OFFICINA ETRUSCOLOGIA 7.

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1 OFFICINA ETRUSCOLOGIA 7.

2 Comitato Scientifico Gilda Bartoloni Francesca Boitani Larissa Bonfante Dominique Briquel Federica Cordano Michel Gras Nota Kourou Dirce Marzoli Annette Rathje Nancy A. Winter Comitato di redazione Folco Biagi Alessandro Conti Valentina Marziali Sara Neri Carlo Regoli Jacopo Tabolli Redazione del volume Carlo Regoli ISBN Copyright 2012 by Officina Edizioni, Roma via Virginia Agnelli,

3 MODE E MODELLI Fortuna e insuccesso nella circolazione di cose e idee officina edizioni

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5 Indice 7 Prefazione 9 Maria Anna De Lucia Brolli, Jacopo Tabolli Dimore litiche per i defunti di Narce: custodie, sarcofagi e letti funebri tra vecchi e nuovi scavi 77 Maria Taloni Le oinochoai cosiddette fenicio-cipriote: origine, rielaborazione e trasformazione di una forma vascolare 99 Valeria Acconcia Il bucchero in area adriatica 141 Simona Carosi Teste votive dal santuario di Campetti a Veio. Modelli, stile, cronologia 155 Alessandra Coen, Maria Elisa Micheli La fortuna delle oreficerie in area picena tra modelli allogeni e tradizione locale 177 Simona Marchesini La ricezione di elementi cultuali allogeni in ambito Retico: Taranis in Val di Fiemme (TN) 191 Isidoro Tantillo Il mito di Trittolemo e i culti eleusini in Etruria

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7 Prefazione Questo volume vorrebbe cogliere alcune delle molteplici ragioni e dei variegati processi che hanno condotto all affermazione o, viceversa, alla fredda accoglienza di modelli in Etruria e nell Italia preromana. I contributi presenti analizzano fenomeni di appropriazione, di adozione marginale o, più comunemente, quei processi di rielaborazione che coinvolgono oggetti, utensili, forme, decorazioni e pratiche attraverso il loro diffondersi sia in una dimensione locale, tra territori vicini, sia in una più ampia ottica mediterranea. Apre il volume un approfondita ricerca condotta da M. A. De Lucia Brolli e J. Tabolli sulle dimore litiche dell aristocrazia di Narce, un accurata analisi crono-tipologica su custodie, sarcofagi e letti funebri in pietra provenienti da vecchi scavi e dalle più recenti indagini stratigrafiche, che hanno inoltre permesso di ricostruire alcune delle complesse pratiche rituali di deposizione. Gli autori esaminano per la prima volta in maniera esaustiva queste diverse produzioni litiche, ampiamente attestate nell Agro falisco ed in particolare a Narce, dalla prima età del Ferro alla piena età arcaica. Segue il contributo di M. Taloni dedicato alle oinochoai fenicio-cipriote, come noto, tra le forme vascolari di origine orientale che incontrano maggiore fortuna nel Mediterraneo antico a partire dall VIII sec. a.c., sia con redazioni in materiali preziosi, sia con più comuni esemplari fittili,realizzati da artigiani immigrati, rielaborando il prototipo originario secondo i diversi gusti locali. V. Acconcia tratta il tema della produzione e della diffusione del vasellame in bucchero e in impasto buccheroide nell Abruzzo preromano, analizzando i principali contesti editi della regione. Lo studio rivela come nel processo di formazione del repertorio morfologico locale giochino un ruolo importante le serie dell Italia centrale (sabine, picene e umbre), come mediatrici nella trasmissione di modelli mediati dall area tiberina. Presenta nuovi tipi di teste votive il lavoro di S. Carosi, incentrato su materiale inedito dal santuario di Campetti a Veio, uno dei principali complessi nel panorama della coroplastica votiva centro-italica. A. Coen e M. E. Micheli propongono un interessante rassegna di oreficerie provenienti dalle necropoli celtiche di Filottrano, Osimo e Montefortino d Arcevia, dove spicca la presenza di alcune produzioni locali accanto a importazioni dall Etruria, dall Italia meridionale e dalla Grecia settentrionale, che testimoniano traffici commerciali di ampio respiro. La già nota iscrizione retica su osso da Tesero è riesaminata da S. Marchesini che, attraverso un accurata analisi epigrafica e linguistica, propone una nuova lettura in chiave magico-rituale del testo finora interpretato come dedica alla massima divinità celtica Tanaris. In analogia con i volumi già pubblicati, chiude la rassegna un contributo di natura storico-religiosa in cui I. Tantillo riferisce sul mito di Trittolemo e sulla diffusione in area tirrenica dei culti eleusini, favorita dall ingente mole di

8 ceramica attica giunta in Etruria a partire soprattutto dall ultimo quarto del VI sec. a.c. Nello spirito di questo settimo volume dedicato ai concetti di fortuna e insuccesso, abbiamo pensato, come Comitato di Redazione, di riservare un breve spazio della presentazione ad un bilancio del lavoro svolto finora. Alla pubblicazione del primo numero nel 2009, dedicato a officine e attività produttive, hanno fatto seguito altri due volumi collettanei a carattere tematico, che hanno accolto i risultati di diversi incontri di studio rivolti rispettivamente alle produzioni in bucchero e alla coropolastica, e tre opere monografiche, nelle quali hanno trovato esito editoriale ricerche di dottorato in Etruscologia condotte presso La Sapienza - Università di Roma e incentrate sulle produzioni in argilla depurata e in impasto rosso di area etrusca e sui rapporti tra settore medio-tirrenico e Sardegna. Scorrendo gli indici, la convivenza di studiosi di indiscussi valore ed esperienza e di un nutrito gruppo di giovani ricercatori fa sperare che il nostro principale obiettivo, quello di essere un laboratorio aperto ai giovani archeologi che operano attivamente in seno alle Università, alle Soprintendenze, alle realtà locali della conoscenza, nella valorizzazione e nella tutela del territorio sia stato almeno in parte centrato, perseguendo inoltre quel necessario dialogo generazionale, che non sempre sembra trovare i dovuti spazi. In un momento in cui la nostra disciplina corre il grande rischio di scomparire dagli ordinamenti accademici, Officina Etruscologia è quindi cresciuta, nella ferma convinzione del ruolo imprescindibile dell Etruscologia e dell Archeologia italica nel più ampio quadro delle Scienze dell Antichità e nell attesa di un futuro migliore. Mantenere la cadenza semestrale e garantire prezzi contenuti anche per i volumi più corposi è stato possibile grazie alla tenacia e alla pazienza di Officina Edizioni, alla quale siamo profondamente grati. In un momento di generale crisi dell editoria ed in particolare di quella scientifica, mentre chiudono le case editrici e le riviste, ci si chiede quale ruolo abbia il libro d archeologia tradizionale e se sopravvivranno solo le pubblicazioni sul web. La nostra tradizionale, ma non convenzionale, scelta di pubblicare a mezzo di stampa significa continuare a ritenere che il libro possieda un valore aggiunto. E ora le note dolenti. Se gli indici testimoniano la presenza di generazioni diverse, non rispecchiano con altrettanto vigore la composita realtà dell Italia preromana. Ancora troppo circoscritta risulta inoltre la diffusione del semestrale, i cui costi ridotti sono garantiti dalle stesse vendite e la cui ambizione è quella di creare una sempre più ampia rete di contatti. Insomma, è questo un lavoro in fieri e in incessante mutamento che trova continuo sostegno nel Comitato Scientifico, che ha permesso di far crescere questo nostro progetto. Il Comitato di Redazione

