PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO PIANO DELLE REGOLE

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1 PROVINCIA DI BRESCIA COMUNE DI CAZZAGO SAN MARTINO PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO PIANO DELLE REGOLE PREVISIONI DI PIANO PROGETTO ASSOCIATI ASSOCIATI SERGIO BAIGUERA CLAUDIO BUIZZA IGNAZIO IVAN TOGNAZZI ARCHITETTI NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE AGGIORNAMENTO GENNAIO 2011 A SEGUITO DELLA III VARIANTE APPROVATA CON D.C.C. N. 04 DEL ADOZIONE APPROVAZIONE PUBBLICAZIONE DELIBERA C.C. N. 67 DEL DELIBERA C.C. N. 19 DEL B.U.R.L. S.I. E C. N. 40 DEL IL SINDACO IL RESPONSABILE UNICO DEL PROCEDIMENTO IL SEGRETARIO

2 COMUNE DI CAZZAGO SAN MARTINO PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO PIANO DELLE REGOLE NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE Testo aggiornato con le modifiche introdotte dalla: I Variante approvata con D.C.C. n. 35 del , pubbl. B.U.R.L. S.I. n. 5 del II Variante approvata con D.C.C. n. 21 del , pubb. B.U.R.L. S.I. n. 37 del III Variante approvata con D.C.C. n. 04 del Indice Art. 1. Contenuti del Piano delle Regole... 3 Art. 2. Definizioni di parametri e indici urbanistici... 3 Art. 3. Edificabilità e uso del suolo... 6 Art. 4. Elaborati del Piano delle Regole... 6 Art. 5. Contenuti paesaggistici del Piano delle Regole... 6 Art. 6. Esame dell impatto paesaggistico dei progetti... 7 Art. 7. Aree a vincolo ambientale e idrogeologico... 7 Art. 8. Immobili assoggettati a tutela... 8 Art. 9. Componente geologica, idrogeologica e sismica... 8 Art. 10. Destinazioni d'uso Art. 11. Norme speciali per le attività commerciali Art. 12. Norme per il permesso di costruire convenzionato Art. 13. Aree storiche di interesse culturale e paesistico-ambientali zona A Art Criteri e prescrizioni per gli interventi edilizi nelle zone A Art Categoria A1 Edifici monumentali Art Categoria A2 Edifici con valore ambientale identificabile Art Categoria A3 Edifici trasformati tipologicamente riconoscibili Art Categoria A4 Edifici privi di specifiche qualità architettoniche e/o ambientali Art Categoria A5 Edifici moderni e contemporanei Art Categoria A6 Aree di recupero soggette a piano attuativo Art Categoria A7 Edifici in contrasto con l ambiente storico Art. 14. Aree residenziali esistenti e di completamento zona B Art Aree B Classe I: Zona residenziale intensiva esistente e di completamento Art Aree B Classe II: Zona residenziale esistente e di completamento Art Aree B Classe III: Zona residenziale edificata speciale Art Aree B Classe IV: Zona di trasformazione soggetta a piano attuativo Art Aree B Classe V: Zona di trasformazione e/o riqualificazione Art. 15. Aree residenziali, edificate o in attuazione e di nuova previsione soggette a pianificazione attuativa zona C Art Aree residenziali di espansione edificate o in attuazione soggette a piani attuativi sub-zona C Art. 16. Aree per attività produttive, terziario-direzionali, commerciali e per attività estrattive zona D Art Aree produttive, terziario-direzionali e commerciali edificate soggette a piani attuativi sub-zona D Art Aree produttive, terziario-direzionali e commerciali esistenti e di completamento sub-zona D Art Aree D1 Classe I: per insediamenti produttivi intensivi esistenti e di completamento Art Aree D1 Classe II: per insediamenti produttivi esistente e di completamento Art Aree D1 Classe III: per insediamenti produttivi esistenti in contesto di interesse paesistico-ambientale NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE Pagina 1 di 104

3 Art Aree D1 Classe IV: per insediamenti produttivi esistenti di contenimento della capacità edificatoria Art Aree D1 Classe V: per attività ricettive ed esercizi di somministrazione esistenti Art Aree D1 Classe VI: per piazzali a servizio di insediamenti produttivi e commerciali esistenti Art Aree per attività estrattive cessate sub-zona D2; Art Aree per attività estrattive sub-zona D Art. 17. Aree per attività agricole e complementari zona E Art Norme generali per la tutela paesaggistico-ambientale delle aree agricole Art Norme per la salvaguardia del paesaggio agrario in relazione al ruscellamento e all erosione dei terreni collinari e pedecollinari Art Tipi e soggetti degli interventi in zone agricole Art Interventi di recupero, conservazione e riuso del patrimonio edilizio esistente nella zona E Art Edifici esistenti in zona E: per attività agricole e complementari alla data di adozione delle presenti norme non adibiti ad usi agricoli Art Aree agricole/produttive di pianura sub-zona E Art Aree di elevato interesse geomorfologico e paesistico-ambientale sub-zone E Art Area E2.1 - Valle del Longarone Art Area E2.2 - Area delle colline Art Prescrizioni per le aree di trasformazione di allevamenti avicoli intensivi e attività produttive in essere in sub-zona agricola E Art Aree pedecollinari e di pianura di interesse paesistico-ambientale sub-zona E Art Aree di rispetto dell abitato sub-zona E Art Aree agricole di valenza paesistica sub-zona E Art Aree a verde privato sub-zona E Art Aree agricole a destinazioni speciali a carattere provvisorio Art. 18. Zona a vincolo archeologico Art. 19. Zone destinate alla viabilità stradale e relative fasce di rispetto Art. 20. Impianti per la distribuzione del carburante e relative stazioni di servizio Art. 21. Zona destinata alla viabilità ferroviaria e fascia di rispetto Art. 22. Zone e fasce di rispetto Art Zona di rispetto cimiteriale Art Zone di rispetto ai pozzi per acqua ad uso idropotabile Art Fascia di rispetto delle linee di elettrodotti Art Fasce di rispetto dei metanodotti Art Fasce di rispetto dell ossigenodotto Art Fasce di rispetto dai depuratori Art Fasce di rispetto dai corsi d acqua del reticolo idrico minore Art. 23 Installazione di impianti radio-ricetrasmittenti e ripetitori per i servizi di telecomunicazione Art. 24 Edificazione in aree non contigue Art. 25. Zone umide Art. 26. Aree del Parco Locale di Interesse Sovracomunale Macogna NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE Pagina 2 di 104

4 Art. 1. Contenuti del Piano delle Regole 1. Il Piano di governo del territorio, di seguito denominato P.G.T., strumento della pianificazione comunale, ai sensi della L.R. 11 marzo 2005, n. 12, definisce l assetto dell intero territorio comunale ed è articolato in tre atti: il Documento di Piano, il Piano dei Servizi e il Piano delle Regole. 2. II Piano delle Regole, di seguito definito P.D.R., è redatto con i contenuti dell'art. 10 della L.R. 11 marzo 2005, n Le previsioni contenute nell'allegato 1 delle Norme Tecniche di Attuazione del Documento di Piano, relative agli ambiti strategici, concernenti destinazioni d'uso, indici e parametri urbanistici ed edilizi, nonché le connesse prescrizioni particolari sono prevalenti rispetto alle corrispondenti prescrizioni contenute nelle presenti norme. Art. 2. Definizioni di parametri e indici urbanistici L utilizzazione edificatoria del suolo è valutata e regolata dai seguenti parametri edilizi, indici e definizioni. 1. St = Superficie Territoriale: è la superficie complessiva delle aree interessate (incluse o che comunque partecipano) da un Piano urbanistico attuativo, da un permesso di costruire convenzionato o da un Programma Integrato di Intervento. Essa comprende la superficie fondiaria delle aree destinate all edificazione e di quelle destinate all urbanizzazione. Nella superficie territoriale sono computabili le aree di proprietà privata destinate a strade e servizi pubblici di cessione, con esclusione di sedi stradali esistenti, aree e spazi già di uso pubblico. 2. Sf = Superficie fondiaria: è la superficie dell area di pertinenza degli edifici esistenti o di previsione, ovvero è costituita dalla parte residua della superficie territoriale, detratte le aree con destinazione, esistente o di previsione, per strade e spazi pubblici o di uso pubblico. 3. Sc = Superficie coperta: è la superficie risultante dalla proiezione sul piano orizzontale di tutte le parti edificate fuori terra, delimitate dalle superfici esterne delle murature perimetrali, compresi i corpi aggettanti chiusi e quelli aperti, questi ultimi quali balconi, sporti di gronda, pensiline e similari se sporgenti oltre m 1,50; non si considerano nella Sc le coperture degli accessi pedonali fino a una superficie di m 2 5,00 misurata in proiezione orizzontale; 4. Slp = Superficie lorda di pavimento: è la somma delle superfici di tutti i piani, compresi interpiani e soppalchi, scale, vani ascensore, misurate al lordo delle murature verticali (esterne e interne), salvo le esclusioni indicate di seguito. Dal computo della superficie lorda di pavimento sono escluse: a) le superfici esterne orizzontali o inclinate di copertura (terrazze, falde, ecc.); b) le scale aperte non tamponate da murature o infissi e non coperte; c) i vani scala, aperti o chiusi, di distribuzione a più unità immobiliari; d) i balconi e i terrazzi; e) i sottotetti e le porzioni degli stessi di altezza inferiore a m 1,50 e quelli che risultano ripartiti da muricci e tavelloni per il sostegno della copertura; f) le superfici porticate cedute ad uso pubblico o gravate da servitù perpetua di uso pubblico, nonché, le logge e le superfici porticate private entro il 10 % della Slp dei piani fuori terra del fabbricato, calcolata escludendo tutte le superfici dei portici e delle logge privati, nonché le altre superfici detraibili di cui al presente comma; g) le superfici relative a spazi completamente interrati (cioè non emergenti dalla quota del terreno esistente) ed aventi un altezza interna massima di m 2,50 (incrementabile a m 4,00 nei fabbricati a destinazione agricola, produttiva o a commercio all ingrosso); h) le superfici relative agli spazi seminterrati sottostanti i fabbricati purché emergano per un altezza, media misurata allo spiccato di tutti gli spigoli, non superiore a m 1,20, con riferimento al dislivello fra la quota del piano naturale di campagna esistente e la quota dell intradosso del primo solaio fuori terra, nel caso di suolo non orizzontale, la quota di riferimento per la misurazione dell altezza di m 1,20 è quella media del terreno interessato dal sedime del fabbricato; ai fini dell esclusione dal calcolo della Slp tali spazi non potranno avere un altezza interna superiore a m 2,50 (incrementabile a m 4,00 nei fabbricati a destinazione agricola, produttiva o a commercio all ingrosso, a condizione che sussista il vincolo d uso senza permanenza di persone); i) i vani per gli ascensori (realizzati in adempimento delle norme vigenti per l eliminazione delle barriere architettoniche); j) i cappotti" termici su pareti esterne di edifici esistenti, con la limitazione, solo per gli edifici storici nelle zone A e E, dello spessore, fino a m 0,07 compatibilmente con la salvaguardia di facciate, murature ed altri elementi costruttivi e decorativi di pregio storico ed artistico, nonché con le esigenze estetiche di garantire gli allineamenti di facciata rispetto a cortine edilizie e/o a edifici limitrofi, compatibilmente NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE Pagina 3 di 104

