Le mie proposte per Urbino

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1 Piano strategico? Il primo documento di lavoro, relativo al piano strategico di Urbino, fotografa abbastanza bene la situazione attuale della città (lo sarebbe stato ancora meglio se fosse stato redatto da chi in questa città ci vive e lavora) e propone scenari pienamente condivisi e facilmente attuabili se solo vi fosse la volontà politica in tal senso. E da quando vivo ad Urbino ( più di trent anni), in segno di gratitudine e rispetto verso questa stupenda città, cui devo tutto, che, praticamente, offro progetti strategici. Tutti i punti toccati nel piano, si possono ritrovare nelle proposte da me presentate ai vari sindaci e politici fin qui succedutesi. A tal proposito vi sono documenti, proposte e progetti protocollati comprovanti questo. Vi è il progetto (in parte realizzato) per una scuola di arti e mestieri a Trasanni (sul tipo del Bahuaus), progetti per grandi mostre (Morandi, Sironi, Burri, Fontana, Warhol, Carrà, Casorati, Paladino ecc.), il progetto vincitore per la riqualificazione del palazzo del Collegio Raffaello, proposte e progetti per la riqualificazione del centro storico di Urbino, progetto per una biennale d Arte e Natura ecc. Ho fatto parte delle maggiori associazioni culturali della città adoperandomi per alzare il livello delle iniziative proposte, cercando contatti con le grandi collezioni d Arte e Musei Italiani ben disposti a prestare le loro opere ad una città come Urbino. Per alcuni anni ho fatto parte della commissione per l organizzazione delle mostre alla casa natale di Raffaello Sanzio impegnandomi a procurare mostre ed eventi all altezza del luogo ma, ne sono uscito arrabbiato, nel constatare che tale commissione veniva facilmente scavalcata per proposte scadenti di raccomandati. Mi sono proposto gratuitamente per l organizzazione di grandi mostre nelle sale del Castellare del Palazzo Ducale occupandomi anche del reperimento dei fondi necessari, per evitare gli inconsistenti e squalificanti eventi proposti normalmente. Circa venti anni fa ho diretto, per alcuni anni, dei corsi internazionali di tecniche pittoriche per conto dell Accademia Raffaello nel palazzo Viviani, contribuendo all arrivo ad Urbino di centinaia di stranieri che vi soggiornavano per quindici giorni o un mese, animando la città nel periodo estivo, di solito, sconsolatamente disabitata. La cosa incredibile è che più vi erano richieste di partecipazione a tali corsi e meno spazi, ogni anno, avevo a disposizione con il chiaro intento di voler far cessare tale attività. Ho fatto richiesta scritta e motivata ai vari sindaci e anche al Vescovo sperando in un loro interesse ma ho ricevuto solo rifiuti. All inizio non mi capacitavo e non riuscivo a capire perché, in una città famosa per l arte, l alto artigianato, le scienze ecc. si ostacolasse, invece di favorirlo, chi gratuitamente, si impegnava a proporre il