9 Dimore litiche per i defunti di Narce: custodie, sarcofagi e letti funebri tra vecchi e nuovi scavi Maria Anna De Lucia Brolli*, Jacopo Tabolli** Stone houses for the dead at Narce: custodiae, sarcophagi and deathbed between past and new excavations Summary Recent archaeological discoveries in Summer 2012 at Narce have finally made it possible to trace the evolution of types of stone containers for the dead: custodiae, sarcophagi and deathbeds. As in Etruria, in the Ager Faliscus, cremations and inhumations coexist in the same necropoleis. Custodiae and sarcophagi appear to have been stone houses for the dead, whose lids reflected the ancient settlement s evolution from huts to houses. This paper presents the first chronological sequence of such stone containers types at Narce, compared to the Ager faliscus and Southern Etruria between the Final Bronze Age and the 6th century BCE. In the Ager Faliscus the utilization of the custodia seems to have lasted after the First Iron Age and persisted down to the seventh century BCE, when they were used in Special, rich burials. While in Etruria, especially at Veii, the stone sarcophagus was used only for infants, in the Ager Faliscus, at Narce, it characterized both men and women of all ages. Deposed in a simple trench, a recently discovered sarcophagus was a tufa monolith covered by irregular stone blocks. The unparalleled discovery of its complex stratigraphy reveals ritual practices that took place during the funeral. The finds, which date the tomb to the mid-8th century BCE, suggest that it was a female grave. The excavation of the human remains in the sarcophagus permette us to recognize inside the chest, on the bottom, the presence of a drainage channel at the foot of the body, in the form of a Y ending in a circular hole. Such major stonecutting operations in the mid-8th century are certainly surprising. A current survey of sarcophagi from Narce stored in several different Museums is allowing us to find other examples of such a peculiar feature of the tomb, which was used as recently as the second half of the 6th century BCE. A partire dall inizio dell VIII secolo a.c. fino almeno a tutto il VI secolo a.c., tra i diversi centri dell Agro falisco e dell Etruria meridionale, Narce sembra caratterizzata da un numero certamente sorprendente di sepolture ad incinerazione entro custodie litiche ed inumazioni in sarcofagi e su letti funebri. Quella che potrebbe essere a pieno titolo considerata una moda narcense spinge a chiedersi quali siano le ragioni di tale fortuna. Possiamo riconoscere, nell ambito di questa diffusione generalizzata, dei tipi legati alle diverse fasi di sviluppo di Narce o a componenti specifiche della comunità? Possiamo coglierne dei modelli di riferimento? Esistono tipi di lunga durata o tipi la scarsa diffusione dei quali può considerarsi alla pari di un insuccesso? In questo articolo vogliamo presentare una proposta tipologica delle custodie litiche, dei * Soprintendenza per i Beni archeologici dell Etruria Meridionale. ** Sapienza-Università di Roma.

10 10 Maria Anna De Lucia Brolli, Jacopo Tabolli sarcofagi e dei letti funebri per defunti di Narce e tale analisi prende le mosse dalla scoperta di un sarcofago, a luglio di quest anno. Alla fine di giugno, infatti, la Soprintendenza per i Beni archeologici dell Etruria meridionale, nell ambito dell azione di tutela del territorio volta a contrastare una ripresa dell attività clandestina, ha condotto indagini di scavo nella necropoli occidentale dell antico centro falisco, La Petrina A 1 (Fig. 1). Gli accertamenti si sono concentrati su un piccolo nucleo di tombe, vicino al gruppo nord delle sepolture investigate nel giugno del 1890 ed edite nei Monumenti Antichi dei Lincei 2 (Fig. 2), ed hanno consentito di riportare integralmente in luce la tomba 1/2012 e di raccogliere dati significativi sulla tipologia di altre due fosse limitrofe (2/2012 e 3/2012). Tutte e tre le tombe appartenevano al tipo a fossa semplice, con inumazione entro sarcofago di tufo (Fig. 3) 3. La fossa della tomba 1/2012, tagliata entro diversi strati geologici 4, misurava m 2,80 x 1,55 e raggiungeva una profondità massima di m 1,45 ad ovest e di 1,15 ad est: in tal modo il sarcofago risultava in leggera ed intenzionale pendenza (7,4%) (Fig. 4) ed è ragionevole supporre sulla base della forma del sarcofago e anche per analogia con quanto documentato nella stessa necropoli, che il defunto, probabilmente una donna 5, fosse inumata con la testa 1 I nostri ringraziamenti più sinceri vanno ai tanti colleghi ed amici che durante e dopo lo scavo ci hanno aiutato, dimostrando come sempre grande disponibilità e molta curiosità. Nulla sarebbe stato possibile senza l incoraggiamento costante del Soprintendente Alfonsina Russo e la gentile collaborazione di tutto il personale della SBAEM, in particolare di Maurizio Novello e dell assistente di zona Egidio Badini. Vogliamo qui ringraziare la ditta Angeloni, che ha effettuato le operazioni di scavo e di trasporto del sarcofago al Forte Sangallo. Un grazie particolare va anche a Giulio di Giorgio, per aver inventato e curato il trasporto, e con lui Piero Poleggi, Mario Paternesi, tutti i custodi e il personale del Forte Sangallo. Di grande aiuto si è rivelata la preziosa collaborazione con le diverse istituzioni del territorio che hanno favorito in ogni modo le operazioni di scavo: il Parco Regionale Valle del Treja, il Comando dei Carabinieri della Stazione di Campagnano e il Comune di Mazzano Romano. Data le natura singolare del rinvenimento abbiamo costantemente coinvolto con tanti interrogativi molti colleghi geologi, antropologi, medici esperti di paleopatologia forense, che avremo modo di ricordare nel testo. In particolare, per averci costantemente guidato con consigli e suggerimenti in un campo che proprio non è il nostro vogliamo ringraziare Loretana Salvadei. 2 Narce 1894, cc La tomba 2/2012 è stata solo parzialmente indagata ed è risultata già violata in passato; nel riempimento moderno sono stati rinvenuti alcuni frammenti di saltaleoni e un frammento di lama in ferro. La tomba 3/2012 è apparsa totalmente depredata e conservava solo il fondo del sarcofago. 4 Il taglio della fossa è risultato intaccare in superficie uno strato di depositi sabbiosi molto compatto che, ad una quota più profonda, copriva il banco, costituito da tufo giallo (litoide lionato), che peraltro affiora a monte della fossa. Riguardo alla possibile influenza del quadro geomorfologico della Valle del Treja sull ideologia funeraria adottata a Narce, un argomento che merita di essere ulteriormente approfondito sia dal punto di vista archeologico che geologico soprattutto alla luce di questo nuovo scavo, vedi infra. Per questa come per le altre suggestioni geologiche si ringraziano la dottoressa M. Della Seta e la professoressa F. Castorina. 5 I pochi resti del corredo personale in bronzo rinvenuti indirizzano verso questa ipotesi, suffragata anche dalle dimensioni e dalla conformazione della cassa.

