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1 1 PREMESSA BASE DATI E METODOLOGIA RIFERIMENTI NORMATIVI IL CONTESTO IDROGEOLOGICO SCENARI DI EVENTO PARTE GENERALE STRUTTURE A RISCHIO CENSIMENTO DELLE RISORSE CENSIMENTO DELLE RISORSE COMUNALI VOLONTARIATO E PROFESSIONALITÀ STRUTTURE SANITARIE COMUNALI E LIMITROFE (IN ZONE NON ESPOSTE A RISCHIO) ENTI GESTORI DEI SERVIZI ESSENZIALI AREE DI STOCCAGGIO E DISTRIBUZIONE: MATERIALI INFIAMMABILI AREE DI PROTEZIONE CIVILE VIABILITÀ DI EMERGENZA LINEAMENTI DELLA PIANIFICAZIONE OBIETTIVI FUNZIONALITÀ DEL SISTEMA DI ALLERTAMENTO LOCALE COORDINAMENTO OPERATIVO LOCALE PRESIDIO OPERATIVO COMUNALE CENTRO OPERATIVO COMUNALE (C.O.C.) RIPRISTINO VIABILITÀ E TRASPORTI MISURE DI SALVAGUARDIA DELLA POPOLAZIONE INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE SISTEMI DI ALLARME PER LA POPOLAZIONE MODALITÀ DI EVACUAZIONE ASSISTITA MODALITÀ DI ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE VERIFICA DELLA FUNZIONALITÀ DELLE AREE DI EMERGENZA RIPRISTINO DEI SERVIZI ESSENZIALI SALVAGUARDIA DELLE STRUTTURE ED INFRASTRUTTURE A RISCHIO... 49

2 8 CODICI TIPOLOGIE ESPOSTI MATERIALI MEZZI VOLONTARIATO - AMBITO ATTIVITÀ SERVIZI ESSENZIALI... 58

3 1 PREMESSA La redazione del presente piano di protezione civile si inserisce all interno di un contesto normativo nazionale ben definito, comprendente leggi nazionali, direttive e linee guida impartite dal Dipartimento Nazionale della Protezione Civile per la pianificazione comunale di emergenza ed ordinanze del Presidente del Consiglio dei Ministri emanate a seguito di eventi calamitosi tristemente noti alla cronaca. L attività di pianificazione e gestione delle emergenze comporta la conoscenza di una grande varietà e quantità di dati che, opportunamente elaborati, devono consentire di avere una risposta omogenea e coordinata del sistema complessivo della protezione civile al verificarsi di un possibile evento calamitoso. In questa risposta la figura cardine è quella del Sindaco che è Autorità di Protezione Civile sul territorio comunale e, al verificarsi dell emergenza, assume la direzione e il coordinamento sul proprio territorio dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione. Va subito chiarita la natura dinamica del Piano che deve essere in grado di recepire e fare propri gli aggiornamenti che dovessero manifestarsi in seguito a nuovi eventi meteorologici o a nuovi scenari. In questa ottica il presente lavoro recepisce i piani già elaborati a livello regionale e comunale in materia di aree pericolose e a rischio idraulico, ma si apre a nuovi aggiornamenti in seguito a modifiche e varianti della pianificazione regionale in materia di assetto idrogeologico. Va inoltre precisato che il Piano Comunale, per sua natura generale, non può contenere i piani settoriali da redigere da parte di ciascun ente, istituzione e azienda, ma rappresenta il punto di riferimento da tenere sempre presente. Pertanto, ogni scuola, ufficio pubblico, struttura ospedaliera, museo, ecc., deve dotarsi del proprio piano di emergenza per non trovarsi impreparato di fronte ad 3

4 un evento calamitoso portandolo a conoscenza della struttura di Protezione Civile Comunale. Il piano di emergenza che costituisce lo strumento operativo del piano di protezione civile deve rispondere ai requisiti di semplicità, flessibilità e divulgazione, per consentire il massimo livello di efficienza ed efficacia della strategia utilizzata per la gestione di un potenziale evento calamitoso. Risulta inoltre fondamentale la sensibilizzazione della popolazione riguardo a tali tematiche, ai fini di uno sviluppo concreto di una coscienza di protezione civile mirata alla salvaguardia del territorio e, ovviamente, dei suoi abitanti. 4

5 2 BASE DATI E METODOLOGIA Il lavoro di pianificazione è stato preceduto da una preliminare raccolta di informazioni che hanno indirizzato gli aspetti decisionali relativi alla pianificazione e alla gestione delle emergenze. In particolare sono stati acquisiti: o La perimetrazione dell area interessata dall evento del 22 Ottobre 2008 nel bacino del Rio S. Girolamo elaborata dal CFVA e dall Agenzia del Distretto Idrografico della Sardegna sulla base dei rilievi aerofotografici acquisiti il 23 ottobre e il 2 novembre (fonte MATTM) e integrati dai rilevamenti sul campo; o Allegati e tavole PAI relativi ai tronchi critici B7SOTC (Rio San Gerolamo) e B7SOTC012 (Rio Santa Lucia) ricadenti nel Subbacino N 7, così come approvate con deliberazione N 54/33 del 30/12/2004 di cui al decreto dell Assessore ai Lavori Pubblici N 3 del 21 febbraio 2005 pubblicato nel BURAS l 11 Marzo 2005; o Allegati e tavole PAI relativi al tronco critico B7SOTC012 ricadente nel Sub-bacino N 7 così come da Variante al PAI Comune di Capoterra redatta sensi dell articolo 37 delle Norme di attuazione, approvata con deliberazione N 17/12 del 26/04/2006 pubblicata nel BURAS il 30 Giugno 2006; o Pubblicazioni e studi scientifici sull idrologia dell area di interesse, in particolare: Valutazione delle Piene in Sardegna (Cao e altri 1991); Regime delle piogge intense in Sardegna (Piga, Liguori 1985); Analisi regionale di frequenza delle precipitazioni intense in Sardegna (Deidda, Piga, 2000); 5

