Ruredilbook. Prodotti speciali per la prefabbricazione

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1 Ruredilbook Prodotti speciali per la prefabbricazione Fissaggi e collegamenti strutturali, sistemi a mensola, sistemi di sollevamento, sistemi per pannelli a taglio termico, sistemi di sicurezza, dispositivi antiscoppio

2 2 Ruredil, inserti di qualità per ogni necessità Lo stabilimento di prefabbricazione genera manufatti in calcestruzzo armato; detti elementi, voluminosi e massivi, sono progettati per essere parte di un insieme, realizzati in un luogo e destinati ad essere assemblati a distanza. Travi, pilastri, plinti, pannelli e coperture devono quindi essere progettati in modo che ogni fase sia preventivamente presidiata: dalla movimentazione al trasporto, dalla posa al collegamento tra essi. Facile desumere quanto sia importante che il progettista possa prevedere, già nei disegni di ogni elemento, l inserto da predisporre adatto per ogni fase. In ogni fase e per forme e masse assai diverse, l inserto deve mostrare di essere versatile e adattabile, semplice ed efficace, prestazionale ma economico, in poche parole migliore di ogni soluzione tradizionale. Già al disarmo quindi è necessario prevedere nel manufatto l inserto capace di reggerne il peso per rimuoverlo dal cassero e trasferirlo allo stoccaggio, in attesa di trasportarlo presso la destinazione finale. Queste operazioni di movimentazione e trasporto, fino al montaggio, sono affidate normalmente ad ancoranti di sollevamento che devono garantire ogni fase tenendo conto della forma, del peso, del tipo di sollevatore, dell inclinazione delle funi, dei punti di sollevamento e del carico dinamico, garantendo l adeguato margine di sicurezza e materiali duttili e resilienti adeguati ad ogni clima. R-System è il sistema di sollevamento più completo e versatile disponibile per i prefabbricatori; non c è forma, sezione, anche la più ridotta, che non possa essere risolta con le tipologie di ancoranti disponibili; anche le piastre più sottili e i muri più snelli trovano il più adeguato inserto e portate che vanno da 13 KN a 200 KN con un coefficiente di sicurezza garantito 4,00, quindi la portata nominale corrispondente al peso sostenibile. Ma la movimentazione e il trasporto coprono solo la prima parte dei bisogni post produzione dei prefabbricati; i manufatti realizzati, infatti, vanno successivamente montati; le prescrizioni al montaggio in materia di sicurezza sul lavoro sono severe e regolate da stringenti leggi. Rurefast, la linea di sicurezza per il montaggio dei prefabbricati certificata CE, predisponibile nei prefabbricati, risolve, con un sistema semplice e sicuro, gli adempimenti di prevenzione contro le cadute dall alto nei cantieri mobili.

3 3 3 Il progetto in zona sismica, oggi più che mai, pone scelte, come le fondazioni con travi a pavimento rispetto ai plinti a bicchiere, in cui le nuove tecnologie disponibili danno un aiuto importante sia per le garanzie statiche richieste, sia per la convenienza economica che ne deriva; il sistema Kaptor, che collega meccanicamente e per sovrapposizione, secondo NTC 2008, elementi strutturali come plinti e pilastri o travi e pilastri, accelera tutte le fasi della costruzione a cominciare dalla messa a piombo. Grazie all assemblaggio meccanico per avvitamento non necessitano più dei puntelli nel posizionamento dei classici pilastri su plinti a bicchiere e vengono inoltre soddisfatti i requisiti alla pari di un plinto con pilastro monolitici, con la differenza che non ci sono tempi di attesa tra il collegamento delle strutture e il proseguimento del montaggio. Ci vorrebbe un lunghissimo elenco per citare tutti i fissaggi e gli altri collegamenti; tra i tanti si può menzionare il classico nodo trave-pilastro sul capitello in cui la Boccola Rur, una boccola filettata che si ancora al calcestruzzo per risalto, trova un largo utilizzo. C è poi il caso del fissaggio dei pannelli alla struttura in zona sismica; Fisis, nella versione 30 e 15 Kn, diversamente dai fissaggi tradizionali costituiti da profili leggeri standard spesso insufficienti per portata o per l impossibilità di consentire lo scorrimento tra i pannelli e la struttura, risolve brillantemente ed efficacemente ogni caso sia per i pannelli orizzontali che per i pannelli verticali. Per il sostegno dei pannelli orizzontali appesi ai pilastri Ruredil propone il sistema a mensola Girella e Tirella nella versione aggiornata S. L attuale versione S, grazie alla maggiore inclinazione dell appoggio, risolve il problema della sospensione dei pannelli anche in zona sismica. Un caso a parte nel progetto dei prefabbricati è la scelta della soluzione più idonea per realizzare pannelli con ridotta trasmittanza; questi pannelli, comunemente chiamati a taglio termico devono garantire staticità e resistenza termica, libertà di allungamenti e contenute deformazioni, sezioni contenute ed economicità. Ruredil con Konnektor, dal 1997 ha realizzato circa di mq di pannelli a taglio termico con connessioni in acciaio inox e sostegni portanti che garantiscono lo scorrimento dello strato appeso, dovuto alle variazioni termiche riducendo drasticamente le deformazioni, le fessurazioni e gli spanciamenti.

4 Indice 4 FISSAGGI E COLLEGAMENTI STRUTTURALI Fisis 30 5 Fissaggi sismici per pannelli 6 Tipologia di collegamento 7 Altre verifiche 8 Scelta dei fissaggi 9 Dimensionamento dei fissaggi 10 Descrizione articoli 11 Fisis Descrizione articoli 12 Applicazioni 13 Kaptor 15 Descrizione del sistema 16 Collegamento per sovrapposizione 17 Collegamento KPF - KPP - KPF-T - KPP-T 20 Vantaggi del collegamento Kaptor 23 Esempio di progettazione 25 Descrizione articoli 27 Boccola RUR 31 Descrizione del prodotto 32 Esempi di applicazioni tipo 33 SISTEMI A MENSOLA Girella Tirella S 35 Mensola Girella S 38 Impiego della mensola Girella S 40 Mensola Tirella S 46 Verifica delle mensole 50 Posizionamento in fase di getto 54 Montaggio delle mensole 56 Mensola di emergenza 57 Schede tecniche 58 SISTEMI PER PANNELLI A TAGLIO TERMICO Konnektor 117 Dispositivi di sostegno 118 Dispositivi di connessione 120 Criteri di progettazione 122 Prestazioni termiche 123 Fasi operative 124 Descrizione articoli 125 SISTEMI DI SICUREZZA Rurefast3 127 Sistema anticaduta a rapido innesto 128 Requisiti essenziali di salute e sicurezza 129 Requisiti supplementari 130 Requisiti supplementari specifici 131 per i rischi da prevenire Prescrizioni per il progetto 132 Prescrizioni di utilizzo 133 Componenti 134 Accessori 137 Software linea anticaduta 140 DISPOSITIVI ANTISCOPPIO Jet 143 Ruredil Jet, perchè installarlo 144 Le prove di laboratorio 145 Descrizione dello sfiato di sicurezza Ruredil Jet 145 Schemi tipici di posizionamento 146 Descrizione articoli 148 SISTEMI DI SOLLEVAMENTO R-System 67 Criteri di sicurezza 70 Portata nominale 71 Tipi di ancoranti e accessori 79 Posizionamento degli ancoranti 80 Ancoranti a risalto 81 Ancoranti a risalto prescrizione geometriche 83 Ancoranti con foro 90 Ancoranti per ribaltamento RS 95 Ancoranti a piastra 98 Guaine per il posizionamento dell ancorante 100 Istruzioni operative per la testa sferica universale 106 Esempi di calcolo 109 Boccola 113 Descrizione del prodotto 114 Esempi di applicazioni tipo 116

