Silvia Bertolazzi Minucci. Alla scoperta del mondo ATLANTE. e Strumenti MARCO POLO

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1 Silvia Bertolazzi Minucci MARCO POLO Alla scoperta del mondo ATLANTE e Strumenti 3

2 Silvia Bertolazzi Minucci MARCO POLO Alla scoperta del mondo ATLANTE e Strumenti 3

3 internet: Coordinamento editoriale: Silvia Pozzuoli Coordinamento redazionale: Paolo Magistrelli Progetto grafico: Cinzia Rosica, Claudio Raboni Coordinamento tecnico: Marco Grilli Copertina: Nadia Maestri, Tiziana Pesce Art direction: Nadia Maestri Realizzazione editoriale e tecnica: Redint Studio srl, Milano Redazione e aggiornamento dati: Roberto Roveda, Giulia Perrone Ricerca iconografica: Sara Volpato, Mariangela Mazzucchelli Impaginazione: Chiara Giuliani Cartografia: Studio Aguilar, Milano Proprietà letteraria riservata 2009 De Agostini Scuola SpA Novara 1ª edizione: gennaio 2009 Printed in Italy Le fotografie di questo volume sono state fornite da: Foto De Agostini Picture Library. Foto copertina: ICP, Marka. L Editore dichiara la propria disponibilità a regolarizzare eventuali omissioni o errori di attribuzione. Nel rispetto del DL 74/92 sulla trasparenza nella pubblicità, le immagini escludono ogni e qualsiasi possibile intenzione o effetto promozionale verso i lettori. Tutti i diritti riservati. Nessuna parte del materiale protetto da questo copyright potrà essere riprodotta in alcuna forma senza l autorizzazione scritta dell Editore. Fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall art. 68, comma 4, della legge 22 aprile 1941, n Le riproduzioni ad uso differente da quello personale potranno avvenire, per un numero di pagine non superiore al 15% del presente volume, solo a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da: AIDRO Corso di Porta Romana, Milano segreteria@aidro.org; Stampa: DEAPRINTING (NO) Ristampa: Anno:

4 Indice Gli strumenti della geografia Carte e dati statistici Occhi puntati sul nostro pianeta... 6 Osservare la Terra... 6 La Terra su Internet... 7 Rappresentare tutta la Terra... 8 Un po di storia... 8 Il mappamondo... 9 Le rappresentazioni più usate Spaccare la Terra Le carte tematiche Il pianeta nascosto Il tempo sul nostro pianeta La linea giorno/notte L anno zero Le stagioni Planisfero fisico Planisfero politico Il clima Densità demografica Africa fisica Africa politica Asia fisica Asia politica America Settentrionale fisica America Settentrionale politica America Meridionale fisica America Meridionale politica Oceania fisica Oceania politica Artide a Antartide I continenti a confronto I record dei continenti La misura del tempo Gli strumenti Le convenzioni Che giorno è? Gli Stati del mondo a confronto Indicatori statistici e demografici Indicatori economici Gli strumenti di analisi Rilevare i dati Quanto vale un sondaggio? Previsione ed estrapolazione Tra futuro e passato Prepararsi all esame Le verifiche scritte e orali Lo studio a casa Il compito scritto: il tema La tesina

5 Introduzione Che cosa trovate in questo Atlante Atlante e strumenti 3 è pensato come una guida e un supporto allo studio della geografia e all utilizzo dei suoi strumenti. Ecco perché al suo interno, oltre alle carte geografiche e tematiche e ai dati statistici relativi a tutti gli Stati del mondo, trovate numerose schede che vi introducono al linguaggio e agli strumenti di base della geografia. Il fascicolo si compone infatti di due sezioni: 1. Gli strumenti della geografia 2. Carte e dati statistici Al fondo sono allegate alcune Carte mute. Gli strumenti della geografia La prima sezione di questo fascicolo spiega: come rappresentare il pianeta Terra; cosa sono il giorno, il mese, l anno e le stagioni; come si misura il tempo, le convenzioni e gli strumenti utilizzati; che cosa sono e a che cosa servono gli strumenti di analisi come la rilevazione dei dati e i sondaggi e come fare previsioni ed estrapolazioni dai dati in nostro possesso; come prepararsi all interrogazione orale, al tema e alla tesina in vista della verifica finale. Carte e dati statistici La seconda sezione comprende carte e dati relativi al Mondo. Le carte fisiche e politiche incluse in questo fascicolo sono tratte dal complesso delle carte inserite negli Atlanti generali dell Editore De Agostini: per questo motivo, a differenza di quelle semplificate che si trovano all interno dei volumi, sono piuttosto dettagliate, in modo che possiate progressivamente impratichirvi nella loro lettura. Le carte tematiche permettono di avere una visione d insieme delle caratteristiche climatiche e demografiche dei continenti extraeuropei. Una serie di aggiornati dati statistici approfondiscono gli argomenti delle carte e aiutano a confrontare le differenti realtà e a capire meglio concetti e problemi. Carte mute In fondo al fascicolo trovate allegate alcune carte mute che vi permetteranno di lavorare sui principali dati fisico-geografici dei continenti extraeuropei. Vi serviranno a più riprese perché vengono spesso richiamate nelle attività di esercitazione e verifica del volume e possono anche offrire lo spunto per una sfida fra voi compagni sullo stato di acquisizione delle principali conoscenze geografiche. 4