6 Progetto AVI - Aree Vulnerate Italiane - (Gruppo Nazionale per la Difesa dalle Catastrofi Idrogeologiche (GNDCI) del CNR). Il progetto realizza un censimento delle aree storicamente vulnerate da calamità geologiche (frane) ed idrauliche (piene); o Cartografia su cui basare gli studi: CTR 1: D; Aerofotogrammetrico 1:5000 del territorio comunale di Capoterra; Le informazioni sono state integrate da rilievi di campo e sopralluoghi mirati ad una indagine sistematica e puntuale delle aree a rischio e degli esposti in modo da indirizzare le scelte di pianificazione e di gestione dell emergenza. La metodologia seguita nella redazione del piano si articola nelle seguenti fasi: analisi degli elementi a rischio e degli esposti; analisi della pericolosità idraulica; analisi del rischio come intersezione tra elementi a rischio e pericolosità; censimento di tutte le componenti utili in caso di emergenza, quali mezzi anche privati, associazioni di volontariato, strutture sanitarie, etc.; definizione di 2 scenari di rischio di evento massimo per i due tronchi critici PAI del Rio Santa Lucia e del Rio San Gerolamo; individuazione della viabilità di emergenza differenziata sia in base al carattere interno/esterno al nucleo urbano, sia in base al carattere locale in funzione degli scenari di rischio; individuazione di cancelli all interno e all esterno dei nuclei abitativi per fornire informazioni utili ai soccorritori e ai cittadini, e per impedire l accesso ai non autorizzati; elaborazione di un modello d intervento. 6

7 3 RIFERIMENTI NORMATIVI Trascurando un analisi dettagliata della normativa vigente in materia, occorre ricordare i punti cardine di tale ambito legislativo, e precisamente la Legge n. 225/92 che rappresenta il riferimento nazionale in materia di protezione civile. La legge 225/92 istituisce il Servizio Nazionale di Protezione Civile (S.N.P.C.) introducendo il concetto di Programmazione nell ambito delle attività di Previsione e Prevenzione, e quello della Pianificazione d emergenza. Tali concetti sono stati poi ripresi da diversi decreti, circolari e ordinanze emanate in via d urgenza all indomani degli eventi. Pur non avendo la pretesa di essere esaustivi si riportano di seguito i principali riferimenti normativi in materia di protezione civile: LEGISLAZIONE NAZIONALE o Legge n. 996 dell 8 dicembre 1970 Norme sul soccorso e l'assistenza alle popolazioni colpite da calamità - Protezione Civile"; o Legge n. 183 del 18 maggio 1989 "Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo"; o Legge n. 225 del 24 febbraio 1992 "Istituzione del Servizio Nazionale della Protezione Civile"; o D.P.R. n. 613 del 21 settembre 1994 "Regolamento recante norme concernenti la partecipazione delle associazioni di volontariato nelle attività di protezione civile"; o D.L. n. 292 del 27 maggio 1996 "Interventi urgenti di protezione civile - art. 9"; o Circolare n. 2 della Presidenza del Consiglio del Ministri - Prot. n. 157/401/15/ S.G.C. del , relativa: "Legge n. 225/92 - Criteri 7

8 per la elaborazione dei piani di emergenza approvati dal Consiglio Nazionale della protezione civile"; o Circolare Presidenza del Consiglio del Ministri - Prot. n. 2404/c 65/EMER del ad oggetto: "Pianificazione di emergenza, individuazione di aree per l'ammassamento di forze e risorse in caso di emergenza"; o DPR n. 194 dell 8 febbraio 2001 Regolamento recante nuova disciplina della partecipazione delle organizzazioni di volontariato alle attività di protezione civile ; o D.L. n. 343 del 7 settembre 2001 Disposizioni urgenti per assicurare il coordinamento operativo delle strutture preposte alle attività di protezione civile ; o Ordinanza del presidente del consiglio dei Ministri n del 31 ottobre 2008 Interventi urgenti di protezione civile diretti a fronteggiare i danni conseguenti alle eccezionali avversita' atmosferiche verificatesi il giorno 22 ottobre 2008 nel territorio della provincia di Cagliari. o Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 03 dicembre 2008 Organizzazione e funzionamento di SISTEMA presso la Sala Situazioni Italia del Dipartimento della protezione civile o Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 03 dicembre 2008 Indirizzi operativi per la gestione delle emergenze o Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 18 dicembre 2008 Dichiarazione dello stato di emergenza in ordine agli eccezionali eventi meteorologici che hanno colpito tutto il territorio nazionale nei mesi di novembre e dicembre o Ordinanza del presidente del consiglio dei Ministri n del 16 gennaio 2009 Primi interventi urgenti di protezione civile diretti a 8

9 fronteggiare i danni conseguenti agli eventi atmosferici che hanno colpito il territorio nazionale nei mesi di novembre e dicembre LEGISLAZIONE REGIONALE o Legge Legge Regionale 17 gennaio 1989, n. 3 Interventi regionali in materia di protezione civile. o Legge Regionale 21 novembre 1985, n. 28 Interventi urgenti per le spese di primo intervento sostenute dai comuni, province e comunità montane in occasione di calamità naturali ed eccezionali avversità atmosferiche. o Legge Regionale 13 settembre 1993, n. 39 Disciplina dell'attività di volontariato e modifiche alle leggi regionali 25 gennaio 1988, n. 4, e 17 gennaio 1989, n. 3. o Decreto n.108 del 19 ottobre 2007 Modifica dell assetto organizzativo delle Direzioni Generali dell Assessorato della Difesa dell Ambiente definito con Decreto Presidenziale n. 66 del 28 aprile 2005 e successive modificazioni. o Legge Regionale 29 ottobre 2008, n.15 Interventi urgenti conseguenti agli eventi alluvionali e di dissesto idrogeologico del mese di ottobre o Legge Regionale 21 novembre 2008, n.16 Modifica della legge regionale 29 ottobre 2008, n. 15 (Interventi urgenti conseguenti agli eventi alluvionali e di dissesto idrogeologico del mese di ottobre 2008). Vi sono infine per il caso specifico di Capoterra alcune ordinanze del Commissario governativo per l emergenza alluvione tra le quali: o ORDINANZA N. 1 DEL 10 NOVEMBRE 2008 COMMISSARIO GOVERNATIVO PER 9

10 L EMERGENZA ALLUVIONE IN SARDEGNA DEL 22 OTTOBRE 2008; o ORDINANZA N. 2 DEL 10 NOVEMBRE 2008 COMMISSARIO GOVERNATIVO PER L EMERGENZA ALLUVIONE IN SARDEGNA DEL 22 OTTOBRE 2008; 10

