ARGOMENTARIO Votazione del 14 giugno 2015

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1 ARGOMENTARIO Votazione del 14 giugno 2015 NO a un imposta proibitiva per le PMI L imposta sulle successioni mette in serie difficoltà le imprese famigliari al momento del cambio generazionale. Le risorse utilizzate per pagare l imposta mancano per gli investimenti, mettendo in pericolo le PMI stesse e i loro impieghi. NO a un imposta che penalizza le famiglie Oggi, nella grande maggioranza dei cantoni, i figli non pagano l imposta di successione. L iniziativa obbligherebbe anche loro a pagarla, alla pari di altri parenti o persone terze. Questo contraddice in pieno lo spirito costituzionale che vuole promuovere la famiglia. NO alla triplice tassazione dello stesso franco Il reddito e il risparmio vengono già oggi tassati ogni anno. Un imposta sulle eredità tassa una terza volta lo stesso patrimonio e penalizza così chi risparmia. NO alla messa sotto tutela dei cantoni La maggioranza dei cantoni non ha abolito l imposta sulle successioni per i discendenti diretti per vedersela nuovamente riproposta a livello federale. NO a un gigante burocratico Le donazioni annue che superano i 20'000 franchi devono essere registrate sull arco di tutta la vita. Alla fine devono esser conteggiate nel computo complessivo dell eredità. L onere burocratico necessario per tenere questa contabilità è semplicemente assurdo.

2 Indice I principali argomenti... 3 Cosa chiede l iniziativa sulla fiscalità delle successioni... 5 Il sistema attuale... 7 NO a un imposta proibitiva per le PMI... 9 NO a un imposta che penalizza le famiglie NO alla messa sotto tutela dei cantoni Per maggiori informazioni: Comitato interpartitico «No alla nuova imposta sulle successioni» Casella postale 5835, 3001 Berna 2

3 I principali argomenti NO a un imposta proibitiva per le PMI Circa l 80% delle imprese svizzere sono imprese a carattere famigliare. Tra queste, una società su cinque passerà alla generazione successiva nel corso dei prossimi cinque anni. Già oggi il passaggio alla generazione successiva è molto delicato per le famiglie e le loro imprese. L iniziativa promette degli sgravi per le imprese, ma non parla di cifre concrete. Accettare l iniziativa, significa firmare un assegno in bianco. La maggioranza degli imprenditori investe gran parte degli attivi nell impresa: pertanto, il capitale disponibile non sarebbe sufficiente per pagare l imposta. Per poter beneficiare di sgravi, gli eredi dovrebbero continuare l attività per almeno dieci anni. Durante questo lasso di tempo, essi dovrebbero accantonare delle riserve per pagare l imposta. Infatti, se durante questi dieci anni, gli eredi dovessero vendere l impresa, fallire o morire, bisognerebbe comunque pagare tutta l imposta. Somme considerevoli sarebbero così bloccate in maniera improduttiva. Queste risorse verrebbero a mancare per la gestione e la realizzazione di importanti investimenti. Per le imprese che hanno dei margini ridotti, questa imposta è eccessiva. Gli imprenditori dovrebbero sopprimere degli impieghi, indebitarsi o vendere l azienda, invece di passare l impresa alla generazione successiva. A seguito dell imposta sulle successioni, le PMI subiscono degli svantaggi concorrenziali importanti rispetto alle imprese non famigliari. NO a un imposta che penalizza le famiglie In questi ultimi anni, la maggioranza dei cantoni ha deciso di abolire l imposta sulle successioni per i discendenti diretti. Ciò ha semplificato la successione dei patrimoni e delle società nell ambito famigliare. L imposta sulle successioni compromette queste decisioni democratiche e penalizza le famiglie, pilastro della nostra società. Al pari dei parenti più lontani e delle persone esterne alla famiglia, i figli e i nipoti dovrebbero pagare il 20% di imposte su una successione. Se la massa ereditaria fosse di 2 milioni di franchi, il parente più lontano potrebbe ereditare senza dover pagare nessuna imposta. Per contro, se una successione di 3 milioni venisse suddivisa fra tre figli, questi ultimi dovrebbero pagare franchi per l imposta sulle successioni prima di ricevere la loro eredità. Questo è ingiusto e contrario all obiettivo costituzionale che vuole sostenere la famiglia. L iniziativa non è soltanto dannosa per le famiglie, ma penalizza anche tutti i contribuenti che hanno risparmiato. Di fatto, i redditi e la sostanza sono già oggi tassati a livello cantonale (i redditi anche a livello federale). Anche i risparmi vengono tassati ogni anno. In caso d accettazione dell iniziativa, il 20% supplementare andrebbe nelle tasche dello Stato alla morte di un contribuente, di modo che uno stesso importo sarebbe tassato una terza volta. È troppo. Contrariamente alle affermazioni dei promotori dell iniziativa, il ceto medio è altamente toccato dall imposta sulle successioni. Le imprese sono valutate in base al loro valore venale, sovente nettamente superiore, e non più in base al valore fiscale, inferiore. Gli immobili negli agglomerati sono aumentati molto di valore nel corso di questi ultimi decenni. Se vi si aggiunge il capitale di previdenza pagato, numerose famiglie della classe media possiedono beni superiori ai 2 milioni di franchi. Se gli eredi non dispongono di sufficienti liquidità per pagare l imposta sulle successioni, essi potrebbero essere tentati, secondo le circostanze, di vendere la casa dei loro genitori o ad attingere al loro capitale di previdenza. 3

4 NO alla messa sotto tutela dei cantoni L iniziativa rinnega completamente il federalismo e priva i cantoni della possibilità di definire le imposte sulle successioni in maniera autonoma. Essa annulla di fatto le numerose votazioni cantonali che hanno abolito questa imposta per i figli e i nipoti. È proprio l autodeterminazione dei cantoni in materia fiscale che crea la responsabilità individuale, la prossimità con i cittadini e un onere fiscale moderato. I cantoni devono continuare a decidere essi stessi se intendono prelevare un imposta sulle successioni e, se del caso, le modalità di una simile imposta. Un imposta federale supplementare è inutile e controproducente. Per questo i cantoni dicono NO all iniziativa. Siccome l iniziativa prevede delle eccezioni, senza definirle, non è dato a sapere quali importi spetterebbero ai cantoni in caso d accettazione dell iniziativa. Secondo le circostanze, i cantoni possono subire delle perdite di entrate. Essi dovrebbero compensarle mediante un aumento delle imposte. L iniziativa porta con sé la creazione di un mostro burocratico. Questo sarebbe il caso a seguito della clausola di retroattività discutibile sul piano giuridico, dell obbligo di tenere una contabilità nel caso di donazioni da parte di privati e di imprese e dell obbligo per gli eredi di proseguire le attività di un impresa per almeno dieci anni. Inutili disposizioni che obbligano a tenere un registro delle donazioni, o a ricalcolare l imposta dopo numerosi anni. Gli Svizzeri possono rinunciare a questo aumento esagerato dell apparato statale. 4

