VII. Architettura romana

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1 Università degli Studi di Roma La Sapienza - CdL in Ingegneria per l Edilizia e il Territorio - Rieti Fondamenti di storia dell architettura - a.a Prof. Arch. Cristiano Marchegiani da Wikipedia VII. Architettura romana

2 La domus italica Primi influssi ellenici indiretti per il tramite etrusco: pianificazione urbana: echi del modello ippodameo (es.: Marzabotto; cfr. la centuriatio) tipi di tombe monumentali a tholos e modelli abitativi (cfr. tombe etrusche a camera; cfr., per Roma, le grandi tombe a tumulo e il tipo arcaico della casa ad atrio) tipo arcaico del tempio sistemi costruttivi: in particolare, l opera muraria quadrata e l uso dell arco di conci, che da episodico in ambito greco ed etrusco, viene elevato a sistema dai romani Cerveteri, necropoli della Banditaccia L evolversi della cultura architettonica romana mostra tuttavia originali e fondamentali divergenze rispetto ai modelli greci

3 Cosa (colonia romana), tempio capitolare, sec. III a.c. Tempio sine postico (peristilio escluso sul retro) eretto su alto podio Prime evidenze di tipici principi romani Prime evidenze di tipici principi romani: assialità e frontalità, già notate nei templi greci d Occidente, unite però ad un nuovo valore attribuito allo spazio architettonico Schema del tempio etrusco-italico secondo Vitruvio Roma, tempio di Giove Capitolino, inizi sec. VI a.c.: modello, pianta ed alzato da Wikipedia

4 Influssi diretti del mondo greco ed ellenistico costituiscono una componente culturale sempre più rilevante, sin dai primi contatti con la guerra di Taranto (280 a.c.) e la conseguente conquista della Magna Grecia ( a.c.). Ulteriori conquiste mediterranee, fra III e II secolo a.c., intensificano il fenomeno della grecizzazione romana. Ciò si traduce però in un proficuo stimolo alla elaborazione di uno stile internazionale (Norberg-Schulz), o meglio universale, data la bimillenaria fortuna: fondato non sul particolarismo greco, ma sul pragmatico dominio dello spazio, trattato come una sostanza plasmabile e articolabile, accoppiando l invenzione del versatile calcestruzzo al sempre più burocratico linguaggio classico degli ordini. Graecia capta ferum victorem cepit, et artes intulit agresti Latio. da pompeiinpictures.com Orazio, Epistulae, II, 1, Il gusto greco sovverte lo spirito arcaico della cultura romana. Le molte opere greche giunte a Roma come bottino dopo la presa di Siracusa (212 a.c.) avrebbero provocato l accusa di Catone, che presentiva la corruzione dei pii e severi costumi antichi: è stato un male, credetemi, portare statue in questa città da Siracusa, poiché già troppi odo lodare e ammirare gli ornamenti di Corinto e di Atene, e beffarsi delle decorazioni in terracotta dedicate agli dèi d i dei Romani (Livio, XXXIV, 4,4).

5 Lo spazio attivizzato Il ruolo dell arco e della volta da Wikipedia Xanto (Licia, Asia Minore), teatro del Latoon, sec. II a.c. Falerii Novi, colonia romana in territorio etrusco, porta di Giove, dopo il 241 a.c. Primo esempio noto in Italia di arco voltato. Seneca (Epistulae,, 90,32) lo ritiene invenzione greca del filosofo Democrito ( a.c.).) Una seconda proprietà caratteristica dell architettura romana è l uso esteso e variato sia dello spazio interno che dello spazio attivo esterno. In effetti si parla dell architettura romana come di un architettura spaziale, in contrasto con il carattere plastico di quella greca classica. [ ] Si può dire in generale che i romani trattarono lo spazio come una sostanza plasmabile e articolabile. Ch. Norberg-Schulz, Il significato nell architettura occidentale, Milano, Electa, 1974, p. 42 da Wikipedia da Fondamentale per questa tendenza è la copertura a volta (dalla quale poi si genera la cupola) e la volta si basa sulla struttura dell arco. I primi archi si trovano usati per piccoli ponti e per altre strutture utilitarie, agli inizi del secolo III a.c. Non vi sono precedenti etruschi più antichi (come è stato spesso affermato) ed è probabile che questa tecnica fosse importata in Italia da costruttori ellenistici dell Asia Minore. Ranuccio Bianchi Bandinelli, L arte romana nel centro del potere, Milano, Rizzoli, 1969, p. 145 Roma, ponte di Nona, pietra sperone (lapis Gabinum) e chiavi d arco in travertino, c. 100 a.c.

