RAPPORTO STRUTTURALE SUL SISTEMA ECONOMICO PRODUTTIVO DELLA PROVINCIA DI BOLOGNA CAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA DI BOLOGNA

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1 CAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA DI BOLOGNA Camera dell Economia RAPPORTO STRUTTURALE SUL SISTEMA ECONOMICO PRODUTTIVO DELLA PROVINCIA DI BOLOGNA

2 Rapporto strutturale sul sistema economico produttivo della provincia di Bologna Indice Introduzione pag Il consuntivo strutturale del 2006 pag La demografia delle imprese nella provincia di Bologna pag Gli imprenditori extracomunitari pag L imprenditoria femminile e le donne imprenditrici pag Le imprese artigiane pag Le vere nuove imprese pag Lo stato di salute delle imprese bolognesi pag Gli indicatori di bilancio e le medie imprese pag I principali indicatori economico-finanziari pag Le medie imprese industriali pag I gruppi di impresa nel 2003 pag L impatto occupazionale e la localizzazione delle imprese pag L occupazione (fino al 2003) pag La localizzazione e la delocalizzazione d impresa pag La contabilità economica territoriale pag Il valore aggiunto pag Gli investimenti pag I consumi pag Il reddito disponibile delle famiglie pag L innovazione pag La bilancia tecnologica dei pagamenti pag La ricerca e sviluppo pag I brevetti pag Il commercio internazionale e i flussi di investimenti pag Il commercio estero pag Gli Investimenti Diretti Esteri (IDE) pag Il turismo internazionale pag Il credito pag L inflazione pag. 40 Lo scenario previsionale dell economia bolognese pag. 43 a confronto con quella regionale e nazionale per il periodo

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4 Rapporto Strutturale sul sistema economico produttivo della Provincia di Bologna Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna Introduzione Il principale obiettivo di questo rapporto è quello di fornire un quadro d insieme delle tendenze evolutive del sistema economico e produttivo della provincia di Bologna. Oggetto dell analisi è l impresa, considerata nei molteplici aspetti e caratteristiche che la contraddistinguono e la propongono come vero e proprio propulsore di sviluppo. Si tenta di sviluppare un approccio integrato utilizzando le diverse fonti di informazione economica fornite dal sistema camerale. Il rapporto propone un consuntivo strutturale per il 2006 in cui viene presentata un analisi della struttura organizzativa del sistema produttivo bolognese, della sua performance e della sua dinamica di breve e medio periodo. Nella prima sezione viene analizzata la demografia delle imprese e la loro natura giuridica; si esamina la dinamica degli imprenditori extracomunitari e delle donne imprenditrici. Vengono analizzati in seguito i flussi e la consistenza. Infine, nell ambito della demografia delle imprese, si cerca di quantificare la parte di vere nuove imprese al fine di meglio qualificare la vivacità demografica. In questa parte viene anche analizzata la componente delle imprese artigiane, sia per quanto riguarda la struttura organizzativa che per la demografia delle imprese. Per ultimo vengono riportati i dati su liquidazioni e fallimenti che permettono di avere un idea dello stato di salute delle imprese bolognesi. Nella seconda sezione si riportano alcuni indicatori che permettono di analizzare il comportamento economico e finanziario delle imprese bolognesi. Vengono riportati indici di solidità e liquidità, indicatori della capacità di servire il debito, indici di redditività complessiva e la ripartizione del valore aggiunto tra le diverse componenti che concorrono a determinarlo. Alcuni dati sulle medie imprese industriali sono forniti in questa sezione. La terza sezione riporta alcuni dati sui gruppi di imprese presenti nel territorio della nostra provincia, mentre la quarta illustra l andamento dell occupazione e dei fenomeni di localizzazione e delocalizzazione d impresa. I principali dati riguardanti la contabilità economica territoriale sono riportati nella sezione quinta. Viene presentato il valore aggiunto, sia manifatturiero che artigianale, i dati sui consumi e gli investimenti, il reddito disponibile delle famiglie anche in relazione alla diversa numerosità delle stesse

5 Rapporto Strutturale sul sistema economico produttivo della Provincia di Bologna Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna La sezione sesta tratta dell innovazione. Vengono illustrati i principali dati sulla bilancia tecnologica dei pagamenti, in cui figura il commercio in tecnologia, e le principali transazioni riguardanti la proprietà intellettuale. In questa sezione sono anche evidenziati i dati sulla spesa per ricerca e sviluppo, sia privata che pubblica, unitamente ai dati sui brevetti, sui modelli e sui marchi. Nella settima sezione si analizzano i dati sul commercio estero nei suoi diversi aspetti e quelli sugli investimenti diretti esteri. Successivamente nell ottava sezione si riportano i principali dati sul turismo, nella sezione nona quelli sul mercato creditizio e nella decima sezione i dati sull andamento dei prezzi al consumo

6 Rapporto Strutturale sul sistema economico produttivo della Provincia di Bologna Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna 1 Il consuntivo strutturale del La demografia delle imprese nella provincia di Bologna Tab. 1.1 Imprese registrate per sezioni e divisioni di attività economica nel periodo Iscrizioni e cessazioni annuali SEZIONI E DIVISIONI DI ATTIVITA' A B C D E F G H I J K M N O P Nc Agricoltura,caccia e silvicoltura Pesca,piscicoltura e servizi connessi Estrazione di minerali Attivita' manifatturiere Prod.e distrib.energ.elettr.,gas e acqua Costruzioni Comm.ingr.e dett.;rip.beni pers.e per la casa Alberghi e ristoranti Trasporti,magazzi naggio e comunicaz. Intermediaz.monet aria e finanziaria Attiv.immob.,noleg gio,inform.,ricerca Istruzione Sanita' e altri servizi sociali Altri servizi pubblici,sociali e personali Serv.domestici presso famiglie e conv. Imprese non classificate TOTALE Regis Iscr Cess Saldo Regis Iscr Cess Saldo Regis Iscr Cess Saldo Regis Iscr Cess Saldo Regis Iscr Cess Saldo Regis Iscr Cess Saldo L apparato produttivo che definisce il sistema economico imprenditoriale bolognese nel corso del 2006 ha fatto registrare un incremento di oltre 520 imprese, dato che segnala un decremento rispetto al saldo del 2005 (1.180), anche se consolida una tendenza verso saldi positivi, dopo il calo del 2002 (si veda tabella 1.1)

