+studi Strabella San Pietro, VICENZA Tel e Fax: crosara@piustudi.eu COMUNE DI CASTEGNERO
|
|
- Andrea Sassi
- 8 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 REGIONE DEL VENETO PROVINCIA DI VICENZA COMUNE DI CASTEGNERO Piano di Assetto del Territorio del Comune di Castegnero (L. 3 agosto 1998 n. 267) Il Tecnico incaricato Ing. Giovanni Crosara Collaboratori Ing. Tiziana Ambrosi Ing. Riccardo Ballerini Vicenza, 18/09/2008 Giovanni Crosara ingegnere civile idraulico +studi Strabella San Pietro, VICENZA Tel e Fax: crosara@piustudi.eu ARCHIVIO 09/07
2
3 INDICE PARTE PRIMA 5 1. Premessa 5 2. Il Piano di Assetto del Territorio P.A.T La Valutazione di Compatibilità Idraulica Quadro normativo di riferimento Ambito di applicazione e caratteristiche generali Principali contenuti Indicazioni operative Inquadramento territoriale Inquadramento geologico Area pedecollinare capoluogo Castegnero Fascia centrale pianeggiante frazione Ponte di Castegnero Fascia orientale pianeggiante frazione Villaganzerla Inquadramento idraulico La rete acque meteoriche Gli Ambiti Territoriali Omogenei (ATO) Il piano di assetto idrogeologico (P.A.I.) Premesse Pericolosità idraulica e geologica Il rischio idraulico Programma Provinciale di Previsione e Prevenzione dei Rischi: Il Rischio Idraulico Consorzio di Bonifica competente 27 PARTE SECONDA I principali parametri idraulici di dimensionamento Le curve di possibilità pluviometrica Il tempo di ritorno Il coefficiente di deflusso Il calcolo della portata Calcolo dei volumi di invaso Misure da attuare per mitigare l impatto idraulico Mitigazione dei volumi in eccesso Mitigazione dei carichi inquinanti 51 2
4 PARTE TERZA Area agricola trasformabile Ambiti di nuova urbanizzazione Ambito 1.1 Area residenziale Castegnero Capoluogo (SCHEDA 1.1) Ambito 2.1 Area residenziale Ponte di Castegnero (SCHEDA 2.1) Ambito 2.2 Area produttiva n. 98 Ponte di Castegnero (SCHEDA 2.2) Scheda 3.1 Area residenziale Villaganzerla (SCHEDA 3.1) Ambito 3.2 Nuova stazione elettrica di Castegnero a Villaganzerla (SCHEDA 3.2) Ambito 3.3 Realizzazione tratto A31-Valdastico Sud (SCHEDA 3.3) Conclusioni 71 ALLEGATI 72 RIFERIMENTI 73 3
5 4
6 PARTE PRIMA 1. PREMESSA Su incarico del Comune di Castegnero è stata eseguita la presente Valutazione di Compatibilità Idraulica, ai sensi della Legge 3 agosto 1998, n. 267, relativamente al Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) del Comune di Castegnero. Con la Legge Regionale n. 11 del 23/04/2004, Norme per il governo del territorio, entra in applicazione la nuova legislazione urbanistica regionale, che stabilisce come i Comuni debbano dotarsi di un nuovo Piano Regolatore Comunale, che va in sostanza a sostituire il vecchio Piano Regolatore Generale. Il governo del territorio viene attuato attraverso la pianificazione, urbanistica e territoriale del Comune, della Provincia e della Regione. Il nuovo strumento che regola la pianificazione territoriale è suddiviso in due parti - il Piano di Assetto del Territorio (PAT) che contiene le disposizioni strutturali e programmatiche; - il Piano degli Interventi (PI) che contiene le disposizioni operative per consentire la realizzazione delle opere programmate. Il Piano di Assetto del Territorio diventa quindi lo strumento di pianificazione che delinea le scelte strategiche di assetto e di sviluppo per il governo del territorio comunale. In particolare fissa gli obiettivi e le condizioni di sostenibilità degli interventi e delle trasformazioni ammissibili. 5
7 2. IL PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO P.A.T. Il Piano di Assetto Territoriale comunale è lo strumento di pianificazione urbanistica che delinea le scelte strategiche di assetto e sviluppo per il governo del territorio, al fine di perseguire la tutela dell integrità fisica ed ambientale, nonché dell identità culturale e paesaggistica dello stesso. Il Piano interessa ambiti comunali omogenei per caratteristiche insediativi-culturali, geomorfologiche, storico-culturali e ambientali, o concerne ipotesi progettuali che, per dimensione o rilevanza territoriale, incidono significativamente sulle previsioni strutturali comunali e rappresenta una interpretazione del paesaggio riconosciuto. Il PAT comunale è redatto in conformità ai contenuti di cui alla L.R. 11/2004, agli specifici atti di indirizzo, alle direttive urbanistiche regionali del Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (PTRC), agli indirizzi e alle politiche urbanistiche espressi dalle comunità locali. Per quanto concerne il quadro di Difesa del Suolo dovrà essere approfondita una descrizione dell assetto idrogeologico dell ambito, con particolare attenzione al sistema collinare. Gli interventi previsti all interno del territorio comunale dovranno essere conformi al Piano di assetto Idrogeologico (PAI). In particolare dovranno garantire adeguati requisiti rispetto alle immissioni di acque meteoriche nei corsi d acqua pubblici. Gli interventi di modificazione e trasformazione del territorio dovranno quindi adottare particolari accorgimenti o dispositivi volti alla salvaguardia del territorio che potranno essere costituiti in linea generale da: Riduzione delle superfici impermeabilizzate; Realizzazione di bacini di accumulo temporaneo delle acque meteoriche per ciascun intervento di trasformazione che comporti modifiche decisive; dispersione in zone permeabili le acque meteoriche prodotte dall impermeabilizzazione delle aree urbanizzate. Come specificato nelle indicazioni operative tale strumento deve essere utilizzato come misura complementare alla predisposizione di volumi di invaso e comunque con particolare attenzione alla presenza della falda acquifera; predisposizioni di linee guida per gli interventi lungo i corsi d acqua, da concordare con gli enti preposti (Consorzio di Bonifica). Nella costruzione del PAT uno speciale rilievo assume la valorizzazione del reticolo storico del principali corsi d acqua, esito di un continuo lavoro di riscrittura del rapporto tra risorse idriche ed uso agricolo del suolo. Gli interventi di tutela dovranno garantire il giusto equilibrio tra leggibilità del carattere artificiale del reticolo idrografico ed opportunità correlate al loro ruolo di corridoi di arricchimento della biodiversità e della naturalità. 6
8 3. LA VALUTAZIONE DI COMPATIBILITÀ IDRAULICA Per quanto concerne gli aspetti idraulici, a causa della crescente antropizzazione e dello scarso rispetto avuto nel passato, il risultato è quello di un territorio fragile dal punto di vista idrogeologico con fattori di rischio ben evidenti nel momento in cui è investito da eventi meteorici di intensità anche di poco più elevata rispetto alla media. In quest ottica la Giunta Regionale, con delibera n del , pubblicata dal B.U.R. n. 18 del , ha previsto che per tutti gli strumenti urbanistici generali e le varianti, generali o parziali o che comunque possano recare trasformazioni del territorio tali da modificare il regime idraulico esistente, sia presentata una Valutazione di Compatibilità Idraulica. In particolare tutti gli strumenti urbanistici adottati dopo il , o la cui fase di controdeduzioni non sia conclusa entro tale data, devono produrre uno studio di compatibilità idraulica. Scopo fondamentale dello studio è quello di far si che le valutazioni urbanistiche, sin dalla fase della loro formazione, tengano conto dell attitudine dei luoghi ad accogliere la nuova edificazione, considerando le interferenze che queste hanno con i dissesti idraulici presenti o potenziali, nonché le possibili alterazioni del regime idraulico che le nuove destinazioni o trasformazioni d uso del suolo possono venire a determinare. Nei paragrafi seguenti verranno indicate le indicazioni generali che dovranno essere seguite nella redazione della Valutazione di Compatibilità Idraulica Quadro normativo di riferimento A seguito della D.G.R. n del , pubblicata dal B.U.R. n. 18 del , di recepimento delle disposizioni di cui alla citata L. 267/98, tutti gli strumenti urbanistici adottati dopo il , o la cui fase di controdeduzioni non sia conclusa entro tale data, devono produrre uno studio di compatibilità idraulica. In sede di applicazione della D.G.R. si è riscontrata la necessità che siano fornite ulteriori indicazioni per ottimizzare la procedura finalizzata ad assicurare un adeguato livello di sicurezza del territorio. L entrata in vigore della L.R. n. 11 del , nuova disciplina regionale per il governo del territorio, ha sensibilmente modificato l approccio per la pianificazione urbanistica talché si è evidenziata la necessità che anche la Valutazione di Compatibilità Idraulica venga adeguata alle nuove procedure. Per aggiornare le modalità operative al nuovo assetto intervenuto e per aggiornare i contenuti e le procedure si rende necessario ridefinire le Modalità operative e indicazioni tecniche relative alla Valutazione di Compatibilità Idraulica per la redazione degli strumenti urbanistici riportate in allegato alla D.G.R. n del , di cui costituiscono parte integrante, che sostituiscono la precedente versione allegata alla D.G.R. 3637/2002. Nel seguito se ne riportano i punti salienti. 7