11 Dimore litiche per i defunti di Narce 11 ad est 6. La fossa era stata intaccata dai clandestini solamente nella porzione orientale, fino al raggiungimento della quota del sarcofago (Fig. 5). Non sono stati rinvenuti resti ossei, ad eccezione di un piccolo frammento 7, né oggetti di corredo 8, se si esclude un anello a fascia in lamina di bronzo, in probabile corrispondenza della mano sinistra; nella terra di risulta dello scavo clandestino si sono recuperati un pendente fusiforme in bronzo e frammenti di una tazzina a vasca lenticolare con ansa bifora, in tipi già documentati a Narce, che permettono di attribuire la tomba alla metà-terzo quarto dell VIII secolo a.c. 9. La tomba ha restituito, nella porzione inviolata, una complessa stratigrafia di riempimento (Fig. 6). Il sarcofago era stato alloggiato in un incavo ricavato sul fondo della fossa, poi riempito da uno strato di sabbia finissima. Sui lati lunghi, la cassa era fermata da uno strato di scaglie di tufo, coperto a sua volta da un durissimo strato di frammenti di tufo pressati e compattati. A differenza di quanto documentato nella maggioranza delle sepolture con sarcofago di Narce, la cassa non presentava un vero e proprio coperchio bensì una copertura a scaglie di tufo disposte a formare una sorta di pseudo-volta (Fig. 7) 10. Al di sopra di questa copertura si sono individuati, in successione, uno spesso strato di carbone e argilla, poi uno strato di sabbia e frammenti di pozzolana di piccole dimensioni. L ultimo riempimento a chiusura della fossa, il più spesso, era composto da blocchi di tufo di grandi dimensioni misti a terra argillosa (Fig. 8). Le pareti della fossa risultavano essere foderate, ad una quota superiore, da alcune lastre di tufo, poste di taglio. In questa articolata stratigrafia si possono leggere i risultati di azioni finalizzate probabilmente 6 Grazie al rinvenimento del Giornali di Scavo de La Petrina è stato possibile desumere come i cadaveri delle inumazioni delle fasi 2A, 2B e 3 (dal secondo quarto dell VIII secolo a.c. all inizio dell Orientalizzante sono sempre, indipendentemente dalla posizione nella necropoli o dall andamento del pendio, orientati con la testa ad est (TABOLLI cds). Con l indicazione ad Est intendiamo un generico verso oriente, in una gamma di angolazioni che spaziano dal nord-est al sud-est. A partire dalla fase 4A (dal 710 a.c. ca.) tutte le tombe ad inumazione prevedono la deposizione con la testa rivolta ad ovest. Il fenomeno è anticipato solo dalla tomba 29 che si colloca in un momento avanzato della fase 3. 7 Il piccolo frammento (3,3x2cm.) è stato sottoposto ad una preliminare analisi morfologica, che non esclude possa trattarsi di un individuo di sesso femminile. Per ottenere una determinazione più puntuale il campione è ora in studio per l esame del DNA da parte della dott.ssa D. Luiselli, che ringraziamo assieme alla dott.ssa S. Ferrari, per la disponibilità. 8 È presumibile che, in analogia con quanto documentato, questi fossero collocati in questa porzione della cassa, corrispondente alla parte superiore del corpo. 9 Corrispondente alla Fase Tabolli 2B. Per la recente proposta di scansione in fasi, sulla base dei corredi delle necropoli de I Tufi e La Petrina, si veda infra (TABOLLI cds.). I pochi elementi del corredo devono ancora essere sottoposti al restauro e saranno presentati al momento dell edizione completa dello scavo. 10 Tale tipo era già noto nella necropoli de I Tufi nella tomba 12 (XI) e datato al terzo quarto dell VIII secolo a.c. sulla base del corredo. La descrizione si ricava dal Giornale di Scavo che riporta: Fossa semplice profonda m. 1.60, lunga m larga m. 1.45, con sarcofago coperto da scaglie di tufo.

12 12 Maria Anna De Lucia Brolli, Jacopo Tabolli alla protezione simbolica del sarcofago. Già negli scavi dell Ottocento era stato rilevato e descritto il complesso rito del seppellimento che caratterizza le sepolture più antiche di Narce che, dopo la deposizione, comportava un insieme di azioni rituali all atto del riempimento dei pozzi e, come nel caso in esame, delle fosse 11. In nessun caso però si raggiunge un livello di stratificazione analogo a quello della tomba 1/2012. Una ulteriore testimonianza viene da uno scavo condotto in tempi più recenti, nel 1987, dalla Soprintendenza per il recupero di una tomba a fossa con loculo nella stessa necropoli della media Petrina, che ha consentito di documentare la successione dei riempimenti, riconoscendo una sequenza plurima di accumuli sovrapposti affine a quella in esame(fig. 2) 12. Il sarcofago della tomba 1/ presenta una cassa apoda, costituita da un monolite di tufo 14, del peso di 1,2 tonnellate, di forma rastremata verso ovest, con spalla distinta e pareti concave (Fig. 9). Il profilo sembra richiamare quello troncoconico delle custodie litiche per le incinerazioni, distinguendosi nettamente dalla forma parallelepipeda che caratterizza i sarcofagi sin qui documentati. Una struttura analoga presentano anche i sarcofagi delle tombe 2/2012 e 3/2012, indirizzando verso una coerenza tipologica ben definita dell intero nucleo individuato. Alcune tracce di usura sui lati del sarcofago 1/2012 potrebbero essere imputate alla frizione operata da corde per la messa in posa all interno della fossa. 11 Molti dati a riguardo vengono soprattutto dai pozzi dove la custodia di tufo o l ossuario sono deposti / sigillati da uno strato di terra o sabbia depurata. Il riempimento comune del pozzetto è spesso descritto nell ambito dei Giornali di scavo: Il riempimento della tomba era eseguito per metà con la terra estratta dallo scavo del pozzetto, che era la terra più sottile, e veniva adoperata nella copertura e rivestitura del vaso ossuario; per altra metà con ciottoli e scaglie di tufo, o con altri materiali trasportati. A superficie si ponevano i massi di maggiore dimensione (corrisponde a Narce 1894, coll ). Si avrebbe così una successione di tre strati: Grandi massi Terra frammista a sassi Terra molto depurata (spesso con avanzi del rogo). I numerosi strati di accumulo rinvenuti non possono peraltro essere solamente ascritti a ragioni di statica e di pressione sui sarcofagi di tufo e sulle casse lignee. È intuibile inoltre che un unica gittata di grandi scaglie di tufo avrebbe potuto, considerata la profondità considerevole dei tagli, causare lo schiacciamento della cassa sotto il peso o la pressione del riempimento. 12 Al di sotto di uno strato di grandi bozze irregolari di tufo rosso e grigio fu rinvenuto un sottile strato di terra e ghiaia compatta che copriva a sua volta un livello di pezzi di tufo di diverse grandezze. Al di sotto uno strato compatto di ghiaia fine a diretto contatto con la cassa di legno (rinvenuta in tracce di disfacimento). 13 Il sarcofago al termine dello scavo è stato trasportato nel Museo Archeologico dell Agro falisco, al Forte del Sangallo a Civita Castellana, e collocato nel Bastione della Rotonda dove sono esposte anche altre urne e sarcofagi provenienti dal territorio di Narce. 14 Del tipo rosso a scorie nere sabatino. Si noti che il tipo di tufo non corrisponde al banco geologico entro cui è stata tagliata la fossa. Per una possibile provenienza del sarcofago dal settore sommitale del pendio de La Petrina vedi infra.

