REGIONE VENETO ULSS N 1 BELLUNO DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE

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1 REGIONE VENETO ULSS N 1 BELLUNO DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE SERVIZIO PREVENZIONE IGIENE e SICUREZZA negli AMBIENTI di LAVORO RELAZIONE ANNUALE di ATTIVITÀ 2012 e PROGRAMMA 2013 PRESENTAZIONE Anche quest'anno ci presentiamo all'opinione pubblica attraverso la pubblicazione del consuntivo dell'attività svolta nell anno trascorso e della programmazione per l anno in corso. Il resoconto dell anno rappresenta un occasione per parlare del Servizio, dei suoi risultati e delle sue strategie. Infatti, l obiettivo del rapporto annuale non è solo quello di pubblicare i numeri ma quello di garantire una informazione chiara e trasparente, dando un senso ai numeri. Il rapporto testimonia il lavoro di tutto il personale del Servizio, medici, tecnici della prevenzione, chimico, assistenti sanitarie e personale amministrativo, documenta le prestazioni effettuate e le attività progettate per fornire risposte concrete ai bisogni del territorio, rende pubbliche le modalità di lettura e di analisi dei rischi del tessuto produttivo e dei problemi di salute dei lavoratori e le strategie adottate per la loro riduzione, così da stimolare il confronto e la partecipazione. Il documento è suddiviso in capitoli, relativi ai vari campi di intervento, in cui vengono illustrate le attività svolte nel corso del 2012, i metodi di lavoro seguiti e gli obiettivi per il prossimo anno. Sperando che questo possa contribuire ad accrescere la collaborazione reciproca, si accolgono con piacere eventuali osservazioni o proposte dai lettori della presente relazione.

2 INDICE INDICE pag. 2 IL SERVIZIO SPISAL Mission e attività pag. 3 Organizzazione Operatori pag. 4 CARATTERISTICHE PRODUTTIVE DEL TERRITORIO pag. 5 RIEPILOGO DELLE ATTIVITÀ SVOLTE pag. 6 INTERVENTI DI COMPARTO Prevenzione in Agricoltura pag. 8 Prevenzione in Edilizia pag. 9 Prevenzione nelle aziende ad alto indice infortunistico pag. 11 Prevenzione del rischio da ambienti confinati pag. 12 GLI INFORTUNI SUL LAVORO pag. 13 Le inchieste giudiziarie per infortuni pag. 14 LE MALATTIE PROFESSIONALI pag. 16 Le inchieste giudiziarie per tecnopatie pag. 17 AMBULATORIO DI MEDICINA DEL LAVORO Resoconto e descrizione delle attività svolte pag. 18 IGIENE E TOSSICOLOGIA INDUSTRIALE Resoconto e descrizione delle attività svolte pag. 19 ATTIVITÀ DI PROMOZIONE DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA SUL LAVORO Assistenza e informazione pag. 20 Promozione della cultura della sicurezza nelle scuole pag. 22 Promozione degli stili di vita corretti negli ambienti di lavoro pag. 23 Progetto regionale promozione della salute del lavoratore autonomo pag. 24 ATTIVITÀ AUTORIZZATIVA pag. 25 COMMISSIONE PROVINCIALE PATENTI GAS TOSSICI pag. 25 2

3 IL SERVIZIO S.P.I.S.A.L La mission istituzionale dello S.P.I.S.A.L., servizio del Dipartimento di Prevenzione della ULSS, è riportata nell art. 7 del D.Lgs. 502/92, modificato dal D.Lgs. 229/99, nella legislazione regionale (L.R. 54/82) e trova conferma nel DPCM 29 novembre 2001 dove si indicano i Livelli Essenziali di Assistenza: La mission dello SPISAL è la prevenzione degli infortuni e delle malattie da lavoro ed il miglioramento del benessere di chi lavora e viene perseguita attraverso azioni di vigilanza, assistenza, formazione e promuovendo nelle aziende una cultura orientata allo sviluppo dei sistemi di gestione della sicurezza e al controllo dei determinanti di salute. Le azioni tipiche del Servizio consistono in: Vigilanza: Verifica dell'attuazione delle norme in materia di igiene e sicurezza in tutti i luoghi di lavoro Controllo dei fattori di nocività attraverso misurazioni degli inquinanti ambientali Riconoscimento delle cause e delle responsabilità nei casi di infortunio e malattia professionale con accertamento delle violazioni delle norme di sicurezza e di igiene del lavoro Attività sanitarie: Certificazioni di idoneità al lavoro per: minori, addetti all utilizzo di esplosivi, addetti alla conduzione di caldaie a vapore, impiego di gas tossici, attività di autoriparazione, addetti impianti a fune, ecc. Ricorsi contro il parere espresso dal medico competente Tutela delle lavoratrici madri mediante accertamento delle condizioni di rischio lavorativo e ambientale Visite specialistiche in Medicina del Lavoro ed accertamenti strumentali per consulenza (a medici di base e ospedalieri) o per indagini mirate a rischi particolari Sorveglianza sanitaria per lavoratori ex esposti ad amianto Coordinamento delle attività svolte dai medici competenti aziendali Partecipazioni ai collegi medico-legali Attività amministrative - autorizzative: Vidimazione dei registri infortuni Valutazione dei requisiti di idoneità e salubrità dei nuovi insediamenti produttivi Valutazione dei requisiti di idoneità e salubrità per i distributori di carburanti Approvazione dei piani di lavoro/notifiche per la rimozione di amianto ex titolo IX-capo III D.Lgs. 81/2008 Concessioni di deroghe: - all uso dei DPI per rumore ex art. 197 D.Lgs.81/ all uso di laboratori interrati ex art. 65 D.Lgs.81/2008 Ricezione di comunicazioni, notifiche o registri obbligatori - notifica per nuove attività o impianti ex art. 67 D.Lgs.81/ notifica per apertura cantieri ex art. 99 D.Lgs.81/ comunicazioni per situazioni pericolose, di superamento dei limiti o di emergenza (rumore, impiego di cancerogeni, o di agenti biologici, amianto) - registro degli esposti (rumore, cancerogeni, agenti biologici, amianto) - relazione annuale sulle attività di rimozione amianto Rilascio e rinnovo delle patenti di abilitazione all impiego dei gas tossici Attività di assistenza informazione: progettazione e realizzazione di corsi di formazione/informazione progettazione e realizzazione di interventi di educazione e promozione alla salute divulgazione di documentazione scientifica, tecnica e normativa dati statistici ed epidemiologici su infortuni e malattie professionali. pareri su soluzioni di bonifica ambientale o di antinfortunistica 3

4 ORGANIZZAZIONE Lo SPISAL è dislocato su due sedi: Belluno, in Via S. Andrea, 8 e Pieve di Cadore in Via degli Alpini, 39. L'organizzazione interna prevede: un servizio amministrativo per informazioni, vidimazione di registri infortuni, appuntamenti, con orario di apertura al pubblico dalle ore 8 alle ore 13 dal lunedì al sabato lo sportello informativo per assistenza tecnica, normativa, sanitaria, su appuntamento lo sportello di ascolto e assistenza contro il disagio psicosociale correlato al lavoro, su appuntamento. OPERATORI L'organico del Servizio è costituito da diverse figure professionali che operano in modo integrato: 2 medici del lavoro, 1 assistente sanitaria, 1 igienista industriale, 6 ispettori-tecnici della prevenzione. Tutti gli operatori (eccetto l amministrativo) hanno la qualifica di Ufficiali di Polizia Giudiziaria con conseguente responsabilità del rapporto alla Magistratura e della gestione dell iter procedurale sanzionatorio di cui al D.Lgs. 758/94. I medici, specialisti in Medicina del lavoro, si occupano prevalentemente della gestione degli aspetti di tipo sanitario, dalle indagini giudiziarie per patologia professionale, all idoneità medica dei lavoratori minorenni, al controllo dei lavoratori esposti a rischi professionali. Controllano le attività dei medici competenti ed effettuano gli interventi di vigilanza negli ambienti di lavoro per la verifica degli aspetti di igiene e delle misure di sorveglianza sanitaria. Il chimico igienista si occupa del monitoraggio ambientale degli inquinanti professionali e della verifica dell'efficacia degli impianti. Esprime i pareri su: piani di lavoro per rimozione amianto, installazione impianti distribuzione di carburante e nuovi insediamenti produttivi. Effettua i controlli ispettivi nei cantieri di rimozione di amianto e in tutti gli altri ambienti di lavoro relativamente agli aspetti di igiene industriale. L assistente sanitaria cura tutte le attività di tipo informativo, formativo e di promozione della salute per lo sviluppo di una cultura della sicurezza tra lavoratori e imprenditori. Effettua indagini giudiziarie di malattie professionali e di alcuni casi di infortuni sul lavoro. Collabora nella gestione delle attività sanitarie e ambulatoriali. I tecnici della prevenzione vigilano e controllano tutti gli ambienti di lavoro (aziende, cantieri, etc) affinché le strutture, gli impianti, le macchine, le attrezzature, il processo produttivo e l organizzazione delle prevenzione rispondano ai requisiti di igiene e sicurezza; ricercano le cause e le responsabilità degli infortuni sul lavoro redigendo i rapporti giudiziari; esprimono pareri sulle attività di bonifica e sulle caratteristiche dei fabbricati utilizzati a scopo produttivo. Il personale amministrativo: cura il protocollo, la spedizione e l archiviazione delle pratiche, garantisce supporto giuridico-amministrativo (accesso atti, privacy, etc), cura la gestione degli aspetti economicofinanziari (rendicontazione spese/entrate, predisposizione e spedizione delle fatture, etc). Sostiene i rapporti con l utenza (front-office) fornendo le informazioni di primo livello. Con la collaborazione del personale amministrativo del Dipartimento di Prevenzione, vengono gestite, a livello provinciale, le pratiche di rilascio e rinnovo delle patenti per l impiego dei gas tossici. ORGANIGRAMMA Direttore Daniela Marcolina Amministrativo Raffaella Della Libera Medico del Lavoro Maria Teresa Riccio Chimico igienista Stefania Peterle Assistente Sanitaria Mariagrazia Smaniotto Tommaso Bernardi Sergio Boso Giandamiano Candeago Alberto De Carli Tecnici della Prevenzione (a tempo determinato e orario ridotto) Massimo Pomarè Alessandro Urdich (attualmente in comando presso la Procura della Repubblica di Belluno) 4

