ORIENTAMENTO AL RUOLO

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1 FORMAZIONE FORMAZIONE O.S.S. O.S.S. ORIENTAMENTO AL RUOLO DOCENTE: D.ssa Pulsoni A.M. Presentazioni TEST PRE-CORSO

2 Programma 1. Elementi organizzativi del corso: ordinamento che disciplina il percorso formativo,obiettivi e metodologia 2. Significato di professione di aiuto 3. Profilo dell Operatore Socio Sanitario :competenze ed attività 4. Ruolo e funzioni delle figure professionali che operano nei servizi socio-assistenziali, 5. Descrizione delle diverse strutture socio-assistenziali socio-sanitarie ed altri contesti lavorativi, 6. Elementi di base dell organizzazione dei servizi,definizione, scopi, strutture e processi, 7. Definizione e implicazioni operative del concetto di responsabilità autonomia e delega.

3 L Operatore Socio-Sanitario Sanitario ORDINAMENTO Provvedimento 22/02/2001 pubblicato nelle G. U. 19 aprile 2001, n. 91 individuazione della figura e del relativo profilo professionale dell Operatore Socio- Sanitario e per la definizione dell ordinamento didattico dei corsi di formazione

4 EVOLUZIONE STORICO NORMATIVA DELLE FIGURE DI SUPPORTO NELL ASSISTENZA Ausiliario portantino istituito con D.P.R. 128/ 69 Ausiliario socio-sanitario previsto dal CCNL 1979 Ausiliario socio-sanitario specializzato previsto dal CCNL 1980 pulizia ambienti e trasporto pazienti igiene e comfort alberghiero autonomia operativa oltre ai precedenti compiti igiene unita paziente, posizionamento del paziente a letto, altri compiti attribuiti dall infermiere sotto diretto controllo

5 EVOLUZIONE STORICO NORMATIVA DELLE FIGURE DI SUPPORTO NELL ASSISTENZA Operatore tecnico addetto all assistenza (OTA) istituito con DPR 28/11/1990 n. 384 Operatore socio sanitario (OSS) istituito con accordo stato regioni 22/01/2001 già precedentemente normato con L. 502/92 e L. 229/ 99: istituzione delle professioni socio sanitarie su tre livelli Maggiore qualificazione delle figure di supporto al fine di rispondere all evoluzione dell assistenza infemieristica opera sotto la diretta responsabilità dell infermiere o del caposala Area di autonomia solo per mansioni di carattere alberghiero Racchiude di fatto il vecchio operatore. Nuovo operatore versatile e con mansioni di carattere sociosanitario, considerato: Nuova concezione di salute Uso ottimale delle risorse Necessità di miglioramento continuo dell assistenza Accresciuto bagaglio di conoscenze tecnicoinfemieristiche Derivante dall avvenuto processo di AZIENDALIZZAZIONE delle ASL

6 CHI È L OSS?

7 CHI È L OSS? Si tratta di una figura importante e portante del sistema del welfare regionale perché identificherà la reale integrazione tra sociale e sanitario. Dal 1 gennaio 2010, infatti, non sarà più possibile lavorare nei servizi socio-sanitari senza aver frequentato un corso di formazione. Quella dell'o.s.s. è una professione nuova, in cui confluiscono le precedenti di operatore tecnico dell'assistenza (O.T.A.) e operatore addetto all'assistenza (O.A.A.). Svolge le sue mansioni su indicazione degli operatori preposti all'assistenza sanitaria (medici, infermieri..) e a quella sociale (assistente sociale, educatore professionale ), secondo il criterio del lavoro multiprofessionale.

8 Luoghi di impiego Oltre che negli ospedali, lavora nelle case di riposo, in strutture semi-residenziali, in Centri diurni per anziani; nei Servizi di assistenza domiciliare gestiti dai comprensori e dai comuni; nelle cooperative sociali; in strutture tutelari per minori a rischio; in strutture tutelari residenziali e semiresidenziali per persone portatrici di handicap psico-fisico-sensoriale.

9 I destinatari anziani, minori, persone con handicap fisico o psichico, in stato di disagio sociale o di emarginazione, persone con problemi di salute in fase acuta, cronica, terminale. L operatore socio - sanitario svolge la sua attività in équipe e in collaborazione con gli operatori professionalmente preposti, rispettivamente all assistenza sanitaria e a quella sociale.

10 L Operatore Socio-Sanitario Sanitario FIGURA E PROFILO istituito con accordo stato regioni 22/01/2001 art. 1 E individuata la figura dell Operatore Socio Sanitario. L Operatore Socio Sanitario è l operatore che a seguito dell Attestato di Qualifica conseguito al termine di specifica formazione professionale svolge attività indirizzata a: a) Soddisfare i bisogni primari della persona, nell ambito delle proprie aree di competenza, in un contesto sia sociale che sanitario; b) Favorire il benessere e l autonomia dell utente.

11 L Operatore Socio-Sanitario Sanitario La formazione dell Operatore Socio Sanitario è di competenza delle regioni e province autonome, che provvedono all organizzazione dei corsi e delle relative attività didattiche, nel rispetto delle disposizioni del presente decreto. LA FORMAZIONE art. 2 Le regioni e le province autonome, sulla base del fabbisogno annualmente determinato, accreditano le Aziende UU.SS.LL. ed Ospedaliere e el istituzioni pubbliche e private che rispondono ai requisiti minimi per l organizzazione dei corsi di formazione.

12 L Operatore Socio-Sanitario Sanitario Contesti operativi art. 3 L operatore Socio Sanitario svolge la sua attività sia nel settore sociale sia in quello sanitario, in servizi di tipo socioassistenziale e socio sanitario, residenziale o semiresidenziale, in ambiente ospedaliero e al domicilio dell utente.

13 L Operatore Socio-Sanitario Sanitario Contesto relazionale art. 4 L operatore Socio Sanitario svolge la sua attività in collaborazione con gli altri operatori professionali preposti all assistenza sanitaria e a quella sociale, secondo il criterio del lavoro multiprofessionale.

14 L Operatore Socio-Sanitario Sanitario Attività art. 5 1) Le attività dell OSS sono rivolte alla persona e al suo ambiente di vita: a) Assistenza diretta e aiuto domestico alberghiero; b) Intervento igienico sanitario e di carattere sociale; c) Supporto gestionale organizzativo e formativo. Le attività sono riassunte nella tabella A del presente decreto.

