prevedeva l istituzione dell indice Qualitel per la programmazione di servizio pubblico) né per i fondi all emittenza locale (s invoca da più parti l introduzione di elementi qualitativi, finora non previsti dalla legge) né per i contributi all editoria (che si basano sull ammontare dei costi sostenuti e sulla tiratura/diffusione). 13 executive summary

14 executive summary 14 Un altro elemento di valutazione è dato dal grado di parcellizzazione dei fondi pubblici, ossia dal numero dei beneficiari in relazione all entità dei contributi erogati. Questo indicatore è estremamente variabile a seconda del mercato considerato. E ovviamente massimo per il servizio pubblico radiotelevisivo, dove esiste una sola concessionaria, ed è molto alto anche per le fondazioni lirico-sinfoniche, organismi di notevole complessità con un fabbisogno elevato di risorse. Ma, per il resto, si notano gli oltre beneficiari per le attività cinematografiche e musicali - in virtù delle molte sale parrocchiali, circoli cinematografici, organizzatori di festival e di iniziative di promozione nazionali e locali - e le diverse centinaia di emittenti radio e tv locali, di pubblicazioni a stampa, di soggetti attivi nel teatro, che ricevono fino a poche migliaia di euro l anno e che denotano modalità di erogazione sviluppatesi per stratificazioni successive, tese a includere nuovi progetti senza accantonarne altri e senza razionalizzare e convogliare gli sforzi economici. Un elemento di valutazione sui segmenti che ricevono risorse pubbliche è il rapporto fra queste e l entità del mercato a valle, al fine di quantificare il peso della mano pubblica sul mercato e la capacità dei fondi erogati di generare un mercato 3. 3 Con la specificazione che in alcuni casi (l editoria, in parte l emittenza radiotelevisiva locale), molti soggetti che ricevono contributi non rientrano fra quelli rilevati da chi monitora il mercato e produce i relativi dati (come le associazioni di categoria) e quindi il raffronto fra i due valori non può che Nel caso della televisione e della radio l incidenza sui diversi segmenti oscilla fra il 10 e il 20%, mentre nel caso dell editoria essa è intorno al 6%. Viceversa, quando si opera lo stesso confronto sul cinema e sullo spettacolo dal vivo, l incidenza del supporto statale arriva in diversi casi ad essere superiore alla spesa degli spettatori al botteghino 4. offrire un idea più che un rapporto rigoroso. 4 Va precisato che i fondi pubblici per il cinema finanziano essenzialmente il prodotto italiano, che rappresenta solo una porzione del mercato, e che soprattutto raccoglie la maggior parte dei ricavi su altri canali di sfruttamento (l home video, la pay-tv e la televisione in chiaro). Non è questa la sede per un analisi più compiuta sulle finestre di sfruttamento del film italiano. Basti aggiungere che da analisi condotte dallo IEM, i ricavi dei film italiani attraverso tutti i canali sono di poco superiori al totale degli investimenti per la produzione degli stessi film (al cui finanziamento, va aggiunto, i fondi pubblici contribuiscono per una quota in netta diminuzione nel corso degli anni).

15 2.2. Televisione e Radio Le tipologie di sostegno pubblico alle imprese di radio e televisione sono declinabili in sei ambiti differenti, in funzione del soggetto erogatore (Ministero, Regione) e/o del beneficiario dei contributi (emittenti): Sostegno alla tv pubblica nazionale; Convenzioni Rai con la PA; Contributi Ministero Sviluppo economico Dipartimento per le Comunicazioni; Contributi Dipartimento Informazione editoria della Presidenza del Consiglio; Rimborsi per la pubblicità elettorale; Contributi per il digitale terrestre. Pur in presenza di un disallineamento temporale delle diverse voci, l ammontare complessivo può essere agilmente quantificato in 1.894,4 milioni di euro, di cui relativi al canone radiotelevisivo obbligatorio. L andamento dei ricavi derivanti dal pagamento del canone (riversato alla concessionaria dall Agenzia delle entrate in base al R.D.L. 21 febbraio 1938 n. 246) riflette quello dell ammontare della tassa, adeguato annualmente al tasso di inflazione programmato (negli ultimi anni pari a circa 1,4%). L ultimo adeguamento relativo all anno 2010 ha fissato l importo del canone a 109 euro. Dal 2002 il tasso di crescita è stato pari al 19%. Tra le altre forme di ricavo dell azienda pubblica, accanto a canone e pubblicità, figurano anche gli introiti ricevuti dalla capogruppo a fronte di Convezioni stipulate con la PA per lo svolgimento di servizi radiotelevisivi in Italia (nelle Regioni con minoranze linguistiche) e all estero 5. Nel 2008 le risorse destinate a tali servizi ammontano a 70 milioni. 5 Tra gli altri ricavi, oltre alla convenzioni con la PA, il fatturato consolidato del gruppo Rai prevede anche introiti derivanti da attività commerciali (Rai Trade), cinematografiche e di home video (Rai Cinema e 01 Distribution), pubblicità radiofonica, ricavi Raisat, cessione diritti di utilizzo materiale teche, rimborsi costi di produzione programmi ed altro ancora. In quest ultima generica voce (che nel 2008 ha generato 56 milioni di euro su un totale di 404) sono incluse ulteriori prestazioni di servizi di diversa natura forniti dalla Capogruppo ad enti pubblici che non è stato possibile quantificare e desumere dai dati di bilancio. 15 executive summary