7 Rapporto Strutturale sul sistema economico produttivo della Provincia di Bologna Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna Il contributo più importante al saldo positivo del 2006 proviene ancora dal settore delle costruzioni, che assieme alle imprese non classificate presenta saldi positivi. Saldi negativi si riscontrano invece in agricoltura, nel settore del commercio all ingrosso e al dettaglio, nel comparto degli alberghi e ristoranti e in quello dei trasporti terrestri. Il tasso di sviluppo si mantiene positivo, anche se molto lieve (+0,3%) ed è in calo rispetto a quello registrato per il 2005 (+1,2%). Questo tasso di sviluppo deriva da una movimentazione elevata, che conta una natalità pari al 7,0% a fronte di una mortalità di circa il 6,7%. La modesta crescita dello sviluppo nel corso del 2006, e il conseguente rallentamento della vivacità demografica, non è tanto attribuibile al calo delle iscrizioni, che sono rimaste sostenute per tutto il 2006, quanto all aumento delle cancellazioni, che sono passate dalle del 2005 alle del 2006, al netto delle cessazioni d ufficio. La crescita delle cessazioni sembra alludere ad un accelerazione nel processo di ristrutturazione che interessa alcuni grandi comparti tradizionali. Assistiamo, infatti, alla riduzione costante del numero delle imprese agricole, ad una diminuzione, meno rilevante in termini numerici, delle imprese di trasporto terrestre, degli esercizi che svolgono attività commerciale e degli alberghi e ristoranti (si veda figura 1.2). 10,0 Fig T assi di natalità, mortalità e sviluppo complessivi, ,0 6,0 4,0 Percentuale 2,0 0,0-2,0-4,0-6,0-8,0-1 0, Tasso di natalità Tasso di mortalità Tasso di sv iluppo Per quanto riguarda le dinamiche per forma giuridica, si arresta l inversione di tendenza delle ditte individuali, che dopo la caduta registrata fino al 2003 avevano ripreso ad aumentare nel 2005, manifestando di nuovo un saldo negativo nel 2006 di ben 470 imprese, al netto delle cessazioni d ufficio. Continua, invece, il trend di crescita delle - 4 -

8 Rapporto Strutturale sul sistema economico produttivo della Provincia di Bologna Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna società di capitale, che ormai possiamo definire di tipo strutturale, sia in valori assoluti che in percentuale. Con riferimento alla forma giuridica, quindi, l incremento più significativo lo si riscontra per le società di capitale che presentano un saldo positivo di 839 imprese, mentre le società di persone crescono in modo molto meno importante nel corso del 2006 (+116). Considerando questi dati si comprende come mai in un quinquennio il peso delle società di capitale riferito allo stock complessivo delle imprese registrate, sia passato dal 20,13% del 2002 al 23,08% del 2006 (si veda tabella 1.3). Tab. 1.3 Imprese registrate per forma giuridica nel periodo Iscrizioni e cessazioni annuali FORMA GIURIDICA TOTALE Società di capitale Società di persone Ditte Individuali Altre Forme Regis Iscr Cess Saldo Regis Iscr Cess Saldo Regis Iscr Cess Saldo Regis Iscr Cess Saldo Regis Iscr Cess Saldo Regis Iscr Cess Saldo Questo andamento viene confermato dall analisi dei tassi di sviluppo (si vedano - 5 -

9 Rapporto Strutturale sul sistema economico produttivo della Provincia di Bologna Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna figure 1.4, 1.5 e 1.6); nel 2006, così come era successo nel 2005, lo sviluppo più elevato lo si riscontra per le società di capitale (+3,9%), per le quali il tasso di natalità è oltre il doppio del tasso di mortalità. Le società di persone mettono in evidenza una situazione di quasi stazionarietà (+0,5%), mentre per la prima volta dopo il 2003 si riscontra un calo nello sviluppo delle ditte individuali (-0,9%). 15,0 10,0 5,0 0,0-5,0-10,0 Fig Tasso di natalità, mortalità e sviluppo delle società di capitali, ,0 4,0 2,0 0,0-2,0-4,0-6,0-8,0 Fig Tasso di natalità, mortalità e sviluppo delle società di persone, Tasso di natalità Tasso di mortalità Tasso di sviluppo Tasso di natalità Tasso di mortalità Tasso di sviluppo Fig Tasso di natalità, mortalità e sviluppo delle ditte individuali, ,0 5,0 0,0-5,0-10, Tasso di natalità Tasso di mortalità Tasso di sviluppo A livello regionale, tutte le province presentano un saldo positivo producendo un saldo complessivo regionale pari a nuove imprese. La province che hanno maggiormente contribuito alla crescita del sistema regionale delle imprese sono state Modena, Reggio Emilia, Bologna e Parma. In particolare la maggiore vivacità demografica viene riscontrata soprattutto per le province di Modena e di Reggio Emilia, il cui saldo contribuisce per circa il 50% a definire il saldo complessivo regionale. 1.2 Gli imprenditori extracomunitari I dati disponibili del Registro delle Imprese confermano la crescita costante degli imprenditori stranieri nella provincia di Bologna. Gli imprenditori extracomunitari nel - 6 -