5 FISSAGGI E COLLEGAMENTI STRUTTURALI 5 ACCREDITATO INSERTI QUALITÀ Fissaggi sismici per pannelli

6 6 Fissaggi sismici per pannelli AZIONE SISMICA PARALLELA ALLA SUPERFICIE DEI PANNELLI Le pareti costituite da pannelli prefabbricati che scaricano a terra il loro peso, presentano una notevole rigidezza tanto che è indispensabile utilizzare collegamenti che concedano alla struttura di muoversi indipendentemente dai pannelli che rimangono fissi, cioè senza che la massa dei pannelli entri in gioco. Se i pannelli prefabbricati orizzontali, invece, scaricano il loro peso sui pilastri, la loro massa entra in gioco ma occorrerà comunque fare in modo che non diano rigidezze aggiuntive alla struttura. AZIONE SISMICA PERPENDICOLARE ALLA SUPERFICIE DEI PANNELLI I pannelli non offrono alcuna rigidezza e il loro collegamento alla struttura deve essere dimensionato sulla loro massa, con vincoli che vanno rapportati all accelerazione di progetto. Tutti i fissaggi hanno una resistenza all azione sismica perpendicolare alla superficie della parete di 30 kn allo SLU. 1 2

7 Tipologia di collegamento LE PROVE DI LABORATORIO FISIS 30 7 In funzione della tipologia costruttiva, bisogna distinguere il caso in cui il fissaggio alla struttura avviene su una superficie piana con ausilio di tasselli FV/10 e FV/20 o con i fissaggi predisposti nel getto FVG/10 e FVG/20 (vedi Fig. 2) dal caso in cui il fissaggio avviene in una superficie inclinata (FV/10, FV/20) con tasselli o contropiastra FVCP (vedi Fig. 1). Il fissaggio per pannelli verticali denominato FV/10 FVG/10 concede uno spostamento relativo di ±10 cm. Il fissaggio denominato FV/20 FVG/20 concede uno spostamento relativo di ±20 cm, cioè il doppio del precedente. Se i pannelli sono fissati ai pilastri (es. su mensole tipo Girella o Tirella), occorre togliere ogni rigidezza, con il fissaggio FO/00 FOG/00 che realizza una cerniera impedendo lo scorrimento relativo tra il bordo superiore del pannello orizzontale e il pilastro (vedi Fig. 3). Il bordo inferiore, invece, deve appoggiare su 2 carrelli per avere la possibilità di scorrere di almeno ±4 cm sulle mensole di sostegno inferiori. La guida posta sul pilastro ha solo funzione di posizionamento e di regolazione verticale mentre la guida da utilizzare nel pannello è sempre la ±3 cm con blocco verticale In caso di sisma in direzione parallela alla superficie del pannello il limite dell azione sismica sul fissaggio FO/00 deve essere aumentato da 30 a 60 kn. In funzione di scelte progettuali si può disporre un fissaggio a vista con tasselli nei pilastri (FO/10, FO/20) o con profili annegati nel getto FOG/10 e FOG/20 (vedi Fig. 4) oppure di un fissaggio a scomparsa che consente scorrimenti variabili da ±3 cm a ±20 cm (vedi Fig. 3). Il fissaggio a scomparsa prevede sempre due guide annegate nel getto ed è indicato quando bisogna garantire una resistenza al fuoco. Pannelli verticali che appoggiano a terra Pannelli orizzontali sostenuti dai pilastri Pannelli orizzontali che appoggiano a terra 3 4

8 8 Altre verifiche VERIFICHE DEL COLLEGAMENTO Per norma è necessario verificare gli spostamenti indotti dall azione sismica in corrispondenza al punto di ritenuta (trattandosi di un collegamento gli spostamenti non sono quelli della verifica di danno, ma quelli allo stato limite ultimo). In funzione di tali spostamenti, occorre verificare se è sufficiente una guida che concede ±10 cm o se occorre uno spostamento doppio (±20 cm). Il calcolo della forza orizzontale F a di ritenuta va eseguito secondo NTC (D.M. 14/01/2008) o secondo EC8 e può essere verificato con la seguente relazione in cui Fa è la spinta orizzontale sismica (kn/m 2 ): F a = 3,72. p Nei collegamenti a bassa sismicità (terza e quarta zona) bisogna verificare che l azione del vento non sia maggiore del sisma stesso. Dove: 3,72 = coefficiente ricavato assumendo: q a = 2 (per pareti) S = fattore di suolo = 1,35 z/h = 1 T a /T = 1 = a/g = accelerazione di progetto p = peso del pannello (kn/m 2 ) Si può notare come per la verifica dei collegamenti l azione sismica orizzontale allo SLU di zona 1 ( = 0,35) supera il peso cioè F a = 1,3 p. È importante precisare che la guida di scorrimento ha uno spessore ridotto che evita di interrompere le armature dell elemento in cui è inserita.

9 Scelta dei fissaggi FISIS 30 9 FIG. 5 Pannelli Verticali Collegamento tipo FV/10/20 - La massa non partecipa al sisma in direzione X - La massa partecipa al sisma in direzione Y Massimo tiro F a = 30 kn FV/10 Spostamenti relativi < ±10 cm FV/20 Spostamenti relativi < ±20 cm FIG. 6 Collegamento tipo FVG/10/20 - La massa non partecipa al sisma in direzione X - La massa partecipa al sisma in direzione Y Massimo tiro F a = 30 kn FVG/10 Spostamenti relativi < ±10 cm FVG/20 Spostamenti relativi < ±20 cm FIG. 7 Pannelli Orizzontali Collegamento tipo FO-FOG/3/10/20 - La massa non partecipa al sisma in direzione X (il peso si scarica sulle fondazioni) spostamenti relativi < ±20 cm - La massa partecipa al sisma in direzione Y Massimo tiro F a = 30 kn FIG. 8 Collegamento tipo FOG/00 - La massa partecipa al sisma in direzione X Massimo tiro F a = 60 kn - La massa partecipa al sisma in direzione Y Massimo tiro F a = 30 kn - Spostamenti tra lembo inferiore del pannello e mensola 4 cm Utilizzando la mensola Girella/Tirella, si può contare su una ritenuta inferiore data dall inclinazione di 20 del piano di appoggio della mensola purchè, chiamata R la reazione sulla mensola del pannello, si verifichi che: F ay = tg 20 R = 0,36 R. Se il valore F ay supera 0,36 R, occorre impedire che il pannello si sollevi, utilizzando un apposito blocco verticale.