6 L arco con conci a cunei: forma e meccanica Struttura basilare nell ambito del cosiddetto sistema spingente,, relativo a strutture scaricanti pesi e tensioni con risultanti non verticali. Offre la possibilità di coprire ampie luci, ben oltre i limiti imposti agli architravi lignei e in pietra: ciò, facendo lavorare i conci radiali semplicemente a compressione, cui si prestava la gran parte di materiali costruttivi antichi. L arco L portò ad una vera e propria rivoluzione della cultura architettonica,, grazie ad una flessibilità strutturale am- plissima e piena di implicazioni estetiche assolu- tamente nuove (C. F. Giuliani, L edilizia nell anti anti- chità,, Roma 1990, p. 29), messa a frutto dalla pragmatica mentalità romana. Immagini tratte da J.-P. Adam, L arte di costruire presso i Romani. Materiali e tecniche, Milano, Longanesi, 1988

7 Uso estensivo dell arco e della volta (da archeoroma.beniculturali.it) I magazzini della Porticus Aemilia, finiti nel 174 a.c. presso l Emporium, nuovo porto commerciale realizzato sul Tevere dal 193 a.c., erano una vasta struttura di 60x487 m spartita in 50 navate, scalate in 4 ripiani verso il fiume, e voltate a botte su innumerevoli arcate rette da 294 larghi pilastri. Si tratta del primo impiego dell arco in una grande costruzione utilitaria in Roma. [ ] Sono queste costruzioni utilitarie le più precoci testimonianze di edifici di ampia mole in Roma, dove ancora per oltre un secolo e mezzo i templi rimasero di proporzioni modeste (R. Bianchi Bandinelli, Roma. L arte romana nel centro del potere, Milano 1969, p. 145). Prime attestazioni d uso a Roma dell opus caementicium, associato all opus incertum Roma, Porticus Aemilia, a.c. (da L originale apporto romano: architettura come modellazione dello spazio

8 (a) Generi di costruzione muraria da J. Ward-Perkins, Architettura romana, Milano 1974 Il motivo dell arco inquadrato dall ordine (b) Il modello greco (a) e il modello romano (b) a confronto: (a) l ordine nell essenziale versione trilitica, pienamente strutturale (b) l ordine come espressivo valore aggiunto decorativo al sistema strutturale di archi su pilastri

9 Roma, Tabularium, 78 a.c. Prima significativa esibizione del motivo dell arco inquadrato, destinato ad una lunghissima fortuna, come nucleo semantico essenziale della riconoscibilità del peculiare linguaggio dell architettura romana

10 Gabii, santuario di Giunone, a.c. Terracina, santuario di Giove Anxur, sec. II a.c. Un modello ellenistico: Lindos, santuario di Athena c. 300 a.c. Spazialità e dialettica ambientale dei santuari laziali tardorepubblicani da Wikipedia Santuario di Giove Anxur, sostruzioni rivestite in opus incertum

11 Tivoli, santuario di Ercole Vincitore e via tecta Tiburtina, sec. II-I a.c. assonometria il santuario di Palestrina è il primo grande esempio di uno spazio esterno attivo (Norberg-Schulz) Assialità, simmetria e continuità spaziale e plastica generale, nella coinvolgente unità della percezione dinamica Praeneste (Palestrina), santuario della Fortuna Primigenia, sec. II a.c. Assonometria, sezione assiale, pianta schematica dell impianto modulare, foto di un emiciclo