5 Cosa chiede l iniziativa sulle successioni L iniziativa popolare «Tassare le eredità milionarie per finanziare la nostra AVS (Riforma dell imposta sulle successioni)» proposta dalla sinistra cristiana chiede l introduzione di un imposta nazionale sulle successioni e le donazioni. Questa imposta sulle successioni sostituirebbe le regolamentazioni cantonali. Contrariamente alla prassi nella maggior parte dei cantoni, non sarebbero più gli eredi ad essere tassati bensì la massa ereditaria. Le successioni di oltre 2 milioni di franchi sarebbero tassate in ragione del 20%. In caso d accettazione dell iniziativa, le donazioni di oltre 20'000 franchi per persona e all anno sarebbero sommate alla successione del donatore, retroattivamente a partire dal 1 o gennaio Dal momento che la massa ereditaria supera i 2 milioni di franchi, anche la quota che supera questa soglia sarebbe tassata in ragione del 20%. I coniugi e le persone giuridiche, come le organizzazioni di assistenza, i partiti, ecc., non sono sottoposti all imposta. L eredità dei discendenti diretti sarebbe per contro tassata pienamente, ciò che è contrario alla prassi nella maggioranza dei cantoni. Le imprese e le aziende agricole 1 beneficerebbero di sgravi non ancora definiti. A condizione però che gli eredi continuino con l attività aziendale per almeno dieci anni. Le entrate generate, che i promotori dell iniziativa stimano in 3 miliardi di franchi all anno, andrebbero per un terzo ai cantoni e per due terzi al fondo di compensazione dell assicurazione vecchiaia e superstiti (AVS). Il PEV, il PCS, il PS, i Verdi, Travail.Suisse e l Unione sindacale svizzera (USS) sostengono l iniziativa. I suoi autori chiedono che sia corretta una ripartizione delle ricchezze che giudicano arbitraria e che si crei una maggiore uguaglianza delle opportunità. Per questo, essi propongono di tassare le successioni che superano i 2 milioni di franchi e di versare le entrate all AVS e alla collettività. Essi ritengono che gli eredi ricevano a volte delle somme importanti senza avere fatto nulla per questo. L introduzione di questa imposta sarebbe inoltre il mezzo per realizzare una maggiore equità fiscale. L iniziativa è stata lanciata prima delle elezioni del 2011 e sarà posta in votazione il 14 giugno 2015, alla vigilia delle elezioni del Il testo dell iniziativa I La Costituzione federale è modificata come segue: Art. 112, cpv. 3, let. a bis (nuovo) 3 L assicurazione è finanziata: a bis. con il gettito dell imposta sulle successioni e sulle donazioni; Art. 129a (nuovo) Imposta sulle successioni e sulle donazioni 1 La Confederazione riscuote un imposta sulle successioni e sulle donazioni. I cantoni provvedono all imposizione e all esazione. Due terzi del gettito dell imposta sono destinati al Fondo di compensazione dell assicurazione per la vecchiaia e i superstiti, un terzo ai cantoni. 2 L imposta sulle successioni è riscossa sulla successione delle persone fisiche che erano domiciliate in 1 Il valore delle aziende agricole non è preso in considerazione fintanto che queste sono attive in virtù del diritto fondiario rurale. In caso di cessazione dell attività dell azienda agricola prima dello scadere del termine di dieci anni, sarà richiesta un imposta a posteriori prorata temporis. 5

6 Svizzera al momento del decesso o la cui successione è stata aperta in Svizzera. L imposta sulle donazioni è riscossa presso il donatore. 3 L aliquota d imposta è del 20%. Sono esentati dall imposta: a. una franchigia unica di 2 milioni di franchi sull importo complessivo della successione e di tutte le donazioni assoggettate all imposta; b. le quote successorie e le donazioni a favore del coniuge o del partner registrato; c. le quote successorie e le donazioni a favore di una persona giuridica esentata dall imposta; d. i regali di al massimo franchi all anno e per donatario. 4 Il Consiglio federale adegua periodicamente gli importi al rincaro. 5 Qualora la successione o la donazione comprenda un azienda agricola o un impresa e gli eredi o i donatori ne proseguano l attività per almeno dieci anni, si applicano riduzioni particolari all imposizione al fine di non pregiudicarne l esistenza e preservare i posti di lavoro. II Le disposizioni transitorie della Costituzione federale sono modificate come segue: Art.197, n. 9 4 (nuovo) 9. Disposizione transitoria dell art. 112, cpv. 3, let. a bis e art. 129a (Imposta sulle successioni e sulle donazioni) 1 Gli art. 112, capoverso 3, let. a bis, e 129a entrano in vigore quali norme direttamente applicabili il 1 o gennaio del secondo anno successivo alla loro accettazione. Alla stessa data gli atti normativi cantonali in materia di imposta sulle successioni e sulle donazioni sono abrogati. Le donazioni sono addizionate retroattivamente alla successione dal 1 gennaio Il Consiglio federale emana disposizioni d esecuzione per il periodo che intercorre fino all entrata in vigore di una legge federale d esecuzione. Tiene conto di quanto segue: a. La successione assoggettata all imposta si compone: 1. del valore venale degli attivi e del passivi al momento del decesso; 2. delle donazioni assoggettate all imposta effettuate dal defunto; 3. dei valori patrimoniali investiti in fondazioni di famiglia, assicurazioni e simili per eludere l imposta. b. L imposta sulle donazioni è riscossa non appena l importo di cui all articolo 129a, capoverso 3, let. a, è superato. Il computo dell imposta sulle successioni tiene conto dell imposta sulle donazioni già corrisposta. c. Nel caso delle imprese, la riduzione di cui all articolo 129a, capoverso 5, è concessa applicando una franchigia sul valore complessivo dell impresa e un aliquota d imposta ridotta sul valore residuo imponibile. Per dieci anni al massimo, inoltre, può essere autorizzato il pagamento rateale. d. Nel caso delle aziende agricole, la riduzione di cui all articolo 129a, capoverso 5, è concessa considerando nullo il valore dell azienda sempre che, conformemente alle disposizioni in materia di diritto fondiario rurale, gli eredi o i donatori gestiscano direttamente l azienda. Se l azienda cessa la sua attività o è alienata prima dello scadere del termine di dieci anni, l imposta è riscossa a posteriori pro rata. 6