10 Rapporto Strutturale sul sistema economico produttivo della Provincia di Bologna Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna corso del 2006 sono aumentati di oltre il 10%, passando dai del 2005 agli del 2006 e rappresentano oltre il 35% degli imprenditori stranieri presenti nella regione Emilia Romagna. Questo tipo di imprenditoria si concentra principalmente nel settore delle costruzioni e nel comparto del commercio al dettaglio, che congiuntamente rappresentano oltre il 41% delle imprese il cui titolare è un extra-comunitario (si veda figura 1.7). Percentuali elevate si riscontrano pure nel settore degli alberghi e ristoranti (8,5%), in quello del commercio all ingrosso (6%) e in quello delle confezioni e degli articoli del vestiario (4,3%). Questi imprenditori, per circa il 65% hanno un età compresa tra i 30 e i 49 anni, ricoprono nella misura del 62% la posizione di titolare/socio, anche se la posizione di amministratore è elevata e pari al 35% circa, raggiungendo quote vicino al 59% nei settori degli alberghi e ristoranti e di circa il 43% nel commercio all ingrosso. Il profilo è quello di un imprenditoria sostanzialmente giovane, con buone prospettive di crescita. In altri termini si delinea la figura di un altro immigrato : titolare di impresa, contribuente del sistema pensionistico italiano, titolare di conto corrente, seppure con qualche difficoltà di accesso la credito, e verosimilmente risparmiatore. Questa tipologia di immigrati ha una propensione molto meno elevata a inviare rimesse nei Paesi di origine e tende ad investire là dove svolge la propria attività. Fig Distribuzione per settore di attività economica degli imprenditori extracomunitari nella provincia di Bologna nel 2006 (totale: 8.177) 4,4% 4,3% 22,9% Industrie alimentari e delle bevande C o nfe zio ni e a rtic o li vestia rio 20,7% Costruzioni C o m m e rc io a ll'ingro s s o Co mmercio al dettaglio 5,9% 2,6% 4,0% 6,0% Alberghi e ristoranti Tras po rti terres tri Attivita ' immo biliari Altre a ttivita' pro fe s s io nali e im pre ndio ria li 8,5% 20,7% Altre attività Da dove vengono questi imprenditori? Se si passa a considerare la loro provenienza, si ha una geografia abbastanza diversificata e distribuita per settore di attività. Infatti, si - 7 -

11 Rapporto Strutturale sul sistema economico produttivo della Provincia di Bologna Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna nota che nel settore delle costruzioni gli imprenditori provengono principalmente dall Africa settentrionale, dalla Romania, dall Albania e da altri Paesi europei. Nel settore delle confezioni e degli articoli del vestiario gli imprenditori provengono quasi esclusivamente dalla Cina. Nel commercio al dettaglio la provenienza più diffusa è dall Africa settentrionale, dagli altri Paesi dell Estremo Oriente e dalla Cina. Per gli alberghi e ristoranti si riscontra una provenienza elevata dalla Cina e dagli altri Paesi europei, mentre nel comparto dei trasporti terrestri mediante condotta la provenienza più elevata è dall Africa settentrionale. Questi dati, inoltre, confermano il ruolo di spinta all allargamento della base imprenditoriale bolognese, proveniente dai cittadini extra-comunitari residenti nella provincia di Bologna. Il loro incremento è importante, passando dai circa del 2002 agli del 2006, registrando un incremento di oltre il 66% nel periodo. Con riferimento allo stock delle imprese registrate, le imprese con titolare extra-comunitario rappresentano circa l 8,5%. Di gran lunga superiore è il contributo di queste imprese al saldo annuale tra iscrizioni e cessazioni, che da dati indiretti sembra assestarsi intorno a circa un terzo delle nuove imprese. L impatto di queste attività economiche, che come abbiamo visto sono concentrate principalmente nel commercio, nei servizi e nelle costruzioni, diviene ancor più significativo se lo si rapporta alla dinamica delle imprese individuali, che in assenza del contributo delle imprese con titolare extra-comunitario farebbero registrare tassi di crescita ancor più contenuti, o ancor più negativi, come si è registrato nel L imprenditoria femminile e le donne imprenditrici Le imprenditrici donne nel corso del periodo sono aumentate in modo molto lieve, passando dalle del 2000 alle del 2006, facendo registrare un incremento di appena 412 unità, con una percentuale inferiore all 1%. Si concentrano principalmente nel settore del commercio, sia al dettaglio che all ingrosso, nelle attività immobiliari, in agricoltura, nel comparto degli alberghi e ristoranti, nei servizi e nelle altre attività imprenditoriali e professionali. Una percentuale inferiore, ma significativa, si riscontra pure per i settori delle costruzioni, in quello della fabbricazione e lavorazione dei prodotti in metallo e nel comparto delle industrie alimentari e delle bevande (si veda figura 1.8)

12 Rapporto Strutturale sul sistema economico produttivo della Provincia di Bologna Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna Fig Distribuzione per settore di attività economica delle donne imprenditrici nella provincia di Bologna nel 2006 (totale: ) 23,8% 14,7% Co mmercio al dettaglio Attività immo biliari Alberghi e ristoranti 2,2% 2,3% 2,8% 4,2% 5,4% 8,4% 11,4% 8,9% Altre attivita' professionali e imprendit. Agrico ltura, caccia e relativi s ervizi C o m m e rc io a ll'ingro s s o Altre attivita' dei servizi Costruzioni Fabbricazione prodotti in metallo Industrie alimentari e delle bevande Informatica e attività connesse 7,9% 7,9% Altre attività Per quanto riguarda l età delle donne imprenditrici si nota una netta prevalenza della classe anni, che costituisce oltre il 51% del totale. Elevato è pure il numero di donne imprenditrici ultra cinquantenni, pari al 43% del totale, e queste si concentrano principalmente nei settori dell agricoltura, del commercio e delle attività immobiliari. Considerando la natura giuridica, si riscontra che la forma societaria più diffusa per le donne, a differenza di quello che si ha per l imprenditoria nel suo complesso, è quella delle società di persone, con circa il 43,5%, mentre le società di capitale fanno registrare una quota di circa il 28%, di poco superiore alla quota delle imprese individuali, pari al 24,5%. Le imprese individuali sono concentrate soprattutto nei settori dell agricoltura e in quello dei servizi, mentre nei settori del commercio al dettaglio, degli alberghi e ristoranti e delle attività immobiliari la natura giuridica più diffusa è quella delle società di persone. Infine, per il settore del commercio all ingrosso, nel comparto della stampa ed editoria, in quello della fabbricazione di macchine ed apparecchi meccanici e in quello delle altre attività professionali ed imprenditoriali vi è una prevalenza delle società di capitale. La carica ricoperta dalle imprenditrici donne nelle aziende è prevalentemente quella di titolare/socio (47,6%), anche se il ruolo di amministratrice è pure molto diffuso (42,1%), ed è addirittura la carica prevalente nei settori degli alberghi e ristoranti, delle attività immobiliari, dell informatica ed attività connesse, nelle altre attività professionali e imprenditoriali e nella sanità ed altri servizi