9 3.2. Ambito di applicazione e caratteristiche generali Al fine di consentire una più efficace prevenzione dei dissesti idraulici ed idrogeologici ogni nuovo strumento urbanistico comunale (PAT/PATI o PI) deve contenere uno studio di compatibilità idraulica che valuti per le nuove previsioni urbanistiche le interferenze che queste hanno con i dissesti idraulici presenti e le possibili alterazioni causate al regime idraulico. In relazione alla necessità di non appesantire l iter procedurale, la valutazione di cui sopra è necessaria solo per gli strumenti urbanistici comunali (PAT/PATI o PI), o varianti che comportino una trasformazione territoriale che possa modificare il regime idraulico. Per le varianti che non comportano alcuna alterazione del regime idraulico ovvero che comportano un alterazione non significativa la Valutazione di Compatibilità Idraulica è sostituita dalla relativa asseverazione del tecnico estensore dello strumento urbanistico attestante che ricorre questa condizione. Nella Valutazione di Compatibilità Idraulica si deve assumere come riferimento tutta l area interessata dallo strumento urbanistico in esame, cioè l intero territorio comunale per i nuovi strumenti urbanistici PAT/PATI o PI, ovvero le aree interessate dalla nuove previsioni urbanistiche, oltre che quelle strettamente connesse per le varianti agli strumenti urbanistici vigenti. Per i nuovi strumenti urbanistici, o per le varianti, dovranno essere analizzate le problematiche di carattere idraulico, individuate le zone di tutela e fasce di rispetto a fini idraulici ed idrogeologici nonché dettate le specifiche discipline per non aggravare l esistente livello di rischio idraulico, fino ad indicare tipologia e consistenza delle misure compensative da adottare nell attuazione delle previsioni urbanistiche. Alla luce di quanto esposto negli Atti di Indirizzo emanati ai sensi dell art. 50 della L.R. 11/2004, le opere relative alla messa in sicurezza da un punto di vista idraulico (utilizzo di pavimentazioni drenanti su sottofondo permeabile per i parcheggi, aree verdi conformate in modo tale da massimizzare le capacità di invaso e laminazione; creazione di invasi compensativi, manufatti di controllo delle portate delle acque meteoriche, etc.) e geologico (rilevati e valli artificiali, opere di difesa fluviale) dei terreni vengono definite opere di urbanizzazione primaria. A livello di PAT lo studio sarà costituito dalla verifica di compatibilità della trasformazione urbanistica con le indicazioni del PAI e degli altri studi relativi a condizioni di pericolosità idraulica nonché alla caratterizzazione idrologica ed idrografica del territorio. 8
10 3.3. Principali contenuti Principale obiettivo delle studio è di dimostrare che, per effetto delle nuove previsioni urbanistiche, non venga aggravato, o pregiudicata la riduzione dell esistente livello di rischio idraulico. Dovrà quindi innanzitutto essere verificata l ammissibilità dell intervento, considerando le interferenze tra i dissesti idraulici presenti e le destinazioni o trasformazioni d uso del suolo collegate all attuazione della variante. Inoltre deve essere considerato che l impermeabilizzazione delle superfici contribuisce in modo determinante all incremento del coefficiente di deflusso ed al conseguente aumento del coefficiente udometrico delle aree trasformate. Pertanto ogni progetto di trasformazione dell uso del suolo che provochi una variazione di permeabilità superficiale deve prevedere misure compensative volte e mantenere costante il coefficiente udometrico secondo il principio dell invarianza idraulica, che viene così definito: Per trasformazione del territorio ad invarianza idraulica si intende la trasformazione di un area che non provochi un aggravio della portata di piena del corpo idrico ricevente i deflussi superficiali originati dall area stessa. I contenuti fondamentali che dovranno essere introdotti con la Valutazione di Compatibilità Idraulica sono i seguenti: descrizione della variante oggetto di studio (individuazione e descrizione degli interventi urbanistici); descrizione delle caratteristiche dei luoghi (caratteristiche idrografiche ed idrologiche, caratteristiche delle reti fognarie, descrizione della rete idraulica ricettrice, ove necessario caratteristiche geomorfologiche, geotecniche e geologiche); analisi delle trasformazioni delle superfici delle aree interessate in termini di impermeabilizzazione; valutazione della criticità idraulica del territorio; valutazione del rischio e della pericolosità idraulica; proposta ed indicazione di misure compensative e/o di mitigazione del rischio. 9
11 3.4. Indicazioni operative Per quanto concerne l individuazione delle aree di pericolosità e di rischio derivanti dalla rete idrografica maggiore si dovrà fare riferimento a ciò che è definito nel PAI. Tali informazioni potranno inoltre essere integrate da ulteriori analisi condotte da Enti o soggetti diversi. Per le zone considerate pericolose la valutazione di compatibilità idraulica dovrà analizzare la coerenza tra le condizioni di pericolosità riscontrate e le nuove previsioni urbanistiche, eventualmente fornendo indicazioni di carattere costruttivo, quali ad esempio la possibilità di realizzare volumi utilizzabili al di sotto del piano campagna o la necessità di prevedere che la nuova edificazione avvenga a quote superiori a quelle del piano campagna. Per quanto riguarda il principio dell invarianza idraulica in linea generale le misure compensative sono da individuare nella predisposizione di volumi di invaso che consentano la laminazione delle piene. Potrà essere preso in considerazione il reperimento di nuove superfici atte a favorire l infiltrazione dell acqua, solamente come misura complementare in zone non a rischio di inquinamento della falda e ovviamente dove tale ipotesi possa essere efficace. Lo studio dovrà essere corredato di analisi pluviometrica con ricerca delle curve di possibilità climatica per durate di precipitazione corrispondenti al tempo di corrivazione critico per le nuove aree da trasformare. Il Tempo di Ritorno cui fare riferimento viene definito pari a 50 anni. I coefficienti di deflusso, ove non determinati analiticamente, andranno convenzionalmente assunti pari a 0,1 per le aree agricole, 0,2 per le superfici permeabili (aree verdi), 0,6 per le superfici semi-permeabili (grigliati drenanti con sottostante materasso ghiaioso, strade in terra battuta o stabilizzato, ) e pari a 0,9 per le superfici impermeabili (tetti,terrazze, strade, piazzali,..). I metodi per il calcolo delle portate di piena potranno essere di tipo concettuale ovvero modelli matematici. Tra i molti modelli di tipo analitico/concettuale di trasformazione afflussideflussi disponibili in letteratura si può fare riferimento a tre che trovano ampia diffusione in ambito internazionale e nazionale: il Metodo Razionale, che rappresenta nel contesto italiano la formulazione il metodo Curve Numbers proposto dal Soil Conservation Service (SCS) il metodo dell invaso. Dovranno essere stimate le portate massime scaricabili e definiti gli accorgimenti tecnici per evitarne il superamento in caso di eventi estremi. Tuttavia è importante evidenziare che l'obiettivo dell'invarianza idraulica richiede a chi propone una trasformazione di uso del suolo di accollarsi, attraverso opportune azioni 10
12 compensative nei limiti di incertezza del modello adottato per i calcoli dei volumi, gli oneri del consumo della risorsa territoriale costituita dalla capacità di un bacino di regolare le piene e quindi di mantenere le condizioni di sicurezza territoriale nel tempo. A seguito della D.G.R. 1322/2006 viene inoltre introdotta una classificazione degli interventi di trasformazione delle superfici. Tale classificazione consente di definire soglie dimensionali in base alle quali si applicano considerazioni differenziate in base all effetto atteso dell intervento. La classificazione è riportata nella seguente tabella. CLASSE DI INTERVENTO Trascurabile impermeabilizzazione potenziale Modesta impermeabilizzazione potenziale Significativa impermeabilizzazione potenziale Marcata impermeabilizzazione potenziale DEFINIZIONE intervento su superfici di estensione inferiore a 0,1 ha intervento su superfici di estensione comprese fra 0,1 e 1,0 ha -intervento su superfici di estensione comprese fra 1,0 e 10 ha; -interventi su superfici di estensione oltre i 10 ha con Imp<0,3 intervento su superfici di estensione superiori a 10 ha con Imp>0,3 Nelle varie classi andranno adottati i seguenti criteri: - nel caso di trascurabile impermeabilizzazione potenziale è sufficiente adottare buoni criteri costruttivi per ridurre le superfici impermeabili, quali le superfici dei parcheggi; - nel caso di modesta impermeabilizzazione potenziale, oltre al dimensionamento dei volumi compensativi cui affidare funzioni di laminazione delle piene è opportuno che le luci di scarico non eccedano le dimensioni di un tubo di diametro di 200 mm e che i tiranti idrici ammessi nell invaso non eccedano il metro; - nel caso di significativa impermeabilizzazione potenziale, andranno dimensionati i tiranti idrici ammessi nell invaso e le luci di scarico in modo da garantire la conservazione della portata massima defluente dall area di trasformazione ai valori precedenti l impermeabilizzazione; - nel caso di marcata impermeabilizzazione potenziale è richiesta la presentazione di uno studio di dettaglio molto approfondito. 11