7 Il sistema attuale In quasi tutti i cantoni, i discendenti diretti non pagano imposte sulle successioni Oggi spetta ai cantoni calcolare e percepire le imposte sulle successioni. Il solo cantone che non riscuote né un imposta sulle successioni, né un imposta sulle donazioni è Svitto. Lucerna percepisce un imposta sulle successioni ma non sulle donazioni. L imposta è per principio dovuta nel cantone nel quale il defunto o il donatore è domiciliato. I terreni vengono tassati nel cantone in cui si trovano. Il coniuge superstite, gli enti pubblici e le organizzazioni senza scopo di lucro sono esentati dall imposta in tutti i cantoni. L imposta sulle successioni è inoltre stata soppressa per i discendenti diretti in tutti i cantoni tranne Appenzello Interno, Neuchâtel e Vaud. In altre parole, le successioni a favore dei parenti prossimi sono trattate in maniera differenziata. Gli altri eredi sono sottoposti ad un imposta progressiva in funzione del grado di parentela e dell importo del patrimonio ereditato. I parenti più lontani e le persone terze sono tassati con aliquote che possono raggiungere il 54% 2. Le entrate generate dalle imposte cantonali e comunali sulle successioni e le donazioni raggiungono quasi un miliardo di franchi (nel 2012: 898 milioni di franchi). La Confederazione non percepisce nessuna imposta sulle successioni e le donazioni. Gli eredi sono tassati La maggioranza dei cantoni percepisce delle imposte sulle quote ereditarie. Sono i beneficiari di una successione o di una donazione a doverle pagare. Ogni erede è tassato sulla parte che gli spetta, ma è debitore solidale con gli altri eredi dell imposta dovuta. I cantoni di Soletta e dei Grigioni tassano la massa ereditaria, come propone l iniziativa. L imposta è percepita sull insieme della successione (dopo deduzione di eventuali franchigie e delle quote esenti che spettano ai parenti prossimi). Il grado di parentela e il numero di eredi non svolgono nessun ruolo. Imposizione elevata della sostanza in Svizzera In Svizzera, la sostanza è tassata pesantemente nel confronto internazionale. Le relative entrate rappresentano l 1,8% del prodotto interno lordo (PIL). Le imposte sulla sostanza generano il 6,6% delle entrate fiscali, la media internazionale è del 5,5% 3. A ciò bisogna aggiungere ogni anno 1,9 miliardi di franchi prelevati a titolo dell imposta sugli utili da capitale, 1,2 miliardi per le tasse di mutazione, 0,9 miliardi per le attuali imposte cantonali sulle successioni e le donazioni nonché quasi 1 miliardo di franchi a titolo delle imposte fondiarie 4. Confronto internazionale Un confronto delle prassi nei paesi dell OCSE mostra che, oltre alla Svizzera, soltanto la Francia, il Lussemburgo, la Norvegia, la Spagna, l Ungheria e il Giappone tassano la sostanza. La Germania, l Austria, la Danimarca, l Italia, la Finlandia, la Svezia e l Olanda hanno abolito l imposta sulla sostanza nel corso degli ultimi dieci anni. Soltanto sei paesi dell OCSE tassano sia la sostanza sia le successioni (la Francia, il Lussemburgo, la Spagna, la Norvegia, il Giappone e la Svizzera (a livello cantonale). Altri paesi, come il Canada, la Nuova Zelanda, l Austria, il Portogallo, la Slovacchia e la Svezia, hanno abolito l imposta sulle successioni. Anche la Norvegia sta valutando l abolizione di questa imposta, che avrebbe l effetto di aumentare la propensione ad investire, a risparmiare e a migliorare l offerta di lavoro 5. 2 Spiegazioni del consigliere di Stato Peter Hegglin, presidente della CDF, indagine conoscitiva della CET-S, 27 marzo OCSE (2014), Revenue Statistics 2014, Taxes on Property 4 Amministrazione federale delle finanze, Statistica finanziaria 2012 della Svizzera (2014) 5 «Norwegen muss sich auf die Zeit ohne Erdöl vorbereiten», NZZ online, 6 marzo 2014 (consultato il ) 7

8 Le imposte e le tasse attuali hanno già un grande effetto di ridistribuzione La sostanza media in Svizzera è superiore a quella negli altri paesi industrializzati. Oltre la metà degli adulti dispongono di una sostanza superiore a USD 6. Gli averi del secondo pilastro, da soli, raggiungono i 667 miliardi di franchi (2012), un importo superiore al PIL della Svizzera. L imposta sulla sostanza genera 5,4 miliardi di franchi all anno. Meno del 10% dei contribuenti sono all origine di quasi il 90% delle sue entrate. L imposta federale diretta, molto progressiva, e i contributi all AVS e all AI, che totalizzano rispettivamente 18,4 miliardi e 40,8 miliardi di franchi all anno (2013), hanno un enorme effetto ridistributivo 7. Rispetto a queste entrate, l imposta sulle successioni proposta avrebbe solo un effetto ridistributivo minimo (3 miliardi di franchi di entrate all anno, secondo gli iniziativisti, nettamente meno secondo il Consiglio federale). 6 Credit Suisse Research Institute (2013). Global Wealth Databook 7 Le rendite AVS e AI si situano in una forchetta legale che va da 1170 a 2340 franchi al mese (a partire dal 1 r gennaio 2014). Tutti i lavoratori versano il 9,8% del loro reddito lordo, indipendentemente dall importo di quest ultimo. Siccome non sono costitutivi di rendita, i contributi AVS e AI hanno l effetto di un imposta per gli alti redditi. L «eccedenza» viene ridistribuita. 8

