Comuni di: Baricella - Budrio - Granarolo dell Emilia - Minerbio
|
|
- Rebecca Bossi
- 2 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 PIANO DI EMERGENZA INTERCOMUNALE ALLEGATO 2 SCENARIO DI RISCHIO INTERCOMUNALE CARTA RISCHIO TRASPOROTO Comuni di: Baricella - Budrio - Granarolo dell Emilia - Minerbio
2 PREMESSA I pericoli potenziali derivanti da incidenti che coinvolgono mezzi adibiti al trasporto di sostanze pericolose interessano fortemente il territorio della provincia di Bologna, caratterizzato da un elevata intensità di traffico, dalla marcata presenza di infrastrutture per il trasporto e da una notevole densità di popolazione e di attività. Esiste inoltre il particolare problema costituito dalla crescente diffusione del trasporto intermodale (in particolare strada-ferrovia); nell ambito della valutazione del rischio di incidenti si deve infatti considerare che ogni occasione di trasbordo è fonte consistente di rischio di incidenti sia per l incremento nel numero dei soggetti coinvolti e quindi la frammentazione dei compiti e delle responsabilità, sia perché le probabilità di errore umano aumentano proporzionalmente con il numero e la varietà dei contesti e delle operazioni da compiere. Il problema principale è dunque, allo stato attuale, quello di conoscere effettivamente la distribuzione del traffico di merci pericolose (prodotti, flussi, direttrici e mezzi) per poter successivamente procedere ad una effettiva pianificazione del territorio sia nell ottica di prevenzione e protezione, che in quella di gestione delle emergenze. In Italia, infatti, la maggior parte del traffico si distribuisce sulla rete stradale, una parte rilevante è rappresentato dal trasporto di merci. Di questo circa l 8% è rappresentato dal trasporto di merci pericolose. Considerando la presenza sul territorio di numerose arterie di importanza Provinciale e Regionale (come le strade provinciali, e le strade in concessione ad ANAS ); di numerosi siti produttivi e commerciali anche di interesse regionale (zona Industriale di Granarolo, Budrio e Minerbio); diverse aziende che nella loro attività prevedono la movimentazione di sostanze nocive, pur non essendo soggette agli obblighi del D.Lgs 334/99, possiamo considerare i Comuni appartenenti all Unione Terre di Pianura come aree a rischio di incidenti derivanti da trasporto di merci pericolose. Sempre in considerazione delle infrastrutture presenti nel territorio e della loro vicinanza a strutture residenziali e produttive, è possibile che possa presentarsi il rischio di gravi incidenti stradali. Per grave incidente stradale si intende un evento che possa paralizzare il traffico su di una o più direttrici di percorrenza, ovvero un evento che metta a rischio molte vite umane e necessiti di interventi urgenti di Protezione Civile in quanto per estensione o tipologia non può essere affrontato con le normali procedure di soccorso. Nonostante si tratti di eventi difficilmente localizzabili e in cui le aree a rischio corrispondono all intera estensione della rete viaria, si possono individuare alcuni punti critici in corrispondenza di svincoli, viadotti e sottopassi. Particolare attenzione deve essere portata sulla SP 3Trasversale di Pianura, sulla SS 64 e sulla SP 253 San Vitale queste direttrici sono infatti percorsa da numerosi mezzi, soprattutto pesanti, a tutte le ore del giorno; in caso di grave incidente le risorse comunali possono essere coinvolte nei piani di emergenza dei gestori. A tale proposito il Servizio di Protezione Civile della Regione Emilia-Romagna ha emesso due modelli di intervento per emergenze causate da blocchi prolungati della viabilità: - modello per emergenza autostradale e superstradale per maxi esodi estivi in caso di blocchi prolungati della viabilità (superiori a 4 ore circa diurne); - modello per emergenza autostradale e superstradale per blocchi prolungati della viabilità (superiori a 3 ore circa) conseguenti a precipitazioni nevose.
3
4
5 Gli incidenti stradali, coinvolgenti sostanze pericolose, si possono tecnicamente classificare in quattro categorie di gravità, in considerazione della tipologia dell incidente e delle varie probabilità di evoluzione Fonte Corpo Nazionale Vigili del Fuoco
6 SERVIZIO EMERGENZA TRASPORTI Il trasporto di merci pericolose è soggetto a norme e regolamenti molto dettagliati, formulati in base al tipo di materiale trasportato e ai mezzi di trasporto utilizzati. La circolazione stradale di merci pericolose è regolamentata dall Accordo Europeo del 30/09/1957, conosciuto come A.D.R., recepito dalla normativa italiana e oggetto di successivi aggiornamenti ed integrazioni (fino al recente D.L. 4/2/2000 n 40). In base a tale normativa, i trasporti di merci pericolose sono immediatamente identificabili per la presenza di PANNELLI DI PERICOLO, di colore arancione posti sia anteriormente che posteriormente al veicolo, che identificano la sostanza trasportata e la tipologia di pericolo connessa e di ETICHETTE DI PERICOLO che esemplificano graficamente il pericolo e le caratteristiche della sostanza. Uno schema illustrativo della cartellonistica ADR è riportata in allegato alla Scheda. I rischi prevedibili per tale tipologia di evento si possono ricondurre a: _ esplosione _ incendio _ diffusione di sostanze nocive per inalazione o per contatto _ diffusione di sostanze inquinanti per l ambiente Peraltro, visto il numero elevatissimo di sostanze che possono essere trasportate, nessun rischio può essere escluso a priori in questa tipologia di evento (diffusione di sostanze radioattive, contaminanti biologici, ecc). Va inoltre rilevato che alla grande varietà di sostanze chimiche trasportate corrispondono procedure di intervento e misure di contenimento assai diversificate che richiedono l intervento di personale altamente qualificato e, spesso, sono fonte di rischio elevato sia per la popolazione che per i soccorritori. Per ogni ulteriore informazione, sia a carattere preventivo che durante la gestione dell emergenza, in merito alle sostanze pericolose oggetto di trasporto stradale e/o ferroviario, potrà farsi riferimento al S.E.T., Servizio Emergenza Trasporti, istituito grazie ad un protocollo di intesa fra il Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Direzione Generale della Protezione Civile del Ministero dell Interno e Federchimica. Tale servizio è in grado di fornire 24 ore su 24 informazioni tecniche, inviare schede di sicurezza di tutte le sostanze circolanti ed eventualmente inviare sul posto un tecnico qualificato o una squadra di intervento; il servizio può essere attivato, mediante un numero dedicato, direttamente dal Comando Vigili del Fuoco. In particolare il SET fornisce agli aderenti: l'utilizzo del Centro di Risposta di Porto Marghera, noto a tutte le autorità interessate in base al Protocollo d'intesa sottoscritto da Federchimica; il pronto intervento in base alle necessità così distribuite: livello 1 - informazione sui prodotti chimici coinvolti livello 2 - mobilitazione di un tecnico qualificato sul luogo dell'incidente livello 3 - mobilitazione di una squadra di emergenza aziendale sul luogo dell'incidente.