5 CARATTERISTICHE PRODUTTIVE DEL TERRITORIO L ambito di competenza della ULSS n 1 è caratteriz zato da un territorio molto vasto, pari a kmq di superficie, ubicato prevalentemente in zona montana con una viabilità non sempre scorrevole. E composto di 51 Comuni e vi risiede una popolazione di abitanti, con una densità di 47 abitanti per Km2. Le aziende presenti nel territorio, alla fine del 2011 ammontavano a unità; gli addetti (dati del 2010) erano ; la tabella seguente riporta le informazioni sulle dimensioni dei vari settori della realtà produttiva locale ricavate dalla Banca Dati INAIL Epiwork, purtroppo aggiornata solo al Aziende per settore di attività economica presenti nel territorio dell ULSS n. 1 Belluno nell anno 2011 Settori di attività Aziende A Agrindustria 116 B Pesca 1 C Estraz. Minerali 22 DA Alimentare 126 DB Tessile 64 DC Conciaria 13 DD Legno 299 DE Carta 56 DF Petrolio 1 DG Chimica 9 DH Gomma 36 DK, DI e DM Meccanica 440 DL Elettronica e Ottica 440 DN altre industrie manifatturiere 148 E Elettricità Gas Acqua 30 F Costruzioni G Commercio H Alberghi e Ristoranti I Trasporti 342 J Intermediazione finanz. 86 K Attiv. Immobiliare 996 L Pubblica Amministrazione 150 M Istruzione 104 N Sanità 143 O Servizi pubblici 554 X Attiv. non determinate 670 TOTALE La crisi economica globale ha colpito duramente anche la nostra realtà provinciale dove anche per il 2012 è continuato il calo delle attività produttive e in particolare del numero dei lavoratori nei comparti di tipo produttivo (manifatturiero, edilie, metalmeccanico) 5

6 RIEPILOGO DELLE ATTIVITÀ SVOLTE La tabella seguente illustra le principali attività svolte dallo SPISAL di Belluno nell ultimo anno. Attività di prevenzione svolta nel 2012 dal Servizio SPISAL TIPO DI INTERVENTO 2012 Aziende controllate 378 Cantieri ispezionati 141 Sopralluoghi 374 Attività giudiziaria per infortuni complesse 46 Attività giudiziaria per tecnopatie complesse 43 Attività sanitaria (visite, accertamenti) 159 Aziende controllate con Indagini ambientali e di rischio 8 Pareri di interventi per bonifica amianto 94 Attività autorizzativa (Nuovi Insediamenti Produttivi, distributori carburante, inizio attività) 89 Assistenza/sportello informativo (interventi scritti) 30 Ore di docenza / Figure formate 82/382 L obiettivo stabilito dalle indicazioni nazionali e regionali è di ispezionare il 5% delle aziende: nel corso del 2012 lo SPISAL ha controllato 378 imprese, raggiungendo l obiettivo stabilito. La tabella illustra le tipologie produttive oggetto degli interventi. Aziende ispezionate dallo SPISAL nel 2012 suddivise per comparto produttivo COMPARTO N AZIENDE ISPEZIONATE Edilizia 288 Servizi 16 Commercio 15 Manifatturiera (vari) 15 Agricoltura 14 Metalmeccanica 9 Occhialeria 7 Pubblica Amministrazione 3 Sanità 3 Chimica 3 Esercizi pubblici/ hotel 3 Elettronica 2 TOTALE 378 Gran parte dell'attività di vigilanza è stata rivolta al comparto dell edilizia attraverso l ispezione nei cantieri e il controllo sulle aziende in essi presenti (76% delle aziende controllate). Le indicazioni nazionali e regionali prevedono, infatti, un impegno costante in questo settore, anche attraverso interventi eseguiti in collaborazione con gli altri Enti. Infatti il 15% degli interventi (pari a 21 cantieri) in edilizia è stato fatto congiuntamente con Direzione Territoriale del Lavoro (ex Ispettorato del Lavoro), INAIL e INPS. Anche gli interventi effettuati nelle aziende del settore agricolo rientrano nell ambito di attività di vigilanza dettate da direttive nazionali e regionali; anche in questo comparto il 14% delle ispezioni (pari a 2 sopralluoghi) si sono svolte in collaborazione con la DTL. Negli altri settori le ispezioni hanno avuto luogo a seguito di segnalazioni da parte dei lavoratori o per il verificarsi di un infortunio o di una malattia professionale. Il 50% circa delle aziende visitate erano nuove ; ossia ditte che il Servizio non aveva mai ispezionato prima. Durante le ispezioni sono state verificate tutte le condizioni di igiene e sicurezza (antinfortunistica, impiantistica, igiene ambientale e dei locali, sorveglianza sanitaria, aspetti documentali ed organizzativi). 6

7 Gli atti amministrativi e giudiziari redatti a seguito delle ispezioni nei luoghi di lavoro sono: 137 verbali all autorità giudiziaria con riscontro di 149 violazioni penali in materia di salute e sicurezza sul lavoro (D.Lgs. 81/08); 3 verbali di accertamento all autorità amministrativa competente (Comuni) per riscontro di illecito amministrativo in materia di salute e sicurezza sul lavoro (D.Lgs. 81/08) 12 verbali contenenti disposizioni migliorative; 241 relazioni informative agli interessati (verbale negativo ) Il numero dei sopralluoghi effettuati 374 risulta elevato perché, dopo aver impartito indicazioni per la correzione delle situazioni carenti dal punto di vista della sicurezza, devono essere eseguiti i successivi sopralluoghi di verifica. L attività giudiziaria per indagini per infortuni e malattie professionali rappresenta una attività istituzionale dovuta ai sensi del Codice di Procedura Penale, effettuata sia di iniziativa, che su richiesta della Magistratura e costituita da rapporti giudiziari per infortuni e tecnopatie. Per quanto riguarda le inchieste per infortunio sul lavoro, il Servizio assicura le indagini in tutti i casi gravi (prognosi superiore a 40 giorni) e mortali. Nel corso dell'anno 2012 il Servizio ha effettuato n 46 indagini complesse (con SIT e sopralluogo) per infortuni gravi, aventi le caratteristiche di cui sopra, in 1 caso l indagine ha riguardato un infortunio mortale. Il numero delle inchieste per malattie professionali è collegato alle segnalazioni di tecnopatie che giungono al Servizio. Le segnalazioni di sospetta malattia professionale, pervenute nel corso dell anno, sono state 58; tutte sono state valutate, in primo luogo, per definirne l origine professionale, riconosciuta in 27 casi e, successivamente, per selezionare i casi in cui fare rapporto alla Magistratura (indebolimento permanente di un organo di senso o di un apparato). Nel corso del 2012 sono state redatte n. 43 nchieste complete di sopralluogo e sommarie informazioni testimoniali (SIT) e sono stati inoltrati 9 rapporti giudiziari nei casi dovuti. In nessun caso l indagine ha evidenziato violazioni alle norma di igiene e sicurezza sul lavoro. L attività sanitaria dello SPISAL consiste nell evadere le richieste dell utenza, in particolare: certificati per idoneità lavorative specifiche (uso di esplosivo, gas tossici, etc.), consulenza specialistica a medici di base e/o ospedalieri, sorveglianza sanitaria agli ex esposti ad amianto, visite per idoneità al lavoro a minori ed infine partecipazione ai collegi medici per ricorsi contro il giudizio del medico competente. L attività autorizzativa è rappresentata dalle prestazioni attribuite istituzionalmente al Servizio Pubblico dalle leggi vigenti e consiste nel ricevere comunicazioni e notifiche e nell esprimere pareri e autorizzazioni. I pareri sono prevalentemente rappresentati dalle pratiche edilizie per i nuovi insedimenti produttivi per i quali i Comuni richiedono il parere sanitario di competenza. Nell ambito di queste attività, il Servizio SPISAL, oltre a svolgere attività di formazione a professionisti e tecnici comunali ha garantito un aiuto concreto verificando gli aspetti tecnici dei progetti, favorendo l applicazione delle nuove indicazioni regionali riguardanti la prevenzione delle cadute dall alto negli edifici. Gli interventi di promozione alla salute, di formazione e di assistenza sono rappresentate dalle prestazioni di assistenza alle imprese, tesa a fornire indirizzi e procedure per facilitare l attuazione della normativa prevenzionale e dalla realizzazione di progetti di promozione della salute. Nei capitoli successivi vengono illustrate le singole tipologie di attività 7