12 Roma, Foro Boario, tempio pseudoperiptero di Portunus,, a.c. Epidauro, tempio L inizi sec. III a.c. (da H. Lauter, L architettura dell ellenismo, Milano 1999) Il tema tipologico del tempio fra tarda Repubblica ed età imperiale

13 Delfi, tholos di Athena, sec. IV a.c. Tivoli, tempio di Vesta, sec. I a.c. cella in calcestruzzo ed opus incertum Roma, tempio di Ercole Vincitore, a.c.

14 Una grande conquista del calcestruzzo romano: il tempio come dimensione cosmica dello spazio Roma, Pantheon, 118 d.c. ss

15 Mentre il santuario di Palestrina è il primo grande esempio di uno spazio esterno attivo, il Pantheon romano rappresenta l introduzione dello spazio interno come espressione di una nuova dimensione esistenziale. Ch. Norberg-Schulz, Il significato nell architettura occidentale, Milano 1974, p. 51

16 Roma, Colonna Traiana, inizi sec. II d.c. Ancona, Arco di Traiano Architettura onoraria e trionfale: la colonna e l arco celebrativi

17 Roma, Foro di Traiano, restituzione dei portici sulla piazza Roma, Foro di Traiano: restituzione interna della biblioteca (da Lo spazio come dimensione sacrale del potere: il tema urbanistico dei Fori Da Bozzoni et al., L architettura del mondo antico, Roma-Bari 2006

18 Un motivo di rilievo spaziale: la soluzione del colonnato accostato a parete, con trabeazione ad andamento grecato nel Foro di Nerva a Roma (tardo sec. I d.c.)

19 Architettura utilitaria Roma, Mercati Traianei

20 Sabratha (Libia), frons scenae del teatro, sec. II-III d.c. Il teatro Lo schema del teatro greco secondo Vitruvio (da

21 L Anfiteatro Flavio, d.c.

22 Roma, Terme Antoniniane o di Caracalla, inaugurate nel 216, compiute fra 222 e 235 d.c. Le terme: variazioni sul tema compositivo dello spazio

23 tettura in Italia, Roma, Newton & Compton, 1997 Città e residenza Timgad (Algeria), fondata da Traiano nel 100 d.c. La domus pompeiana da Adam 1988

24 Il palazzo e la villa Tivoli, Villa Adriana Roma, Palatino Villa Adriana, la Piazza d Oro

25 Struttura e rivestimento: esempi di illusionismo strutturale da panoramio.com Tivoli, Villa Adriana, cortile dei pilastri dorici L architettura di gusto ellenistico viene più rappresentata,, che materialmente allestita, grazie all espediente della trabeazione con piattabande laterizie armate occultate dietro un rivestimento marmoreo rmoreo

26 Architettura illusoria e decorum: l efficacia retorica della sovrastruttura comunicativa Roma, Basilica di Massenzio, inizi sec. IV d.c. da Wikipedia Le grandiose colonne mostrano di reggere i pennacchi delle tre volte v a crociera della navata mediana, impostate al contrario sulle contrapposte strutture ad arcate. Senza più colonne, l edificio l edificio ne denuncia l assenza l assenza di contributo alla statica della struttura. L immagine L della sua nuda economia di meccanismo sarebbe però risultata impropria non solo ad esprimere il tema pubblico della basilica forense, ma anche l idea l magnificente di suprema autorità e munificenza imperiale: in tal caso, quella di un imperatore autonominatosi tale, in cerca di consenso. Vitruvio definisce il decor come emendatus operis aspectus probatis rebus compositi cum auctoritate, che può tradursi come segue: l aspetto emendato dell opera composta di elementi autorevolmente approvati (De Architectura, I,2). Il termine decor ha qui lo stesso significato della sua forma aggettivale decorum, usata dagli stoici e può essere tradotto nel modo migliore con convenienza. W. Tatarkiewicz, Storia dell estetica, vol. I, L estetica antica, Torino, Einaudi, 1979, p. 313