11 4 IL CONTESTO IDROGEOLOGICO Il territorio di Capoterra e delle aree limitrofe è storicamente soggetto ad eventi di pioggia intensi e critici. Lo testimonia la ricerca condotta sul catalogo AVI, ma soprattutto lo denunciano le vicende meteorologiche che hanno interessato l area in studio negli ultimi anni. Si tratta di temporali che hanno portato distruzione e perdita di vite umane in tutta la vasta area del territorio comunale e che hanno mostrato quanto sia importante disporre di un piano per la gestione dell emergenza che a fronte di una lettura rapida dell evento consenta di mettere a punto una risposta ottimale e altrettanto rapida del sistema. Va tuttavia precisato che la componente meteo non è il solo elemento che spiega la forte criticità di questa area; in effetti se è vero che il regime delle precipitazioni negli ultimi anni ha subito dei mutamenti con piogge sempre più brevi e intense e che quindi la pericolosità è vistosamente aumentata, è altrettanto vero che è cresciuta la vulnerabilità e di conseguenza il rischio a causa sia dell elevata antropizzazione del territorio che delle modalità con cui questa è avvenuta. Il territorio risulta infatti densamente popolato sopratutto nella parte più valliva dei corsi d acqua dove le principali lottizzazioni si sono insediate andando a occupare le aree golenali dei tre corsi d acqua principali che atrraversano il territorio del comune: rio Santa Lucia, rio San Gerolamo e rio Masoni Ollastu. In altre parole l elemento chiave dell incremento del rischio negli ultimi anni non è tanto l elevata presenza umana nel territorio, quanto il modo in cui è avvenuto l insediamento, caratterizzato da una crescita dei centri urbani e da una urbanizzazione della campagna che non hanno tenuto conto del funzionamento naturale della rete di dreno e dei corsi d acqua. 11

12 Comune di Capoterra Provincia di Cagliari Figura 1 Pericolosità e antropizzazione Altro elemento determinante nella formazione di portate di colmo così elevate è la modifica del coefficiente di deflusso. La intensa presenza di insediamenti e infrastrutture nel territorio ha determinato una modifica radicale dell uso del suolo con la conseguenza che, a parità di precipitazioni, le portate di piena sono cresciute nel tempo e i tempi di formazione delle piene si sono abbreviati. In particolare è aumentata, nei bacini scolanti, l impermeabilizzazione del suolo che ha fatto sì che le acque non venissero più assorbite dal terreno, ma giungessero massicciamente ai corsi d acqua, senza l effetto regimante della copertura vegetale, causando così la crescita esponenziale delle portate. L intensa antropizzazione del territorio si manifesta tra l altro con l elevata densità di infrastrutture di trasporto che hanno un ruolo molto importante nel regime dei 12

13 corsi d acqua In generale l intensa presenza di vie di traffico, con relative opere di drenaggio, fossi di guardia e canalette, determina un rapido convogliamento delle acque e l insorgere di linee preferenziali di drenaggio superficiale; tutto questo genera una riduzione dei tempi di concentrazione che sono all origine di un repentino aumento delle portate di piena e mettono in crisi spesso la rete di dreno principale. Soprattutto la rete viaria secondaria, costituita da una fitta rete di strade comunali e di penetrazione agraria, si rivela critica per il funzionamento idraulico del sistema. Ci si riferisce a quei manufatti di questa rete minore che sono stati realizzati con criteri attualmente non compatibili con le esigenze della difesa idraulica di questi territori fortemente antropizzati; in particolare i ponti stradali secondari spesso sono realizzati a raso sul piano di campagna, talvolta con intradosso all interno della sezione d alveo o, peggio ancora, con pile che insistono dentro la sezione, riducendola consistentemente. Si deve anche notare lo scarso contributo della rete idrografica naturale minore nella laminazione delle piene. Essa dovrebbe avere la funzione di distribuire la portata di piena e di condizionare la modalità di propagazione della stessa, invece, risulta fortemente alterata dagli interventi di bonifica e sistemazione realizzati nel passato e, a causa della scarsa manutenzione, finisce per avere uno scarso potere regimante, col risultato che le acque si concentrano prevalentemente nei corsi d acqua principali. 13

14 5 Scenari di evento La criticità idraulica dell area in esame è legata alla presenza di tre corsi d acqua che attraversano il territorio interessando, con i propri affluenti, il centro abitato e le diverse lottizzazioni a mare: il Rio Santa Lucia, il Rio San Gerolamo ed il Rio Masoni Ollastu. Il primo drena un bacino di circa 100 kmq, gli altri due confluiscono prima dell immissione in mare nelle località di Frutti d Oro e Torre degli Ulivi raccogliendo rispettivamente le acque di 14 kmq e di 11 kmq. Figura 2 Bacino Rio Santa Lucia 14

15 Figura 3 Bacino rio San Gerolamo Masoni Ollastu Le caratteristiche principali di questi bacini sono desunte dalla lettura delle schede PAI relative ai tronchi critici B7SOTC007 (Rio San Gerolamo), -008 (Rio Masoni Ollastu) e B7SOTC012 (Rio Santa Lucia) e indicano tempi di corrivazione piuttosto brevi in presenza di forti ed eccezionali precipitazioni. I dati morfometrici ed idrologici fondamentali SANTA LUCIA Sezione (coordinate Gauss-Boaga E,N): Lunghezza dell'asta: (km) Area del bacino: (km2) Pendenza media dell'asta: (%) Quota della sezione: 9.91 (m s.l.m.) Quota media del bacino: (m s.l.m.) Tempo di corrivazione - adottato: 5.36 (h) Tempo di ritorno Qverifica (m3/s)

16 I dati morfometrici ed idrologici fondamentali SAN GEROLAMO Sezione (coordinate Gauss-Boaga E,N): Lunghezza dell'asta: (km) Area del bacino: (km2) Pendenza media dell'asta: (%) Quota della sezione: 6.81 (m s.l.m.) Quota media del bacino: (m s.l.m.) Tempo di corrivazione - adottato: 2.53 (h) Tempo di ritorno Qverifica (m3/s) I dati morfometrici ed idrologici fondamentali MASONI OLLASTU Sezione (coordinate Gauss-Boaga E,N): Lunghezza dell'asta: 8.44 (km) Area del bacino: (km2) Pendenza media dell'asta: (%) Quota della sezione: 8.36 (m s.l.m.) Quota media del bacino: (m s.l.m.) Tempo di corrivazione - adottato: 2.27 (h) Tempo di ritorno Qverifica (m3/s) Gli scenari di evento considerati nella redazione del piano sono due: o Emergenza per inondazione dovuta al rio Santa Lucia e affluenti; o Emergenza per inondazione dovuta al rio San Gerolamo e al rio Masoni Ollastu; I due scenari di crisi non sono alternativi, anzi nel piano si è considerata piuttosto la sovrapposizione degli effetti di entrambi, anche se spesso la forte localizzazione degli eventi meteorici determina una crisi di un sistema piuttosto che dell altro. Come si evince dalla documentazione cartografica allegata la parte dell abitato di Capoterra che ricade nel bacino del Rio Santa Lucia, pur essendo in condizioni di vulnerabilità per i tempi di ritorno di 50 e 100 anni, presenta solo limitate porzioni di centro urbano interessate da pericolosità, anche grazie alle recenti opere di regimazione che sono state realizzate o che sono in procinto di essere appaltate. 16