8 INTERVENTI di COMPARTO Uno dei principali obiettivi di salute indicati dalla pianificazione nazionale, per quanto riguarda la prevenzione nei luoghi di lavoro, è la riduzione del 15% degli eventi gravi e invalidanti. Per ottenere ciò è necessario localizzare il problema a livello strategico (comparti principalmente interessati) e tattico (individuazione delle aziende su cui effettuare specifici interventi). Pertanto le indicazioni regionali sono di intervenire con azioni di vigilanza e prevenzione nelle aziende del comparto agricolo, nelle aziende edili e nelle aziende degli altri comparti con elevato indice infortunistico. Nel corso del 2012, inoltre, il Ministero del lavoro ha sollecitato le Direzioni Territoriali del Lavoro e gli SPISAL ad effettuare anche una speciale vigilanza nelle aziende con presenza di ambienti confinati ove il rischio di infortuni mortali per asfissia e intossicazione risulta molto elevato. Di seguito vengono illustrate gli interventi effettuati in questi comparti. INTERVENTO DI PREVENZIONE IN AGRICOLTURA Tecnico della Prevenzione Giandamiano Candeago, referente del progetto, con la partecipazione degli altri Tecnici della Prevenzione Il settore dell agricoltura e silvicoltura rappresenta una priorità di intervento stante la rilevanza del problema infortunistico, tanto che il Piano Nazionale di Prevenzione ha stabilito che ogni regione deve programmare con particolare urgenza azioni di prevenzione e vigilanza nel proprio territorio. Anche nel Veneto il fenomeno infortunistico in Agricoltura è di dimensioni rilevanti: pur presentando un andamento decrescente (dovuto al calo del numero degli occupati), l incidenza (numero di infortuni in rapporto agli occupati) risulta pressoché doppia rispetto a quelle degli operai dell industria. Oltre alla elevata frequenza va sottolineato che questi infortuni sono quasi sempre molto gravi perché avvengono per l uso di attrezzature e di trattori. Per quanto riguarda le malattie professionali, secondo i numeri delle statistiche INAIL, esse non sembrano rappresentare un problema essendo poco numerose, ma a ben guardare ciò può essere dovuto alla grande sottostima del fenomeno reale dovuto al fatto che le malattie non vengono segnalate e riconosciute come professionali anche a causa della carente sorveglianza sanitaria. Per questi motivi la Regione Veneto ha elaborato un progetto finalizzato a definire una procedura per il controllo uniforme su tutto il territorio delle aziende agricole, dei costruttori e rivenditori di macchine, promuovere la cultura della sicurezza nel mondo agricolo e redigere delle linee guida per la sorveglianza sanitaria degli occupati. Il piano ha stabilito anche un numero minimo di ispezioni da effettuarsi per ogni SPISAL che nel caso della nostra ULSS ammontava a 10 unità. Dopo aver pubblicizzato la campagna di prevenzione e vigilanza del piano attraverso l infomazione alle associazioni, la partecipazione a convegni pubblici sul tema, e la comunicazione mirata ai rivenditori (lettera con check list di autoverifica), lo SPISAL di questa ULSS ha effettuato, nel 2012, 14 controlli nel comparto in oggetto: 13 in aziende agricole e 1 presso un rivenditore di macchine agricole. Nel territorio della ULSS n. 1 di Belluno l agricoltura è poco rappresentata e nella maggior parte dei casi si tratta di aziende familiari o individuali.tuttavia anche il lavoratore autonomo coltivatore diretto è soggetto agli obblighi del D.Lgs. 81/08 per quanto riguarda la sicurezza delle attrezzature e del trattore, oltre a quello di utilizzare i dispositivi di protezione individuali (DPI). Nel corso del sopralluogo sono stati verificati tutti gli aspetti della igiene e sicurezza sul lavoro, con particolare attenzione agli aspetti della sicurezza delle attrezzature e dei trattori come da indicazioni regionali, nello specifico sono stati controllati n: 45 attrezzature e 38 trattori. Per quanto riguarda le imprese agricole, in 4 casi sono state riscontrate violazioni riguardanti la sicurezza delle attrezzature, nello specifico trattori o motoagricola, mentre in una situazione si è riscontrata la carenza di protezioni contro la caduta dall alto. Anche per quanto riguarda il rivenditore è stata riscontrata una carenze di sicurezza in una attrezzatura commercializzata. Come da programma regionale una parte delle ispezioni è stato effettuato insieme ad altri Enti/Servizi di vigilanza e precisamente: 2 controlli congiuntamente con gli ispettori della DTL e dell INPS che si sono interessati della regolarità dei rapporti di lavoro; 2 controlli congiuntamente con i nostri colleghi del Dipartimento di Prevenzione Servizi SIAN e SISP che hanno verificato gli aspetti relativi all impiego dei fitofarmaci. Per il prossimo anno si continuerà la vigilanza nel comparto agricolo garantendo lo stesso numero di ispezioni e mantendo la collaborazione con gli altri Enti e Servizi. 8

9 INTERVENTO DI PREVENZIONE IN EDILIZIA Tecnico della Prevenzione Sergio Boso, referente del progetto, con la partecipazione degli altri Tecnici della Prevenzione Il settore delle costruzioni rappresenta uno dei comparti più a rischio per frequenza e gravità degli infortuni sul lavoro, pertanto è prioritario intervenire con azioni di informazione e vigilanza costanti. Per quanto riguarda l attività di vigilanza, nella tabella seguente viene descritta l'attività ispettiva svolta nel corso del 2012 che comprende, oltre all attività di vigilanza, anche quella giudiziaria per infortuni e tecnopatie. Attività svolta nel settore edile dallo SPISAL nel 2012 ATTIVITÀ N Cantieri visitati 141 di cui NON a norma al primo sopralluogo 77 Sopralluoghi effettuati 240 Imprese e/o lavoratori autonomi controllati 288 Verbali di ispezione con prescrizioni 98 di cui riguardanti: Imprese (datori lavoro, dirigenti, preposti) 90 Lavoratori autonomi 4 Committenti/responsabili dei lavori 6 Coordinatori per la sicurezza 1 Inchieste per infortunio 9 Inchieste per tecnopatia 8 Il 15% circa delle ispezioni, pari a 21 cantieri, è stato eseguito in collaborazione con gli altri enti di vigilanza INAIL-INPS-DTL-Carabinieri, in particolare, erano sempre presenti gli ispettori della Direzione Territoriale del Lavoro, integrati di volta in volta anche dagli altri Enti. L importanza della vigilanza congiunta fra Enti che hanno competenze diverse sta nel fatto che il controllo risulta completo sotto tutti gli aspetti: sia quelli relativi alla sicurezza e all igiene, sia quelli riguardanti la regolarità dei rapporti di lavoro. L attività di vigilanza viene organizzata in modo da coprire uniformemente tutto il territorio di competenza; il cantiere viene individuato sulla base delle notifiche pervenute, privilegiando le situazioni che risultano più rischiose, oppure si utilizza il metodo dell avvistamento (percorrendo in auto il territorio selezionato), negli altri casi le motivazioni sono state l accadimento di infortuni gravi e le segnalazioni, come illustra la tabella seguente. Per quanto riguarda le segnalazioni, si rileva che sono state fatte prevalentemente da parte di persone residenti nelle vicinanze del cantiere, preoccupati per la loro incolumità, per la sicurezza degli spazi comuni, ma anche da parte di ditte preoccupate di eventuale competizione economica sleale. Attività di vigilanza in cantiere: motivo dell ispezione Motivo Numero A vista o su notifica 95 Indagini per infortunio 9 (di cui 2 mortali) Esposto 22 Controllo piano rimozione amianto 15 Totale 141 Tutti gli interventi ispettivi all interno dei cantieri si possono considerare dei momenti informativi e formativi per tutte le maestranze presenti in quel momento e quando possibile, anche per i Coordinatori per la Sicurezza in fase di Esecuzione (CSE), convocati nel cantiere. In questo modo si ricerca l obiettivo di fare promozione attuando sia la fase ispettiva sia la fase di supporto, informativa e di assistenza, che rappresenta la mission dello SPISAL. Il 55% dei cantieri non risulta adeguatamente protetto rispetto ai principali rischi infortunistici (caduta dall alto, sicurezza di impianti o macchine) e organizzativi (gestione, coordinamento, documentazione). Nella tabella seguente vengono analizzate le più frequenti carenze riscontrate nel corso delle ispezioni in cantiere. 9