13 Dimore litiche per i defunti di Narce 13 La pulizia del fondo interno del sarcofago nella metà ovest ha permesso di evidenziare la presenza di un canale, lungo circa 65 cm, ricavato mediante scalpellatura, che in un tratto si divarica, descrivendo una sorta di Y (Figg ). Il segmento lungo del canale fuoriesce in un buco perfettamente circolare, posto in posizione asimmetrica nel lato breve occidentale della cassa. Il foro è risultato occluso da un compatto strato di argilla e sabbia pressata. La congiunzione dei due bracci minori verrebbe a coincidere con il bacino dell inumata. Per comprendere appieno la singolarità del rinvenimento e soprattutto per poter inquadrare il sarcofago all interno della messe di contenitori litici rinvenuti a Narce occorre ora presentare una proposta tipologica che sintetizzi il complesso quadro delle attestazioni e permetta di riferire a tipi specifici gli esemplari attestati. L esigenza di una tipologia in questo senso si avverte già nelle carte dello scopritore de La Petrina, Adolfo Cozza, soprattutto negli studi precedenti l edizione del Qui il Conte si era soffermato sull incidenza del sarcofago litico all interno del sepolcreto, come apprendiamo da una carta preparatoria del nucleo A della necropoli (Fig. 13) nella quale è puntualmente registrata le presenza del sarcofago litico e della cassa di legno. È proprio la disamina delle occorrenze e delle relative cronologie di custodie e sarcofagi a fornirci anche una possibile chiave di lettura del canale a forma di «Y» rinvenuto nel sarcofago della tomba 1/2012. Abbiamo scelto di inserire nella nostra proposta anche i letti funebri, cronologicamente recenziori rispetto ai sarcofagi, poiché, a partire dallo sviluppo delle prime tombe a camera, essi si associano nei medesimi sepolcri ai sarcofagi. Nell introdurre la proposta tipologica delle custodie, dei sarcofagi e dei letti funebri di Narce occorre sottolineare come l assenza di tipologie di repertorio abbia comportato uno sforzo di sintesi che, come obbiettivo primario, rispondesse all esigenza di sistematizzare un quadro formale assai variegato. Sulla base della documentazione disponibile è stato così formulato un sistema quanto più possibile coerente ed aperto 15. Nel considerare questi contenitori litici come unica classe funzionale, denominiamo 1 le custodie, 2 i sarcofagi e 3 i letti funebri. È importante premettere come ogni singolo tipo di contenitore in esame sia composto nella stragrande maggioranza dei casi da due elementi distinti: la base e il coperchio. Nel caso del sarcofago il termine che identifica solitamente la base è cassa ; nel letto, stante la scarsa profondità, è preferibile utilizzare il termine lastra. Il tipo di custodia, di sarcofago o di letto è dunque composto da una coppia costituita dal tipo della base e dal tipo del coperchio. Ci riferiremo al tipo di 15 Per tipologia aperta intendiamo un sistema di nomenclatura concepito in modo che la serie dei tipi possa essere costantemente integrata dai nuovi dati provenienti dai diversi studi e ricerche in corso a Narce.

14 14 Maria Anna De Lucia Brolli, Jacopo Tabolli base utilizzando la lettera maiuscola, mentre il tipo di coperchio sarà indicato dalla minuscola. Eventuali varietà all interno del tipo sono espresse da un numero. Dal momento che i tipi di coperchio ricorrono analoghi su tipi di basi diverse la loro denominazione è costante nelle tre categorie. Denominiamo a il coperchio costituito da una o più scaglie di tufo, b il coperchio cosiddetto testudinato, c il coperchio cosiddetto fastigiato, d la copertura con coppia di tegole. Abbiamo scelto di mantenere i due termini testudinato e fastigiato, desunti dalla tradizione degli studi su Narce ed in genere sull Agro falisco 16. Per testudinato si intende un tetto fatto a testudo (o testuggine), cioè formato da quattro piani convergenti verso il centro; foggiato a guisa del guscio d una testuggine 17. Per fastigiato un tetto che termina nell estremità superiore con un fastigio, cioè un estremità acuta 18. Nella letteratura scientifica archeologica di fine Ottocento diviene così l equivalente del tetto classico a doppio spiovente. Nella nostra nomenclatura tipologica la lettera E maiuscolo indica l assenza di una base litica (che caratterizza il solo caso delle custodie), mentre la e minuscola sottolinea l assenza di un coperchio. Occorre inoltre premettere come accanto alle diverse edizioni dei contesti ci si sia avvalsi dei Giornali di Scavo, ove conservati, e che l attribuzione degli esemplari a tipi specifici è stata talora elaborata sulla base di schizzi e piante desunti dai documenti d archivio. Si è proceduto in questi casi con la necessaria cautela, in quanto è stato ampiamente dimostrato il carattere ricostruttivo 19 della gran parte dei disegni della stagione degli scavi di A. Cozza e A. Pasqui, sebbene i taccuini di scavo di E. Stefani e R. Mengarelli dimostrino una sostanziale buona fede dei rilievi editi nei Monumenti Antichi dei Lincei. Il catalogo prevede una sintetica descrizione del tipo, e delle relative varietà, seguito, ove necessario, da brevi note, dall indicazione delle occorrenze nei diversi contesti funerari 20, e dalla datazione; limitatamente ai tipi inquadrabili nella prima età del Ferro e nell Orientalizzante antico, si è fatto riferimento anche alla recente proposta di sequenza culturale locale Narce 1894, coll Enciclopedia Treccani. 18 Enciclopedia Treccani. Peraltro il termine è desunto dalla botanica: si dice di un albero, o dei suoi rami, quando questi si dirigono verso la sommità della pianta, stringendosi all asse in modo da formare un cono allungato. 19 Per la questione si vedano soprattutto DELPINO 1998 e da ultimo NIZZO Nella sequenza delle occorrenze si è operata la scelta di indicare per primo come esemplare di riferimento quello per il quale la documentazione fornisce elementi certi ai fini della individuazione del tipo. 21 Si fa riferimento alla sequenza elaborata in relazione alle necropoli de I Tufi e La Petrina (TABOLLI cds). In sintesi le fasi delineate sono così articolate: Narce 1 ( ca.), Narce 2A ( ca.), Narce 2B ( ca.), Narce 3 ( ca.), Narce 4A ( ca.), Narce 4B ( ca.).