15 L Operatore Socio-Sanitario Sanitario COMPETENZE art. 6 Le competenze dell OSS sono contenute nella tabella B del presente decreto.

16 L Operatore Socio-Sanitario Sanitario REQUISITI DI ACCESSO art. 7 Per l accesso ai corsi di formazione dell OSS è richiesto come requisito minimo il Diploma di Scuola dell obbligo. E il compimento del diciassettesimo anno di età alla data di iscrizione al corso.

17 L Operatore Socio-Sanitario Sanitario ORGANIZZAZIONE DIDATTICA art. 8 La didattica è strutturata per moduli e per aree disciplinari. Modulo base Modulo professionalizzante

18 L Operatore Socio-Sanitario Sanitario ORGANIZZAZIONE DIDATTICA art. 8 Durata annuale Totale ore Moduli didattici Base: formazione teorica ore 200. Modulo motivazione orientamento e conoscenze di base: Professionalizzante con formazione teorica minimo 250 ore ed esercitazione/stage minimo 100 ore; Tirocinio minimo 450 ore.

19 L Operatore Socio-Sanitario Sanitario ORGANIZZAZIONE DIDATTICA art. 9 Oltre al corso base sono previsti moduli di formazione integrativa, per un massimo di 200 ore rivolti a specifici contesti operativi, quali: a) Utenti anziani; b) Portatori di handicap; c) Utenti psichiatrici; d) Malati terminali; e) RSA; f) Centri diurni; g) ADI.

20 L Operatore Socio-Sanitario Sanitario MATERIE DI INSEGNAMENTO art. 10 AREA SOCIO CULTURALE, ISTITUZIONALE E LEGISLATIVA AREA PSICOLOGICA E SOCIALE AREA IGIENICO SANITARIA AREA TECNICO OPERATIVA

21 L Operatore Socio-Sanitario Sanitario MATERIE DI INSEGNAMENTO art. 10 AREA SOCIO CULTURALE, ISTITUZIONALE E LEGISLATIVA - Elementi di legislazione nazionale e regionale a contenuto socio-assistenziale - Elementi di legislazione sanitaria e organizzazione dei servizi (normativa specifica OSS) - Elementi di etica e deontologia - Elementi di diritto del lavoro e rapporto di dipendenza - ORIENTAMENTO AL RUOLO

22 L Operatore Socio-Sanitario Sanitario MATERIE DI INSEGNAMENTO art. 10 AREA PSICOLOGICA E SOCIALE - Elementi di psicologia e sociologia - Aspetti psico-relazionali ed interventi assistenziali in rapporto alle specificità dell utenza

23 L Operatore Socio-Sanitario Sanitario MATERIE DI INSEGNAMENTO art. 10 AREA IGIENICO-SANITARIA ED AREA TECNICO-OPERATIVA - Elementi di igiene - Disposizioni generali in materia di protezione della salute e della sicurezza dei lavoratori - Igiene dell ambiente e confort alberghiero - Interventi assistenziali rivolti alla persona in rapporto a particolari situazioni di vita e tipologia di utenza - Metodologia del lavoro sociale e sanitario - Assistenza sociale

24 L Operatore Socio-Sanitario Sanitario TIROCINIO art. 11 Tutti i corsi comprendono un tirocinio guidato, presso le strutture e i servizi nel cui ambito la figura professionale dell OSS è prevista.

25 L Operatore Socio-Sanitario Sanitario ESAME FINALE E RILASCIO DELL ATTESTATO art. 11 La frequenza dei corsi è obbligatoria e non possono essere ammessi alle prove di valutazione finale coloro che abbiano superato il tetto massimo di assenze indicate dalla regione e, comunque non superiore al 10% delle ore complessive.

26 L Operatore Socio-Sanitario Sanitario ESAME FINALE E RILASCIO DELL ATTESTATO art. 11 Prova teorica Prova pratica Commissione di esame integrata da un componente nominato dall Assessorato regionale alla sanità ed un componente nominato dall Assessorato regionale alle politiche sociali. superate le prove viene rilasciato un ATTESTATO DI QUALIFICA valido su tutto il territorio nazionale, nelle strutture dove è prevista la figura dell OSS.

27 L Operatore Socio-Sanitario Sanitario FORMAZIONE COMPLEMENTARE Conferenza Stato Regioni del 16 gennaio ) Per far fronte alle crescenti esigenze di assistenza sanitaria nelle strutture pubbliche e private, le Regioni possono organizzare moduli di formazione complementare per un minimo di 300 ore riservati ai possessori dell ATTESTATO di QUALIFICA OSS.

28 L Operatore Socio-Sanitario Sanitario Area sanitaria Area educativa Area sociale

29 L Operatore Socio-Sanitario Sanitario Il profilo professionale e le competenze: Ruolo professionale: lo spazio che occupa nell organizzazione quella figura professionale con le sue competenze e responsabilità Per Competenze: si intende l insieme di conoscenze tecnico-professionali, dei comportamenti organizzativi, degli atteggiamenti e dei valori che consentono una prestazione efficace che è determinata dall insieme delle conoscenze, delle abilità e delle capacità relazionali che l operatore acquisisce nel corso della sua formazione e rafforza con l esperienza e l aggiornamento.

30 L Operatore Socio-Sanitario Sanitario È l operatore che a seguito dell attestato di qualifica (formazione) svolge attività indirizzata a: a. soddisfare i bisogni primari della persona nell ambito delle proprie aree di competenza in un contesto sia SOCIALE che SANITARIO b. favorire il benessere e l autonomia dell utente Formazione Specifica Contesti operativi SOCIALE & SANITARIO: in servizi socio-assistenziale e socio-sanitario, residenze (RSA), semiresidenze, ospedale, domicilio, servizi territoriali (ospedale di comunità, Hospice) Contesto relazionale l OSS svolge la SUA attività in COLLABORAZIONE con gli altri professionisti socialisanitari secondo un lavoro multiprofessionale

31 L Operatore Socio-Sanitario Sanitario È opportuno rilevare che l OSS non agisce sotto la diretta responsabilità del CS / dell Infermiere o Assistente Sociale bensì in regime di collaborazione e complementarietà (partecipazione presa in carico rilevazione dei bisogni s-s) all interno dell équipe multiprofessionale Nell assistenza più generalmente intesa, si distingue oggi un assistenza di base Sociale & Sanitaria Alla quale l OSS partecipa COORDINATO Per il Sociale dall Assistente Sociale Per il Sanitario dall Infermiere