6 Atlante_ qxd :47 Pagina 5 Gli strumenti della geografia 5

7 Occhi puntati sul nostro pianeta Osservare la Terra Nel 1957 il primo satellite artificiale si è alzato dalla superficie terrestre permettendo all uomo di osservare la Terra dallo spazio. È trascorso più di mezzo secolo da quel momento, nel frattempo il territorio del nostro pianeta è cambiato e i satelliti, costantemente perfezionati, sono in grado di mostrarci la superficie terrestre con una quantità sempre maggiore di particolari. Le immagini satellitari Nel febbraio del 2000 la missione SRTM (Shuttle Radar Topography Mission) ha rilevato i dati di tutta la Terra permettendo di ottenere la prima mappa topografica digitale, cioè punto per punto, della sua superficie. Tra il 2003 e il 2005 il satellite Envisat s, mediante lo strumento MERIS (Medium Resolution Imaging Spectrometer), ha scattato fotografie a maggiore risoluzione (ancora più dettagliate). In questo modo si è ottenuta una mappa del nostro pianeta molto più precisa di quelle precedenti. Queste carte in 3D (tridimensionali, che considerano cioè anche l altezza sul livello del mare) sono un valido aiuto in molti campi: dalla progettazione di strade e ferrovie, all analisi ambientale, alle scelte urbanistiche. Sono anche fondamentali per analizzare meglio gli ecosistemi e individuare i cambiamenti climatici e ambientali. Il satellite della missione SRTM. Le mappe Nate come sofisticati strumenti per lo spiomappe satellitari sono dunque sempre più usate a sconaggio militare, negli ultimi anni le pi scientifici, civili e umanitari. La possibilità di fotografare, anche in dettaglio, le condizioni ni di un territorio in successione consente, attraverso il confronto, di misurare le eventuali modifiche dovute all azione dell uomo o della natura. Ricorrono dunque alle mappe i comuni, per contrastare l abuso edilizio, i geografi per registrare i cambiamenti sul territorio, ma anche l ONU per programmare, come è di recente avvenuto, gli interventi umanitari a seguito di un devastante ciclone in Bangladesh. Puoi vedere, per esempio, il link sul sito dell Esa, l agenzia spaziale europea. La città di San Diego sull Oceano Pacifico, in California, USA, vista da satellite. 6

8 Occhi puntati sul nostro pianeta Fotografare i cambiamenti All inizio del secolo scorso il Lago d Aral misurava km 2, nel 1988 si era diviso in due parti e occupava km 2, mentre nel 2005 era ormai ridotto a km 2 (vedi nel volume 3 pp ). La colpa è in gran parte dell uomo: i fiumi che lo formano oggi arrivano all Aral ormai quasi privi d acqua, prelevata per l irrigazione dei campi di cotone. Nel 2005 la costruzione di una diga ha contribuito a una rapida espansione della parte più settentrionale del lago. La parte meridionale invece continua a ridursi. La Terra su Internet Grazie a Google Earth (vedi vol. 1), tutti noi possiamo osservare la Terra dall alto e viaggiare da un continente all altro osservando a nostro piacere, anche con effetto tridimensionale, il Gran Canyon, il porto di Montecarlo, il Golfo di Napoli o il cono dell Etna che si alza sullo sfondo di Catania. Solo alcune zone (principalmente le grandi città) sono ad alta definizione, ma, se siamo fortunati, possiamo vedere la nostra abitazione con la nostra auto parcheggiata in strada. Il centro di Parigi. Si vede parte dell Ile de la cité, l isola sulla Senna dove sorge la cattedrale di Notre- Dame. Nella piazza davanti alla chiesa si vedono i puntini delle persone e nelle strade le auto. In questo caso è stata attivata l apposita opzione edifici 3D. La cattedrale appare tridimensionale e potete girarle attorno virtualmente. g 1. Sul sito dell Esa e a p. 44 del vol. 3 trovi altre informazioni sulla storia del lago d Aral. Visualizza con un grafico i dati relativi alla variazione di superficie del lago e raccontane la storia in 20 righe. 2. Sintetizza a quali scopi le mappe satellitari possono essere utilizzate. 3. Utilizza il programma Google Earth per osservare la tua provincia. Individua la località in cui vivi e determina la posizione della tua scuola. 7

9 Rappresentare tutta la Terra Un po di storia I disegni antichi Le mappe che si ricavano dalle immagini satellitari ci consentono di rappresentare l intero pianeta comprese le zone altrimenti inaccessibili. Ma senza l ausilio di questo tipo di tecnologia come si procede? La prima rappresentazione della Terra, eseguita da Ecateo di Mileto (V sec. a.c.), si limitava al mondo allora conosciuto, immaginando il resto: il fiume Oceano circondava le terre emerse (Europa, Africa e Asia), e formava a est un profondo golfo, il mar Caspio. Nel V secolo a.c. Erodoto aveva idee ancor più precise sulla disposizione delle terre affacciate sul Mediterraneo, ma si deve a Eratostene (III secolo a.c.) la prima rappresentazione sulla carta di una Terra divisa da linee di riferimento orizzontali e verticali: una sorta di reticolato di meridiani e paralleli ante litteram. Una riproduzione del mappamondo di Ecateo di Mileto. Ricostruzione della carta di Eratostene. La maggior parte delle carte medievali giunte sino a noi sono le cosiddette mappe T-O, utilizzate dalla Chiesa e inserite come illustrazioni nei testi sacri. Sono rappresentazioni schematizzate della Terra a forma di cerchio: il mondo è circondato da un oceano circolare (O) con due fasce d acqua, una perpendicolare all altra, che tagliano le terre (a forma di T). Si trattava di raffigurazioni simboliche: la disposizione delle terre mantiene sempre l Est in alto e, nel mezzo, la città di Gerusalemme, considerata il centro del mondo. A lato, mappa medievale T-O del IX secolo. Nell immagine a destra, mappa del XIII secolo raffigurante il mondo con Gerusalemme al centro. 8

10 Rappresentare tutta la Terra I planisferi moderni Il termine esatto per indicare una carta che riproduce l intera superficie è planisfero. Rappresentare tutta la Terra con un disegno è un operazione molto complessa, perché la forma del nostro pianeta è sferica. Proviamo ad appiattire su un tavolo la buccia di un arancia: si rompe in tanti pezzi che non aderiscono perfettamente alla superficie piana del tavolo. Lo stesso accade nei planisferi: poiché non è possibile rappresentare perfettamente il pianeta su una superficie piana, occorre trovare soluzioni che si avvicinino il più possibile alla realtà. Vediamo quali. Un planisfero ideale dovrebbe rispettare: la proporzione tra le distanze sulla Terra; la forma delle superfici rappresentate; la proporzione tra le aree misurate. Nessuna carta soddisfa contemporaneamente queste tre caratteristiche e più si riducono le imprecisioni in uno di questi aspetti, più aumenta l errore negli altri due. Per questa ragione i planisferi possono essere molto diversi tra loro, a seconda della caratteristica che viene privilegiata. g Planisfero fisico moderno. 1. Procurati una palloncino, gonfialo e disegna con un pennarello sulla sua superficie alcune figure geometriche, un quadrato, un cerchio. Poi, sgonfialo e taglialo in due seguendo una circonferenza. Prova quindi a distendere le due parti sul tavolo cercando di appiattirle. Come risultano le figure? Sono sempre quadrati o cerchi? O sono deformate? Il mappamondo L idea che la Terra sia tonda è molto antica: nell antica Grecia i filosofi pitagorici ne parlavano già nel IV secolo a.c. La sfera era, infatti, considerata il solido geometrico perfetto. Sempre in Grecia, Eratostene arrivò addirittura a calcolare il raggio della Terra, avvicinandosi molto alle dimensioni reali. In realtà, per ottenere la conferma scientifica di queste intuizioni, occorre aspettare il XVI secolo con le osservazioni astronomiche di Copernico e Galileo Galilei. Tuttavia i primi globi terrestri (detti anche mappamondi) vennero realizzati intorno al Il globo terrestre è una sfera che riproduce la forma del nostro pianeta e il disegno dei mari e delle terre emerse. È l unica soluzione per ottenere una riproduzione corretta cioè priva di deformazioni della Terra. 9