17 La causa dell insufficienza idraulica in queste aree è costituita dalla sezione idraulica dei canali tombati spesso insufficiente allo smaltimento delle portate relative ai Tr indicati. La parte di territorio interessata dal Rio San Gerolamo e dal rio Masoni Ollastu risulta, invece, molto più critica anche stando agli ultimi eventi che hanno interessato la zona nel Dicembre 1999 e nel Ottobre Proprio in occasione di questi eventi calamitosi si confermata l inadeguatezza del PAi vigente a spiegare l entità e le modalità dei fenomeni di allagamento e la necessità di provvedere rapidamente ad una variante di piano. Per queste ragioni mentre per lo scenario di rischio del rio Santa Lucia si è fatto riferimento al PAI vigente, per lo scenario di rischio del rio San Gerolamo si sono considerate le delimitazioni delle aree interessate dall evento dell Ottobre Nel corso di questo evento è emersa in particolare la conferma che il sistema idraulico non riesce ad assolvere alle sue funzioni per le seguenti ragioni: 1. Antropizzazione e urbanizzazione delle aree golenali soprattutto a Frutti d Oro e San Gerolamo; 2. Modifica del coefficiente di deflusso; 3. Insufficienza di attraversamenti stradali locali (rio San Gerolamo a Poggio dei Pini) e statali (SS 195 a Frutti d Oro e Torre degli Ulivi). 17

18 6 PARTE GENERALE 6.1 Strutture a rischio Di seguito sono riportare le strutture che, per la loro tipologia e posizione geografica nel territorio comunale, sono sottoposte inevitabilmente ad una maggiore attenzione, e precisamente le strutture pubbliche e/o ad uso pubblico che risultano comprese all interno della aree di rischio definite nelle tavole 3a e 3b del piano. E necessario, ai fini della salvaguardia della popolazione presente nelle strutture delle aree a rischio, pianificare le modalità e la strategia di evacuazione delle stesse persone. Sarà cura della Funzione assistenza alla popolazione avvalendosi dei dati in possesso del referente della Funzione Sanità aggiornare periodicamente (con cadenza almeno annuale) l elenco delle persone non autosufficienti e delle presenze nelle aree a rischio. 18 Piano di emergenza per il rischio idraulico All. 0 Relazione di piano

19 ESPOSTI PUBBLICI O PRIVATI AD USO PUBBLICO Struttura a rischio N. PROG. ESPOSTO N. TAV. Codice (codici parag. 8.1) Funzione Tipologia d uso Ubicazione Stima popolazione presente (numero) Persone non autosufficienti 1 (numero) Telefono CAMPO SPORTIVO 1 1b Torre degli Ulivi 5 CAMPO SPORTIVO 2 1b Torre degli Ulivi 30 SCUOLA ELEMENTARE 3 1b Loc. Su Loi CENTRO CULTURALE 4 1b Loc. Su Loi 40 CHIESA S. EFISIO 5 1b Loc. Su Loi 75 S.S b CAMPI CALCIO-TENNIS 7 1b SCUOLA MEDIA SCUOLA MATERNA 8 1b SCUOLA ELEMENTARE 9 1b Via degli Albatros Loc. Frutti d Oro Via degli Albatros Loc. Frutti d Oro Via degli Albatros Loc. Frutti d Oro FARMACIA 10 1b Loc. Frutti d Oro 5 1 Per persone non autosufficienti si intendono: disabili, allettati, psicolabili e dializzati che necessitano assistenza. 19 Piano di emergenza per il rischio idraulico All. 0 Relazione di piano

20 Struttura a rischio N. PROG. ESPOSTO N. TAV. ESPOSTI PUBBLICI O PRIVATI AD USO PUBBLICO Codice (codici parag. 8.1) Funzione Tipologia d uso Ubicazione Stima popolazione presente (numero) Persone non autosufficienti 1 (numero) Telefono PARCO GIOCHI 11 1b Loc. S. Girolamo SCUOLA MATERNA 12 1b Loc. S. Girolamo SEDE CLUB P. PINI 13 1b PALESTRA 15 1b HYDROCONTROL 16 1b Strada 33 Poggio dei Pini Strada 33 Poggio dei Pini Strada 52 Poggio dei Pini I dati delle tabelle dovranno essere sempre aggiornati e gli eventuali cambiamenti dovranno essere comunicati alle strutture del Sistema di Comando e Controllo. 20 Piano di emergenza per il rischio idraulico All. 0 Relazione di piano

21 L area a rischio è una area nella quale sono presenti sia gli edifici pubblici, già censiti nella tabella degli esposti di cui sopra, sia gli edifici privati. I dati delle tabelle dovranno essere sempre aggiornati e gli eventuali cambiamenti dovranno essere comunicati alle strutture del Sistema di Comando e Controllo. 6.2 Censimento delle risorse Censimento delle risorse comunali Mezzi Soc. / Ente COMUNE COMUNE Tipologia mezzi Mezzi Trasporto persone Autocarri e mezzi stradali Specializzazione Autovetture trasporto persone Autocarro Furgone Autocarro con gru Risorse di mezzi (numero) 18 Telefono (sede) Fax/ (sede) Referente Alessandro Miquelis 7 Alessandro Miquelis Miniescavatore 1 Alessandro Miquelis Telefono/Cellulare COMUNE Movimento terra Macchina operatrice 1 Alessandro Miquelis Motor Grader 1 Alessandro Miquelis COMUNE Mezzi di trasporto limitati Motocarro 5 Alessandro Miquelis Piano di emergenza per il rischio idraulico All. 0 Relazione di piano

22 Moto ape 2 Alessandro Miquelis Porter 2 Alessandro Miquelis Scooter 2 Alessandro Miquelis Piano di emergenza per il rischio idraulico All. 0 Relazione di piano