13 Rapporto Strutturale sul sistema economico produttivo della Provincia di Bologna Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna Fig Imprenditorialità femminile: imprese registrate per natura giuridica IMPRESE INDIVIDUALI 57% ALTRE FORME 0% COOPERATIVE 1% CONSORZI 0% SOCIETA' DI CAPITALE 16% SOCIETA' DI PERSONE 26% Con l analisi dell imprenditoria femminile si intende valutare il grado di partecipazione femminile nelle imprese, e più precisamente vengono classificate come femminili le imprese nelle quali la percentuale di partecipazione femminile è superiore al 50% (si veda figura 1.9). Il grado di partecipazione è legato anche alla forma giuridica. Considerando le imprese nelle quali figurano cariche femminili, la forma societaria più diffusa sono le società di capitale con oltre il 40%, seguita dalle società di persone (35,8%) e dalle imprese individuali (circa il 20%). I settori della fabbricazione e lavorazione prodotti in metallo, della fabbricazione macchine, del commercio all ingrosso, delle attività immobiliari e delle altre attività professionali e imprenditoriali sono quelli a prevalenza delle società di capitale. Diversamente, per i settori del commercio al dettaglio e degli alberghi e ristoranti prevalgono le società di persone. Le imprese individuali, invece, sono la forma giuridica più diffusa in agricoltura e nelle attività ausiliarie all intermediazione finanziaria. Infine la forma cooperativa è moto diffusa nel settore della sanità ed altri servizi sociali e nelle altre attività professionali e imprenditoriali. La carica ricoperta più frequentemente nei settori dell agricoltura, del commercio e dei servizi è quella di titolare; nei comparti dell industria alimentare, della fabbricazione di macchine, nelle costruzioni, negli alberghi e ristoranti, nel commercio all ingrosso e in quello delle attività immobiliari è prevalente la carica di amministratore. La posizione di socio si rivela sempre minoritaria nei diversi settori, anche se per quanto riguarda i settori del commercio al dettaglio, degli alberghi e ristoranti e delle attività immobiliari la carica di socio è abbastanza diffusa. 1.4 Le imprese artigiane Le imprese artigiane registrate e attive sono rimaste pressoché le stesse nel corso del

14 Rapporto Strutturale sul sistema economico produttivo della Provincia di Bologna Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna 2006 (si veda tabella 1.10). La maggiore movimentazione si è avuta nei settori delle costruzioni, delle industrie alimentari e delle bevande e delle altre attività professionali ed imprenditoriali. Altri settori con ampia diffusione di imprese artigiane sono quelli della fabbricazione e lavorazione dei prodotti in metallo, delle altre attività dei servizi e dell istruzione, che nel corso del 2006 hanno fatto registrare un decremento del numero di imprese (si veda figura 1.11). Tab Imprese artigiane Serie storica di iscrizioni, cessazioni e saldi provincia di Bologna Anni Consistenza al 31/12 Iscrizioni Cessazioni n. % n. % Saldo Tasso di crescita annuale , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,07 Fig Saldo delle imprese artigiane per settore di attività, 2006 X Non classificate 7 P Servizi domestici 0 O Altri servizi pubblici, soc., pers. -34 N Sanità 2 M Istruzione -11 K Attività immob., nolo, inform., ricerca 10 J Intermed.monetaria e finanziaria -2 I Trasporti, magazz., comunicazioni -182 H Alberghi e ristoranti -8 G Commercio -77 F Costruzioni 318 E Energia, gas e acqua 0 D Attività manifatturiere -45 C Attività estrattive -1 B Pesca e piscicoltura 0 A Agricoltura, caccia, silvic

15 Rapporto Strutturale sul sistema economico produttivo della Provincia di Bologna Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna 1.5 Le vere nuove imprese Ai fini di meglio qualificare la demografia delle imprese, è importante depurare il dato delle nuove iscrizioni da quelle causate da eventi di tipo amministrativo, le quali non rappresentano una nascita di nuove imprese, ma una semplice trasformazione di imprese preesistenti. I dati disponibili che provengono dal Registro delle Imprese riguardano gli anni dal 2002 al 2004: si nota un lieve incremento della percentuale delle nuove imprese sul totale delle iscrizioni, che passa dal 47% del 2002 al 48,3% del Con riferimento al 2004, i settori in cui vi è la quota più elevata di nuove imprese sono quelli delle poste e telecomunicazioni (90,3%), della produzione e distribuzione dell energia elettrica, gas e acqua (66,7%), dei trasporti, magazzinaggio e comunicazione (65,9%), dei trasporti terrestri mediante condotta (62,6%) e dell istruzione (59,1%). Gli imprenditori delle vere nuove imprese sono prevalentemente maschi (75%), per il 35,5% appartenenti alla classe di età anni, per il 42,5% appartenenti alla classe di età anni, e solamente il 19,9% sono ultra cinquantenni. I settori in cui le nuove imprese hanno una maggioranza di donne imprenditrici sono quelli delle industrie tessili, della ricerca e sviluppo, della sanità ed altri servizi sociali, oltre al settore delle altre attività dei servizi. I settori in cui le vere nuove imprese hanno una elevata quota di giovani imprenditori, cioè appartenenti alla classe anni, sono quelli dell industria alimentare e delle bevande, della fabbricazione e lavorazione dei prodotti in metallo, delle attività ausiliarie dei trasporti e agenzie di viaggio, il settore del noleggio macchine e attrezzature senza operatore, della ricerca e sviluppo e degli altri servizi pubblici sociali e personali. 1.6 Lo stato di salute delle imprese bolognesi Si considerano l avvio di procedure concorsuali di liquidazione e di fallimento come indicatori significativi e idonei a rappresentare le difficoltà incontrate dalle imprese a stare sul mercato. I dati di serie storiche riportati nella tabella 1.12 mettono in evidenza una lieve tendenza all aumento della percentuale di imprese che entrano in liquidazione, mentre la percentuale di imprese entrate in fallimento è in calo. Si tratta comunque di quote estremamente ridotte rispetto l insieme delle imprese bolognesi e il quadro che emerge da

