NATALINA INSERRA FABIO, UNA VITA SPEZZATA quando l errore medico cambia l esistenza Bonfirraro Editore 3

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3 NATALINA INSERRA FABIO, UNA VITA SPEZZATA quando l errore medico cambia l esistenza Bonfirraro Editore 3

4 2010 by Bonfirraro Editore Viale Ritrovato, Barrafranca - Enna Tel telefax bonfirraroeditore@gmail.com ISBN Copertina Elaborazione grafica Bose Giesse 4

5 Introduzione Ho voluto con tutto il cuore che questa storia venisse pubblicata. Io l ho scritta perché lo devo a mio figlio! Non è giusto che tutte le sue sofferenze siano dimenticate, e non è giusto che per gli errori dei medici, se così posso chiamarli, paghino degli innocenti. Queste storie devono essere rese note anche se, purtroppo, mi rendo conto che servirà a poco. Ma quanto meno far conoscere le sofferenze di chi cade, purtroppo, in brutte mani, e raccontare della mala sanità che, comunque, va sempre avanti come un uragano travolgendo bambini, anziani, persone di qualsiasi età, è doveroso farlo. Credo che quello che dirò non sarà nulla di nuovo, se non l ennesimo racconto di una storia di mala sanità italiana. Ma dobbiamo, comunque, dirlo sempre perché io lo devo a mio figlio e voi che mi 5

6 leggerete, alla società. Sono sicura che tante mamme avranno vissuto, come me, dolori e momenti terribili, ma mi chiedo se è giusto che le sofferenze di mio figlio, causate dall incompetenza dei medici (secondo me) laureati per un posto di lavoro, siano dimenticate? Vi ringrazio con il cuore perché vi accingete a leggere la storia di questa tragedia. Natalina Inserra 6

7 I Quando mi sono sposata avevo solo diciotto anni, ma essendo cresciuta in una famiglia umile, di sani principi quali la buona educazione, l amore per i figli, la famiglia e, soprattutto, una buona dose di altruismo, mi sentivo abbastanza matura da affrontare una vita mia, formando una famiglia. Ho incontrato un ragazzo all età di sedici anni, lui ne aveva ventiquattro. Frequentavo il primo anno di magistrale, lui mi veniva dietro da un bel po, indeciso a farsi avanti per il fatto che io fossi piccola d età. Ci siamo frequentati per un po, mi disse che non si sarebbe mai sognato di poter avere interesse per una ragazza di sedici anni. Dopo un po di tempo ci siamo messi insieme, ci siamo voluti bene da subito, ci capivamo, avevamo gli stessi ideali e soprattutto, mi diceva lui, non poteva credere che una ragazza 7

8 di soli sedici anni potesse essere tanto matura. Lasciai la scuola quando comunicai a mio padre di avere il ragazzo. Mio padre era molto all antica, dico era perché è morto molto giovane; come dicevo, mio padre mi mise davanti ad una scelta, o la scuola oppure il ragazzo. Per me la scelta fu molto decisiva, non perché non amavo studiare, anzi, ma mi ero veramente innamorata. Dopo un anno e mezzo di problemi di gelosia con mio padre, finalmente ci sposammo. Mio figlio nacque dopo un po di anni di matrimonio. Quando seppi di aspettare un bambino toccai il cielo con un dito. Furono nove mesi un po sofferti perché essendo io una ragazza molto esile, portavo in grembo un bimbo che alla nascita avrebbe avuto un peso un po particolare. Il nove giugno del 1981 cominciarono le nostre sofferenze, mie e di mio figlio. La mattina del sette giugno 1981 venni ricoverata in ospedale perché avevo sei centimetri di dilatazione. Fui visitata, dopo di che i medici decisero di farmi una lastra perché non c era ancora 8

9 l ecografia, avendo il dubbio che i bimbi fossero due. Mi ricordo che eravamo in corridoio con mio marito mentre aspettavamo il radiologo. Non sapevamo cosa fare per esprimere la nostra gioia, ridendo mio marito mi disse io penso che il corredino che abbiamo gli verrà piccolo e io risposi e lo ricompriamo. L importante che lui stia bene. Parlavamo ancora di come lo avremmo chiamato. Ormai disse mio marito dobbiamo deciderci, nostro figlio sta per nascere e non sappiamo come chiamarlo. Dopo una piccola discussione, alla fine decidemmo di chiamarlo Fabio. Nel frattempo arrivò il radiologo con la lastra. Mi disse che tutto andava bene, mi fece i complimenti e mi disse che il bambino era uno soltanto. 9

10 II Mi portarono in stanza, avevo le contrazioni, con forti dolori, ma i medici avevano finito il loro turno, veniva di tanto in tanto un infermiera dicendo che si aspettava il medico di turno; erano passate già le cinque ma nessun medico arrivava, mia madre non so quante volte chiamò l infermiera, insisteva che nessun medico era disponibile, intanto le mie sofferenze erano indescrivibili, avevo bisogno di aiuto ma il tempo passava. Sfinita gridavo aiuto ma niente, era inutile, c era solo mia madre con me che cominciò ad avere paura, passava troppo tempo senza nessun controllo medico. Mio marito fuori in sala d aspetto entrava ed usciva dalla chiesetta che era accanto al reparto. Passai una notte d inferno, verso le sette e trenta della mattina del giorno nove giugno mi si erano rotte le acque, 10

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