PROFILO STORICO DELLA TUTELA

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1 ACCADEMIA DI BELLE ARTI Triennio I Livello Comunicazione e valorizzazione del patrimonio artistico Materia: Legislazione dei beni culturali PROFILO STORICO DELLA TUTELA DELLE COSE D ANTICHITÀ Dispensa di Dr. Prof. Antonio M. Ligresti 1

2 Sommario I. Ricognizione delle fonti pag. 4 II. La Francia del XVIII secolo pag. 5 III. Lo Stato pontificio pag. 8 III.1 XV secolo pag. 9 III.2 XVI secolo pag. 10 III.3 XVII secolo pag. 13 III.4 XVIII secolo pag. 16 III.5 XIX secolo pag. 19 2

3 I. Ricognizione delle fonti 3

4 Da una ricognizione archivistica e bibliografica primi atti promanati da un potere pubblico hanno ad oggetto: tutela normativa degli oggetti d arte e conseguente regolamentazione potere pubblico Convenzione Nazionale 1 del Governo francese post-rivoluzionario Stato Pontificio che paradossalmente brillava per la propria connotazione di diffusa arretratezza sociale ed economica 1 Durante il Governo della Montagna, la Convenzione Nazionale, nella la seduta del 24 ottobre 1793, vieta la distruzione o mutilazione dei libri attuata col pretesto di distruggere i simboli monarchici. Sotto il Governo del Comitato di salute pubblica, durante la seduta del 27 gennaio 1794, la Convenzione adotta un provvedimento relativo al riordino delle biblioteche francesi, prevedendo l istituzione di una biblioteca in ogni distretto sull intero territorio nazionale. 4

5 II. La Francia del XVIII secolo 5

6 Governo francese post-rivoluzionario Dopo un primo periodo di furore durante il quale i rivoluzionari demoliscono castelli e cattedrali, danneggiando in nome della simbologia dell ancien régime non solo statue e monumenti pubblici ma anche i libri (i simboli reali erano presenti infatti anche nelle legature dei libri), la Convenzione Nazionale legifera in modo moderno, decretando il principio della conservazione al fine di preservare il patrimonio storico ed artistico dal vandalismo rivoluzionario (in tale ottica nasce il Musée des Monuments Français, nell ex convento dei Petits Augustines, che in seguito diventa la sede dell Ecole des Beaux Arts). L imponente trasferimento all istituzione pubblica dei beni d arte posseduti dai soppressi ordini religiosi ha segnato per sempre la vita culturale francese 2. Molti intellettuali del tempo 5, scagliandosi contro i crimini della rivoluzione, criticheranno l ondata di «nazionalizzazioni» rivoluzionarie, le cosiddette «confiscations» (come afferma Luciano Canfora,.. la borghesia è stata davvero la più drastica confiscatrice di ricchezze che l'europa abbia mai visto all'opera ). L età napoleonica, caratterizzata dalle campagne sistematiche di saccheggio organizzate dalle Armate francesi, veri e propri atti di spoliazione di opere d arte e di beni artistici mobili, nei confronti non solo dell Italia, ma anche del resto d Europa e Oriente, sprona i pontefici e gli altri governanti a riconsiderare il patrimonio storico - artistico come patrimonio di identità di un popolo e quindi di uno stato, e ad elaborare una nuova politica di salvaguardia, determinando in tal modo lo sviluppo e il consolidamento di 2 Nel 1790, i Comité des Quatre Nations prima, la Commission des monuments dopo, composti di dotti, artisti e letterati, avevano l'incarico di mettere en réserve, ovvero inventariare, gli oggetti preziosi della scienza e dell'arte. Le commissioni avevano provveduto, negli anni, a trasferire i beni artistici e letterari nelle mani della Nazione. 5 Si veda, ad esempio, Les bienfaits de la Révolution, del nobile e intellettuale francese Joseph de Maistre (scritto tra il 1794 e il 1800), pamphlet contro i crimini commessi durante la Rivoluzione. 6