16 executive summary 16 Il dato è in crescita rispetto al 2007, anno in cui gli introiti sono scesi a poco meno di 65 milioni (peggior dato dal 2002) a causa del mancato rinnovo della Convenzione per la diffusione radiofonica in onde corte per l estero. Tra le Convenzioni di maggiore rilievo figurano: quelle a tutela delle minoranze linguistiche che il broadcaster pubblico sigla con il Dipartimento Informazione Editoria della Presidenza del Consiglio, in particolare per la lingua francese, tedesca, ladina e slovena; la convenzione Rai International per l estero; la convenzione sulle NATO S Strategic Communications in Afghanistan e i servizi a favore di Rtv, emittente pubblica della Repubblica di San Marino. L attuale Ministero per lo Sviluppo Economico Dipartimento per le Comunicazioni assegna al settore dell emittenza televisiva locale 6 contributi a fondo perduto in base a quanto previsto dalla L. 448/98 7. Le risorse sono erogate alle emittenti che svolgono attività di informazione sulla base di graduatorie annuali predisposte su base regionale dai Corecom (Comitati Regionali per le Comunicazioni) su parametri oggettivi disciplinati da un apposito regolamento (D.M. 5 novembre 2004, n. 292). 6 Al 31 dicembre 2008 erano attive 376 società di capitali che amministravano 421 tv locali. Negli ultimi anni fusioni e fallimenti aziendali hanno ridimensionato il settore televisivo locale. Nel 2005 si contavano 469 emittenti commerciali. A queste va aggiunto il numero di emittenti comunitarie che, secondo la stima più recente (del 2005), era di 115 (ed anche in questo caso si sono registrate diverse chiusure nel corso degli anni). Fonte: FRT Federazione Radio Televisioni. 7 Legge 23 dicembre 1998, n.448, concernente Misure di finanza pubblica per la stabilizzazione e lo sviluppo e successive modifiche. In particolare l articolo 45, comma 3 della legge (e successive modifiche ed integrazioni) prevede che il Ministero fissi uno stanziamento annuale.

17 Nel corso degli anni, gli stanziamenti sono progressivamente aumentati nelle diverse Leggi finanziarie, assumendo un peso sempre più rilevante per la sostenibilità finanziaria delle imprese e contribuendo ad un significativo aumento dell occupazione, soprattutto con riferimento alle professionalità giornalistiche. Il trend positivo si è tuttavia arrestato nel 2009, anno in cui si è registrata una forte riduzione dei contributi pubblici (-41%) scesi da poco meno di 162 milioni dell anno precedente (picco massimo raggiunto grazie ad una integrazione intervenuta nell agosto 2010) a poco più di 95 milioni, ammontare inferiore a quanto indicato nella Legge Finanziaria executive summary