10 Carenze riscontrate durante le ispezioni nei cantieri: anno 2012 CARENZE N VIOLAZIONI Ponteggi, impalcature e parapetti, attrezzature da lavoro in quota, operazioni di montaggio e smontaggio, protezioni contro le cadute dall alto in genere 47 Ambienti e posti lavoro, passaggi, scale, viabilità e recinzione 22 Obblighi dei datori di lavoro delle imprese esecutrici (POS, vigilanza, formazione valutazione dei rischi, nomine, contratto d appalto, pimus, etc) 19 Obblighi del committente (nomine, notifica, verifiche idoneità imprese, etc) 7 Obblighi della impresa affidataria 5 Scavi, fondazioni e demolizioni lavori 4 Obblighi lavoratore autonomo 3 Impianti e apparecchiature elettriche 3 Obblighi degli installatori 3 Protezione delle macchine e delle attrezzature e loro manutenzione 2 Obblighi del coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione 1 Obblighi del lavoratore 1 Totale 117 In generale il dato annuale conferma il trend decrescente delle carenze riscontrate con una diminuzione delle violazioni, il che denota una maggiore attenzione imprenditoriale (il 55% Vs 58% dell anno precedente). Le carenze più diffuse riguardano sempre le protezioni contro le cadute dall'alto, che sono proprio la causa degli infortuni più gravi o mortali; infatti i due infortuni mortali legati all attività edile sono relativi proprio alla caduta dall alto. Il persistere di tali carenze è indicativo del fatto che c è una sottostima del rischio da parte di alcuni imprenditori; d altra parte è necessario che anche i lavoratori, formati a lavorare in sicurezza ed addestrati a riconoscere le situazioni pericolose, si attivino nel segnalare le condizioni di lavoro non a norma, diventando attori positivi di prevenzione, come previsto dalle norme antinfortunistiche. Un altro aspetto a cui è stata rivolta particolare attenzione riguarda la voce Ambienti e posti lavoro, passaggi, scale, viabilità e recinzione. In questi casi l attività ispettiva è stata orientata anche alla tutela dell ambiente esterno al cantiere in particolare finalizzata alla tutela della popolazione, pretendendo dalle imprese una chiara delimitazione tra attività lavorativa e ambiente di vità quotidiana, valutando le possibili interferenze ambientali. Durante i controlli in cantiere del 2012 si sono incontrati 40 lavoratori autonomi rilevando solo in 3 casi delle vere violazioni relative alla loro attività. Per questa categoria di lavoratori si è cercato di sviluppare l aspetto informativo: come da progetto regionale è avviata la campagna d informazione e prevenzione per il LAVORATORE AUTONOMO Sano Sicuro Informato con la pubblicazione di opuscoli informativi e manifesti distribuiti in tutti i Comuni della Provincia e avviando i corsi di formazione gratuiti per detta categoria. Gli aspetti organizzativi della gestione della sicurezza, rappresentati dai documenti della sicurezza (Piano Operativo di Sicurezza POS-, Piani di Coordinamento e Sicurezza PSC-, fascicolo dell edificio, etc.) giocano un ruolo importante nella gestione del cantiere. Purtroppo questi documenti vengono considerati ancora come meri adempimenti formali, affidandone spesso l elaborazione a studi e consulenti esterni che a volte li redigono in modo standardizzato. Un documento sì fatto perde il suo scopo, che è quello di prevedere le situazioni di rischio nel cantiere e di organizzare il lavoro in modo sicuro e resta, effettivamente, solo un pezzo di carta inutile, come si riscontra in alcuni cantieri dove tali documentazioni si presentano allo stato originale di stampa, senza segni di avvenuta consultazione. Per quanto concerne il fascicolo dell opera e il suo contenuto relativo alle misure da installarsi nell edificio per la protezione dei lavoratori delle future opere di manutenzione, si sottolinea come questo documento si integri perfettamente con la norma regionale cioè la DGRV 2774/09 Misure preventive e protettive da predisporre negli edifici per le manutenzioni in quota in condizioni di sicurezza. Infatti le indicazioni per la sicurezza delle manutenzione future vanno adottate nella fase progettuale dell immobile descrivendole nel progetto (come vuole la norma regionale) e inserendole contestualmente nel fascicolo dell opera (come prevede la normativa in materia di sicurezza sul lavoro). Tali soluzioni tecniche non rappresentano solo un aspetto formale normativo o preventivo per futuri lavori, ma diventano una concreta misura di sicurezza da utilizzare già durante la fase costruttiva della copertura dell edifico, determinando fin da subito maggiori garanzie di sicurezza per l operatore. Su questo argomento il Servizio ha investito molto anche nel corso del 2012, collaborando con il Gruppo Regionale per la Prevenzione in Edilizia e, in loco, con gli ordini dei professionisti per interventi informativi, pareri preventivi sui progetti e risposte ai quesiti dei cittadini. Inoltre si evidenzia che la norma regionale è stata aggiornata nel corso del 2012 con la DGR 97/12 dove sono stati individuate 3 casistiche pilota, di supporto ai progettisti per l insatllazione dei sistemi di prevenzione contro le caduta dai tetti. 10

11 INTERVENTI IN AZIENDE AD ALTO RISCHIO INFORTUNISTICO Dirigente Chimico Stefania Peterle, referente del progetto, con la partecipazione dei Tecnici della Prevenzione Uno dei principali obiettivi di salute indicati dalla pianificazione nazionale, per quanto riguarda la prevenzione nei luoghi di lavoro, è la riduzione del 15% degli eventi gravi e invalidanti. Per ottenere ciò è necessario localizzare il problema a livello strategico (comparti principalmente interessati) e tattico (individuazione delle aziende su cui effettuare specifici interventi). Per quanto riguarda il primo punto, lo SPISAL ha effettuato gli interventi di prevenzione e controllo prioritariamente nei comparti più a rischio, rappresentati da edilizia e agricoltura, seguendo le indicazioni e le strategie definite dai progetti regionali di cui alla DGR 3139 del Relativamente al secondo aspetto, si sono effettuati controlli mirati nelle aziende appartenenti ai comparti a più alto indice infortunistico, secondo i seguenti criteri di priorità: aziende che hanno avuto infortuni invalidanti nel aziende che hanno i tassi di incidenza (a livello affidabilità buona) più elevati di 3 per 1000 addetti per infortuni con gravità T30 (eventi con prognosi superiore a 30 giorni) aziende che hanno eventi sentinella (eventi con dinamica significativa per carenze di sicurezza). In queste aziende l'approccio utilizzato, secondo le indicazioni regionali, mira a verificare, oltre al rispetto generale della normativa, anche gli specifici fattori di rischio per infortuni gravi; uno degli strumenti più utili a questo scopo è l'esame del Sistema di Gestione della Sicurezza sul Lavoro (SGS) e del modello organizzativo e di gestione (MOG) presente in azienda, come previsto dall' art. 30 del D.lgs. 81/08. L' obiettivo diventa l'individuazione e la rimozione dei fattori di rischio tramite l'analisi dell'organizzazione della sicurezza che individua figure, compiti e responsabilità, le azioni da attuare, le modalità di verifica della loro efficacia; in tal modo si intende far intraprendere all' Azienda un percorso virtuoso in grado di tener sotto controllo i fattori di rischio che nel tempo si presentano in azienda, ricordando che oggi la nostra realtà produttiva è caratterizzata da frequenti cambiamenti, da esigenze di flessibilità, da continua innovazione tecnologica.e, non da ultimo, da difficoltà contingenti che potrebbero far percepire come spesa non prioritaria gli adempimenti per la sicurezza. Nel 2012 sono state analizzate, con questa metodica (analisi e miglioramento SGS) 16 Aziende dei comparti: chimico, metalmeccanico, occhialeria, logistica, legno, torrefazione caffè, manufatti in calcestruzzo. In gran parte delle aziende ispezionate nel corso di quest'anno, il tema SGS aziendale è risultato essere ormai ben conosciuto in relazione agli aspetti legati alla L.231/01 (responsabilità amministrativa dell'ente, che prevede, in caso di infortuni gravi, sanzioni molto elevate ove l'azienda non dimostri di aver adottato, ed efficacemente attuato, un modello organizzativo e gestionale efficiente in materia di sicurezza sul lavoro). Il nostro Servizio ha inteso richiamare l'attenzione delle Aziende sui vantaggi derivanti da una efficace organizzazione della sicurezza (art.30 del D.Lgs.81/08, peraltro non sanzionato), non tanto come deterrente ai fini della citata L.231, ma in relazione alla maggiore tranquillità per il datore di lavoro che così può gestire, ossia tenere sotto controllo, la sicurezza sul lavoro e le attività ad essa collegate affidate alle varie figure (datore di lavoro, dirigenti, preposti; RSPP, RLS, addetti alle emergenze, Medico Competente). Il nostro sforzo è stato quello di avviare una riflessione, con i protagonisti della sicurezza aziendale, sull'importanza di definire chi fa che cosa e le conseguenze delle eventuali carenze nello svolgimento dei compiti di ciascuno, partendo dai problemi oggettivi emersi in sede di sopralluogo ispettivo: in altre parole, si stimolavano le figure aziendali ad individuare il perchè si fosse potuta verificare una situazione pericolosa (macchina non protetta, aspirazione non funzionante...) e come evitare che la situazione si ripeta. Per aspetti che hanno riguardato soprattutto la carenza di sicurezza di macchine, luoghi di lavoro o il contenuto del documento di valutazione dei rischi, si è dovuto intervenire con la redazione del verbale di contravvenzione in materia di sicurezza sul lavoro. Ciononostante, le Aziende visitate hanno dimostrato, in generale, una buona condizione organizzativa (figure dedicate, chiarezza di ruoli e responsabilità), peraltro ormai irrinunciabile per un'azienda strutturata che deve confrontarsi con un mercato internazionale. Nella maggior parte delle Aziende visitate i RSPP hanno condiviso e recepito di buon grado anche i suggerimenti forniti in tema di miglioramento continuo, ritenendolo un punto di forza poter esibire l'attenzione dedicata alla sicurezza, dentro e fuori l'azienda. Nel corso del prossimo anno verranno proseguite queste azioni in altre aziende e altri comparti, selezionate secondo i criteri sopra descritti. 11