7 principi e istituti giuridici attraverso la codificazione di queste nuove norme 6. Durante le guerre napoleoniche una pianificata strategia delle azioni di rapina nei confronti delle nazioni vinte, ispirata dall uomo ombra dell imperatore francese, il barone Dominique Vivant Denon, rese Parigi l unico centro dell arte mondiale, grazie appunto alla più colossale trasmigrazione di opere e oggetti d arte verso la Francia. 6 Fin dall antichità e per tutto il XIX secolo, il jus predae (il diritto di bottino), il saccheggio inteso coma azione di rapina, sia di beni privati comuni sia di beni di pregio, ha rappresentato fonte di ricchezza sia per gli Stati e per i sovrani, sia per gli eserciti, nazionali o mercenari, per il finanziamento delle guerre stesse. 7

8 III. Lo Stato Pontificio 8

9 III.1 Ricognizione delle fonti archivistiche sui primi tentativi legislativi di tutela del patrimonio artistico - architettonico, tra la fine del Medioevo e il Rinascimento. Stato Pontificio 1425 Bolla Etsi De Cunctarum, di Papa Martino V, nato Oddone Colonna (pontificato ): vengono stabiliti i criteri di restauro e di ricostruzione degli edifici; viene proibito ogni prelievo di marmi preziosi dai ruderi; viene decretata altresì la demolizione di costruzioni addossate alle antiche fabbriche. XV secolo : durante il pontificato di Niccolò V (nato Tommaso Parentuncelli), prosegue la politica mecenate della curia romana. Appassionato bibliofilo, il pontefice si dedicherà alla raccolta di migliaia di volumi e manoscritti che andranno a far parte della futura Biblioteca Vaticana Bolla Cum Almam Nostram Urbem, di papa Pio II, nato Enea Silvio Piccolomini (pontificato ): si prevede la scomunica, il carcere e la conseguente confisca dei beni di tutti coloro i quali demolivano o danneggiavano gli antichi edifici pubblici o i loro resti Bolla Cum provvida Sanctorum Patrum decrete, di Papa Sisto IV, nato Francesco della Rovere (pontificato ): per porre fine ai saccheggi è vietata la spoliazione dei marmi e degli antichi ornamenti delle chiese e delle basiliche; la vendita delle opere d arte sacra contenute negli edifici di culto. Lo splendido mecenatismo di Sisto IV imprime una svolta nella politica di conservazione: il mondo classico diventa il modello estetico di riferimento. Nascono i Musei Capitolini e l archivio di Castel S. Angelo, con l obiettivo specifico di evitare la dispersione degli atti pontifici più preziosi. 9

10 III.2 XVI secolo : pontificato di Giulio II, nato Giuliano Della Rovere, nipote di Sisto IV: con la Bolla Renovatio urbis Romae (1507), egli progetta un piano di rinascita di Roma. Per ridare l antico lustro alla città vengono ammodernati interi quartieri, ridisegnato il sistema viario, ricostruiti i palazzi apostolici e le chiese. L urbe viene investita dall ansia generale di contribuire ai grandiosi progetti del pontefice. Con l obiettivo di reintegrare gli archivi pontifici, la Bolla del 18 agosto 1507 prescrive la restituzione alla Camera apostolica, entro un termine perentorio, di tutti i documenti privati o pubblici che potessero competerle. Splendido e illuminato mecenate, Giulio II il 4 ottobre 1509 nomina Raffaello Scriptor Brevium Apostolicorum. Nota Bene: questi primi atti legislativi non possono essere ancora identificati come veri provvedimenti di tutela, sia per il loro carattere episodico, sia perché caratterizzati da una certa ambiguità sulle competenze e sulle funzioni delle varie istituzioni preposte ad esercitare l effettivo controllo. Nonostante ciò, per le novità introdotte, essi anticipano le tematiche principali al centro della futura normativa sulla salvaguardia del patrimonio artistico - architettonico. La tutela dei monumenti classici si intreccia sempre più con il grande mecenatismo romano, di esclusivo appannaggio della curia romana e delle potenti famiglie nobiliari ad essa collegata. 10