11 Rappresentare tutta la Terra Le rappresentazioni più usate Mercatore Il planisfero più noto è quello ideato nel XVI secolo dall astronomo e matematico fiammingo Gerardo Mercatore. Il planisfero di Mercatore rappresenta la Terra all interno di una griglia rettangolare. Questo tipo di rappresentazione non rispetta però gli effettivi rapporti di grandezza tra le aree geografiche: infatti via via che ci spostiamo dall Equatore ai Poli, le terre risultano proporzionalmente più grandi: l Antartide sembra un continente gigantesco, l America del Nord, l Europa e l Asia sovrastano l America del Sud, l Africa e l Australia. Il planisfero di Mercatore. Mollweide Il planisfero ideato dall astronomo e matematico tedesco Karl Mollweide ( ) rappresenta la superficie terrestre e in un ovale e permette di non deformare l esten-sione dei territori. I paralleli sono linee rette orizzontali, mentre i meridiani sono ellittici. Il planisfero di Mollweide. 10

12 Rappresentare tutta la Terra Peters Il planisfero del cartografo tedesco Arno Peters ( ) rispetta le dimensioni territoriali di ciascun Paese. L esatta proporzione tra le superfici va però a scapito delle distanze, facendo assumere ai continenti una forma allungata Il planisfero di Peters Spaccare la Terra Quando si cerca di riprodurre con precisione sia le dimensioni sia le distanze, occorrono allora planisferi interrotti (proprio come la buccia dell arancia usata nell esempio). Se si è interessati ai continenti si interrompono gli oceani (vedi sotto); viceversa, per studiare i mari si taglieranno i continenti. g 1. Confronta la forma dei continenti che osservi su un mappamondo con quella che vedi sui planisferi di Mollweide e di Peters. Che cosa noti? 2. Osserva la Groenlandia (la grande isola vicina al Polo Nord) e l India sul planisfero di Mercatore e su quello di Mollweide. Che cosa noti? 3. Osserva il planisfero spaccato. Nel testo è detto che si interrompono gli oceani, ma in realtà le linee di taglio passano anche attraverso alcune terre, una a nord e una a sud: di quali si tratta? 11

13 Rappresentare tutta la Terra Le carte tematiche Diversi tipi di carte tematiche I planisferi, come le altre carte geografiche, possono essere classificati, in base alla loro funzione, in fisici, politici e tematici. In particolare, le carte tematiche (vedi 1) servono per rappresentare la distribuzione geografica di alcuni fenomeni fisici (ambientali, climatici, sismici, geomorfoligici ) o antropici (demografici, sociali, economici, culturali, storici..). Una carta tematica può essere statica, se il fenomeno che rappresenta è stabile o se viene considerato in un momento dato (come il PIL di uno Stato), o dinamica, quando registra un movimento nello spazio o nel tempo (come i flussi migratori o la variazione stagionale della temperatura). Un altra distinzione riguarda il tipo di rappresentazione, che può essere qualitativa, se fotografa semplicemente un fenomeno, o quantitativa, quando ne indica anche l ordine di grandezza (quantità, intensità, frequenza...). I cartogrammi I cartogrammi sono carte tematiche che si ottengono posizionando su carte geografiche (fisiche o politiche a seconda della necessità) dei grafici che visualizzano i dati. A seconda del sistema di visualizzazione dei dati, i cartogrammi possono essere suddivisi come segue. Il cartogramma a punti, che raffigura i dati mediante simboli grafici secondo una precisa scala: a un certo intervallo di grandezze nella realtà corrisponde un simbolo più o meno grande sulla carta (vedi per esempio la carta delle aree metropolitane in alto a destra, dove le dimensioni e l intensità di punti e cerchi corrispondono alle diverse tipologie di insediamenti). Il cartogramma a mosaico, che rappresenta le diverse quantità di un dato attraverso colori o tratteggi (vedi la carta con l Indice di Sviluppo Umano a sinistra). Di solito si usa con valori relativi (come percentuale sul totale, densità, rapporti statistici ). 12

14 Rappresentare tutta la Terra I cartogrammi areali e volumetrici, come gli areogrammi, rappresentano i dati assoluti di un fenomeno, però attraverso figure geometriche (piane o solide) proporzionate all entità che il fenomeno assume nei diversi luoghi (per esempio la carta sull Energia rinnovabile a destra). Esiste poi una variante di cartogramma areale in grado di fondere carta e dati. È un esempio di anamorfosi, dal greco ana ( all indietro ) e morphé ( forma ). Il principio di funzionamento è lo stesso del terzo tipo di cartogramma proposto: utilizzare segni grafici con una superficie proporzionale al dato da rappresentare. Solo che, al posto delle figure geometriche normalmente usate da un cartogramma volumetrico, questa carta impiega le parti di territorio che intende analizzare: gli Stati per rappresentare il mondo o un continente; le regioni per uno Stato e così via. Ogni Stato (o regione o altra unità di raffigurazione) di questo cartogramma avrà quindi una forma deformata : più grande o più piccola di quella reale, a seconda dell entità del dato visualizzato. Per questo l anamorfosi non è una carta geografica, anche se ne ha tutto l aspetto! A destra, un esempio con la distribuzione dei musulmani nei continenti. Scopo di questo tipo di rappresentazioni è quello di amplificare ancora di più l idea alla base delle carte tematiche: cogliere a colpo d occhio la distribuzione territoriale dei dati. Un altra variante nell uso delle superfici proporzionali è il cartogramma a nastro. Questo tipo di carta tematica si utilizza quando occorre visualizzare un fenomeno che si svolge lungo un percorso, disegnandolo con una striscia (appunto un nastro ) di larghezza variabile in proporzione al valore del dato. In passato questi cartogrammi erano utilizzati esclusivamente per rappresentare itinerari lineari (strade, ferrovie, linee di navigazione, rotte aeree); gli esempi oggi più diffusi sono invece gli spostamenti pendolari, le migrazioni tra diverse regioni della Terra o le cosiddette carte con traiettoria a siluro, che rappresentano i flussi commerciali (vedi la carta a sinistra) e di comunicazione telematica. 13