15 Dimore litiche per i defunti di Narce 15 Le custodie (Fig. 14) tipo di base tipo di coperchio 1 Custodie A - tronco-piramidale B cilindro-ovoide C tronco-conica D globulare E assente a - a scaglia o lastra di tufo b - testudinato 1. apicato 2. schiacciato 3. crestato 4. ribassato più o meno sporgente 5. ribassato a profilo continuo 6. arrotondato 7. ogivale con risega c fastigiato d - con tegole e assente Tab. 1 Schema tipologico delle custodie TIPO 1Ab1 Definizione: Custodia con base tronco-piramidale e coperchio testudinato apicato Occorrenze: I Tufi: tb. 5 (III) 22 Cronologia: primo quarto dell VIII secolo a.c. (fase Tabolli 1) TIPO 1Bb Definizione: Custodia con base cilindro-ovoide e coperchio testudinato Il tipo si articola in due varietà sulla base della forma del coperchio Varietà 1Bb2: base cilindro-ovoide; coperchio testudinato schiacciato Occorrenze: I Tufi: tb Cronologia: primo quarto dell VIII secolo a.c. (fase Tabolli 1) Varietà 1Bb3: base cilindro-ovoide; coperchio testudinato crestato Occorrenze: I Tufi: tbb. 1(VIII), 2 (VII), 3 24 ; Provenienza ignota: tb. s.n. 25 ; Monte Lo Greco: tb. V A Davison BAGLIONE, DE LUCIA BROLLI 1990, p. 68, nota 13, p. 78, tav. IIIa; TABOLLI cds. 23 BAGLIONE, DE LUCIA BROLLI 1990, p. 90, nota 6, tav. Ib; TABOLLI cds. 24 BAGLIONE, DE LUCIA BROLLI 1990, p. 90, nota 6, tav. Ic; TABOLLI cds. 25 DE LUCIA BROLLI 2004, p La custodia, per la quale si veda p. 112, porta il numero di inventario SBAEM DAVISON 1972, p. 36.

16 16 Maria Anna De Lucia Brolli, Jacopo Tabolli Cronologia: secondo e terzo quarto dell VIII secolo a.c. (fasi Tabolli 2A-2B) Note: la base cilindro-ovoide, negli esemplari documentati, provenienti nella quasi totalità dalla necropoli dei Tufi, è variamente articolata nel profilo che in alcuni esemplari è continuo, in altri a spalla distinta. In generale, il fondo interno mostra un incavo predisposto per l alloggiamento del cinerario. Dal punto di vista tecnico si avverte una tendenza a dotare il solo coperchio di una risega che favorisca l appoggio alla spalla della base; solo nella custodia di provenienza ignota SBAEM anche la base è dotata di battente, con una evoluzione strutturale che sembra in linea con l inquadramento cronologico di questa sepoltura alla fine della sequenza. Sulla base della sola descrizione del Frothingham sembra attribuibile alla varietà 1Bb3 anche la custodia della tomba V A di Chicago, di cui non esiste il rilievo (il disegno riportato dalla Davison alla tav. I a ha mero valore esemplificativo del tipo di tomba a pozzo). TIPO 1Bc Definizione: Custodia con base cilindro-ovoide e coperchio fastigiato 27 Occorrenze: I Tufi: tb. 4 (VI) 28 Cronologia: terzo quarto dell VIII secolo a.c. (fase Tabolli 2B) TIPO 1Ca Definizione: Custodia con base tronco-conica e copertura a scaglia di tufo Occorrenze: Petrina B: tb ; Monte Li Santi Sud E: tb Cronologia: terzo quarto dell VIII secolo a.c. (fase Tabolli 2B) Note: il tipo è attestato a Narce in tombe a pozzo con risega; è in corrispondenza di questa che viene collocata la scaglia di tufo, secondo una modalità che caratterizza anche la posa in opera delle coperture litiche, anche di differente tipologia, come pure della copertura di tegole alla cappuccina, nei pozzetti privi di custodia (tipi 1Ea-d). Scaglie di tufo sono talora utilizzate anche come chiusura dell olla-cinerario in luogo della più comune ciotola, ma, ovviamente, non vengono prese qui in considerazione. TIPO 1Cb Definizione: Custodia con base tronco-conica e coperchio testudinato 27 Una custodia cilindro-ovoide di provenienza ignota, del tutto analoga a quella della tomba 4 (VI) dei Tufi, attualmente priva di coperchio, è conservata presso il Palazzo Comunale di Mazzano Romano (Fig. 14). 28 BAGLIONE, DE LUCIA BROLLI 1990, p. 90, nota 6, tav. Ic; TABOLLI cds. 29 Narce 1894, c.124, fig Narce 1894, c. 548, tav. IV, fig. 8.

