Piano di monitoraggio sulle principali cause di morte degli ovini e dei caprini adulti in Regione Campania

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1 2013 Piano di monitoraggio sulle principali cause di morte degli ovini e dei caprini adulti in Regione Campania

2 Piano di monitoraggio sulle principali cause di morte degli ovini e dei caprini adulti in Regione Campania INTRODUZIONE Il mondo della pastorizia italiana attraversa una fase di crisi: da un lato, la tradizione lo tiene ancorato a sistemi di conduzione arcaici e confinato in aree che presentano condizioni idonee, dall altro si avverte l esigenza di portare il settore a livello di altri comparti zootecnici e soprattutto di allinearsi normativamente agli standard richiesti dall Unione Europea. I Regolamenti Comunitari mirano, infatti, a garantire un elevato livello di sicurezza dei prodotti alimentari: il Servizio Veterinario Nazionale è preposto al Controllo Ufficiale, ma la responsabilità dell igiene dei prodotti è degli stessi allevatori-produttori attraverso l implementazione del sistema di autocontrollo sui punti critici della catena di produzione. Una buona parte dell arretratezza in cui versa l allevamento ovi-caprino è dovuta alle patologie infettive e parassitarie che colpiscono gli allevamenti campani arrecando danni economici diretti ed indiretti di notevole gravità; la produttività si migliora agendo sul management, il consumo dei prodotti ovi-caprini aumenta eliminando, in primis, le cause che ne riducono e ne compromettono la salubrità. I problemi igienico-sanitari degli allevamenti ovi-caprini 1 nel nostro paese risalgono a decenni di quasi totale abbandono in cui è stata tenuta questa attività zootecnica. Nella regione Campania non ci sono informazioni precise sull incidenza e prevalenza per tutte le malattie degli ovi-caprini, tuttavia, dall analisi dei dati relativi agli esami svolti presso l IZSM, emerge che le malattie infettive e parassitarie sono frequenti. La valutazione dei danni economici prodotti dalle malattie degli ovi-caprini è complessa, a ciò si aggiungano i rischi per l uomo derivanti dalle possibili zoonosi. Ciò premesso, si ritiene importante aumentare il grado di conoscenza della diffusione delle malattie infettive e parassitarie degli ovi-caprini attraverso lo studio delle cause di morte in questo settore, recuperando una interessante serie di dati attraverso l esame necroscopico degli animali morti in stalla, ritenuti importantissimi indicatori del management sanitario e del grado di diffusione delle patologie infettive ed infestive. Prerequisito non trascurabile per il buon successo del Piano che si propone è la stretta collaborazione che deve esistere fra allevatori e medici veterinari aziendali e pubblici; infine, per 1 Di seguito, gli allevamenti ovini e/o caprini, verranno denominati ovi-caprini. 2

3 ottenere una compliance soddisfacente da parte degli allevatori si ritiene fondamentale l azione capillare di formazione-informazione, attività importantissima da svolgere nei primi mesi di partenza del Piano. Popolazione oggetto di studio Principali razze ovine e caprine in Campania e loro consistenza L allevamento ovino è una delle più antiche forme di allevamento praticato dall uomo e la specie ovina conta oggi circa un miliardo di capi nel mondo. In Italia, i capi allevati sono prevalentemente a conduzione familiare. Le razze di nostro interesse sono principalmente quelle da latte e da carne. Le razze ovine da latte sono allevate prevalentemente con sistemi semiestensivi. L allevamento caprino, invece, ha come indirizzo primario la produzione di latte da destinare alla trasformazione casearia ed anche se ancora in quantità limitata al consumo diretto. Le principali razze ovine allevate nella Regione Campania sono: -la Bagnolese, razza locale allevata nel comune di Bagnoli Irpino (AV) diffusa su monti Picentini, sugli Alburni, nel Vallo di Diano, nella Piana del Sele e, marginalmente, sulle colline del Casertano e del Beneventano; -la Matesina, tipo genetico autoctono del massiccio del Matese. Attualmente, la popolazione è a rischio di estinzione in quanto, nel tempo, sono stati operati diversi incroci con altre razze allo scopo di migliorarne la produzione del latte. I soggetti allevati sono distribuiti in pochi allevamenti di tipo stanziale con utilizzo di pascoli aziendali o demaniali; - la Laticauda, originaria della Campania, deriva dalla razza Barbaresca nordafricana incrociata con la razza appenninica. Il vello è bianco con bioccoli prismatici. Testa acorne, pesante, montonina; orecchie grandi portate lateralmente e in basso. La coda della Laticauda è una sorta di escrescenza adiposa che funziona come le gobbe di cammelli e dromedari: accumula grasso durante il periodo in cui i pascoli sono abbondanti e lo sfrutta durante i periodi di siccità. Accumulando più grasso in questa zona se ne trova meno nelle fibre muscolari rendendo la carne più magra e quindi a basso contenuto di colesterolo; - la Merinizzata, taglia medio-grande con vello bianco serrato; - Pagliarola, autoctona in Abruzzo e Molise ma diffusa anche in Campania; - la Quadrella e la Turchessa, pecore locali della Campania. 3