12 INTERVENTI IN AZIENDA CON RISCHIO DA AMBIENTI CONFINATI Dirigente Chimico Stefania Peterle, referente del progetto, con la partecipazione dei Tecnici della Prevenzione Negli ultimi anni si sono verificati, in Italia, infortuni mortali in occasione di lavoro in ambienti confinati, cioè chiusi (silos, cisterne e simili) causati da asfissia od intossicazione. Tali incidenti hanno coinvolto più lavoratori e talvolta anche il personale di soccorso, sollevando l attenzione dei mass media e allarme nell opinione pubblica. In base alla banca dati nazionale sugli infortuni mortali (INFOR.MO), nel quinquennio sono accaduti 33 eventi che hanno causato 45 decessi in ambienti quali cisterne, serbatoi, vasche; nel 70 % dei casi erano interessate ditte di piccole dimensioni (da 1 a 9 addetti). Dalla casistica emerge che, molto spesso, i decessi si sono verificati durante lavori di ispezione, manutenzione, pulizia e simili, date in appalto a Ditte esterne e/o a lavoratori autonomi, non sempre adeguatamente istruiti, con scarsa esperienza, con attrezzature di lavoro e DPI carenti; a tale proposito, un successivo DPR n. 177 del , entrato in vigore il , ha stabilito le norme per la qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi operanti in ambienti sospetti di inquinamento o confinati. L'analisi degli infortuni accaduti dimostra che le principali cause, che tendono a ripetersi, sono: a) la mancata o carente valutazione delle condizioni dell'aria (carenza di ossigeno e/o presenza di vapori e gas tossici in quantità pericolose), da verificare anche tramite apposita strumentazione (ossimetro); b) il mancato utilizzo di DPI respiratori o la loro non idoneità (esempio: uso di respiratori a filtro invece di respiratori isolanti, in presenza di atmosfere carenti di ossigeno); c) mancanza di attrezzature utili al recupero di persone prive di sensi (imbracature di sicurezza con verricello). Anche la Regione Veneto ha confermato la necessità, da parte dei Servizi SPISAL, di intensificare la vigilanza sui lavori in ambienti confinati (D.G.R del e Circolare ), anche in collaborazione con il personale ispettivo della Direzione Provinciale del Lavoro per quanto riguarda la regolarità contrattuale degli appalti. Pertanto, a partire dal 2011 il nostro Servizio ha avviato una specifica attività di vigilanza anche in questo settore, indagando i comparti produttivi che potessero risultare d'interesse su questo rischio specifico. Nel 2011 in via prioritaria erano state individuate ed ispezionate: attività di bonifica cisterne di combustibili ed attività di allevamenti intensivi, in cui sono presenti grandi vasche di stoccaggio e/o miscelazione di mangimi e di liquami. Nel 2012 è stato scelto un settore di attività finora poco indagato, per vedere se vi fosse un problema di sicurezza inerente il rischio di asfissia: le piscine aperte al pubblico, con riferimento ai locali tecnologici di trattamento e disinfezione acque. In totale sono state ispezionate tre piscine, individuate fra quelle a maggior afflusso di persone, scelte in tre ambiti territoriali diversi: Bellunese, Cadore e Agordino. Ciascuna di esse presentava caratteristiche diverse per locali, epoca di costruzione e tipologia di impianti tecnologici; in particolare, in due casi l'impianto di trattamento acque era effettuato con il metodo classico della clorazione con sali di ipoclorito aggiunti in forma solida, mentre in un caso (impianto nuovo, appena installato) l'uso dei sali di ipoclorito era sostituito da un processo elettrolitico che produce il principio attivo disinfettante a partire dal cloruro di sodio (comune sale da cucina ): tale processo è quindi migliorativo per quanto riguarda i possibili rischi da stoccaggio e manipolazione di sali pericolosi. In tutti i casi erano presenti anche acidi ed alcali corrosivi come ausiliari di trattamento (es: per la correzione del ph dell'acqua). Per quanto concerne i locali e le condizioni ambientali, pur trattandosi di locali interrati e con scarso ricambio d'aria, non sono emerse criticità per quanto riguarda il rischio di asfissia (carenza di ossigeno o presenze di gas/vapori irrespirabili), nelle normali condizioni dell'impianto; risulta invece interessante il rischio di incidenti (spandimenti accidentali, miscelazione di sostanze incompatibili con sviluppo di gas tossici...) con necessità di intervenire in condizioni di emergenza. A tale proposito, ai gestori delle piscine visitate è stato richiesto di redigere delle procedure in forma scritta, predisposte dal RSPP in collaborazione con il preposto addetto al controllo dell'impianto, individuando attrezzature, materiali e DPI necessari in caso di intervento per gli eventi incidentali ragionevolmente prevedibili. Su tali procedure i singoli lavoratori devono essere accuratamente addestrati. Inoltre sono state individuate necessità di miglioramento delle condizioni di stoccaggio e travaso dei singoli additivi, tra cui una polvere per la filtrazione dell'acqua contenente anche silice libera cristallina ( celite ), aggiunta manualmente all' impianto di filtrazione, che richiede quindi severe e specifiche misure di prevenzione e protezione per evitare l'esposizione per via inalatoria. Infine, in una delle tre piscine è stata individuata la possibile presenza di amianto come isolante termico nei serbatoi di acqua calda: il successivo campionamento ed analisi hanno confermato tale sospetto, pertanto al datore di lavoro è stato richiesto di nominare il referente tecnico e di redigere il previsto programma di controllo e manutenzione in attesa della bonifica definitiva dei serbatoi, come stabilito dal D.M

13 GLI INFORTUNi SUL LAVORO NELLA PROVINCIA DI BELLUNO Nella tabella seguente si riportano i dati degli infortuni accaduti e denunciati nell intera provincia di Belluno nell ultimo decennio Var % N infortuni * - 37 * dato stimato Banca dati INAIL Come si può notare nel decennio si registra un continuo calo del numero totale degli infortuni. Pur non trascurando il fatto che ngli ultimi 5 anni le consistenti riduzioni sono in gran parte dovute alla crisi produttiva, riteniamo che il trend positivo sia collegato ad un reale miglioramento in termini di sicurezza degli ambienti di lavoro, il cui merito va attribuito alle aziende e a chi le ha supportate nell impegno pluriennale per rafforzare la cultura della prevenzione. Infatti si deve ricordare che: La tendenza alla riduzione è iniziata negli anni 90, quindi in anni antecedenti alla crisi. Gli infortuni si sono ridotti soprattutto in quei comparti produttivi seguiti con più costanza e attenzione dalle Associazioni Imprenditoriali e dei Lavoratori, ma anche dai Servizi di Prevenzione delle AULSS provinciali, vale a dire Metalmeccanica, legno, costruzioni. Inoltre, per cercare di capire il fenomeno infortunistico nel suo complesso e i cambiamenti intervenuti si segnala che: Le modalità di accadimento degli eventi sono cambiate, in quanto fino agli anni 90 prevaleva l infortunio durante l impiego di macchine o attrezzature, ora sono più frequenti gli infortuni collegati a cause organizzative, ambienti di lavoro. Una parte rilevante degli infortuni infatti è dovuta a scivolamenti o inciampi con successiva caduta. Si crede erroneamente che questo tipo di eventi sia legato a fatalità, fretta o disattenzione. Non si considera invece che alla base vi possono essere problemi strutturali e organizzativi quali ad esempio il tipo e l integrità del pavimento, l ordine in azienda, l illuminazione, etc. Molte segnalazioni sono collegate alla movimentazione manuale dei carichi o a movimenti ripetitivi degli arti superiori, spesso scambiando per infortunio ciò che può essere meglio inquadrato come malattia correlata al lavoro essendo la conseguenza di una esposizione prolungata nel tempo a fattori di rischio comunque sempre presenti nella specifica attività lavorativa. ATTIVITA dello SPISAL Tenendo conto diella riduzione degli infortuni e dei cambiamenti del fenomeno infortunistico sopra descritti, la vigilanza del servizio SPISAL sarà orientata, oltre al consueto e costante monitoraggio dei cantieri, anche verso nuove attività quali: Aziende con possibili rischi derivanti da movimentazione manuale dei carichi e da movimenti ripetuti degli arti superiori. Applicazione delle normative su alcol, fumo e sostanze stupefacenti nel mondo del lavoro. Aziende con elevato indice infortunistico o con infortuni e malattie professionali gravi; in queste imprese verrà controllato se l organizzione e la gestione della sicurezza è coerente con le indicazioni del modello regionale SGS (vedi anche capitolo a pag. 11). Nuovi comparti produttivi che non sono mai stati oggetto di campagne di prevenzione. Dopo predisposizione di adeguato materiale informativo e incontri illustrativi, si passerà alla fase di controllo nel settore dei trasporti funebri. 13