18 executive summary 18 La dotazione per l anno 2010, grazie al rifinanziamento di 50 milioni previsto dalla stessa Legge finanziaria, dovrebbe attestarsi sui 130 milioni di euro, sommandosi agli 80 milioni di euro previsti dalla Legge Finanziaria Le norme per la concessione dei benefici alle emittenti radiofoniche locali sono disciplinate da un regolamento emanato con Decreto Ministeriale del 2002, come previsto dalla Legge 448 del L andamento degli stanziamenti nel corso degli anni mostra una crescita molto sostenuta passando dai 6,2 milioni del 2002 ai 21,8 milioni di euro del Si registra in particolare una forte impennata nel 2007, anno in cui le risorse sono raddoppiate rispetto all anno precedente. Accanto ai contributi previsti dalla Legge 448 del 1998, le emittenti locali ricevono un ulteriore sostegno pubblico a livello nazionale grazie alle provvidenze disposte annualmente dal Dipartimento Editoria ed Informazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri e disciplinate da complesse normative modificate ed aggiornate nel corso degli anni. L andamento complessivo dei contributi nel periodo preso in esame ( ) mostra forti oscillazioni. In 5 anni le risorse sono aumentate da 13 a 21,5 milioni di euro con una crescita pari al 65%. Nel 2005 l ammontare complessivo dei contributi ha toccato il suo apice raggiungendo circa 27,5 milioni di euro. Per concludere il quadro, il Ministero delle Comunicazioni di concerto con il Ministero dell Economia emana, entro il 31 gennaio di ogni anno, un decreto di determinazione e ripartizione tra le Regioni e le Province autonome dei contributi da erogare alle emittenti locali, in attuazione della Legge 22 febbraio 2000 n. 28 così come modificata dalla Legge 313/ La legge prevede un rimborso 8 Disposizioni per la parità di accesso ai mezzi di informazione durante le campagne elettorali e referendarie e per la comunicazione politica; Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 43 del 22 febbraio La legge introduce una serie di regole, provvedimenti e relative sanzioni in materia di comunicazione politica radiotelevisiva (locale e nazionale), di messaggi politici elettorali su quotidiani e periodici, di sondaggi e comunicazione istituzionale. L articolo 4 disciplina la Comunicazione politica radiotelevisiva e messaggi radiotelevisivi autogestiti in campagna elettorale. Il comma 5 prevede le modalità di rimborso. La legge ha subito modifiche ed integrazioni con la Legge 6 novembre 2003 n.313.

19 alle emittenti radiofoniche e televisive locali che accettano di trasmettere messaggi autogestiti a titolo gratuito in campagna elettorale o referendaria ed effettua la ripartizione della somma stanziata tra le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano in proporzione al numero dei cittadini iscritti nelle liste elettorali di ciascuna Regione e Provincia autonoma. Alle emittenti radiofoniche è riservato almeno un terzo della somma complessiva annualmente stanziata. L andamento delle assegnazioni mostra un netto peggioramento nel periodo preso in esame. Se nel primo triennio i rimborsi complessivi ammontavano in misura stabile a più di 10 milioni di euro, a partire dal 2003 si registra un calo sensibile, fino ad arrivare negli ultimi anni a circa 3,3 milioni di euro, ovvero un terzo delle risorse rispetto al Editoria I contributi all editoria sono gestiti dal Dipartimento Informazione ed Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri, nel bilancio della quale sono inserite le diverse voci di intervento. Il 2010 ha visto un intensificarsi delle proposte e delle correzioni normative in materia di sostegno all editoria esigenza manifestatasi già nella legislatura precedente intrecciandosi con i tagli alla spesa pubblica determinati dalla manovra economica. Solo alla fine di questo processo di riordino sarà possibile analizzare il risultato finale e l impatto pratico sulle imprese e sul mercato. 19 executive summary