10 10 Dimensionamento dei fissaggi COLLEGAMENTO FVG 10/20 ESEMPIO 1: Pannello verticale da 12 x 2,5 m (3,8 kn/m 2 sito in zona con accelerazione di progetto a = 0,25 g) Si prevedono 2 fissaggi in sommità: L azione sismica sul fissaggio vale: F ay = 3,72. 0,25. 3, ,5 = 26,50 kn 2. 2 In questo caso si utilizzano n. 2 FVG 10/20 in funzione dello spostamento della struttura nel punto di ritenuta. ESEMPIO 2: Pannello orizzontale sovrapposto a quello inferiore appoggiato a terra o sospeso su mensole da 10 x 2,5 m (3,80 kn/m2) sito in zona con accelerazione di progetto a= 0,15 g. Se i pannelli hanno un giunto maschio-femmina, consideriamo di utilizzare 2 fissaggi. Si prevedono 2 fissaggi in sommità: L azione sismica sul fissaggio vale: F ay = 3,72. 0,15. 3, ,5 = 26,50 kn 2 In questo caso si utilizzano n. 2 FVG 10/20 in funzione dello spostamento della struttura nel punto di ritenuta. COLLEGAMENTO FVG 10/00 Pannello orizzontale sostenuto da 2 mensole da 10 x 3 m in zona con accelerazione di progetto a= 0,25 g. Si prevedono n. 2 fissaggi in sommità (cerniere) e 2 ritenute inferiori (carrelli) nelle mensole tipo Girella/Tirella. Azione sismica perpendicolare alla superficie del pannello F ay = 3,72. 0,25. 3, = 26,50 kn 2 ogni fissaggio deve avere una ritenuta superiore a F ay Azione sismica parallela alla superficie del pannello F ax = 3,72. 0,25. 3, = 53,01 kn 2 Si prevedono quindi n. 2 FOG/00 in quanto in direzione X la resistenza del fissaggio è doppia (60 kn).

11 Descrizione articoli FISIS COLLEGAMENTO FV/10/20 COLLEGAMENTO FOG/00 (1) (2) (6) (1) (4) (3) (5) (6) (11) (7) (8) COLLEGAMENTO FOG/10/20 (1) (9) (2) (1) (5) (10) (7) Codice Articolo Materiale Pezzi/confezione (1) Guida di scorrimento ±10 cm S355 (Riempimento in spugna poliuretanica) 20 pz (2) Guida di scorrimento ±20 cm S355 (Riempimento in spugna poliuretanica) 12 pz (3) Fissaggio pannelli verticali S355 Sfuso (4) Attacco pannelli verticali S pz (5) Attacco pannelli orizzontali L=170 S pz (6) Blocco verticale S pz (7) Attacco filettato corto S pz (8) Guida di scorrimento ± 3 S pz (9) Guida di emergenza L=±10 cm S355 Sfuso (10) Guida di emergenza L=±20 cm S355 Sfuso (11) Contropiasta FVCP S pz Zincatura elettrolitica 7μm - Nota: per la progettazione e l uso consultare anche i disegni FIS F3-01 F3-21

12 12 12 Descrizione articoli Innovativi fissaggi di ritenuta antisismica per pannelli prefabbricati. Tutti i fissaggi hanno una resistenza all azione sismica perpendicolare alla superficie della parete di 15kN allo SLU. Fisis 15 risponde ai requisiti dei fissaggi in zona sismica secondo NTC 2008 e nuova normativa europea EC8. COLLEGAMENTO FOG/10 E FVG/10 (5) 40 (12) (7) 011 (12) CARICO DI LAVORO ALLO SLU Trazione Taglio 15 kn 15 kn Codice Articolo Materiale Pezzi/confezione (5) Attacco pannelli orizzontali L = 170 M16 S pz (7) Attacco filettato corto teflonato M16 S pz (12) Fisis15 - Guida di scorrimento ±10 cm (*) S235JRG2 30 pz (*) Riempimento in spugna poliuretanica Zincatura elettrolitica 7μm

13 Applicazioni FISIS Esempio di fissaggio di ritenuta tra pannelli orizzontali e pilastro. Esempio di pannello orizzontale appeso. La ritenuta è ottenuta con l impiego del Fisis 15, la sospensione tramite Mensola Tirella S. Esempio di fissaggio di ritenuta tra pannelli verticali e trave di copertura piana.

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15 FISSAGGI E COLLEGAMENTI STRUTTURALI 15 ACCREDITATO INSERTI QUALITÀ Collegamento meccanico per sovrapposizione

16 16 1. Descrizione del sistema 1.1 CHE COS È KAPTOR? KAPTOR è un sistema meccanico per strutture prefabbricate in calcestruzzo armato che consente di realizzare collegamenti di tipo A, B e C (vedi cap NTC 2008). I collegamenti realizzabili sono così classificati: KPP collegamento Pilastro-Pilastro KPF collegamento Pilastro-Fondazione KPF-T collegamento Pilastro-Fondazione con tirafondi Il collegamento è ottenuto dall unione tramite avvitamento in opera di un inserto metallico (tipo A) inserito nel primo elemento, e un inserto metallico (tipo B) nel secondo elemento. Gli inserti da collegare sono i seguenti: TIPO A: - KSA (piastra lineare), con 2 barre KØ o KFØ ad aderenza migliorata; - K3A (piastra angolare), con 3 barre KØ o KFØ ad aderenza migliorata. TIPO B: - KSB (piastra lineare) con 2 barre KFØ ad aderenza migliorata, con filettatura e dado; - K3B (piastra angolare) con 3 barre KFØ ad aderenza migliorata, con filettatura e dado; - KT-M tirafondo ad aderenza migliorata e risalto alla base. Sono previste due serie di inserti a piastre e quattro tipologie di tirafondi, in funzione delle armature che devono essere riprese per sovrapposizione. La prima serie viene utilizzata per barre di armatura di diametro , la seconda serie viene prevista per barre di armatura di diametro In ogni piastra, vengono inserite e bloccate manualmente le barre ad aderenza migliorata KØ e KFØ, appositamente sagomate con ringrossi terminali calibrati. Le piastre tipo A, di KS e di K3 presentano dei fori, che consentono l inserimento delle viti di collegamento alle analoghe piastre di tipo B o dei tirafondi, a seconda del tipo di giunzione che si sta utilizzando. KPP/KPP-T KPF/KPF-T TIPO A TIPO B Collegamenti di tipo A e B: tipici per strutture a telaio con collegamenti a cerniera. Collegamenti di tipo C: tipici per strutture a telaio con collegamenti monolitici. TIPO C KPF KPF-T