5 con le distanze da confini e fabbricati e con divieto di occupare il suolo pubblico, riponendo la massima attenzione alle soluzioni di dettaglio delle facciate e comunque, nel rispetto delle prescrizioni normative per gli interventi sugli edifici storici di impiegare, nelle parti a vista, materiali di finitura originali o coerenti; k) soltanto ove specificamente ammessi dalle presenti norme, i pergolati (consistenti in grigliati di legno o acciaio, poggianti su esili pilastri in muratura, legno o acciaio) a sostegno di rampicanti, solo se privi di copertura fissa impermeabile, per una superficie massima in pianta di m 2 30, considerando la proiezione a terra del massimo ingombro del grigliato posto in sommità del pergolato, con possibilità di realizzare più pergolati per ogni unità minima di intervento quest'ultima riferita al lotto minimo di intervento, che nel caso di tipologie edilizie a schiera e plurifamigliari coincide con il lotto unitario dell'intervento edilizio originario purché nel limite di superficie massima di m 2 30 (intendendo che, la superficie eccedente tale limite, rientra nel calcolo della Slp) nel rispetto delle distanze nelle costruzioni stabilite dal Codice Civile, misurate dalla proiezione a terra del massimo ingombro, come sopra definita; l) le superfici di cabine elettriche a servizio di attività produttive; m) per le attività commerciali ed equiparate al commercio, nel calcolo della Slp non si considerano le aree a disposizione dei consumatori quali gallerie, con relative uscite di sicurezza e servizi, scale mobili, mall, ascensori, nastri trasportatori, aree di sosta degli automezzi (anche se coperte) e le relative corsie di manovra, locali per impianti tecnologici e simili, oltre ad altre eventuali aree destinate a servizi ed infrastrutture comuni necessarie a qualificare la struttura come centro commerciale. 5. Af = Area filtrante: è la superficie parziale di Superficie fondiaria (Sf) che mantiene caratteristiche di permeabilità naturale all acqua piovana e, pertanto, non deve risultare interessata da costruzioni e manufatti di qualsiasi tipo, anche di sottosuolo pure se ricoperti da terreno vegetale, nonché pavimentazioni che non permettano la dispersione dell acqua piovana nel sottosuolo. 6. H = Altezza massima degli edifici: è la distanza misurata in verticale dalla linea di base dei fronti fino alla quota più alta di imposta della copertura; negli edifici residenziali per imposta della copertura si intende l intradosso della copertura misurata all esterno delle murature o l'intradosso dell'ultimo solaio abitabile, in caso di tetto piano; negli edifici a destinazione diversa da quella residenziale per imposta della copertura si intende il piano di imposta della struttura principale di copertura (travi trasversali al solaio o capriate; la linea di base dei fronti è definita dall'andamento naturale del terreno precedente l'intervento (qualora non manomesso) o dall andamento di rilevati artificiali o di sbancamenti autorizzati; al fine della definizione della linea di base dei fronti non si considerano le rampe e le corsie di accesso alle autorimesse, le cantine e i volumi tecnici ricavati, a seguito di scavo, a quota inferiore a quella del suolo naturale precedente alla costruzione o alla quota stradale; nel caso di suolo non orizzontale, la linea di base dei fronti è posta alla quota media del terreno interessato dal sedime del fabbricato; in presenza di copertura inclinata, con pendenza delle falde superiore al 35 %, si considera la quota media (tra l imposta e il colmo) dell intradosso del solaio di copertura; non si considerano, nella misura dell altezza, i parapetti e i coronamenti, fino a m 1,20 dall estradosso dell ultimo solaio negli edifici con copertura piana e, fino alla quota del colmo, negli edifici con copertura inclinata; è ammesso il superamento dell altezza di parapetti e coronamenti come definita al punto precedente solo per una quantità minima essenziale a coprire alla vista l inserimento, di pannelli fotovoltaici e/o di impianti tecnologici di comprovata necessità; non sono soggetti al rispetto dell altezza massima, compatibilmente con le esigenze paesisticoambientali, i volumi tecnici, quali gli extra-corsa degli ascensori, i pennoni e i campanili; negli edifici produttivi, compatibilmente con le esigenze paesistico-ambientali e in coerenza con le relative caratteristiche architettoniche, è ammesso il superamento dell altezza massima consentita, soltanto per la costruzione di manufatti tecnici funzionali al rispetto di norme vigenti o per la realizzazione di volumi tecnici di limitata entità e fino a un altezza di m 2,50 misurata in verticale dall estradosso della copertura dell edificio all intradosso della relativa copertura. 7. V = Volume: è determinato dal prodotto della superficie lorda di pavimento (Slp) per l altezza virtuale di m Qf = Rapporto massimo di copertura: è il rapporto, misurato in percentuale, tra la superficie coperta e la superficie fondiaria (Qf=Sc/Sfx100). 9. Rp = Rapporto di permeabilità: è il rapporto, misurato in percentuale, tra la superficie dell area filtrante (Af) e la superficie fondiaria (Sf). NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE Pagina 4 di 104