9 NO a un imposta proibitiva per le PMI L iniziativa ostacolerebbe la successione di imprese famigliari Gli autori dell iniziativa affermano che il loro progetto concerne solo i contribuenti facoltosi. In realtà concerne soprattutto le imprese di famiglia e dunque la classe media. Circa l 80% delle imprese in Svizzera sono nelle mani di famiglie. Se si tiene conto dei beni immobiliari e delle installazioni, esse valgono spesso molto più di 2 milioni di franchi. Queste società sono generalmente il frutto del lavoro di diverse generazioni e la loro successione avviene nell ambito della famiglia. Grazie a questa successione famigliare, i valori ma anche gli impieghi che sono stati creati vengono salvaguardati. Circa un quinto delle società famigliari svizzere passeranno alla generazione successiva nei prossimi cinque anni. Per le persone interessate e i loro famigliari, la successione di un impresa è spesso un processo delicato e molto emozionale. È l opera di diverse generazioni che bisogna passare di mano in mano e preservare. Ridefinire le responsabilità e preparare l impresa ad affrontare nuove sfide richiede tempo e risorse finanziarie. Non è raro che il passaggio di testimone necessiti di investimenti. I nuovi padroni hanno spesso a cuore di realizzare dei progetti o di modernizzare l impresa. La successione si complicherebbe ulteriormente Preoccupati di garantire la successione delle imprese nell ambito famigliare e gli impieghi che esse offrono, la maggioranza dei cantoni ha abolito le imposte sulle successioni e le donazioni per i discendenti diretti. Ciò permette a numerosi imprenditori di integrare progressivamente nella società i figli o i nipoti che prenderanno un giorno le redini dell azienda e affidare loro progressivamente delle responsabilità. Così, gli eredi ricevono spesso una partecipazione nell impresa sotto forma di regalo o di anticipo sull eredità. L iniziativa sull imposta sulle successioni metterebbe i bastoni nelle ruote dei proprietari già a questo stadio. Secondo il valore dei titoli, l imposta sulle successioni sarebbe dovuta a seguito della trasmissione delle azioni o delle partecipazioni. L impresa verrebbe così privata di risorse durante il processo di successione, mentre in questa fase essa dovrebbe destinare le proprie risorse a garantirne la gestione e gli impieghi. Manca spesso la liquidità Le famiglie di imprenditori che hanno diversi figli sono confrontate a sfide non indifferenti. Se non tutti i figli intendessero riprendere l impresa, questi dovrebbero essere ricompensati dagli altri. Dal momento che la maggioranza delle imprese famigliari ha investito tutte le risorse nell azienda famigliare, non vi sono sufficienti liquidità per questo. Per pagare le quote degli altri eredi, queste società attingerebbero nei fondi propri, ciò che le priverebbe di risorse importanti. Se a ciò bisogna aggiungere un imposta sulle successioni che può essere del 20% del valore dell impresa, il tutto diverrebbe davvero eccessivo. Le società dovrebbero indebitarsi per poter pagare l imposta. Un aumento dell indebitamento riduce la solvibilità di un impresa. Si entra in un circolo vizioso che limita gli investimenti e che può rapidamente sfociare in un fallimento o nella vendita di un impresa o di parti di quest ultima. Sarebbero toccati decine di migliaia di impieghi, poiché la maggioranza dei lavoratori svizzeri sono impiegati in una PMI. Meno crescita significa meno impieghi Uno studio dell università di San Gallo 8 mostra che, in caso d accettazione dell iniziativa, gli investimenti lordi potrebbero diminuire fino al 5%, a causa della mancanza di liquidità. Questo indebolirebbe l economia e comporterebbe delle soppressioni d impieghi. Secondo lo studio è lecito attendersi una 8 Implikationen der Bundeserbschaftssteuer-initiative für die Familienunternehmen und die Schweizerische Volkswirtschaft, professori Franz Jaeger, Tobias Trütsch, Università di San Gallo,

10 diminuzione della crescita economica fino allo 0,12% e la scomparsa di circa 12'000 posti di lavoro all anno. Le PMI, spina dorsale della nostra economia Oltre il 90% delle imprese svizzere sono delle PMI. Queste ultime rappresentano quasi 3 milioni di impieghi, ossia il 70% della popolazione attiva. Inoltre, le PMI stabilizzano la nostra economia. Minacciare le PMI significa mettere in gravi difficoltà tutta l economia. Gli sgravi previsti per le imprese sono un illusione Anche gli autori stessi dell iniziativa hanno riconosciuto che un imposta sulle successioni minaccerebbe la sopravvivenza delle imprese famigliari. Per questo prevedono degli sgravi per le imprese e le aziende agricole. Il testo dell iniziativa non precisa però il loro ammontare. Il Parlamento li fisserebbe in caso d accettazione dell iniziativa. Per diversi anni le imprese resterebbero all oscuro del loro destino. Con gli sgravi annunciati, si getta della polvere negli occhi degli elettori, mentre le imprese vengono poste davanti a importanti incertezze. Una sola cosa è certa: tutti gli eredi senza eccezioni dovrebbero pagare un imposta. Gli autori dell iniziativa parlavano inizialmente di una franchigia di 8 milioni di franchi 9 e di un tasso d imposizione ridotto del 10%. In seguito, essi hanno fatto marcia indietro e proposto delle franchigie superiori e dei tassi d imposizione inferiori. Con più gli sgravi, indispensabili per le imprese, sono elevati, con più le entrate destinate all AVS e ai cantoni diminuiranno. Le speculazioni attorno agli sgravi dimostrano che l iniziativa non è sufficientemente elaborata e che essa è pericolosa per la piazza economica svizzera. In effetti, le imprese che preparano la loro successione non sanno ancora cosa le attenderà. Vari anni possono trascorrere prima che le modalità degli sgravi siano fissate. L iniziativa si applicherebbe però retroattivamente a partire dal 1 o gennaio Pretendere che si continui per un lungo periodo l attività aziendale paralizza le imprese e minaccia gli investimenti e gli impieghi Per poter beneficiare di sgravi, le imprese dovranno soddisfare delle condizioni particolarmente rigide: gli eredi dovranno proseguire l attività aziendale per almeno dieci anni. Si tratta di un periodo molto lungo. In Francia, la legge chiede soltanto quattro anni. In Italia, i discendenti che si vedono tramandare una parte di un impresa o un impresa non pagano nessuna imposta se proseguono con l attività per almeno cinque anni. In Svizzera, gli imprenditori non saprebbero per dieci anni quale sia l ammontare dell imposta che dovrebbero pagare alla fine. Durante questi dieci anni, essi dovrebbero gestire al meglio l impresa, con una spada di Damocle sulla testa. In caso di problemi durante questo periodo (fallimento, vendita, decesso del proprietario), essi dovrebbero versare allo Stato il 20% del valore fiscale dell impresa al momento della successione. Un imprenditore previdente bloccherà o risparmierà molto denaro per poter pagare questa imposta invece di investire le proprie risorse nelle innovazioni, in macchinari nuovi, in veicoli o altro o negli impieghi. Considerate queste incertezze e questi oneri, diventa sempre meno attrattivo proseguire l attività di un impresa o crearne una 10. Numerosi eredi, ancora poco a contatto con la realtà dell impresa, eviterebbero i rischi e venderebbero la società. Se ciò iniziasse a verificarsi sistematicamente, l iniziativa porterebbe proprio a ciò che essa intendeva evitare. Se guardiamo l esempio della Francia, si costata che, a seguito della gravosa imposta sulle successioni, non vi sono quasi più imprese fami- 9 Argomentario degli iniziativisti del 20 luglio 2011 (consultato sul sito iniziale degli iniziativisti, online fino al mese di marzo 2015: 10 Avvertimento degli imprenditori tedeschi : 10