23 23 Piano di emergenza per il rischio idraulico All. 0 Relazione di piano

24 6.2.2 Volontariato e professionalità Denomina zione N.O.V.A. CAPOTERRA PROTEZIONE CIVILE SANTA BARBARA Specializza zione Antincendio boschivo Antincendio boschivo Risorse umane (n.) 6 10 Risorse di mezzi Tipologie dei mezzi (n.) Land Rover dotato di 2 modulo Blindor 1 Fiat Campagnola 1 Fiat Panda Gommoni munito di 2 attrezzatura di salvataggio motopompe 2 adescanti 1 Tenda per persone 2 lampade Land Rover 1 autovetture trasporto persone pompa sommersa 1 80 l/h radio trasmittenti 2 portatili VHF radio trasmittenti 5 portatili 43 Mhz radio trasmittenti 2 veicolari 4 sacchi a pelo Telefono (sede) Via del Popolo n c/o Oratorio Parrocchiale Frutti d Oro Fax/ (sede) Referente Telefono/ Cellulare Umberto Pireddu procivarci.it Marco Solinas estintori a polvere 2 cassette pronto soccorso 24 Piano di emergenza per il rischio idraulico All. 0 Relazione di piano

25 Denomina zione Specializza zione PROCIV U.C.S. 11 Risorse umane (n.) Risorse di mezzi Tipologie dei mezzi (n.) cassetta utensileria 1 utensileria media e pesante varie DPI vari 4x4 Ford Ranger dotato di verricello da 3500 kg, gancio 1 traino, radio trasmittente veicolare Gruppo elettrogeno 1 portatile da KW 5,5 Fari illuminazione KW 1,5 1 Ponte radio mobile ricetrasmittenti 7 portatili Telefono (sede) Via Linosa n.5 Fax/ (sede) procivucs@ altervista.org Referente Telefono/ Cellulare Antonello Serra Giuseppe Marini COMPAGNIA BARRACELLARE CAPOTERRA 10 1 veicolo Nissan con modulo antincendio Corso Gramsci n Piano di emergenza per il rischio idraulico All. 0 Relazione di piano

26 Denomina zione FRATERNITA DI MISERICORDIA CAPOTERRA Specializza zione GRU.S.A.P. 46 Risorse umane (n.) 7 Risorse di mezzi Tipologie dei mezzi (n.) Fiat Scudo nove 1 posti Ambulanze primo 2 soccorso e trasporto Land Rover con 1 modulo antincendio Gruppo elettrogeno 1 KW 5 1 Torre faro Motopompa l/min 1 Motosega Tende da campo 4 con brandine 2 Tenso strutture Tenda primo 1 soccorso 3 Cucine da campo 3 Gazebo 4x4 Land Rover Defender con 1 modulo antincendio e botte da 400 l Motopompa a 1 benzina Gruppo elettrogeno 1 KW 3 Vascone 2 Autoreggente mc 36 Telefono (sede) Via Montello n.6/b Strada n.3 Poggio dei pini Fax/ (sede) posta@ misericordia capoterra.org tiscali.it Referente Telefono/ Cellulare Giorgio Ambus Piergiorgio Coiana Piano di emergenza per il rischio idraulico All. 0 Relazione di piano

27 Denomina zione Specializza zione Risorse umane (n.) Risorse di mezzi (n.) Tipologie dei mezzi e mc 5 1 Motosega C.A.S.S.A Bremach con modulo antincendio e cisterna di 1200 l Telefono (sede) Via Sassari 11/13 Fax/ (sede) alice.it Referente Telefono/ Cellulare Bruno Pillitu I dati delle tabelle dovranno essere sempre aggiornati e gli eventuali cambiamenti dovranno essere comunicati alle strutture del Sistema di Comando e Controllo. 27 Piano di emergenza per il rischio idraulico All. 0 Relazione di piano

28 6.2.3 Strutture sanitarie comunali e limitrofe (in zone NON esposte a rischio) N IN CARTOGRAFIA (TAV. 4a) 61 Tipologia e sede Guardia medica Viale Diaz 58 Ospedale Businco via Jenner sn Cagliari Ospedale Marino Lungomare Poetto, 12 Cagliari Ospedale Microcitemico via Jenner sn - Cagliari Ospedale Santissima Trinità via Is Mirrionis, 92 Cagliari Ospedale Binaghi via Is Guadazzonis, 2 Cagliari Posti letto (numero) Referente Telefono/cellulare Fax/ 0 Antonella Marongiu I dati delle tabelle dovranno essere sempre aggiornati e gli eventuali cambiamenti dovranno essere comunicati alle strutture del Sistema di Comando e Controllo Enti gestori dei servizi essenziali Aziende / Società ENEL Telefono (sede) Segnalazione guasti Referente Telefono/cellulare Fax/ ANAS Piano di emergenza per il rischio idraulico All. 0 Relazione di piano

29 Aziende / Società Telefono (sede) Referente Telefono/cellulare Fax/ TELECOM ABBANOA OMNITEL - VODAFONE ERICSSON- WIND Segnalazione guasti Viale Bonaria Cagliari Via Anagnina Roma Dott.ssa Dessì Elisabetta infoclienti.distretto1@ab banoa.it Sig. Massimo Monti CACIP (EX CASIC) cacip@cacip.it I dati delle tabelle dovranno essere sempre aggiornati e gli eventuali cambiamenti dovranno essere comunicati alle strutture del Sistema di Comando e Controllo Aree di stoccaggio e distribuzione: materiali infiammabili N IN CARTOGRAFIA (TAV. 4a) 18 Tipologia ( depositi bombole gas, prodotti petroliferi,.) Bombole gas condominiale Ente responsabile Referente Telefono/cellulare Fax/ FIAMMA 200 S.p.A Distributori carburante TAMOIL GABRIELE CASAVECCHIA Depositi bombole gas DESSI' MARIA ELENA DESSI' MARIA ELENA Distributori carburante IP ARONI GIAMPAOLO 29 Piano di emergenza per il rischio idraulico All. 0 Relazione di piano

30 55 Depositi bombole gas COMBUSTIBILI DESSI' SANDRO DESSI' SANDRO Distributori carburante SCOCCA FERRAI LUIGI Distributori carburante AGIP GARAU CARMELO Bombole gas condominiale FIAMMA 200 S.p.A I dati delle tabelle dovranno essere sempre aggiornati e gli eventuali cambiamenti dovranno essere comunicati alle strutture del Sistema di Comando e Controllo. 6.3 Aree di protezione civile Aree di emergenza Nella pianificazione comunale è stato necessario individuare aree destinate a scopi di protezione civile. Tali aree hanno caratteristiche polifunzionali, in modo da svolgere una funzione ordinaria che garantisca la continua manutenzione e, in caso di emergenza, il rapido utilizzo per l accoglienza della popolazione e/o ammassamento delle risorse necessarie al soccorso ed al superamento dell emergenza. Ciascuna area di emergenza, con i relativi percorsi di accesso, è stata rappresentata su cartografia sia su scala di dettaglio 1:5000 che su scala generale 1:10000(su supporto cartaceo e su cartografia digitale) utilizzando la simbologia tematica proposta a livello nazionale. Le aree di emergenza si distinguono in tre tipologie: 30 Piano di emergenza per il rischio idraulico All. 0 Relazione di piano