11 XVI sec : pontificato di Leone X, nato Giovanni de Medici: nasce la consapevolezza di affidare la custodia e la gestione del patrimonio artistico a coloro che ne hanno le competenze tecniche, non più quindi lasciata all arbitrio dei privati. Il passato diventa ormai un valore da scoprire e custodire. Nel 1515 la nomina di Raffaello, da parte del pontefice, a Ispettore generale delle Belle Arti, una sorta di antesignano soprintendente al patrimonio artistico della città, risponde a tale esigenza. In questa nuova veste, l artista urbinate si impegna nell attività di controllo dei lavori di scavo e nella custodia e vigilanza dei reperti marmorei rinvenuti. XVI sec : pontificato di Paolo III, nato Alessandro Farnese. Il nuovo orientamento culturale viene consolidato anche col nuovo pontefice, con la istituzione del Commissariato alle antichità, affidato con il Breve (.) del 28 novembre 1534, all erudito canonico Latino Giovenale Manetti, e col perfezionamento dei poteri del conservatore. Il Commissario ha il compito di vigilare su tutti i monumenti di Roma, preservandoli da manomissioni, demolizioni o alienazioni. Alcuni beni appartenenti ai privati sono inoltre sottoposti a vincolo, sottraendoli in tal modo all arbitrio dei proprietari. La stessa carica verrà poi affidata, con il Breve del 1547, al grande Michelangelo Buonarroti. 11

12 XVI sec : pontificato di Gregorio XIII, nato Ugo Boncompagni. Influenzato dalla figura del cardinale Carlo Borromeo, il papato gregoriano si caratterizza per la vasta opera di riforma cattolica, per la raccolta di diritto canonico (pubblicata nel 1582 con il nome di Corpus Iuris Canonici ). La prassi legislativa in materia di conservazione dei monumenti antichi e moderni continua anche durante il papato di Gregorio XIII: con la Bolla Quae publicae utilia, del 1574, viene tutelato il decoro architettonico degli edifici monumentali, ribadendo altresì l istituto del vincolo sui beni privati d interesse storico - artistico. XVI sec : pontificato di Sisto V, nato Felice Peretti. La linea politica di centralizzazione degli archivi prosegue anche con il nuovo pontefice. Con la Bolla del 12 ottobre del 1586 egli conferma tutti i provvedimenti dei suoi predecessori in tema di recupero di documenti e di atti. 12