15 Rappresentare tutta la Terra Il pianeta nascosto Oggi è possibile avere uno sguardo completo sul nostro pianeta, grazie a strumenti tecnologici sempre più avanzati: possiamo così scoprire e conoscere anche ciò che a prima vista non si vede. I fondali oceanici La Terra è spesso chiamata il Pianeta Azzurro perché, vista dall alto, alterna al bianco delle nubi e al verde e al marrone delle terre emerse le ampie distese azzurre dei mari e degli oceani. Le acque occupano l 80% circa della superficie terrestre. Ma, al di sotto dell acqua la Terra com è? La mappatura dei fondali marini, eseguita con molta accuratezza da navi fornite di ecoscandaglio (dispositivo che emette ultrasuoni e ne rileva il riflesso calcolando la profondità), ha consentito di disegnare la carta dei fondali oceanici. Sotto i mari il terreno scende formando ampie pianure e profondi abissi, ma si alza anche creando lunghe catene montuose sommerse e picchi isolati che, talvolta, raggiungono la superficie formando isole e arcipelaghi. L elemento più caratteristico dei fondali marini è costituito dalle dorsali oceaniche, la lunga e ininterrotta serie di rilievi che corre sul fondo degli oceani. Ricostruzione dei fondali oceanici: il tratto arancione rappresenta le dorsali oceaniche, quello in viola le fosse. 14

16 Rappresentare tutta la Terra Le dorsali oceaniche sono vere e proprie catene montuose divise in due da un solco molto pronunciato (canyon), una spaccatura profonda circa m. Proprio la scoperta di rilievi nascosti nelle profondità marine ha permesso di comprendere meglio le forze che disegnano la Terra (vedi vol. 3 pp ). Le fosse abissali, le massime profondità marine, si trovano in prossimità della costa, soprattutto vicino agli arcipelaghi: sono nate dallo scontro di una placca continentale con una oceanica (vedi vol. 3 p. 26). Attorno ai continenti si trova la piattaforma continentale, dove la profondità delle acque è limitata. Sezionare la crosta terrestre Per capire meglio la conformazione dei rilievi su tutta la crosta terrestre, sotto i mari e sui continenti, è possibile tracciare il profilo altimetrico del territorio. Le variazioni tra le massime altezze (catena dell Himalaya, con l Everest che raggiunge 8848 m di quota) e gli abissi marini (che scendono fino ai m della fossa delle Marianne nel Pacifico al largo del Giappone) sono distanze minime in rapporto al raggio della Terra: soltanto lo 0,3% (20 km su 6371 km). Immaginiamo la Terra ridotta a una sfera con raggio di un metro (e quindi 2 m di diametro): in proporzione, il dislivello tra il tetto del mondo e l abisso marino sarebbe soltanto di 3 mm! Per questo motivo, nel tracciare i profili altimetrici, si cambia scala: le altezze sono indicate in metri, mentre per le distanze orizzontali si utilizzano i kilometri. Il profilo altimetrico delle terre emerse del continente asiatico da nord a sud. Non è stato preso in considerazione l andamento dei fondali oceanici. K Nyainqêntanglha 7088 Nord Ulugh Muztagh 7723 Picco Ismail Samani 7495 Everest 8848 Sud Beluha 4506 Pamir Altopiano del Tibet Anai Mudi 2695 Mar Glaciale Artico Bassopiano Siberiano A l t a j H i m a l a y a Brahmaputra Deccan Lop Nur Enisej depressione di Turfan -154 Gange Oceano Indiano Il grafico illustra il profilo della superficie terrestre con le altezze delle terre emerse e di quelle sommerse. g 1. Descrivi in un grafico l andamento del profilo di un continente a tua scelta lungo un meridiano e lungo un parallelo. 2. Individua la piattaforma continentale asiatica e nordamericana: in quale zona sono unite? 3. Dove si trovano le maggiori profondità oceaniche? Al centro degli oceani o vicino alla costa? 15

17 Il tempo sul nostro pianeta La linea giorno/notte Per misurare il tempo, l uomo si è basato fin dalle origini sui fenomeni naturali che si ripetono in modo ciclico. L intervallo regolare più breve offerto dalla natura è il giorno, segnato dall alternarsi della luce diurna e del buio della notte. La linea che separa, su qualsiasi pianeta che ruota intorno al Sole, l emisfero illuminato da quello in ombra prende il nome di terminatore (o zona crepuscolare). Questo confine tra il giorno e la notte è netto e ben visibile su pianeti e satelliti privi di atmosfera (come la Luna), più sfumato negli altri casi, come la Terra. La combinazione di due movimenti l orbita dei pianeti attorno al Sole e il moto di rotazione attorno al loro asse fa sì che questa linea si sposti continuamente: sul nostro pianeta, poiché l asse terrestre è inclinato, passa attraverso i Poli soltanto due volte l anno, durante gli Equinozi (vedi vol. 3 p. 18). Se disegniamo su un planisfero le zone di luce e di ombra, la linea del terminatore diventa un onda che lascia visibile solo parte del pianeta: a giugno si vede soprattutto l emisfero boreale, mentre a dicembre questo rimane più in ombra ed è più illuminato l emisfero australe. Sulla Luna il confine tra la zona illuminata e quella in ombra è netto. Il terminatore durante il solstizio di giugno. Giorno, mese, anno La durata del giorno è stata utilizzata fin dalla preistoria come unità di misura del tempo. Il passo successivo, avvenuto probabilmente durante il neolitico, fu l individuazione dell anno identificato dal ripetersi costante delle stagioni, di cui parleremo più avanti. Con la progressiva crescita e diversificazione delle attività umane, fu necessario trovare un indicatore temporale ancora più breve del semplice giorno. Anche in questo caso si è cercato un riferimento nei movimenti della natura: come ci insegna l orientamento (vedi 1), le ore indicano le tappe del cammino apparente del Sole nel cielo. L attuale divisione in 24 ore quotidiane risale all epoca romana. I Romani dividevano la giornata dall alba al tramonto in 12 ore mentre la notte veniva divisa in 4 periodi di 3 ore ciascuno (corrispondenti ai turni di guardia). La durata delle ore era inoltre variabile in quanto dipendeva dal tempo effettivo di luce: le ore diurne erano più brevi in inverno rispetto a quanto era stabilito per l estate, quando le giornate restano illuminate più a lungo (vedi vol. 3 p. 18). 16

