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1 DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI DELL EMILIA-ROMAGNA DIREZIONE GENERALE PER GLI ARCHIVI Quando il restauro restituisce fruizione: mappa del Mappario Estense - Territorio ferrarese Maria Antonietta Labellarte, Riccardo Vaccari, Patrizia Cremonini Un buon restauro deve ridare al documento quella fruibilità che il tempo e il degrado, dovuto a molteplici fattori, hanno compromesso per le diverse vicissitudini che il documento stesso ha dovuto sopportare. Da questo punto di vista il restauro della mappa collocata in Mappario Estense Territori n. 47 è stato particolarmente interessante per le peculiarità della sua conservazione, come si dirà meglio in seguito. Cenni storici La mappa anepigrafa e non datata, ma attribuibile allo storico ed erudito ferrarese Gaspare Sardi e databile alla prima metà del sec. XVI, raffigura una vasta area del territorio estense, compreso tra Bondeno, le valli di Pomposa e di Comacchio, il Po di Ariano e il Po di Primaro. Si tratta di un semplice schizzo a penna, molto preciso, dettagliato nei toponimi, che illustra la situazione idrogeologica delle valli ferraresi oggetto di importanti opere di bonifica e regolamentazione delle acque da parte dei duchi Estensi. Stato di conservazione Il documento presentava una particolarità piuttosto rara, infatti era foderato con due bifogli membranacei manoscritti di contenuto giuridico in lingua latina e inchiostro nero, rosso e blu incollati sul suo verso, per rinforzo. La trazione dei diversi materiali rendeva la mappa grinzosa e, pertanto, poco leggibile. Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell Emilia-Romagna Carla Di Francesco Coordinatore per la comunicazione Paola Monari Strada Maggiore, Bologna Tel Fax dr-ero@beniculturali.it Direzione Generale per gli Archivi Luciano Scala Via Gaeta, 8a Roma Tel Fax dg-a@beniculturali.it Direttore Euride Fregni Corso Cavour, Modena Tel Fax as-mo@beniculturali.it Interventi di restauro Prima di tutto si è eseguita una pulizia a secco con pennello morbido e wishab. Dato che la mappa è stata disegnata utilizzando due pezzi di carta incollati al centro, si è ritenuto opportuno fare aderire del velo precollato (con Primal AC 33) sulla giuntura, applicandolo con dell'alcool puro: questo per far si che le operazioni umide non scollassero le due parti compromettendo l'uniformità del disegno. Si è proceduto a questo punto al distacco della singolare foderatura con una soluzione idroalcolica. Data la natura, molto resistente, della colla utilizzata per fare aderire i due materiali, si è, previo sondaggi di solubilità sugli inchiostri presenti, utilizzata acqua distillata e la stessa soluzione idroalcolica, aiutandosi anche con spatolina e bisturi. A questo punto sono stati ripuliti i documenti distaccati, dai residui di colla, per poi passare al loro lavaggio: 1) la mappa è stata tamponata con acqua distillata; 2) le pergamene sono state tamponate con soluzione idroalcolica. La mappa così pulita e stesa, ha messo in evidenza quei particolari che la grinzatura nascondeva. Dopo aver rimosso dalla mappa il velo precollato, utilizzando sempre 149

2 alcool puro, si è passati al restauro delle lacune sia sul documento cartaceo che sulle pergamene, con carta giapponese di spessore adeguato agli originali. Infine la mappa è stata rifoderata per ulteriore rinforzo con velo di carta giapponese di grossa grammatura. I due documenti in pergamena sono stati conservati in una carpettina di carta barriera, allegandoli alla mappa stessa come testimonianza storica di un antico intervento di consolidamento. 150