13 III.3 XVII secolo : pontificato di Paolo V, nato Camillo Borghese. L ascesa al soglio pontificio di Paolo V rappresenta una svolta nell opera di riorganizzazione archivistica e documentaria. Vincendo le riluttanze interne alla curia romana e gli interessi particolaristici opposti da diversi prelati, gelosi nel conservare documenti e carte nei propri archivi, il nuovo pontefice, avvalendosi dei consigli del cardinale Bartolomeo Cesi e del giovane sacerdote al servizio di quest ultimo, don Michele Lonigo da Este, intraprende la realizzazione di un archivio centrale pontificio, il futuro Archivio Segreto Vaticano 7, in cui conservare e concentrare l enorme quantità di atti della S. Sede. Si avvertiva infatti l esigenza di poter accedere alla miriade di fonti documentarie sia per motivi di ricerca storica, sia per motivi di carattere amministrativo. Con il Breve Apostolicae Sedis, del 25 gennaio 1606, Paolo V inizia così una decisa azione di recupero ordinando perentoriamente, entro il termine di sei giorni pena la scomunica, la consegna delle carte disperse e delle varie scritture pontificie al Commissario della Camera Apostolica, o ai Custodi della Biblioteca Vaticana o dell Archivio di Castel Sant Angelo. L operazione di recupero interessa successivamente anche il materiale librario. Con il Breve Cum nuper, del 31 gennaio 1612, viene ordinato infatti il trasferimento di libri e manoscritti al nuovo archivio, istituito presso la sede del Palazzo Apostolico, di cui verrà nominato custode Bartolomeo Ansidei Di archivio della Chiesa, di chartarius, inteso come scrinium ecclesiae romanae, si fa cenno già dai tempi dei pontefici Innocenzo I, Bonifazio I, Celestino I, Gelasio I, Bonifazio II, nel periodo compreso tra il 530 e il 532, Ormisda, Pelagio I e Gregorio I Magno, tra il 590 e il 604. Lo scrinium pontificio (archivio della S. Sede) esisteva già nei secoli X e XI e veniva utilizzato dai notari del sacro palazzo apostolico ed anche dalle congregazioni religiose. A tal proposito, è di fondamentale rilievo la riforma ideata e realizzata dal grande papa Innocenzo III, restauratore della potenza e dignità pontificie, salito sul soglio di S. Pietro nel Durante il pontificato innocenziano vengono riordinati gli archivi della Santa Sede e contestualmente istituita una nuova sede presso S. Pietro; viene inoltre iniziata la serie dei registri pontifici, pervenuta fino ai nostri giorni. 13

14 XVII sec : pontificato di Urbano VIII, nato Maffeo Barberini. Nella prima metà del XVII secolo spicca la figura del grande artista Gian Lorenzo Bernini: nominato soprintendente di Roma durante il pontificato di Urbano VIII, egli lasciò un impronta indelebile per le mirabili opere realizzate, commissionate da diversi pontefici. A seguito della necessità di contrastare con regole scritte il dilagante vandalismo, il 5 ottobre del 1624 il pontefice emana l Editto Aldobrandini, col quale viene vietata l esportazione di opere d arte senza apposita licenza del pontefice, prevedendo pene pecuniarie per gli eventuali trasgressori. Per le novità apportate l editto, di cui era fautore il Cardinale Camerlengo Ippolito Aldobrandini, rappresenta un tassello fondamentale della normativa tutoria. Per la prima volta un ordinanza stabilisce un elenco di cose d antichità da salvaguardare, contribuendo in maniera significativa al dilagante collezionismo delle prime importanti raccolte e dei primi musei. Prosegue contemporaneamente la riorganizzazione archivistica che riguarda anche gli archivi comunali romani. Con la Bolla Pastoralis officii, del 16 novembre 1625, si provvede ad istituire l Archivio Generale Urbano, dove vengono raccolte le copie stipulate dai notari. XVII sec : pontificato di Innocenzo X, nato Giovanni Battista Pamphilj. Durante il papato innocenziano, l azione di conservazione delle opere d architettura e d arte, in primo luogo antiche, aspetto ormai imprescindibile della politica culturale pontificia, è al centro dell Editto Sforza (fautore il Cardinale Procamerario Federico Sforza), emanato il 29 gennaio del 1646, con cui vengono riconfermati i divieti di asportazione delle testimonianze mobili, prevedendo inoltre che.non è consentito guastare edifici né fabbriche antiche, muraglie di travertino, marmo, piperini et altra materia, così sopra a terra come sottoterra. 14

15 XVII sec : pontificato di Innocenzo XI, nato Benedetto Odescalchi. La seconda metà del XVII secolo, durante il pontificato di Innocenzo XI si segnala l emanazione, nel 1686, dell Editto Altieri, che inasprisce il tenore dell Editto Aldobrandini, già peraltro abbastanza rigido. A causa del dilagare indiscriminato di trafugamento di beni durante scavi non autorizzati, il nuovo provvedimento, voluto dal Cardinale Giambattista Altieri, proibiva.la estrazione di statue di marmo o metallo, pitture, antichità e simili, senza una preventiva autorizzazione. La prassi legislativa interessa pure l apparato organizzativo archivistico. Infatti, col Breve Erectio archivii datariae apostolicae, del 10 gennaio 1682, Innocenzo XI istituisce l Archivio della Dataria Apostolica. 15