20 Basti citare l interruzione (e la successiva reintegrazione parziale una tantum) dei fondi per le tariffe postali agevolate, il riordino dei requisiti per l accesso ai contributi diretti (fra cui il calcolo sulle copie distribuite al posto delle copie stampate), ma soprattutto il passaggio, avvenuto con il decreto legge n. 112 del 25 giugno 2008 (art. 44), dal diritto soggettivo al limite massimo delle risorse stanziate in bilancio nell erogazione dei contributi, a prescindere dal fabbisogno degli editori e ripartendo pro-quota le risorse disponibili. Il diritto soggettivo è stato poi più volte reintegrato ed abolito, ed alfine garantito fino all esercizio L art. 44 prevedeva poi un regolamento di delegificazione che riordinasse l intera materia che, all agosto 2010, non era stato ancora approvato. Per avere un quadro più ampio, i bilanci di previsione della Presidenza del Consiglio dei Ministri offrono l elenco degli interventi per capitoli di spesa, in maniera meno dettagliata riguardo ai contributi diretti (aggregati nel capitolo 466 contributi alle imprese editrici di quotidiani e periodici ). Le uscite di cassa per questa voce, fra il 2003 e il 2007, sono cresciute da 186 a 214 milioni di euro (con una punta di 247 milioni nel 2006). Per il 2008 le previsioni di competenza dell esercizio erano di 140 milioni, scesi a 50 per il 2009 e risaliti a 170 milioni per il La voce di spesa maggiore, però, è quella delle tariffe postali agevolate: nel 2003 era di complessivi 346 milioni (273 milioni sul capitolo 471 e 73 milioni sul capitolo 472) di uscite di cassa. Nel 2007 era di 243,7 milioni. Nel 2010 lo stanziamento iniziale di competenza era di poco più di 50 milioni, successivamente integrati con altri 30 milioni per determinati editori senza fine di lucro. executive summary 20

21 2.4. Cinema e spettacolo dal vivo Il Fondo Unico dello Spettacolo resta ancora oggi il principale strumento di finanziamento pubblico al settore 9. La legge che nel 1985 istituì il Fondo costituì una rilevante novità, sia per l intento razionalizzante dei molteplici interventi statali sino ad allora operati, sia per la volontà di avviare una nuova dinamica dell azione pubblica caratterizzata da una più efficace programmazione a medio/lungo termine delle risorse in favore dello spettacolo 10. su una analisi dinamica delle condizioni di mercato e sulle esigenze mutevoli dei vari comparti ha lasciato ben presto il posto ad una cristallizzazione delle cosiddette aliquote di riparto. Oggi, il FUS non rappresenta più l unica fonte di sostegno statale al settore in quanto negli anni sono state stanziate ed assegnate cospicue risorse aggiuntive, di carattere straordinario, ad integrazione degli stanziamenti ordinari. Ci si riferisce all emergere progressivo, a partire dal , di fondi extra- In realtà tale approccio innovativo che, nelle intenzioni del legislatore, avrebbe dovuto portare ad una strategia di distribuzione delle risorse fondata 9 Come vedremo nel dettaglio il FUS finanzia i seguenti settori: Fondazioni lirico-sinfoniche ed altre attività musicali; teatro di prosa, danza, circo e spettacolo viaggiante, cinema. 10 Legge n. 163 del 1985: Nuova disciplina degli interventi a favore dello spettacolo. FUS quali i proventi dell estrazione infrasettimanale del gioco del lotto, l 8 o il 5 per mille i fondi gestiti dalla società Arcus ed altri provvedimenti speciali. L intervento pubblico, inoltre, non si esaurisce esclusivamente con la contribuzione diretta da parte dei vari organismi pubblici ma interviene anche 21 executive summary

22 executive summary 22 in modo indiretto per mezzo di crediti di imposta ed agevolazioni fiscali o di donazioni da parte di persone giuridiche. In questo ambito l intervento più innovativo che ha trovato forti consensi tra gli addetti ai lavori è rappresentato dalla normativa che nel 2008 (ma i relativi decreti attuativi sono entrati in vigore nel ) ha introdotto il tax credit e il tax shelter a favore delle imprese cinematografiche ma anche di soggetti esterni alla filiera 11. L andamento dei finanziamenti (inclusi eventuali fondi integrativi) nell intero arco temporale di funzionamento del FUS (dal 1985 al 2010) indica un percorso altalenante. Al progressivo recupero degli stanziamenti avvenuto nella seconda metà degli anni 90, fanno seguito, a partire dal 2003, forti decurtazioni. Nel biennio si assiste ad una breve fase di crescita (nel 2008 le risorse superano i 470 milioni di euro) interrotta bruscamente nei due anni successivi. Il picco minimo dell andamento del Fus si registra nel 2010 con un intervento quantificabile in 418 milioni di euro. Nel 2011, in assenza di interventi correttivi, lo stanziamento dovrebbe essere drasticamente ridotto a 258 milioni di euro, per effetto della recente manovra di bilancio legata al contenimento della spesa pubblica. 11 I provvedimenti sono stati prorogati di soli sei mesi fino al 30 giugno Lirica e musica Nel periodo , gli stanziamenti alle Fondazioni lirico-sinfoniche unitamente alle altre attività musicali mostrano nel loro complesso un andamento costante. Per i teatri d opera, dopo un arretramento nel 2006, l ultimo biennio è caratterizzato da una nuova fase di crescita superando nel 2008 i 260 milioni di assegnazioni. Le altre attività musicali si attestano in media sui 60 milioni di euro con scarse oscillazioni nell arco temporale considerato. Teatro di prosa Sul versante delle attività teatrali possiamo osservare tre cicli nel decennio considerato: ad una prima fase di crescita progressiva culminata nel 2003 sfiorando i 100 milioni di contributo, è seguita un fase calante terminata nel 2006, anno a partire dal quale si assiste ad una ripresa seppur contenuta, portando i contributi a poco meno di 85 milioni di euro nel Cinema Il settore cinematografico presenta caratteristiche del tutto atipiche rispetto agli altri comparti sostenuti dal FUS. L amministrazione competente (Direzione Generale per il Cinema) eroga contributi molto diversi tra loro non solo per le finalità perseguite ma anche sotto il profilo delle procedure