3 DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI DELL EMILIA-ROMAGNA DIREZIONE GENERALE PER GLI ARCHIVI Gestione integrata: intervento di risanamento per una buona conservazione Maria Antonietta Labellarte, Margherita Lanzetta, Riccardo Vaccari Il lavoro che qui si presenta è nato dalla necessità di operare un intervento di risanamento ambientale, misura adottata per una conservazione preventiva indiretta allo scopo di ridurre i possibili danni alla documentazione conservata. La conservazione preventiva indiretta è il modo economicamente più conveniente di gestire un patrimonio evitando e ritardando gli effetti del degrado. In tal modo ci si orienta a ridurre gli interventi di restauro ai quali si dovrebbe ricorrere come estrema necessità. Questo perchè si ha chiaro che prevenire è meglio che curare e che la futura possibilità di consultazione è strettamente legata alla cura che qui e ora ciascuno di noi porterà alla conservazione preventiva della propria documentazione. L'intervento in questione riguarda i locali situati al piano terreno dell'ala a ponente dell'archivio di Stato che ospitano la documentazione degli archivi giudiziari. Tutto parte nel 2007, quando si è iniziato ad effettuare delle ispezioni periodiche per monitorare tutti i depositi dell'edificio soprattutto nei mesi critici cioè nei cambi di stagione. Da tali ispezioni si è riscontrata la presenza di notevoli criticità la cui causa va attribuita principalmente all'elevato tasso di umidità relativa, localizzata soprattutto nei locali posti al pianterreno, soggetti ad un marcato fenomeno di umidità di risalita, testimoniato dalla presenza, sulle superfici interne ed esterne delle strutture murarie, di macchie e chiazze di umidità, con zone ove le murature presentavano segni di efflorescenze saline. La percentuale di umidità dell'ambiente risultava quell'anno oscillare tra il 65-70% per poi arrivare, nel giro di un anno e mezzo, a punte dell'80% (valori ben al di là di quelli che si ritengono ottimali e cioè 50-55%)! La documentazione conservata nei depositi situati al pianterreno dell Archivio di Stato era stata naturalmente interessata da tale fenomeno e presentava seri problemi. L origine del fenomeno sopra descritto è verosimilmente da ricondursi alla natura dei terreni su cui insistono le strutture murarie, in relazione all età e alla tipologia costruttiva delle medesime: la presenza d acqua nel sottosuolo favorisce un richiamo e un ristagno d acqua nella zona su cui insistono le fondazioni, da cui appunto si innesca la risalita capillare, secondo un ciclo continuo e ininterrotto. In primo luogo, di fronte a tale situazione, è stato sollecitato l'intervento dell'ex Istituto Centrale per la patologia del libro di Roma che, a seguito di un sopralluogo fatto dalle dott.sse Mariasanta Montanari e Paola Valenti, ha effettuato un'indagine biologica attraverso campionamenti sia direttamente sui materiali, per mezzo di tamponi, che dell'aria di tutti i locali di deposito del piano terreno. Dall indagine è emerso che i depositi del lato ovest presentavano i problemi più seri. Nella relazione dell Istituto si legge infatti: Nel settore Giudiziario, sono stati riscontrati sia infestazioni che attacchi di Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell Emilia-Romagna Carla Di Francesco Coordinatore per la comunicazione Paola Monari Strada Maggiore, Bologna Tel Fax dr-ero@beniculturali.it Direzione Generale per gli Archivi Luciano Scala Via Gaeta, 8a Roma Tel Fax dg-a@beniculturali.it Direttore Euride Fregni Corso Cavour, Modena Tel Fax as-mo@beniculturali.it 151