16 III.4 XVIII secolo : pontificato di Clemente XI, nato Gian Francesco Albani. A cavallo dei due secoli, con il lungo pontificato di Papa Clemente XI prosegue l azione legislativa, aggiornando alle esigenze del tempo le norme per la disciplina della protezione e della circolazione delle antichità. Nel 1701 viene emanato l Editto De proibizione sopra l estratione di statue di marmo o metallo, figure, antichità e simili e, nel 1704, l Editto Sopra le pitture, stucchi, mosaici ed altre antichità, che si trovano nelle cave, inscrizioni antiche, scritture e libri manoscritti. Entrambi voluti dal Cardinale Giorgio Spinola, in particolare l Editto del 1704 si caratterizza per la estensione della tutela, per la prima volta, anche al patrimonio bibliografico ed archivistico (libri manoscritti e scritture pubbliche e private). Con questi due provvedimenti il principio della conservazione artistica acquisisce una connotazione di interesse pubblico. XVIII sec : pontificato di Benedetto XIII, nato Pietro Francesco Orsini. Nel 1726 Benedetto XIII emana l Editto Sopra li scarpellini, segatori di marmi, cavatori ed altri, grazie all iniziativa del Cardinale Alessandro Albani, con l intento di proibire la dispersione dei materiali marmorei, facenti parte di colonne o statue. 16

17 XVIII sec : pontificato di Benedetto XIV, nato Prospero Lorenzo Lambertini. Durante tale periodo viene promulgato, nel 1750, uno dei testi cardine in materia di salvaguardia dei beni d arte: Editto Proibitione della estrazione delle statue di marmo o metallo, pitture, antichità e simili. Ispirato dal Cardinale Silvio Valenti Gonzaga, l editto apporta profonde modifiche alla materia istituendo, accanto all organo preposto alla protezione dei beni storico-artistici, il Commissario sopra le antichità e le cave, dipendente direttamente dal cardinale camerlengo, tre figure nuove (commissari): uno per la pittura, uno per la scultura ed uno per le incisioni, le medaglie e i cammei, con il preciso compito di valutare i beni destinati all esportazione; è superato l elenco delle opere e dei beni da salvaguardare e la tutela viene invece estesa a.tutte le opere illustri di scultura e pittura specialmente quelle che si rendono più stimabili e rare per la loro antichità ; viene proibita la esportazione di pitture antiche, di opere di artisti pregiati, anche se defunti. 17

18 XVIII sec : pontificato di Clemente XIII, nato Carlo della Torre Rezzonico. Il pontificato decennale clementiano è caratterizzato dalla figura di Johan Joachim Winckelmann [Magdeburgo, Trieste, 1768: archeologo, storico dell arte, è considerato l ispiratore del neoclassicismo scientifico; autore nel 1755 dei Pensieri sull imitazione delle opere greche nella pittura e nella scultura, nel 1764 di Storia dell arte dell antichità, nel 1766 di Monumenti antichi inediti. Alle sue intuizioni si deve la scoperta delle collezioni archeologiche rinvenute durante gli scavi di Ercolano, Pompei e Paestum], nominato nel 1764 Prefetto delle Antichità, con il compito di custodire e proteggere i monumenti antichi di Roma (primo esempio della moderna figura di sovrintendente ai beni culturali). La stagione neoclassica influenza la politica culturale della penisola italiana, in particolare pontificia, grazie alla presenza a Roma, presso la curia romana, di eminenti artisti ed intellettuali come Canova, Stern, Mengs, Goethe, Houel. Il Settecento è animato da un lato dalla corrente illuministica e dalla moda del Grand Tour: l esperienza formativa dei rampolli appartenenti all'aristocrazia europea e alle classi più ricche della società inglese, che permette di riscoprire ed alimentare la passione e gli studi per l archeologia, i beni architettonici e le opere d arte italiane, dall altro dai rapinatori d arte francesi che caratterizzano fin dall inizio le guerre napoleoniche; tra le mete preferite dei viaggiatori, l Italia era la destinazione principale, compresa la Sicilia. Con l invasione, nel 1796, della penisola italiana da parte dell esercito napoleonico, questa consuetudine comincia a segnare il passo. La spoliazione bonapartista perpetrata dalle truppe francesi spinge la curia romana e gli altri governanti italiani ad adottare provvedimenti per arginare questo fenomeno, che tanto danno arrecherà al patrimonio artistico italiano. 18