32 L Operatore Socio-Sanitario Sanitario Attività Elenco delle principali attività previste per l OSS (allegato A Conferenza Stato-Regione) Competenze Competenze dell OSS (allegato B Conferenza Stato-Regione)

33 Le attività dell Operatore Socio-Sanitario Sanitario sono rivolte alla persona e al suo ambiente di vita: Attività 1. Assistenza diretta ed aiuto domestico alberghiero 2. Intervento igienico sanitario e di carattere sociale 3. Supporto gestionale, organizzativo e formativo

34 L Operatore Socio-Sanitario Sanitario Attività: sono rivolte alla persona e al suo ambiente di vita Assistenza diretta ed aiuto domestico alberghiero: 1 Assistenza alla persona, in particolare non autosufficiente o allettata, nelle attività quotidiane e di igiene personale Realizza attività semplici di supporto diagnostico e terapeutico Collabora ad attività finalizzate al mantenimento: della capacità psico-fisiche residue, alla rieducazione riattivazione recupero funzionale Realizza attività di animazione e socializzazione di singoli e gruppi Coadiuva il personale sanitario e sociale nell assistenza al malato anche terminale e morente Aiuta la gestione dell utente nel suo ambiente di vita Cura la pulizia e l igiene ambientale

35 L Operatore Socio-Sanitario Sanitario Attività: sono rivolte alla persona e al suo ambiente di vita Intervento igienico sanitario e di carattere sociale 2 Osserva e collabora alla rilevazione dei bisogni e delle condizioni di rischio danno dell utente Collabora alla attuazione degli interventi assistenziali Valuta per quanto di sua competenza, gli interventi più appropriati da proporre Collabora alla attuazione di sistemi di verifica degli interventi Riconosce ed utilizza linguaggi e sistemi di comunicazionerelazione appropriati in relazione alle condizioni operative Mette in atto relazioni-comunicazioni di aiuto con l utente e la famiglia, per l interazione sociale ed il mantenimento e recupero della identità personale

36 L Operatore Socio-Sanitario Sanitario Attività: sono rivolte alla persona e al suo ambiente di vita 3 Supporto gestionale, organizzativo e formativo Utilizza strumenti informativi di uso comune per la registrazione di quanto rilevato durante il servizio Collabora alla verifica della qualità del servizio Concorre, rispetto agli operatori dello stesso profilo, alla realizzazione dei tirocini ed alla loro valutazione Collabora alla definizione dei propri bisogni di formazione e frequenta corsi di aggiornamento(commento ECM) Collabora, anche nei servizi assistenziali non di ricovero alla realizzazione di attività semplici

37 condizioni di conformità per il corretto impiego dell OSS e dell infermiere 1 Assistenza alla persona, in particolare non autosufficiente o allettata, nelle attività quotidiane e di igiene personale Secondo indicazione infermieristica e secondo il piano assistenziale multidisciplinare 2 Intervento igienico sanitario e di carattere sociale: osserva e collabora alla rilevazione dei bisogni e delle condizioni di rischio-danno dell utente Su prescrizione dell infermiere, nei casi di ridotta autonomia psicofisica, in base alle condizioni cliniche della persona assistita ed alla loro complessità Collabora all attuazione degli interventi assistenziali Con l infermiere e/o segue le indicazioni riportate dal P.A.I. o dalla scheda individuale

38 condizioni di conformità per il corretto impiego dell OSS e dell infermiere Valuta per quanto di competenza gli interventi più appropriati da proporre All infermiere Collabora all attuazione di sistemi di verifica degli interventi Nell ambito di una pianificazione dell assistenza Mette in atto relazioni-comunicazioni di aiuto con l utente e la famiglia, per l integrazione sociale ed il mantenimento e recupero della identità personale Durante l erogazione dell assistenza per quanto di sua competenza relativamente all ampiezza e all approfondimento delle materie psico-sociologiche del percorso formativo specifico e nell ambito del P.A.I. disposto dai professionisti competenti.

39 condizioni di conformità per il corretto impiego dell OSS e dell infermiere 3 Supporto gestionale, organizzativo e formativo utilizza strumenti informativi di uso comune per la registrazione di quanto rilevato durante il servizio Modulistica approvata dal gruppo di lavoro infermieristico o multidisciplinare

40 Le competenze dell Operatore Socio-Sanitario Sanitario 1. tecniche Competenze: 2. relative alle conoscenze richieste 3. relazionali

41 Competenze: L Operatore Socio-Sanitario Sanitario tecniche - relative alle conoscenze richieste - relazionali competenze tecniche in base alle proprie conoscenze ed in collaborazione con altre figure professionali, sa attuare i piani di lavoro è in grado di utilizzare metodologia di lavoro comune schede protocolli é in grado di collaborare con l utente e la famiglia nel governo della casa e dell ambiente di vita, nell igiene e cambio della biancheria nella preparazione ed assunzione dei pasti quando necessario, e a domicilio, per l effettuazione degli acquisti nella sanificazione e sanitizzazione ambientale

42 L Operatore Socio-Sanitario Sanitario Competenze:tecnichetecniche è in grado di curare la pulizia e la manutenzione di arredi e attrezzature, nonché la conservazione degli stessi il riordino del materiale dopo l assunzione dei pasti sa curare il lavaggio, l asciugatura e la preparazione del materiale da sterilizzare sa garantire la raccolta e lo stoccaggio corretto dei rifiuti, il trattamento del materiale biologico sanitario e dei campioni per gli esami diagnostici, secondo protocolli stabiliti sa svolgere attività finalizzate all igiene personale, al cambio della biancheria, all espletamento delle funzioni fisiologiche, all aiuto nella deambulazione, all uso corretto di presidi, ausili e attrezzature, all apprendimento e mantenimento di posture corrette

43 L Operatore Socio-Sanitario Sanitario Competenze:tecnichetecniche in sostituzione e appoggio dei famigliari e su indicazione del personale preposto è in grado di: aiutare la corretta assunzione dei farmaci prescritti e per il corretto utilizzo di apparecchi medicali di semplice uso aiutare nella preparazione alle prestazioni sanitarie osservare, riconoscere e riferire alcuni dei più comuni sintomi di allarme che l utente può presentare(pallore, sudorazione ecc) attuare interventi di primo soccorso effettuare piccole medicazioni o cambio delle stesse controllare e assistere la somministrazione della dieta aiutare nelle attività di animazione e che favoriscano la socializzazione, il recupero ed il mantenimento di capacità cognitive e manuali