17 2. Collegamento per sovrapposizione 2.1 TIPOLOGIA DEL COLLEGAMENTO KAPTOR 17 Per i collegamenti, nelle NTC 2008 cap si precisa che: si trasmettono le forze da una barra all altra mediante: sovrapposizione di barre saldatura dispositivi meccanici Si esclude quindi di poter trasferire le forze per ancoraggio. Kaptor riprende per sovrapposizione le armature dei due elementi che vengono collegati. Se ci riferiamo, per esempio, al collegamento KPF, le barre di armatura della sezione corrente del pilastro sono riprese da barre di ugual diametro che trasferiscono, per sovrapposizione, il tiro dalle barre inferiori a quelle superiori. 2.2 CRITERI DI PROGETTO L utilizzo del sistema Kaptor è semplice e non richiede calcoli perché consente la ripresa per sovrapposizione delle stesse barre previste dal progetto. In base al numero e al diametro dei ferri di armatura, si ricava il numero e il tipo di collegamento da prevedere. (vedi esempio cap.5) Gli inserti Kaptor sono impiegabili in CD A e in CD B a seconda del tipo di progettazine e del tipo di collegamento utilizzato, ad eccezione del diametro Ø26, per il quale è previsto l utilizzo solo in CD B. 2.3 UNIONE PIASTRE-BARRE L assemblaggio tra piastre e barre KØ, non richiede saldature; l accoppiamento avviene manualmente in fase di esecuzione delle gabbie. In questo modo si evita di movimentare inserti molto ingombranti e pesanti componendo i collegamenti con barre di lunghezza e diametro richiesto dal progetto, direttamente sul cassero. In particolari applicazioni è comunque consentito saldare direttamente le barre di armatura alle piastre, purché tale saldatura sia fatta con filo basico ad alta resistenza e da personale specializzato, provvisto di patentino. (si rimanda al cap. 4.3 per ulteriori dettagli) Esempio di dima per pilastro

18 SCELTA DELLE BARRE E DEI TIRAFONDI A seconda del tipo di collegamento, sono previste diverse tipologie di barre e tirafondi: 1 BARRE KØ PER COLLEGAMENTI AL DI FUORI DELLA ZONA CRITICA dove L KØ = L c + 50 Ø KØ26 L = 280 cm KØ25 L = 275 cm KØ24 L = 270 cm KØ20 L = 250 cm KØ18 L = 240 cm KØ16 L = 230 cm 2 BARRE IN FONDAZIONE KFØ O PER COLLEGAMENTI IN ZONA CRITICA dove L KFØ = 22 Ø + 5 cm KFØ26 L = 65 cm KFØ24 L = 55 cm KFØ20 L = 50 cm Utilizzabili per lunghezze di zona critica 150 cm filettate con dado all estremità 3 TIRAFONDI SERIE KT-M24 L = 62 cm KT-M33 L = 83,5 cm 4 TIRAFONDI SERIE KT-M20 L = 50,5 cm KT-M27 L = 66,5 cm complete di dadi e rondelle complete di dadi e rondelle Barra KØ

19 2.4 SICUREZZA DEL COLLEGAMENTO KAPTOR 19 Nel sistema Kaptor, gli elementi sono stati dimensionati con largo margine di sicurezza rispetto allo snervamento delle barre. Il sistema è stato collaudato sia per verificare la rispondenza al calcolo di piastre, viti e tirafondi, sia per verificare che la ricalcatura delle barre non riduca le caratteristiche resistenti delle stesse in corrispondenza dell unione. 2.5 UTILIZZAZIONE IN ZONA CRITICA Si ricorda che la zona critica è la zona di dissipazione energetica, dove avvengono le fessurazioni diffuse, assumendo, nel calcolo sismico un coefficiente di struttura (o di comportamento) q > 1. Le NTC 2008, prescrivono al punto 7 che nelle zone critiche di strutture realizzate in zona sismica, non si deve avere la sovrapposizione delle armature. Kaptor, consente di spostare la zona di sovrapposizione oltre la zona critica, realizzando un collegamento che in zona critica non aumenta l area di ferro prescritta dal progetto. PILASTRO 2.6 SERRAGGIO DEI BULLONI FESSURAZIONI DIFFUSE Per il serraggio delle viti e dei bulloni in tutti i collegamenti Kaptor è prevista una coppia ridotta, pari a 150 N (15 kgf) con un braccio di 20 cm. Il momento di serraggio equivalente risulta quindi pari a 150x20 = 3000 Ncm. FONDAZIONE

20 20 3. Collegamento KPF, KPP e KPF-T, KPP-T 3.1 CARATTERISTICHE DEL COLLEGAMENTO KPF, KPP KPF è il collegamento tra il plinto di fondazione e il pilastro, mentre KPP realizza il collegamento tra 2 pilastri; entrambi consentono la continuità alle armature correnti per sovrapposizione. Nel caso di collegamento tra pilastri KPP, non essendo presente la zona critica, è possibile utilizzare le barre KFØ abbinate alle piastre A; sarà comunque necessario portare l armatura del pilastro fino alla base, assicurandosi del sufficiente ancoraggio eventualmente ripiegando i ferri di armatura. Il collegamento si realizza posizionando sempre nei quattro angoli del pilastro un elemento angolare (K3). Tutti i collegamenti sono concepiti per garantire che la distanza tra l asse della barra di armatura e il filo esterno del pilastro sia di 5cm; è comunque possibile aumentare o ridurre fino a 1,25 cm tale distanza. Ogni piastra, angolare, è dotata di 2 viti a testa cava esagonale per il fissaggio oltre ad una speciale vite di regolazione usata per il centraggio e la messa a piombo, che consente tolleranze di montaggio sulla verticale di 30 ± 12 mm. La tolleranza di centraggio invece è di ± 5 mm. Dopo avere messo a piombo il pilastro, agendo sulle viti di regolazione, si serrano tutte le viti previste e successivamente, si cola una malta a ritiro compensato tipo Exocem G1. KPF-KPP realizzano il collegamento a secco tramite avvitamento eliminando le costose puntellature dei pilastri e velocizzando le operazioni di montaggio. KPF

21 3.1.1 POSIZIONAMENTO DEL CASSERO Le piastre Kaptor sono concepite per essere assemblate con i ferri longitudinali direttamente sul cassero. Questo sistema, quindi, risolve il problema del peso, degli ingombri e della movimentazione, tipici di sistemi analoghi. Risulta quindi evidente la semplificazione delle operazioni di inserimento nelle gabbie e sulle testate dei casseri. Il posizionamento delle piastre sul cassero può avvenire nei seguenti modi: allestendo le testate con apposite dime saldate sul separatore; forando il separatore e fissando con viti le piastre. KAPTOR 21 Le barre ad aderenza possono essere inserite e fissate alle piastre Kaptor con semplice rotazionesulle forature predisposte, assicurandosi che dopo la rotazione la barra si blocchi per attrito. È altresì consentito fissare tramite saldatura i ferri longitudinali; la saldatura dovrà essere eseguita con filo basico e da personale specializzato ISTRUZIONI PER LA MESSA IN OPERA Posizionare sul plinto o sul pilastro inferiore le viti di regolazione. Sollevare il pilastro e calarlo centrando le viti di regolazione. Effettuare le regolazioni di centraggio e verticalità operando sull apposito dado basso. Bloccare con il dado superiore le viti di regolazione alle piastre. Inserire e serrare tutte le viti a brugola. Effettuare il getto di completamento con la malta a ritiro compensato Exocem G1.