17 Dimore litiche per i defunti di Narce 17 Occorrenze: Petrina B: tb. 5 (IX) 31 Si distinguono tre varietà sulla base dell articolazione del coperchio. Varietà 1Cb4: con coperchio testudinato ribassato più o meno sporgente Occorrenze: I Tufi: tbb.7 (V), 8 (I) 32 Cronologia: secondo quarto dell VIII secolo a.c. (fase Tabolli 2A) Varietà 1Cb5: con coperchio testudinato ribassato a profilo continuo Occorrenze: Petrina A: tb. 5 (XIII) 33 Cronologia: ultimo quarto dell VIII secolo a.c., Orientalizzante antico iniziale (fase Tabolli 3) Varietà 1Cb7: con coperchio testudinato ogivale con risega Occorrenze: Monte Lo Greco Nord: tb. sn./ Cronologia: VIII secolo a.c. Note: La custodia della varietà 1Cb7, documentata solo graficamente nei Taccuini Mengarelli (Fig. 22), presenta alla sommità del coperchio una scanalatura che trova confronto in esemplari dall Etruria propria (ad esempio Tarquinia, necropoli di Villa Bruschi Falgari) e da Falerii, Montarano, tb.1 (XII) 35, che potrebbe essere funzionale alla messa in opera. TIPO 1Cc Definizione: Custodia con base tronco-conica e coperchio fastigiato Occorrenze: Petrina A: tb. 25 (V) Sulla sepoltura: Narce 1894, c La pubblicazione è discrepante rispetto sia al giornale di scavo che al Catalogo Pasqui e non cita la presenza della custodia. Il dato tipologico si evince invece dal Giornale di Scavo: Pozzetto circolare il cui fondo era incavato rozzamente tanto da contenere un grande cilindro di tufo chiuso originariamente da calotta dello stesso materiale, arrotondata sopra ed incavata sotto. Un frammento di detto coperchio era gettato dentro al cilindro. La tomba era stata tutta quanta rovistata. Diametro del pozzetto m. 1,49, del cilindro m. 0,60, del vano di questo m. 0,46. La parte esposta del cilindro di tufo aveva le pareti rastremate verso il fondo, in TABOLLI cds. 32 BAGLIONE, DE LUCIA BROLLI 1990, pp. 90 ss., tav. IIb ; TABOLLI cds. 33 Narce 1894, c Inedito. La custodia è documentata solo graficamente nei Taccuini Mengarelli che raccolgono appunti e rilievi degli scavi Mengarelli-Paille condotti a Narce nel Il disegno compare in una pagina del Taccuino II (p. 61) riferita agli scavi condotti nel sepolcreto all estremità nord di Monte Lo Greco: la tavola riproduce in sequenza dall alto in basso una serie di elementi lapidei: al di sopra della custodia con coperchio testudinato ogivale è rappresentato un segnacolo testudinato a profilo schiacciato, in maniera analoga a quanto è documentato per la tomba a fossa 18 (XXXII) di Monte Lo Greco con sarcofago litico e coperchio dello stesso tipo (Narce 1894, fig. 56). È probabile pertanto che il Mengarelli abbia qui riprodotto una situazione reale così come gli si presentava al momento del rinvenimento della tomba a pozzo che ha restituito la custodia in esame. Sulle vicende degli scavi Mengarelli-Paille si veda anche GAULTIER COZZA, PASQUI 1981, pp Narce 1894, c. 417, fig. 48.

18 18 Maria Anna De Lucia Brolli, Jacopo Tabolli Cronologia: terzo quarto dell VIII secolo a.c. (fase Tabolli 2B) Note: il tipo è dotato di risega per incastro TIPO 1Db6 Definizione: Custodia globulare e coperchio testudinato arrotondato 37 Occorrenze: Petrina A: tb.11 (VII) 38 ; Petrina B: tbb. 3 (VI), ; Provenienza ignota: tb. 4817/Copenhagen 40 Cronologia: secondo e terzo quarto dell VIII secolo a.c. (fasi Tabolli 2A-2B) Note: il tipo è dotato di risega per incastro TIPO 1Dc Definizione: Custodia con base cilindro-ovoide e coperchio fastigiato. Occorrenze: Pizzo Piede J: tb. 6 (XVIII) 41 Cronologia: ultimo quarto dell VIII - inizi VII secolo a. C. (fase Tabolli 4A) TIPO 1Ea Definizione: tipo privo di base; pozzo rettangolare con incavo coperto da lastra squadrata di tufo Occorrenze: Petrina A: tb. 7 (XI) 42 Cronologia: ultimo quarto VIII secolo a.c. Orientalizzante antico iniziale (fase Tabolli 3) TIPO 1Eb Definizione: tipo privo di base; pozzetto coperto da coperchio testudinato Occorrenze: Petrina A: tb. 4 (XXXIV) 43 ; Petrina B: tb ; Monte Li Santi Sud E: tb Cronologia: Orientalizzante antico iniziale (fase Tabolli 3) 37 Un coperchio testudinato arrotondato viene da un ritrovamento sporadico effettuato nella necropoli di Pizzo Piede nel 1987 ed è ora conservato presso il Forte Sangallo di Civita Castellana. Si consideri anche come non attribuibile ad una specifica varietà anche la custodia di tufo dalla tb. 72 di Monte Soriano Nord dotata di coperchio descritto come genericamente testudinato (PASQUI 1902, p. 603). 38 Narce 1894, c. 406, fig Rispettivamente: Narce 1894, c. 425 e 427, fig CVA Copenhagen 4, p. 147, n. 1, tav. 190, da ultimo cit. BAGLIONE, DE LUCIA BROLLI 1990, p. 89, nota Narce 1894, c. 479, fig. 50. Peraltro si segnala che anche la contigua tomba 7 (XXVII) di Pizzo Piede J presentava una custodia di tufo con coperchio non riferibile ad un tipo specifico (Narce 1894, c. 480). 42 Narce 1894, c. 405, fig Narce 1894, c. 403, tav. IV, fig Narce 1894, c Narce 1894, c. 548.

19 Dimore litiche per i defunti di Narce 19 TIPO 1Ec Definizione: tipo privo di base; pozzetto coperto da coperchio fastigiato Occorrenze: Petrina A: tb. 32 (X) 46, Monte Lo Greco D: tb Cronologia: Orientalizzante antico iniziale (fase Tabolli 3). TIPO 1Ed Definizione: tipo privo di base; pozzetto coperto da tegole disposte a cappuccina Occorrenze: Monte San Pietro X: tb Cronologia: metà VII secolo a.c. I Sarcofagi (Fig. 15) tipo di base tipo di coperchio 2 Sarcofagi A - cassa apoda 1. rastremata con pareti concave 2. di forma parallelepipeda B - cassa con bassi piedi distinti 1. con quattro piedi angolari 2. con tre coppie di piedi, di cui due angolari C - cassa con due piedi continui, rientranti a - a scaglie di tufo b - testudinato 1. a quattro spioventi 2. a due spioventi c - fastigiato 1. a profilo continuo 2. a falda sporgente 3. a falda mozza d - con tegole e assente Tab. 2 Schema tipologico dei sarcofagi TIPO 2A1a Definizione: Sarcofago con cassa apoda rastremata con pareti concave e copertura di scaglie di tufo. Occorrenze: Petrina A: tbb. 1/2012, 2/2012, 3/2012 (?) 49 ; I Tufi: tb. 12 (XI) 50 Cronologia: terzo quarto dell VIII secolo a.c. (fase Tabolli 2B) 46 Narce 1894, c. 421, fig Narce 1894, c Narce 1894, c. 545, tav. IV, fig Violato, non si hanno informazioni sulla copertura. 50 BAGLIONE, DE LUCIA BROLLI 1990, p. 97; TABOLLI cds. La descrizione del tipo si evince dal Giornale di Scavo: Fossa semplice (cfr. Mon. Ant. Vol. IV. P.133 fig. 51a) profonda m. 1.60, lunga m larga m. 1.45, con sarcofago coperto da scaglie di tufo.