13 4. INQUADRAMENTO TERRITORIALE Il Comune di Castegnero è posizionato nella parte sud est del territorio della Provincia di Vicenza, tra i Comuni di Nanto, Acugnano, Longare e Montegaldella. Dal punto di vista geomorfologico è caratterizzato da una conformazione differenziata tra pianura, circa il 75%, e collina per circa il 25% (appartenente al gruppo dei Colli Berici, posti a ovest). La superficie ha una conformazione allungata con l asse maggiore orientato da est a ovest. La parte più stretta del territorio con orientamento nord-sud è posta in pianura; la stessa pianura è attraversata dal canale Bisatto. L altitudine è compresa tra una quota minima di 20 m s.m.m. e da una massima di 412 m s.m.m. per una estensione complessiva di circa 11,63 kmq. Gli unici corsi d acqua di un certo interesse sono il canale Bisatto, che attraversa nella direzione nord-sud il territorio comunale passando per Ponte di Castegnero e il Rio Nina che scorre lungo il confine con il Comune di Montegaldella. Il Comune di Castegnero è inserito in un contesto ambientale piuttosto ampio, strutturato su tre tipologie paesaggistiche: l ambito collinare, l ambito di pianura e le aree fluviali. Da un punto di vista insediativo il territorio è costituito da tre nuclei urbani: il capoluogo Castegnero e le due frazioni Ponte di Castegnero e Villaganzerla. Il capoluogo Castegnero è ubicato in posizione pedecollinare (si estende dai piedi fino alla metà del versante collinare) ed è l insediamento di origini più antiche. E spostato verso ovest rispetto alla principale arteria di comunicazione. Il tessuto urbano, piuttosto omogeneo e consolidato presente tuttavia alcuni comparti in degrado. Parzialmente è già stato avviato il recupero mediante degli specifici Piani, soprattutto di iniziativa pubblica. La frazione Ponte di Castegnero, posta in posizione centrale dell ambito comunale, è tagliata trasversalmente dalla Strada Provinciale n. 247 e dal canale Bisatto. Vista la sua posizione favorevole è stata oggetto di crescita recente, meno ordinata, e caratterizzata da insediamenti produttivi e commerciali di rilievo (in particolare lungo la Strada Provinciale). Villaganzerla è la frazione posta più a est nel territorio. L area è completamente pianeggiante ed è attraversata dalla Strada Provinciale n. 16. Il tessuto urbano è piuttosto recente. Si riscontra la presenza di una importante area dismessa da recuperare, strettamente collegata ad un area produttiva che sarà necessario rilocalizzare. Le espansioni residenziali sono legate e a diverse tipologie architettoniche ed insediative ed in particolare è sottolineata l assenza di spazi di aggregazione ben definiti. La viabilità esistente è caratterizzata da una discreta rete di strade comunali e vicinali sufficiente a collegare anche le abitazioni più isolate. Il territorio comunale è attraversato da nord 12
14 a sud dall attuale S.P. n. 247 (ex Strada Statale) e dalla S.P. n.16 che collega il Comune con Montegaldella. Le aree maggiormente antropizzate sono, pertanto, quelle di pianura, nelle quali è praticata l agricoltura e si sono sviluppate le attività produttive e dei servizi. Il contesto collinare appare, invece, meno artificializzato, conservando, alle quote più elevate, una discreta continuità degli ambienti forestali e, a ridosso della pianura, delle coltivazioni di pregio anche sotto l aspetto paesaggistico (vigneti, frutteti, oliveti). L area collinare di Castegnero rientra all interno dei confini del Sito di Importanza Comunitaria denominato Colli Berici ed identificato dal codice IT
15 5. INQUADRAMENTO GEOLOGICO Per un quadro più completo dell ambito geologico si rimanda alla specifica relazione tecnica redatta dal Dott. Geol. Rimsky Valvassori e allegata al PAT. Brevemente si riassumono qui le caratteristiche del territorio, distinguendo nelle tre fasce principali corrispondenti in sostanza con i tre nuclei urbani Area pedecollinare capoluogo Castegnero Per quanto riguarda la porzione collinare si riscontra che il versante più a ovest è caratterizzato dalla presenza di rocce compatte a stratificazione indistinta, mentre il versante est è caratterizzato da roccia prevalentemente tenera e soggetta a fenomeni di distaccamento massi. La diversa caratterizzazione del suolo si traduce anche nella diversa fragilità del territorio. In particolar modo dalla Carta delle Fragilità, allegata alla relazione geologica, mostra come l area collinare ovest sia classificata come area idonea all edificazione mentre il versante est sia classificato come non idoneo. Svariate zone sono soggette ad erosione e la falda si trova a profondità superiori ai 10 m rispetto al piano campagna. Si rileva comunque che non sono previsti interventi edificatori in questa parte del territorio Fascia centrale pianeggiante frazione Ponte di Castegnero Per quanto riguarda la fascia centrale del territorio comunale posta tra la parte pedecollinare e la frazione di Villaganzerla la stratigrafia è costituita essenzialmente da materassi alluvionali fluvioglaciali, morenici o lacustri a granulometria limo-argillosa (soprattutto porzione sud) e sabbiosa (porzione nord). Nella Carta delle Fragilità, allegata alla relazione geologica, è evidenziato come tutta la fascia pianeggiante sia classificata come area idonea a condizione. Ad ovest del canale Bisatto sono segnalate zone che nel corso degli anni hanno subito fenomeni di esondazione e ristagno delle acque. La profondità della falda è compresa entro i 2,0 m dal piano campagna, fatta eccezione per la fascia in corrispondenza del canale Bisatto, dove, a causa dell influenza del canale stesso, si trova a quote comprese tra i 2,0 e i 5,0 m rispetto al p.c. 14
16 5.3. Fascia orientale pianeggiante frazione Villaganzerla Per quanto riguarda la fascia orintale del territorio comunale posta ad est di Ponte di Castegnero fino al confine con Montegaldella è costituita essenzialmente da materassi alluvionali fluvioglaciali, morenici o lacustri a granulometria limo-argillosa e sabbiosa (punta sud-est). Nella Carta delle Fragilità, allegata alla relazione geologica, è evidenziato come tutta la fascia pianeggiante sia classificata come area idonea a condizione. La profondità della falda è compresa entro i 2,0 m dal piano campagna. 15
17 6. INQUADRAMENTO IDRAULICO Per quanto concerne l idrografia principale del Comune di Castegnero si rileva che gli unici corsi d acqua di un certo interesse sono il Canale Bisatto, che attraversa nella direzione nord-sud il territorio comunale passando per Ponte di Castegnero e il Rio Nina. Il sistema idrografico principale del Bacino del Bacchiglione, di cui i citati canali fanno parte, è già stato oggetto di approfondito studio nel Progetto di Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico del bacino idrografico del fiume Brenta-Bacchiglione redatto dall Autorità di Bacino. Si riportano pertanto di seguito le caratteristiche della rete idrografica superficiale relativa al Comune di Castegnero, individuate in tale studio, integrate con altri elementi desunti dallo Studio idrologico ed idraulico della rete idrografica del bacino Ottoville nel territorio dei Comuni di Montegaldella, Castegnero, Nanto, Mossano e Barbarano vicentino in Provincia di Vicenza, redatto da Ipros Ingegneria Ambientale S.r.l. nel giugno Il canale Bisatto ha origine presso Longare, alla chiusura del bacino montano del Fiume Bacchiglione. Il canale nasce come derivazione del fiume principale nel XII secolo.nel primo tratto il Bisatto è un canale incassato che scorre verso sud nella pianura compresa tra i Colli Berici ed Euganei ricevendo in destra i contributi di qualche piccolo torrentello ed in sinistra quelli di alcuni scoli di bonifica minori. Proseguendo il suo percorso nella pianura padovana aggira verso est il monte Lozzo e quindi piega verso sud in direzione di Este collegandosi, a monte dell'abitato, con il canale Brancaglia, toponimo che ivi assume il fiume Agno-Guà; a valle di questo nodo il canale prosegue con il nome di canale Este-Monselice in direzione est verso Monselice dove, mutato ancora il nome in canale Battaglia, piega verso nord dove si unisce al ramo del canale che discende da Padova. Lo scolo Nina ha invece origine alla confluenza del Fossona con il Brandezzà. Da qui si dirige poi verso sud, lambendo le pendici dei Colli Euganei e confluisce con il canale Bisatto a Vo Vecchio poco a monte della confluenza tra il Liona ed il Bisatto stesso. Il territorio è poi percorso da altri scoli e fossati secondari, per lo più posizionati in sede privata, che drenano i terreni a destinazione prevalentemente agricola convogliando le portate verso la rete principale. Le esondazioni dovute a piene storiche sono attribuibili all'evento del 1882, quando si verificarono allagamenti in destra e in sinistra in corrispondenza di Battaglia Terme, tra Longare e Castegnero, e in destra idrografica tra Este e Monselice. Si deve ricordare che alcuni tra i sottobacini che alimentano con le loro portate il canale Bisatto-Battaglia sono costituiti da territori soggetti alla bonifica agraria da parte dei consorzi di bonifica competenti. Il sistema di canali di drenaggio e di collettamento delle acque piovane è generalmente dimensionato per eventi con tempo di ritorno ridotto, variabile da 10 anni per i 16