22 CARATTERISTICHE DEL COLLEGAMENTO CON TIRAFONDI KPF-T, KPP-T KPF-T è il collegamento tra il plinto di fondazione e il pilastro con tirafondi, mentre KPP-T realizza il collegamento tra 2 pilastri; entrambi consentono la continuità alle armature correnti per sovrapposizione. Il collegamento si realizza posizionando sempre nei quattro angoli del pilastro un elemento angolare (K3A) ed eventuali KSA interni. Ogni piastra K3A può ricevere 2 o 3 tirafondi mentre le KSA ricevono un tirafondo di diametro maggiore. Il collegamento KPF-T richiede un RcK 25 N/m 2 in fondazione mentre nel caso del collegamento KPP-T viene richiesta una RcK 50 N/m 2. Il collegamento consente tolleranza di montaggio sulla verticale di 40 ± 15 mm, mentre la tolleranza di centraggio è di ± 5 mm. Il pilastro viene messo a piombo agendo sui 4 tirafondi di angolo, in un secondo tempo vengono portati in posizione anche tutti gli altri tirafondi. A questo punto il pilastro è completamente fissato a secco. Anche in questo caso si può sigillare la giunzione con EXOCEM G POSIZIONAMENTO NEL CASSERO Le piastre Kaptor sono concepite per essere assemblate con i ferri longitudinali direttamente sul cassero. Questo sistema, quindi, risolve il problema del peso, degli ingombri e della movimentazione, tipici di sistemi analoghi. Risulta quindi evidente la semplificazione delle operazioni di inserimento nelle gabbie e sulle testate dei casseri. Il posizionamento delle piastre sul cassero può avvenire nei seguenti modi: allestendo le testate con apposite dime saldate sul separatore; forando il separatore e fissando con viti le piastre. KPF-T Le barre ad aderenza possono essere inserite e fissate alle piastre Kaptor con semplice rotazionesulle forature predisposte, assicurandosi che dopo la rotazione la barra si blocchi per attrito. È altresì consentito fissare tramite saldatura i ferri longitudinali; la saldatura dovrà essere eseguita con filo basico e da personale specializzato ISTRUZIONI PER LA MESSA IN OPERA Sollevare il pilastro e calarlo centrando i tirafondi. Effettuare le regolazioni di centraggio e verticalità operando sull apposito dado basso. Bloccare con il dado superiore i tirafondi alle piastre. Effettuare il getto di completamento con la malta a ritiro compensato Exocem G1.

23 4. Vantaggi del collegamento Kaptor 4.1 IN FONDAZIONE KAPTOR 23 Ad oggi le soluzioni più utilizzate per collegare un pilastro alla fondazione sono le seguenti: plinto a bicchiere tubi corrugati in fondazione entro cui entrano le armature uscenti dal pilastro (arma-tubo). Entrambe le soluzioni impongono fondazioni profonde, più costose e problematiche. Il collegamento KPF offre notevoli vantaggi rispetto a queste soluzioni, il primo è proprio quello di poter realizzare una fondazione superficiale. La fondazione superficiale è vantaggiosa specie in zona sismica, dove occorre collegare le fondazioni con un grigliato di travi. La possibilità di realizzarle in spessore di pavimento, avendo fondazioni che non superano gli 80 cm di altezza, è un notevole risparmio economico. Rispetto alle soluzioni tradizionali, Kaptor consente di fissare a secco senza puntelli. Nel collegamento con tirafondi il vantaggio è ancora maggiore perchè la struttura è subito caricabile senza aspettare il getto di completamento con malta espansiva. Non sono utilizzabili in zona critica le barre fuoriuscenti dalle fondazioni che si infilano in guaine posizionate nel pilastro, oppure i sistemi che fanno fuoriuscire barre filettate dalle fondazioni, che si bloccano con dadi a piastre ancorate nel pilastro, con posizioni e diametri per nulla sovrapponibili alle barre correnti del pilastro, essendo per norma vietate le sovrapposizioni in zona critica. Utilizzo Kaptor per centraggio e fissaggio con sistema arma-tubo. I vantaggi del sistema Kaptor in fondazione si possono così sintetizzare: Possibilità di realizzare fondazioni superficiali e travi di collegamento in spessore di pavimento; Nessun elemento in aggetto dal piano di fondazione; Rapida e precisa messa a piombo del pilastro; Fissaggio a secco; Nessuna controindicazione di utilizzo in zona critica.

24 NELLA MESSA A PIOMBO CON SOLUZIONI MISTE Kaptor può essere utilizzato anche parzialmente, per facilitare unicamente la messa a piombo del pilastro, collegato alla fondazione o al pilastro superiore con un sistema tradizionale (noto come arma-tubo); in questo caso si possono utilizzare le viti di regolazione, inserite in 3 o 4 elementi lineari KS posti al centro dei lati del pilastro. 4.3 UTILIZZANDO BARRE SALDATE SALDATURA DELLA BARRA KØ CON UNA BARRA DI UGUAL DIAMETRO La saldatura tra barre di ugual diametro, deve essere effettuata sulla verticale tra le barre e deve essere simmetrica. Le prescrizioni di saldatura sono analoghe a quelle viste in precedenza (vedi cap. 2.2) Esempio di saldatura tra 2 barre Ø 26 (spessore cordone di saldatura H = 15 mm) Si pone quindi: L. 1,5 = A Ø26. 4 da cui: L = 5,3. 4 = 14,1 cm 1,5 Si fissa quindi L = 15 cm Esempio di saldatura tra 2 barre Ø 20 (spessore cordone di saldatura H = 12,5 mm) L. 1,25 = A Ø20. 4 L = 3,14. 4 = 10 cm Si pone L = 10 cm La saldatura tra barre di ugual diametro è possibile anche in zona critica SALDATURA DELLA BARRA KØ CON 2 BARRE DI DIAMETRO INFERIORE È anche possibile, saldare ad una barra KØ già bloccata alla piastra, 2 barre che abbiano un area complessiva non inferiore a quella della barra KØ. Queste saldature vanno evitate in zona critica. La lunghezza L e l altezza H della saldatura sono così definite: Esempio di saldatura della barra KØ 26 con 2 barre Ø 20 (H = 12,5 mm) L. 1,25. 2 = A. Ø26 4 L = A Ø26 = 4 = 5,3. 2 = 8,48 cm ~ 10 cm 1, ,25. 2 Esempio di saldatura della barra KØ 20 con 2 barre Ø 16 (H = 10 mm) L = A Ø20. 4 L = 3,14. 2 = 6,28 cm ~ 6,5 cm CALCOLO DELLE SALDATURE SULLE BARRE Si ipotizza che la saldatura possa arrivare ad una tensione di esercizio di 60 N/mm2, cioè pari ad 1/4 della tensione delle barre.