44 L Operatore Socio-Sanitario Sanitario Competenze:tecnichetecniche in sostituzione e appoggio dei famigliari e su indicazione del personale preposto è in grado di: collaborare ed educare al movimento e favorire movimenti di mobilizzazione semplici su singoli e gruppi provvedere al trasporto di utenti, anche allettati, in barella - carrozzella collaborare alla composizione della salma e provvedere al suo trasferimento utilizzare specifici protocolli per mantenere la sicurezza dell utente, riducendo al massimo il rischio svolgere attività di informazione sui servizi del territorio e curare il disbrigo di pratiche burocratiche accompagnare l utente per l accesso ai servizi

45 condizioni di conformità per il corretto impiego dell OSS e dell infermiere In base alle proprie competenze ed in collaborazione con altre figure professionali sa attuare i piani di lavoro Che, se relativi ai bisogni di assistenza, vengono redatti dall infermiere È in grado di utilizzare metodologia di lavoro comuni (schede, protocolli ecc.) la cui stesura compete all èquipe infermieristica, a meno che non si tratti di protocolli, procedure di tipo tecnico stilate a livello aziendale (es. smaltimento rifiuti)

46 condizioni di conformità per il corretto impiego dell OSS e dell infermiere è in grado di collaborare con l utente e la famiglia nella preparazione ed assunzione dei pasti quando necessario, e a domicilio, per l effettuazione degli acquisti nel governo della casa e dell ambiente di vita, nell igiene e cambio della biancheria nella sanificazione e sanitizzazione ambientale la prima visita per la presa in carico della persona da parte del servizio infermieristico, spetta all infermiere, che redige il PAI, comprensivo di momenti di verifica definiti è in grado di curare la pulizia e la manutenzione di arredi e attrezzature, nonché la conservazione degli stessi e il riordino del materiale dopo l assunzione dei pasti Segnalando all infermiere ogni eventuale non conformità al PAI

47 condizioni di conformità per il corretto impiego dell OSS e dell infermiere sa curare il lavaggio, l asciugatura e la preparazione del materiale da sterilizzare secondo le indicazioni aziendali, e secondo protocolli stabiliti sa svolgere attività finalizzate all igiene personale, al cambio della biancheria, all espletamento delle funzioni fisiologiche, all aiuto nella deambulazione, all uso corretto di presidi, ausili e attrezzature, all apprendimento e mantenimento di posture corrette secondo le indicazioni del personale competente per tali attività, quali l infermiere e il terapista della riabilitazione

48 condizioni di conformità per il corretto impiego dell OSS e dell infermiere in sostituzione e appoggio dei famigliari e su indicazione del personale preposto è in grado di: aiutare la corretta assunzione dei farmaci prescritti e per il corretto utilizzo di apparecchi medicali di semplice uso in ambiente ospedaliero e a domicilio segue la persona da assistere, osservandola ed aiutandola, se occorre, nell assunzione della terapia secondo una pianificazione assistenziale redatta dall èquipe aiutare nella preparazione alle prestazioni sanitarie su indicazioni dell infermiere e/o secondo protocolli elaborati/convalidati dall infermiere

49 condizioni di conformità per il corretto impiego dell OSS e dell infermiere osservare, riconoscere e riferire alcuni dei più comuni sintomi di allarme che l utente può presentare(pallore, sudorazione ecc) e riferirli immediatamente all infermiere quale professionista in grado di effettuare una propria diagnosi, in ambito ospedaliero, oppure allertare il servizio di emergenza territoriale effettuare piccole medicazioni o cambio delle stesse secondo il piano di assistenza personalizzato PAI controllare e assistere la somministrazione della dieta indicando alla figura di riferimento eventuali discrepanze dalla pianificazione

50 condizioni di conformità per il corretto impiego dell OSS e dell infermiere aiutare nelle attività di animazione e che favoriscano la socializzazione, il recupero ed il mantenimento di capacità cognitive e manuali in collaborazione o su indicazioni dei professionisti responsabili di tali attività, quali l infermiere, l educatore, l assistente sociale collaborare ed educare al movimento e favorire movimenti di mobilizzazione semplici su singoli e gruppi Su indicazioni del T della R e/o dell infermiere accompagna l utente per l accesso ai servizi.su indicazioni dell infermiere che ne valuta le condizioni cliniche

51 Competenze: L Operatore Socio-Sanitario Sanitario tecniche - relative alle conoscenze richieste - relazionali competenze relative alle conoscenze richieste conoscere le principali tipologie di utenze e le problematiche connesse conoscere le diverse fasi di elaborazione dei progetti di intervento personalizzati riconoscere per i vari ambiti, le dinamiche relazionali appropriate per rapportarsi all utente sofferente, disorientato, agitato, demente o handicappato mentale ecc è in grado di riconoscere le situazioni ambientali e le condizioni dell utente per le quali è necessario mettere in atto le differenti competenze tecniche conosce le modalità di rilevazione, segnalazione e comunicazione dei problemi generali e specifici relativi all utente

52 L Operatore Socio-Sanitario Sanitario Competenze: competenze relative alle conoscenze richieste conosce le condizioni di rischio e le più comuni sindromi da prolungamento allettamento e immobilizzazione conosce i principali interventi semplici di educazione alla salute, rivolti agli utenti e ai loro famigliari conosce l organizzazione dei servizi sociali e sanitari e quella delle reti informali

53 condizioni di conformità per il corretto impiego dell OSS e dell infermiere conosce le principali tipologie di utenze e le problematiche connesse dopo la presa in carico da parte dell infermiere il quale stila i piani assistenziali standard e personalizzati e li mette a conoscenza dell OSS Riconosce, per i vari ambiti, le dinamiche relazionali appropriate per rapportarsi all utente sofferente, disorientato, agitato, demente o handicappato mentale facendo sempre riferimento per la parte terapeutica ai professionisti interessati(infermiere, assistente sociale, educatore)

54 condizioni di conformità per il corretto impiego dell OSS e dell infermiere È in grado di riconoscere le condizioni ambientali e le condizioni dell utente per le quali è necessario mettere in atto le differenti competenze tecniche secondo piani assistenziali stilati dall èquipe infermieristica conosce i principali interventi semplici di educazione alla salute, rivolti agli utenti e ai loro familiari in relazione alle conoscenze derivati dal percorso formativo,