18 canali minori a 30 anni per quelli principali. In concomitanza ai più importanti eventi di piena, le condizioni critiche con esondazioni ed allagamenti più o meno diffusi di zone di campagna si manifestano dapprima nelle reti secondarie, mentre i canali di valle sono posti al sicuro proprio per effetto delle tracimazioni verificatesi nei bacini secondari di monte e dei propri affluenti. Si evidenzia che sulla base delle Tavole allegate al Progetto di Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico del bacino idrografico del fiume Brenta-Bacchiglione riguardanti la perimetrazione e classificazione delle aree in relazione alla pericolosità idraulica il Comune di Castegnero non risulta compreso in nessuna sua zona La rete acque meteoriche Nell ottobre del 2002, su richiesta del Amministrazione del Comune di Castegnero, è stato eseguito dallo scrivente Ing. Giovanni Crosara il rilievo della consistenza della rete fognaria comunale (rilievo eseguito nei mesi di agosto e settembre 2002). Per quanto di interesse, nell ambito dell analisi della rete acque meteoriche, si riportano brevemente le osservazioni e le conclusioni riportate nel documento che accompagna i rilievi sul campo. La rete bianca non è, dal punto di vista fognario, un entità omogenea e organica. E stata realizzata in momenti diversi senza alcun progetto. Nella maggior parte delle situazioni la rete acque meteoriche è stata realizzata tombinando i fossati di scolo dei campi. Solo nelle più recenti lottizzazioni la fognatura bianca è presente in centro strada ed è stata realizzata adottando i moderni criteri di progettazione (presenza di chiusini di ispezione, collettori in calcestruzzo con giunti a bicchiere, ecc.). Gli allacciamenti sono realizzati mediante pozzetti o collegamenti diretto alle condotte principali. La rete fognaria meteorica si estende per circa 11 km, è realizzata in calcestruzzo con diametri variabili da 300 mm a 1000 mm. Sono state inoltre individuate le principali condizioni di criticità della rete: Lo stato di manutenzione della rete fognaria bianca è risultato in generale non sufficiente a garantire il normale deflusso delle acque per precipitazione di bassa intensità. I punti di recapito della rete fognaria, cioè i fossati e le scoline stradali, non vengono regolarmente puliti e regolarizzati. In molte situazioni si è rilevato che la quota di fondo del fossato è superiore alla quota di scorrimento della condotta di scarico con problemi quindi di rigurgito nella rete e di allagamenti. Inoltre parte dei collettori, in particolare quelli più datati, sono parzialmente interrati ossia la quantità dei depositi presenti, sabbie e terra, riempie il condotto e non permette l invaso e il deflusso delle acque. Il rilievo della rete fognaria bianca è stato difficoltoso, per la mancanza di pozzetti di ispezione a volte assenti anche nei punti di confluenza tra tubazioni. Si raccomanda per le future lottizzazioni una analisi accurata e attenta del progetto della rete fognaria al fine di non aggravare la situazione esistente. 17
19 7. GLI AMBITI TERRITORIALI OMOGENEI (ATO) Nel progetto del PAT di Castegnero il piano è stato strutturato per Ambiti Territoriali Omogenei, ATO, come previsto al comma 1, lettera k), dell art. 13 della L.R. 11/04. Per A.T.O. si intendono le porzioni di territorio in riferimento alle quali si ritiene possano essere unitariamente considerate e risolte in termini sistemici pluralità di problemi di scala urbana e territoriale, caratterizzate da specifici assetti funzionali ed urbanistici e conseguenti politiche di interventi. Gli A.T.O. sono individuati per specifici contesti territoriali sulla base di valutazioni di carattere geografico, storico, paesaggistico ed insediativo. L omogeneità del territorio viene riconosciuta per analogia dei caratteri insediativi, urbani e territoriali, come individuato nelle tavole allegate al PAT. Il territorio del Comune di Castegnero è stato suddiviso in tre Ambiti Territoriali Omogenei, così individuati (tra parentesi è indicata l estensione territoriale indicativa di ogni ATO): 1) Collina e centro di Castegnero (S = 4,81 kmq); 2) Ponte di Castegnero (S = 2,06 kmq); 3) Pianura di Villaganzerla (S = 4,77 kmq). Per quanto concerne l analisi idraulica del territorio, si evidenzia l elevata estensione superficiale di ogni singolo ATO in cui è stato suddiviso il territorio comunale. Ciò comporta la difficile individuazione dell estensione delle superfici a diversa destinazione d uso (da un punto di vista idraulico interessano sostanzialmente l estensione delle aree impermeabili, semi-permeabili e permeabili, sia nello stato attuale che in quello futuro). Per tale motivo, presentandosi la realistica possibilità di realizzare stime con margini di errore piuttosto elevati, si è ipotizzato e scelto di condurre gli studi in maniera puntuale, e quindi non per singolo ATO, come già eseguito in studi idraulici di valutazione di compatibilità nel territorio della Provincia di Vicenza. Fatta esclusione per i Piani già approvati e per quelli in fase di realizzazione, presenti nel vigente P.R.G., gli interventi soggetti ad analisi idraulica si riducono in sostanza alle zone di completamento edificatorio, alla realizzazione della strada Valdastico sud e della nuova stazione elettrica di Castegnero che sarà ubicata nella parte est del territorio comunale. Gli ambiti di trasformazione sono definiti nella Tav. 4 Carta delle Trasformabilità allegata al PAT. Tali interventi saranno approfonditi nel seguito del documento. 18
20 8. IL PIANO DI ASSETTO IDROGEOLOGICO (P.A.I.) 8.1. Premesse La redazione del Piano di Assetto Idrogeologico (relativamente ai Bacini dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Piave e Brenta-Bacchiglione) da parte delle Autorità Competenti e delle Autorità di Bacino presenta come scopo primario quello di individuare e classificare opportunamente le zone soggette a rischio o a pericolosità idraulica e geologica. Una completa redazione del Piano ha comportato la necessità primaria di stilare un analisi conoscitiva del territorio mediante la descrizione dei sistemi fisici, la ricostruzione storica degli eventi di piena, l analisi delle criticità idrauliche. A questo sono state associate la sorveglianza e la ricognizione lungo i corsi d acqua per individuare eventuali situazioni di criticità, compreso lo stato di conservazione delle opere idrauliche realizzate nel corso degli anni. Una analisi approfondita permette, in funzione del grado di approfondimento raggiunto, di studiare possibili interventi di limitazione e attenuazione del rischio e della pericolosità idrogeologici. Tra le prerogative del P.A.I. si evidenziano quelle di individuare delle strategie di gestione del territorio che mirano alla conservazione e tutela dello stesso, ricorrendo ove necessario anche agli strumenti normativi; di indicare, infine, politiche per la riduzione del rischio attraverso nuove modalità di comportamento e attraverso la realizzazione di opere che garantiscano la sicurezza del territorio o, al contrario, con la rimozione di quelle che possano metterlo a rischio. Si rende quindi chiaro come il Piano di Assetto Idrogeologico si ponga come strumento prezioso per formulare piani urbanistici che tengano conto anche degli aspetti legati alla pericolosità idraulica e idrogeologica. Il Piano classifica i territori in funzione delle condizioni di pericolosità e rischio, per entrambe le quali valgono le medesime norme, nelle seguenti classi: PERICOLOSITA : P1 (pericolosità moderata); P2 (pericolosità media); P3 (pericolosità elevata); P4 (pericolosità molto elevata); RISCHIO: R1 (rischio moderato); R2 (rischio medio); R3 (rischio elevato); R4 (rischio molto elevato). 19
AUTORITA DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE NORMATIVA-TIPO RELATIVA AGLI AMBITI NORMATIVI DELLE FASCE DI INONDABILITÀ EX DGR 250/05
AUTORITA DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE NORMATIVA-TIPO RELATIVA AGLI AMBITI NORMATIVI DELLE FASCE DI INONDABILITÀ EX DGR 250/05 Documento approvato con DGR 1532 del 2.12.2005 - Allegato 2 - ALLEGATO 2
DettagliVALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE : PROCEDURA DI VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA PER REALIZZAZIONE IMPIANTO FOTOVOLTAICO
Nelle tavole seguenti si esaminano rispettivamente i valori storico-culturali e il patrimonio storico architettonico con la viabilità storica; in questo caso non si rilevano situazioni di particolare interesse.
DettagliPIANO GENERALE DEL SISTEMA FOGNARIO DEL COMUNE DI RIMINI 11 PIANO DEGLI INTERVENTI CON INDIVIDUAZIONE DEL LIVELLO DI PRIORITA E DEI COSTI
PIANO GENERALE DEL SISTEMA FOGNARIO DEL COMUNE DI RIMINI 11 PIANO DEGLI INTERVENTI CON INDIVIDUAZIONE DEL LIVELLO DI PRIORITA E DEI COSTI 85 PIANO GENERALE DEL SISTEMA FOGNARIO DEL COMUNE DI RIMINI IL
DettagliGemellaggi per l Internalizzazione Regionale di Esperienze di successo (A.G.I.R.E. POR) A.G.I.R.E. POR - Bari 17.03. 2008 1
Gemellaggi per l Internalizzazione Regionale di Esperienze di successo (A.G.I.R.E. POR) A.G.I.R.E. POR - Bari 17.03. 2008 1 Fase 2.1.1 Trasferimento delle esperienze maturate dalla Regione Marche in materia
DettagliINDICE. 1) Premessa... 2. 2) Sintesi dei contenuti tecnici e normativi del Piano Stralcio per la Tutela. dal Rischio Idrogeologico:...