31 1. aree di attesa : luoghi dove sarà garantita la prima assistenza alla popolazione immediatamente dopo l evento calamitoso oppure successivamente alla segnalazione della fase di preallarme (in verde in cartografia); 2. aree di accoglienza: luoghi in grado di accogliere ed assistere la popolazione allontanata dalle proprie abitazioni (in rosso in cartografia); Le aree di accoglienza della popolazione individuano luoghi dove la popolazione risiederà per brevi, medi e lunghi periodi. La tipologia delle aree per l accoglienza della popolazione è stata classificata, per uniformità di linguaggio, come strutture esistenti idonee ad accogliere la popolazione. Esse sono infatti tutte quelle strutture pubbliche e/o private in grado di soddisfare esigenze di alloggiamento della popolazione. La permanenza in queste strutture è temporanea (qualche giorno o alcune settimane) ed è finalizzata al rientro della popolazione nelle proprie abitazioni, alla sistemazione in affitto e/o assegnazione di altre abitazioni, alla realizzazione e allestimento di insediamenti abitativi di emergenza. 3. aree di ammassamento: luoghi di raccolta di uomini e mezzi necessari alle operazioni di soccorso della popolazione (in giallo in cartografia). 31 Piano di emergenza per il rischio idraulico All. 0 Relazione di piano

32 Da un analisi delle tavole 4a, 4b e 4c allegate alla presente relazione, si evince che le aree idonee a ricevere la popolazione evacuata in caso di eventi idraulici calamitosi sono state dislocate in modo che ogni zona di evacuazione abbia nelle vicinanze un area di attesa e accoglienza.. FRUTTI D ORO - La macro-area è ubicata in prossimità della chiesa Beata Vergine Maria, all incrocio tra via Al mare e via delle Capinere, e rappresenta il luogo più prossimo alla potenziale superficie allagabile dal rio San Gerolamo in cui possono essere spostati temporaneamente gli sfollati prima del trasferimento nelle aree di accoglienza della chiesa e della vicina palestra. In alternativa, ma solo dopo averne verificato l agibilità in funzione della entità dell evento in atto, si potranno usare le scuole elementari e medie come aree di accoglienza. Questa ultima soluzione, non rappresentata cartograficamente, è lasciata alla discrezionalità del responsabile della funzione relativa, in quanto sebbene nella alluvione dell Ottobre 2008 le scuole siano rimaste affrancate dagli allagamenti, tuttavia la perimetrazione della pericolosità le ingloba. Circa le aree di ammassamento dei soccorsi è stata individuata l area compresa tra la palestra e la chiesa che pare sufficientemente capiente e facilmente raggiungibile attraverso la viabilità di emergenza. SAN GEROLAMO Per questa vasta lottizzazione interessata dalle piene del rio San Gerolamo sono state individuate due macro aree che devono servire rispettivamente le abitazioni da evacuare a destra e a sinistra del rio. Cosi gli abitanti che occupano le case in destra idraulica nelle vie Barcellona, Lisbona, Madrid ecc saranno trasferiti attraverso la viabilità di evacuazione nell area di attesa e accoglienza posta all incrocio tra via Europa e via Danubio e la strada vicinale dei Genovesi, in prossimità della quale si sistemeranno i soccorsi. Quelli che occupano la sinistra idraulica nelle 32 Piano di emergenza per il rischio idraulico All. 0 Relazione di piano

33 vie Praga, Budapest ecc. potranno spostarsi con la viabilità di evacuazione fino all area di attesa (numero d ordine 28) da cui saranno trasferiti attraverso la viabilità ordinaria verso le aree di accoglienza di San Angelo. POGGIO DEI PINI Sebbene la perimetrazione della pericolosità non vada a interessare grosse porzioni abitate è stata prevista una viabilità di evacuazione ad hoc che consente il rapido raggiungimento delle aree preposte alla attesa e all accoglienza degli sfollati. Tali aree di emergenza sono localizzate in prossimità del Bar pizzeria Le Terrazze, dove si dispone anche di un area adeguata per i soccorsi e l attesa e nel sito del Centro Commerciale dove è stata disposta un area di accoglienza. LA RESIDENZA DEL SOLE Per ragioni completezza, ma anche e soprattutto per organizzare una corretta gestione dell emergenza in presenza di uno stato critico del rio Santa Lucia, nella Residenza del Sole è stata individuata una vasta area per l attesa della popolazione che potrà trovare alloggio nella adiacente scuola elementare. CAPOTERRA - All interno del centro urbano di Capoterra si possono individuare tre macro-aree che rappresentano i luoghi attrezzati per l emergenza a servizio delle abitazioni vicine, pur essendo ben collegate anche all abitato di Poggio dei Pini. Si tratta per lo più di strutture scolastiche che presentano caratteristiche idonee a ricevere la popolazione sfollata in quanto dotate di servizi e impianti completamente al di fuori delle aree a rischio. Un primo e più importante nucleo, in grado di accogliere centinaia di persone, è ubicato nelle scuole di via Caprera 33 Piano di emergenza per il rischio idraulico All. 0 Relazione di piano

34 (Scuole Elementari e Medie Costantino Nivola ) e comprende una vasta area con annessa palestra che può essere utilizzate sia per l accoglienza che per l attesa. Piuttosto importante è poi il nucleo delle scuole elementari e materne di Via Lamarmora Cesare Battisti compresa l antistante aree di attesa, che consentono di ospitare una grande quantità di sfollati, facilmente raggiungibile dai soccorsi e molto prossima al COC. Un terzo nucleo infine è quello ubicato in Via Siena nel Palazzetto dello sport di recente costruzione assieme allo spazio libero adiacente da utilizzare come area di attesa. Di seguito si riporta l elenco di tutte le strutture finora descritte, col riferimento del referente a cui rivolgersi per l organizzazione di tali aree. Area di accoglienza / area di attesa in zone NON esposte al rischio di incendi di interfaccia N IN CARTOGRAFIA (TAV. 4a) LOTTIZZ. SAN GEROLAMO 20/21 CHIESA BEATA VERGINE MARIA, PALESTRA E SPAZI ANNESSI 30 Ubicazione Incrocio Via Europa- Strada vic. Genovesi Via degli Albatros Loc. Frutti d Oro Ricettività Possibilità di ricovero di persone diversamente abili N. max Referente Telefono/cellulare (referente) 500 Alessandro Miquelis Alessandro Miquelis CENTRO MEKKANO 43 SP Alessandro Miquelis SCUOLA ELEMENTARE - MATERNA Via Lamarmora - Battisti Via Lamarmora Via C. Battisti Alessandro Miquelis Piano di emergenza per il rischio idraulico All. 0 Relazione di piano