20 20 Maria Anna De Lucia Brolli, Jacopo Tabolli TIPO 2A1b Definizione: Sarcofago con cassa apoda rastremata con pareti concave e coperchio testudinato Occorrenze: I Tufi: tbb. 13 (XIV), 14 (XIII), 15 (XII) 51 ; Monte Lo Greco: tbb. 102F Dohan 52 (?), 1/ (Fig. 21) Cronologia: secondo quarto - fine dell VIII secolo a.c. (fasi Tabolli 2A-4A) Note: la cassa del tipo 2A1 ha base piana e pareti interne rettilinee con piano di deposizione poco approfondito; il bordo segue l andamento delle pareti esterne, accentuando la leggera concavità del profilo, ma è segnato da uno spigolo vivo. Al pari delle custodie litiche coeve la superficie esterna è poco curata, mentre il bordo e l interno appaiono ben lavorati. Il tipo 2A1b ricorre in tombe a fossa semplice, ad eccezione della tomba 1/1897 che è dotata di loculo votivo sul lato breve. Sulla base della tomba infantile 102F di Philadelphia il tipo sembrerebbe durare fino alla fine dell VIII secolo a.c. attestando il carattere di lunga durata. La pertinenza del sarcofago a questo tipo è da considerarsi ipotetica mancando la documentazione grafica del coperchio, la cui forma è però desumibile dagli appunti di A. Frothingham. TIPO 2A2b1 Definizione: Sarcofago con cassa apoda di forma parallelepipeda e coperchio testudinato a quattro spioventi Occorrenze: Petrina A: tbb. 30 (XXV) 54, 6 55, 10, 12 56, ; Monte Lo Greco D: tbb , 15 59, Cronologia: ultimo quarto dell VIII secolo a.c., Orientalizzante antico iniziale (fase Tabolli 3) Note: Potrebbero essere ascrivibili a questo tipo, per analogia con le tombe della medesima fase, anche le tombe tbb. 31 e 37 della Petrina A per le quali non si hanno informazioni puntuali 60. Un elenco delle attestazioni a Narce dei 51 BAGLIONE, DE LUCIA BROLLI 1990, pp. 97ss. ; TABOLLI cds. 52 DOHAN 1942, pp , tav. XIII; MACINTOSH TURFA 2005, p. 65, fig. 44; PITZALIS 2011, pp con bibliografia precedente. 53 Scavi Paille-Mengarelli 1897, inediti: Taccuino Mengarelli, II, p. 44. La tomba faceva parte del sepolcreto all estremità nord di Monte Lo Greco. 54 Narce 1894, c. 419, tav. IV, fig c. 55 Narce 1894, c Sulle tombe 10, 12: Narce 1894, cc Per la tomba 12 si deve segnalare come il giornale di scavo riporti la dizione di fastigiato per il coperchio. 57 Narce 1894, c. 421, fig Narce 1894, c Narce 1894, c I dati relativi alle due sepolture si evincono dal Giornale di Scavo: La fossa rettangolare (m 3 x 1.45) era disposta da oriente a ponente interrata in terreno friabile, in modo che

21 Dimore litiche per i defunti di Narce 21 sarcofagi di tufo con coperchio testudinato è stato proposto da M. A. Rizzo 61. TIPO 2A2d Definizione: Sarcofago con cassa apoda di forma parallelepipeda e copertura di tegole Occorrenze: Monte Soriano Nord: tb. 60/ Cronologia: Seconda metà VII Note: La forma della cassa si evince esclusivamente dalle descrizioni, in mancanza di documentazione grafica. Dagli scavi del 1902 sono noti altri sarcofagi con copertura di tegole, ma la forma della base non è precisata: Monte Soriano, tb. 10/1902; Monte Lo Greco, tb. 54 (2 ex.) 63. La denominazione di cassa usata sembrerebbe tuttavia rinviare ad una base apoda e dunque al tipo in esame. TIPO 2A2e Definizione: Sarcofago con cassa apoda di forma parallelepipeda privo di copertura Occorrenze: Petrina C: tb. 1/1964, loculo 64 Cronologia: - Note: si tratta di una sepoltura infantile collocata nel loculo del dromos di accesso ad una tomba a camera TIPO 2B1b Definizione: Sarcofago con cassa con quattro piedi angolari e coperchio testudinato Si distinguono due varietà sulla base della conformazione del coperchio Varietà 2B1b1: con coperchio testudinato a quattro spioventi Occorrenze: Petrina A: tbb. 36 (XXVII) 65, 3 (XXI) 66, 13 67, 14 (XXVI) 68, 15 le sue pareti erano cadute e deformate dopo la visita dei precedenti escavatori. Nel mezzo era stato deposto un sarcofago di tufo tagliato con molta accuratezza all esterno, ma internamente incavato con poca diligenza. Vi rimanevano alcuni pezzi del coperchio testudinato. 61 RIZZO , nota PASQUI 1902, p PASQUI 1902, pp e Inedito, dal giornale di scavo Bracci 1964 (Fig. 16). 65 Narce 1894, c. 422, fig. 54. Il tipo si evince anche dalla descrizione del Giornale di Scavo: Fossa rettangolare lunga m 2.75 e larga m. 1.45, profonda m Conteneva una cassa di tufo lavorata con molta accuratezza e chiusa da coperchio testudinato. Sotto era sostenuta da quattro zoccoli quadrati e rilevati sul blocco stesso. 66 Narce 1894, c Narce 1894, c Narce 1894, c Si deve segnalare come il giornale di scavo riporti la dizione di fastigiato per il coperchio.

22 22 Maria Anna De Lucia Brolli, Jacopo Tabolli (XXII) 69, 16 (XXIV) 70, 18 (XXIII) 71, 33 (XXXIII) 72, Monte Lo Greco D: tb Cronologia: ultimo quarto dell VIII secolo a.c. - Orientalizzante antico iniziale (fase Tabolli 3) Varietà 2B1b2: con coperchio testudinato a due spioventi Occorrenze: Monte Lo Greco D: tb.18 (XXXII) 74 Cronologia: fine VIII secolo a.c. (fase Tabolli 4A) TIPO 2Bc1 Definizione: Sarcofago con cassa con bassi piedi distinti e coperchio fastigiato a profilo continuo Si distinguono due varietà sulla base del numero e della posizione dei piedi. Entrambe sono associate a coperchi fastigiati a profilo continuo. Varietà 2B1c1: cassa con quattro piedi angolari Occorrenze: Petrina C: tb. 1 (LXII) (3 ex.) 75 ; Monte Soriano: tb. 37/ Cronologia: Orientalizzante medio e recente Varietà 2B2c1: cassa con tre coppie di piedi, due delle quali angolari Occorrenze: Contrada Morgi Sud-sud-est P: tbb. 6 (LXVII), 7 (LIX) 77 ; Contrada Morgi Q: tbb ; Monte Soriano F: tbb. 9, 10, 15, 18, ; Pizzo Piede H: tbb. 1, 2, 3, 4, 5, Pizzo Piede K: ttb. parte di ; Monte Cerreto M: tbb. 69 (LXV), 73 (LII) 81 ; Monte in Mezzo ai Prati V: tb. 1 (LXIII) 82 ; Scassati: tb. isolata s.n. 83 Cronologia: Dall inizio del VII alla prima metà del VI secolo a.c. Note: la varietà 2B2 della cassa trova un interessante confronto nell urna fittile della Collezione Cima-Pesciotti, con decorazione white on red, ascritta ad 69 Narce 1894, c Narce 1894, c Narce 1894, c Nel giornale di scavo e nel Catalogo Pasqui si specifica l assenza del coperchio. 72 Narce 1894, c Nel giornale di scavo e nel Catalogo Pasqui si cita l assenza di coperchio. 73 Narce 1894, c Narce 1894, c. 440, fig Narce 1894, c. 428, tav. V, figg. 4-4a. Due delle tre deposizioni in sarcofago sono riferibili all orizzonte dell orientalizzante medio, la terza è più recente. 76 PASQUI 1902, p Non si hanno informazioni specifiche sulla varietà del coperchio fastigiato. 77 Sui due contesti: Narce 1894, c. 525, fig. 63 e c Narce 1894, c Su questo nucleo, PASQUI 1902, pp. 453 e Cfr. Narce 1894, cc e Cfr. Narce 1894, cc. 509, Narce 1894, c Narce 1894, c. 546, tav. V, fig. 3, erroneamente riferita alla tomba 7 del sepolcreto di Monte in Mezzo ai Prati V.