INDICE 1) Premessa... 2 2) Sintesi dei contenuti tecnici e normativi del Piano Stralcio per la Tutela dal Rischio Idrogeologico:... 3 3) Lo studio di compatibilità idraulica... 8 4) Contenuti dello studio
DettagliDECRETO SEGRETARIALE N. 10 DEL 03.01.2012
DECRETO SEGRETARIALE N. 10 DEL 03.01.2012 OGGETTO: L. 365/00. Istanza di aggiornamento PAI Tagliamento, ai sensi dell art. 6 delle Norme di Attuazione, a seguito della progettazione di interventi urgenti
DettagliTutela dei versanti e sicurezza idrogeologica
Tutela dei versanti e sicurezza idrogeologica 20 ottobre 2004 Tutela dei versanti e sicurezza idrogeologica Norme di Attuazione: Titolo 6 Elaborati grafici di riferimento: Tavola 2 OBIETTIVI DEL PTCP COORDINAMENTO
DettagliInvarianza idraulica degli insediamenti esistenti e futuri Reticolo idrico minore
Invarianza idraulica degli insediamenti esistenti e futuri Reticolo idrico minore Dario Fossati UO Difesa del suolo ACQUA E SVILUPPO SOSTENIBILE - 20 MARZO 2015 I problemi delle aree urbanizzate (ridotta
DettagliANALISI E GESTIONE DEL RISCHIO PER SCOPI DI PROTEZIONE CIVILE
Territorio e Rischio Idrogeologico ANALISI E GESTIONE DEL RISCHIO PER SCOPI DI PROTEZIONE CIVILE DR. GEOL. FRANCESCO BENINCASA LIBERO PROFESSIONISTA PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE Il nuovo
DettagliVARIANTE AL R.U. PER INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA DEL TRATTO DELLA S.R.T. 439 "SARZANESE - VALDERA" IN ATTRAVERSAMENTO DEL C.A.
SIMONE STEFANI - GEOLOGO GEOLOGIA ECOLOGIA - AMBIENTE COMUNE DI TERRICCIOLA (Provincia di Pisa) VARIANTE AL R.U. PER INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA DEL TRATTO DELLA S.R.T. 439 "SARZANESE - VALDERA" IN
Dettagli1. INSERIMENTO URBANISTICO
A.S.A. Azienda Servizi Ambientali Comune di Pomarance OPERE DI COLLETTAMENTO DELLA RETE FOGNARIA AL NUOVO DEPURATORE RELAZIONE INSERIMENTO URBANISTICO Data Aprile 2015 Codice PGI G089-0636-000 Codice Commessa
DettagliAspetti geologici nella pianificazione
Associazione Nazionale Urbanisti e Pianificatori Territoriali e Ambientali con il patrocinio di Comune di Este Consorzio di Bonifica Adige Euganeo PREVENZIONE DEL RISCHIO IDRAULICO: PREVENZIONE UN COMPITO
DettagliStudio di Geologia Applicata - Dott. Geol. Pier Luigi Amadori
Studio di Geologia Applicata - Dott. Geol. Pier Luigi Amadori Viale della Repubblica, 4-47014 Meldola (FC) Tel-Fax. 0543/49 03 36 - C. F. MDR PLG 44L06 A 565 O - P. IVA 00627450406 PREMESSA La presente
Dettagli5. COMPRENSORIO DI PIAGGE-SAN SALVATORE (AP-20 AREA STRALCIATA) 5.1 VERIFICA PRELIMINARE E VERIFICA SEMPLIFICATA
5. COMPRENSORIO DI PIAGGE-SAN SALVATORE (AP-20 AREA STRALCIATA) 5.1 VERIFICA PRELIMINARE E VERIFICA SEMPLIFICATA Il Comprensorio PIAGGE SAN SALVATORE si estende a Sud del centro urbano della Città, lungo
DettagliIl rischio idraulico REGIONE EMILIA-ROMAGNA. Servizio Tecnico Bacino Reno. Giuseppe Simoni
Il rischio idraulico Giuseppe Simoni Servizio Tecnico Bacino Reno REGIONE EMILIA-ROMAGNA Il rischio da eventi naturali CONCETTI FONDAMENTALI 1) Il RISCHIO è il prodotto di più fattori : - PERICOLOSITA
DettagliCOMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)
COMUNE DI RAVENNA Il sistema di valutazione delle posizioni del personale dirigente GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) Ravenna, Settembre 2004 SCHEMA DI SINTESI PER LA
DettagliPREMESSO CHE: Autorità di bacino Alto Adriatico Comitato Istituzionale - delibera n. 4/2010 - Pagina 2
DELIBERA N. 4 Seduta del 21 dicembre 2010 OGGETTO: Adozione del Piano stralcio per l assetto idrogeologico del bacino del fiume Livenza. IL COMITATO ISTITUZIONALE VISTO il D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152
DettagliProvincia di Varese COMUNE DI ALBIZZATE. Studio del reticolo idrico comunale (D.G.R. del 25-01-02 n 7/7868 e s.m.i.)
REGIONE LOMBARDIA Provincia di Varese COMUNE DI ALBIZZATE Studio del reticolo idrico comunale (D.G.R. del 25-01-02 n 7/7868 e s.m.i.) Dicembre 2011 INDIVIDUAZIONE DEL RETICOLO IDROGRAFICO MINORE Studio
DettagliPIAE 2009-2028 1 TIPOLOGIA DI POLO. LITOLOGIA DEL GIACIMENTO Sabbie medie e fini COMUNE INTERESSATO Ostellato INQUADRAMENTO DELL AREA
TIPOLOGIA DI POLO LITOLOGIA DEL GIACIMENTO Sabbie medie e fini COMUNE INTERESSATO Ostellato INQUADRAMENTO DELL AREA L area è ubicata in località Cavallara presso l abitato di S.Giovanni nel Comune di Ostellato.
DettagliPIAE 2009-2028 1 TIPOLOGIA DI POLO. LITOLOGIA DEL GIACIMENTO Sabbie fini. COMUNI INTERESSATI Ferrara INQUADRAMENTO DELL AREA
TIPOLOGIA DI POLO LITOLOGIA DEL GIACIMENTO Sabbie fini COMUNI INTERESSATI Ferrara INQUADRAMENTO DELL AREA L area è ubicata a nord degli abitati di Porotto e Cassana, nel Comune di Ferrara, confina a nord
DettagliLinee guida di progettazione geologica: un esempio in rapporto alla idrogeologia di bassa pianura IL PROGETTO IDRO DELLA PROVINCIA DI VENEZIA
ORDINE DEI GEOLOGI DEL VENETO Venezi a Mestre, 01 febbraio 2014 Linee guida di progettazione geologica: un esempio in rapporto alla idrogeologia di bassa pianura IL PROGETTO IDRO DELLA Valentina Bassan
DettagliUna metodologia da utilizzare può essere così sintetizzata:
10 CRITERI TECNICI DELLE PRIORITÀ L elenco dei siti con gli indici di priorità contenuti nel presente piano, dovrà essere rivisto ed aggiornato alla luce delle risultanze emergenti dai piani di caratterizzazione.