35 AREA PROSSIMA AL PALAZZETTO DELLO SPORT 63 Via Siena Alessandro Miquelis PALAZZETTO DELLO SPORT 64 Via Siena Alessandro Miquelis NUOVA BIBLIOTECA COMUNALE 67 SCUOLA ELEMENTARE SCUOLA MEDIA Costantino Nivola 71 Incrocio Via della Vittoria via Cagliari Via Caprera Via Amendola Alessandro Miquelis Alessandro Miquelis I dati delle tabelle dovranno essere sempre aggiornati e gli eventuali cambiamenti dovranno essere comunicati alle strutture del Sistema di Comando e Controllo. 35 Piano di emergenza per il rischio idraulico All. 0 Relazione di piano

36 6.4 Viabilità di emergenza Per l attuazione del piano di evacuazione è stato definito uno specifico piano del traffico, che evidenzia su opportuna cartografia le vie di fuga con le direzioni di deflusso, l ubicazione dei cancelli e le aree di emergenza. Il piano della viabilità di emergenza è stato realizzato sulla base degli scenari ipotizzati e contiene i seguenti elementi: la viabilità di emergenza (si intende per viabilità di emergenza l insieme delle arterie stradali da riservare al transito prioritario dei mezzi di soccorso e all evacuazione della popolazione); I cancelli ( luoghi nei quali i vigili urbani e la polizia stradale assicurano con la loro presenza il filtro necessario per garantire la sicurezza delle aree esposte al rischio e nel contempo il necessario filtro per assicurare la percorribilità delle strade riservate ai soccorritori); Le aree/strutture ricettive di accoglienza (aree e strutture volte ad assicurare un primo ricovero per la popolazione allontanata dalla zona a rischio, come specificato ne paragrafo relativo). Nello specifico, si è cercato di individuare le principali arterie che, per dimensioni e facilità d accesso, consentano di intervenire in caso di urgenza con la massima tempestività ed efficacia. La direzione di flusso, sia pedonale che automobilistico, conduce alle aree di attesa collegate alle diverse zone dell abitato, in modo da consentire alla popolazione di riversarsi facilmente e senza ostacoli su tali percorsi, utilizzando dove necessario l ausilio dei mezzi che sono diretti al medesimo punto di raccolta. 36 Piano di emergenza per il rischio idraulico All. 0 Relazione di piano

37 La viabilità individuata è a sua volta distinta in tre tipologie: di emergenza di competenza extra-comunale; di emergenza di competenza comunale; di evacuazione. Fa parte della prima categoria la statale 195 nel tratto che collega Cagliari a Sarroch, indicata in cartografia col colore blu, utilizzata dai soccorsi per raggiungere Capoterra da entrambe le direzioni, e che a seconda della criticità dell evento in corso sarà interdetta al traffico ordinario. Sono stati posizionati, infatti, un cancello all altezza dell incrocio con la strada consortile che conduce alla zona industriale di Macchiareddu per evitare che gli automobilisti diretti a Sarroch possano intralciare le operazioni di soccorso, e un altro in corrispondenza della rotonda che conduce alla Saras per interrompere il flusso automobilistico in direzione Cagliari. Tali operazioni saranno gestite dalla polizia stradale, che valuterà le modalità di regolamentazione del traffico in funzione della gravità dell evento in corso, con l eventuale apporto del responsabile della funzione strutture operative. Nella tavole 4a, 4b e 4c sono riportate anche delle arterie di colore fucsia, che rappresentano invece le strade di competenza comunale la cui organizzazione può quindi essere gestita dalla funzione strutture operative del C.O.C. 37 Piano di emergenza per il rischio idraulico All. 0 Relazione di piano

38 I percorsi che collegano Cagliari e Assemini al centro di Capoterra sono i seguenti: strada consortile CACIP fino al cancello 73 strada comunale che attraversa l agro fino alla S.P. 91 S.P. 91- Via Cagliari fino all angolo con Via Gramsci; strada consortile CACIP fino al cancello 74 S.S. 195 fino alla rotonda della Residenza del Sole S.P. 91- Via Cagliari fino all angolo con Via Gramsci; S.S. 195 fino alla rotonda della Residenza del Sole S.P. 91- Via Cagliari fino all angolo con Via Gramsci; S.S. 195 fino alla rotonda di San Gerolamo strada comunale per Capoterra Corso Gramsci; Per raggiungere l abitato di Poggio dei Pini: tratto di strada comunale che collega la rotonda della Residenza del Poggio al bar Le Terrazze di Poggio dei Pini; tratto di strada comunale che collega Capoterra (via del Cimitero) al bar Le Terrazze di Poggio dei Pini; Per quanto riguarda la viabilità di evacuazione, gestita dal responsabile della funzione strutture operative in collaborazione col responsabile della funzione mezzi sono stati indicati col colore marrone i percorsi che consentono alla popolazione allertata di raggiungere facilmente e in piena sicurezza le aree di emergenza previste dal piano. 38 Piano di emergenza per il rischio idraulico All. 0 Relazione di piano

39 Nella tabella sottostante sono riportati tutti i cancelli indicati in cartografia: N IN CARTOGRAFIA (TAV. 4-4b e 4c) Ubicazione Referente cancello Telefono/cellulare Fax/ Attraversamento stradale località Is Pixinas Attraversamento stradale Rio Santa Lucia Attraversamento stradale Rio Santa Lucia Nord 2 Attraversamento stradale Località Santa Rosa Attraversamento stradale Capoterra Nord Attraversamento stradale Rio San Gerolamo Attraversamento stradale Rio San Gerolamo 2 Attraversamento stradale Rio Masoni Ollastu Attraversamento stradale Guado Rio Masoni Ollastu Attraversamento stradale Guado Campi Poggio Attraversamento stradale Poggio dei Pini - Diga Giorgio Lecca Giorgio Lecca Giorgio Lecca Giorgio Lecca Giorgio Lecca Giorgio Lecca Giorgio Lecca Giorgio Lecca Cooperativa Su Spantu Cooperativa Poggio Pini Cooperativa Poggio Pini polizialocale@comune.capoterra.ca.it polizialocale@comune.capoterra.ca.it polizialocale@comune.capoterra.ca.it polizialocale@comune.capoterra.ca.it polizialocale@comune.capoterra.ca.it polizialocale@comune.capoterra.ca.it polizialocale@comune.capoterra.ca.it polizialocale@comune.capoterra.ca.it Attraversamento stradale Cooperativa Hydrocontrol Poggio Pini I dati delle tabelle dovranno essere sempre aggiornati e gli eventuali cambiamenti dovranno essere comunicati alle strutture del Sistema di Comando e Controllo 39 Piano di emergenza per il rischio idraulico All. 0 Relazione di piano