11 gliari. È anche possibile che degli imprenditori proseguano l attività dell azienda all estero, in un paese in cui non pagano l imposta sulle successioni. L iniziativa lascia aperte numerose questioni per le imprese famigliari Le preoccupazioni delle imprese e delle famiglie non si limitano ai dieci anni durante i quali bisogna proseguire l attività aziendale, ma anche alle imposte che possono raggiungere il 20%. A ciò occorre ancora aggiungere le formulazioni e i termini poco chiari dell iniziativa, che complicano ulteriormente la pianificazione di una successione. Di fatto, il testo dell iniziativa prevede che, per poter beneficiare dei preziosi sgravi fiscali, gli eredi debbano proseguire l attività per almeno dieci anni. Non è chiaro se sia sufficiente che uno degli eredi detenga una maggioranza di azioni o che presieda il consiglio d amministrazione dell impresa oppure se debba essere attivo sul piano operativo. Cosa avverrebbe se l erede dell impresa proseguisse la gestione per otto anni e poi vendesse la società? Potrebbe contare su degli sgravi? Dovrebbe forse pagare il 20% di imposte sul valore dell impresa al momento della successione o sul prezzo di vendita? Cosa accadrebbe se l erede fallisse dopo cinque anni? Dovrebbe pagare l imposta? I co-eredi che non hanno mai lavorato nella società sono responsabili solidalmente? Chi viene designato con il termine di «erede»? È sufficiente se una sola persona prosegue la gestione aziendale anche se l iniziativa parla di «eredi»? Sarebbe possibile che il marito della figlia, ad esempio, prosegua l attività e che l impresa resti così nelle mani della famiglia? Tutte queste domande devono essere chiarite affinché si possano prevedere le conseguenze concrete dell iniziativa per gli imprenditori del nostro paese. L incertezza giuridica è veleno per le imprese Considerate tutte queste incertezze, numerose successioni di imprese potrebbero essere rinviate e alcune lo sono già in parte. Le imprese interessate non sono preparate ai casi urgenti (malattia o decesso) o lo sono in maniera insufficiente. Al contrario, l incertezza giuridica può spingere qualcuno ad adottare misure che si riveleranno probabilmente inutili. Un imprenditore che comincerebbe da subito a mettere da parte dei soldi per il pagamento di un eventuale imposta non potrebbe più investire e sarebbe costretto a risparmiare. E se l impresa venisse tramandata dopo anni di «blocco», degli investimenti importanti non saranno stati effettuati. Nel peggiore dei casi, il successore riprenderebbe un impresa indebolita e non più competitiva. L imposizione con effetto retroattivo delle donazioni, a partire dal 1 o gennaio 2012, prevista dall iniziativa, è fonte d incertezze e provocherebbe una burocrazia enorme. È un segnale negativo per una piazza economica già sotto pressione a causa del franco forte. Il 70% delle successioni di imprese sarebbero minacciate Un inchiesta realizzata da PMI Next presso oltre 1000 PMI 11 mostra fino a che punto il pericolo per le società famigliari sia tangibile. Secondo il 70% dei partecipanti, l iniziativa minaccia già la successione della loro società di famiglia. Circa l 80% ritiene di non poter pagare l imposta con le risorse a disposizione. L aumento del capitale di terzi non costituisce un opzione realistica per quasi due terzi delle imprese. Per queste ultime, l imposta sulle successioni è una perdita di risorse che rappresenta una minaccia esistenziale o che può provocare un indebitamento eccessivo. Senza contare che la valutazione di un impresa nell ambito di una successione solleva molte altre questioni. Chi calcola il valore venale dell impresa e come? Le autorità fiscali si baserebbero su un valore fittizio? Una cosa è sicura, si può conoscere il valore di un impresa soltanto quando la si vende. Tutto il resto sono solo congetture. 11 Inchiesta di PMI Next sull iniziativa popolare concernente l imposta sulle successioni, valutazione dettagliata dell inchiesta con i suoi commenti (in tedesco), novembre

12 Conclusione dello studio: l iniziativa comporterebbe un forte aumento dell onere fiscale e della pressione in materia di rendimento Uno studio di PwC Suisse 12 ha esaminato le conseguenze di un imposta federale sulle successioni per le imprese famigliari. Esso si basa sui dati di 123 imprese famigliari di varie dimensioni e settori. Allo scopo di ottenere i valori più vicini alla realtà possibile per l imposta sulle successioni e le donazioni, il valore di mercato di queste imprese è stato calcolato secondo tre metodi. Tre scenari mostrano le possibili conseguenze fiscali. Il primo scenario prevede una franchigia di 2 milioni di franchi. È il caso in cui una società è venduta o, per una qualsivoglia ragione, gli eredi non proseguano o non possano proseguire l attività per dieci anni. Il secondo scenario prevede una franchigia di 8 milioni (sul valore dell impresa) e un tasso d imposizione del 10%. Il terzo scenario, infine, esamina le conseguenze di una franchigia di 20 milioni sul valore dell impresa e di un tasso d imposizione del 5%. Gli scenari 2 e 3 si basano su cifre che gli autori dell iniziativa hanno avanzato nei dibattiti relativi ai possibili sgravi. Lo studio parte dall ipotesi che l imposta dovuta per la successione dell impresa debba essere generata dall impresa stessa e che essa non deve provenire dal patrimonio personale dell imprenditore. Inoltre, l impresa deve garantire che le risorse necessarie siano disponibili al momento della successione o che esse siano generate successivamente. Lo studio mostra che l industria e l artigianato sono maggiormente toccati dall iniziativa, ciò che non sorprende. In questi settori, sono le macchine e gli investimenti che fanno il valore dell impresa. Se il 20% del valore deve essere ceduto allo Stato, ciò intacca considerevolmente i fondi propri dell impresa. Per numerose società con investimenti importanti, sarà difficile per non dire impossibile compensare a breve termine questa perdita attraverso utili supplementari. Senza sgravi, la fattura sarà salata Se gli eredi non possono proseguire l attività della società di famiglia o se non lo fanno per almeno dieci anni, essi non hanno diritto a riduzioni. Bisogna allora procedere al pagamento (a posteriori) del 20% d imposta sul valore dell impresa che supera la franchigia di 2 milioni di franchi. Il primo scenario dello studio mostra che questa imposta concernerebbe già delle società con mediamente 14 collaboratori, una cifra d affari di 4,1 milioni di franchi o un totale di bilancio di 3,7 milioni. Aziende redditizie entrerebbero ben presto nel mirino dell imposta di successione. Secondo questo scenario, un imprenditore che desidererebbe prefinanziare l imposta dovrebbe aumentare il proprio utile dal 30 al 40% all anno per dieci anni. Anche delle imprese più piccole, se redditizie, dovrebbero pagare l imposta sulle successioni. Sapendo che il rendimento dei capitali propri si situa tra l 8,8% e il 14,3%, ciò non sarebbe possibile senza misure incisive. Realizzare un simile aumento dell utile eserciterebbe una pressione esagerata sulle imprese in materia di rendimento e di costi. A ciò si aggiunge il fatto che prefinanziare l imposta sulle successioni grazie agli utili supplementari aumenterebbe l onere fiscale tra il 10% e il 12% al momento della successione. Infine, nell eventualità di un prefinanziamento, le imposte dovute non sarebbero più del 20%, bensì del 30 o del 32%. In mancanza di misure, le imprese perderebbero fino al 50% dei loro fondi propri Lo studio ritiene del resto che se l ammontare dell imposta non fosse stato accantonato, l impresa perderebbe tra il 20 e il 50% dei capitali propri durante una successione, a meno che la somma corrispondente sia stata bloccata nell impresa per dieci anni. Delle riserve di crisi si scioglierebbero o non potrebbero più essere costituite. Non vi sarebbe più nessun margine di manovra per gli investimenti e la crescita. Questa 12 Imprese famigliari svizzere in pericolo. Un analisi degli effetti sulle imprese famigliari in Svizzera dell iniziativa relativa all imposta sulle successioni, pwc, febbraio 2015, 12