16 Rapporto Strutturale sul sistema economico produttivo della Provincia di Bologna Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna questi dati è quello di una sostanziale stabilità di entrambi i fenomeni, in lieve aumento il primo e in rallentamento il secondo. Si può senz altro affermare, quindi, che il 2006 non ha visto nessun aumento di difficoltà delle imprese sotto questo profilo, e il dato bolognese, soprattutto per quanto riguarda i fallimenti, è inferiore al dato nazionale. Tab Imprese entrate in liquidazione e in fallimento per anno di apertura delle procedure Liquidazione % sullo stock 1,41% 1,52% 1,49% 1,67% 1,70% 1,62% 1,70% Fallimento % sullo stock 0,14% 0,13% 0,11% 0,12% 0,12% 0,14% 0,10%

17 Rapporto Strutturale sul sistema economico produttivo della Provincia di Bologna Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna 2 Gli indicatori di bilancio e le medie imprese 2.1 I principali indicatori economico-finanziari I dati si riferiscono al periodo che va dal 1998 al 2004 e sono tratti dall Osservatorio sui bilanci di Unioncamere italiana. Indicatori di solidità e liquidità La liquidità immediata delle imprese, che viene definita dal rapporto tra le attività a breve, considerate al netto delle rimanenze, e le passività a breve, idealmente dovrebbe fornire rapporti superiori all unità per indicare che le aziende sono in grado di fare fronte ai debiti correnti con le liquidità immediate e con quelle prontamente realizzabili. Questo rapporto nel corso del periodo in esame è lievemente aumentato, passando dallo 0,80 del 1998 allo 0,89 del 2004, anche se resta inferiore all unità. Se si considera invece la liquidità corrente (disponibilità), data dal rapporto tra attività a breve e passività a breve, indicatore che comprende al numeratore le rimanenze e che indica la capacità delle aziende di fare fronte alle passività correnti con mezzi prontamente disponibili, questo indice mantiene un valore sensibilmente superiore all unità ed è in crescita nel periodo, passando dall 1,17 del 1998 al valore di 1,27 del Infine si considera il rapporto di indebitamento, definito come il rapporto tra il patrimonio netto ed il totale dei debiti, calcolati al netto dei fondi: questo indice misura il ricorso all indebitamento esterno per unità di capitale e fornisce una misura della solvibilità, e quindi del rischio a cui si espongono i creditori. I dati più recenti sono quelli relativi al 2004 e mettono in evidenza che questo indice è aumentato nel periodo considerato. In particolare, con riferimento al 2004, il valore dell indice per le imprese bolognesi è pari a 45,5, ed è sensibilmente superiore alla media regionale (41,2), anche se inferiore al valore nazionale (48,4). Nel complesso, tuttavia, si può affermare che le imprese bolognesi godono di una buona solidità finanziaria, è ciò è confermato dai dati sulla capacità di servire il debito (rapporto tra margine operativo netto e oneri finanziari), cioè dell adeguatezza del risultato operativo a coprire gli interessi passivi: per la provincia di Bologna tale rapporto è pari a 2,07, ed è tra i più elevati della regione

18 Rapporto Strutturale sul sistema economico produttivo della Provincia di Bologna Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna Redditività netta complessiva Al fine di avere indicazioni sulla redditività del sistema produttivo si prende in esame il ROE (Return on Equity), ovvero il livello di rendimento del capitale di rischio (Risultato di esercizio/(patrimonio netto-risultato di esercizio)). Questo indicatore, che segnala un decremento fino al 2003 e riprende nel 2004, assumendo un valore pari a 4, misura il tasso di redditività del capitale di rischio (si veda figura 2.1). 15% Fig ROE nelle province dell'emilia Romagna 10% 5% 0% -5% % -15% EMILIA ROMAGNA PIACENZA PARMA REGGIO NELL'EMILIA MODENA BOLOGNA FERRARA RAVENNA FORLI - CESENA RIMINI ITALIA Un altro indicatore della redditività del sistema è rappresentato dal livello di rendimento del capitale investito. Anche questo indicatore segue un trend negativo dal 1999 al 2003, per poi invertire la tendenza nel Nel complesso, la redditività del sistema produttivo ha subito un rallentamento nel periodo , anche se a partire dal 2004 sembra invertire la tendenza. Ripartizione del valore aggiunto Sempre ai fini di fornire elementi che permettano di valutare lo stato di salute del sistema produttivo bolognese, è importante misurare come viene distribuito il valore aggiunto tra i diversi fattori che concorrono a determinarlo, con lo scopo di verificare se si manifestano fenomeni di sotto o sovra remunerazione di alcuni di essi (si veda figura 2.2). La remunerazione del capitale umano (lavoro) si rivela in lieve crescita nel periodo , passando dal valore di 64,5 del 1999 al valore di 66,1 del Questo valore