DettagliElementi di Pianificazione di Emergenza comunale: l'identificazione degli scenari di rischio
Elementi di Pianificazione di Emergenza comunale: l'identificazione degli scenari di rischio Eva Trasforini Fondazione CIMA eva.trasforini@cimafoundation.org Vi racconto qualcosa di me Ho un TOT di anni
DettagliCOMMISSARIO DELEGATO PER L EMERGENZA CONCERNENTE GLI ECCEZIONALI EVENTI METEOROLOGICI DEL 26 SETTEMBRE 2007
ORDINANZA N. 3 DEL 22.01.08 Oggetto: O.P.C.M. n. 3621 del 18.10.2007. Interventi urgenti di protezione civile diretti a fronteggiare i danni conseguenti agli eccezionali eventi meteorologici che hanno
DettagliCapitolo 9 PROGRAMMA DEGLI INTERVENTI 9 PROGRAMMA DEGLI INTERVENTI
9 Il Piano per l assetto idrogeologico ha lo scopo di assicurare, attraverso vincoli, direttive e la programmazione di opere strutturali, la difesa del suolo - in coerenza con le finalità generali indicate
Dettagli1. PREMESSA... 2 2. PARAMETRI IDROLOGICI DI PROGETTO... 3 3. VERIFICHE IDRAULICHE... 5
INDICE 1. PREMESSA... 2 2. PARAMETRI IDROLOGICI DI PROGETTO... 3 3. VERIFICHE IDRAULICHE... 5 PROGETTO ESECUTIVO 1/9 1. PREMESSA La presente relazione descrive gli aspetti idraulici connessi con lo smaltimento
DettagliPer garantire l invarianza idraulica si è tenuto conto dei seguenti elementi:
1 Premessa Il comparto rientra nell ambito degli accordi con i privati di cui all art. 18 della L.R. n. 20/2000 contrassegnato col n. 16 Lido di Classe Nord Sud, ed è soggetto a PUA generale. E costituito
DettagliCAPITOLO 8 I PROGRAMMI DI INTERVENTO IN MATERIA DI DIFESA DEL SUOLO
CAPITOLO 8 I PROGRAMMI DI INTERVENTO IN MATERIA DI DIFESA DEL SUOLO 207 I PROGRAMMI DI INTERVENTO IN MATERIA DI DIFESA DEL SUOLO 8.1 Criteri generali di individuazione e valutazione degli interventi Gli
DettagliCOMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA
COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA METODOLOGIA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Approvato con atto G.C. n. 492 del 07.12.2011 1
DettagliComune di San Martino Buon Albergo
Comune di San Martino Buon Albergo Provincia di Verona - C.A.P. 37036 SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI DIRIGENZIALI Approvato dalla Giunta Comunale il 31.07.2012 INDICE PREMESSA A) LA VALUTAZIONE
Dettagli1. PREMESSA 2. CALCOLI E VERIFICHE FOGNATURA ACQUE REFLUE
1. PREMESSA La presente verifica idraulica fa riferimento alla precedente verifica allegata al progetto preliminare approvato con Deliberazione del Giunta Municipale n. 113 del 19.09.2011, con la quale
DettagliArt. 1 - Principi e scopi Art. 2 - Contenuti delle norme Art. 3 Principi interpretativi Art. 4 Ambito d intervento Art. 5 Suddivisione del territorio
Art. 1 - Principi e scopi Art. 2 - Contenuti delle norme Art. 3 Principi interpretativi Art. 4 Ambito d intervento Art. 5 Suddivisione del territorio Art. 6 Comparti sottoposti a ristrutturazione edilizia
DettagliComune di Rieti Assessorato Protezione Civile
1 Comune di Rieti Assessorato Protezione Civile PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE STRUTTURA DEL PIANO COMUNE DI RIETI SETTORE VI - Ufficio Protezione Civile CODICE DOCUMENTO ELABORATO 0 1-0 1-0 2-0 4
DettagliPiano Regionale di Tutela delle Acque del Friuli Venezia Giulia
Associazione Imprenditori Idroelettrici del Friuli Venezia Giulia Monitoraggio dei corsi d'acqua per la realizzazione e la gestione delle derivazioni Palazzo Torriani, Udine, 20 settembre 2013 Piano Regionale
DettagliSTATUTO CONSORTILE. Art. 50, comma 4
STATUTO CONSORTILE Art. 50, comma 4 Entro due anni dall approvazione dello statuto da parte della Giunta regionale, il Consorzio provvede ad esplicitare nell avviso di pagamento lo specifico beneficio
DettagliDETERMINAZIONE PROT N. 8498 / REP. N. 509 DEL 02.10.2012
AUTORITà DI BACINO DETERMINAZIONE PROT N. 8498 / REP. N. 509 DEL Oggetto: Comune di Arzana - Studio di compatibilità geologica e geotecnica ai sensi dell art. 31 comma 6 lett. a delle N.A. del PAI inerente
Dettagli3. PROBLEMATICHE AMBIENTALI
3. PROBLEMATICHE AMBIENTALI La tavola riassume le criticità più significative che interessano l intero territorio comunale di Valeggio sul Mincio alla luce dell analisi operata dal Documento Preliminare
DettagliPIANO GENERALE DI BONIFICA E DI TUTELA DEL TERRITORIO
PIANO GENERALE DI BONIFICA E DI TUTELA DEL TERRITORIO (L.R. 8 maggio 29 n. 12, art. 23) PRIMA STESURA LUGLIO 21 2) CARATTERIZZAZIONE PLUVIOMETRICA DEL COMPRENSORIO CONSORZIALE CONSORZIO DI BONIFICA BACCHIGLIONE
DettagliDifesa del suolo e pianificazione dei bacini idrografici
Quadro normativo: Legge 183/89, «Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo» Si intende: a) per suolo: il territorio, il suolo, il sottosuolo, gli abitati e le opere infrastrutturali;
DettagliCAPITOLO 6 IL SISTEMA INFORMATIVO TERRITORIALE DELL AUTORITÀ DI BACINO DELLA BASILICATA
CAPITOLO 6 IL SISTEMA INFORMATIVO TERRITORIALE DELL AUTORITÀ DI BACINO DELLA BASILICATA 189 IL SISTEMA INFORMATIVO TERRITORIALE DELL AUTORITÀ DI BACINO DELLA BASILICATA 6.1 Premessa Il Sistema Informativo
DettagliMANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6
MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.
DettagliTRACCIA PER LA REDAZIONE DELLA RELAZIONE GEOLOGICA E DELLA RELAZIONE GEOTECNICA FACENTI PARTE DI UN PROGETTO PER COSTRUZIONI.
TRACCIA PER LA REDAZIONE DELLA RELAZIONE GEOLOGICA E DELLA RELAZIONE GEOTECNICA FACENTI PARTE DI UN PROGETTO PER COSTRUZIONI. PRECISAZIONI Il presente documento nasce dalla pressante richiesta di iscritti
DettagliPiano Stralcio di Bacino per l Assetto Idrogeologico (P.A.I.) (ART.1 D.L. 180/98 CONVERTITO CON MODIFICHE CON LA L.267/98 E SS.MM.II.
REPUBBLICA ITALIANA Regione Siciliana Assessorato Regionale del Territorio e dell Ambiente DIPARTIMENTO REGIONALE DELL AMBIENTE Servizio 3 "ASSETTO DEL TERRITORIO E DIFESA DEL SUOLO (P.A.I.) (ART.1 D.L.
DettagliParere n. 65/2010 Quesiti relativi al servizio di trasporto rifiuti gestito da Consorzio.
Parere n. 65/2010 Quesiti relativi al servizio di trasporto rifiuti gestito da Consorzio. Vengono posti alcuni quesiti in relazione al servizio di trasporto dei rifiuti. Un Consorzio di Enti Locali, costituito
DettagliPIEMONTE. D.G.R. n. 76 688 del 1/8/2005
PIEMONTE D.G.R. n. 76 688 del 1/8/2005 Oggetto: Programmazione della rete scolastica nella Regione Piemonte - anni scolastici 2005/06-2006/07 art. 138 del D.lgs 112/98. Indicazioni programmatiche inerenti
DettagliINDIRIZZI PER L INSTALLAZIONE DI PANNELLI SOLARI TERMICI E FOTOVOLTAICI
L.P. 5 SETTEMBRE 1991, N. 22 articolo 99, comma 1, lettera e bis) INDIRIZZI PER L INSTALLAZIONE DI PANNELLI SOLARI TERMICI E FOTOVOLTAICI (testo approvato con deliberazione della Giunta provinciale n.
DettagliProblematica Idraulica e piani urbanistici
Associazione Nazionale Urbanisti e Pianificatori Territoriali e Ambientali con il patrocinio di Comune di Este Consorzio di Bonifica Adige Euganeo PREVENZIONE DEL RISCHIO IDRAULICO: UN COMPITO PER LA PIANIFICAZIONE
DettagliCOMPONENTE GEOLOGICA, IDROGEOLOGICA E SISMICA DEL PIANO DI GORVERNO DEL TERRITORIO COMUNALE DI BEDULITA (BG) Integrazioni
COMPONENTE GEOLOGICA, IDROGEOLOGICA E SISMICA DEL PIANO DI GORVERNO DEL TERRITORIO COMUNALE DI BEDULITA (BG) Integrazioni Norma di riferimento: D.g.r. 30 novembre 2011 - n. IX/2616 Aggiornamento dei Criteri
DettagliCONTRATTO DEL LAGO DI BOLSENA. Accordo di Programmazione Negoziata PROTOCOLLO DI INTESA
CONTRATTO DEL LAGO DI BOLSENA Accordo di Programmazione Negoziata PROTOCOLLO DI INTESA Protocollo d Intesa per l attuazione del Contratto del Lago di Bolsena PREMESSO CHE la Direttiva 2000/60/CE del Parlamento
DettagliDISCIPLINA DI SALVAGUARDIA DEL REGOLAMENTO URBANISTICO ADOTTATO
DIREZIONE URBANISTICA SERVIZIO Edilizia Privata, DISCIPLINA DI SALVAGUARDIA DEL REGOLAMENTO URBANISTICO ADOTTATO Deliberazione Consiglio Comunale n. 13/2014 SCHEDA INFORMATIVA Aprile 2014 In data 25 marzo
DettagliV ar i a nt e spec if ic a ai s ens i de l l a rt. 17 c o mm a 8 de l l a L.R. 56 /7 7 e s.m.i.