6 10. Np = Indice di piantumazione dell area filtrante: è il rapporto tra il numero di alberi di alto fusto tipici della vegetazione locale e la superficie dell area filtrante (Af). 11. Ut = Indice di utilizzazione territoriale: è il rapporto massimo tra la superficie lorda di pavimento (Slp) realizzabile e la superficie territoriale (St), (Ut=Slp/St). 12. Uf = indice di utilizzazione fondiaria: è il rapporto massimo tra superficie lorda di pavimento (Slp) e la superficie fondiaria (Sf), (Uf=Slp/Sf). 13. Ds = distanza dalle strade: è la distanza minima misurata a raggio in proiezione orizzontale dalla Sc dell edificio agli spazi destinati alla viabilità (nei quali si intendono compresi spazi pedonali, piste ciclabili, parcheggi, aiuole, argini, ecc.); la distanza dalle strade si verifica esclusivamente in caso di interventi di nuova costruzione e di ricostruzione e di ampliamento (orizzontale) di organismi edilizi esistenti; la distanza dalle strade non si verifica rispetto a costruzioni edilizie totalmente interrate, salvo i casi di strade o di spazi pubblici verso i quali sia necessario per esigenze tecniche mantenere uno spazio libero anche in sottosuolo; per le costruzioni comportanti scavo (quali piscine, vasche biologiche e simili) si applicano le distanze prescritte dalle norme speciali o, in mancanza, dal Codice Civile; nella verifica della distanza (Ds) non vanno considerati gli aggetti e le scale aperti con profondità inferiore a m 1,50, per aggetti e scale aperti con profondità maggiore di m 1,50 la distanza va riferita alla parte eccedente; i vani per gli ascensori (realizzati in adempimento delle norme vigenti per l eliminazione delle barriere architettoniche), le canne di ventilazione e fumarie, i cappotti termici fino a m 0,07 di spessore su pareti esterne di edifici esistenti, andranno realizzati nel rispetto delle distanze previste dal Codice Civile; nell ambito di piani attuativi e di progetti di opere pubbliche sono ammesse distanze inferiori a quelle prescritte dalle presenti norme; la distanza dalle strade non si verifica nei casi di ampliamento di edifici esistenti nella parte retrostante il lato prospiciente la viabilità. 14. Dc = Distanza dai confini di proprietà: è la distanza minima misurata a raggio in proiezione orizzontale dalla Sc dell edificio al confine di proprietà; la distanza dai confini di proprietà si verifica esclusivamente in caso di interventi di nuova costruzione, di ampliamento orizzontale, di ricostruzione, quest ultimo qualora l intervento non si classifichi come ristrutturazione alla luce della normativa vigente; la distanza (Dc) non si verifica rispetto a costruzioni edilizie totalmente interrate, per le costruzioni comportanti scavo (quali piscine, vasche biologiche e simili) si applicano le distanze prescritte dalle norme speciali o, in mancanza, dal Codice Civile; nella verifica della distanza (Dc) non vanno considerati gli aggetti e le scale aperti con profondità inferiore a m 1,50, per aggetti e scale aperti con profondità maggiore di m 1,50 la distanza va riferita alla parte eccedente; i vani per gli ascensori (realizzati in adempimento delle norme vigenti per l eliminazione delle barriere architettoniche), le canne di ventilazione e fumarie, i cappotti termici fino a m 0,07 di spessore su pareti esterne di edifici esistenti, andranno realizzati nel rispetto delle distanze previste dal Codice Civile; nell ambito di piani attuativi e di progetti di opere pubbliche sono ammesse distanze inferiori a quelle prescritte dalle presenti norme; la facoltà di costruire nuovi edifici a distanze dai confini inferiori a quelle prescritte dalle presenti norme, anche in addossamento ai confini del lotto, può essere esercitata solo previa convenzione fra i confinanti, fermo restando quanto prescritto dal Codice Civile nella Sez. VI Delle distanze nelle costruzioni... art. 873 e seguenti; tale convenzione deve essere trascritta, a cura e spese del proprietario richiedente, nei pubblici registri. 15. De = Distacco dagli edifici: è la distanza minima misurata a raggio in proiezione orizzontale fra la superficie coperta (Sc) degli edifici; il distacco tra edifici (De) va verificato col tipo di misurazione radiale di cui sopra, solo per gli edifici antistanti (definiti tali se il prolungamento delle pareti dell uno incontrano in qualche punto le pareti dell altro) e per tutti quegli edifici o manufatti agricoli o industriali per i quali venga specificatamente indicato il distacco dalle abitazioni dalle presenti norme; il distacco dagli edifici (De), nei casi citati, va verificato tra edifici di qualsiasi altezza, nonché tra edifici ricadenti all interno della medesima proprietà; nella verifica del distacco tra gli edifici non si considerano le costruzioni edilizie totalmente interrate, gli aggetti e le scale aperti con profondità inferiore a m 1,50, per aggetti e scale aperti con profondità maggiore di m 1,50 la distanza va riferita alla parte eccedente; non sono considerati distacchi i rientri nello stesso corpo di fabbrica, se la loro profondità non supera i 2/3 della larghezza e, comunque, non sia superiore a m 4,00; nell ambito di piani attuativi e di progetti di opere pubbliche sono ammesse, all interno dell ambito stesso di intervento, distanze inferiori a quelle prescritte dalle presenti norme. 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7 Art. 3. Edificabilità e uso del suolo Ai sensi delle leggi vigenti, la semplice destinazione di zona prevista dalle tavole del Piano delle Regole non conferisce il titolo di edificabilità alle aree ove manchino le opere di urbanizzazione primaria o l impegno del richiedente il permesso di costruire ad eseguirle contemporaneamente alla realizzazione dell opera oggetto di richiesta ai sensi dell art. 10 della L. 6 agosto 1967, n Esclusivamente nelle zone territoriali omogenee E (Zone Agricole) l edificabilità è subordinata all esistenza o all impegno di esecuzione contemporanea a carico del titolare del permesso di costruire almeno le seguenti opere: viabilità di accesso; approvvigionamento idrico; smaltimento dei rifiuti liquidi (a seguito di autorizzazione dell A.S.L.); distribuzione energia elettrica. Gli edifici esistenti alla data di adozione del Piano di Governo del Territorio e/o le relative aree di pertinenza, in contrasto con le norme tecniche, con intervento edilizio diretto sono ammessi esclusivamente interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, nonché gli interventi imposti da leggi nazionali o regionali; ogni altro intervento è consentito, solo mediante preventivo piano attuativo o permesso di costruire convenzionato, se finalizzato ad adeguare l'edificio esistente alle norme di zona. Art. 4. Elaborati del Piano delle Regole Il Piano delle Regole è costituito dai seguenti elaborati: A. Il quadro conoscitivo e orientativo Censimento dei Centri e dei Nuclei Storici TAV. 1.1 Trasformazioni edilizie degli edifici storici nord 1:5.000 TAV. 1.2 Trasformazioni edilizie degli edifici storici sud 1:5.000 TAV. 2.1 Centri e nuclei storici: tipologie edilizie nord 1:5.000 TAV. 2.2 Centri e nuclei storici: tipologie edilizie sud 1:5.000 TAV. 3.1 Centri e nuclei storici: conservazione dell identità storica degli edifici nord 1:5.000 TAV. 3.2 Centri e nuclei storici: conservazione dell identità storica degli edifici sud 1:5.000 TAV. 4.1 Centri e nuclei storici: livello di manutenzione degli edifici nord 1:5.000 TAV. 4.2 Centri e nuclei storici: livello di manutenzione degli edifici sud 1:5.000 TAV. 5.1 Centri e nuclei storici: destinazione d uso del piano terra nord 1:5.000 TAV. 5.2 Centri e nuclei storici: destinazione d uso del piano terra sud 1:5.000 TAV. 6.1 Centri e nuclei storici: destinazione d uso degli altri piani nord 1:5.000 TAV. 6.2 Centri e nuclei storici: destinazione d uso degli altri piani sud 1:5.000 B. Le Previsioni di Piano Relazione illustrativa Norme Tecniche di Attuazione Tav. 1 Uso del suolo per il territorio comunale (tavole numerate da 1.1 a 1.3) 1:5.000 Tav. 2 Uso del suolo per i centri edificati (tavole numerate da 2.1 a 2.14) 1:2.000 Tav. 3 Uso del suolo per i centri e nuclei storici (tavole numerate da 3.1 a 3.5) 1:1.000 Tav. 4 Carta del dissesto (con legenda unificata PAI), dei vincoli, di sintesi e della fattibilità geologica 1:6.000 Art. 5. Contenuti paesaggistici del Piano delle Regole Il Piano delle Regole fornisce indicazioni specifiche per gli interventi ammessi, sia in riferimento al paesaggio urbano che a quello extraurbano. Le presenti norme contengono prescrizioni direttamente incidenti sulla NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE Pagina 6 di 104

8 progettazione edilizia che tengono conto della contestualizzazione degli interventi ammessi, determinando una disciplina coerente con gli aspetti paesaggistici. Art. 6. Esame dell impatto paesaggistico dei progetti In tutto il territorio comunale i progetti che incidono sull aspetto esteriore dei luoghi e degli edifici sono soggetti a esame sotto il profilo del loro inserimento nel contesto, ivi compresi i piani attuativi, i cui provvedimenti di approvazione devono essere preceduti dall esame di impatto paesaggistico, che si conclude con l espressione del giudizio di compatibilità paesaggistica. Sono escluse dall esame di impatto paesaggistico le lavorazioni dei terreni che rientrano nelle normali pratiche di coltivazione agricola dei suoli. Ai fini dell esame di impatto paesaggistico, nel rispetto di norme e criteri di intervento specificati dalle presenti N.T.A. in materia di tutela del paesaggio, la documentazione di riferimento per la progettazione degli inserimenti nel contesto paesaggistico e la valutazione di impatto paesaggistico degli interventi è costituita dagli elaborati di seguito elencati: elaborati del D.D.P. che costituiscono la Carta del paesaggio appartenenti al quadro ricognitivo e programmatorio Tav. 1 Sintesi degli atti di programmazione sovraordinati Tav. 2 Vincoli ambientali appartenenti al quadro conoscitivo del territorio comunale Tav. 4 Carta della mobilità Tav. 5 Permanenze storiche Tav. 6 Sistema idrografico Tav. 7 Sistema vegetazionale Tav. 8 Sistema geomorfologico Tav. 13 Percezione del territorio Tav. 14 Rilevanza paesistica territoriale Tav. 15 Caratteri ambientali Tav. 16 Caratteri paesaggistici Tav. 17 Caratteri insediativi Tav. 22 Sintesi delle componenti del paesaggio appartenenti al quadro di riferimento sovracomunale Tav. 18 Inquadramento ambientale Tav. 19 Inquadramento insediativo Tav. 20 Inquadramento paesaggistico Tav. 21 Percezione del territorio allegati alle Norme Tecniche di Attuazione del Documento di Piano Allegato 2: Strategie e strumenti per la qualità paesaggistica del territorio; Allegato 3a: Matrice di valutazione della sensibilità; Allegato 3b: Carta della sensibilità paesaggistica; le tavole 1, 2, 4, 5, 6, 7, 8, 14, 15, 17, 18, 19, 20, 21 hanno carattere descrittivo e conoscitivo, mentre le tavole 13, 16 e 22 sono integrate da indirizzi contenuti nell Allegato 2: Strategie e strumenti per la qualità paesaggistica del territorio, di cui al precedente elenco. Ai fini dell esame di impatto paesaggistico dei progetti l Allegato 3b: Carta della sensibilità paesaggistica, di cui al precedente elenco, definisce il grado di sensibilità dei diversi ambiti in cui è articolato il territorio comunale. Art. 7. Aree a vincolo ambientale e idrogeologico Nelle aree sottoposte a vincoli speciali del D. Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42, Codice dei Beni culturali e del paesaggio e del R.D. 30 dicembre 1923, n. 3267, individuate in apposita cartografia dei Vincoli Ambientali, NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE Pagina 7 di 104