19 Rapporto Strutturale sul sistema economico produttivo della Provincia di Bologna Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna del sistema produttivo bolognese è lievemente superiore al valore regionale (65,6) e sensibilmente superiore al valore nazionale (60,3). Fig Ripartizione del valore aggiunto in La remunerazione del provincia di Bologna 100% capitale di credito, che 90% misura l incidenza del costo 80% degli oneri finanziari, viene 70% 64,5% 6 3,5% 63,7% 6 5,1% 6 5,8% 6 6,1% 60% misurata dal rapporto tra gli 50% 40% oneri finanziari e il valore 30% aggiunto. Tale indicatore, 2 6,7% 26,4% 26,1% 20% 26,7% 2 5,7% 26,6% dopo una prima crescita 10% 0% 8,8% 9,8% 9,9% 8,8% 8,5% 7,3 % intorno alla fine degli anni ONERI FINANZIARI/VALORE AGGIUNTO P ROFITTI LORDI/VALORE AGGIUNTO COSTO DEL LAVORO/VALORE AGGIUNTO 90, ha ripreso a scendere e nel 2004 ha raggiunto il valore più basso del periodo, pari a 7,3, mentre nel 2001 era a 9,9. Anche in questo caso, per il 2004, il valore di Bologna (7,3) è inferiore al valore regionale (7,8) e ancor di più al valore nazionale (8,6). Infine, se si passa a considerare la remunerazione del capitale proprio, misurata dal rapporto tra profitti e valore aggiunto, si trovano di nuovo indicazioni meno rassicuranti per il sistema produttivo bolognese. Infatti tale indicatore è praticamente stabile nel periodo, e nel 2004 raggiunge il valore 26,6, valore di poco inferiore a quello regionale (26,7), ma inferiore a quello nazionale (31,2). In definitiva si può affermare che vi è una distribuzione abbastanza equilibrata del valore aggiunto tra i diversi fattori produttivi. In particolare si può sottolineare come nel periodo considerato le imprese che operano nel sistema produttivo bolognese abbiano teso a remunerare in proporzione lievemente superiore il lavoro, rispetto a quanto avvenuto a livello nazionale, e ciò è stato possibile sia grazie al minor costo relativo degli oneri finanziari, sia perché le imprese hanno remunerato il capitale con una quota di profitti inferiore rispetto al dato nazionale. 2.2 Le medie imprese industriali In questo paragrafo vengono riportati i dati della provincia di Bologna ricavati dall indagine sulle imprese industriali e riferiti al periodo Le imprese

20 Rapporto Strutturale sul sistema economico produttivo della Provincia di Bologna Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna considerate rappresentano l insieme delle imprese industriali che hanno la forma di società di capitale, con un numero di addetti compreso tra 50 e 500 e un fatturato compreso tra 13 e 260 milioni di euro. Il numero di questo tipo di imprese si è mantenuto costante negli ultimi anni ed è pari a 125. Il fatturato netto è in ripresa dopo il calo avvenuto nel In ripresa anche il valore aggiunto, che nel 2003 aveva registrato un lieve rallentamento. Il margine operativo lordo è cresciuto nel periodo, raggiungendo il suo massimo nel 2000 per poi decrescere lentamente. Più pronunciato, in senso decrescente, è l andamento del margine operativo netto, e ciò è riconducibile al forte incremento che hanno subito gli ammortamenti tecnici ordinari sul periodo. Il risultato corrente prima delle imposte ha continuato a crescere fino al 2000, per poi stabilizzarsi a valori inferiori nel 2001 e 2002, ed ha subito un tracollo nel 2003, perdendo oltre un punto e mezzo percentuale di incidenza sul fatturato. La stessa evoluzione ha subito il risultato di esercizio prima delle imposte. La quota di fatturato esportato si mantiene piuttosto elevata (31,6% nel 2003). Il numero di dipendenti, dopo la battuta di arresto del 2001, ha ripreso a crescere. L analisi dello stato patrimoniale dello stesso gruppo di imprese mette in evidenza uno stock finanziario aggregato che ha ripreso a crescere, dopo la flessione dell anno Emerge una struttura finanziaria nel complesso solida e molto equilibrata, in cui si legge la tendenza ad un ridimensionamento del peso dell indebitamento a lungo termine rispetto all indebitamento a breve termine. L incidenza dell attivo sul passivo corrente mostra valori molto elevati verso la fine del secolo e riprende a scendere negli anni successivi, passando dal 141,3% del 1998 al 129,6 % del Lo stesso indicatore, al netto delle rimanenze, passa dal 94% del 1996 al 98% nel 1998, per poi ridimensionarsi intorno all 86% nel 2002 e nel

21 Rapporto Strutturale sul sistema economico produttivo della Provincia di Bologna Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna 3 I gruppi di impresa nel 2003 Il tessuto microimprenditoriale della provincia e l antica suddivisione in aree distrettuali ha lasciato posto, da un po di tempo, ad un altra categoria di rappresentazione che fa sempre riferimento alla dimensione territoriale, ma con una connotazione organizzativa che trascende l aspetto esclusivamente legato al territorio. Perciò si fa riferimento alla filiera produttiva, valorizzando il legame organizzativo tra le imprese e non necessariamente il legame dovuto alla localizzazione e al settore di produzione. E aumentata, di conseguenza, anche la necessità di misurare e di descrivere il tessuto imprenditoriale nella sua nuova dimensione organizzativa, che tende a recuperare la variabile dimensionale per il fatto di appartenere ad una rete di imprese, al fine di potere accedere vantaggiosamente ai mercati di fornitura e finali, oltre che conseguire altri benefici di scala. Fra queste aggregazioni, un ruolo importante è rappresentato dai gruppi di imprese che, nel 2003, hanno raggiunto le unità nella provincia di Bologna. I Fig Incidenza rispetto al totale economia in termini di gruppi di addetti e valore aggiunto delle imprese in gruppo nel 2003 per Bologna, Emilia Romagna, Nord Est e Italia imprese presenti nel 35 territorio bolognese % sul totale addetti del territorio 29, ,4 % sul valore aggiunto del territorio controllano ben ,4 25,2 24,3 società nazionali, 25 21,4 22,2 19,8 dislocate all interno 20 della provincia per 15 l 86,8%, controllate 10 fuori provincia ma 5 0 entro la regione per il 5,5% e solamente per Bologna Emilia Romagna Nord Est Italia l 1,3% controllate fuori regione. Circa il 72% di questi gruppi rappresenta gruppi produttivi, e per oltre il 40% di questi il capogruppo è un impresa nazionale o estera, mentre per il restante 60% il capogruppo è una persona singola o un gruppo di persone (si veda figura 3.1). Percentuale Le imprese organizzate in gruppi rappresentano un fenomeno molto importante per il territorio bolognese. Infatti, si riscontra che il 29,3% degli addetti appartiene a gruppi e oltre il 28% del valore aggiunto proviene dai gruppi (considerando che nel definire il