Inquadramento generale e obiettivi delle modifiche La Variante specifica art. 17 comma 7 definita nei suoi obiettivi generali come anticipatoria di alcuni contenuti della variante Strutturale Qualità è
DettagliREGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE
DELIBERAZIONE DELLA 2 L. 196/97 Art. 17. Approvazione del Regolamento istitutivo del Dispositivo di accreditamento delle strutture formative della Regione Marche (DAFORM). LA VISTO il documento istruttorio
DettagliIL PROGETTO URBANO COME FASE INTERMEDIA FRA POC E PUA
INU Emilia Romagna Istituto Nazionale Urbanistica Summer School 2010 Cesenatico, 23-24-25 settembre 2010 IL PROGETTO URBANO COME FASE INTERMEDIA FRA POC E PUA RELAZIONE GUIDO LEONI P.le Arturo Balestrieri
DettagliNORME GEOLOGICHE DI PIANO
STUDIO DI GEOLOGIA APPLICATA www.geologia-applicata.com COMUNE DI CADORAGO DEFINIZIONE DELLA COMPONENTE GEOLOGICA, IDROGEOLOGICA E SISMICA DEL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO NORME GEOLOGICHE DI PIANO
DettagliLEGGE REGIONALE N. 4 DEL 09-03-2007 REGIONE VENETO INIZIATIVE ED INTERVENTI REGIONALI A FAVORE DELL EDILIZIA SOSTENIBILE
LEGGE REGIONALE N. 4 DEL 09-03-2007 REGIONE VENETO INIZIATIVE ED INTERVENTI REGIONALI A FAVORE DELL EDILIZIA SOSTENIBILE Fonte: BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE VENETO N. 25 del 13 marzo 2007 Il Consiglio
DettagliREGIONE LIGURIA PROVINCIA DI SAVONA. COMUNE di BOISSANO
REGIONE LIGURIA PROVINCIA DI SAVONA COMUNE di BOISSANO VARIANTE AL PIANO URBANISTICO COMUNALE, PER OPERE DI DEMOLIZIONE CON TRASFERIMENTO DELLA VOLUMETRIA AD ALTRO LOTTO E INCREMENTO DI VOLUME PER LA REALIZZAZIONE
DettagliCITTA DI PISTICCI COMMERCIO AL DETTAGLIO SU AREE PRIVATE CRITERI PER IL RILASCIO AUTORIZZAZIONI COMMERCIALI INERENTI MEDIE STRUTTURE DI VENDITA
CITTA DI PISTICCI (Provincia di Matera) COMMERCIO AL DETTAGLIO SU AREE PRIVATE CRITERI PER IL RILASCIO AUTORIZZAZIONI COMMERCIALI INERENTI MEDIE STRUTTURE DI VENDITA (Art. 8 D.Lgs. n. 114/98 ed art. 19
DettagliPIANIFICAZIONE E DIFESA DEL SUOLO IN TOSCANA Ing. Beatrice Mengoni Settore Difesa del suolo Regione Toscana
Progetto di Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni FASE DI PARTECIPAZIONE ATTIVA (art.66 c.7 D.Lgs 152/06) I INCONTRO PUBBLICO PIANIFICAZIONE E DIFESA DEL SUOLO IN TOSCANA Ing. Beatrice Mengoni Settore
DettagliTERRE E ROCCE DA SCAVO art. 186 del D.lgs. n. 152/2006, così come modificato dall art. 2, comma 23 del D.lgs n. 4/2008 LINEE GUIDA
TERRE E ROCCE DA SCAVO art. 186 del D.lgs. n. 152/2006, così come modificato dall art. 2, comma 23 del D.lgs n. 4/2008 LINEE GUIDA Con le modifiche apportate dall art. 2, comma 23 del D.lgs n. 4/2008 al
DettagliREGOLAMENTO CONTENENTE I CRITERI PER L EROGAZIONE DEI PREMI DI RISULTATO AL PERSONALE DIPENDENTE
REGOLAMENTO CONTENENTE I CRITERI PER L EROGAZIONE DEI PREMI DI RISULTATO AL PERSONALE DIPENDENTE Approvato con deliberazione del Consiglio dei Delegati n. 13 del 30/12/2008 Approvato dalla Provincia di
DettagliRELAZIONE TECNICA rete fognaria acque bianche
RELAZIONE TECNICA rete fognaria acque bianche Premessa L ambito d intervento del P.P.I.P riguarda un area a destinazione residenziale (d ora in poi denominata bacino) di 3.440 m², così suddivisa: PLANIMETRIA
DettagliIL SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO
http://www.sinedi.com ARTICOLO 27 OTTOBRE 2008 IL SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO PRODUZIONE DI VALORE E RISCHIO D IMPRESA Nel corso del tempo, ogni azienda deve gestire un adeguato portafoglio di strumenti
DettagliCOMUNE DI SAN GIORGIO DI PIANO Provincia di Bologna
1 COMUNE DI SAN GIORGIO DI PIANO Provincia di Bologna Area Programmazione e Gestione del Territorio ALLEGATO 1 DETERMINAZIONE VALORI DI RIFERIMENTO DELLE AREE INSERITE NEL P.R.G., NEL P.S.C. E NEL R.U.E.
DettagliSCHEDE DESCRITTIVE AREE DEGRADATE
SCHEDE DESCRITTIVE AREE DEGRADATE In adeguamento al Regolamento n.1 di attuazione della legge regionale n. 50/2012, articolo 2 - comma 6, nel Comune di Tezze sul Brenta è stata individuata un area degradata
DettagliTITOLO 3 VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI E PAESAGGISTICHE Art. 3.1-3.2 - Unità di paesaggio
Art. 3.1-3.2 - Unità di paesaggio Unità di paesaggio (Art. 3.1-3.2) Indicazioni generali Le unità di paesaggio, al fine di garantire una gestione del territorio coerente con gli obiettivi di valorizzazione
DettagliRepertorio dei Piani e Programmi relativi a sottobacini o settori e tematiche specifiche
Repertorio dei Piani e Programmi relativi a sottobacini o settori e tematiche specifiche All. VII, parti A e B, punto 8 della Direttiva 2000/60/CE e All. 4, parti A e B, punto 8, alla Parte Terza del D.Lgs.
DettagliAUTORITA DI BACINO REGIONALE DELLE MARCHE
REGIONE MARCHE Delibera n. 13 del 30 Aprile 2001 AUTORITA DI BACINO REGIONALE DELLE MARCHE COMITATO ISTITUZIONALE OGGETTO: L. 183/89 L. 267/98 - L. 365/00 - L.R. 13/99 -. Adozione del Progetto di Piano
DettagliSCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N
SCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N.262 DEL 28 DICEMBRE 2005 CONCERNENTE I PROCEDIMENTI PER L ADOZIONE DI ATTI DI REGOLAZIONE Il presente documento, recante lo schema di
DettagliStudio idrologico e idraulico del tratto vallivo del Borro di Gavinaia in loc. Greve in Chianti
Studio idrologico e idraulico del tratto vallivo del Borro di Gavinaia in loc. Greve in Chianti Autore: Alberto Meucci Titolo di Laurea: Laurea Triennale in Ingegneria Civile Università: Facoltà di Ingegneria
DettagliIL CONSIGLIO COMUNALE
Si chiede di iniziare dal punto 3 dell ordine del giorno. I Consiglieri sono d accordo. Illustra l Assessore Diegoli. IL CONSIGLIO COMUNALE PREMESSO CHE: - rientra tra gli obiettivi dell Amministrazione
DettagliLINEE GUIDA PER LA COSTRUZIONE DI POZZI PER L ESTRAZIONE DI ACQUA SOTTERRANEA
LINEE GUIDA PER LA COSTRUZIONE DI POZZI PER L ESTRAZIONE DI ACQUA SOTTERRANEA Le domande di autorizzazione e di concessione per la costruzione di un pozzo devono essere corredate da un progetto preliminare
DettagliZonizzazione Acustica
Zonizzazione Acustica Relazione POLO SCIENTIFICO TECNOLOGICO LOMBARDO Consulenti: dott. arch. Luca Bertagnon dott. arch. Claudio Scillieri 0 introduzione La zonizzazione acustica è la classificazione del
DettagliComune di Loreggia Provincia di Padova 3^ Settore Edilizia Privata e Urbanistica PARZIALE
Comune di Loreggia Provincia di Padova 3^ Settore Edilizia Privata e Urbanistica P.R.G. XXXIVa VARIANTE PARZIALE VARIANTE PARZIALE AL P.R.G. AI SENSI DELL'ART. 50 COMMA 4 LETT. F) L.R. 61/85 E S.M.I. PER
DettagliRELAZIONE IDRAULICA. Le acque meteoriche raccolte sulle rampe di Via Borgaro vengono convogliate ad un pozzetto
RELAZIONE IDRAULICA Descrizione sommaria delle opere Le acque meteoriche raccolte sulle rampe di Via Borgaro vengono convogliate ad un pozzetto realizzato con il lotto 1, e da qui indirizzate al collettore
DettagliNewsletter n.83 Gennaio 2011
Newsletter n.83 Gennaio 2011 Approfondimento_41 STUDI DI FATTIBILITÀ: Dal DPR 207 del 5/10/2010 disposizioni per lo sviluppo, composizione e contenuti Schema dettagliato per project financing e dialogo
DettagliCALCOLI IDRAULICI DRENAGGIO DELLA PIATTAFORMA STRADALE
CALCOLI IDRAULICI DRENAGGIO DELLA PIATTAFORMA STRADALE Premesse La rete per l evacuazione delle acque meteoriche dal corpo stradale, viene progettata in maniera da captare la totalità delle acque piovane
DettagliDITTA SCUTARO VINCENZO & FIGLIO S.R.L.