9 Tav. 2 del Quadro conoscitivo e orientativo del Documento di Piano, sono consentite le sole opere approvate preventivamente dagli organi di controllo preposti (Soprintendenza, Servizio Regionale Beni Ambientali, Ispettorato Dipartimentale delle Foreste, Comune, Provincia) così come specificato nella L.R. 11 marzo 2005, n. 12. Art. 8. Immobili assoggettati a tutela Sono assoggettati a tutela i beni ambientali e culturali e gli immobili di valore storico-artistico-monumentale identificati con apposita simbologia nella tavola dei Vincoli ambientali Tav. 2 del Quadro conoscitivo e orientativo del Documento di Piano e soggetti alle disposizioni delle presenti norme relative alle aree storiche di interesse culturale e paesistico ambientali e al patrimonio edilizio esistente nelle zone agricole. Per questi edifici sono ammessi solo interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, di restauro e di risanamento conservativo. Gli interventi ammessi devono essere finalizzati alla tutela del bene e alla conservazione delle caratteristiche tipologiche e morfologiche originarie in riferimento alla documentazione storica e all analisi specifica del bene stesso. La documentazione storica del quadro conoscitivo di Piano, relativa ai centri e nuclei storici costituisce base di valutazione per la progettazione degli interventi di cui sopra. Art. 9. Componente geologica, idrogeologica e sismica I seguenti elaborati contenuti nell Allegato 4: Assetto geologico, idrogeologico e sismico, delle Norme tecniche di Attuazione del Documento di Piano, costituiscono la documentazione di riferimento per la Componente geologica, idrogeologica e sismica: Studio relativo alla Componente geologica, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del Territorio; Tav. 1 Carta geologica e geologico- tecnica scala 1: Tav. 2 Carta geologica e geomorfologia di dettaglio scala 1:5.000 Tav. 3 Carta idrogeologica e idrografica scala 1: Tav. 4 Sezioni idrogeologiche Tav. 5 Carta del dissesto con legenda unificata P.A.I. scala 1: Tav. 6 Carta della pericolosità sismica locale scala 1:5.000 Tav. 7 Carta dei vincoli (tavole numerate da 7a a 7c) scala 1:5.000 Tav. 7d Aree vulnerabili da nitrati di origine agricola (D.G.R n ) scala 1: Tav. 8 Carta di sintesi scala 1:5.000 Tav. 9 Carta della fattibilità geologica scala 1:2.000 Tav. 10 Carta della fattibilità geologica scala 1: All. 1 All. 2 All. 3 All. 4 All. 5 Stratigrafie indagini geognostiche; Descrizione trincee esplorative e spaccati esistenti: Esiti indagini geotecniche esistenti; Schede censimento pozzi ad uso idropotabile; Esiti indagine geofisica. Nel Piano delle Regole, in particolare, le seguenti Carte dello Studio relativo alla Componente geologica, idrogeologica e sismica, sono riportate negli elaborati delle Previsioni di Piano e assumono l individuazione specifica di: Tav. 4 Carta del dissesto (con legenda unificata PAI), dei vincoli, di sintesi e della fattibilità geologica scala 1:6.000 Le classi di fattibilità sono individuate sulle Carte della fattibilità geologica, Tavv. 9 (dalla lett. a alla lett. n) e 10 dello Studio relativo alla Componente geologica, idrogeologica e sismica, i cui contenuti sono riportati inoltre nella Tav. 4 delle Previsioni di Piano del Piano delle Regole. Le classi di fattibilità riconosciute, le relative definizioni (secondo la D.G.R 22 Dicembre 2005 n. 8/1566: Criteri ed indirizzi attuativi per la definizione della componente geologica, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del Territorio, in attuazione dell art. 57 della L.R. 11 Marzo 2005, n. 12 ), i caratteri distintivi, i NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE Pagina 8 di 104

10 caratteri limitanti e le prescrizioni, di cui ai punti 7.1 e 7.2, dello Studio relativo alla componente geologica, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del Territorio, sono qui di seguito riportati integralmente. Le classi vengono normalmente suddivise, per maggior chiarezza, in sottoclassi seguendo lo schema proposto dalla normativa di riferimento con una tabella con diverse classi di ingresso. Per tutte le aree inserite nelle diverse classi di fattibilità sono comunque richieste le indagini previste dal D.M. 14 settembre 2005 Norme tecniche per le costruzioni. Classe 1 Fattibilità senza particolari limitazioni In questa classe ricadono le aree per le quali gli studi non hanno individuato particolari limitazioni all utilizzo a scopi edificatori e/o alla modifica della destinazione d uso e per le quali deve essere direttamente applicato quanto prescritto dal D.M. 14 settembre 2005 Norme tecniche per le costruzioni. Classe 1 Sottoclasse A Caratteri distintivi: Aree di pianura, ad eccezione degli ambiti con problematiche particolari inseriti in classi superiori, che non presentano particolari limitazioni. Assenza di problematiche morfologiche, presenza di terreni con discrete o buone caratteristiche geotecniche ad eccezione dei livelli superficiali (1-2 m) pedogenizzati. Caratteri limitanti: Nessuno, ad eccezione del contenimento del riutilizzo dei reflui zootecnici in agricoltura. Prescrizioni: verifica di compatibilità tra intervento edificatorio e caratteristiche geotecniche dei terreni come prescritto dal D.M. 14/09/2005 Norme tecniche per le costruzioni. Redazione di idonei piani di utilizzo agronomico per l utilizzo di reflui zootecnici in agricoltura che tengano conto della vulnerabilità intrinseca della falda libera, ritenuta medio/elevata. Classe 2 Fattibilità con modeste limitazioni In questa classe ricadono le aree nelle quali sono state rilevate modeste limitazioni all utilizzo a scopi edificatori e/o alla modifica della destinazione d uso, che possono essere superate mediante approfondimenti di indagine e accorgimenti tecnico-costruttivi e senza l esecuzione di opere di difesa. Classe 2 Sottoclasse A Caratteri distintivi: Area delle colline moreniche ad acclività medio-alta, in genere stabilizzate, potenzialmente soggette ad erosione areale. Caratteri limitanti: Si segnalano locali fenomeni di erosione diffusa a seguito dell ampliamento delle aree destinate a viticoltura a causa della eliminazione delle coperture vegetali e delle opere idrauliche minori che consentivano la stabilità del territorio. La presenza di depositi glaciali con elevata eterogeneità litologica causa la presenza di possibili falde sospese. Grado di acclività medio. E necessario il contenimento dell utilizzo dei reflui zootecnici in agricoltura. Prescrizioni: Ogni progettazione soggetta ad autorizzazione comunale dovrà essere supportata da una relazione di compatibilità geomorfologica che eventualmente preveda la realizzazione di adeguate opere per contenere l erosione areale (drenaggi, trincee ecc.) privilegiando, ove possibile, tecniche di ingegneria naturalistica. Dovrà inoltre essere verificata l eventuale presenza di falda sospesa potenzialmente interferente con le opere fondazionali. Nel caso di utilizzo di reflui zootecnici in agricoltura è necessaria la redazione di idonei piani che tengano conto della vulnerabilità intrinseca della falda libera, ritenuta bassa. Classe 2 Sottoclasse B Caratteri distintivi: Valle del Fosso Longarone. Valenze di carattere paesaggistico per l elevata naturalità e poiché rappresenta un bene a carattere geomorfologico in quanto traccia\ dello scaricatore glaciale di una delle fasi più significative dell episodio glaciale del Monte Rotondo. Valori di acclività in genere modesti. Mediocri caratteristiche geotecniche dei terreni per i primi 2 m dalla superficie. Caratteri limitanti: Vulnerabilità della falda, rispetto della valenza paesaggistica. E necessario il contenimento dell utilizzo dei reflui zootecnici in agricoltura. Prescrizioni: all interno di ogni progetto andrà verificata ed esplicata la compatibilità idrogeologica (con particolare riferimento alla necessità di proteggere l acquifero da contaminazioni) e paesaggistica NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE Pagina 9 di 104