13 capacità d investimento è però necessaria se l impresa intende rimanere competitiva e continuare ad innovare. «Così, se si vuole evitare che lo sviluppo dell impresa venga ostacolato, bisognerebbe ridurre le spese correnti e sopprimere degli impieghi», ha spiegato Urs Landolf, partner di PwC. L utilizzo di risorse importanti o il blocco di fondi costituirebbe uno svantaggio concorrenziale considerevole per le imprese famigliari. Questo si tramuterebbe in una disparità di trattamento fra le imprese famigliari e le altre. L imposta indebolirebbe numerose imprese Lo studio mostra che, nell eventualità in cui un impresa famigliare non potesse beneficiare di riduzioni, il finanziamento dell imposta assorbirebbe tra il 24% e il 32% dei fondi propri. Le piccole imprese dispongono spesso delle risorse necessarie, senza dover adottare delle misure, ma dovrebbero generare un utile fino al 30% superiore al corso degli anni successivi per colmare il buco creato nelle casse dell impresa. Esse avrebbero poche probabilità di riuscirvi con i loro mezzi propri. Le piccole e medie imprese famigliari potrebbero essere costrette, infine, a lasciarsi riscattare per pagare l imposta sulle successioni. La scomparsa di un gran numero di imprese famigliari indebolirebbe durevolmente la piazza economica svizzera quale piazza favorevole alle PMI. La situazione non è migliore per le imprese con oltre 250 collaboratori: esse dovrebbero contrarre dei prestiti fino al 34% dei fondi propri per poter pagare l imposta. Per pagare gli interessi, esse dovrebbero, in casi estremi, realizzare nel corso dei dieci anni successivi, un utile del 40% superiore. Un obiettivo difficilmente raggiungibile. La pressione per fare utili resta alta anche con uno sgravio elevato Secondo lo studio, anche considerando uno scenario con una franchigia di 20 milioni di franchi sul valore dell impresa e un tasso d imposizione del 5% sul valore residuo, le imprese di oltre 250 collaboratori pagherebbero l imposta. Anche qui i fondi propri sono ridotti, a meno di aumentare la pressione in materia di utili. Senza contare che resta la spada di Damocle dei 10 anni. In effetti, durante questo intervallo, gli eredi e i beneficiari di donazioni sono responsabili solidarmente, con il loro patrimonio, per la differenza tra l imposta pagata e l imposta sulle successioni senza gli sgravi. Bloccare dei fondi propri importanti per dieci anni intacca la solidità e limita considerevolmente la libertà d impresa. 13

14 L essenziale in breve Lo studio di PWC mostra che: - Un imprenditore che si preoccuperebbe per mettere da parte del denaro per l imposta prima di procedere alla successione della propria impresa dovrebbe realizzare un utile superiore del 30/40% per dieci anni. Questo è quasi impossibile. A ciò si aggiunge il fatto che prefinanziare l imposta sulle successioni e le donazioni grazie a degli utili supplementari aggraverebbe del 10/12% l onere fiscale che grava sulle successioni e le donazioni. L onere fiscale non sarebbe del 20%, come annunciato, ma potrebbe raggiungere il 32%. - Le imprese artigianali e industriali sarebbero particolarmente colpite, poiché i loro mezzi sono investiti nelle macchine e negli immobili. Un albergatore o un falegname non potrebbero finanziare l imposta con i mezzi propri, ma dovrebbero indebitarsi. - In mancanza di un finanziamento preliminare creato dall impresa, l imposta assorbirebbe fino al 50% dei fondi propri. La maggioranza delle imprese non sarebbe in grado di compensare questa perdita. - Riprendere un impresa famigliare diventerebbe dunque sempre meno interessante sul piano finanziario. Numerose imprese famigliari sarebbero vendute ad imprese più grandi. Di conseguenza, il numero di imprese famigliari che propongono impieghi tradizionalmente sicuri diminuirebbe. 14

15 NO a un imposta che penalizza le famiglie I figli pagherebbero più imposte degli eredi senza legami di parentela L iniziativa sulle successioni indebolirebbe un pilastro importante della società: la famiglia. Oggi, la maggioranza dei patrimoni sono trasmessi ai discendenti diretti. Preoccupati di agevolare la successione delle sostanze famigliari e di rafforzare la famiglia, la maggior parte dei cantoni ha abolito l imposta sulle successioni nel corso degli ultimi anni. Tre cantoni prelevano ancora questa imposta presso i discendenti diretti. Per quanto concerne le eredità dei parenti lontani e delle persone senza legami di parentela, alcuni cantoni applicano dei tassi d imposizione che arrivano fino al 54% 13. Questa distinzione è giusta. Una successione non si limita al passaggio di un patrimonio. Vi è anche la storia della famiglia, la tradizione e la coesione. Le sostanze famigliari sono spesso state costituite e preservate da diverse generazioni prima di essere trasmesse agli eredi, siano esse un impresa, un azienda agricola, delle case o dei terreni. Le famiglie restano così autonome e non sono a carico dello Stato. Invece di ricompensare le famiglie per i loro sforzi, gli iniziativisti propongono di punirle. L iniziativa non fa distinzioni tra gli eredi a seconda del grado di parentela. Il nipote o il caro amico di un defunto pagherebbero meno imposte rispetto ad oggi, ma i figli sarebbero pregati di passare alla cassa. Le famiglie con diversi figli sarebbero particolarmente colpite. Di fatto, non è più l erede individuale che viene tassato bensì la massa ereditaria. In altre parole, poco importa ciò che ognuno riceve come eredità, è la massa ereditaria ad essere determinante. Un parente lontano che erediterebbe 2 milioni di franchi non pagherebbe nessuna imposta. Per contro, tre fratelli che si suddividerebbero 2,5 milioni dovrebbero pagare 100'000 franchi in totale di imposta (20% su 500'000 franchi), anche se ognuno riceve soltanto 800'000 franchi. L iniziativa riduce fortemente, talvolta anche più del 50%, l imposta sulle successioni di persone senza legami di parentela che erediterebbero una grossa somma. L iniziativa aumenta per contro le imposte dei figli e dei nipoti, moltiplicandole talvolta per dieci. In molti cantoni essa reintroduce un imposta che era stata abolita. Si assisterebbe ad una ridistribuzione non dai ricchi verso i poveri, ma dai figli e dai nipoti verso i parenti più lontani o le persone senza legami di parentela. Questa è una strana visione dell equità. Tassare tre volte uno stesso importo è eccessivo Un imposta nazionale sulle successioni del 20% aumenterebbe un onere fiscale 14 sulla sostanza già elevato nel confronto internazionale. Già oggi lo Stato tassa il reddito e la sostanza anno dopo anno. Non si capisce perché lo Stato dovrebbe incassare delle imposte una terza volta al momento del decesso. Non è usuale nel confronto internazionale cumulare un imposta sulla sostanza e un imposta sulle successioni. Soltanto cinque paesi applicano queste due imposte, tra cui la Francia e la Spagna. Attacco contro i risparmiatori Se vi è una cosa per la quale gli Svizzeri sono famosi, è per il fatto che risparmiano. Ognuno vorrebbe avere delle riserve per la vecchiaia o per garantire il futuro dei figli grazie al risparmio. Il risparmio consolida un economia. Dunque è importante preservare questo incitamento ed è importante che i patrimoni continuino ad essere trasmessi. L iniziativa relativa all imposta sulle successioni crea degli incentivi sbagliati. 13 Spiegazioni del consigliere di Stato Peter Hegglin, presidente della CDF, indagine conoscitiva della CET-S, 27 marzo Cf. pagina 7 15