14 LE INCHIESTE GIUDIZIARIE PER INFORTUNI Tecnico della Prevenzione Massimo Pomarè, referente di area, con la partecipazione degli altri operatori SPISAL Lo svolgimento di indagini sugli infortuni costituisce un'importante attività di prevenzione degli infortuni. Per garantire efficacia al lavoro di investigazione è stato attivato un flusso informativo in tempo reale (telefonata) dal Pronto Soccorso o direttamente dal SUEM per i casi più gravi (mortali o con prognosi riservata) in modo da permettere agli ispettori di recarsi tempestivamente sul luogo dell incidente. Per gli altri incidenti i Servizi di Pronto Soccorso Ospedaliero garantiscono l invio allo SPISAL della copia del certificato di infortunio entro le ore successive, via fax, in tempo reale, se la prognosi è di almeno 30 giorni. Sulla base di queste informazioni vengono selezionati i casi da indagare: infortuni mortali e gravi con prima prognosi superiore ai 40 giorni, per i quali l indagine è obbligatoria in quanto la lesione ha le caratteristiche di cui agli artt. 583, 589 o 590 del CP (lesioni personali gravi); infortuni di una certa gravità, soprattutto se nella dinamica presentavano possibili carenze antinfortunistiche nelle macchine o negli impianti; infortuni, anche non gravi, ma che si ripetono frequentemente nella stessa azienda. Oltre alle precedenti informazioni, fin dal 2010 si è attivato un flusso informativo dall INAIL per i casi di infortuni sul lavoro che, pur avendo una prognosi iniziale breve, si sono aggravati successivamente, superando i 40 giorni di assenza dal lavoro. Per tutte le segnalazioni di cui sopra, ad esclusione degli incidenti stradali e di quelli accaduti a lavoratori autonomi senza dipendenti, il Servizio procede con l inchiesta giudiziaria. L'inchiesta giudiziaria per infortunio è un attività delicata ed impegnativa e comprende l effettuazione dei seguenti interventi: primo sopralluogo conoscitivo sul luogo dell'infortunio ed eventuali sopralluoghi successivi con raccolta di documentazione, foto, schizzi e qualsiasi altra prova utile allo svolgimento dell inchiesta; raccolta di sommarie informazioni testimoniali dall'infortunato e dai testimoni; eventuali verbali d'ispezione contenenti le prescrizioni atte ad eliminare il rischio infortunistico; eventuali sequestri e relativi dissequestri; rapporto alla Magistratura. Inchieste giudiziarie Nel corso dell'anno 2012 il Servizio ha effettuato n 46 indagini complesse per infortuni gravi, di cu i 3 mortali; le conclusioni sono state le seguenti: nel 19,6 % dei casi indagati si è riscontrata una carenza delle condizioni oggettive di sicurezza di tipo tecnico o organizzativo, evidenziando una violazione alla normativa; nel 41,4 % degli incidenti si sono individuati fattori di rischio legati alla componente soggettiva del lavoratore quali disattenzione, operazione non corretta, imprudenza, etc.; nel restante 39% non è stato possibile riconoscere carenze antinfortunistiche o comportamenti errati nella dinamica degli incidenti, per la maggior parte si tratta di incidenti dovuti a cadute in piano, urti o altre tipologie di accadimento che possono essere rientrare nel cosiddetto rischio generico. L inchiesta per infortuni risponde a esigenze giudiziarie (giustizia penale), ma deve anche rispondere a criteri di efficacia, cioè la capacità di intervenire là dove ci sono situazioni pericolose ed impedire che permangano in essere situazioni a rischio. Poiché non è possibile analizzare tutti gli infortuni che accadono nel territorio, è necessario effettuare una attenta selezione dei casi da indagare. L efficacia della azione preventiva si basa proprio sulla capacità di estrapolare da tutte le segnalazioni i casi che sottendono una carenza delle misure di sicurezza, fermo restando i casi mortali e gravi che devono essere eseguiti d ufficio. Il dato che misura questa efficacia è il rapporto fra il totale delle inchieste fatte e quelle conclusasi con l individuazione di una violazione, che nella nostra casistica raggiunge il 19,6%, dato che quest anno si discosta in difetto dalla media nazionale. Nel 2012 si sono verificati 3 infortuni mortali con la seguente dinamica: - capo cantiere di una ditta di consolidamenti e disgaggi è caduto da un costone roccioso dove stava lavorando; - un socio di una ditta di trasporti è rimasto schiacciato tra la motrice e il rimorchio; 14

15 - un socio contitolare di una azienda agricola è caduto dall alto a seguito del cedimento del controsoffitto sul quale operava. I settori produttivi principalmente interessati dalle indagini per infortuni sono quelli a maggior rischio come l edilizia; tuttavia sono state numerose anche le inchieste nel terziario soprattutto per incidenti correlati a fattori di rischio di tipo generico. Inchieste giudiziarie svolte nel 2012: suddivisione numerica per comparto produttivo. COMPARTO N inchieste infortuni Edilizia 13 Metalmeccanica 4 Commercio e alberghiero 6 Agricoltura, lavori boschivi 1 Impianti risalita/trasporti 5 Legno, segherie 2 Terziario, Servizi, Pubb. Amministrazione 7 Chimico 3 Altre industrie manifatture 3 Distribuzione energia elettrica, gas, acqua 2 TOTALE 46 Altre indagini Per altri infortuni, non soggetti all obbligo del rapporto giudiziario, si sono attivate analisi di tipo diverso, per mezzo di interviste telefoniche o con l invio di questionari: tali metodologie sono meno impegnative in termine di carico di lavoro, ma utili per individuare eventuali situazioni che necessitano di ulteriori indagini e per rendere consapevoli le aziende che la vigilanza sul fenomeno è continua. E da sottolineare come si sia avuta una notevole diminuzione della tipologia di tali infortuni nel corso degli ultimi anni. Con queste strategie alternative sono stati indagati ulteriori 29 casi (inchieste brevi) e sono stati inviati 15 questionari a ditte e/o lavoratori per la raccolta di informazioni sulle modalità di accadimento dell incidente e sulla gestione del fenomeno infortunistico aziendale. Gli infortuni indagati con queste metodologie, che riguardano casi di proiezione di schegge negli occhi e di movimentazione di carichi, sono caratterizzati in genere da prognosi di breve durata e da modalità di accadimento riconducibili a carenze di misure di prevenzione primaria principalmente individuabili nella informazione, addestramento, impiego dei DPI. Nella maggior parte dei casi le risposte ottenute sono state esaurienti, dopo di che la pratica è stata archiviata, mentre negli altri casi sono stati richiesti chiarimenti integrativi e in due aziende è stato fatta l ispezione. Per il prossimo anno l obiettivo è di mantenere lo standard medio degli ultimi anni, garantendo indagini su tutti gli infortuni gravi con più di 40 giorni di prima prognosi e su quelli la cui dinamica fa sospettare una carenza di misure di sicurezza. Inoltre, anche per il prossimo anno si continuerà a monitorare il fenomeno relativo agli infortuni con pochi giorni di prognosi, inviando i questionari e sensibilizzando le aziende a riflettere sulle cause di tali incidenti, eventualmente ispezionando quelle aziende dove il fenomeno si ripete con particolare frequenza. 15

16 LE MALATTIE PROFESSIONALI Dirigente Medico Maria Teresa Riccio, referente di area Le malattie professionali sono le patologie contratte a causa del lavoro, legate cioè ai fattori di rischio presenti nell'ambiente di lavoro (rumore, vibrazioni, microclima, inquinanti aerodispersi, fattori ergonomici). La possibilità che questi fattori determinino stati di malattia è in diretta relazione con la loro concentrazione, con la durata dell'esposizione e con la diversa ricettività individuale. Il D.M. 11/12/2009 (ultimo aggiornamento) elenca le malattie correlate al lavoro per le quali è obbligatoria, da parte dei medici che, nell'esercizio della loro professione, ne riconoscano l'esistenza, la denuncia all' ULSS (SPISAL) e all INAIL competente per territorio (art. 139 del DPR 1124/65). Le suddette segnalazioni hanno lo scopo di permettere: allo SPISAL, di verificare l ambiente di lavoro sospettato di essere l origine del danno, per eliminare le eventuali carenze in materia di igiene del lavoro; all Istituto Assicuratore, di implementare l elenco delle vere malattie per le quali esiste il riconoscimento automatico di tecnopatia professionale (le cosiddette malattie tabellate di cui al DM 09/04/2008). Se il danno è imputabile a violazioni delle norme sull'igiene e sicurezza del lavoro ed assume carattere di lesione personale grave o gravissima a causa di un indebolimento permanente di un organo, vige l'obbligo di segnalazione (referto) da parte del medico certificatore all Autorità Giudiziaria, autorità che può essere individuata anche nello SPISAL, in quanto il suo personale possiede la qualifica di UPG (Ufficiale di Polizia Giudiziaria). Tutte le segnalazioni che pervengono allo SPISAL hanno una triplice finalità: 1. permettono di realizzare una mappatura delle aziende a rischio attraverso il riconoscimento dell'incidenza della patologia da lavoro; 2. permettono di programmare l'attività ispettiva nelle singole realtà aziendali; 3. attivano l azione giudiziaria. La tabella seguente illustra la progressione delle segnalazioni di sospetta malattia professionale inviate al Servizio negli ultimi 10 anni. Segnalazioni di sospette malattie professionali. Periodo TECNOPATIE Ipoacusie Dermatiti Bronco pneumo- pleuro patie Osteo-artrotendino patie Disagio 1 2 lavorativo Altro Tumori e mesoteliomi TOTALE Complessivamente il numero delle segnalazioni è diminuito, confermando il trend in diminuzione degli ultimi anni. Le denunce di tecnopatie sono state redatte nella maggior parte dei casi da medici di base e del patronato; in alcuni casi l informazione è stata fornita dall INAIL. Anche nel 2012 sono state numerose le segnalazioni per malattie osteoarticolari, confermando che ormai queste malattie rappresentano il vero problema emergente nel mondo del lavoro. Si tratta prevalentemente di problemi da disturbi muscolo-tendinei da movimenti ripetitivi degli arti superiori tipici delle lavorazioni dell occhiale, dell elettronica e della metalmeccanica, e da patologie osteoarticolari da sovraccarico biomeccanico del rachide, frequenti nelle lavorazioni dell edilizia (muratori) o della sanità (infermieri/assistenti alla persona). Continua il costante calo delle patologie da rumore, confermando che le bonifiche fatte dalle aziende negli ultimi anni producono i loro effetti positivi. Il problema continua a permanere in edilizia, proprio perché si tratta di lavorazioni rumorose difficilmente migliorabili con interventi ambientali. 16