11 dell intervento proposto. E necessaria la relazione geotecnica di supporto alla progettazione come prescritto dal D.M. 14/09/2005 Norme tecniche per le costruzioni. Nel caso di utilizzo di reflui zootecnici in agricoltura è necessaria la redazione di idonei piani che tengano conto della vulnerabilità intrinseca della falda libera, ritenuta elevata. Classe 2 Sottoclasse C Caratteri distintivi: Zona delle colline moreniche a bassa acclività con valenza a carattere paesaggistico per la conservazione delle forme e dei rapporti morfologici dei ripetuti episodi glaciali che hanno edificato l anfiteatro della Franciacorta. Mediocri caratteristiche geotecniche dei terreni per i primi 2 m dalla superficie. Caratteri limitanti: Rispetto della valenza paesaggistica. E necessario il contenimento dell utilizzo dei reflui zootecnici in agricoltura. Prescrizioni: all interno di ogni progetto andrà verificata la compatibilità paesaggistica dell intervento proposto. E necessaria la relazione geotecnica di supporto alla progettazione come prescritto dal D.M. 14/09/2005 Norme tecniche per le costruzioni. Nel caso di utilizzo di reflui zootecnici in agricoltura è necessaria la redazione di idonei piani che tengano conto della vulnerabilità intrinseca della falda libera, ritenuta elevata. Classe 3 Fattibilità con consistenti limitazioni La classe comprende le aree nelle quali sono state rilevate modeste limitazioni all utilizzo a scopi edificatori e/o alla modifica della destinazione d uso per le condizioni di pericolosità/vulnerabilità individuate, per il superamento delle quali potrebbero rendersi necessari interventi specifici o opere di difesa. L utilizzo di queste zone sarà pertanto subordinato alla realizzazione di supplementi di indagine per acquisire una maggiore conoscenza geologico-tecnica dell area e del suo intorno, mediante campagne geognostiche, prove in situ e di laboratorio. Ciò dovrà consentire di precisare le idonee destinazioni d uso, le volumetrie ammissibili, le tipologie costruttive più opportune, nonché le opere di sistemazione e bonifica. Classe 3 Sottoclasse A Caratteri distintivi: Fascia di rispetto di 10 dal ciglio della scarpata del terrazzo del F. Longarone. Si tratta delle aree sovrastanti le scarpate morfologiche potenzialmente a rischio di instabilità per naturale arretramento dell orlo del terrazzo. Sono inserite nel settore delle colline moreniche che presentano una elevata valenza paesaggistica. Caratteri limitanti: Vicinanza con la scarpata morfologica per il possibile instaurarsi di fenomeni di dissesto. E necessario il contenimento dell utilizzo dei reflui zootecnici in agricoltura. Prescrizioni: Verifica di compatibilità tra l intervento in progetto e le caratteristiche geotecniche dei terreni. Verifica di stabilità del versante per ogni intervento edificatorio sia per l area interessata direttamente dall opera (anche per le fasi cantiere) sia per l area limitrofa. Nel caso di utilizzo di reflui zootecnici in agricoltura è necessaria la redazione di idonei piani che tengano conto della vulnerabilità intrinseca della falda libera. Classe 3 Sottoclasse B Caratteri distintivi: Area di cava inattiva parzialmente riempita (Cava Zendra) priva di recupero morfologico con conferimento di terreni non certificati dal punto di vista geochimico. Caratteri limitanti: Assenza di informazioni e dati relativamente alle caratteristiche geotecniche e geochimiche dei terreni utilizzati per il parziale riempimento della cava. Morfologia molto acclive lungo gli ex fronti di scavo. Elevata vulnerabilità intrinseca per l asportazione di una significativa della porzione superficiale del terreno non saturo. E necessario il contenimento dell utilizzo dei reflui zootecnici in agricoltura. Prescrizioni: Nell ambito del recupero dell area di cava devono essere necessariamente considerate le limitazioni sopra descritte e in particolare dovranno essere effettuate le seguenti verifiche: verifica dello stato geochimico ed eventuale bonifica dei terreni utilizzati per il riempimento; verifica delle caratteristiche geotecniche dei terreni di cui sopra; recupero morfologico; verifica di stabilità dei fronti di scavo; attestazione, da parte di geologo abilitato, che non esista il rischio di contaminazione della falda acquifera durante e successivamente le fasi di recupero dell area. Nel caso venga previsto un utilizzo dell area a fini agricoli, per l eventuale utilizzo di reflui zootecnici come fertilizzanti è necessaria la redazione di idonei piani che tengano conto della vulnerabilità intrinseca della falda libera, ritenuta elevata. NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE Pagina 10 di 104

12 Classe 3 Sottoclasse C Caratteri distintivi: Area di cava inattiva non tombata e con presenza di vasca di lagunaggio per impianto di fitodepurazione. Si tratta di alcuni laghi di cava recapito di scarichi di troppo pieno della rete fognaria. Caratteri limitanti: Problematiche connesse con la natura geotecnica e ambientale dei fanghi di decantazione dell impianto di fitodepurazione. E necessario il contenimento dell utilizzo dei reflui zootecnici in agricoltura. Prescrizioni: Nell ambito del recupero dell area di cava, previa disattivazione degli scarichi fognaria afferenti, devono essere necessariamente considerate le limitazioni sopra descritte e in particolare dovranno essere effettuate le seguenti verifiche: verifica dello stato geochimico ed eventuale bonifica dei fanghi verifica delle caratteristiche geotecniche dei fanghi di cui sopra; recupero morfologico; verifica di stabilità dei fronti di scavo; attestazione, da parte di geologo abilitato, che non esita il rischio di contaminazione della falda acquifera durante e successivamente le fasi di recupero dell area. Classe 3 Sottoclasse D Caratteri distintivi: Aree in cui è in corso di realizzazione un opera di contrasto ai fenomeni di esondazione. Corrisponde all area periodicamente soggetta a ristagni idrici, con altezze ridotte di acqua, attualmente oggetto di un intervento (trincea drenante, afferente ad un pozzo disperdente) progettato per ridurre gli effetti dei periodici allagamenti Caratteri limitanti: E necessario il contenimento dell utilizzo dei reflui zootecnici in agricoltura. Prescrizioni: In quanto classificata come area e pericolosità elevata (Eb) della Carta dei Dissesti con legenda unificata PAI valgono le disposizione dell Art. 9 del PAI ovvero, fatto salvo quanto previsto dall art.3 ter del D.L. 12/10/2000 n.279 convertito in L. 11/12/2000, n.365 nelle aree classificate come Eb e sono esclusivamente consentiti: gli interventi di ristrutturazione edilizia, così come definiti alla lettera d) dell art. 31 della L. 5/08/1978, n. 457, senza aumenti di superficie e volume; gli ampliamenti degli edifici esistenti per adeguamento igienico-funzionale; gli interventi di demolizione senza ricostruzione; gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, di restauro e di risanamento conservativo degli edifici, così come definiti alle lettere a,b e c dell art. 31 della L.5 agosto 1978 n.457; gli interventi volti a mitigare la vulnerabilità degli edifici e degli impianti esistenti e a migliorare la tutela della pubblica incolumità, senza aumenti di superficie e volume, senza cambiamenti di destinazione d uso che comportino aumento del carico insediativi; gli interventi necessari per la manutenzione ordinaria e straordinaria di opere pubbliche e di interesse pubblico e di restauro e di risanamento conservativo di beni di interesse culturale, compatibile con la normativa di tutela; i cambiamenti delle destinazioni colturali, purchè non interessanti una fascia di ampiezza di 4 m dal ciglio della sponda ai sensi del R.D. 523/1904; gli interventi volti alla ricostituzione degli equilibri naturali alterati e alla eliminazione, per quanto possibile, dei fattori incompatibili di interferenza antropica; le opere di difesa, di sistemazione idraulica e di monitoraggio dei fenomeni; la ristrutturazione e la realizzazione di infrastrutture lineari e a rete riferite a servizi pubblici essenziali non altrimenti localizzabili e relativi impianti, previo studio di compatibilità dell intervento con lo stato di dissesto esistente valicato dall Autorità competente. Gli interventi devono comunque garantire la sicurezza dell esercizio delle funzioni per cui sono destinati, tenuto conto delle condizioni idrauliche presenti; la realizzazione, l ampliamento o la ristrutturazione di impianti di trattamento delle acque reflue; l esercizio delle operazioni di smaltimento e recupero dei rifiuti già autorizzate ai sensi del D.lgs. 5/2/1997 n.22 alla data di entrata in vigore del P.A.I., limitatamente alla durata dell autorizzazione stessa. Nel caso di utilizzo di reflui zootecnici in agricoltura è necessaria la redazione di idonei piani che tengano conto della vulnerabilità intrinseca della falda libera, ritenuta bassa. Classe 3 Sottoclasse E Caratteri distintivi: Cave di prestito tombate. Aree soggette ad escavazione e attualmente ritombate distribuite lungo l autostrada. NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE Pagina 11 di 104