55 COMPETENZE RELAZIONALI condizioni di conformità per il corretto impiego dell OSS e dell infermiere Sa lavorare in equipe si avvicina e si rapporta con l utente e con la famiglia, comunicando in modo partecipativo in tutte le attività quotidiane di assistenza, sa rispondere esaurientemente, coinvolgendo e stimolando al dialogo riferendosi all infermiere ogni volta che la persona manifesta delle variazioni rispetto alle sue condizioni di base, valutate periodicamente dall infermiere Sa coinvolgere le reti informali, sa rapportarsi con le strutture sociali, ricreative, culturali dei territori secondo le necessità stabilite dal personale infermieristico, dall educatore o assistente sociale

56 condizioni di conformità per il corretto impiego dell OSS e dell infermiere Sa sollecitare ed organizzare momenti di socializzazione fornendo sostegno alla partecipazione ad iniziative culturali e ricreative sia sul territorio che in ambito residenziale in collaborazione del personale responsabile di tali momenti, quali l infermiere, l educatore, l assistente sociale È in grado di partecipare all accoglienza dell utente per assicurare una puntuale informazione sul servizio e sulle risorse secondo linee guida stabilite dall èquipe multidisciplinare È in grado di gestire la propria attività con la dovuta riservatezza ed eticità Secondo il dovere del rispetto del segreto professionale e d ufficio

57 L Operatore Socio-Sanitario Sanitario con formazione complementare Conferenza Stato - Regione 16 gennaio 2003 Sancisce il seguente accordo..per disciplinare la formazione complementare in assistenza sanitaria dell OSS che consente allo stesso di collaborare con l infermiera e l ostetrica e di svolgere alcune attività assistenziali in base all organizzazione dell unità funzionale di appartenenza e conformemente alle direttive del responsabile dell assistenza infermieristica ed ostetrica sotto la sua supervisione Moduli di formazione Complementare di assistenza sanitaria minimo ore 300 di cui la metà 150 ore di tirocinio riservato agli OSS con attestato di qualifica al termine del modulo formativo complementare e il superamento dell esame esame finale ricevono uno specifico attestato Operatore Socio-Sanitario Sanitario con formazione complementare

58 Allegato A Elenco delle principali attività in assistenza sanitaria dell Operatore Socio-Sanitario Sanitario con formazione complementare somministrazione per via naturale della terapia prescritte conformemente alle direttive del responsabile dell assistenza infermieristica od ostetrica o sotto la sua supervisione la terapia intramuscolare e sottocutanea su specifica pianificazione infermieristica conformemente alle direttive del responsabile dell assistenza infermieristica od ostetrica o sotto la sua supervisione i bagni terapeutici, impacchi medicali, e frizioni la rilevazione e l annotazione l di alcuni parametri vitali (FC FR e TC) del paziente la raccolta di escrezioni e secrezioni a scopo diagnostico la medicazione semplice e bendaggio i clisteri la mobilizzazione dei pazienti non autosufficenti per la prevenzione delle LdaD e alterazioni cutanee

59 Continua Allegato A Elenco delle principali attività in assistenza sanitaria dell Operatore Socio-Sanitario Sanitario con formazione complementare la respirazione artificiale, massaggio cardiaco esterno la cura il lavaggio e preparazione del materiale per la sterilizzazione l attuazione e il mantenimento dell igiene della persona la pulizia disinfezione e sterilizzazione delle apparecchiature delle attrezzature sanitarie e dei dispositivi medici la raccolta e lo stoccaggio dei rifiuti differenziati il trasporto del materiale biologico ai fini diagnostici la somministrazione dei pasti e delle diete la sorveglianza delle fleboclisi conformemente alle direttive del responsabile dell assistenza infermieristica od ostetrica o sotto la sua supervisione

60 L inserimento dell OSS nell Organizzazione Si precisa infatti che l OSS: Opera in quanto può agire in autonomia; Coopera in quanto svolge solo parte dell attività alle quali concorre con altri professionisti Collabora in quanto svolge attività su precisa indicazione dei professionisti Questa classificazione ci fa capire che quando più l OSS esce fuori dall ambito autonomo tanto meno risponde del suo agire professionale, in particolar modo al terzo punto dove l operatore è chiamato a essere una sorta di lunga mano del professionista

61 L approccio assistenziale olistico/globale alla persona e ai suoi bisogni: la relazione d aiuto

62 Salute, malattia e disagio SALUTE = stato di benessere fisico e psichico dell organismo umano, derivante dal buon funzionamento di tutti gli organi e gli apparati. Benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente l assenza di malattia (OMS) MALATTIA = stato patologico per alterazione della funzione di un organo o di tutto l organismo; alterazione dello stato di salute. DISAGIO = privazione, sofferenza; scarsità o mancanza di cose necessarie.

63 SALUTE concetto più ampio che riguarda la dimensione: FISICA: è la parte più tangibile della salute, riferita al funzionamento del sistema organismo ; PSICHICA: è la capacità di costruire, elaborare ed articolare il pensiero in modo coerente; EMOTIVA: è la capacità di gestire con equilibrio le emozioni e di farle interagire senza scompensi tra loro;

64 SALUTE concetto più ampio che riguarda la dimensione: RELAZIONALE: è la capacità di interagire con equilibrio con altri individui e con l ambiente; SPIRITUALE: è strettamente connessa al sistema di valori che caratterizza il modo di concepire l esistenza; SOCIALE: si tratta di una dimensione importante e fortemente condizionante, perché non si può ritenere e mantenere sano un individuo in un contesto sociale malato di problemi sanitari, economici, politici, culturali, ambientali, etnici e altro.

65 SALUTE: diritto fondamentale di ogni essere umano senza distinzione di razze, religione, credo politico, condizione economica e sociale. La salute di tutti i popoli è fondamentale per il raggiungimento della pace e della sicurezza e dipende dalla più ampia cooperazione degli individui e degli Stati. Lo sviluppo disuguale nella promozione della Salute e controllo delle malattie, specialmente quelle trasmissibili, rappresenta un serio pericolo per noi tutti.

66 SALUTE condizione legata alla disfunzione di una o più dimensioni considerate Pensare al concetto ampio e completo di SALUTE sottolinea la necessità di un approccio olistico alla persona e ai problemi che può presentare nelle diverse fasi e in diversi momenti della propria vita

67 SALUTE PER TUTTI NELL ANNO 2000 O.M.S. Assicurare alle popolazioni l equità nei confronti della salute; Aggiungere vita agli anni quindi salute alla vita ; Aggiungere anni alla vita aumentandone la speranza di vita media. SI INTRODUCE IL CONCETTO DI QUALITA DELLA VITA

68 L esperienza della malattia È una delle più critiche per una persona non ne controlliamo i fattori scatenanti, riduce la nostra libertà ed autonomia, ci avvicina all esperienza del dolore e della sofferenza prefigura la possibilità della morte.