23 di finanziamento e della copertura, considerato che una consistente quota di tali risorse affluisce al Fondo per la produzione 12. Il picco più elevato di spesa è stato raggiunto nel 2003, con oltre i 250 milioni di finanziamenti effettivamente erogati. Per effetto della riforma Urbani 13, le assegnazioni hanno subito una flessione a partire dal 2005, per poi stabilizzarsi nel 2008 attorno ai 125 milioni di euro. L analisi a livello disaggregato conferma come il segmento della produzione 14 assorba la maggior parte dei fondi (incidenza di circa il 60% nel 2008). Nel corso del periodo esaminato la voce è stata, però, caratterizzata da una netta flessione a partire dal 2003 attestandosi nel 2008 a poco meno di 74 milioni di euro, destinata a scendere ulteriormente negli anni successivi. Analoga sorte è toccata ai contributi a favore della distribuzione in Italia e all estero, mentre è andato progressivamente esaurendosi il sostegno alle industrie tecniche (laboratori di postproduzione, teatri di posa) e per l ammodernamento delle sale cinematografiche Nel cinema, a differenza degli altri settori, una buona parte dei contributi, quelli destinati alla produzione, sono erogati sotto forma di mutui rimborsabili. 13 Ci si riferisce al Decreto Legislativo n. 28 del 22 gennaio 2004 che ha introdotto, tra l altro, meccanismi più rigidi nelle procedure di finanziamento alla produzione limitando l apporto pubblico al 50% del budget complessivo (80% per le opere prime e seconde). 14 A sua volta strutturato in lungometraggi di interesse culturale e di produzione nazionale, opere prime e seconde, cortometraggi, sviluppo sceneggiature, contributi sugli incassi e premi di qualità. 15 Tale forma di sostegno negli ultimi anni si è quasi azzerata e sostituita Più stabile l andamento dei contributi a favore della promozione (premi alle sale d essai, editoria conservazione e restauro, promozione all estero, associazioni e progetti speciali) e agli enti di rilevanza nazionale, ovvero Cinecittà Luce, Biennale Cinema e Centro Sperimentale di Cinematografia 16. Il mercato cinematografico italiano ha beneficiato di una iniezione aggiuntiva di risorse finanziarie (stimata in 80/100 milioni di euro) per effetto dell entrata in vigore dei decreti sul tax credit e il tax shelter che introducono anche nel nostro Paese agevolazioni fiscali a sostegno della filiera. In due anni di applicazione (giugno 2008 giugno 2010) gli operatori del settore sono ricorsi a crediti di imposta per 114 film chiedendo benefici per circa 48 milioni di euro, di cui 10 milioni circa da parte di produttori esteri. Solo nel 2009 sono giunte in Italia, attratte dalla leva fiscale, sette importanti produzioni straniere 17. Il cinema e l audiovisivo beneficiano di un sostegno pubblico anche a livello regionale grazie al processo di decentramento amministrativo verificatosi in Italia di fatto con agevolazioni di natura fiscale connesse al processo di digitalizzazione delle sale. 16 Tali soggetti risultano peraltro tra i maggiori beneficiari di fondi extra- Fus (Lotto), assorbendo un volume di risorse che si aggira sui 32,5 milioni in media all anno nel periodo considerato. 17 Al settembre 2010, il Ministero aveva già deliberato 21 milioni di euro per 70 istanze il cui iter si era concluso positivamente. 23 executive summary