13 Caratteri limitanti: Non sono disponibili dati ed informazioni relativi alle caratteristiche geotecniche e alla metodica di messa in posto dei materiali di riempimento. E necessario il contenimento dell utilizzo dei reflui zootecnici in agricoltura. Prescrizioni: Indagini geotecniche sui terreni di riempimento per la verifica dell interazione con i terreni naturali. Verifica ambientale della qualità dei terreni. Nella progettazione degli interventi dovrà essere necessariamente tenuto in considerazione l aspetto idrogeologico e adottati, idonei provvedimenti per limitare o eliminare totalmente il rischio di contaminazione della falda superficiale. Nel caso di utilizzo di reflui zootecnici in agricoltura è necessaria la redazione di idonei piani che tengano conto della vulnerabilità intrinseca della falda libera, ritenuta alta. Classe 3 Sottoclasse F Caratteri distintivi: Area ad elevata vulnerabilità dell acquifero libero, in prossimità dall alveo del F. Longarone (corso d acqua sospeso alimentante la falda) Caratteri limitanti: Vincolo idraulico, elevata vulnerabilità dell acquifero data dalla concomitante alimentazione della falda per infiltrazione da corso d acqua superficiale e assenza di livelli impermeabili sufficientemente spessi e continui a protezione dell acquifero libero E necessario il contenimento dell utilizzo dei reflui zootecnici in agricoltura. Prescrizioni: Vincoli di natura idraulica (R.D. 523/1904) descritti nel capitolo a commento della Carta dei Vincoli. Nella progettazione degli interventi dovrà essere necessariamente tenuto in considerazione l aspetto idrogeologico e adottati, idonei provvedimenti per limitare o eliminare totalmente il rischio di contaminazione della falda superficiale, con particolare riferimento al divieto di installazione di nuovi pozzi disperdenti ed all aumento del carico inquinante del F.Longarone Nel caso di utilizzo di reflui zootecnici in agricoltura è necessaria la redazione di idonei piani che tengano conto della vulnerabilità intrinseca della falda libera, ritenuta elevata. Classe 3 Sottoclasse G Caratteri distintivi: Cava attiva (ATEg 14) Aree tuttora soggette ad escavazione e sopraelevate rispetto alla piezometrica. Caratteri limitanti: Problematiche di carattere morfologico per la presenza di attività estrattiva con fronti di scavo aperti ed elevata vulnerabilità intrinseca. E necessario il contenimento dell utilizzo dei reflui zootecnici in agricoltura. Prescrizioni: Indagini geotecniche sui terreni di riempimento per la verifica dell interazione con i terreni naturali. Verifica ambientale della qualità dei terreni utilizzati per il ritombamento. Nella progettazione degli interventi dovrà necessariamente tenuta in considerazione l aspetto idrogeologico e adottare, idonei provvedimenti per limitare o eliminare totalmente il rischio di contaminazione della falda superficiale. Nel caso venga previsto un futuro riutilizzo dell area a fini agricoli, per l eventuale utilizzo di reflui zootecnici come fertilizzanti è necessaria la redazione di idonei piani che tengano conto della vulnerabilità intrinseca della falda libera, ritenuta elevata. Classe 4 Fattibilità con gravi limitazioni L alta pericolosità/vulnerabilità comporta gravi limitazioni all utilizzo a scopi edificatori e/o alla modifica della destinazione d uso. Deve essere esclusa qualsiasi nuova edificazione, se non opere tese al consolidamento o alla sistemazione idrogeologica per la messa in sicurezza dei siti. Per gli edifici esistenti sono consentite esclusivamente le opere relative ad interventi di demolizione senza ricostruzione, manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro, risanamento conservativo, come definito dall art. 27, comma 1, lettere a), b), c) della L.R. 12/05, senza aumento di superficie o volume e senza aumento del carico insediativo. Sono consentite le innovazioni necessarie per l adeguamento alla normativa antisismica. Eventuali infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico possono essere realizzate solo se non altrimenti localizzabili; dovranno comunque essere puntualmente e attentamente valutate in funzione della tipologia di dissesto e del grado di rischio che determinano l ambito di pericolosità/vulnerabilità omogenea. A tal fine, alle istanze per l approvazione da parte dell autorità comunale, deve essere allegata apposita relazione geologica e geotecnica che dimostri la compatibilità degli interventi con la situazione di grave rischio idrogeologico. NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE Pagina 12 di 104

14 Classe 4 Sottoclasse A Caratteri distintivi: Aree ad elevata pendenza lungo i versanti della valle del Fosso Longarone Caratteri limitanti: Elevata acclività (valori compresi tra 45 e 80 ). E necessario il contenimento dell utilizzo dei reflui zootecnici in agricoltura. Prescrizioni: Escluso qualsiasi intervento edificatorio ad eccezione della realizzazione di opere tese alla sistemazione e alla messa in sicurezza del versante privilegiando interventi con tecniche di ingegneria naturalistica. Nel caso di utilizzo di reflui zootecnici in agricoltura è necessaria la redazione di idonei piani che tengano conto della vulnerabilità intrinseca della falda libera. Classe 4 Sottoclasse B Caratteri distintivi: Aree ripetutamente allagate (Fosso Longarone) con tempi di ritorno inferiori a 20 anni e con significativi volumi di acqua classificati come a Rischio molto elevato (Ee) nella carte dei dissesti con legenda PAI Caratteri limitanti: Problematiche di carattere idraulico in quanto aree allagate in occasione di precedenti eventi alluvionali e con tempo di ritorno inferiore a 20 anni. E necessario il contenimento dell utilizzo dei reflui zootecnici in agricoltura. Prescrizioni: Escluso qualsiasi intervento edificatorio ad eccezione della realizzazione di opere tese alla messa in sicurezza idraulica ed idrogeologica. Valgono inoltre le disposizione dell Art. 9 del PAI ovvero, fatto salvo quanto previsto dall art.3 ter del D.L. 12/10/2000 n.279 convertito in L. 11/12/2000, n.365 nelle aree classificate come Ee e sono esclusivamente consentiti: gli interventi di demolizione senza ricostruzione; gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, di restauro e di risanamento conservativo degli edifici, così come definiti alle lettere a,b e c dell art. 31 della L.5 agosto 1978 n.457; gli interventi volti a mitigare la vulnerabilità degli edifici e degli impianti esistenti e a migliorare la tutela della pubblica incolumità, senza aumenti di superficie e volume, senza cambiamenti di destinazione d uso che comportino aumento del carico insediativi; gli interventi necessari per la manutenzione ordinaria e straordinaria di opere pubbliche e di interesse pubblico e di restauro e di risanamento conservativo di beni di interesse culturale, compatibile con la normativa di tutela; i cambiamenti delle destinazioni colturali, purchè non interessanti una fascia di ampiezza di 4 m dal ciglio della sponda ai sensi del R.D. 523/1904; gli interventi volti alla ricostituzione degli equilibri naturali alterati e alla eliminazione, per quanto possibile, dei fattori incompatibili di interferenza antropica; le opere di difesa, di sistemazione idraulica e di monitoraggio dei fenomeni; la ristrutturazione e la realizzazione di infrastrutture lineari e a rete riferite a servizi pubblici essenziali non altrimenti localizzabili e relativi impianti, previo studio di compatibilità dell intervento con lo stato di dissesto esistente valicato dall Autorità competente. Gli interventi devono comunque garantire la sicurezza dell esercizio delle funzioni per cui sono destinati, tenuto conto delle condizioni idrauliche presenti; l ampliamento o la ristrutturazione di impianti di trattamento delle acque reflue; l esercizio delle operazioni di smaltimento e recupero dei rifiuti già autorizzate ai sensi del D.Lgs. 5/2/1997 n.22 alla data di entrata in vigore del P.A.I., limitatamente alla durata dell autorizzazione stessa. Nel caso di utilizzo di reflui zootecnici in agricoltura è necessaria la redazione di idonei piani che tengano conto della vulnerabilità intrinseca della falda libera, ritenuta elevata. Le indagini e gli approfondimenti prescritti per le classi di fattibilità 2, 3 e 4 devono essere realizzati prima della progettazione degli interventi in quanto propedeutici alla pianificazione dell intervento e alla progettazione stessa. Copia delle indagini effettuate e della relazione geologica di supporto deve essere consegnata, congiuntamente alla restante documentazione, in sede di presentazione dei Piani attuativi (L.R. 12/05, art. 14) o in sede di richiesta del permesso di costruire (L.R. 12/05/, art. 38). Si sottolinea che gli approfondimenti di cui sopra non sostituiscono anche se possono comprendere, le indagini previste dal d.m. 14/09/2005 Norme tecniche per le costruzioni. NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE Pagina 13 di 104

15 Conseguentemente a quanto indicato dalla D.G.R. 8/3297/06, l intero comune di Cazzago San Martino viene considerato zona vulnerabile da nitrati di origine agricola (ex D..lgs.152/06). In tutto il territorio comunale, indipendentemente dal grado di fattibilità geologica, vigono i vincoli di cui alla D.G.R. 8/3297/06, e segnatamente si rende necessario richiedere l autorizzazione per il riutilizzo dei reflui zootecnici in agricoltura presentando idonea domanda corredata da piano di utilizzo agronomico. Piano e domanda di autorizzazione vanno rinnovati ogniqualvolta cambino le caratteristiche degli allevamenti produttori dei reflui o le superfici su cui viene effettuato lo spandimento. Fino all entrata in vigore del Regolamento attuativo, in tali aree valgono le prescrizioni della L.R. 15/12/1993 n.37, che prevede l obbligo di richiesta di autorizzazione per l utilizzo agronomico dei reflui zootecnici su terreni di proprietà, previa presentazione al Sindaco di idoneo piano di utilizzazione agronomica. Art. 10. Destinazioni d'uso 1. Per destinazione d uso si intende la funzione o il complesso di funzioni ammesse per l utilizzo delle aree e degli edifici. Per la determinazione delle funzioni ammissibili nelle aree e negli immobili sono di seguito individuate le destinazioni d uso principali: A Funzione residenziale; B Funzioni terziarie, direzionali e commerciali; C Funzioni produttive; D Funzione agricola; E Servizi e attrezzature pubblici e di interesse pubblico; F Spazi scoperti pubblici e privati di uso pubblico; G Infrastrutture e attrezzature della mobilità. Per ciascuna destinazione d uso principale vengono definite le destinazioni d uso: complementari, che costituiscono parte integrante di quella principale, in quanto dipendono da quest ultima per il loro esercizio e per la determinazione della dotazione degli standard urbanistici (salvo i casi diversamente specificati); compatibili, che assicurano un organico e ordinato uso del territorio, in maniera autonoma dalla destinazione principale, per esercizio e per la determinazione della dotazione degli standard urbanistici. Per ogni destinazione d'uso principale, valgono le rispettive articolazioni indicate nell elenco di cui al successivo comma, le destinazioni complementari/compatibili e quelle non ammissibili, con la precisazione che, tale elenco, non ha comunque valore esaustivo; l ammissibilità o la non ammissibilità di eventuali diverse funzioni non specificate dovrà essere valutata secondo criteri di analogia e compatibilità con le prestazioni degli ambiti territoriali interessati. La destinazione d'uso di riferimento degli immobili e delle unità immobiliari è quella indicata nel permesso di costruire rilasciato o asseverata nella denuncia di inizio attività e, in mancanza di tali indicazioni, vale la destinazione della classificazione catastale attribuita in sede di primo accatastamento. Gli elaborati di progetto dei piani attuativi e quelli allegati alle richieste di rilascio del permesso di costruire, alle denuncie di inizio di attività, devono indicare le destinazioni d'uso di ciascuna unità immobiliare, utilizzando le definizioni dell elenco riportato nel presente articolo. 2. Le destinazioni d'uso principali e le relative destinazioni complementari/compatibili e non ammissibili comprendono: A. Destinazione principale: funzione residenziale residenza abitazioni permanenti, abitazioni temporanee, collegi, convitti, case per studenti, pensionati. Destinazioni complementari/compatibili: esercizi commerciali, equiparati al commercio e di somministrazione alimenti e/o bevande di vicinato fino a m di superficie di vendita e, ove specificamente previsto nelle norme di zona, le medie strutture fino al livello dimensionale di m di superficie di vendita; laboratori tecnicoscientifici, sanitari, di ricerca, di formazione e di istruzione; botteghe artistiche ed artigiane; artigianato di servizio ai centri urbani, non nocivo e non molesto, con Slp fino a m 2 250, compresi gli accessori, limitatamente al piano terra o in posizione rialzata; sedi di associazioni culturali, sociali, NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE Pagina 14 di 104