2 meglio. C è voluto del tempo, ma proprio per questo, so per certo, che questo piano strategico è stato fatto solo per esigenze politiche e per buttare via settantamila euro dei contribuenti come quelli buttati per i piani precedenti e per una devastante ed inutile bretella (bastava allargare la strada che c era, sull esempio di quella che sale a Macerata Marche). Mi consolo pensando che almeno, questo piano non produrrà i danni materiali degli altri che lo hanno anticipato: piani urbanistici, piani per l artigianato, piani per il commercio, piano di riqualificazione e lo sciagurato piano del colore che ha consentito di trasformare il centro di Urbino in una multicolore città delle favole. Negli ultimi quarant anni abbiamo assistito al sistematico abbandono del centro storico da parte degli urbinati, degli artigiani, dei commercianti e di tante altre categorie di attività sostituite dalla popolazione studentesca, per far spazio alla quale, si sono distrutti interi palazzi storici di incomparabile bellezza per ricavarne stanzette indecorose e improbabili uffici. Dopo aver devastato il centro della città si sono concentrati sulla periferia con le peggiori costruzioni possibili, basta guardare gli orrendi palazzoni di mazzaferro o la zona ospedale ( in alcuni edifici l entrata è dal tetto) con la successiva zona piantata. La copertura indiscriminata con pannelli fotovoltaici delle più belle colline intorno alla città e in ultimo i due ecomostri in costruzione a dieci metri dalle mura storiche (il parcheggio S. Lucia e l ex consorzio agrario hanno completato l opera,per ora).mentre in passato, i lavori architettonici, artistici e artigianali venivano assegnati per gara ai migliori in circolazione oggi tali lavori vengono assegnati a chi fa spendere meno e quindi ai peggiori, un metodo, che dovrebbe essere con tutti i mezzi impedito quando si ha a che fare con città come Urbino, come dovrebbe essere impedita qualsiasi tipo di costruzione a meno di qualche chilometro. La mia paura è che se hanno avuto il coraggio di costruire impunemente questi ECOMOSTRI a dieci metri dalle mura storiche, chissà che cosa saranno in grado di fare d ora in poi. Spero che personalità molto più importanti e influenti di me si impegnino a bloccarli, io farò tutto quanto nelle mie possibilità per fermare tali mostruosità anche quando non abiterò più nel centro di questa meravigliosa città. Mi sono sempre chiesto perché si è voluto abbandonare la vera identità di Urbino e degli urbinati in favore di un solo tipo di economia quando sarebbe stato a tutti più logico, integrare le diverse opportunità offerte dalla città (turismo d Arte e

3 ambientale, artigianato, commercio ecc.) e puntando su un estrema qualità degli studi che avrebbe consentito la permanenza in città di molti meno studenti ma molto più motivati, più residenziali, con possibilità occupazionali più sicure e in grado di integrarsi meglio con la popolazione residente. Hanno puntato sui grandi numeri e di conseguenza sulla bassa qualità, favorendo l occupazione praticamente totale della città da parte degli studenti e il conseguente abbandono del centro da parte delle famiglie. Prevedo, se non si decide di cambiare strategia, un inevitabile declino dell Università di Urbino, poiché sarà sempre più difficile, visto i tempi, trovare genitori in grado di sostenere le spese per far studiare un figlio per sei sette anni fuori di casa con l obiettivo quasi certo della disoccupazione. La presenza in città delle più alte istituzioni della cultura e dell Arte esistenti in Italia: l ISIA, l Accademia di Belle Arti, la Scuola del Libro, la scuola di moda, la scuola di restauro, l Università, la Soprintendenza e disponendo di un patrimonio artistico e ambientale unici trovo tragico,oggi giorno, dover rinunciare a opportunità uniche per un rilancio in chiave creativa e turistica ad altissimo livello. Mi è capitato spesso, nei miei viaggi, di visitare posti molto belli ma non certamente paragonabili con le bellezze di Urbino eppure gli abitanti del luogo compiono sforzi incredibili per valorizzare quel poco che hanno. Quello che trovo veramente inaccettabile e colpevole è che nessuno dei grandi personaggi della cultura, italiani e stranieri, che molto spesso frequentano la città, si espongano nel tentativo di contrastare tale sfacelo, trattandosi, oltre che di una delle più belle città d Arte d Italia e del mondo, di un sito Unesco e cioè patrimonio dell umanità e quindi di tutti. Posso capire i tanti cittadini che hanno dimenticato il loro passato e posso capire i politici e gli amministratori che spesso hanno degli interessi privati o peggio non rendersene conto oppure essere ostacolati dagli altri ma non capisco che cosa ci stiano a fare le oltre ottanta associazioni culturali della città, la soprintendenza, l Università, l Accademia, l ISIA, gli architetti, gli ingegneri, gli storici e le varie associazioni ambientaliste se non occuparsi anche dei problemi della città in cui operano. E emblematico il caso della prestigiosa e storica casa editrice Argalìa, che dovendo sostituire la copertura in eternit della sua azienda ubicata in via della stazione ad Urbino, si è vista più volte rifiutato il progetto per l utilizzo dei pannelli fotovoltaici in sostituzione del vecchio e inquinante impianto, rifiuto che non c è stato per far raddoppiare gli spazi della Benelli armi (armi in una città dell Unesco e quindi della