24 executive summary 24 fra la seconda metà degli anni Novanta e l inizio degli anni Duemila. Una prima misurazione delle risorse regionali a disposizione dell audiovisivo è stata operata dalla Fondazione Ente dello Spettacolo 18. Nel 2009 risultano risorse di competenza dei Film Fund regionali per 15 milioni di euro, più che triplicati rispetto ai 4,9 milioni del Questi fondi hanno quasi compensato il calo delle risorse del Fus a sostegno della produzione (senza considerare, però, i fondi extra Fus) e sono erogati, per la maggior parte, dalle Film Commission, per quanto una parte di queste somme (6,4 milioni, oltre il 40%) venga gestita direttamente dalle Regioni. Una più recente quantificazione delle risorse investite a livello regionale su tutta la filiera (sviluppo, produzione, distribuzione) è stata effettuata dall ANICA, nel quadro di un progetto di ricerca promosso dalla Direzione Generale Cinema del Ministero per i Beni e le Attività Culturali 19. In base alla prime stime emerse, il totale reso disponibile dal 2003 al 2010 è pari a 116 milioni di euro. In 4 anni ( ) le risorse drenate per l audiovisivo sono quasi quintuplicate. 18 Fondazione Ente dello Spettacolo, Il mercato e l industria del cinema in Italia. Rapporto Progetto di ricerca ANICA, Mappatura degli strumenti di sostegno regionale al cinema. Una prima presentazione, dal titolo Evoluzione dei fondi regionali per il cinema e l audiovisivo: vincoli ed opportunità, ha avuto luogo in occasione della Mostra Internazionale d Arte Cinematografica di Venezia l 8 settembre Nel 2009 il budget si è attestato attorno ai 30 milioni di euro (includendo anche le risorse provenienti dall Accordo di Programma Quadro Sensi Contemporanei 20 ), di cui almeno il 40% destinato al cinema. A partire dal 2004 il settore dello spettacolo ha iniziato a beneficiare di fondi statali extra FUS ad integrazione degli stanziamenti ordinari, grazie all istituzione della società Arcus (interamente a capitale pubblico) e alle norme che destinano una quota dei proventi del Lotto al settore dei beni e delle attività culturali. L andamento di tali fondi risulta molto altalenante riflettendo il carattere disorganico degli interventi posti in essere. Nel 2008, le risorse extra-fus avevano superato i 32 milioni di euro, ovvero quasi il 10% di quanto complessivamente stanziato in quell anno a favore delle attività di spettacolo tra fondi ordinari e straordinari (471 milioni di euro) Il progetto Sensi Contemporanei Lo sviluppo dell industria audiovisiva nel Mezzogiorno è stato avviato nel 2005 dal Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica (MISE) e dalla DG Cinema (Mibac) come innovativo strumento di policy per sperimentare le diverse forme di espressione dell audiovisivo allo scopo di promuovere il territorio. I progetti di intervento hanno beneficiato di risorse FAS nazionali e regionali e sono stati realizzati tramite Accordi di Programma Quadro (APQ) tra lo Stato e le Regioni. Le Regioni coinvolte sinora sono state la Sicilia, la Puglia e la Basilicata. 21 Su 32,2 milioni erogati ben 20 sono stati attribuiti con importi differenti alle 14 Fondazioni Lirico-sinfoniche.