16 politiche e simili; attività terziario-direzionali, comprese quelle ricettive: alberghi e meublé; servizi pubblici e di interesse pubblico. Destinazioni non ammissibili: tutte le destinazioni principali e le relative destinazioni complementari/compatibili di cui ai successivi punti B, C, D, E, F, G, salvo quelle già contemplate al presente punto. B. Destinazione principale: funzioni terziarie, direzionali e commerciali: uffici pubblici e privati, amministrativi, finanziari ed assicurativi, banche, studi professionali; sedi di associazioni culturali, sociali, politiche e simili; attività di tempo libero, ricreative, sportive, di spettacolo e simili; attività ricettive, alberghi e meublé; esercizi per la somministrazione di alimenti e/o bevande fino a m di Slp; esercizi commerciali ed equiparati al commercio di vicinato fino a m di superficie di vendita; ove specificamente previsto medie strutture di vendita con superficie di vendita da m fino a m Destinazioni complementari/compatibili: attività produttive; laboratori tecnico-scientifici di ricerca, di formazione e di istruzione; botteghe artistiche ed artigiane; residenza di servizio; magazzini, distribuzione all'ingrosso delle merci e simili; servizi pubblici e di interesse pubblico. Destinazioni non ammissibili: tutte le destinazioni principali e le relative destinazioni complementari/compatibili di cui agli altri punti A, C, D, E, F, G, ad eccezione di quelle già contemplate al presente punto. C. Destinazione principale: funzioni produttive industria e artigianato; officine; attività di trasformazione e conservazione di prodotti agricoli e zootecnici; magazzini, depositi al coperto o all aperto, silos; attività di spedizioniere; depositi automezzi di trasporto merci e passeggeri. Destinazioni complementari/compatibili: uffici funzionali alla singola attività produttiva e di interesse generale; medie strutture fino a m di superficie di vendita per gli esercizi commerciali ed equiparati al commercio e fino a m di superficie di vendita per esercizi di somministrazione di alimenti e/o bevande; attività di commercio all ingrosso e attività logistiche connesse; studi professionali; laboratori tecnico-scientifici, di ricerca, di formazione e di istruzione; botteghe artistiche ed artigiane; spacci aziendali fino a m di superficie di vendita; residenza di servizio; servizi pubblici e di interesse pubblico. Destinazioni non ammissibili: tutte le destinazioni principali e le relative destinazioni complementari/compatibili di cui agli altri punti A, B, D, E, F, G, ad eccezione di quelle già contemplate al presente punto. D. Destinazione principale: funzione agricola strutture per conduzione del fondo; residenze dell'imprenditore agricolo e dei dipendenti dell'azienda; attrezzature e infrastrutture produttive necessarie per lo svolgimento delle attività di cui all'art del Codice Civile; stalle, silos, serre, magazzini, locali e impianti per la lavorazione e la conservazione dei prodotti agricoli; attività di agriturismo; locali per la vendita al dettaglio dei propri prodotti da parte degli imprenditori agricoli, fino a m di superficie di vendita. NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE Pagina 15 di 104

17 Destinazioni complementari/compatibili: laboratori tecnico-scientifici, di ricerca e artistici, di formazione e istruzione; sedi di associazioni culturali, sociali, politiche e simili; servizi pubblici e di interesse pubblico; attività di allevamento o altre attività comunque attinenti all attività agricola. Destinazioni non ammissibili: tutte le destinazioni principali e le relative destinazioni complementari/compatibili di cui agli altri punti A, B, C, E, F, G, ad eccezione di quelle già contemplate al presente punto. E. Destinazione principale: servizi pubblici e di interesse pubblico servizi assistenziali e sanitari centri di assistenza, case di riposo, residenze protette (compresi servizi ambulatoriali e sociali connessi), distretti sanitari, ambulatori, poliambulatori, asili nido; servizi per l'istruzione e la formazione asili, scuole per l'infanzia, scuole dell'obbligo; servizi per la cultura e lo spettacolo musei, biblioteche, spazi espositivi, teatri, auditori, cinema e sale di spettacolo; servizi amministrativi attività della Pubblica Amministrazione, servizi postelegrafonici e telefonici; servizi comunali e della protezione civile, attrezzature per la pubblica sicurezza; servizi per il culto chiese, oratori, centri parrocchiali, abitazione dei ministri del culto; attività di formazione religiosa, nell'esercizio del ministero pastorale, attività educative, culturali, sociali ricreative e di ristoro senza fini di lucro; servizi sociali e ricreativi; commercio su aree pubbliche mercatali; servizi sportivi coperti palestre, piscine, palazzi dello sport, campi coperti; ostelli/cliniche per animali; servizi cimiteriali; servizi tecnologici e impiantistici impianti tecnici per la produzione e la distribuzione di acqua, energia elettrica, gas, telefono, compresi quelli di sottosuolo, impianti per il trattamento dei rifiuti (inclusa l'autodemolizione), piattaforme ecologiche. Destinazioni complementari/compatibili: residenza/ricettivo sociali e di servizio; esercizi commerciali, equiparati al commercio e di somministrazione alimenti e/o bevande di vicinato fino a m di superficie di vendita; sedi di associazioni culturali, sociali e simili. Destinazioni non ammissibili: tutte le destinazioni principali e le relative destinazioni complementari/compatibili di cui agli altri punti A, B, C, D, F,G, ad eccezione di quelle già contemplate al presente punto. F. Destinazione principale: spazi scoperti pubblici e privati di uso pubblico verdi e pavimentati parcheggi a raso, impianti sportivi scoperti, piazze giardini e parchi, inclusi chioschi e spazi di ristoro. Destinazioni complementari/compatibili: residenza/ricettivo sociali e di servizio; esercizi commerciali, equiparati al commercio e di somministrazione alimenti e/o bevande di vicinato fino a m di superficie di vendita; sedi di associazioni culturali, sociali e simili. Destinazioni non ammissibili: tutte le destinazioni principali e le relative destinazioni complementari/compatibili di cui agli altri punti A, B, C, D, E, G, ad eccezione di quelle già contemplate al presente punto. NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE Pagina 16 di 104

18 G. Destinazione principale: infrastrutture e attrezzature della mobilità stazioni passeggeri; attrezzature ferroviarie; stazioni di servizio; distributori di carburanti per autotrazione. Destinazioni complementari/compatibili: residenza di sevizio e, limitatamente alle aree per la viabilità, distributori di carburante e servizi annessi, commerciali e di somministrazione, fino a m di superficie di vendita. Destinazioni non ammissibili: tutte le destinazioni principali e le relative destinazioni complementari/compatibili di cui agli altri punti A, B, C, D, E, F, ad eccezione di quelle già contemplate al presente punto. 3. Per interventi polifunzionali disciplinati dalle norme di zona le singole percentuali di ogni destinazione sono valutate: per i Piani Attuativi e per gli interventi convenzionati la percentuale è riferita all'intera Slp o, proporzionalmente, a parte di essa, in caso di interventi parziali; per interventi diretti la percentuale è riferita alla Slp dell'intero intervento; per interventi su edifici esistenti, con cambio di destinazione d'uso, la percentuale è riferita al fabbricato o all'insieme di edifici che compongono un'unità edilizia, fatti salvi diritti di terzi. Art. 11. Norme speciali per le attività commerciali Le presenti norme definiscono destinazioni d uso commerciali o assimilate le attività: di vendita al dettaglio o all ingrosso di merci; di somministrazione di alimenti e/o bevande; di produzione per la commercializzazione diretta sul posto, nei locali stessi o adiacenti; equiparate al commercio. Si considerano destinazioni d uso commerciali le attività che utilizzano spazi, costruiti o aperti, per la vendita di merci, in grado di consentire accesso al pubblico, presenza del personale addetto alla vendita, deposito e conservazione delle merci poste in vendita, nonché gli spazi accessori e strumentali all attività di vendita, quali locali di preconfezionamento e simili, locali espositivi, magazzini, uffici, spogliatoi, servizi igienici, ecc., purché funzionalmente e/o strutturalmente collegati all area di vendita. I locali in cui si svolgono attività che non prevedono la presenza diretta del pubblico non si considerano nel calcolo della superficie di vendita. Si considerano destinazioni di somministrazione di alimenti e/o bevande le attività di vendita di alimenti e/o bevande per il consumo dei prodotti sul posto, nei locali dell esercizio o in area aperta al pubblico, che utilizzano spazi in grado di consentire accesso al pubblico, presenza del personale addetto alla somministrazione, stoccaggio delle merci somministrate nell esercizio o poste in vendita, nonché gli spazi accessori e strumentali all attività, quali locali di preparazione, cottura, preconfezionamento e simili, lavaggio stoviglie, magazzini, dispense, uffici, spogliatoi, servizi igienici, ecc., purché funzionalmente e/o strutturalmente collegati all area di somministrazione. Non si considerano destinati a somministrazione i locali utilizzati per attività ausiliarie e strumentali ad attività diverse da quelle definite commerciali dalle presenti norme (mense aziendali, bar/ristoro di impianti sportivi, di teatri, di cinema, ecc.). Si considerano destinazioni equiparate al commercio le attività di erogazione diretta di servizi in locali adibiti alla fruizione dei servizi stessi esclusi i servizi di natura istituzionale, formativa, assistenziale e religiosa quali le attività di: centro fitness, noleggio di beni mobili registrati o assimilabili, raccolta di puntate e scommesse (lotto, SNAI e simili), laboratorio di analisi mediche o cliniche con accesso diretto del pubblico, ecc.; intrattenimento e spettacolo, come locali notturni; discoteche, sale da ballo; sale da gioco, da biliardo, da bingo, ecc.; bowling, bocciodromi, ecc.; cinematografi, teatri, sale da concerti e da congressi. Le attività che non rientrano tra quelle indicate o ad esse assimilabili secondo criteri di analogia, sono da considerare come attività produttive. NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE Pagina 17 di 104