16 Ancora una volta sarebbe la classe media a pagare il conto Gli autori dell iniziativa assicurano che soltanto il 2% degli Svizzeri sarebbero toccati dall imposta sulle successioni. La verità però è un altra. In primo luogo, le cifre degli iniziativisti, secondo i quali soltanto il 2% della popolazione possiede una sostanza superiore a 2 milioni di franchi, si basano su dati obsoleti del Secondo, queste stime prendono in considerazione soltanto il valore fiscale degli attivi. L imposta federale sulle successioni proposta sarebbe prelevata sul valore venale. Nel caso dei beni immobiliari e delle imprese, quest ultima è nettamente superiore. Inoltre, queste cifre non tengono conto di eventuali capitali del secondo pilastro, né degli averi del terzo pilastro. Non bisogna dimenticare che i beni fondiari terreni, immobili hanno incrementato parecchio il loro valore in questi ultimi anni. Una famiglia della classe media che possiede una villa e un po di sostanza può superare facilmente la soglia dei 2 milioni. Senza contare che con gli anni, l indebitamento ipotecario diminuirà. Questi fattori (evoluzione della sostanza nel corso degli ultimi anni, valutazione del valore venale, averi di previdenza elevati) contribuiscono a che la soglia dei 2 milioni di franchi sia raggiunta più facilmente di quanto non affermino gli autori dell iniziativa. Calcolo del valore venale poco chiaro La questione della definizione del valore venale si pone per le imprese, ma anche per i privati. Chi assumerebbe le spese causate da una prima ed eventualmente una seconda stima? Chi decide quale è il valore giusto 15? Esiste il rischio che le famiglie siano costrette a vendere delle case e altri beni di una successione. È precisamente ciò che i cantoni intendevano evitare quando hanno abolito l imposta sulle successioni per i discendenti diretti. Gli autori dell iniziativa affermano di voler proteggere le famiglie, ma con l imposta sulle successioni fanno esattamente il contrario! Evitare di aggravare gli oneri dei buoni contribuenti È bene non dimenticare chi paga le imposte più alte in Svizzera. Il 20% dei contribuenti e le imprese finanziano circa il 57% del nostro Stato. La maggior parte delle persone colpite dall iniziativa pagano già una grossa fetta delle imposte. Se queste persone lasciassero la Svizzera l Austria ad esempio non applica più l imposta sulle successioni potrebbero sfuggire ingenti entrate fiscali. Gli autori dell iniziativa fanno credere che la loro iniziativa rafforzerebbe la stabilità finanziaria del nostro Stato. È esattamente il contrario. Inoltre, i buoni contribuenti pagano dei contributi AVS elevati. Se i loro contributi dovessero mancare sarebbe un grave danno per l AVS. Una soluzione ingannevole per l AVS Gli autori dell iniziativa propongono di destinare i due terzi delle entrate al finanziamento dell AVS. Essi ritengono che le misure proposte genereranno 2 miliardi di franchi all anno. Nel suo messaggio, il Consiglio federale giunge a delle stime nettamente inferiori. Gli iniziativisti danno delle false illusioni agli elettori. Ogni franco supplementare che va a finire nelle tasche della nostra principale assicurazione sociale è benvenuto, ma la quota delle entrate generate dall imposta sulle successioni pur se elevata - destinata all AVS non basterebbe di gran lunga a garantire le rendite erogate dall assicurazione. Da questo punto di vista, l iniziativa è ingannevole. 15 L imposta sulle successioni sono una manna per i giuristi: le stime del valore venale darebbero luogo a numerosissimi ricorsi. 16

17 L iniziativa è potenzialmente controproducente per l AVS Uno studio dell Università di San Gallo 16 esamina gli effetti sulle entrate dell AVS nel caso in cui dovessero scomparire numerosi impieghi a causa dell accettazione dell iniziativa sulle successioni. Secondo le modalità d applicazione, le perdite di entrate dell AVS dovute alla diminuzione dei contributi dei lavoratori e delle imprese sarebbero superiori alle entrate supplementari generate dall imposta sulle successioni. Lo studio non tiene conto degli effetti sull assicurazione disoccupazione e sui servizi sociali. L AVS ha bisogno di una riforma in profondità Senza una rapida e coraggiosa riforma dell AVS, entro il 2030 si verificheranno disavanzi di 8,3 miliardi di franchi all anno. I 2 miliardi di entrate annuali annunciati dagli iniziativisti non basterebbero ad impedire questi disavanzi importanti. Essi non risolverebbero il problema dei cambiamenti demografici, ai quali l AVS è confrontata. Va ricordato che nel 1948, anno di creazione dell AVS, il rapporto era di sei contribuenti per un pensionato. Oggi, il numero di contribuenti è leggermente superiore a tre. Entro il 2035, saranno soltanto due. È il baby-boom ad essere all origine di questa evoluzione. Le persone nate durante questo periodo, tra il 1946 e la metà degli anni sessanta, giungono pian piano all età del pensionamento. Siccome la speranza di vita si allunga sempre più, il problema si accentua (nel 1948, la speranza di vita media all età di 65 anni era di 14 anni circa per le donne e di 12 per gli uomini). Oggi, essa è passata a 22 anni per le donne e a 19 anni per gli uomini. Il progetto degli iniziativisti non risolverebbe né i problemi finanziari né i problemi strutturali dell AVS. Esso ritarderebbe o impedirebbe una soluzione rapida che attenui l evoluzione demografica e minaccerebbe così una riforma della previdenza vecchiaia urgente. A ciò si aggiunge il fatto che stabilire un legame tra l imposta sulle successioni e il finanziamento dell AVS è problematico nei confronti della Costituzione. Il Consiglio federale ha lanciato una riforma della previdenza vecchiaia Il Consiglio federale ha adottato, nel novembre 2014, il messaggio per una revisione esaustiva della previdenza vecchiaia. Esso prevede in particolare delle misure che dovrebbero garantire l AVS a lungo termine. Il Parlamento sta esaminando questo progetto. È importante non ostacolare questo processo di riforma con manovre destabilizzatrici come questa iniziativa. 16 Implikationen der Bundeserbschaftssteuer-Initiative für die Familienunternehmen und die Schweizerische Volkswirtschaft, professori Franz Jaeger, Tobias Trütsch, Università di San Gallo,