22 Rapporto Strutturale sul sistema economico produttivo della Provincia di Bologna Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna numero di addetti e il valore aggiunto complessivo si comprende anche la PA, mentre i dati relativi ai gruppi di imprese non comprendono la PA). Questi ultimi dati sono significativamente superiori a quelli delle altre province emiliano romagnole, ad eccezione di Parma e Reggio Emilia, alla media nazionale, ed anche alla media delle regioni del Nord Est nelle quali la nostra regione e la nostra provincia sono inserite. Il peso degli addetti e del valore aggiunto delle imprese in gruppo è, al contrario, allineato piuttosto al Nord Ovest, l Area di maggiore concentrazione della capacità produttiva nazionale e al centro. Questo disallineamento della rete imprenditoriale della provincia di Bologna dal contesto economico territoriale nel quale è inserita indica, forse, un assetto di maggiore maturità imprenditoriale del tessuto produttivo del territorio bolognese, e può essere letto come un differenziale positivo nella competitività territoriale rispetto alle realtà limitrofe, anche alla luce della specializzazione settoriale evidenziata dalla ripartizione dei gruppi per settore. La ripartizione Fig Imprese in gruppo per settore di attività economica merceologica dei Agricoltura gruppi di imprese 86 2-Alimentare 3-Sistema moda della provincia di Legno, carta, editoria Bologna (si veda 5-Chimica, gomma, plastica figura 3.2) è Metalmec-canica 7-Altre industrie concentrata Costruzioni prevalentemente nelle 9-Commercio,alberghi e ristoranti attività di terziario 10-Trasporti, magazz. e comunicazioni 11-Intermed. monetaria finanziaria avanzato a supporto 12-Attività immob. Servizi avanzati alle dell attività imprese 13-Altro industriale. Anche i comparti del commercio e del turismo raccolgono un numero rilevante di gruppi seguiti dal settore metalmeccanico, tradizionale punto di forza dell industria bolognese. Questi dati, congiuntamente a quelli esaminati nel paragrafo precedente, confermano il ruolo importante dei servizi nel tessuto produttivo bolognese. Inoltre, le società di questo settore sono organizzate in gruppi multisettoriali ma monobusiness: non si tratta quindi di raggruppamenti conglomerati, ma di gruppi di imprese fortemente specializzate e spesso collegate a un settore manifatturiero di riferimento (in particolare quello metalmeccanico)

23 Rapporto Strutturale sul sistema economico produttivo della Provincia di Bologna Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna 4 L impatto occupazionale e la localizzazione delle imprese 4.1 L occupazione (fino al 2003) Il tasso di attività (Forze Lavoro/Popolazione anni) riguardante le persone che si trovano nella classe di età è pari al 77,1% per i maschi ed al 65,9% per le femmine, portando il tasso di attività complessivo al 71,5%. Si tratta di un valore superiore di 9 punti rispetto al tasso di attività riferito all Italia, e superiore anche al valore regionale. Il tasso di attività femminile è particolarmente elevato ed è inferiore, seppur di poco, solamente al tasso di attività femminile della provincia di Modena. Il tasso di occupazione (Occupati/Popolazione anni) è pari al 69,4%, circa un punto superiore a quello regionale e di 9 punti superiore a quello nazionale. Tassi di occupazione di poco superiori si hanno solo per Reggio Emilia e Modena. Se si considera il tasso di occupazione per sesso si notano alcune differenze importanti. Mentre il tasso di occupazione maschile è lievemente inferiore a quello regionale, per le femmine il tasso di occupazione è il più elevato della regione, superiore di oltre tre punti a quello regionale e di ben 18,5 punti di quello italiano. Differenze di 8 o 9 punti si hanno anche con le macro regioni del Nord-Est e del Nord-Ovest. Per quanto riguarda i diversi settori di attività economica, il 2,8% degli occupati si trova in agricoltura, il 32% nell industria (il 26% nell industria in senso stretto, comprensiva di energia ed acqua e trasformazione industriale) e il restante 65% nei servizi. Passando a considerare la posizione professionale, i lavoratori indipendenti, che complessivamente sono circa il 28% del totale, si distribuiscono per il 58% circa in agricoltura, il 18% nell industria e il 31% nei servizi. Il tasso di disoccupazione (In cerca di occupazione/forze Lavoro), anche se lievemente aumentato rispetto all anno precedente, si mantiene relativamente basso e pari al 3,1%, ed è di oltre mezzo punto inferiore a quello regionale, di oltre un punto inferiore a quello del Nord-Ovest e di circa 5 punti percentuali inferiore al tasso nazionale. A livello regionale solo la provincia di Reggio Emilia ha una disoccupazione inferiore. Se si passa a scomporre il tasso di disoccupazione per sesso, si nota che il tasso di disoccupazione femminile è pari al 3,6%, di 1,4 inferiore a quello regionale, di due punti inferiore a quello del Nord-Est, di due punti e mezzo inferiore a quello del Nord-Ovest e di circa 7 punti inferiore al tasso di disoccupazione femminile nazionale