18 Il tempo sul nostro pianeta Il calendario Per uniformare e rendere quindi regolari questi appuntamenti temporali nasce l idea del calendario, termine che deriva dal latino calendarium, il libro dei conti i cui interessi si pagavano il primo del mese (le calendae). Si tratta di uno strumento utilizzato in tutto il mondo e da tempi immemorabili, ma costruito in molti modi differenti: possiamo dire che tutte le grandi civiltà del passato avevano un proprio sistema per conteggiare il tempo. Grazie agli studi scientifici, oggi la durata dell anno è stata ricondotta al moto di rivoluzione della Terra attorno al Sole, mentre il giorno corrisponde a quello di rotazione del pianeta attorno al proprio asse. Un interessante distinzione tra calendari dipende dal sistema di riferimento ento to per suddividere l anno in intervalli più brevi, i mesi. Quelli che si basano sul moto della Terra, come il nostro, sono detti calendari solari, mentre quelli lunari sono pensati in base ai movimenti della Luna. La Luna impiega 29 giorni, 12 ore, 44 minuti e 3 secondi per ritornare nel cielo nella stessa posizione rispetto al Sole. Questo tempo è detto lunazione o mese lunare e viene calcolato da una luna nuova a quella successiva. I dodici mesi lunari durano 354 o 355 giorni. Il calendario moderno adotta-a- Per secoli in Europa fu utilizzato il calendario Giuliano introdotto da Giulio Cesare nel 46 a.c. Questo strumento venne riformato da papa Gregorio XIII che introdusse, a partire da venerdì 15 ottobre 1582, il calendario Gregoriano, calendario solare oggi utilizzato in tutto il mondo. Secondo il calendario Gregoriano l anno è formato da 365 giorni ma, per far quadrare i conti, ne viene aggiunto un altro a intervalli di quattro anni (anno o bisestile), ) poiché il tempo effettivo di rivoluzione della Terra è in realtà un po più lungo di 365 giorni: esattamente 365 giorni e 6 ore. L anno zero In genere le diverse civiltà storiche hanno inventato calendari differenti, ma tutte hanno fissato il proprio anno zero data da cui ha inizio il conteggio o del tempo a partire da un evento importante. Per i Greci, l anno 0 venne stabilito con la prima Olimpiade (per noi è il 776 a.c.); i Romani si riferivano alla fondazione di Roma, che tradizionalmente veniva fatta cadere (con datazione moderna) il 21 aprile del 753 a.c. La Chiesa cristiana stabilì che si doveva partire dalla nascita di Cristo, data adottata in tutto il mondo occidentale. I musulmani come data di partenza hanno scelto la fuga di Maometto dalla Mecca (l Egira avvenuta il 16 luglio 622). Questi sono solo gli esempi a noi più vicini e quindi più noti: i popoli d Oriente, quelli dell Oceania o le antiche civiltà del Sudamerica, per esempio, avevano tante altre tradizioni. Talvolta perfino i regimi politici moderni hanno tentato di rinumerare il tempo a partire dalla propria nascita: fortunatamente, questo progetto è sempre naufragato insieme a loro. Calendario rivoluzionario francese, utilizzato dal 1703 al I nomi dei mesi richiamano aspetti del clima o momenti della vita contadina. In molti calendari sono riportate le fasi lunari, cioè le quattro posizioni: Luna nuova o novilunio (il disco lunare non è visibile perché la faccia verso la Terra non è illuminata), primo quarto (semicerchio con gobba a ponente), Luna piena o plenilunio (disco completo), ultimo quarto (semicerchio con gobba a oriente). g 1. Come si chiama la linea che separa giorno e notte? 17

19 Il tempo sul nostro pianeta Le stagioni L alternarsi delle stagioni dipende principalmen-palmente dal moto di rivoluzione della Terra e dall inclinazione dell asse terrestre. Solitamente siamo abituati a considerare e quattro stagioni, primavera, estate, autunno e inverno, della durata di circa tre mesi ciascuna. Ma questo alternarsi delle quattro stagioni, normale nel nostro Paese, cambia procedendo verso nord e verso sud. Quando si viaggia verso nord, nell emisfero boreale, a poco a poco le stagioni più calde si accorciano fino ad arrivare al lungo inverno polare. Mentre se ci si sposta verso l Equatore si arriva a una lunga estate calda. Inoltre, il clima stagionale è legato anche a fattori tipici del territorio in cui si vive (altitudine, continentalità ecc.). Le stagioni nelle zone polari Nelle zone polari il Sole d estate si alza progressivamente nel cielo fino al solstizio (il momento di maggior differenza di durata tra giorno e notte). Nello stesso tempo la durata del giorno si allunga andando verso nord (verso sud sei mesi dopo nell altro emisfero) fino a raggiungere al Polo la durata di sei mesi (giorno polare). Poi il Sole comincia ad abbassarsi fino a non apparire più nella lunga notte polare. Durante il periodo di luce, i raggi del Sole sono obliqui e cedono così poco calore da non riuscire a scaldare il terreno. Si ha così quasi un unica stagione: un lungo e gelido inverno. In giugno il Sole illumina le regioni polari settentrionali (artiche), mentre in dicembre sono quelle meridionali (antartiche) a ricevere i raggi solari. I Poli Nelle regioni polari la breve estate, con le basse pianticelle dai fiori multicolori che spuntano tra la neve, cede subito spazio al lungo inverno gelato. E i pochi alberi, dalle foglie aghiformi per resistere meglio al gelo (conifere), si imbiancano di neve. Le zone temperate Nelle zone temperate si alternano quattro stagioni. In quest area dominano le piante caducifoglie (cioè che perdono le foglie nei mesi freddi) e i paesaggi sono caratterizzati dalla fioritura della primavera, dal verde delle chiome estive, dai toni caldi gialli e rossi delle foglie autunnali, dai rami nudi, talvolta coperti di neve, dell inverno. 18