PROVINCIA DI VICENZA COMUNE DI MONTECCHIO MAGGIORE DITTA SCUTARO VINCENZO & FIGLIO S.R.L. PROGETTO DI MODIFICA IMPIANTO DI STOCCAGGIO RIFIUTI COSTITUITI DA IMBALLI CON INSERIMENTO LINEA DI TRATTAMENTO
DettagliPIANO DEGLI INTERVENTI
COMUNE DI MUSSOLENTE Provincia di Vicenza P.R.C. Elaborato Scala PIANO DEGLI INTERVENTI Atto di Indirizzo Criteri perequativi per il Piano degli Interventi IL SINDACO Maurizio Chemello IL SEGRETARIO Maria
DettagliA.R.P.A.V. Via Dominutti 37135 Verona. MAIL: dapvr@pec.arpav.it
D i s c a r i c a i n L o c a l i t à C à d i C a p r i PROVINCIA DI VERONA U.O. DISCARICHE E BONIFICHE Via delle Franceschine, 11-37121 Verona MAIL: provincia.verona@cert.ip-veneto.net A.R.P.A.V. Via
DettagliCOMUNE DI PIOMBINO DESE INTERVENTO EDILIZIO CONVENZIONATO IN ZONA RESIDENZIALE C2-301 RELAZIONE
COMUNE DI PIOMBINO DESE Provincia di Padova INTERVENTO EDILIZIO CONVENZIONATO IN ZONA RESIDENZIALE C2-301 RELAZIONE VALUTAZIONE DI INCIDENZA AMBIENTALE - VINCA - AI SENSI DELLA DIRETTIVA 92/43/CEE D.P.R.
DettagliCATEGORIE DI ATTIVITA CONSULENZE IN PROCEDIMENTI GIUDIZIARI 4.0 BONIFICA ACUSTICA/ PROGETTAZIONE ACUSTICA
1. Tabella delle categorie di attività CATEGORIE DI ATTIVITA MISURE RELAZIONI TECNICHE REQUISITI ACUSTICI DELLE SORGENTI SONORE NEI LUOGHI DI INTRATTENIMENTO DANZANTE E DI PUBBLICO SPETTACOLO ex DPCM 215/99
Dettagli1 Premesse generali... 2. 2 Quadro normativo di riferimento... 3. 3 Inquadramento stato idraulico... 3. 3.1 Sezioni stradali in RILEVATO...
Sommario 1 Premesse generali... 2 2 Quadro normativo di riferimento... 3 3 Inquadramento stato idraulico... 3 3.1 Sezioni stradali in RILEVATO... 4 3.2 Sezioni stradali in TRINCEA... 5 3.3 Caratteristiche
DettagliCOMUNE DI NOVENTA DI PIAVE
COMUNE DI NOVENTA DI PIAVE Quarta Variante Parziale al Piano degli Interventi (PRG) modifica dell articolo 34 Parcheggi e servizi pubblici delle N.T.A.. Ai sensi dell'art. 18 della L.R.V. 11/2004 e s.m.i..
DettagliEX COMPRENSORIO 11 VERSILIA MASSACIUCCOLI IL PIANO DI CLASSIFICA DEGLI IMMOBILI PER IL RIPARTO DELLA CONTRIBUENZA E MODALITÀ DI CALCOLO DEL CONTRIBUTO
EX COMPRENSORIO 11 VERSILIA MASSACIUCCOLI IL PIANO DI CLASSIFICA DEGLI IMMOBILI PER IL RIPARTO DELLA CONTRIBUENZA E MODALITÀ DI CALCOLO DEL CONTRIBUTO Il Piano di Classifica degli Immobili ha il fine di
DettagliCAPITOLO 20 AGGIORNAMENTO DEL CODICE DI STOCCAGGIO
CAPITOLO 20 AGGIORNAMENTO DEL CODICE DI STOCCAGGIO 20.1 PREMESSA... 255 20.2 COMITATO DI CONSULTAZIONE... 255 20.3 SOGGETTI TITOLATI A PRESENTARE RICHIESTE DI MODIFICA... 255 20.4 REQUISITI DI RICEVIBILITA
DettagliCOMUNE DI VILLESSE PROVINCIA DI GORIZIA REGOLAMENTO PER LA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE
COMUNE DI VILLESSE PROVINCIA DI GORIZIA REGOLAMENTO PER LA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE Approvato con deliberazione giuntale n. 116 del 29/09/2005, dichiarata immediatamente esecutiva ai sensi
DettagliManuale della qualità. Procedure. Istruzioni operative
Unione Industriale 19 di 94 4.2 SISTEMA QUALITÀ 4.2.1 Generalità Un Sistema qualità è costituito dalla struttura organizzata, dalle responsabilità definite, dalle procedure, dai procedimenti di lavoro
DettagliQuadro normativo delle Regioni e Province Autonome sulla VAS LIGURIA. Disciplina della valutazione di impatto ambientale.
L.R. 4/09/1997, n. 36. Pubblicata nel B.U. Liguria 17 settembre 1997, n. 16, L.R. 30/12/1998, n. 38. Pubblicata nel B.U. Liguria 20 gennaio 1999, n. 1. L.R. 4/08/2006, n. 20. Pubblicata nel B.U. Liguria
DettagliValsat Sintesi non tecnica
Valsat Sintesi non tecnica Pagina 1 di 7 SOMMARIO 1 INTRODUZIONE... 3 2 CONTENUTI ED OGGETTO... 3 3 VERIFICA DI COERENZA... 4 4 ANALISI AMBIENTALI... 5 5 CONCLUSIONI... 7 Pagina 2 di 7 1 INTRODUZIONE La
DettagliBoccadoro. Porto Ercole. Comune di Monte Argentario Variante al Piano Strutturale. Sindaco: Arturo Cerulli Assessore all Urbanistica: Enzo Turbanti
Comune di Monte Argentario Variante al Piano Strutturale Sindaco: Arturo Cerulli Assessore all Urbanistica: Enzo Turbanti Progettista della Variante e Responsabile del procedimento Ing. Luca Vecchieschi
DettagliCURRICOLO DI GEOGRAFIA della scuola primaria
CURRICOLO DI GEOGRAFIA della scuola primaria CURRICOLO DI GEOGRAFIA al termine della classe prima della scuola primaria...2 CURRICOLO DI GEOGRAFIA al termine della classe seconda della scuola primaria...3
DettagliPRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA DA FONTI RINNOVABILI
PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA DA FONTI RINNOVABILI Procedura autorizzativa di impianti fotovoltaici NORMATIVA DI RIFERIMENTO Decreto Legislativo 29 dicembre 2003, n. 387; Legge Regionale 14 dicembre
DettagliMODELLO GEOLOGICO E MODELLO GEOTECNICO. Geol. Fabio Garbin
MODELLO GEOLOGICO E MODELLO GEOTECNICO Geol. Fabio Garbin Preparazione all Esame di Stato, Roma 8 aprile 2011 Riferimenti Normativi essenziali D.M. 14.01.2009: Approvazione delle nuove Norme Tecniche sulle
DettagliComune di Caldogno (VI) Piano degli Interventi L.R. 23 aprile 2004 n 11, art.18
Comune di Caldogno (VI) Piano degli Interventi L.R. 23 aprile 2004 n 11, art.18 Bando di raccolta delle proposte di Accordi Pubblico-Privato COMUNE DI CALDOGNO (VI) REDAZIONE DEL PIANO DEGLI INTERVENTI
DettagliI dati ricavabili da suddette verifiche (tiranti, velocità, etc.) saranno comunque necessari per procedere con la fase progettuale esecutiva.
INDICE 1. Premessa 1 2. Descrizione dei luoghi 1 3. Valutazione degli afflussi meteorici 3 4. Valutazione dei deflussi 6 5. Calcolo del DMV 7 6. Modifiche alle portate attese a seguito delle opere 10 1.
DettagliFASI DELLA PROGETTAZIONE Preliminare Definitiva - Esecutiva
Università di Padova a.a. 2009-2010 FASI DELLA PROGETTAZIONE Preliminare Definitiva - Esecutiva Lezione 4/11/2009 Corso di Progetto Ambiente Viviana Salieri NORMATIVA LAVORI PUBBLICI LEGGE QUADRO in materia
DettagliREGIONE LIGURIA - Giunta Regionale
O GG E TTO : Art. 57 LR 36/97 e art. 8 LR 18/99 : Schema di Accordo di Pianificazione per variante PTC della Provincia di Genova in recepimento del Piano Stralcio per l'assetto Idrogeologico del Bacino
DettagliALLEGATO 1 Analisi delle serie storiche pluviometriche delle stazioni di Torre del Lago e di Viareggio.
ALLEGATO 1 Analisi delle serie storiche pluviometriche delle stazioni di Torre del Lago e di Viareggio. Per una migliore caratterizzazione del bacino idrologico dell area di studio, sono state acquisite
DettagliESAME DI STATO PER L ABILITAZIONE ALL ESERCIZIO DELLA PROFESSIONE DI GEOLOGO
ESAME DI STATO PER L ABILITAZIONE ALL ESERCIZIO DELLA PROFESSIONE DI GEOLOGO SECONDA SESSIONE 2012 PRIMA PROVA SCRITTA Tema n. 1 Aspetti geologici, minero-petrografici e normativi relativi alle attività
DettagliREGOLAMENTO PER LE INIZIATIVE DI TUTELA AMBIENTALE NELLA REALIZZAZIONE DEI LAVORI PUBBLICI DELLA PROVINCIA DI RIMINI
REGOLAMENTO PER LE INIZIATIVE DI TUTELA AMBIENTALE NELLA REALIZZAZIONE DEI LAVORI PUBBLICI DELLA PROVINCIA DI RIMINI Approvato con delibera C.P. n. 107 del 21.12.2001 * * * * Art. 1 PREMESSE Con il presente
Dettagli