4 Le principali razze caprine allevate nella Regione Campania sono: -la capra Napoletana, tipo genetico autoctono delle aree situate alle falde del Vesuvio e dei Monti Lattari. La consistenza si è ridotta numericamente, gli allevamenti sono pochi, di capi ciascuno. Il sistema di allevamento è di tipo stanziale brado, con ampia utilizzazione del pascolo; -la capra Cilentana, tipo genetico autoctono della provincia di Salerno, è diffusa nelle aree geografiche ricadenti nel territorio del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano. Il sistema di allevamento è di tipo brado, con ampia utilizzazione dei pascoli; -la capra di Benevento, popolazione caprina locale; -la Valfortiana o di Benevento è una popolazione locale che origina probabilmente dal meticciamento con popolazioni caprine geneticamente migliorate. Alcune indagini effettuate (Matassino et al., 1999; Zullo et al., 1995; 2002) hanno condotto all individuazione degli ecotipi Cilentana Fulva, Cilentana Grigia e Cilentana Nera. Le particolari caratteristiche somatiche e fisiologiche degli ecotipi Fulva e Grigia si ritrovano maggiormente nelle zone di bassa collina, caratterizzate da pascoli più produttivi e più facilmente accessibili, mentre la Cilentana Nera è reperibile dovunque e soprattutto nelle zone di alta collina e di montagna e nelle aree con macchia mediterranea, i cui pascoli sono di più difficile accesso e meno produttivi. Dall allevamento di questo tipo genetico si produce principalmente la carne, con produzione del capretto leggero, e il latte che viene generalmente trasformato in azienda soprattutto per la produzione della tradizionale cacioricotta. Patrimonio zootecnico caprino ed ovino in regione Campania. Tabella 1: patrimonio ovino e caprino suddiviso per ASL. OVINI CAPRINI DENOMINAZIONE ASL NR ALLEVAMENTI Capi NR ALLEVAMENTI Capi APERTI presenti APERTI presenti ASL - A.S.L. 1 NAPOLI ASL - ASL NAPOLI 2 NORD ASL - ASL NAPOLI 3 SUD (EX R109 E R110) ASL - A.S.L. BENEVENTO ASL - A.S.L. SA ASL - A.S.L. 2 SALERNO ASL - A.S.L. 3 SALERNO ASL - ASL AVELLINO ASL - AZIENDA SANITARIA LOCALE CASERTA Fonte dati: BDN InfoStatistiche. Aggiornamento dati: 30/04/

5 1) OBIETTIVI Il piano regionale si propone di: A. aumentare le conoscenze sulle principali cause di morte degli ovi-caprini in Regione Campania; B. individuare prevalenza, incidenza, mappe di rischio per singole patologie a carattere epidemico, zoonosico e/o emergenti per una migliore gestione sanitaria dell allevamento attraverso l introduzione di procedure di biosicurezza; C. promuovere l interesse sull allevamento ovi-caprino in considerazione della sua valenza sanitaria, ecologica, economica e sociale; D. sostenere anche economicamente il settore attraverso l offerta di smaltimento gratuito delle carcasse qualora queste siano inviate all IZSM per la necroscopia. 2) ISTITUZIONI ED ENTI COINVOLTI Regione Campania (Settore veterinario). Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno (IZSM). Osservatorio Epidemiologico Veterinario Regionale (OEVR). Dipartimenti di Prevenzione delle AASSLL campane. 3) SCHEMA ORGANIZZATIVO DEL PIANO Il presente Piano si basa su un monitoraggio continuo degli ovi-caprini adulti morti sul territorio dell intera Regione, effettuato durante tutto l anno attraverso la stretta collaborazione tra veterinari pubblici ed allevatori. Gli animali rinvenuti morti in azienda devono essere conferiti alle Sezioni dell IZSM tramite il Servizio Veterinario delle AASSLL. Le carcasse devono arrivare alle Sezioni diagnostiche provinciali dell IZSM il più rapidamente possibile, dopo la constatazione del decesso (24-72h), conservandole possibilmente a temperatura di refrigerazione (4; ±2 C), nel rispetto delle norme vigenti. Per gli animali adulti di età superiore ai 18 mesi il prelievo del tronco encefalico sarà eseguito nei laboratori dell IZSM, al fine di diagnosticare eventuali TSE. Su ciascuna carcassa l IZSM eseguirà l esame autoptico, finalizzato alla diagnosi delle principali malattie infettive ed infestive degli ovicaprini. Ciascun campione deve essere accompagnato dalla scheda conferimento campioni (Allegato 1). Lo smaltimento delle carcasse è a carico dell IZSM, secondo le normative vigenti. 5