7 STRADE PRESENTI SUL TERRITORIO INTERESSATE DAL RISCHIO Vista la presenza sul territorio di aziende che svolgono attività a rischio di incidente rilevante, si osserva che il rischio derivante dal trasporto di sostanze pericolose rappresenta uno scenario significativo. Le vie di comunicazione principalmente interessate dal transito di sostanze pericolose per l ambiente e per l uomo sono quindi le seguenti: - Tutte le strade Provinciali presenti sul territorio dell Unione, - Strada SS 64 Porrettana. - Tutte le vie comunali di accesso alle industrie a rischio di incidente rilevante Il traffico maggiore si snoda quindi su queste arterie, interessando solo in casi rari le strade comunali presenti nel territorio. Non essendo possibile una simulazione attendibile delle aree di impatto generate dai suddetti incidenti per la estrema variabilità delle condizioni, per una valutazione territoriale del rischio è stata prudenzialmente adottata una fascia di potenziale impatto, pari a 50 m dall asse stradale, indicata sulle porzioni di arterie interessate dall evento. Nella cartografia allegata, sono stati evidenziati i tracciati soggetti, con maggior probabilità e frequenza, a transito di mezzi pesanti; sono stati evidenziati inoltre i percorsi che possono essere soggetti ai rischi descritti nei capitoli precedenti, quali esondazione o rischio di incidente rilevante. Attraverso la schematizzazione di queste fasce di rispetto è possibile stabilire se strutture sensibili, o porzioni di insediamenti residenziali, sono potenzialmente esposte a rischio in caso di incidente. La circolazione stradale di merci pericolose è regolamentata dall Accordo Europeo del 30/09/1957, conosciuto come A.D.R., recepito dalla normativa italiana e oggetto di successivi aggiornamenti ed integrazioni. In base a tale normativa, i trasporti di merci pericolose sono immediatamente identificabili per la presenza di pannelli di pericolo, di colore arancione posti sia anteriormente che posteriormente al veicolo, che identificano la sostanza trasportata e la tipologia di pericolo connessa e di etichette di pericolo, che esemplificano graficamente il pericolo e le caratteristiche della sostanza. I rischi prevedibili per tale tipologia di evento si possono ricondurre a: esplosione incendio diffusione di sostanze nocive per inalazione o per contatto diffusione di sostanze inquinanti per l ambiente Peraltro, visto il numero elevatissimo di sostanze che possono essere trasportate, nessun rischio può essere escluso a priori in questa tipologia di evento (diffusione di sostanze radioattive, contaminanti biologici, ecc). Va inoltre rilevato che alla grande varietà di sostanze chimiche trasportate corrispondono procedure di intervento e misure di contenimento assai diversificate, che richiedono l intervento di personale altamente qualificato e, spesso, sono fonte di rischio elevato sia per la popolazione che per i soccorritori. Per ogni ulteriore informazione, sia a carattere preventivo che durante la gestione dell emergenza, in merito alle sostanze pericolose oggetto di trasporto stradale e/o ferroviario, potrà farsi riferimento al S.E.T, sopra citato.
8 SCENARI DI RISCIO IPOTIZZABILI Incendio esplosione - emissione accidentale di fumi tossici - emissione accidentale di inquinanti gassosi e/o polveri aerodisperse in atmosfera - versamento di inquinanti in forma liquida nel terreno o in corsi d acqua - pericolo di sversamento di sostanze pericolose da mezzo di trasporto su strade urbane ed extraurbane - avvenuto sversamento di sostanze pericolose da mezzo di trasporto su strade urbane ed extraurbane. Evento non prevedibile con origine localizzata, che può avere effetti gravi per la salute dell uomo e dell ambiente, la cui probabilità di accadimento è determinata dalla presenza sul territorio di arterie di importanza provinciale e Regionale, di numerosi siti produttivi e commerciali anche di interesse regionale e nazionale, di aziende a rischio di incidente rilevante ed altre che nella loro attività prevedono la movimentazione di sostanze nocive. FASE DI ATTENZIONE Ricevuta la notizia dell evento il Sindaco del Comune interessato, in qualità di autorità di Protezione Civile (o l Assessore Delegato), attiva il Servizio Intercomunale di Protezione Civile (SIPC) dando comunicazione al Responsabile del Servizio Intercomunale di Protezione Civile e al Referente Comunale di Protezione Civile. La segnalazione può pervenire oltre che da un cittadino o dal servizio di reperibilità da altro ente, Agenzia Regionale Protezione Civile, Provincia, Prefettura, Servizio Tecnico di Bacino Reno in questi ultimi casi è correlata alla richiesta di attivazione della fase di attenzione o preallarme. ATTIVAZIONE DEL SERVIZIO INTERCOMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE Il Servizio intercomunale ha il compito di ausilio ai Sindaci, ai Referenti Comunali di Protezione Civile e alle strutture comunali in genere, investite delle competenze previste dal modello Augustus, al fine di fronteggiare l emergenza, coordinando gli interventi e razionalizzando le risorse, sia umane, sia strumentali, fornendo supporto tecnico e logistico alle strutture operative comunali. Al ricevimento della segnalazione il SIPC attiva le procedure preliminari per la verifica della situazione in atto, disponendo: l allertamento preventivo dei responsabili delle Associazioni di Volontariato; l allertamento preventivo dei Referenti Comunali di Protezione Civile; l esecuzione di sopralluoghi di verifica, mediante invio sul luogo della segnalazione di personale (Polizia Municipale, Ufficio Tecnico, operatori delle Associazioni di Volontariato); le comunicazioni ai Sindaci dei Comuni confinanti o comunque potenzialmente interessati dall evento Qualora, per intensità, estensione territoriale, gravità degli effetti, l evento calamitoso si configuri come evento di tipo B, il servizio associato garantisce l assistenza logistica e tecnica all eventuale costituzione, da parte del Prefetto, del Centro Operativo Misto (COM) presso la sede individuata. Allestimento della Sala Operativa Intercomunale per il coordinamento delle procedure in caso di preallarme ed allarme
9 ALLESTIMENTO SALA OPERATIVA All attivazione della fase di preallarme o allarme, il SIPC dispone l allestimento della sala operativa intercomunale ubicata presso la sede legale dell Unione nel Comune di Granarolo dell Emilia nella sala operativa dovranno essere predisposte le attrezzature necessarie per le comunicazioni e per il coordinamento delle risorse. Per il coordinamento delle risorse del Volontariato il SIPC può chiedere l assistenza alla Consulta Provinciale del Volontariato o rivolgersi direttamente ai Responsabili delle locali associazioni. MODALITA DI SOPRALLUOGO E VERIFICA Il personale designato dal SIPC per effettuare il sopralluogo, in sinergia con il Referente Comunale di Protezione Civile, si recano sul luogo della segnalazione, adottando le precauzioni generali indicate nelle specifiche disposizioni contenute nelle procedure operative di intervento, allo scopo di : salvaguardare prioritariamente l incolumità degli operatori, evitando pericoli e coinvolgimenti diretti nell evento; individuare le caratteristiche dell evento emergenziale o del rischio potenziale, al fine di consentire al SIPC di adottare le specifiche e necessarie azioni successive; prende contatto con i VV.F e con il personale del 118 se già sul posto o attivano la chiamata fornendo tutte le informazioni acquisite su natura dell evento e della sostanza trasportata (pannello di riconoscimento affisso sulla parte anteriore e posteriore del mezzo) eventuali presenza di fuoriuscita di sostanze da contenitori o dal veicolo, presenza di feriti e loro reazioni; assume informazioni circa l evento in corso sulle cause, natura e possibile evoluzione dello stesso; informa il Sindaco del Comune in cui è avvenuto l incidente fornendo tutte le informazioni acquisite; in base alle indicazioni fornite dai VV.F circa l evoluzione dell evento, sentito il Sindaco del Comune interessato; attiva il piano della circolazione in emergenza, i cancelli di filtro e presidia i corridoi attraverso i quali far confluire i mezzi di soccorso e far defluire eventuali feriti anche coordinandosi con le altre forze dell ordine; garantisce il coordinamento generale dei primi soccorsi e dell assistenza alla popolazione; attiva o richiede l attivazione delle strutture operative comunali a supporto (ufficio tecnico, Volontariato, Servizi di assistenza sociale); sentito il Sindaco, informa la popolazione che risiede nell aree limitrofe sull evento incidentale e comunica le misure di protezione da adottare a tutela della stessa ivi compresa la necessità di evacuare l area In caso di evacuazione, con l aiuto del personale comunale e del Volontariato, accoglie al di fuori della zona di danno, le persone a ridotta capacità motoria. Qualora la situazione lo necessiti in collaborazione con i Servizi Sociali e le Associazioni di volontariato organizza la prima assistenza alle persone incolumi ed ai parenti in attesa di informazioni, predisponendo punti di assistenza e ricovero temporaneo.