69 L esperienza della malattia Medico ieri = figura con un elevato prestigio potere magico Medico oggi = professionista le cui capacità derivano dalla preparazione personale e dal progresso scientifico e tecnologico L operatore socio-sanitario può giocare nella relazione col paziente un importante ruolo.

70 Cosa significa approccio assistenziale olistico/globale alla persona e ai suoi bisogni? OLISTICO dal greco HOLOS significa: tutto, intero, totale, interamente. La malattia non è qualcosa che interessa principalmente un organo o un apparato ma un evento che interessa l uomo nel suo insieme.

71 La qualità della vita Ogni valutazione della qualità della vita deve prendere in considerazione diversi aspetti: lamentele fisiche, disagio psicologico, interazione sociale, stato funzionale, soddisfacimento per le cure mediche.

72 IL SAPER ESSERE L APPRENDIMENTO DI NUOVE CONOSCENZE IL SAPERE L APPLICAZIONE DELLE COMPETENZE IL SAPER FARE LO SVILUPPO DELLE CAPACITA RELAZIONALI IL SAPER ESSERE

73 La relazione di aiuto LA RELAZIONE PRESUME UN QUALCHE CONTATTO CHE GIÀ SI AVEVA, O UN NUOVO ENTRARE IN CONTATTO. L AIUTO PRESUME CHE QUALCUNO ABBIA BISOGNO E ALTRI POSSANO FORNIRE UNA RISPOSTA A QUEL BISOGNO. QUESTA SEMPLICITÀ È IN MOLTE DELLE NOSTRE AZIONI QUOTIDIANE.

74 La relazione d aiuto Si sviluppa a partire da una domanda di aiuto alla base della quale c è una condizione di disagio, sofferenza e limitazione È caratterizzata da asimmetria di ruolo, diverso grado di responsabilità e reciprocità

75 La relazione di aiuto Si ha una relazione di aiuto quando vi è un incontro fra due persone di cui una si trova in condizioni di sofferenza/confusione/conflitto/disabilità/ malattia (rispetto a una determinata situazione o a un determinato problema con cui è a contatto e che si trova a dover gestire) ed un altra persona invece dotata di un grado superiore di adattamento/ competenze/abilità, rispetto a queste stesse situazioni o tipo di problema. Se fra queste due persone si riesce a stabilire un contatto (una relazione) che sia effettivamente di aiuto allora è probabile che la persona in difficoltà inizi qualche movimento di maturazione/ chiarificazione/miglioramento/apprendimento che la porti ad avvicinarsi all altra persona (assorbendone per così dire le qualità e le competenze) o comunque a rispondere in modo più soddisfacente al proprio ambiente ed a proprie esigenze interne ed esterne.

76 La relazione di aiuto Molte relazioni amicali, familiari, di vicinato, sono quindi relazioni di aiuto, ma possono esserlo anche molte relazioni a carattere professionale (infermiere-persona, medico-paziente, insegnante-studente, operatore-cliente), oltre a quelle sviluppate da psicologi, psicoterapeuti, counselor. Un insegnante può essere colto, un medico o un OSS preparato, ma la riuscita della terapia, dell'insegnamento, ecc, dipende dalla qualità del rapporto instaurato con gli interlocutori più che dal bagaglio tecnico-conoscitivo. L aiuto può assumere varie forme: ascoltare, informare, insegnare, essere vicini, non lasciare soli, condividere.

77 La relazione di aiuto Il professionista sanitario che mette in atto una relazione di aiuto deve possedere la consapevolezza del processo ed il controllo dello stesso, padroneggiando razionalmente abilità che sono un tutt uno con ciò che si è. Infatti, una preparazione inadeguata dell operatore determina l incapacità di ascoltarsi e di ascoltare l altro, requisito indispensabile per realizzare un processo di ascolto efficace. Alla luce di quanto esposto possiamo affermare che la pratica della relazione di aiuto presuppone un faticoso focus personale centrato sul sé, coniugato sull acquisizione di abilità specifiche e di una complessa padronanza tecnica. Per chi la esercita è necessaria una seria formazione nel percorso formativo (formazione continua).

78 La relazione di aiuto Poiché l efficacia del rapporto è strettamente connessa alla reciprocità della relazione ed al soddisfacimento dei bisogni di entrambi i soggetti (operatore e persona assistita), di aiutare e di essere aiutato, analizziamo brevemente le teorie psicologiche del legame attaccamento-accudimento: Teoria psico-biologica dell apprendimento (Bowlby); Teoria dei bisogni (A.Maslow); Modello dell attaccamento-accudimento.

79 La relazione di aiuto Teoria psico-biologica dell apprendimento (Bowlby) Il bambino è sollecitato a costruire una relazione con l adulto per ottenere una base sicura; il legame di attaccamento ha la funzione di: 1) garantire il benessere dell individuo; 2) proteggere dai pericoli ambientali; 3) favorire la sopravvivenza data la vicinanza del piccolo con la madre. Secondo questa teoria le prime relazioni di attaccamento, in genere con la madre, divengono il prototipo e i modelli operativi delle successive relazioni affettive. L attaccamento non è dunque un processo che si esaurisce nella prima infanzia, ma caratterizza l essere umano dalla nascita alla morte. L adulto che ha sperimentato relazioni segnate da incostanza e scarsa comprensione appare vittima del passato e di bisogni affettivi insoddisfatti. Gli adulti evitanti sono poco disponibili affettivamente, non sanno offrire esperienza di calda intimità poiché non l hanno mai sperimentata.

80 La relazione di aiuto Teoria dei bisogni (A.Maslow) Nel bambino sussistono bisogni psicologici primari (es. sicurezza, protezione) importanti quanto il bisogno di nutrimento/calore. Vi sarebbe il bisogno primario di stare in contatto con un essere umano e di attaccarsi ad esso indipendentemente dal bisogno di nutrimento/calore fisico.