18 NO alla messa sotto tutela dei cantoni Ingerenza inaccettabile nell autonomia fiscale dei cantoni L ampia autonomia finanziaria dei cantoni e dei comuni è uno dei pilastri della politica finanziaria e fiscale svizzera. Attualmente, i cantoni prelevano un imposta sulle successioni e le donazioni in maniera autonoma. Ogni cantone ha definito il proprio sistema così come i tassi d imposizione diversificati secondo il grado di parentela 17. Con lo scopo di semplificare la successione di imprese famigliari, la maggioranza dei cantoni ha abolito le imposte sulle successioni e le donazioni per i discendenti diretti (figli e nipoti) sottoponendo il nuovo regime ai voti popolari. L iniziativa non tiene assolutamente conto di queste decisioni e propone di introdurre un imposta sulle successioni a livello federale. Essa rinnega così completamente il federalismo e priva i cantoni della possibilità di fissare le imposte sulle successioni in maniera autonoma. Sono però questi ultimi i più idonei per sapere quali entrate siano necessarie per consolidare le finanze cantonali. Inoltre, è proprio l autodeterminazione dei cantoni in materia fiscale che crea la responsabilità individuale, la prossimità con i cittadini e permette un onere fiscale moderato. I cantoni devono continuare a decidere essi stessi se intendono prelevare un imposta sulle successioni e, se del caso, fissarne le modalità. Un imposta federale supplementare sarebbe inutile e controproducente. Per questa ragione dicono NO all iniziativa anche i direttori cantonali delle finanze. Entrate cantonali incerte Secondo il testo dell iniziativa, i cantoni riceverebbero un terzo delle entrate generate dall imposta sulle successioni. Dal momento che l iniziativa prevede delle eccezioni senza definirle, non si può oggi sapere quali siano gli importi che spetterebbero ai cantoni in caso d accettazione dell iniziativa. Non si conosce la chiave di ripartizione delle entrate fra i 26 cantoni. Forse anche il Canton Svitto riceverebbe una quota delle entrate malgrado non prelevi nessuna imposta sulle successioni (nemmeno per persone terze). È però chiaro che la maggioranza dei cantoni rischia di veder diminuire le loro entrate. Ad esempio, il Canton Argovia ha calcolato che, in caso d accettazione dell iniziativa, mancherebbero fino a 15 milioni di franchi all anno nelle casse del cantone e dei comuni 18. I cantoni interessati dovrebbero compensare queste perdite di entrate con degli aumenti d imposta. L iniziativa creerebbe un mostro burocratico e provocherebbe costi di prelievo elevati A seguito dell effetto retroattivo previsto per le donazioni, i cantoni dovrebbero registrare tutte le donazioni effettuate dopo il 1 o gennaio 2012 e che superano i franchi per persona e all anno. Queste ultime dovrebbero in effetti essere aggiunte ad un eventuale successione, sempre che quest ultima superi i 2 milioni di franchi. Bisognerebbe creare dei registri nazionali delle donazioni, che garantirebbero il seguito di queste ultime sull arco di vari decenni. Ci si può chiedere anche come le donazioni siano gestite nell ambito della famiglia. Per principio, si dovrebbe già sapere se solo delle somme monetarie sono considerate come delle donazioni o se lo è anche un semestre di studi all estero finanziato dai genitori. Anche qui il progetto solleva delle questioni senza risposta. Le basi legali che reggono la registrazione delle donazioni non sono chiare. Non vi è dubbio che, in caso d accettazione dell iniziativa, questi registri provocherebbero importanti oneri amministrativi e finanziari. 17 Cf. pagina

19 Le disposizioni retroattive saranno ben presto vietate nelle iniziative? La Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale ritiene che le iniziative popolari che contengono disposizioni retroattive dovrebbero essere dichiarate nulle. Il 26 marzo 2015, essa ha chiesto una modifica corrispondente della Costituzione. In caso d accettazione del suo intervento, un iniziativa come quella sulla fiscalità sulle successioni sarebbe dichiarata nulla. Gli oneri indotti per definire il valore venale degli attivi contenuti nella massa ereditaria, in particolare nel caso dei beni immobiliari e delle imprese, sarebbero colossali. I cantoni dovrebbero assumere nuovo personale per far fronte a questi compiti supplementari. Di fatto, realizzare delle stime è difficile e sovente fonte di conflitti. Si giungerebbe spesso a chiedere due valutazioni indipendenti per stabilire il valore dei beni immobiliari, gioielli, opere d arte, o addirittura dei veicoli. Bisognerebbe così sapere chi decide quando due stime divergono. Cosa farebbero i cantoni in caso di ricorso contro simili decisioni? Tutte queste domande senza risposta lasciano immaginare gli oneri pesanti supplementari originati dall iniziativa. I rischi per i contribuenti stessi risiedono nell incertezza, in disparità giuridiche e litigi. Ancora una volta, si vede come l iniziativa non sia sufficientemente chiara e che, in fin dei conti, gli oneri supplementari dei cantoni superano le entrate di cui beneficerebbero. Una vasta alleanza dice NO L iniziativa concernente l imposta sulle successioni minaccia le nostre PMI. Essa aumenterebbe l onere fiscale e comporterebbe degli oneri amministrativi enormi per lo Stato. Per questo il Consiglio federale e il Parlamento respingono a grande maggioranza l iniziativa. Il Consiglio nazionale l ha respinta con 135 voti contro 60 e il Consiglio degli Stati con 34 voti contro 6. I rappresentanti di PPD, PLR, UDC, PBD, Lega dei Ticinesi e Verdi liberali dicono NO alla nuova imposta. Alla proposta della sinistra si oppongono anche l economia, il commercio, l artigianato, l agricoltura, i proprietari immobiliari e la Conferenza cantonale dei direttori delle finanze. 19

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