10 SCAMBIO DI INFORMAZIONI CON ALTRI ENTI In caso di fuoriuscita di materiali e/o sostanze pericolose, o potenzialmente pericolose, si procede a dare comunicazione immediata ai Vigili del Fuoco e ad Arpa, i quali forniranno indicazioni operative alle quali sarà necessario attenersi. In caso di danneggiamenti a reti tecnologiche, sia aeree che interrate (elettrodotti, condutture gas, acqua), che possono originare interruzioni nell erogazione di servizi essenziali, o pericolo per la popolazione, occorre informare immediatamente le società o enti di gestione del Servizio. Eventuali informazioni specifiche sulle sostanze trasportate, sui rischi connessi e sulle modalità di primo intervento possono essere ottenute dal SET Servizio Emergenza Trasporti, attivo 24 ore su 24 e tramite i VVF. FASE DI ALLARME E GESTIONE DELL EMERGENZA Il Referente del Servizio o il ROC, allerta ed invia sul luogo personale adeguatamente attrezzato, al fine di coadiuvare la pattuglia già presente sul posto nella regolamentazione della circolazione, provvedendo se necessario a deviare il traffico su percorso alternativi e l isolamento della zona dell incidente. In caso di feriti o di persone con problemi di tipo sanitario, allerta il pronto intervento sanitario (118), se sussiste pericolo per la popolazione residente o per insediamenti e strutture sensibili, dispone l informazione della cittadinanza, l attuazione di provvedimenti di sicurezza (divieto di consumo cibi freschi, ecc.), secondo le indicazioni dei tecnici ARPA o Vigili del Fuoco, con particolare attenzione alla presenza di cittadini anziani o disabili, qualora necessario, dispone l evacuazione delle abitazioni o delle strutture sensibili eventualmente presenti, indirizzandoli verso il centro di raccolta più vicino, presso il quale dispone l intervento dei volontari o del personale di Protezione Civile preposto al supporto agli sfollati, dispone l intervento di personale allo scopo di liberare le strade da macerie o da autovetture che ostruiscono la carreggiata SUPERAMENTO DELL EMERGENZA Al termine dell intervento di messa in sicurezza o di rimozione del pericolo potenziale per la cittadinanza, il Referente del Servizio dispone l intervento dei volontari della Protezione Civile per il ripristino delle condizioni di sicurezza dei luoghi In particolare il personale si occuperà di rimuovere eventuali oggetti, macerie o altri materiali rimasti sulla carreggiata o nelle aree adiacenti per ripristinare le condizioni ordinarie di viabilità e traffico. Nel caso di precedente evacuazione di abitazioni, organizza le operazioni di rientro nelle case, con particolare riguardo alla presenza di anziani o disabili. In accordo con i competenti tecnici, dispone la diffusione di messaggi alla cittadinanza in merito ai comportamenti da assumere nei giorni seguenti. Il servizio associato, al termine dell emergenza, si accerta, mediante contatto con gli enti gestori, del corretto ripristino dei servizi essenziali nell area colpita dalla calamità (utenze elettriche, acqua potabile, fognatura, approvvigionamento gas). A conclusione dell evento, il Referente del SIPC o il ROC redige un report dell evento, compilando apposito modello, i cui dati saranno utilizzati a fini statistici e per le successive revisioni del Piano Intercomunale di Protezione Civile.
PIANO INTERCOMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
PIANO INTERCOMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE PROCEDURA OPERATIVA: RISCHIO VIABILITA E TRASPORTI Versione 1.0 del 05.03.2013 Redazione a cura di: Corpo Polizia Municipale Reno-Galliera GENERALITA 2.4 - Incidenti
Comune di Valsamoggia PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
(Provincia di Bologna) PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE Redazione: Unione dei Comuni Valli del Reno, Lavino e Samoggia Servizio Associato di Protezione Civile geom. Stefano Cremonini geol. Paola Montaguti
Procedura Operativa: ATTIVAZIONE DEL SERVIZIO DI PROTEZIONE CIVILE
Procedura Operativa: ATTIVAZIONE DEL SERVIZIO DI PROTEZIONE CIVILE Al verificarsi di un evento a carattere sovracomunale (Tipo B), o di un evento che interessa un singolo Comune ma che il Comune stesso
PIANO INTERCOMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
PIANO INTERCOMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE PROCEDURA OPERATIVA: RISCHIO IDRAULICO Versione 0.0 del 01.07.2011 Redazione a cura di: Corpo Polizia Municipale Reno-Galliera GENERALITA Evento: Alluvione o esondazione
PIANO INTERCOMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
PIANO INTERCOMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE PROCEDURA OPERATIVA: RISCHIO GAS Versione 0.0 del 01.07.2011 Redazione a cura di: Corpo Polizia Municipale Reno-Galliera GENERALITA Evento: Guasto o rottura con
Comune di ROCCAFRANCA (BS) Piano di Emergenza Comunale
R1 RISCHIO VIABILISTICO R1.1 Incidente stradale Descrizione: SCHEDA SCENARIO La protezione civile interviene nel caso di incidenti di vaste proporzioni che possono avere ricadute sulla popolazione o sull'ambiente.