17 LE INCHIESTE GIUDIZIARIE PER TECNOPATIE Dirigente Medico Maria Teresa Riccio, referente di area, con la partecipazione della Assistente Sanitaria Mariagrazia Smaniotto Organizzazione Per ognuna delle segnalazioni precedentemente citate, il Servizio indaga valutando, in primo luogo, se effettivamente si tratta di una patologia causata o correlata all esposizione professionale; dopodiché interviene, là dove è possibile, per eliminare o ridurre i rischi dell ambiente lavorativo, infine ricerca le eventuali responsabilità penali. Si tratta di un attività impegnativa per il personale sanitario (medico e assistente sanitaria) che ha il compito di effettuare: a) sopralluogo in azienda con valutazione del rischio lavorativo b) raccolta delle sommarie informazioni dal lavoratore; c) visita medica ed eventuali accertamenti strumentali; d) comunicazione all' A.G. ogni qual volta si è di fronte a patologie aventi le caratteristiche di indebolimento permanente di un organo di senso o di un apparato (es. ipoacusie, mesoteliomi, malattie polmonari, malattie osteoarticolari con deficit funzionale permanente, etc.). Attività svolta Nel corso del 2012, i casi di sospetta malattia professionale segnalati allo SPISAL e i casi di vere tecnopatie riconosciuti direttamente dallo SPISAL sono stati complessivamente 58; tutte sono state valutate per selezionare quelle meritevoli di approfondimento. La prima analisi è finalizzata al riconoscimento dell origine professionale. Nel 47% dei casi segnalati si sono ritrovati elementi sufficienti per confermare l origine professionale della malattia segnalata, come illustra la seguente tabella. Sospette malattie professionali oggetto di indagine. Anno 2012 Patologie Casi indagati Casi di origine professionale Ipoacusie 13 9 Osteo-artro-tendinopatie Dermatiti 6 4 Tumori e mesotelioma 3 1 Bronco-pneumo-pleuro patie - - Disagio lavorativo 2 Altro 2 - TOTALE Come si può notare nel caso delle malattie ostearticolari e delle dermatiti sono frequenti le segnalazioni improprie, cioè vengono attribuite all esposizione lavorativa malattie che invece sono originate da fattori endogeni o esposizioni extraprofessionali. Le segnalazioni di sospette malattie tumorali sono rappresentate in un caso da una neoplasia polmonare in soggetto che effettivamente aveva avuto una esposizione ad amianto, negli altri casi si trattava di tumori primitivi pleurici non riconducibili ad esposizioni lavorative. Per 27 casi di malattie professionali è stata fatta l inchiesta completa; per 10 di queste inchieste si è anche inoltrato il rapporto alla Magistratura perché la malattia aveva la caratteristiche di cui agli artt. 583, 589 o 590 del CP (lesioni personali). In nessun caso l indagine ha evidenziato violazioni alle norma di igiene e sicurezza sul lavoro Lo standard quantitativo di riferimento indicato dalla Regione, relativo al numero delle indagini per malattie professionali, stabilisce che ogni SPISAL valuti tutte le segnalazioni ed effettui le indagini giudiziarie per tutte quelle di origine professionale che hanno le caratteristiche di cui sopra. Indagini per rischio ergonomico Nell ambito di inchieste per malattie professionali, nel 2012 sono state eseguite in 2 aziende misurazioni del rischio ergonomico. Esse hanno riguardato la misura del rischio da movimenti e sforzi ripetuti degli arti superiori in 8 mansioni tipiche del comparto occhialeria. La maggior parte delle valutazioni è stata fatta nell ambito delle indagini per malattia professionale, mentre in un caso per verificare l idoneità o meno di una postazione di lavoro a seguito di un ricorso avverso il giudizio del medico competente. 17

18 AMBULATORIO DI MEDICINA DEL LAVORO Dirigente Medico Maria Teresa Riccio, referente di area, con la partecipazione della Assistente Sanitaria Mariagrazia Smaniotto L attività sanitaria dello SPISAL consiste nell evadere le richieste dell utenza, in particolare: visite mediche per idoneità lavorativa a lavoratori minorenni, certificati medici per idoneità lavorative specifiche (uso di esplosivo, gas tossici, etc.), consulenza specialistica a medici di base e/o ospedalieri e la sorveglianza sanitaria per i lavoratori ex esposti ad amianto. Attività sanitaria svolta nel 2012 VISITE/ACCERTAMENTI N Visite mediche di idoneità 48 Visite mediche a minori 1 Partecipazione a collegi medico-legali 10 Visite mediche in corso di indagini di tecnopatia o infortunio 15 Visite mediche di consulenza 25 Visite mediche per ex esposti amianto 3 Audiometrie 35 Spirometrie 31 SPORTELLO DI ASSISTENZA e ASCOLTO per il DISAGIO PSICOSOCIALE LAVORO-CORRELATO In ottemperanza all art. 6 della LR n. 8 del 22/01/2010 è stato attivato presso lo SPISAL un nuovo servizio: lo Sportello di Assistenza ed Ascolto sul Mobbing, sul Disagio Lavorativo e sullo Stress Psico Sociale nei luoghi di lavoro. Lo Sportello ha la funzione di fornire informazioni ed indicazioni sui diritti dei lavoratori e sui relativi strumenti di tutela e orientare il lavoratore verso le strutture di supporto presenti nella Regione. Il personale incaricato adotta la procedura di assistenza ed ascolto indicata dal procollo regionale, che consiste nel colloquio semistrutturato e nei questionari autosomministrati per l individuazione della condizione di disagio al lavoro. Un software dedicato elabora in tempo reale i dati dei questionari i cui risultati, insieme alle valutazioni del personale sanitario che ha condotto il colloquio, consentono di individuare le diverse situazioni e fornire al lavoratore i consigli mirati. Se si riconoscono condizioni di disagio/malessere individuale, viene consigliato l invio al Centro di Riferimento di 2 livello per la valutazione diagnostica. Attualmente è in funzione il centro diagnostico di riferimento Mobbing di Verona. Quando, invece, emergono problematiche non collegabili alla sicurezza sul lavoro, ma riconducibili ad ambiti di competenza di altri enti, il lavoratore viene indirizzato ai servizi territoriali competenti come la Direzione Provinciali Lavoro, la Consigliera di Parità Provinciale, il Consigliere di Fiducia nominato o il Comitato Unico di Garanzia (art. 21, c 4, Legge 4 novembre 2010, n. 183) nel caso in cui l utente provenga da una Pubblica Amministrazione. Nel corso del 2012 un solo lavoratore si è rivolto allo sportello di ascolto dell ULSS di Belluno. SORVEGLIANZA SANITARIA PER EX ESPOSTI AD AMIANTO La Regione Veneto a partire dalla fine degli anni 90 ha promosso un progetto di sorveglianza sanitaria per gli ex esposti ad amianto: presso gli ambulatori SPISAL (DGR 2041 del 22/07/2008) gli ex esposti possono accedere gratuitamente alle prestazioni indicate nelle linee guida regionali di cui alla L.R. 25/02/2005 n. 9. Nel nostro territorio non c erano siti industriali di lavorazione di materiali contenenti amianto, tuttavia ci sono alcune popolazioni lavorative che hanno avuto, in passato, esposizione ad amianto per aver lavorato, prevalentemente al di fuori del territorio bellunese, in ambienti inquinati da fibre di asbesto. Nel persone con esposizione pregressa ad amianto si sono rivolte al nostro Servizio per essere sottoposti al controllo sanitario e per essere informati sul rischio; agli stessi, nei casi dovuti, è stata rilasciata la certificazione di esenzione ticket per le prestazioni mirate al rischio amianto. RICORSO AVVERSO IL GIUDIZIO DEL MEDICO COMPETENTE Il D.Lgs.81/2008 concede agli interessati facoltà di ricorrere contro il giudizio espresso dal medico competente (MC) rivolgendosi all organo di vigilanza. Il giudizio espresso dell organo di vigilanza deve presentare caratteristiche di estrema correttezza nelle procedure e di grande competenza ed imparzialità nella sostanza. Per questo motivo il Servizio ha istituito un collegio medico costituito dal Responsabile dello SPISAL, dal dirigente medico del Servizio e dal Medico Legale del Servizio Igiene e Sanità Pubblica del Dipartimento di Prevenzione. Nel corso del 2012 sono pervenuti 3 ricorsi. Tutti i 3 casi riguardavano dipendenti di ditte manifatturiere (occhialeria). La valutazione medico collegiale si è conclusa in un caso con la modifica del giudizio espresso dal medico Competente, nei rimanenti 2 ricorsi con la conferma del giudizio. 18