4 152 microrganismi manifestatisi con presenza di estese efflorescenze biancastre sulle coperte di alcuni volumi e su alcune cartelle, situate soprattutto nei palchetti più bassi (segno evidente della presenza di umidità di risalita dai pavimenti!) Contemporaneamente si ritenne necessario contattare anche altri archivi del nord, che si pensava potessero presentare caratteristiche climatiche e geologiche simili, per informarsi di come affrontavano tali problematiche. Furono infatti contattati l'archivio di Stato di Milano e quello di Venezia ma entrambi avevano adottato soluzioni diverse e poco rispondenti alle nostre necessità. Il passo successivo fu l'indagine micotica svolta dalla dott.ssa Roberta Galuppi dell Università di Bologna per escludere problemi che potevano coinvolgere la salute del personale. Da tale indagine risultò che la presenza di spore fungine non era da considerarsi particolarmente aggressiva per le persone. Bisognava comunque cercare di arginare tali criticità, ma come? La soluzione fu offerta proprio da un intervento presentato al Salone dell'arte del Restauro e della Conservazione dei beni culturali ed ambientali del 2009, che ci offrì la possibilità di venire a conoscenza di sistemi di deumidificazione elettrofisica delle murature interessate da umidità di risalita capillare. L intervento, presentato dall architetto Antonella Ranaldi della Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio per le province di Bologna, Modena, Parma, Piacenza e Reggio Emilia riguardava il restauro della Chiesa del SS. Salvatore a Bologna. L'Archivio chiese all architetto di effettuare un sopralluogo onde avere un suo qualificato parere in merito alla possibilità di applicare lo stesso metodo al risanamento dei nostri depositi. Inoltre il dr. Riccardo Vaccari, allora archivista di Stato e responsabile della conservazione, si recò presso la suddetta chiesa per meglio rendersi conto dell'applicabilità di questo nuovo sistema che si pensava di adottare e dei vantaggi che esso avrebbe comportato. Tutto questo ha portato naturalmente a coinvolgere la Direzione Regionale di Bologna e l'arch. Gabriella Goretti, istruita una gara, ha affidato l'incarico alla ditta S.K.M. srl Soluzioni Kalibrate per Murature. La ditta Kalibra, presa visione dei luoghi, ha proceduto all'esecuzione di indagini termografiche all'infrarosso, tecnica telemetrica non distruttiva in grado di determinare la temperatura radiante di una superficie. Questo metodo è in grado di evidenziare le discontinuità termiche causate, ad esempio, dalla presenza di umidità ed ha dimostrato che l'edificio è sottoposto ad una notevole aggressione da umidità di risalita capillare (altezza raggiunta m. 1,00 circa). Obiettivo delle indagini è stata la determinazione analitica dei contenuti di umidità percentuale all interno delle murature nello stato di fatto e successivamente all attivazione della tecnologia elettrofisica, onde verificare il corretto andamento del processo di deumidificazione nel tempo, sino al raggiungimento di valori di umidità residua conformi ad una muratura sana. A fronte del quadro diagnostico sopra descritto, in data 23/10/2009 è

5 stata installata e attivata l apposita tecnologia per la deumidificazione elettrofisica delle murature, consistente, nella fattispecie, in n 2 apparecchiature KalibraDRY mod. 4.0 matr KD15 e matr KD15. L installazione delle apparecchiature - aventi ciascuna raggio di azione nominale di 15 m in senso sferico - è sufficiente a garantire l intera copertura dell immobile in oggetto: l azione di deumidificazione indotta dall apparecchio risulterà ricadere all interno del suddetto campo di azione, zona nella quale, dunque, sono state localizzate le misurazioni di umidità oggetto dell'intervento. Nella stessa data di installazione della tecnologia, è stata effettuata la misurazione dei valori di umidità iniziali all interno delle murature. Le prove sono state condotte su un totale di n 5 punti campione opportunamente scelti. Planimetria con ubicazione apparecchiature KalibraDRY n. 5 punti campione opportunamente scelti Bisognava però affrontare ancora il problema dell umidità presente nell'aria, problematica a cui si è cercato di dare una soluzione col supporto dell'ing. Giancarlo Guidotti, installando n.2 deumidificatori tarati in modo tale da mantenere un'umidità relativa costante intorno al 50%. A distanza di 12 mesi dall installazione, il secondo rilievo ha evidenziato: - in corrispondenza di tutti i saggi si è riscontrata una notevole diminuzione dell umidità ponderale rispetto ai valori iniziali; - i valori di umidità, registrati nell arco di tempo (12 mesi) trascorso dall attivazione della tecnologia di deumidificazione, coincidono sostanzialmente con i valori mediamente riscontrati in casi analoghi a quello in studio per condizioni ambientali, tipologie architettoniche e caratteristiche costruttive degli edifici oggetto di intervento; - il processo di deumidificazione, nell edificio in oggetto, a fronte di quanto sopra descritto è da ritenersi pienamente soddisfacente. 153

6 Grafico dell umidità relativa 5 punti campione % umidità al % umidità al S1 15,00% 5,20% S2 14,00% 3,50% S3 10,50% 4,00% S4 14,80% 4,60% S5 13,00% 4,70% Questo ha permesso in circa 5-6 mesi dalla messa in funzione dell'intervento, di abbattere quei valori iniziali dell'80% portandoli a valori che oscillano tra il 48% e il 59%, per cui la situazione è notevolmente migliorata. 154

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