5 MODELLO DI INTERVENTO
Aggiornato al: 16.09.2009 MODELLO DI INTERVENTO pag. 5.1 5 MODELLO DI INTERVENTO Una parte fondamentale della redazione del Piano di Emergenza Comunale di Protezione Civile è la realizzazione dei Modelli
AL VERIFICARSI DI UN EVENTO IMPROVVISO O NON PREVEDIBILE SI ATTUANO LE MISURE PER L EMERGENZA, CON L AVVIO IMMEDIATO DELLE OPERAZIONI DI SOCCORSO.
Tipologia di evento: Eventi non prevedibili/improvvisi AL VERIFICARSI DI UN EVENTO IMPROVVISO O NON PREVEDIBILE SI ATTUANO LE MISURE PER L EMERGENZA, CON L AVVIO IMMEDIATO DELLE OPERAZIONI DI SOCCORSO.
B. INDIVIDUAZIONE DEGLI SCENARI DI RISCHIO
B. INDIVIDUAZIONE DEGLI SCENARI DI RISCHIO Descrizione I rischi sono noti e quantificabili quando ci sono dei sistemi di monitoraggio presenti nel territorio che consentano di attivare la risposta locale
AL VERIFICARSI DI UN EVENTO IMPROVVISO O NON PREVEDIBILE SI ATTUANO LE MISURE PER L EMERGENZA, CON L AVVIO IMMEDIATO DELLE OPERAZIONI DI SOCCORSO.
Tipologia di evento: Eventi non prevedibili/improvvisi AL VERIFICARSI DI UN EVENTO IMPROVVISO O NON PREVEDIBILE SI ATTUANO LE MISURE PER L EMERGENZA, CON L AVVIO IMMEDIATO DELLE OPERAZIONI DI SOCCORSO.
CENTRO SEGNALAZIONE EMERGENZE 0971/415211 NUMERO VERDE U.R.P. 800 254169
CENTRO SEGNALAZIONE EMERGENZE 0971/415211 NUMERO VERDE U.R.P. 800 254169 Non essendo l evento sismico prevedibile, non è possibile stabilire delle soglie di allerta come, ad esempio, per gli eventi idrogeologici.
ELABORAZIONE DEL MODELLO D INTERVENTO
ELABORAZIONE DEL MODELLO D INTERVENTO COMUNE DI 1. FUNZIONALITA DEL SISTEMA DI ALLERTAMENTO LOCALE REPERIBILITA H 24. Il Piano deve contenere le informazioni necessarie e le modalità con cui la struttura
Comune di Padova. Unità di Progetto di Protezione Civile PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE MODELLO DI INTERVENTO TRASPORTO SOSTANZE PERICOLOSE
Comune di Padova Unità di Progetto di Protezione Civile PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE MODELLO DI INTERVENTO Procedura di emergenza DISTRETTO PROVINCIALE PADOVA CITTÀ Aggiorna e sostituisce il Piano
Comune di Valsamoggia PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
(Provincia di Bologna) PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE Redazione: Unione dei Comuni Valli del Reno, Lavino e Samoggia Servizio Associato di Protezione Civile geom. Stefano Cremonini geol. Paola Montaguti
REGOLAMENTAZIONE DELLA CIRCOLAZIONE DEI VEICOLI PESANTI IN AUTOSTRADA IN PRESENZA DI NEVE
REGOLAMENTAZIONE DELLA CIRCOLAZIONE DEI VEICOLI PESANTI IN AUTOSTRADA IN PRESENZA DI NEVE 1.Premessa Gli interventi finalizzati alla gestione delle emergenze che interessano il sistema viario autostradale
R1.1 Incidente stradale
R1 RISCHIO VIABILISTICO R1.1 Incidente stradale Descrizione: SCHEDA SCENARIO Oltre al tessuto stradale comunale, il comune di Flero è attraversato dalla SP IX (che ne costituisce il confine nord occidentale)
SCENARIO N. 2 RISCHIO CHIMICO INDUSTRIALE - VIABILISTICO
SCENARIO N. 2 RISCHIO CHIMICO INDUSTRIALE - VIABILISTICO Rischio: Ribaltamento di un autobotte di benzina lungo SS 342 SP48 SP69 FS171 Descrizione evento: Lo scenario ipotizzato è relativo al rischio chimico
Piano Comunale di Protezione Civile
MODELLO D INTERVENTO B/6.5 Rischio antropico e residuo Paralisi traffico automobilistico collegato alla chiusura della viabilità autostradale EVENTO PREVEDIBILE E NON La Paralisi del traffico automobilistico
Protezione Civile Piano di Emergenza Comunale
Comune di Concorezzo Protezione Civile Piano di Emergenza Comunale RELAZIONE D Mansionari Rev. 01 Sindaco V i g e r s r l Via Madonna del Noce 34 22070 Grandate (CO) Tel. (031) 564 933 Fax (031) 729 311
PROVINCIA DI SAVONA COMUNE DI ORCO FEGLINO
PROVINCIA DI SAVONA COMUNE DI ORCO FEGLINO REDAZIONE DI PIANO COMUNALE DI EMERGENZA TOMO 3 : RISCHIO INCENDI DI INTERFACCIA TOMO 4 : RISCHIO SISMICO TOMO 5 : RISCHIO NIVOLOGICO MARZO 2014 1 Indice TOMO
GESTIONE EMERGENZA NEVE 31 GENNAIO 13 FEBBRAIO 2012
GESTIONE EMERGENZA NEVE 31 GENNAIO 13 FEBBRAIO 2012 L EVENTO Complessivamente dal 31 gennaio al 13 febbraio sono stati registrati i seguenti spessori del manto nevoso Parte orientale della Regione: fascia
REGOLAMENTO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
COMUNE DI CASIER (Provincia di Treviso) REGOLAMENTO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE Approvato con deliberazione di Consiglio Comunale n. 62 del 11/11/2002 A cura dell Ufficio Lavori Pubblici Ambiente e Protezione
Associazione Geologi dell Emilia Romagna per la Protezione Civile
Associazione Geologi dell Emilia Romagna per la Protezione Civile Costituzione: 3 Luglio 2002 Sede: presso OGER Via Guerrazzi 6, Bologna Anno 2009: 70 iscritti www.geoprociv.it OBIETTIVI: 1. Offrire nei
RISCHIO IDROGEOLOGICO scenario 3 - Bollettino Meteo A FASE DI ATTENZIONE. Riceve il bollettino meteo e l'avviso di inizio fase di attenzione
RISCHIO IDROGEOLOGICO scenario 3 - Bollettino Meteo A () (, CC, Polizia Municipale,..) FASE DI ATTENZIONE Riceve il bollettino meteo e l'avviso di inizio fase di attenzione Fax, telefono, cellulare ()
C 1 y:\cartella condivisa\seui piano protezione civile\14_seupec_c1_-_procedura operativa incendi.docm \\save.12 PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
COMUNE DI SEUI PROVINCIA DELL OGLIASTRA PIANO INTERCOMUNALE DI PROTEZIONE DI PROTEZIONE CIVILE CIVILE R EGIONE R EGIONE AUTONOMA DELLA DELLA SARDEGNA PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE "Disposizioni urgenti
PIANO DI EMERGENZA COMUNALE
PIANO DI EMERGENZA COMUNALE DOC. 02 - GLOSSARIO E RIFERIMENTI NORMATIVI GRUPPO DI LAVORO PER LA REALIZZAZIONE DEL : Responsabile di Progetto Il Sindaco: Luigi Chiesa Gruppo Tecnico di Lavoro Arch. Paola
Comune di Padova. Unità di Progetto di Protezione Civile PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE MODELLO DI INTERVENTO PER BLACK OUT
Comune di Padova Unità di Progetto di Protezione Civile PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE MODELLO DI INTERVENTO PER BLACK OUT Procedura di emergenza DISTRETTO PROVINCIALE PADOVA CITTÀ Aggiorna e sostituisce
SCENARIO N. 1 ALLAGAMENTO SOTTOPASSO VIA ROMA VIA STAZIONE
SCENARIO N. 1 ALLAGAMENTO SOTTOPASSO VIA ROMA VIA STAZIONE Descrizione evento: La zona presa in considerazione rappresenta uno stralcio di mappa della Tavola 3. Si tratta di un allagamento della sede viaria
REGOLAMENTO PER L ORGANIZZAZIONE DELL ATTIVITA DI REPERIBILITA DEI SERVIZI PROVINCIALI
REGOLAMENTO PER L ORGANIZZAZIONE DELL ATTIVITA DI REPERIBILITA DEI SERVIZI PROVINCIALI Approvato con deliberazione della Giunta Provinciale n. 153 in data 29.05.2012, modificato con deliberazione G.P.