20 Il tempo sul nostro pianeta Le stagioni nelle zone temperate L alternarsi delle stagioni nelle zone temperate (tra i tropici e i circoli polari) è dovuto alla diversa esposizione del territorio ai raggi solari nel corso dell anno. Quando il Sole si trova nel punto più alto, si è in piena estate, quando rimane più basso sull orizzonte arriva l inverno. Nei periodi intermedi abbiamo la primavera e l autunno. Ma attenzione, quando da noi (zona temperata boreale) è inverno, nella zona temperata australe (a sud dell Equatore) è estate e viceversa. Le stagioni nelle zone tropicali ed equatoriali Nelle zone situate tra i due tropici la situazione è particolare. Qui i raggi del Sole cadono quasi perpendicolarmente al terreno e quindi la differenza di insolazione è minima. Così il clima rimane caldo tutto l anno con una sola lunga stagione, l estate. In alcune zone tropicali, anche se fa sempre caldo, esistono cambiamenti di clima che mutano completamente l aspetto del paesaggio e si alternano due stagioni: umida e secca. Stagione umida e stagione secca Nella zona tropicale semiarida la stagione secca, in cui la vegetazione si inaridisce e il paesaggio appare bruciato dal Sole, si alterna alla stagione umida, durante la quale la vegetazione torna rigogliosa e si formano ampie aree paludose che attirano numerosi animali. g 1. «Non esistono più le mezze stagioni». Spesso si sente usare questa espressione. Che cosa significa? Secondo te indica un fenomeno reale? Motiva la tua risposta. 2. Leggi il testo e osserva le immagini relative ai poli. Descrivi sul quaderno i due ambienti, sottolineando che cosa cambia al variare della stagione nelle regioni polari. 3. Leggi il testo e osserva le immagini relative al clima dei tropici. Descrivi sul quaderno i due ambienti e metti in evidenzia le caratteristiche proprie delle due stagioni della regione tropicale. 19

21 La misura del tempo Gli strumenti Per misurare lo scorrere del tempo, fin dall antichità, sono stati inventati numerosi strumenti in grado di scandire i ritmi quotidiani. La meridiana si basa sull ombra proiettata da un ago, detto gnomone (o stilo), su un quadrante diviso in modo da indicare i vari momenti del giorno. Sembra che la meridiana fosse utilizzata addirittura dai Sumeri alcuni millenni prima di Cristo, anche se non si tratta di uno strumento molto preciso: il tracciato dell ombra, infatti, non è perfettamente regolare e varia in relazione alla latitudine e al periodo dell anno. Senza contare che, nei giorni nuvolosi e di notte questo sistema non funziona Già in uso presso gli antichi Greci, la sfera armillare, che riproduce la sfera celeste, è uno strumento astronomico basato sull ombra proiettata dal Sole per dimostrare il movimento degli astri. Anche gli orologi a sfera armillare, come le meridiane, sono quindi basati sull ombra proiettata dal Sole su un piano. La clessidra è il primo strumento di misura del tempo che non fa riferimento a moti astronomici, ma si basa sulla durata costante che un certo materiale (in origine acqua, ma più spesso la sabbia) ci mette per passare tra due contenitori uguali. Una delle più antiche clessidre è stata scoperta nella tomba di un faraone del XV secolo a.c. In seguito la misura del tempo si è fatta sempre più precisa con l utilizzo di orologi meccanici, capaci di riprodurre un movimento costante: quelli a pendolo, che sfruttano la forza di gravità, e quelli a bilanciere, caricati a molla. Per arrivare, poi, agli orologi al quarzo e ai complessi orologi atomici, il cui errore è inferiore a un miliardesimo di secondo. Oggi possiamo addirittura utilizzare orologi radiocontrollati, che si regolano automaticamente ricevendo il segnale emesso da un orologio atomico. Meridiana solare in terracotta di epoca romana (I sec. d.c.). Modello si sfera armillare (dal latino armilla cerchio ) con i pianeti e i loro tempi di rotazione intorno al Sole. Uno dei più famosi orologi meccanici: il Big Ben del Parlamento di Londra. Le clessidre (dal greco klepsydra ladro d acqua ) in origine funzionavano con il lento gocciolare dell acqua da un recipiente a un altro. 20

22 La misura del tempo Le convenzioni Gli intervalli temporali di riferimento sono calcolati a partire dai movimenti della Terra. Ora, giorno, mese e anno sono dunque condivisi da tutti: la Terra ci mette 24 ore a fare un giro completo su se stessa per un europeo, come per un cinese o un americano. Quando invece non abbiamo un riferimento naturale così evidente, come ci comportiamo? Vediamo insieme due esempi concreti. L ora legale: un ora di luce in più Ogni anno, nella notte tra sabato e domenica dell ultima settimana di marzo dobbiamo spostare l orologio in avanti di un ora, perdendo un po di sonno; a fine ottobre (per fortuna) avviene il contrario: l ora viene ripristinata e possiamo dormire 60 minuti in più. Questo spostamento non è dovuto a un cambiamento naturale ma a una scelta condivisa da più Paesi (una convenzione): si tratta dell ora legale che entra in vigore nei 7 mesi di maggior durata della luce solare, consentendo un notevole risparmio energetico. Gli Stati dell Unione Europea hanno sincronizzato da diversi anni il sistema dell ora legale, nonostante le perplessità di alcuni. La Svizzera, che non fa parte dell Unione ma di fatto vi si trova nel mezzo, l ha adottata a partire da Nel mondo, invece, l ora legale non segue ovunque le stesse regole: in Giappone, per esempio, non viene adottata. In generale, questa convenzione risulta utile soprattutto alle latitudini estreme, dove nel passaggio dall estate all inverno cambia molto la lunghezza del giorno rispetto a quella della notte. Nei territori tropicali, al contrario, la differenza è minima e quindi il provvedimento risulterebbe praticamente inutile. Paesi che adottano l ora legale. Paesi che l hanno adottata in passato. Paesi che non adottano l ora legale. 21