6 Campionamento capi ovini e caprini. Al fine di un corretto piano di campionamento, sono stati analizzati i dati di laboratorio 2, inerenti l attività diagnostica svolta dall IZSM negli anni 2011 e Nella seguente tabella, si riporta il numero di campioni analizzati per Scrapie (età >18 mesi). ANNO di analisi Numero campioni eseguiti per Scrapie Frequenza Percentuale , ,8 Totale ,0 Tabella 2: analisi eseguite per Scrapie - Anno 2011 e Fonte dati: elaborazione OEV. Distinzione per specie del campione analizzato, in base all anno di provenienza. Descrizione SPECIE Totale CAPRINO OVINO per anno ANNO Totale per specie Tabella 3: Suddivisione anno per specie. Fonte dati: elaborazione OEV. Nel 2013, la situazione degli ovini morti è la seguente: REGIONE Gennaio Febbraio Marzo Totale CAMPANIA Tabella 4: ovini morti; aggiornamento 03/2013. Fonte dati: CRN-IZS Torino. Per quanto riguarda i caprini morti, la situazione è la seguente: REGIONE Gennaio Febbraio Marzo Totale CAMPANIA Tabella 5: caprini morti; aggiornamento 03/2013. Fonte dati: CRN-IZS Torino. 2 Si precisa che il test utilizzato dall IZSM è: TEST RAPIDO BSE - SCRAPIE (IDEXX HERDCHEK). 6

7 Schema campionamento sistematico per ASL: Di seguito vengono riportate le stime delle autopsie attese, in base alla consistenza capi registrata ad aprile 2013 ed all analisi dei dati di cui alle precedenti tabelle. SPECIE Totale capi % sul totale Autopsie attese 2013 in base alla specie OVINO % 280 CAPRINO % 320 TOTALE CAMPANIA Tabella 6: totale patrimonio suddiviso per specie (agg. 04/2013) previsione autopsie Nella Tabella 7: previsione campionamento suddiviso per ASL. Fonte dati: elaborazione OEV si riporta il numero di autopsie attese, suddiviso per ASL. Tale calcolo è stato fatto in base alla consistenza capi di ogni ASL, con campionamento proporzionale. DENOMINAZIONE ASL % capi sul totale regionale OVINI Stima autopsie capi % capi sul totale regionale CAPRINI Stima autopsie capi ASL 1 NAPOLI 0,04% 0 0,46% 1 ASL NAPOLI 2 NORD 0,67% 2 0,61% 2 ASL NAPOLI 3 SUD (EX R109 E R110) 2,00% 6 3,69% 12 ASL BENEVENTO 25,93% 73 4,19% 13 A.S.L. SA1 1,93% 5 3,71% 12 ASL 2 SALERNO 15,50% 43 8,39% 27 ASL 3 SALERNO 10,19% 29 14,10% 45 ASL AVELLINO 20,43% 57 4,67% 15 ASL - AZIENDA SANITARIA LOCALE CASERTA 23,31% 65 60,19% 193 TOTALE CAPI DA SOTTOPORRE A CAMPIONAMENTO Tabella 7: previsione campionamento suddiviso per ASL. Fonte dati: elaborazione OEV 4) FORMAZIONE-INFORMAZIONE Al fine di garantire al personale coinvolto in tale attività ai diversi livelli (veterinari ASL, veterinari aziendali e allevatori) un adeguata formazione inerente le problematiche sanitarie, gli enti coinvolti promuovono una specifica attività formativa, informativa e di sensibilizzazione. Le giornate di formazione verteranno sui seguenti argomenti: descrizione del piano di monitoraggio e ripartizione dei compiti; tecniche di prelievo, conservazione e trasporto degli animali morti in allevamento; problematiche sanitarie legate agli allevamenti - gestione sanitaria ; 7