23 Dimore litiche per i defunti di Narce 23 atelier ceretani e databile entro la seconda metà del VII secolo a. C. 84. Questo confronto, unito alla capillare diffusione della varietà a Narce, potrebbe testimoniare il comune richiamo ad un modello di riferimento unico 85. Non si esclude inoltre la pertinenza alla varietà 2B2c1 del sarcofago proveniente dalla necropoli di Pizzo Piede: tb. Dohan 64B 86 inquadrabile tra la prima metà VI e gli inizi del V secolo a.c. la cui documentazione grafica (pianta e sezione) risulta di difficile lettura. TIPO 2Cc Definizione: Sarcofago con cassa con due piedi continui rientranti e coperchio fastigiato Occorrenze: Monte Lo Greco: tb. 1/1986 (2 ex.) 87 È possibile distinguere inoltre due varietà per il profilo del coperchio fastigiato. Varietà 2Cc2: con coperchio fastigiato a falda sporgente Occorrenze: Petrina C: tb. 1/ Cronologia: Orientalizzante medio- seconda metà VII secolo a.c. Varietà 2Cc3: con coperchio fastigiato a falda mozza Occorrenze: Petrina C: tb. 1/ ; Pendici sud-ovest di Narce: tbb. 1/Potter, 2/Potter, 3/Potter 90 (tre sepolture infantili); Monte Lo Greco: tbb. 2/ , IV/ , VI/1897 (almeno 1 ex.) 93, 13/ , XIV/ , XX/ , XXI/ ; Monte Soriano: tb. XII/ ; Pizzo Piede K: tb. s. n. (3 ex) MICOZZI 1994, p. 23 ss. e p. 243, n. 4, tav. II, b con bibliografia precedente. 85 Tale modello potrebbe essere ricercato nell architettura di età orientalizzante, peraltro fortemente evocata nell urnetta dalla conformazione del coperchio a guisa di tetto. La presenza di sei piedi, in via del tutto ipotetica, potrebbe suggerire una rappresentazione di edifici eminenti di dimensioni ampie, impostati su pilastri. Per architetture reali di confronto si veda a titolo esemplificativo il palazzo della metà del VII secolo rinvenuto nei recenti scavi di Veio-Piazza d Armi (BARTOLONI et alii 2012 cds, con bibliografia di riferimento). 86 DOHAN 1942, p. 73 ss. 87 DE LUCIA BROLLI 1993, , tav. XC b. I frammenti di coperchio presenti non chiariscono la pertinenza ad una delle due varietà individuate nell ambito del tipo. 88 Inedito, scavo Bracci 1964, dal Giornale di scavo. 89 Inedito, scavo Bracci 1964, dal Giornale di scavo. 90 POTTER 1976, fig. 21, pp Taccuino Mengarelli, I, p Taccuino Mengarelli, I, p Taccuino Mengarelli, I, p. 30. La tomba, a camera, conteneva tre sarcofagi che, dalla planimetria, sembrano avere tutti un coperchio fastigiato. La sezione riporta il rilievo di uno solo di essi, sicuramente pertinente a questa varietà. 94 Taccuino Mengarelli, II, p Taccuino Mengarelli, II, p Taccuino Mengarelli, II, p Taccuino Mengarelli, II, p Taccuino Mengarelli, I, p Inediti; un breve cenno all esistenza del contesto in DE LUCIA BROLLI, BAGLIONE 1995, p. 61. I tre sarcofagi si trovano all interno di una tomba a camera dislocata sul percorso

24 24 Maria Anna De Lucia Brolli, Jacopo Tabolli Cronologia: Dalla metà del VII al primo quarto del VI secolo a.c. Note: Il tipo ricorre esclusivamente in tombe a camera ed è diffuso anche nel territorio circostante (Valle Scura), come testimoniano gli scavi del ; fa eccezione la tomba 2/1897, che la documentazione grafica degli scavi Mengarelli -Paille restituisce in forma di fossa semplice. Non è chiaro dalla documentazione grafica se possa essere attribuito alla varietà 2Cc3 il sarcofago della tomba XXII/1897 che sembra avere un coperchio fastigiato a falda mozza, mentre non risulta evidente la conformazione della base (cfr. Taccuino Mengarelli, II, pp ). Dubitativamente può essere ascritto al tipo 2Cc anche il sarcofago della tomba 105/1902 a nord-ovest di Monte Soriano 101. Inoltre va segnalata la presenza nella necropoli di Monte Soriano di un sarcofago dalla tb. XXXII/1897 (Taccuino Mengarelli, I, p. 81), certamente fornito di coperchio a falda mozza (c3) che è dubbio se presentasse tre piedi continui il che indicherebbe l esistenza di un ulteriore tipo o piuttosto tre coppie di piedi distinti, due delle quali arretrate rispetto al filo esterno della cassa (Fig. 17). I Letti (Fig. 18) tipo di base tipo di coperchio 3 Letti A - lastra apoda B - lastra con piedi incorporati C - lastra su sostegni separati 1. poggia su due sostegni 2. poggia su tre sostegni 3. poggia su quattro sostegni a - non attestato b - non attestato c fastigiato d - con tegole e - assente Tab. 3 Schema tipologico dei letti antico che attraversa la necropoli di Pizzo Piede; la camera, in vista e aperta da sempre, è orientata con il dromos verso il tracciato viario, oggi ricalcato da uno stretto sentiero non lontano dall area dell abitato e non coincide con nessuna delle tombe segnalate in Narce 1894, disposte peraltro sul declivio e con l ingresso verso il Fosso del Peccato (cfr. Narce 1894, cc. 31 ss., fig. 197). 100 Inediti. Il sarcofago di Valle Scura è documentato graficamente dal Mengarelli, che fa riferimento all esito di un saggio relativo ad una tomba a camera: Taccuino Mengarelli, II, p PASQUI 1902, p. 617.

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