81 BISOGNO condizione che esprime mancanza totale o parziale, o carenza di uno o più elementi - fame, sete, movimento, fede, affetti, comunicazione, ecc. che costituiscono e caratterizzano le diverse dimensioni dalle quali dipende l essere sano

82 BISOGNI FONDAMENTALI SECONDO MASLOW BISOGNI DI AUTOREALIZZAZIONE BISOGNI DI STIMA BISOGNI DI APPARTENENZA BISOGNI DI SICUREZZA BISOGNI FISIOLOGICI respirare alimentarsi idratarsi mantenere la T.C. muoversi eliminazione igiene riposo e comunicazione

83 La relazione di aiuto Modello dell attaccamento-accudimento È l esigenza comune nel mondo animale, quindi nel genere umano, di instaurare e mantenere un legame con un altro individuo, di solito di genere femminile. Comporta l assunzione della posizione speculare di essere accudito e di accudire qualcuno, con il duplice ruolo di accudito e di persona accudente. Nell età adulta i meccanismi dell attaccamento riemergono in particolare quando l individuo avverte la propria vulnerabilità con sensazione di minaccia all equilibrio fisico/psichico (malattia, trauma emotivo, carenza affettiva ecc.). L evento-malattia comporta nuovi adattamenti, una nuova identità di persona malata, modifiche obbligatorie delle abitudini di vita (es. ospedalizzazione), dipendenza in vari gradi dall operatore che si prende cura del paziente.

84 LA RELAZIONE PROFESSIONALE OSS/UTENTE La comparsa di una malattia determina una crisi nell'esistenza della persona colpita e di chi lo assiste. Si tratta di conseguenze psicologiche e sociali, a volte di lunga durata, spesso trascurate da chi è impegnato a dare il massimo sul versante delle cure tecnico-sanitarie. Depressione, disperazione, carenza di motivazione al trattamento sono sintomi che influiscono negativamente sui risultati del trattamento. Le moderne unità di riabilitazione comprendono, nel loro team interprofessionale, la figura dello psicologo, deputato a fornire un sostegno specifico ai pazienti e alle famiglie in difficoltà. Ma non basta. Occorre che tutto il setting riabilitativo sia orientato a sostenere emotivamente il paziente e i caregivers. Per questo sarà compito di tutti gli operatori professionali improntare il proprio approccio al malato instaurando una relazione d'aiuto.

85 Le tecniche di facilitazione Il professionista sanitario può gestire gli atteggiamenti regressivi del paziente verso il recupero e la guarigione mediante tecniche di facilitazione: Il suggerimento: serve per indirizzare e fornire modelli di comportamento. I rinforzi: per stimolare un soggetto ad acquisire comportamenti adattivi tramite un programma di intervento riabilitativo. Il tutoring: sollecitare interazioni di auto-mutuo-aiuto in un gruppo di pari. L accoglienza empatica nella comunicazione intersoggettiva.

86 Funzioni e competenze dell OSS nella relazione di aiuto Strumento protesico: situazioni di riaddestramento allo svolgimento delle attività quotidiane. Fonte d informazione: collocazione nel tempo, spazio e storia personale. Fonte di stimolazione: in presenza di inerzia, apatia, demotivazione, scarso interesse per l ambiente circostante da parte del paziente. Capace di: prevenire/valutare/contenere sintomi comportamentali quali aggressività, agitazione psicomotoria, che ostacolano il processo di autonomia. Capace di: prendere decisioni, proponendo alternative rispetto alle scelte stereotipate del paziente. Fonte di feed-back: se il paziente non è capace di valutare le ripercussioni sugli altri delle proprie manifestazioni verbali e comportamentali. Fonte di gratificazione/frustrazione: in un rapporto educativo in cui il paziente è riaddestrato a riacquisire la maggiore autonomia possibile.

87 Il comportamento dell'operatore verso la persona L'osservazione dell'operatore non si focalizza sui deficit, ma sulle capacità residue in modo da potenziarle e rafforzarle; un clima positivo, sereno, ispirato alla fiducia nelle capacità del soggetto ha lo scopo di incoraggiare gli sforzi, i tentativi di progredire, di andare avanti, favorendo l'iniziativa e la libera espressione. La persona, in questo modo, si percepisce come parte attiva diventando compartecipe del proprio itinerario di recupero; non farsi illusioni e non crearne; la persona va considerata e accettata per quello che è e non per quello che dovrebbe essere, con i suoi pregi e i suoi deficit, aiutandola a scoprire le sue qualità e a saperle valorizzare; porre la persona nelle condizioni migliori per raggiungere il massimo della sua autonomia nel rispetto e nella considerazione del suo disagio.

88 Tratti relazionali da sviluppare per instaurare una corretta "relazione d'aiuto" Orientamento sull'altro, sul Sè e sulla relazione; diffusa responsabilizzazione e controllo delle dinamiche proiettive; atteggiamento empatico; sa modulare l'asimmetria ("insieme possiamo trovare alcune soluzioni al problema"); apertura del Sè ("esplicito in maniera chiara, completa e congruente quanto sento"); uso di messaggi diretti, sollecitanti, ma mai minacciosi; comunicazione chiara, completa e congruente; induce curiosità, apre questioni, accetta e stimola punti di vista diversi; ricerca le differenze, riconosce nel disequilibrio l'inizio di nuovi equilibri; apre e responsabilizza; autoironizza; inibisce il gregarismo, sollecitando l'altro al protagonismo; ascolta e modula la relazione rispettando i sentimenti dell'altro; conduce e si lascia condurre; accetta e sfrutta le valutazioni negative.

89 LA RELAZIONE D AIUTO è promuovere il benessere di entrambe le parti. Dare Ricevere Dare e ricevere: - emozioni - sentimenti - rispetto e incoraggiamento

90

91 Nel lavoro con i malati e le loro famiglie ci troviamo ad affrontare pensieri, memorie, sentimenti e problemi irrisolti della nostra vita. Come operatori professionali dovremmo abituarci a osservare le nostre reazioni, i nostri sentimenti verso utenti e pazienti, piuttosto che porre una membrana impermeabile fra comportamenti professionali e comportamenti personali. Concentrandoci sui bisogni dell utente possiamo non pensare al fatto che tutti, prima o poi dobbiamo affrontare il lutto, la disabilità e la morte.

92 Riflettiamo sulla differenza che c è tra curare prendersi cura Conoscere ed imparare a far fronte non solo alle emozioni dell assistito ma anche alle proprie

93 L importanza di interrogarsi Cosa mi ha spinto a scegliere questa professione? Cosa ne pensano le persone a me care? e ancora Quali sono i miei limiti personali rispetto a questo lavoro? Quali sono i miei punti di forza? Quali sono i limiti esterni di questo lavoro?