25 5. Esempio di progettazione 5.1 DATI DI PROGETTO KAPTOR 25 Pilastro 50x50 con pluviale Ø 150 mm centrale. Armatura corrente = n 12 Ø 24 Copriferro 3 cm Staffe Ø8 Coefficiente di struttura q = 2,5 Altezza zona critica Lc = 90 cm Soluzione Kaptor KPF Nel pilastro: n 4 K3A n 12 KØ 24, L = 270 cm ( Lc + Ls = ) n 4 scatole polistirolo K In fondazione: n 4 K3B n 12 KFØ 26, L = 65 cm Soluzione Kaptor KPF-T Nel pilastro: n 4 K3A n 12 KØ 24, L = 270 cm ( Lc + Ls = ) n 4 scatole polistirolo K In fondazione: n 12 barra KT M24 = 62 cm Pilastro 50x50, con pluviale Ø 15, nelle 4 sezioni più significative: 1) da quota 0 a quota 25 cm 2) da quota 25 cm a quota 90 cm 3) da quota 90 cm a quota 210 cm 4) sezione corrente da quota 210 cm Ogni utilizzatore potrà usufruire del supporto tecnico alla progettazione che Ruredil mette a disposizione gratuitamente.

26 STAFFATURA DEL PILASTRO Le staffature in zona critica sono fondamentali per assicurare duttilità alla base del pilastro incastrata alle fondazioni. Si possono distinguere 3 zone: 1) La zona 1, dove le staffature sono configurate a spillo impegnando tutte le barre, con diametri ridotti (6 o 8 mm) e con passo richiesto dal calcolo. In questa zona alta circa 20 cm non è possibile avere la classica staffatura perimetrale; 2) La zona 2, sempre zona critica, dove ci sono le sole barre del sistema Kaptor, e dove è possibile avere la staffatura perimetrale con il passo richiesto dai calcoli; 3) Zona 3 di sovrapposizione, dove tutte le barre Kaptor si sovrappongono a quelle del pilastro, e dove la staffatura perimetrale le contiene entrambe; 4) Zona 4, sezione corrente.

27 6. Descrizione articoli COLLEGAMENTO PER FERRI DI ARMATURA KAPTOR Codice Rif. Articolo Conf K3A singolo K3B singolo Vite M24 x 140 singolo Vite di regolazione M24 x 180 singolo Scatola polistirolo K pezzi Barra KØ24 L= 270 cm singolo 6a * Barra KØ25 L= 275 cm singolo b * Barra KØ26 L= 280 cm singolo Barra KFØ24 L= 55 cm singolo 7b * Barra KFØ26 L= 65 cm singolo Rondella 44x25x4 singolo KSA singolo KSB singolo Vite M33 x 140 singolo Vite di regolazione M33 x 200 singolo Scatola polistirolo KPF pezzi Rondella 60x34x5 singolo Barre KT-M24 singolo Barre KT-M33 singolo * articoli a richiesta

28 28 6. Descrizione articoli 28 COLLEGAMENTO PER FERRI DI ARMATURA Codice Rif. Articolo Conf K3A singolo K3B singolo Vite M20 x 120 singolo Vite di regolazione M20 x 180 singolo Scatola polistirolo K pezzi Barra KØ20 L= 250 cm singolo 6a * Barra KØ18 L= 240 cm singolo 6b * Barra KØ16 L= 230 cm singolo Barra KFØ20 L= 50 cm singolo Rondella 37x21x3 singolo KSA singolo KSB singolo Vite M27 x 120 singolo Vite di regolazione M27 x 180 singolo Scatola polistirolo KPF pezzi Rondella 50x28x4 singolo Barra KT M20 singolo Barra KT M27 singolo * articoli a richiesta

29 NOTE 29

30 30

31 FISSAGGI E COLLEGAMENTI STRUTTURALI ACCREDITATO INSERTI QUALITÀ Boccola RUR 31 Sistema a boccola filettata autoportante

32 32 Boccola RUR Sistema a boccola filettata autoportante DESCRIZIONE 1 CHE COS È KAPTOR? DEL PRODOTTO Boccola in acciaio con risalto; inserita nel calcestruzzo consente l accoppiamento con barre filettate. Gli elevati carichi di rottura ne consentono l uso anche per la realizzazione di giunti antisismici. Applicazioni tipo Unione trave-pilastro. Unione trave-pilastro antisisma. Unione pilastro-pilastro. Unione plinto-trave in fondazione. Riprese di getto. Fissaggi in genere. Prescrizioni per il calcestruzzo Rck40 N/mmq con armature aggiuntive (Af*). Materiale Acciaio 11 S Mn Pb 37 UNI EN S355J243 (EN 10025). Verifiche Il valore a trazione è stato ricavato con tiro in asse della boccola e si riferisce alla rottura del calcestruzzo. Il valore di taglio è ricavato agendo sulla barra filettata, esercitando una forza a 90 rispetto all asse della boccola. Il valore riportato in tabella si riferisce alla rottura del calcestruzzo. I valori riportati in tabella, essendo carichi di rottura, ai fini dei calcoli di progetto, si devono considerare con gli opportuni coefficienti di sicurezza previsti dalle normative vigenti. Codice Filetto M Carico di rottura a trazione kn L ± 1 A ± 0,5-1 B ± 0,5-1 ød ± 0,2 Distanza minima dal bordo Af * Peso Q.tà/ Conf. Peso/ Conf. a taglio kn mm mm mm mm mm cm 2 kg n kg M M M M M

33 Boccola RUR Esempi di applicazioni tipo BOCCOLA RUR 33 Unione trave-pilastro a cerniera Esempio tipico di fissaggio Unione trave-pilastro a incastro Inserimento della boccola nel cassero

34 34

35 SISTEMA A MENSOLA 35 ACCREDITATO INSERTI QUALITÀ Sistema a mensola

36 36 Sistemi a mensola GIRELLA E TIRELLA S Le esigenze che hanno portato alla progettazione dei sistemi a mensola Ruredil sono frutto dell esperienza maturata in più di cinquant anni nel settore delle tecnologie e dei prodotti speciali per la prefabbricazione. Fra gli obiettivi che ci siamo prefissati di raggiungere con l adozione dei nostri sistemi, particolare rilevanza assumono la riduzione d incidenza della mano d opera, la facilità di posa in produzione, la velocità e la praticità in fase di montaggio, e la versatilità nell impiego. La proposta Ruredil per il sostegno dei pannelli orizzontali prefabbricati, con l eliminazione delle mensole in aggetto e le correzioni in fase di montaggio, si articola con due tipologie di mensole (entrambe brevettate) che hanno gli stessi criteri progettuali e le stesse possibilità di regolazione, pur essendo fisicamente differenti per potersi meglio adattare alle varie ipotesi di utilizzo. Le mensole Girella e Tirella tipo S sono da utilizzarsi esclusivamente predisponendo nel pannello gli accessori adeguati (piastra pannello S). L eventuale uso combinato di mensole tipo S con piastre pannello non della stessa linea S, e viceversa, non è consentito. Girella S Tirella S Facilità di posizionamento nel cassero Sicurezza di ripartizione del carico senza armature aggiuntive