19 IGIENE E TOSSICOLOGIA INDUSTRIALE Dirigente Chimico Stefania Peterle, referente di area, con la partecipazione degli altri operatori SPISAL Nel corso del 2012 l attività di igiene industriale ha riguardato: 1. la valutazione di efficienza e di efficacia degli impianti di aspirazione localizzata, soprattutto nelle aziende di produzione di manufatti per pressofusione di materie plastiche (polimetilmetacrilato, policarbonato, polietilene, poliammide); inoltre, in attività di saldatura (occhialerie, carpenteria metallica pesante); infine, nella produzione di manufatti in cemento. In totale sono stati effettuati circa trenta rilievi con fumogeni. 2. infine, come di consueto, una notevole quota degli interventi di igiene industriale ha riguardato il controllo del rischio amianto, sia in termini di materiali sospetti presenti in parti di edifici ed impianti, che in termini di verifica di corretta bonifica e smaltimento da parte delle ditte specializzate, che, infine, di indagini per la ricerca di siti ancora contenenti amianto. AMIANTO La L. 257/92 prevede che l Ente pubblico di vigilanza venga informato su tutti gli interventi di demolizione, rimozione o scoibentazione di materiali contenenti amianto, attraverso la presentazione di un dettagliato piano contenente le modalità di esecuzione, le misure tecniche di protezione dei lavoratori e dell ambiente, nonché le indicazioni logistiche del cantiere, dei soggetti responsabili e della data di inizio dei lavori. Il D.Lgs. 81/08, Titolo IX ha modificato in parte il regime autorizzativo: l impresa specializzata può effettuare i lavori trascorsi 30 giorni dalla presentazione del piano all organo di vigilanza. Il Servizio SPISAL valuta la documentazione pervenuta ed esprime eventuali osservazioni, tenendo presenti sia gli aspetti antinfortunistici che quelli relativi alla protezione personale e ambientale. Inoltre, il Servizio vigila sul rispetto delle procedure descritte nel piano e delle misure di protezione ed igiene, effettuando sopralluoghi e misure ambientali (rilievo di fibre aerodisperse). Nel corso del 2012 sono pervenuti 94 piani/notifiche (articoli 250 e 256 del D.Lgs.81/08) per interventi su materiali contenenti amianto. Anche quest'anno la maggior parte dei piani ha interessato la rimozione di materiali in matrice compatta, ovvero coperture in cemento amianto ( eternit ), il cui rischio principale per il lavoratore è quello infortunistico, in considerazione della fragilità delle lastre che non sostengono il peso di una persona. Nel corso del 2012 i piani di lavoro presentati per la bonifica delle coperture sono stati numerosi: molti proprietari di edifici che hanno utilizzato gli incentivi per l installazione sul tetto di impianti fotovoltaici, ne hanno approfittato per la bonifica delle coperture in amianto. Una larga fetta di questi interventi hanno riguardato aziende agricole (coperture e tettoie di stalle, fienili, ecc), ed alcune attività commerciali. In altri casi, Società bancarie e Società telefoniche di rilevanza nazionale, hanno avviato una campagna di completa eliminazione di materiali con amianto ancora presenti nelle loro strutture: soprattutto impianti tecnologici, cioè guarnizioni o impasti isolanti. Un'altra quota di lavori ha riguardato la rimozione di piastrelle in vinil-amianto in edifici ad uso pubblico (amministrazioni ed attività commerciali). Inoltre, da alcuni anni si sta completando la bonifica di componenti in amianto nelle villette del Villaggio vacanze ex dipendenti ENI da parte dei nuovi proprietari delle le villette; già da anni sono stati esaminati numerosi piani di bonifica di parti di edificio in matrice compatta (pannelli di tamponamento, piastrelle in vinil-amianto, canne fumarie); di recente, in una delle villette, è stato individuata per la prima volta, anche la presenza di pannelli divisori interni con amianto in matrice friabile (incapsulato con resina sulla superficie a vista e quindi non immediatamente individuabile come tale), che ha comportato un severo controllo delle procedure di corretta bonifica del materiale. In conseguenza di tale rinvenimento, è stata mandata una nota informativa all'agenzia immobiliare responsabile della vendita delle villette, per richiamare l'attenzione sulla presenza di tali pannelli in corso di eventuali future ristrutturazioni da parte dei nuovi acquirenti. Non potendo effettuare l ispezione su tutti i cantieri di bonifica segnalati, si sono selezionati quelli che presentavano fattori di rischio maggiori per superficie, pendenza o altezza del tetto, per l assenza di struttura portante sotto la copertura o per la vicinanza con zone sensibili (centri abitati o scuole), o infine con presenza di amianto nella forma più pericolosa, cioè friabile. 19

20 I cantieri di bonifica ispezionati hanno evidenziato, in generale, un comportamento corretto da parte delle ditte specializzate nella bonifica, con rispetto dei contenuti del piano di lavoro, mentre le carenze più significative sono state individuate a carico dell'organizzazione del cantiere, in caso di lavori di ristrutturazione importanti, con più Ditte coinvolte: in questo caso sono risultati carenti l'individuazione delle aree, la corretta segregazione del cantiere, il deposito rifiuti, il coordinamento dei lavori in caso di attività della Committenza contemporaneamente presente (es.attività commerciali). Gli interventi di bonifica di amianto in matrice friabile sono stati 3 e hanno riguardato lavori di: rimozione di materiale di coibentazione su tubazioni (impianti tecnologici) in un antico palazzo in ristrutturazione in centro storico a Belluno, cantiere rilevante per entità dei lavori (durata e numero di imprese presenti); rimozione di pannelli isolanti in matrice friabile all'interno di civile abitazione (Villaggio ex-eni); rimozione di guarnizioni isolanti nei locali tecnologici di edificio adibito a banca. In questi casi, trattandosi della forma di amianto più pericolosa per liberazione di fibre in aria, i cantieri sono stati controllati assiduamente in tutte le loro fasi: durante l allestimento, per accertarsi che venissero installate tutte le misure preventive, durante i lavori, per assicurare che le operazioni si svolgessero secondo le procedure di sicurezza, ed, infine, al termine dei lavori per controllare che l area fosse stata ben ripulita e per accertare che non residuassero fibre aerodisperse, anche attraverso misure ambientali. Gli esiti dei controlli sono stati positivi, in tutti i casi. Attività inerente il problema amianto: anno 2012 TIPO DI ATTIVITÀ N Interventi Autorizzazioni piani di lavoro e notifiche artt. 250 e 256 D.Lgs. 81/08 94 Relazioni annuali ex art. 9 D.Lgs. 257/92 22 Cantieri di rimozione di amianto compatto visitati 14 Cantieri di rimozione di amianto friabile visitati 3 Quantità di materiale compatto rimosso (tonnellate) 283 Quantità di materiale friabile rimosso (tonnellate) 5,1 Certificazioni di restituibilità 3 Campionamenti di fibre aerodisperse 3 Campioni di materiale sospetto prelevati 5 RICERCA ATTIVA DI SITI CON AMIANTO ANCORA PRESENTI Con apposito progetto triennale, la Regione Veneto ha individuato la necessità di censire, attraverso i Servizi SPISAL, tutti siti produttivi, attivi o dismessi, con presenza di amianto, in tutte le tipologie di materiali (compatto e friabile). All interno di questo censimento, una particolare attenzione viene rivolta al settore della panificazione, perché una ricerca condotta dal Servizio SPISAL di Rovigo aveva evidenziato la presenza di amianto in diverse parti dei forni di panificazione antecedenti il 1992,Per questo motivo il nostro Servizio ha avviato, nel 2012, due iniziative: 1. un primo censimento delle attività produttive e commerciali di un comune rappresentativo del nostro territorio, tramite lettera-questionario; su 140 lettere spedite, hanno risposto 95 destinatari, riferendo la presenza di amianto in 10 casi. L esperienza ha permesso di valutare l'efficacia di uno strumento come il questionario di autovalutazione che presenta molti limiti, soprattutto a causa della poca conoscenza dei materiali da parte dei proprietari degli immobili. In effetti in alcuni casi si è verificato una sottonotifica; tuttavia è stato utile aver richiamato l'attenzione delle Aziende sulla necessità di approfondire tale aspetto, che rientra nei requisiti di salubrità del luogo di lavoro e dell'ambiente esterno limitrofo (nel caso delle coperture). 2. una campagna di ricerca presso i panifici del nostro territorio. Sono stati visitati ed esaminati finora 7 forni di panificazione, privilegiando quelli in cui l'inizio attività fosse risalente a più vecchia data (perlomeno ventennale). La ricerca di materiale contenente amianto è stata rivolta in particolare ai seguenti componenti del forno: coibentante tra le mura in refrattario e la struttura metallica del forno (es: amianto miscelato con bentonite) nei forni più vecchi (prima degli anni '60); piattaforme di cottura del pane (miscela molto compatta di resina e crisotilo); guarnizioni (solitamente crisotilo): sul piede di appoggio delle porte di entrata/uscita del pane ( battivetro ) e sul bruciatore del forno e sulla porta delle biscottiere (frequenti nei forni anni '70- '80). 20

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