24 Rapporto Strutturale sul sistema economico produttivo della Provincia di Bologna Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna L evoluzione della struttura professionale nel periodo mette in evidenza che siamo in presenza di un incremento importante delle professioni tecniche, degli operai specializzati e del personale non qualificato. Si riscontra invece un calo nelle posizioni dirigenziali, nelle professioni esecutive, nelle professioni relative alle vendite ed ai servizi alle famiglie e tra i conduttori impianti ed operatori di macchinari. Infine, passando a considerare il fabbisogno professionale, si nota che il maggiore incremento del fabbisogno nel 2004 rispetto al 2003 si è registrato per le professioni legate allo sviluppo della ricerca e delle reti, mentre relativamente meno importante è il fabbisogno di professioni relative allo sviluppo dei mercati. In definitiva, il fabbisogno di professioni intellettuali e tecniche ha segnato, nel 2004 rispetto al 2003, un incremento superiore a quello delle professioni direttamente legate alla produzione. 4.2 La localizzazione e la delocalizzazione d impresa Il fenomeno di attrazione e delocalizzazione, rispetto al territorio bolognese, viene misurato con il peso dei dipendenti coinvolti in questo processo. I dati riportati di seguito (si veda tabella 4.1) riguardano l anno 2004, ultimo dato disponibile. Tab. 4.1 I fenomeni di attrazione e delocalizzazione Anno 2004 Province e Regioni ATTRAZIONE Dipendenti in UL di imprese con sede fuori dal territorio DELOCALIZZAZIONE Dipendenti in UL fuori territorio di imprese con sede nel territorio Valori Assoluti Valori % Valori Assoluti Valori % Emilia Romagna , ,1 Piacenza , ,0 Parma , ,4 Reggio nell'emilia , ,4 Modena , ,4 Bologna , ,5 Ferrara , ,4 Ravenna , ,9 Forli' , ,3 Rimini , ,8 Nord-Ovest , ,9 Nord-Est , ,0 Centro , ,3 Sud-Isole , ,0 ITALIA , ,8-21 -

25 Rapporto Strutturale sul sistema economico produttivo della Provincia di Bologna Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna La provincia di Bologna, sia in valori assoluti che in termini percentuali, fa registrare il maggior numero di dipendenti in unità localizzate fuori del territorio bolognese ma con sede in provincia di Bologna. Il grado di delocalizzazione è pari al 29,5% ed è di gran lunga il più elevato della regione (12,1%), e sensibilmente più elevato di quello delle macro regioni del Nord-Ovest (13,9%) e del Nord-Est (8,0%). La delocalizzazione delle imprese per la provincia di Bologna è pari a quasi 2,5 volte la media regionale, peraltro piuttosto contenuta a causa del basso coinvolgimento delle province romagnole. Anche il grado di attrazione delle imprese bolognesi risulta elevato (20,9%), superato solo dalle province di Ferrara e Piacenza, sensibilmente superiore alla media regionale (12,5%), ai valori delle macro regioni del Nord ed anche al dato nazionale (19,8%). Questa situazione contribuisce a caratterizzare l imprenditoria della provincia di Bologna, maggiormente concentrata sui servizi avanzati, tra i quali figurano i centri strategici decisionali che governano realtà produttive dislocate al di fuori del territorio provinciale. Al contrario, le province meno densamente popolate di un tessuto imprenditoriale, sono, in misura maggiore, sede di unità locali produttive che hanno il centro decisionale fuori dal proprio ambito territoriale. Da questi dati emerge, nel complesso, una grande apertura del tessuto produttivo della provincia di Bologna che è in grado sia di attirare l attenzione degli imprenditori di altre province sia di esportare attività economica in misura rilevante al di fuori del territorio provinciale

26 Rapporto Strutturale sul sistema economico produttivo della Provincia di Bologna Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna 5 La contabilità economica territoriale 5.1 Il valore aggiunto Il valore aggiunto fornisce una misura quantitativa della ricchezza prodotta dal sistema economico produttivo nell arco dell anno considerato. L incremento percentuale del valore aggiunto pro-capite rispetto quello dell anno precedente si è Fig Tassi di crescita annua del Prodotto Interno Lordo pro capite per la provincia di Bologna, mantenuto positivo in la regione Emilia Romagna, il Nord Est e l'italia dal 1996 questi ultimi anni; dopo 8,0 la flessione riscontrata 7,0 Em ilia Rom agna Nord Est Bolog n a IT A LIA nel 2002 ha ripreso a 6,0 5,0 salire a partire dal 4,0 2003, per poi scendere 3,0 di nuovo nel 2005, 2,0 ultimo dato disponibile (si veda figura 5.1). La 1,0 0,0 composizione relativa per settori mette in luce che nel 2005 il settore agricolo ha contribuito alla formazione di questo valore aggiunto per l 1,5%, il settore industriale nella misura del 30,2%, mentre le Fig Composizione percentuale del valore altre attività, tra cui il aggiunto per la provincia di Bologna, la regione Emilia Romagna, il Nord - Est e l'italia nel peso più rilevante è 100% 80% 60% 40% 2005 quello dei servizi, hanno contribuito per il 68,3% (si veda figura 5.2). Il Pil pro-capite nel periodo 20% nella 0% provincia di Bologna è Bo Fe Fo Mo Pr Pc Ra Re Rn ER NE IT aumentato del 3,6%, Agricoltura Industria Altre att.tà contro un aumento medio regionale del 2,8%. La graduatoria delle province italiane in base al prodotto interno lordo pro-capite vede la provincia di Bologna mantenere il terzo posto anche nel 2005, dopo Bolzano e Milano e subito prima di Modena e Parma. Percentuale Tasso di crescita (percentuale)

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