MESSAGGIO DI PREALLARME
logo COMUNE DI. Da utilizzarsi per comunicare che sul territorio comunale si sono manifestati eventi potenzialmente in grado di arrecare danni a persone, cose e ambiente. MESSAGGIO DI PREALLARME DA: COMUNE
Comune di Padova. Unità di Progetto di Protezione Civile PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE MODELLO DI INTERVENTO PER INCIDENTE STRADALE
Comune di Padova Unità di Progetto di Protezione Civile PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE MODELLO DI INTERVENTO PER INCIDENTE STRADALE Procedura di emergenza DISTRETTO PROVINCIALE PADOVA CITTÀ Aggiorna
preallerta N COSA CHI DOCUMENTI NOTE Avvisa il Sindaco e il Responsabile del Centro Operativo responsabile dichiarazione stato preallerta
RISCIO FRANA preallerta Ricezione avviso Funzionario Avvisa il Sindaco e il del Centro Operativo responsabile Comunale 1 Dichiarazione stato preallerta Lo stato di preallerta può essere dichiarato dichiarazione
INTRODUZIONE ALLA PROTEZIONE CIVILE! LEGISLAZIONE in MATERIA di PROTEZIONE CIVILE
Corso Base per Volontari Operativi Generici di Protezione Civile Cassano D Adda - 07.05.2010 INTRODUZIONE ALLA PROTEZIONE CIVILE! LEGISLAZIONE in MATERIA di PROTEZIONE CIVILE Materiale didattico a cura
ORGANIZZAZIONE DI UNA STRUTTURA AZIENDALE PER LA GESTIONE DELL EMERGENZA NEI SERVIZI IDRICI
ORGANIZZAZIONE DI UNA STRUTTURA AZIENDALE PER LA GESTIONE DELL EMERGENZA NEI SERVIZI IDRICI IL PIANO DI EMERGENZA Per emergenza si intende ogni evento che porta a conseguenze negative sia in termini di
Terralba, 31 gennaio 2014 IL MODELLO DI GESTIONE DELLE EMERGENZE
REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA PRESIDENZA IL MODELLO DI GESTIONE DELLE EMERGENZE Ing. Maria Antonietta Raimondo Servizio Pianificazione e gestione delle emergenze Legge n. 225 del 1992 > Istituzione del
Incidente chimico-industriale stabilimento/nucleare/trasporti
chimico-industriale stabilimento/nucleare/trasporti 203 Consulta i capitoli, la cartografia e le tavole degli Scenari predefiniti e dei Piani di emergenza per rischio specifico e attua le procedure degli
MODULISTICA OPERATIVA
MODULISTICA OPERATIVA INDICE SCHEDA OPERATIVA PER ATTIVAZIONE PIANO DI EMERGENZA Pag. 2 MESSAGGIO DI ALLARME, EMERGENZA E CESSATO ALLARME Pag. 4 COMUNICATO ALLA POPOLAZIONE Pag. 7 SCHEDA OPERATIVA RISCHIO
Comune di Padova. Unità di Progetto di Protezione Civile PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE MODELLO DI INTERVENTO PER EMERGENZA IDRAULICA
Comune di Padova Unità di Progetto di Protezione Civile PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE MODELLO DI INTERVENTO PER Procedura di emergenza DISTRETTO PROVINCIALE PADOVA CITTÀ Aggiorna e sostituisce il
5. MODELLO DI INTERVENTO- PROCEDURE
5. MODELLO DI INTERVENTO- PROCEDURE 67 5.1 Il sistema di comando e controllo La procedura di attivazione del sistema di comando e controllo disciplina il flusso delle informazioni utili a gestire la risposta
SOMMARIO PREMESSA...3
SOMMARIO PREMESSA...3 1. INCIDENTI FERROVIARI CON CONVOGLI PASSEGGERI ESPLOSIONI O CROLLI DI STRUTTURE CON COINVOLGIMENTO DI PERSONE - INCIDENTI STRADALI CHE COINVOLGONO UN GRAN NUMERO DI PERSONE...5 1.1
4. LINEAMENTI DELLA PIANIFICAZIONE E STRATEGIA OPERATIVA
4. LINEAMENTI DELLA PIANIFICAZIONE E STRATEGIA OPERATIVA 54 4.1 Funzionalità del sistema di allertamento locale Il Comune deve garantire i collegamenti telefonici, via fax, e via e-mail, sia con la Sala
Sistema di allertamento regionale ai fini di protezione civile
Sistema di allertamento regionale ai fini di protezione civile Paolo Covelli www.regione.toscana.it/protezionecivile paolo.covelli@regione.toscana.it 055 4385511 Inquadramento generale PREVISIONE Valutazione
DOCUMENTI DI ANALISI E APPROFONDIMENTO
SEZIONE II SCENARI DI RISCHIO DOC 2.1 LIVELLI DI ALLERTA MODELLO DI INTERVENTO, SCENARI DI RISCHIO E INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE Sommario Scenari di rischio...2 Metodologia utilizzata...2 Gli scenari
IL PIANO DI EMERGENZA E ANTINCENDIO
A.S.O. SS. ANTONIO e BIAGIO e C.ARRIGO IL PIANO DI EMERGENZA E ANTINCENDIO Corso di Formazione aziendale Salute e sicurezza sul lavoro S.C. Servizio Prevenzione Protezione 1 SISTEMA PER LA SICUREZZA AZIENDALE
REGOLAMENTO DEL SERVIZIO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
COMUNE DI MONTECCHIO MAGGIORE Provincia di Vicenza REGOLAMENTO DEL SERVIZIO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE COMITATO VOLONTARIO PROTEZIONE CIVILE MONTECCHIO MAGGIORE Via del Vigo 336075 Montecchio Maggiore
Comuni di: Baricella - Budrio - Granarolo dell Emilia - Minerbio
PIANO DI EMERGENZA INTERCOMUNALE ALLEGATO 6 SCENARIO DI RISCHIO INTERCOMUNALE CARTA RISCHIO GAS Comuni di: Baricella - Budrio - Granarolo dell Emilia - Minerbio PREMESSA Le leggi di riferimento per le
SERVIZIO PRONTO INTERVENTO
CITTÀ DI MONCALIERI Settore Servizi Tecnici e Ambientali REGOLAMENTO COMUNALE DEL SERVIZIO PRONTO INTERVENTO INDICE TITOLO I PRINCIPI GENERALI Art. 1 Art. 2 Art. 3 Oggetto del Regolamento Scopo del Regolamento