23 La misura del tempo I fusi orari: un ora sempre diversa Come abbiamo visto, ogni pianeta del Sistema Solare ha un terminatore (la linea giorno-notte) che si sposta continuamente, per cui alba e tramonto non sono mai le stesse nelle diverse zone della Terra. Questo fenomeno risulta molto evidente spostandoci nella direzione est-ovest ma vale anche tra nord e sud: in Scandinavia la notte arriva prima che da noi. Se consideriamo due punti molto lontani (per esempio uno al sole e uno in ombra nell immagine del terminatore di p. 16), questa differenza temporale ci sembra scontata; se invece i due punti sono molto vicini tra loro, come facciamo a stabilire con precisione che ora è in uno e nell altro? Per risolvere questo problema, si è deciso di dividere il mondo in fusi orari: 24 spicchi immaginari, uno per ogni ora della giornata. Il fuso orario iniziale è quello di Greenwich (meridiano fondamentale) che viene indicato anche con la sigla GMT (Greenwich Mean Time, tempo principale di Greenwich). I Paesi compresi nello stesso spicchio hanno tutti la stessa ora (anche se sono distanti tra loro), e l ora di ogni spicchio comincia nello stesso istante. Per questo, per esempio, quando sono le 7:00 a Roma, a Washington sono proprio le 3:00 (non le 3:05 o le 2:50 ); e così Roma e Oslo hanno sempre la stessa ora, anche se alba e tramonto delle due località avvengono in ore differenti. Le città collocate sullo stesso meridiano, quindi, dovrebbero avere tutte la stessa ora. In realtà, l andamento dei fusi orari sulla superficie terrestre non rispetta esattamente le linee dei meridiani: per comodità segue i confini degli Stati. In questo modo non si rischia che, nello stesso Paese, siano sufficienti poche decine di kilometri per avere un ora differente: come potrebbero regolarsi le disposizioni nazionali sulle scuole, gli orari sui mezzi di trasporto, o semplicemente i negozi e le sveglie per andare al lavoro? Questo particolare ci fa comprendere ancora di più il significato delle convenzioni: decisioni artificiali (nel senso di basate su dati non naturali) che vengono condivise per comunicare, viaggiare e lavorare insieme. Nonostante l accorgimento appena ricordato, il problema di fusi diversi nello stesso Paese rimane, almeno in parte, per gli Stati molto estesi: negli USA vi sono 6 ore di differenza tra lo Stato di New York e l Alaska, e la Russia è stata addirittura suddivisa in 11 zone orarie tra Kaliningrad e le coste del Pacifico! Quando in Italia, a Roma, sono le 11 del mattino a New York sono le 5 ed è ancora notte.

24 La misura del tempo Equatore Meridiano di Greenwich Lunedì Domenica Linea di cambiamento di data I fusi orari Stati in cui l ora ufficiale è intermedia tra il proprio fuso e il successivo Che giorno è? I fusi orari individuano le 24 ore del giorno. Sì, ma di quale giorno? Se ci si sposta verso Ovest, a ogni fuso si deve tirare indietro l orologio di un ora; finito il giro, sottraendo un ora alla volta, dovremmo ritrovarci al punto di partenza del giorno prima! Lo scrittore francese Jules Verne si servì di questo paradosso nel finale a sorpresa del celebre romanzo Il giro del mondo in 80 giorni. Per risolvere il problema si è scelto un meridiano come linea del cambiamento di data, attraversando il quale si cambia giorno: da Est a Ovest si passa al giorno successivo, da Ovest a Est a quello precedente. Per creare meno difficoltà possibili, questa linea immaginaria è stata tracciata agli antipodi del meridiano di riferimento (quello di Greenwich) in pieno Oceano Pacifico, dove non esistono territori abitati. g I fusi orari Ogni fuso orario copre 15 gradi di longitudine: risultato di 360 l angolo giro, misura di tutti i meridiani terrestri (vedi 1) diviso 24, le ore di un giorno. 1. Osserva il Planisfero con i fusi orari: se in Italia sono le 10 del mattino, che ora è a San Francisco? Se in Italia sono le 11 di sera, che ora è a Pechino? E a Sidney? 2. Individua due città che abbiano la stessa ora, una nell emisfero boreale e una in quello australe. 3. Che cosa significa la sigla GMT? Quali nazioni hanno come ora GMT 0? 4. Tenendo conto delle date in cui viene adottata in Italia l ora legale, determina se sono più i giorni in cui è in uso l ora solare e quelli in cui è in uso l ora legale. 23