37 LA MENSOLA GIRELLA S La mensola Girella S prevede un inserto nel pilastro e un inserto nel pannello senza dover inserire o applicare nulla in opera. L inserto nel pilastro (o in altro elemento portante come un pannello verticale, un solaio, una trave, ecc.) è costituito da una mensola collocata, a filo getto, all interno di una scatola dove rimane nelle fasi di trasporto e di montaggio dell elemento. Al montaggio del pannello, dopo aver rimosso il coperchio di sicurezza, la mensola viene estratta per rotazione e, senza ulteriori assemblaggi di elementi metallici, si posiziona automaticamente, in modo da offrire l appoggio a scomparsa per il pannello orizzontale. Tutto questo fa di Girella S la prima mensola a scomparsa, pronta per il sostegno dei pannelli prefabbricati. GIRELLA TIRELLA S 37 LA MENSOLA TIRELLA S La mensola Tirella S è stata pensata per risolvere le difficoltà progettuali e/o di produzione, per le quali un ridotto ingombro, anche in altezza, risulta indispensabile. Tirella S prevede tre elementi distinti, un inserto nel pilastro (o in altro elemento portante), una mensola e un inserto nel pannello, identico a quello impiegato per la mensola Girella S. Si distingue da quest ultima in quanto la mensola va inserita, in fase di montaggio, nell alloggiamento ricavato togliendo il coperchio di sicurezza dall inserto che precedentemente era stato collocato nell elemento portante. Minimi ingombri tra le armature verticali Ampie capacità di regolazioni al montaggio

38 38 Mensola Girella S 1 PORTATA NOMINALE E RESISTENZE CARATTERISTICHE La portata nominale della mensola, cioè il valore in kn stampigliato sulla mensola, è quel peso che la stessa, senza aggiunte di armatura e per una precisata resistenza caratteristica del calcestruzzo, è in grado di sostenere con i coefficienti di sicurezza previsti dalla norma vigente. Girella S è disponibile in due valori di portata nominale: 60 kn (scheda tecnica 1) 120 kn (scheda tecnica 2) 1.1 RESISTENZA CARATTERISTICA DEL CALCESTRUZZO Si richiede per i pannelli una resistenza caratteristica: Rck 25 N/mm 2 per pilastri e travi: Rck 25 N/mm 2 utilizzando la mensola da 60 kn Rck 35 N/mm 2 utilizzando la mensola da 120 kn. 1.2 TRATTAMENTI PROTETTIVI Tutti i componenti della mensola Girella S sono protetti con zincatura elettrolitica da 25 μm. Di conseguenza, Girella S può essere esposta alle intemperie senza necessità di protezione. PARTICOLARE RESISTENZA AL FUOCO In base alle indicazioni standard di progetto, la mensola si trova inserita in una nicchia e risulta del tutto protetta da uno spessore di calcestruzzo sufficiente a garantire R 180. Q filo inferiore Mensola GIRELLA S Piastra pannello PARTICOLARE 2

39 1.4 RESISTENZA SISMICA La mensola e la ritenuta superiore vanno verificate in funzione dell azione sismica di progetto, garantendo con ciò il collegamento sismico anche nella peggiore ipotesi. Per maggiore chiarezza si rimanda al capitolo 4. Particolare 1 GIRELLA TIRELLA S INDICAZIONI DI PROGETTO Nella redazione del progetto, occorre imporre sempre che tra pilastro e pannello orizzontale (direzione Y) ci sia una distanza teorica di 1 cm, che può poi subire una variazione fino a 2 cm in più (distanza tra pilastro e pannello 3 cm). Tale regolazione, nel piano orizzontale (direzione Y), è data dalla possibilità di aggiungere le piastrine di spessoramento a L (schede tecniche 9, 12). Nel progetto occorre riportare la quota di riferimento che è segnata in rilievo sul coperchio di plastica posto a chiusura della mensola Girella S. La quota di riferimento in direzione Z rispetto a una quota zero di progetto viene così determinata come standard: Q riferimento = Quota inferiore pannello + 30 cm Per soluzioni particolari, utilizzando una scatola tipo veletta, il valore Q standard (30 cm) si può ridurre fino a 15 cm, con mensola a vista e non a scomparsa (vedi fig. 8 a pagina 39). La distanza in direzione Z tra quota di riferimento e piede del pilastro permette un preciso posizionamento della mensola, rispetto a cui si ha una tolleranza di ± 2,5 cm, (fig. 2), dovuta a errori di tracciamento o posizionamento in quota del pilastro (in positivo si arriva fino a + 4,5 cm saldando uno spessore nella piastra pannello, o le piastrine di spessoramento tra loro, per un massimo di 2 cm). La regolazione, per realizzare la tolleranza di ± 2,5 cm, è data semplicemente dalla possibilità di togliere o aggiungere, manualmente, le piastrine di spessoramento (schede tecniche 7 12). Tutte le regolazioni necessarie avverranno esclusivamente nella fase di montaggio, a mensola già ruotata in posizione finale. Per quanto concerne la tolleranza concessa per errori di tracciamento in pianta dei pilastri, nel piano orizzontale secondo la direzione X, si distingue: ± 4 cm nel caso di mensola Girella S 120 kn abbinata a piastra pannello ; ± 4,5 cm nel caso di mensola Girella S 60 kn abbinata a piastra pannello. Particolare 2

40 40 2 IMPIEGO DELLA MENSOLA GIRELLA S Nel caso di utilizzo di Girella S tra pannello verticale e pannello orizzontale la tolleranza è pari a: ± 0,5 cm nel caso di mensola Girella S 120 kn abbinata a piastra pannello piccola ; ±1 cm nel caso di mensola Girella S 60 kn abbinata a piastra pannello piccola. La tolleranza concessa per errori di verticalità nella posa della mensola è di ± 5, che sull altezza di 20 cm corrisponde a circa 1,75 cm. Errori vistosi di posizionamento della piastra pannello, che procurano una mancata planarità tra mensole e piastra pannello, possono essere rimediati con una piastra in piombo da 5 mm di spessore, in sostituzione della piastra inferiore di spessoramento. 1,75 cm Q. appoggio Q. riferimento 5 16 Fig. 4

41 2.1 POSIZIONAMENTO DI DUE MENSOLE GIRELLA S ABBINATE SULLO STESSO LATO DI UN PILASTRO Rappresenta il più comune e frequente posizionamento di mensole nei pilastri (vedi figg. 5-6). Per ottenere la massima efficienza rispetto alla protezione al fuoco, la migliore finitura estetica (chiusura della nicchia per l appoggio nel pannello) ed evitare l interruzione dei ferri d armatura correnti, si consiglia l adozione delle seguenti distanze in direzione X: distanza normalizzata tra asse pilastro e asse mensola Girella S di 12,5 cm; distanza minima tra asse mensola Girella S e filo esterno pilastro di 7,5 cm. La distanza tra asse piastra pannello e filo esterno del pannello deve essere di 12 cm, se tra i pannelli è previsto un giunto di 1 cm. GIRELLA TIRELLA S POSIZIONAMENTO DI DUE MENSOLE GIRELLA S ABBINATE SU DUE LATI ADIACENTI DI UN PILASTRO (PILASTRO D ANGOLO) Per i pilastri d angolo le mensole vengono poste su due lati adiacenti, anche in questo caso è opportuno mantenere la distanza di 12,5 cm tra asse pilastro e asse mensola (vedi figg. 7-8). In modo analogo viene realizzato il posozionamento delle mensole, anche in presenza di pannello d angolo verticale (o angolare). Fig. 5/A Fig. 6/A Fig. 5 Fig. 6