25 2.5. Telecomunicazioni Allo stato attuale esistono diverse tipologie di incentivi volti allo sviluppo di infrastrutture di telecomunicazioni, orientati al superamento del digital divide sia dal punto di vista della diffusione delle reti, attraverso la loro implementazioni mediante fibra ottica, rame e tecnologie wireless, sia dal punto di vista dell alfabetizzazione informatica, attraverso politiche di stimolo dei servizi di e-government da parte delle amministrazioni locali. Le politiche di sostegno al settore delle telecomunicazioni sono state portate avanti attraverso diversi livelli di intervento, quali la semplificazione delle procedure per la realizzazione di reti e infrastrutture di comunicazione elettronica, l istituzione di organismi dedicati quali il Comitato interministeriale per la diffusione della banda larga, l Osservatorio Banda Larga e Infratel spa e, dal punto di vista finanziario, la realizzazione (diretta o tramite bando pubblico a cofinanziamento regionale) delle infrastrutture tramite la stessa Infratel, la sottoscrizione di protocolli d intesa tra Ministero delle Comunicazioni, Infratel e gli operatori tlc di più vaste dimensioni o altre forme di finanziamento regionali e di accordi tra regioni e operatori. Gli interventi statali in favore della riduzione del digital divide possono essere distinti in due tipologie: gli interventi normativi mirati alla semplificazione delle procedure e all indirizzo delle politiche pubbliche locali e le previsioni di risorse destinate alla diffusione delle nuove tecnologie e alla realizzazione delle infrastrutture. Per ciò che concerne gli stanziamenti a favore delle infrastrutture, il primo e più importante intervento è stato il lancio del Programma Banda larga (2003), nell ambito del quale è stato previsto, attraverso il Comitato Interministeriale per la Programmazione economica (Cipe), lo stanziamento dei fondi per lo sviluppo della banda larga in 8 regioni del Mezzogiorno. Dei 900 milioni complessivi previsti dalla delibera 83 del 2003, 150 milioni sono stati assegnati alla banda larga (ripartiti rispettivamente in 5,22 milioni di euro per il biennio e 144,78 milioni per il 2005), di cui 120 erogati. Alla luce della molteplicità dei meccanismi di finanziamento nella realizzazione degli interventi di copertura dei diversi territori, della complessità nell allocazione delle risorse tra Amministrazione centrale, Regioni e Comunità europea, e della varietà degli interventi dovuta alle specificità regionali e territoriali, effettuare una stima delle risorse stanziate nella lotta al digital divide risulta un operazione quanto mai complicata. In considerazione della difficoltà di disaggregare le risorse investite nelle politiche di copertura del territorio in banda larga tra 25 executive summary

26 executive summary 26

27 le maglie dei bilanci statali e regionali e di discernere fra risorse allocate, stanziate o effettivamente impegnate, in questa sede si propone una quantificazione basata sullo studio dei bandi di gara pubblicati da Infratel negli ultimi 5 anni. Le risorse complessivamente impegnate sono oltre 312 milioni di euro (al netto dell Iva), 197 dei quali già erogati o in corso di erogazione agli assegnatari degli appalti per l effettiva realizzazione delle infrastrutture. A livello di Amministrazione centrale sono stati impegnati oltre 228 milioni di euro (al netto dell Iva), quasi 127 dei quali provenienti dal Programma banda larga del L attività di finanziamento è stata intensificata tra il 2009 e il 2010, con lo stanziamento di 54,8 milioni per il Bando Centro Nord e di 46,8 milioni per il Bando nazionale fibra ottica. Le risorse regionali e comunitarie impegnate risultano pari ad oltre 91 milioni di euro (al netto dell Iva). Tra queste, 15,3 milioni sono stati stanziati per la Calabria e 10,8 per il Veneto (Fesr e Feasr Bando nazionale fibra ottica); 11,5 milioni sono stati assegnati ad interventi nelle Marche (Bando fibra Marche, base di partenza 16,6 milioni, finanziati a valere su Fondi POR - FESR ); 9,7 milioni sono stati stanziati in Lombardia (4,4 da risorse regionali e 5,3 su fondi Feasr); 7,7 alla Sardegna (fondi Feasr Bando nazionale fibra ottica); 6,2 alla Toscana (fondi Fesr Bando nazionale fibra ottica); 5,2 al Piemonte (fondi Feasr Bando nazionale fibra ottica); 2,1 all Abruzzo (fondi Feasr Bando nazionale fibra ottica); mentre Lazio, Emilia Romagna e Umbria hanno stanziato, per interventi nel proprio territorio, rispettivamente 5,1 milioni, 3,8 milioni e 3,3 milioni, messi a gara nel Bando centro Nord. Relativamente ai finanziamenti regionali, in particolare, occorre osservare che le risorse stanziate attraverso i molteplici strumenti di intervento sono ovviamente molto più ingenti di quelle elencate in questa sede (si pensi che solo in Lombardia sono previsti 3 progetti che prevedono investimenti complessivi per 93 milioni di euro). 27 executive summary

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