19 III.5 XIX secolo : pontificato di Pio VII, nato Barnaba Chiaramonti. Con l ascesa al soglio di S. Pietro di Pio VII, cambia l orientamento della politica pontificia sulla conservazione dei beni artistici, adeguando gli istituti giuridici alle emergenze ed alle esigenze del tempo. In tale ambito rientra l Editto del 2 ottobre 1802, voluto dal Cardinale Camerlengo Doria Pamphilj Landi, ideato dall abate archeologo e giurista Carlo Fea, allora Commissario alle antichità e agli scavi. Nel provvedimento è previsto il divieto di riutilizzo dei metalli, l obbligo per i privati di denuncia dei beni in loro possesso, inibendone la esportazione; l azione giuridica di tutela viene estesa comprendendo.tutti i monumenti e tutte le produzioni delle belle arti, prescindendo in tal modo dallo stato di conservazione. Pio VII diede grande impulso anche alla valorizzazione dell arte antica, grazie al contributo di artisti come l architetto ed urbanista Giuseppe Valadier e Antonio Canova, massimo esponente dell arte neoclassica. Quest ultimo, nominato da Pio VII Ispettore generale alle Antichità e Belle Arti, è l artefice principale della rinascita culturale romana. In missione in Francia su incarico del pontefice, il Canova ottiene dal Bonaparte la restituzione di molti beni ed opere artistiche di pregio trafugati durante le azioni di rapina dei francesi. 19

20 XIX secolo Pontificato di Pio VII: la prassi legislativa pontificia in materia di tutela dei beni d arte si conclude con l Editto del Cardinale Camerlengo Bartolomeo Pacca, del 7 aprile Nel 1821 viene emanato il Regolamento di attuazione collegato. Il provvedimento, innovativo nel suo impianto, introduce elementi di assoluto rilievo, connotandosi per l impostazione decisamente protezionistica, istituendo a tal fine forme di censimento del patrimonio storico-artistico pontificio: viene superata la originaria elencazione dei beni oggetto di tutela, sostituita da una dettagliata catalogazione delle opere censite nelle dimore private e negli edifici pubblici, configurando conseguentemente una sorta di vincolo; è previsto, per la prima volta, il diritto di prelazione da parte dello Stato; l attività degli scavi viene compiutamente disciplinata, i reperti archeologici rinvenuti sono soggetti al sovrano diritto di regalia, per cui le operazioni di scavo sono sottoposti a licenza, in modo da tutelarne l integrità. In caso di ritrovamenti, gli scavatori avevano l obbligo di comunicarne l entità al Commissario sopra le antichità e le cave, cui spettava il compito della vigilanza, della ispezione e di impartire indicazioni sulla conservazione dei reperti. Di norma, una parte degli oggetti rinvenuti veniva assegnata alla Reverenda Camera Apostolica. Il nuovo sistema di notifica garantiva la salvaguardia dei beni indicati dalla notifica stessa. Nel complesso, l Editto Pacca conteneva, in nuce, principi ed istituti che avrebbero poi ispirato tutta la successiva legislazione in materia di tutela dei beni storico artistici. 20

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