19 In relazione alle destinazioni d uso commerciali si considera esclusivamente la Superficie lorda di pavimento (Slp) come definita dalle presenti norme. La Superficie di vendita (Sv) di un esercizio commerciale, ai sensi del D.Lgs. 114/98, è l area di libero accesso al pubblico durante la vendita, compresa quella occupata da banchi, camerini di prova, scaffalature, espositori e simili, con esclusione della superficie destinata a magazzini, depositi, locali di lavorazione e di preconfezionamento, uffici, servizi tecnologici, spogliatoi e servizi igienici per il pubblico e per il personale. Per le attività di vendita abbinate a somministrazione, si considera superficie di vendita (Sv) quella di accesso del pubblico durante la vendita e quella attrezzata per la vendita; Per le attività equiparate al commercio le cui lavorazioni e produzioni di beni e/o servizi avvengano negli stessi locali di libero accesso al pubblico, senza specifiche separazioni o distinzioni, si considera superficie di vendita (Sv) una quota pari a 2/3 della superficie dei locali. L insediamento dei centri di internet/telefonia in sede fissa, ove ammesso dalle presenti norme, è consentito soltanto se compatibile con la viabilità di accesso alla zona di localizzazione e con le funzioni urbane al contesto e solo: al piano terra degli edifici e con accesso diretto del pubblico; con la disponibilità di aree a parcheggio pari al 100% della Slp. Le attività commerciali si distinguono in dettaglio ed ingrosso. Le tipologie distributive commerciali sono classificate come segue: esercizi di vicinato esercizi fino a m di Superficie di vendita (Sv); medie strutture di vendita esercizi con Sv da m a m 2 500; medie strutture di vendita esercizi con Sv da m a m ; grandi strutture di vendita esercizi con Sv più di m Per la vendita di merci ingombranti e a consegna differita la superficie di vendita viene conteggiata in maniera convenzionale anziché effettiva come previsto dal Punto 2, comma 6 della D.G.R. 18 dicembre 2003, n. 7/ In uno stesso esercizio di commercio all'ingrosso è ammessa la vendita al dettaglio solo dei prodotti espressamente indicati dalla normativa regionale in materia commerciale o, in mancanza, dal Regolamento Procedurale Comunale per il commercio. (ex Art. 40 del R.R. 21 luglio 2000, n. 3) Nelle aree in cui è ammesso il commercio, è sempre consentita l'apertura di un esercizio di vicinato di vendita al dettaglio. È sempre ammessa una tipologia di dimensioni minori dove è ammessa una tipologia di dimensioni maggiori. Le merceologie si distinguono in alimentari e extra alimentari: alimentari sono quelle destinate esclusivamente o prevalentemente alla vendita di generi alimentari, con una quota minore di superficie destinata ai prodotti non alimentari, ricadente nei settori dei generi della pulizia della persona, della casa e dei piccoli accessori domestici; extra alimentari quelle destinate esclusivamente o prevalentemente alla vendita di generi non alimentari con una quota minore di superficie destinata ai prodotti alimentari. Nei casi in cui sono ammesse le medie strutture di vendita è ammessa la tipologia di Centro Commerciale. Non si considerano centri commerciali le strutture: con superficie di vendita complessiva degli esercizi commerciali non superiore a m 2 250; con accesso del pubblico ai singoli esercizi, anche se inseriti in un unico edificio, avvenga solo da pubblica via o piazza (salvo che si tratti di spazi di circolazione coperti interni al centro commerciale ceduti alla Pubblica Amministrazione; la cui unica infrastruttura comune sia costituita dai parcheggi. La superficie di vendita (Sv) del centro commerciale è data dalla somma delle Sv degli esercizi al dettaglio in esso presenti; tale superficie determina la classificazione nelle tipologie distributive commerciali, come sopra definite nel presente articolo e, di conseguenza, l ammissibilità o meno nelle varie zone in cui è classificato il territorio comunale. Per le nuove strutture di vendita da attuare mediante interventi sull esistente deve essere valutata la compatibilità con la viabilità di accesso e di uscita. Parcheggi pertinenziali I parcheggi pertinenziali vanno reperiti come segue: per gli esercizi di vicinato in caso di nuova costruzione; NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE Pagina 18 di 104

20 per le medie strutture di vendita al dettaglio nei casi di nuova costruzione, incremento della Slp, cambio di destinazione da residenza da industria da commercio all'ingrosso, da altre destinazioni, con o senza opere, per cambio di tipologia commerciale, per la quale sia prescritta una maggiore dotazione. Salvo quanto diversamente specificato nelle singole zone di piano, nei casi come sopra previsti, le quantità di parcheggi pertinenziali da reperire sono: per gli esercizi di vicinato il 30% della Slp; per le medie strutture di vendita il 100% della Slp, di cui almeno 2/3 aperta al pubblico; per il commercio all'ingrosso il 30% della Slp. Non sono richieste dotazioni pertinenziali per il passaggio da dettaglio a ingrosso. Standard urbanistici Nell'ambito dei piani attuativi o dei permessi di costruire convenzionati è richiesta la dotazione minima di aree per standard di legge fatta eccezione per: la media struttura di vendita di alimentari, ove ammessa, per la quale è richiesta la dotazione minima di aree per standard pari al 150% della Slp, di cui almeno il 100% della Slp a parcheggio di uso pubblico; il commercio all ingrosso, per il quale è richiesta una dotazione minima di aree per standard pari al 65% della Slp, di cui almeno i 3/4 a parcheggio di uso pubblico. Art. 12. Norme per il permesso di costruire convenzionato Il permesso di costruire convenzionato è ammesso, a condizione di non aumentare la capacità insediativa esistente e di rispettare i parametri stabiliti dal piano per la pianificazione attuativa e di non aumentare, nelle aree non assoggettate a pianificazione attuativa, la Superficie lorda di pavimento (Slp) esistente, nei casi seguenti: a) ove specificato dalle presenti norme; b) per gli interventi di ristrutturazione edilizia e di nuova costruzione, soltanto se relativi a un solo edificio e ove specificamente ammessi dalle presenti norme. II permesso di costruire convenzionato, nei casi in cui non venga diversamente specificato dalle presenti norme, deve prevedere la cessione gratuita al comune della stessa dotazione di aree per standard prescritte per i piani attuativi m 2 18 / m 2 33 di Slp residenziale, di cui a parcheggio minimo m 2 6 / m 2 33 di Slp; 80% della superficie di pavimento destinata ad attività terziario-direzionali o attività ricettive, di cui minimo il 50 % da destinare a parcheggio; 80% della superficie di pavimento destinata ad attività commerciali, di cui minimo il 50 % da destinare a parcheggio, fatta eccezione per i casi previsti dalle norme speciali per le attività commerciali di cui all art. 11 delle presenti norme; 10% della superficie dell area destinata ad attività industriali o artigianali. Ove la cessione gratuita delle aree per standard non sia strettamente necessaria o venga ritenuta inopportuna per il pubblico interesse, è consentita la loro monetizzazione. Permessi di costruire convenzionati perimetrati nel PGT Il PGT perimetra alcuni ambiti assoggettati a permesso di costruire convenzionato con precisi obiettivi. Per l ambito di intervento specificamente individuato nella scheda n. 7 dell Allegato 1 Normativa specifica degli Ambiti di trasformazione delle NTA del Documento di Piano, gli interventi sono ammessi in base alle capacità edificatorie e ai parametri stabiliti per le Aree B Classe II dagli artt. 14 e 14.2 delle presenti NTA e secondo quanto riportato nella citata scheda N. 7, nonché con riferimento per i singoli PDC ai seguenti dati e cessioni obbligatorie: PDC 1 Sf = m ; cessione obbligatoria dell area di proprietà necessaria alla realizzazione in lato ovest e sud della strada di piano di nuova previsione; in lato nord del percorso ciclo-pedonale; in lato est dei parcheggi alberati; PDC 2 Sf = m ; cessione obbligatoria dell area di proprietà in lato sud necessaria alla realizzazione della strada di piano di nuova previsione; NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE Pagina 19 di 104

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