42 POSIZIONAMENTO DELLA MENSOLA GIRELLA S IN TESTA AL PILASTRO PILASTRO Qualora si voglia posizionare la mensola in prossimità della testa del pilastro (quota di riferimento a distanza minore di 25 cm dalla testa pilastro, vedi fig. 10), non sono richieste armature aggiuntive nei seguenti casi: quando il carico permanente che grava in testa pilastro, e in particolare quello che grava su Girella S, è maggiore del carico nominale di Girella S (vedi fig. 7); oppure: quando nella testa del pilastro vi è un armatura di diffusione dei carichi o una staffatura di sommità (il che richiede che ci siano almeno 5 cm sopra la sommità della Girella S). Esclusi questi casi, occorre intervenire con armatura aggiuntiva (2 Ø12 per entrambe le portate) secondo lo schema indicato nella figura 9. Utilizzando una scatola tipo veletta (magnetica o di polistirolo), si ottiene la minima distanza di 27 cm tra filo inferiore pannello e testa del pilastro, come da figura 8. POS.1 POS.1 2 Ø12 L= 72 cm Fig. 7 Fig. 9 Fig. 8 Fig. 10

43 2.4 POSIZIONAMENTO DELLA MENSOLA GIRELLA S IN UN PANNELLO A SOSTEGNO DI SE STESSO È anche possibile posizionare la mensola in un pannello, purché sia di almeno 20 cm di spessore, per sostenerlo appeso. In tal caso la mensola Girella S risulterà ruotata di 180 rispetto all utilizzo abituale, come da figura POSIZIONAMENTO DI DUE MENSOLE GIRELLA S IN UNA TRAVE O IN UN CORDOLO Nel caso si voglia spostare il pannello più in alto, occorre inserire la mensola nel ringrosso di testata della trave, purché la quota di riferimento sia a distanza 25 cm dal lembo superiore e 30 cm dal lembo inferiore della trave (fig. 12). GIRELLA TIRELLA S 43 Con lo spessore di calcestruzzo sotto la scatola di almeno 16 cm, se è presente la staffatura della trave, non occorre aggiungere alcuna armatura. Fig. 11 Fig. 12

44 > 44 Se la distanza tra la quota di riferimento e il lembo superiore è compresa tra 11,5 e 20 cm, si procede con l aggiunta di 2 staffe ø12 (Pos.1) come da figura 9. Se la distanza tra la quota di riferimento e il lembo inferiore è < 30 cm, ma 20 cm, occorre aggiungere 2 staffe Ø16 (Pos.2) come da figura 14. Se la mensola va inserita in un cordolo di spessore minimo dove la distanza tra quota di riferimento e lembo superiore è compresa tra 25 e 11,5 cm, e contemporaneamente la distanza tra quota di riferimento e lembo inferiore è compresa tra 30 e 20 cm, occorre aggiungere le staffe (Pos.1 e Pos.2) come da figura ,5 25 Q riferimento POS.2 2 Ø 16 L = 80 cm Q riferimento POS min Fig. 14 > Fig. 13 Fig. 15

45 2.6 POSIZIONAMENTO DELLA MENSOLA GIRELLA S IN UN PANNELLO VERTICALE A SOSTEGNO DI UN PANNELLO ORIZZONTALE Il ridotto ingombro di Girella S consente di inserire la mensola anche sulla costola di un pannello verticale, purché la sua nervatura portante abbia uno spessore 15 cm. Nel corrispondente pannello orizzontale verrà inserita, in posizione di mezzeria, la piastra pannello piccola (scheda tecnica 6). Anche in questo caso lo spessore minimo è di 15 cm. Gli assi della piastra pannello piccola, della mensola Girella S, del pannello orizzontale e del pannello verticale devono coincidere. In fase di montaggio, mentre viene calato il pannello orizzontale e volendo ottenere un pannello orizzontale con appoggio a scomparsa, è prevista la possibilità di una rotazione della lama della mensola Girella S tramite una cordicella inserita nell apposito foro, come da figura 17. GIRELLA TIRELLA S Q riferimento min min. 45 ASSE PANNELLO min. 75 min. 75 Piastra pannello piccola PANNELLO ORIZZONTALE 10 PANNELLO VERTICALE Fig. 16 Fig. 17 Fig. 18

46 46 Mensola Tirella S La mensola Tirella S, brevettata da Ruredil, è stata pensata per risolvere le difficoltà, progettuali o di produzione, nelle quali un ridotto ingombro, anche in altezza, risulta indispensabile. Tirella S si compone di un elemento da inserire nel pilastro (scatola), nel quale, in fase di montaggio, viene inserita la mensola (lama); l inserto nel pannello è identico a quello del sistema Girella S (piastra pannello). Grazie al ridotto ingombro e al peso contenuto il posizionamento della mensola nel cassero risulta molto più agevole. 3 PORTATA NOMINALE E RESISTENZE CARATTERISTICHE La portata nominale, cioè il valore in kn stampigliato sulla mensola, è quel peso che la mensola, senza aggiunte di armatura e per una precisata resistenza caratteristica del calcestruzzo, è in grado di sostenere con i coefficienti di sicurezza per l acciaio e per il calcestruzzo previsti dalla norma vigente. Tirella S è disponibile in due valori di portata nominale: 60 kn (scheda tecnica 26) 120 kn (scheda tecnica 32) 3.1 RESISTENZA CARATTERISTICA DEL CALCESTRUZZO Si richiede per i pannelli: Rck 25 N/mm 2 per pilastri e travi: Rck 40 N/mm 2

47 3.2 TRATTAMENTI PROTETTIVI Tutti i componenti della mensola Tirella S sono protetti con zincatura elettrolitica da 25 μm. Di conseguenza Tirella S può essere esposta alle intemperie senza necessità di protezione. 3.3 RESISTENZA AL FUOCO Per quanto attiene alla resistenza al fuoco, la mensola si trova inserita in una nicchia e risulta del tutto protetta da uno spessore di calcestruzzo sufficiente a garantire R 180. GIRELLA TIRELLA S RESISTENZA SISMICA La mensola inferiore e la ritenuta superiore vanno verificate in funzione dell azione sismica di progetto garantendo con ciò il collegamento sismico anche nella peggiore ipotesi. Per ulteriori chiarimenti si rimanda al capitolo 4. Tirella S 60 kn Tirella S 120 kn Fig. 19 Fig. 20

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