25 Gli strumenti d analisi Rilevare i dati In geografia, come in tutti i campi di indagine scientifica, occorre in primo luogo ricercare i dati necessari alla conoscenza dell argomento di cui ci si occupa. Per raccogliere i dati relativi a territorio e ambiente esistono strumenti che permettono di analizzare le caratteristiche principali delle aree in esame: gli altimetri indicano le altezze dei rilievi, i satelliti artificiali consentono misure perfette della superficie di una regione, le stazioni meteorologiche rilevano le temperature, la neve e le piogge cadute nei diversi periodi dell anno Più complessa è invece la raccolta dei dati riguardanti la situazione socio-economica della popolazione. Come abbiamo visto parlando degli indicatori (vedi 2), esistono dati relativamente semplici da reperire, come gli indici di natalità e mortalità (registrati all anagrafe), e dati più articolati, come il livello di istruzione, il reddito, la situazione igienico-sanitaria, la disponibilità di beni e servizi, la speranza di vita e altro. Senza contare le difficoltà legate al rilevamento di dati per quelle comunità che rimangono isolate dal resto del mondo o non forniscono dati ufficiali. In particolare, per avere un quadro della situazione sociale di una nazione più aggiornato e completo possibile, è necessario eseguire rilevamenti diretti. Queste operazioni possono essere effettuate su tutta la popolazione dell area interessata, oppure su un gruppo scelto come campione significativo. I censimenti Un tipo di indagine che rileva direttamente i dati di tutta la popolazione di una nazione è il censimento. I censimenti (dal latino censere, valutare ) erano praticati regolarmente già dai Romani: quando nacque Gesù, per esempio, era in corso un censimento indetto dall imperatore Augusto. Ancora prima, erano già utilizzati dai Sumeri quasi cinquemila anni fa, ma anche da Egizi, Greci, Cinesi ed Ebrei. Nel nostro Paese i censimenti ufficiali della popolazione vengono effettuati dal 1861, anno dell Unità d Italia, e sono tuttora ripetuti con cadenza decennale. L ultimo risale al I censimenti cercano di individuare con un buon livello di precisione alcuni dati: il numero dei componenti di ogni famiglia, il loro livello di istruzione e occupazione, il tipo di abitazione, la disponibilità di servizi... Oltre ai censimenti della popolazione, in Italia vengono regolarmente promossi anche censimenti più specifici, per esempio sulle attività lavorative, per ottenere un quadro aggiornato di addetti e caratteristiche dei vari settori (agricoltura, industria e attività commerciali). Canada: alcuni indicatori sociali Crescita annua 1% ( ) Incremento naturale 3,5 (2007) Natalità 10,7 (2007) Mortalità 7,2 (2007) Mortalità infantile 5,4 (2006) Speranza di vita (anni) M 77 F 84 (2006) Matrimoni 4,6 (2006) Divorzi 2,2 (2003) N famiglie (2005) Media componenti 2,4 (2005) Popolazione urbana 80% (2006) Esempio di indicatori sociali relativi a un Paese. Censimenti Popol. residente ab ab ab ab ab ab ab ab ab ab ab ab ab ab. La popolazione italiana dal 1861 al 2001 secondo quanto rilevato nei censimenti. I censimenti possono essere anche specifici, per esempio rilevare la distribuzione della forza lavoro in un Paese (in questo caso l Italia). Le indagini a campione Le indagini sulla popolazione possono riguardare molti altri aspetti, in particolare le opinioni della gente: le preferenze su programmi televisivi, mete turistiche o località di villeggiatura, genere di lettura, sport praticati e seguiti, alimentazione e così via. In questi casi non è certo possibile intervistare tutti gli abitanti di un Paese. Vengono allora eseguiti sondaggi d opinione, cioè indagini rivolte a un Forza lavoro (in migliaia) Condizione Occupati agricoltura industria altre atttività Disoccupati

26 Gli strumenti d analisi numero limitato di persone. I gruppi sottoposti a indagine devono essere un campione rappresentativo, cioè le persone che ne fanno parte devono essere scelte in modo che il risultato dell indagine su di loro sia il più simile possibile a quello che si otterrebbe intervistando tutto il Paese. Ciò significa cercare di riprodurre nel campione, cioè in piccolo, le caratteristiche principali dell intero gruppo che si vuole indagare. L indagine a campione fa parte anche delle tecniche di marketing delle aziende. Le società promuovono indagini di mercato per capire le tendenze della gente verso un prodotto piuttosto che su un altro, in modo da indirizzare in quel senso la propria produzione. In questi casi, più il prodotto da lanciare è specifico (per esempio una bambola o una mountain bike), maggiori saranno i criteri di selezione del campione di riferimento. I questionari Quando si esegue un indagine, oltre alla selezione del campione, è importante la preparazione degli strumenti di rilevamento. Che siano gestiti oralmente (per telefono) o per iscritto, gli strumenti principali sono i questionari. Nella loro compilazione, si tengono presenti diversi aspetti. Il punto di partenza è il target, che connette due aspetti fondamentali: i soggetti a cui ci si rivolge e per quale scopo. Questo determina il contenuto delle domande, ma anche la loro formulazione. Il tipo di linguaggio utilizzato, per rilevare tutto ciò che interessa e facilitare le risposte del campione, adeguandosi al target di riferimento: a teenager, casalinghe, manager e anziani si parla, volta per volta, in modo diverso. Le domande, semplici e facilmente comprensibili, in genere non prevedono risposte aperte (nelle quali si espone il proprio parere), ma una serie di opzioni già predisposte tra cui scegliere. In teoria, si cerca di formulare queste risposte predeterminate in modo da comprendere tutte le possibilità di scelta (o, almeno, quelle più probabili). È buona norma, comunque, aggiungere altra risposta o non so/non rispondo, per consentire una possibilità anche all intervistato che non si riconosce nelle opzioni date. La struttura, che riguarda tutti gli aspetti generali del questionario: impostazione, lunghezza, tipologie di domande usate. Deve essere pensata in modo che il campione abbia il minor numero possibile di problemi (vaghezza dei quesiti, difficoltà di comprensione, eccessiva lunghezza o abuso di tecnicismi ), ma anche per rendere sicure e veloci le successive operazioni di raccolta e analisi dei dati. Quanto vale un sondaggio? I sondaggi non sempre garantiscono risultati attendibili. Questo problema può essere determinato da errori nella stesura delle domande (che possono influenzare le risposte), dalla compilazione dei questionari errata o dalla insufficiente selezione del campione. Inoltre, quanto più l indagine si sposta dai dati oggettivi («Quante televisioni ha in casa?»; «Che mezzo usa per recarsi al lavoro?») a opinioni vere e proprie («Che tipo di letture preferisce?», «Cosa pensa della squadra X?») tanto meno ci si può aspettare risposte sincere. Per questa ragione esistono ambiti in cui si fa un largo uso di indagini a campione, ma con grandi margini di incertezza (per esempio, la politica). g 37% Gli italiani e il Protocollo di Kyoto non ne ha mai sentito parlare lo conosce solo per sentito dire 19% lo conosce abbastanza bene lo conosce molto bene 1. Utilizza i dati dei censimenti della popolazione italiana dal 1861 al 2001 per preparare un grafico. 2. Osserva alcuni programmi televisivi di attualità (in particolare i telegiornali) e altri media (quotidiani riviste ): prendi nota degli eventuali risultati di sondaggi che vengono presentati indicando per ciascuno il tipo di argomento trattato (politica, sport, salute, musica ). 3. Prepara le domande per un questionario che serva a rilevare quali letture i tuoi compagni preferiscono e quanto tempo dedicano settimanalmente a questa attività. 2% 42% Un esempio di sondaggio Su 1004 interviste telefoniche ha un campione rappresentativo della popolazione italiana adulta, il 42% non ha mai sentito parlare del Protocollo di Kyoto; il 37% lo conosce solo per sentito dire, il 19% dichiara di conoscerlo abbastanza bene e il 2% molto bene. 25

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