4 pace) situata nella stessa via o rifiuto che non c è stato per far coprire di pannelli fotovoltaici un intera collina nei dintorni della città da parte dell Università. Mentre a livello regionale il governo è da qualche anno impegnato a valorizzare le politiche legate all ambiente e al turismo culturale di qualità investendo molte risorse nella progettualità Urbino fa tutto il contrario, anziché far coprire il tetto delle fabbriche con i pannelli fotovoltaici permette la distruzione delle più belle colline d Italia coprendole di tali pannelli e mentre vi è altrove un ritorno a un commercio più umano e capillare a chilometri zero qui si decide di distruggere per sempre il panorama storico per costruire inutili nuovi mastodontici centri commerciali. Ormai Urbino rappresenta, per tanti, l anello debole della regione, poiché invece di erigersi a capoluogo di una regione con un territorio bellissimo e come eccellenza di civiltà si impone come esempio del peggio. Urbino oggi, di fatto ostacola, lo sviluppo in chiave turistica di un area che comprende la costa fino tutto l entroterra compreso il Montefeltro così ricco di peculiarità tanto ricercate da un turista qualificato che apprezza le bellezze architettoniche, paesaggistico ambientali, artistiche e non ultime della buona e naturale cucina. Le vie di comunicazione sono ancora quelle di fine ottocento e la ferrovia che doveva unire Roma a Venezia passando per Urbino è rimasta nei progetti di inizio novecento eppure di ciò nessuno si preoccupa e si vergogna. Quello che utopicamente spero per questa città, è che vengano proposte, per la guida delle istituzioni, persone serie, altamente competenti e consapevoli di governare, non un paesino qualsiasi ma, si un paesino, ma anche una città universalmente conosciuta e apprezzata per la sua civiltà e cultura. Una città capace di trattenere i suoi figli migliori invece di allontanarli, figli di cui ci si accorge solo quando muoiono, famosi, lontani dalla propria città. Proprio il fatto che ad Urbino non vi sia ormai più traccia del glorioso e laborioso passato, possa rivelarsi un vantaggio per proporre un nuovo e più attuale modo di interpretare le politiche del turismo e dell ambiente, favorendo una partecipazione attiva di tutti i cittadini alla salvaguardia ma anche alla produzione creativa, in grado finalmente, di essere artefici del proprio destino.

5 Le mie proposte per Urbino Estrema qualificazione degli studi (numero chiuso) e insediamento di facoltà legate alla tradizione e alla storia di Urbino: architettura, design e ingegneria. Facilitazioni fiscali e locativi per l insediamento in città di attività artigianali di qualità. Facilitazioni fiscali ed economiche per chi affitta a famiglie e a chi decide di abitare in città. Mostre temporanee ed eventi di rilievo internazionale Centro naturale di fiere e mercati di alta qualità: libro antico, stampa antica, alto artigianato, alto antiquariato,collezionismo d autore, prodotti biologici, auto antiche, filatelia ecc.) Sede di concorsi internazionali: arte, grafica, fotografia, letteratura, illustrazione, moda, design ecc. Sede privilegiata per importanti convegni. Partecipazione attiva alla vita sociale, culturale, politica della città attraverso incontri periodici e stabiliti. Chiusura totale della città al traffico e allestimento decoroso dell arredo urbano.

6 Copertura totale della città con telecamere per scongiurare atti di teppismo e a salvaguardia dei monumenti. Tavolo continuo tra le diverse istituzioni della città per un coordinamento delle iniziative. Riqualificazione degli edifici in vista di un utilizzo da parte delle famiglie. Prof. Piero Demitri