8 gestione dell allevamento; adempimenti obbligatori (risanamento, anagrafe, registro di stalla, prescrizione farmaci, denuncia malattie infettive). L informazione prevede le seguenti azioni: divulgazione d informazioni di base sulle malattie più frequenti nei giovani e negli adulti e possibili conseguenze ad esse associate; realizzazione e distribuzione di depliant. Il coordinamento di tale attività è affidato all IZSM. 5) FLUSSI INFORMATIVI L Osservatorio Epidemiologico Veterinario elabora statisticamente i dati ottenuti dalle specifiche attività a fine anno, realizza la necessaria cartografia, predispone la relazione finale di concerto con i Dirigenti Responsabili delle Unità Operative coinvolte (Sezioni periferiche campane, Dipartimento di Sanità Animale) e la trasmette alla Regione Campania. ALLEGATI: 1. Scheda conferimento campioni. 2. Voci di spesa. Indice delle tabelle. Tabella 1: patrimonio ovino e caprino suddiviso per ASL Tabella 2: analisi eseguite per Scrapie - Anno 2011 e Fonte dati: elaborazione OEV Tabella 3: Suddivisione anno per specie. Fonte dati: elaborazione OEV Tabella 4: ovini morti; aggiornamento 03/2013. Fonte dati: CRN-IZS Torino Tabella 5: caprini morti; aggiornamento 03/2013. Fonte dati: CRN-IZS Torino Tabella 6: totale patrimonio suddiviso per specie (agg. 04/2013) previsione autopsie Tabella 7: previsione campionamento suddiviso per ASL. Fonte dati: elaborazione OEV

9 ALLEGATO I Scheda conferimento campioni PIANO DI MONITORAGGIO SULLE PRINCIPALI CAUSE DI MORTE DEGLI OVINI E DEI CAPRINI ADULTI IN REGIONE CAMPANIA Data prelievo : / / Data di consegna / / Timbro Accettazione IZSM Veterinario prelevatore: ASL/UO Denominazione azienda Codice Azienda Comune Lat Long Proprietario (nome e cognome) CONSISTENZA DEL GREGGE: Pecore Nr Arieti Nr Agnelloni Nr Agnelli Nr Capre Nr Becchi Nr Capretti Nr Altro IL GREGGE È: Stanziale Ο Pratica la transumanza o l alpeggio Ο Vagante Ο INDIRIZZO PRODUTTIVO: riproduzione Ο carne Ο Ο lana latte Ο misto Ο Ο Altro PRESENZA DI ALTRE SPECIE SI (specificare SPECIE e Nr ) PRESENZA DI CANI DA GREGGE SI (specificare Nr ) NO NO Dati campione: 1. ID CAPO 2. SPECIE ovino caprino 3. SESSO: M F 3.1 ETÀ (O DATA DI NASCITA) 4. SEGNI CLINICI RILEVATI (ANAMNESI): Diarrea Aborto (indicare periodo di gestazione) Scolo oculo-nasale Sintomatologia nervosa Lesioni mammella Lesioni podali Alterazioni della cute ( descrivere ) 5. CAMPIONE PRELEVATO: CARCASSA ORGANO (SPECIFICARE ) REFRIGERATO (4 ± 2 ) CONGELATO TAMPONI LATTE Eventuali osservazioni: FIRMA PROPRIETARIO FIRMA VETERINARIO 9

10 ALLEGATO II Voci di spesa IZSM Piano di monitoraggio sulle principali cause di morte degli ovini e dei caprini adulti in Regione Campania Descrizione Spesa Kit diagnostici, materiali da consumo ed analisi ,00 Smaltimento carcasse ,00 Missioni 4.000,00 Materiale didattico e divulgativo (pubblicazioni, 1.000,00 dispense, brochure ecc.) Spese generali 4.000,00 TOTALE spese previste ,00 10

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