94 Conoscere le proprie motivazioni personali SE NON ABBIAMO CURA DI NOI STESSI, NON POSSIAMO AVERE CURA DEGLI ALTRI (GAYLIN, 1981)

95 Conoscere le proprie motivazioni personali. È giusto avere, oltre a delle motivazioni altruistiche, anche delle motivazioni di tipo egoistico È giusto divertirsi durante il proprio lavoro (è possibile fare un lavoro estremamente serio e trovare piacere nel farlo). È giusto avere delle motivazioni disinteressate, come il desiderio di poter migliorare un po la vita delle persone. Tratto da: Io, operatore sociale, Erickson, 1993

96 Conoscere le proprie motivazioni personali Non è giusto lavorare con le persone in difficoltà perché questo ci fa sentire bravi o perché crediamo che la gente ci giudicherà bene per questo. Qualunque cosa facciamo dobbiamo farla perché noi lo vogliamo, non perché qualcun altro se lo aspetta da noi. Tratto da: Io, operatore sociale, Erickson, 1993

97 Conoscere i propri limiti Non possiamo essere in grado di rispondere a tutto e probabilmente non abbiamo nemmeno un adeguata conoscenza di tutti i problemi È evidente che commetteremo degli errori Commettere errori è legittimo Non è accettabile ripetere continuamente il medesimo errore È giusto e auspicabile chiedere aiuto quando non sappiamo cosa fare

98 Limiti personali Non possiamo voler bene a tutte le persone che dovremmo aiutare (a volte non ci sono nemmeno simpatiche) Non potremo riuscire a salvare tutti Il tempo non è mai sufficiente Vi saranno sempre delle situazioni legate al lavoro e alle persone con cui lavoriamo che causeranno forti reazioni emotive Non è detto che si debba lavorare nello stesso posto per tutta la vita Tratto da: Io, operatore sociale, Erickson, 1993

99 Limiti esterni La struttura e l organizzazione Personale insufficiente Finanziamenti limitati Burocrazia e tempi Disposizioni ministeriali

100 Questione di equilibrio In qualunque tipo di lavoro vi sono vantaggi e svantaggi, momenti ricchi di gratificazione e altri meno entusiasmanti. Ognuno di noi, nel contraddistinguere questi momenti, è diverso. È importante sapere come gratificazione e sacrificio devono equilibrarsi. La difficoltà non è quella di capire se siamo o non siamo contenti del nostro lavoro ma riconoscere quei fattori specifici che fanno la differenza tra chi è professionalmente soddisfatto e chi no (posizione o professione diversa) All insoddisfazione contribuiscono sia poche gratificazioni che troppi sacrifici (ripercussioni sulla sua vita privata <- > timbro del cartellino). Ecco perché è così importante trovare un equilibrio tra vita professionale e vita privata!!

101 I MECCANISMI DI DIFESA NELLA RELAZIONE D AIUTO I pazienti da un lato e l'équipe curante dall'altro mettono in atto meccanismi difensivi complementari; I primi, a causa della completa dipendenza che provano, ricorrono a dinamiche regressive, accompagnate dalla negazione di alcuni aspetti della realtà che vivono. Gli operatori dal canto loro utilizzano meccanismi quali la razionalizzazione e l'isolamento, per far fronte alla tensione, ai rischi e in qualche caso all impotenza.

102 I MECCANISMI DI DIFESA NELLA RELAZIONE D AIUTO Non sempre è facile utilizzare al meglio modelli relazionali adeguati e dare al paziente quel contatto autentico e profondo di cui ha bisogno. La difficoltà è legata anche al sovraccarico emotivo che accompagna patologie particolarmente gravi. È il caso ad esempio dei pazienti oncologici, con i quali spesso, per evitare una verità troppo pesante, si dà la preferenza al piano biologico, si preferisce il distacco, il silenzio, dimenticando che molte volte il distacco e il silenzio si popolano di fantasmi peggiori della verità.

103 I MECCANISMI DI DIFESA NELLA RELAZIONE D AIUTO Un rapporto "non evitante" può stabilirsi se gli operatori, per primi, hanno avuto modo di elaborare le loro ansie e paure. Talora la difficoltà può essere causata dalle problematiche psicologiche dell'operatore. Alcuni si sentono a loro agio solo con pazienti molto dipendenti e non tollerano la loro autonomia, che percepiscono come protesta o tradimento. Altri mostrano un rifiuto inconscio per certe situazioni e riescono ad affrontarle solo oggettivandole e negandone il risvolto affettivo: il paziente viene così distanziato e considerato esclusivamente un caso clinico. Altre modalità difensive messe in atto, inconsciamente, dall'operatore sono: quella di separare assistenza e decisioni terapeutiche; di tenere lontani i familiari (che vivono angoscia e percorsi speculari a quelli dei pazienti) cercando una "sterilizzazione emotiva".

104 IL RISCHIO DI BURN-OUT Si è evidenziato come queste manovre difensive, "utili" agli operatori in tempi brevi in quanto possono ridurre nell'immediato la sofferenza, sono negative per il paziente, e, nei tempi lunghi, anche per gli operatori stessi.

105 Che cos è il burn out? La carica emotiva mai elaborata emerge sotto forma di ansia, depressione, inadeguatezza, stanchezza, irritabilità, apatia, disimpegno, noia, reazioni negative, che rappresentano un'esperienza sintomatica di uno stato di stress che, come fase ultima di un processo difensivo reattivo, può assumere le caratteristiche di una vera e propria sindrome, quella da burn out.

106 Che cos è il burn out? Il termine burn out (bruciato, scoppiato) nel giornalismo sportivo descriveva il brusco calo di rendimento di un atleta dovuto al venire meno degli stimoli motivazionali. Con tale termine si indica una sindrome tipica delle relazioni di aiuto caratterizzata da un distacco emotivo rispetto agli assistiti e dalla perdita di interesse per il proprio lavoro.

107 Si distinguono quattro fasi: 1. dell'entusiasmo idealistico e delle nobili aspirazioni; 2. dello stress lavorativo, in cui si avverte un progressivo squilibrio tra richieste e risorse (soprattutto emotive); 3. di esaurimento, in cui si comincia a pensare di non aiutare realmente nessuno, e in cui compare la tensione emotiva, l'irritabilità, l'ansia; 4. della conclusione difensiva o dell'alienazione, con totale disinvestimento emotivo nel lavoro, apatia, rigidità e cinismo.

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