LA PIANIFICAZIONE E LA GESTIONE DEL TERRITORIO PER LA MITIGAZIONE DEL RISCHIO IDRAULICO E GEOLOGICO
9 maggio 2015 - Teatro Martinetti Castellamonte (TO) LA PIANIFICAZIONE E LA GESTIONE DEL TERRITORIO PER LA MITIGAZIONE DEL RISCHIO IDRAULICO E GEOLOGICO Le misure di PROTEZIONE CIVILE: La Protezione Civile
ALLEGATO 7. Procedura interna del. COMANDO POLIZIA LOCALE Federazione Camposampierese
ALLEGATO 7 Procedura interna del COMANDO POLIZIA LOCALE Federazione Camposampierese PIANO DI GESTIONE DELLA VIABILITA PER IL PIANO DI EMERGENZA ESTERNA DEL SITO INDUSTRIALE AUTOSPED S.r.l. Santa Giustina
REGOLAMENTO PER L ORGANIZZAZIONE E LA GESTIONE DELLE EMERGENZE ALL INTERNO DEGLI EDIFICI DELL UNIVERSITA
REGOLAMENTO PER L ORGANIZZAZIONE E LA GESTIONE DELLE EMERGENZE ALL INTERNO DEGLI EDIFICI DELL UNIVERSITA (Emanato con D.R. n. 1215 del 28 giugno 2007, pubblicato nel Bollettino Ufficiale n. 69) Sommario
cod edificio 00280 DII / DEI via Gradenigo 6/a FASI OPERATIVE
DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA INDUSTRIALE DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA DELL INFORMAZIONE DISPOSIZIONI GENERALI IN CASO DI EMERGENZA O PROVA DI EVACUAZIONE cod edificio 00280 DII / DEI via Gradenigo 6/a Avvio
Comuni di: Baricella - Budrio - Granarolo dell Emilia - Minerbio
PIANO DI EMERGENZA INTERCOMUNALE ALLEGATO 3 SCENARIO DI RISCHIO INTERCOMUNALE CARTA RISCHIO IDRAULICO Comuni di: Baricella - Budrio - Granarolo dell Emilia - Minerbio PREMESSA In condizioni particolari
Prefettura di Rimini Ufficio Territoriale del Governo
PIANO DI INTERVENTO COORDINATO PER LA RICERCA DELLE PERSONE DISPERSE ----------------------- PREFETTURA DI RIMINI - PIANO PER LA RICERCA DI PERSONE DISPERSE EDIZIONE 2011 Pagina 1 INDICE 1. Premessa pag.3
Comune di Guiglia Provincia di Modena
Comune di Guiglia Provincia di Modena Regolamento Comunale di volontari di Protezione Civile Art.1 (Oggetto e Finalità) Oggetto del presente Regolamento è la costituzione e l organizzazione di una struttura
PIANO DI PROTEZIONE CIVILE ED EMERGENZA COMUNALE STRUTTURA E FUNZIONI DEL CENTRO OPERATIVO COMUNALE (C.O.C.) Comune di: ATESSA
Comune di: ATESSA PREMESSA Il Sindaco in qualità di autorità di protezione civile, per la direzione ed il coordinamento del servizio di soccorso e assistenza alla popolazione, si avvale della struttura
Indicazioni per l elaborazione della Pianificazione provinciale di emergenza per il trasporto di materie radioattive e fissili
Indicazioni per l elaborazione della Pianificazione provinciale di emergenza per il trasporto di materie radioattive e fissili ing. Roberto Gullì ing. Valeria Palmieri Ufficio Rischi Antropici - DPC Roma,
Area ad elevata concentrazione di stabilimenti di Novara - S. Agabio
PREFETTURA di NOVARA Ufficio Territoriale del Governo PIANO DI EMERGENZA ESTERNO (Art. 20 D. Lgs. 334/99 e s.m.i.) Area ad elevata concentrazione di stabilimenti di Novara - S. Agabio Comune di Novara
Comune di Rieti Assessorato Protezione Civile
1 Comune di Rieti Assessorato Protezione Civile PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE STRUTTURA DEL PIANO COMUNE DI RIETI SETTORE VI - Ufficio Protezione Civile CODICE DOCUMENTO ELABORATO 0 1-0 1-0 2-0 4
10. FUNZIONI DI SUPPORTO
10. FUNZIONI DI SUPPORTO La pianificazione dell emergenza basata sulla direttiva del Dipartimento di Protezione Civile Metoto Augustus prevede che, al verificarsi di un evento calamitoso si organizzino
Vademecum Allertamento
Vademecum Allertamento INDICE: 1. Cos è l Allertamento pag. 1 2. Ruolo e responsabilità del Sindaco secondo la normativa vigente pag. 2 3. Emergenza e sussidiarietà pag. 7 4. Il servizio di allertamento
Pianificazione Invernale Edizione 2014-2015
Pianificazione Invernale Edizione 2014-2015 PIANIFICAZIONE INVERNALE PER LA GESTIONE DELLA VIABILITA E REGOLAMENTAZIONE DELLA CIRCOLAZIONE DEI MEZZI PESANTI IN AUTOSTRADA IN CASO DI PRECIPITAZIONI NEVOSE
IL CONSIGLIO COMUNALE
Si chiede di iniziare dal punto 3 dell ordine del giorno. I Consiglieri sono d accordo. Illustra l Assessore Diegoli. IL CONSIGLIO COMUNALE PREMESSO CHE: - rientra tra gli obiettivi dell Amministrazione
Provincia di Caserta
1 Provincia di Caserta REGOLAMENTO INTERNO DI FUNZIONAMENTO DEL COORDINAMENTO PROVINCIALE DEL VOLONTARIATO DI PROTEZIONE CIVILE Art. 1 Oggetto 1. Il presente regolamento ha come oggetto l organizzazione
INDICAZIONI PER IL COORDINAMENTO OPERATIVO DI EMERGENZE DOVUTE A:
COMUNICATO DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 3 maggio 2006 Indicazioni per il coordinamento operativo di emergenze dovute ad incidenti stradali, ferroviari, aerei e di mare, ad esplosioni e crolli
SEZIONE 2 IPOTESI INCIDENTALI
Sez 2/pag.1 SEZIONE 2 IPOTESI INCIDENTALI Le zone di pianificazione Per l individuazione delle zone cui deve essere estesa la pianificazione dell emergenza, si prendono in generale in considerazione i
Le nuove tecnologie nel soccorso dei grandi eventi
Le nuove tecnologie nel soccorso dei grandi eventi _NICOLA COMODO Dipartimento di Sanità Pubblica Università degli Studi di Firenze L IL RUOLO DELLA SANITA PUBBLICA NELLE GRAVI EMERGENZE LA SORVEGLIANZA