27 Roma, Domus Aurea, dopo l incendio del 64 d.c. Padiglione della Sala ottagona Architettura come linguaggio della totalità spaziale

28 Architettura come linguaggio della totalità spaziale Nell arte romana le volte e le cupole hanno la funzione figurativa fondamentale di raccogliere e unificare gli spazi, di ottenere quell effetto caratteristico di totalità dello spazio, a cui vengono subordinate anche tutte le forme particolari. È questa totalità spaziale, appunto, che determina il significato propriamente architettonico degli edifici romani, e costituisce il punto di partenza per l esatta comprensione anche delle forme particolari che in essa vengono assorbite; non sono le forme singolarmente prese, o un accostamento di forme singole. Già dagli inizi, dalla stessa adozione della tecnica cementizia, l accento dell architettura romana è posto, non sull elemento, alla maniera greca, ma sul legamento, cioè sull unità complessiva della fabbrica. La costruzione classica greca a blocchi di pietra, non legati da mezzo coesivo, ma obbedienti, e insieme resistenti, alla legge di gravità da essi pienamente dichiarata nella loro forma plastica e nello schema costruttivo del loro insieme, aveva fondato il proprio linguaggio architettonico appunto sul significato plastico-statico dell elemento singolo. La costruzione romana, capovolgendo la tecnica della struttura, sostituendo all uso dei grandi massi reggentisi sul proprio singolo peso, l uso delle piccole pietre o mattoni legati da un forte coesivo che quasi ne annullava insieme la forma plastica e il peso, creò un linguaggio architettonico il cui accento era posto non più sull elemento singolo, ma sul nesso sintattico, che garantiva l unità complessiva degli elementi. L edificio veniva pensato dai romani non più in relazione al valore tettonico o figurativo dei particolari, ma in rapporto al legame coesivo unitario. È su questa base che tutta la pratica costruttiva ed il linguaggio architettonico romani s innalzano, rispondendo, con la congruenza unitaria della tecnica, al senso unitario dello spazio. Al contrario, l arte ellenistica rimane sempre aggrappata all originario particolarismo, tipico della Grecia in ogni sua espressione culturale e politica; così come l universalismo unitario è tipico della mens romana in ogni sua espressione. Sergio Bettini, Lo spazio architettonico da Roma a Bisanzio, Bari, Edizioni Dedalo,1978, pp

29 Consigli per letture Giorgio Rocco - Maura Medri - Cairoli Fulvio Giuliani, L architettura nel mondo greco, etrusco- italico e romano: le tecniche, i materiali e gli organismi edilizi,, in Il mondo dell archeologia archeologia,, a cura di Sabatino Moscati et al., Roma, Istituto dell Enciclopedia Italiana, 2002, vol. 2 di Enciclopedia archeologica.. Versione digitale: architettura-nel-mondo-greco-etrusco-italico-e-romano-le- tecniche-i-materiali materiali-e-gli-organismi-edilizi_(il-mondo-dell'archeologia)/ dell'archeologia)/ John B. Ward Perkins, Architettura romana,, Milano, Electa,, 1974 (e recenti edizioni, come per le monografie segnalate sotto) Jean-Pierre Adam, L arte di costruire presso i Romani. Materiali e tecniche,, Milano, Longanesi, 1988 Cairoli Fulvio Giuliani, L edilizia nell antichit antichità,, Roma, Carocci,, La Nuova Italia Scientifica, 1990 Alessandro Viscogliosi, L architettura romana,, in C. Bozzoni et al., L architettura del mondo antico, Roma-Bari Bari,, Edizioni Laterza,, 2006, pp