40 7 LINEAMENTI DELLA PIANIFICAZIONE OBIETTIVI Gli obiettivi indispensabili che il Sindaco, in qualità di Autorità comunale di protezione civile, deve conseguire per fronteggiare una situazione di emergenza, nell ambito della direzione unitaria dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione, costituiscono i lineamenti della pianificazione esposta nel presente documento. Ai fini di garantire un efficace gestione dell emergenza a livello locale, ciascuno obiettivo è stato illustrato in maniera più o meno dettagliata mediante: una definizione iniziale, in cui viene spiegata in sintesi la motivazione per cui lo specifico obiettivo deve essere conseguito; l individuazione dei soggetti che partecipano alle attività necessari al conseguimento dei suddetti obiettivi; La strategia operativa adottata è funzione degli scenari di rischio considerati, dell evoluzione in tempo reale dell evento e della capacità di risposta all emergenza da parte del sistema locale di protezione civile. Gli obiettivi previsti dal piano sono stati definiti sulla base del contesto territoriale che si caratterizza per una elevata complessità, notevolmente condizionata dalla forte densità abitativa delle aree extraurbane e dall articolato assetto urbanistico. Tutti questi fattori non possono non influenzare la strategia utilizzata nella redazione del piano e determinano una certa difficoltà organizzativa e logistica nell individuazione delle aree di emergenza e della viabilità. 40

41 7.1 Funzionalità del sistema di allertamento locale Il presente piano di emergenza prevede le modalità con le quali il Comune garantisce i collegamenti telefonici e fax, e se possibile , sia con la Regione e con la Prefettura UTG, per la ricezione e la tempestiva presa in visione dei bollettini/avvisi di allertamento, sia con le componenti e strutture operative di protezione civile presenti sul proprio territorio, quali Carabinieri, Corpo Forestale, Polizia Municipale, Polizia Stradale, Vigili del Fuoco, Asl, sia con i comuni limitrofi di Assemini, Pula, Cagliari, Uta e Sarroch per la reciproca comunicazione di situazioni di criticità. Il sistema di allertamento prevede che le comunicazioni, anche al di fuori degli orari di lavoro della struttura comunale, giungano in tempo reale al Sindaco. A tal fine si farà riferimento al Responsabile della Protezione Civile comunale e al Responsabile della Polizia Municipale i cui compiti sono indicati nel modello d intervento allegato alla presente relazione. 7.2 Coordinamento operativo locale Per garantire il coordinamento delle attività di protezione civile, in particolare in situazioni di emergenza previste o in atto, il Sindaco deve poter disporre dell intera struttura comunale ed avvalersi delle competenze specifiche delle diverse strutture operative di protezione civile (L. 225/92) presenti in ambito locale, nonché di aziende erogatrici di servizi. A tal fine nel presente piano viene individuata la struttura di coordinamento che supporta il Sindaco nella gestione dell emergenza già partire dalle prime fasi di allertamento. Tale struttura avrà una configurazione iniziale minima (presidio operativo) organizzato nell ambito della stessa struttura comunale, composto dalla sola funzione tecnica di valutazione e pianificazione, per poi assumere una composizione più articolata (Centro Operativo Comunale) che coinvolge, in funzione dell evoluzione dell evento, anche enti ed amministrazioni esterni al Comune, e in grado di far fronte alle diverse problematiche connesse all emergenza attraverso la convocazione delle altre funzioni individuate nel piano. 41

42 7.2.1 Presidio operativo comunale A seguito dell allertamento, nella fase di attenzione, il Sindaco attiva presso la stessa sede comunale un presidio operativo, convocando la funzione tecnica di valutazione e pianificazione, per garantire un rapporto costante con la Regione, la Prefettura UTG e gli altri enti indicati nel modello d intervento. Inoltre vengono realizzati un adeguato raccordo con le strutture deputate al controllo e all intervento sul territorio e l eventuale attivazione del volontariato locale. Il presidio operativo sarà attivo 24 h su 24 e costituito dal responsabile della funzione tecnica di valutazione e pianificazione o suo delegato, con una dotazione di un telefono, un fax e un computer. Presidio Operativo Comunale di Capoterra Funzionario Enrico Concas Qualifica Responsabile Prot. Civ. Telefono cellulare Via Cagliari 91 Capoterra Fax I dati delle tabelle dovranno essere sempre aggiornati e gli eventuali cambiamenti dovranno essere comunicati alle strutture del Sistema di Comando e Controllo Centro operativo comunale (C.O.C.) Il Centro Operativo Comunale è la struttura di cui si avvale il sindaco per coordinare interventi di emergenza che richiedono anche il concorso di enti ed aziende esterne all amministrazione comunale. Il Centro è organizzato in funzioni di supporto, ossia in specifici ambiti di attività che richiedono l azione congiunta e coordinata di soggetti diversi. Tali funzioni sono state opportunamente stabilite nel piano di emergenza sulla base degli obbiettivi previsti nonché delle effettive risorse disponibili sul territorio comunale; per ciascuna di esse sono stati individuati i soggetti che ne fanno parte e, con opportuno atto dell amministrazione comunale, il responsabile. Di seguito vengono elencate le funzioni di supporto che, in linea di massima, è necessario attivare per la gestione di emergenze connesse alla tipologia di rischio; per 42

43 ciascuna funzione sono stati indicati i soggetti e/o gli enti che ne fanno parte (tra parentesi) e i relativi compiti in emergenza. La struttura del C.O.C. è riportata inoltre nella tabella sottostante. Tecnica di valutazione e pianificazione Sanità e assistenza sociale Volontariato Materiali e mezzi Servizi essenziali Censimento danni a persone o cose Strutture operative locali e viabilità Telecomunicazioni Assistenza alla popolazione Assistenza alla popolazione 43

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