PIANO PER LA GESTIONE DELLE EMERGENZE. Residenza Universitaria Padiglione 38. San Salvi FIRENZE
Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario della Toscana PIANO PER LA GESTIONE DELLE EMERGENZE Residenza Universitaria Padiglione 38 San Salvi FIRENZE 1 STRUTTURA Residenza Universitaria
MODALITA PER LA SEGNALAZIONE DI CRITICITA, IL MONITORAGGIO E LA PRIMA VERIFICA DEI DANNI E RELATIVA MODULISTICA
ALLEGATO A decreto dirigenziale n. del MODALITA PER LA SEGNALAZIONE DI CRITICITA, IL MONITORAGGIO E LA PRIMA VERIFICA DEI DANNI E RELATIVA MODULISTICA 0. Premessa La valutazione di un evento di protezione
ALLEGATO A REGOLAMENTO DEL COORDINAMENTO PROVINCIALE DEL VOLONTARIATO DI PROTEZIONE CIVILE
ALLEGATO A REGOLAMENTO DEL COORDINAMENTO PROVINCIALE DEL VOLONTARIATO DI PROTEZIONE CIVILE Approvato con Delibera di Consiglio n. 29 del 19 maggio 2011 INDICE REGOLAMENTO...1 Art. 1 Oggetto...1 Art. 2
Comune di Padova. Unità di Progetto di Protezione Civile PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE MODELLO DI INTERVENTO PER SGOMBERO NEVE
Comune di Padova Unità di Progetto di Protezione Civile PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE MODELLO DI INTERVENTO PER Procedura di emergenza DISTRETTO PROVINCIALE PADOVA CITTÀ Aggiorna e sostituisce il
PIANO PER LA GESTIONE DELLE EMERGENZE SEDE AMMINISTRATIVA VIA MASCAGNI SIENA
Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario della Toscana PIANO PER LA GESTIONE DELLE EMERGENZE SEDE AMMINISTRATIVA VIA MASCAGNI SIENA 1 STRUTTURA SEDE SEDE AMMINISTRATIVA VIA MASCAGNI 53,
UNIVERSITA DEGLI STUDI DI PERUGIA Servizio di Prevenzione e Protezione PIANO DI EMERGENZA
PIANO DI EMERGENZA Identificazione delle emergenze e delle situazioni incidentali Le emergenze e le situazioni incidentali ipotizzate ai fini di questo piano sono relative allo sversamento di prodotti
PIANO DI EMERGENZA ED EVACUAZIONE
LOGO DELLA SOCIETA PARTE III ESEMPIO DI PROCEDURA PER PIANO DI ED EVACUAZIONE Ediz.: Rev. : del: Pagina: 1 di 13 N OME SOCIETÀ PIANO DI ED EVACUAZIONE Dispensa a cura del relatore PIANO DI ED EVACUAZIONE
NORMATIVA e PIANIFICAZIONE. Protezione Civile. - Formazione per Operatore di Protezione Civile - Daniele Lucarelli
NORMATIVA e PIANIFICAZIONE in Protezione Civile - Formazione per Operatore di Protezione Civile - Daniele Lucarelli Obiettivi della Lezione: - Definire gli attori del Sistema Nazionale di Protezione Civile
REGIONE LOMBARDIA PROVINCIA DI MILANO. Piano Comunale di Protezione Civile Redazione: Novembre 2013
REGIONE LOMBARDIA PROVINCIA DI MILANO Piano Comunale di Protezione Civile Redazione: Novembre 2013 Redazione: Dott. Alberto Ventura, Arch. e DI.MA. Graziella Vallone Regione Cantarana, 17 28041 ARONA (NO)
COMUNE DI TRINO PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE VOLUME 5 SISTEMA DI ALLERTAMENTO E PROCEDURE OPERATIVE. Regione Piemonte Provincia di Vercelli
Regione Piemonte Provincia di Vercelli COMUNE DI TRINO PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE VOLUME 5 SISTEMA DI ALLERTAMENTO E PROCEDURE OPERATIVE Trino, lì Il Commissario Straordinario -------------------------------------------------------------
PIANO PROVINCIALE DI EMERGENZA DI PROTEZIONE CIVILE
PIANO PROVINCIALE DI EMERGENZA DI PROTEZIONE CIVILE RISCHIO CHIMICO INDUSTRIALE VOL 2.3 2013 Provincia di Milano Settore Protezione Civile e GEV REVISIONE E AGGIORNAMENTO DEL PROGRAMMA PROVINCIALE DI PREVISIONE
Evento meteo, idrogeologico e idraulico
163 A seguito della ricezione di Avviso od Informativa di previsione per fenomeni meteorologici avversi o a seguito di un Ufficio Gestione delle Emergenze ed Eventi Servizio I/ Gestione Sala Operativa
CHECK-LIST PER L'AUTO-VALUTAZIONE DELLA PRESTAZIONE AMBIENTALE PARTE PRIMA
CHECK-LIST PER L'AUTO-VALUTAZIONE DELLA PRESTAZIONE AMBIENTALE PARTE PRIMA DATI GENERALI RIGUARDANTI IL SITO PRODUTTIVO Nome Azienda Sito produttivo/sede Ragione Sociale azienda Codice ISTAT N.ro Telefonico
PROCEDURA DI ALLARME CHE COSA NON DEVE FARE CHI CHE COSA DEVE FARE
All.OdS 9/04 Agg.12 UMC SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA Pag. 1 di 3 TO Procedura Operativa in caso di Evacuazione 1. SCOPO Scopo della presente procedura operativa è quello di fornire tutte le indicazioni
Progetto promosso e finanziato dalla. Unione Regionale delle Camere di Commercio del Molise
Osservatorio Regionale sui Trasporti, la logistica e le infrastrutture in Molise Progetto promosso e finanziato dalla Unione Regionale delle Camere di Commercio del Molise Rapporto finale Gennaio 2008
Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario della Toscana PIANO PER LA GESTIONE DELLE EMERGENZE RESIDENZA E PUNTO RISTORO ROSELLINI
Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario della Toscana PIANO PER LA GESTIONE DELLE EMERGENZE RESIDENZA E PUNTO RISTORO ROSELLINI PISA 1 STRUTTURA SEDE RESIDENZA ROSELLINI Via Rosellini,
REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DEL SERVIZIO DI PRONTA REPERIBILITA.
REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DEL SERVIZIO DI PRONTA REPERIBILITA. Foglio notizie: APPROVATO con deliberazione di Giunta Comunale n. 31 del 10.02.2011 MODIFICATO con deliberazione di Giunta Comunale n.
QUADRO NORMATIVO DI PROTEZIONE CIVILE - COMPITI DEI COMUNI
QUADRO NORMATIVO DI PROTEZIONE CIVILE - COMPITI DEI COMUNI PROTEZIONE CIVILE La normativa nazionale sulla protezione civile Legge n. 225 del 24 febbraio 1992 (Istituzione del Servizio Nazionale di Protezione
UTG-Prefettura Bari. Il Metodo AUGUSTUS. La Funzione 2. Nella Sala Operativa - CCS. Brevi note riassuntive sui compiti del responsabile della funzione
UTG-Prefettura Bari Il Metodo AUGUSTUS La Funzione 2 Nella Sala Operativa - CCS Brevi note riassuntive sui compiti del responsabile della funzione Le funzioni di supporto: SALA OPERATIVA CENTRO COORDINAMENTO
PIANO PER LA GESTIONE DELLE EMERGENZE. Residenza Universitaria Varlungo FIRENZE
Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario della Toscana PIANO PER LA GESTIONE DELLE EMERGENZE Residenza Universitaria Varlungo FIRENZE 1 STRUTTURA SEDE Residenza Universitaria Varlungo
PIANO PER LA GESTIONE DELLE EMERGENZE. Residenza Universitaria. Diop Mor Samb Modou FIRENZE
Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario della Toscana PIANO PER LA GESTIONE DELLE EMERGENZE Residenza Universitaria Diop Mor Samb Modou FIRENZE 1 STRUTTURA SEDE Residenza Universitaria
Corso di formazione per la Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro ai sensi del D.Lgs. 81/08 e s.m.i.
Ente di formazione accreditato dalla Regione Siciliana Corso di formazione per la Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro ai sensi del D.Lgs. 81/08 e s.m.i. Page1 Sommario 1. IL QUADRO NORMATIVO IN MATERIA
La Casa Centro Assistenza Servizi per Anziani Via Baratto 39 36015 Schio (VI)
Ente committente: La Casa Centro Assistenza Servizi per Anziani Via Baratto 39 36015 Schio (VI) DOCUMENTO UNICO VALUTAZIONE RISCHI INTERFERENTI Art. 26 D.Lgs. 81/2008 Fornitura di generi alimentari per
REGOLAMENTO INTERCOMUNALE DI VOLONTARI DI PROTEZIONE CIVILE
REGOLAMENTO INTERCOMUNALE DI VOLONTARI DI PROTEZIONE CIVILE Art. 1.0 COSTITUZIONE 1. E costituito presso la sede municipale dei comuni di Mozzate e Limido Comasco il Gruppo Intercomunale di Volontari di
Codice Ambientale. Scopo e campo di applicazione. Definizioni
Codice Ambientale Scopo e campo di applicazione Il presente documento, regola le norme che il personale della Società Nava deve rispettare nell esecuzione dei servizi di pulizia in merito alle modalità
PROCEDURE GENERALI SALA OPERATIVA COMUNALE
EVENTO FRANOSO DOMANDE DA FARE: località della frana dimensioni della frana se viabilità e abitazioni sono interessate dal dissesto se la frana ostruisce il deflusso di un corso d acqua eventuale coinvolgimento
Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario della Toscana PIANO PER LA GESTIONE DELLE EMERGENZE RESIDENZA MARISCOGLIO PISA
Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario della Toscana PIANO PER LA GESTIONE DELLE EMERGENZE RESIDENZA MARISCOGLIO PISA 1 STRUTTURA SEDE RESIDENZA MARISCOGLIO Via Venezia Giulia, 2 PISA
PIANO DI EMERGENZA ESTERNO (Art. 20 D.Lgs. 334/99)
P r e f e t t u r a d i T o r i n o - P r o t e z i o n e C i v i l e R e v. 2 / 0 P i a n o d i E m e r g e n z a E s t e r n o s t a b i l i m e n t o G r u p p o T r o m b i n i L u s e r n a S. G i
PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE DI VOLTURARA IRPINA
PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE DI VOLTURARA IRPINA ATTIVAZIONI IMMEDIATE DOPO UN EVENTO SALA OPERATIVA Presso la Casa comunale Se questi locali risultassero inagibili la sala operativa sarà allestita
ANALISI E GESTIONE DEL RISCHIO PER SCOPI DI PROTEZIONE CIVILE
Territorio e Rischio Idrogeologico ANALISI E GESTIONE DEL RISCHIO PER SCOPI DI PROTEZIONE CIVILE DR. GEOL. FRANCESCO BENINCASA LIBERO PROFESSIONISTA PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE Il nuovo
PIANO PER LA GESTIONE DELLE EMERGENZE RESIDENZA LASCHI AREZZO
Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario della Toscana PIANO PER LA GESTIONE DELLE EMERGENZE RESIDENZA LASCHI AREZZO 1 STRUTTURA SEDE RESIDENZA LASCHI (AREZZO) Via G. Laschi, 24 AREZZO
PIANO PER LA GESTIONE DELLE EMERGENZE. Residenza Universitaria Cipressino FIRENZE
Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario della Toscana PIANO PER LA GESTIONE DELLE EMERGENZE Residenza Universitaria Cipressino FIRENZE 1 STRUTTURA SEDE Residenza Universitaria Il Cipressino
1 SISTEMA DI COMANDO E CONTROLLO 2
1 SISTEMA DI COMANDO E CONTROLLO 2 1.1 MODELLO D INTERVENTO 2 1.1.1 LIVELLI DI ALLERTA E FASI OPERATIVE 2 1.2 MODELLO DI INTERVENTO PROCEDURE OPERATIVE 3 1.2.1 PROCEDURE OPERATIVE (DA ESEGUIRE QUALUNQUE
D.M. 10 marzo 1998. Piano Emergenza Evacuazione
Piano Emergenza Evacuazione Il D.M 10 marzo 1998 prevede che, a seguito della VDRI deve essere predisposto e tenuto aggiornato, in forma scritta, dal Datore di Lavoro un Piano di Emergenza Antincendio,