Enrico Chiavacci LA DISTRIBUZIONE UNIVERSALE DEI BENI

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1 Enrico Chiavacci LA DISTRIBUZIONE UNIVERSALE DEI BENI

2 Prefazione Tante cose ci passano sopra la testa, ci condizionano la vita: persone, forze, istituzioni, strutture che decidono per noi senza che noi né lo sappiamo né ce ne accorgiamo. Mentre lottiamo in prima persona per un mondo migliore, direttamente o indirettamente, coscienti o no, per le cose che facciamo o non facciamo, contribuiamo a renderlo più ingiusto. Siamo tante volte nella duplice veste del buon samaritano che soccorre il viandante e dei briganti che lo percuotono e lo derubano. Viviamo in una realtà talmente complessa che è difficile comprenderla; ma non impossibile. Mons. Chiavacci ci da una mano per capire quali sono i meccanismi che generano l ingiustizia.. non si può vivere sciaguratamente dicendo: O poverini!, facciamo l elemosina al poverello. No, i problemi sono di altra natura. E questi problemi si trovano soprattutto nelle strutture che generano l ingiustizia: la struttura economica, la struttura militare e quella della comunicazione. Nella sua relazione Mons. Chiavacci si è limitato alla struttura economica; per gli altri aspetti rimandiamo al testo citato in nota 1. Questo quaderno si compone di tre parti. - La prima riporta la relazione di Mons. Chiavacci sul tema La distribuzione universale dei beni. - La seconda è una sintesi (ci scusiamo con i lettori per i limiti che una sintesi può avere) di alcuni argomenti inerenti la morale della vita economica contenuti negli scritti di Chiavacci e che in questa relazione l autore non ha potuto approfondire. Abbiamo così creduto di fare un servizio a coloro che desiderano approfondire queste tematiche. - La terza parte, proprio per concretizzare le sollecitazioni di Chiavacci, riporta la proposta della Banca Etica che, come tante altre proposte interessanti ma ancora poco conosciute (commercio equo e solidale, bilanci di giustizia ), ci offre la possibilità di operare coerentemente con i principi di solidarietà e di giustizia. Principi che sono le fondamenta per il raggiungimento del bene comune e quindi della pace. La relazione di Enrico Chiavacci, tenuta presso il Centro Pastorale Diocesano il 22 aprile 1999, era parte di un piccolo percorso intitolato Ripensare il Giubileo, iniziativa promossa da Acli, Pax Christi, Caritas, Ufficio di pastorale sociale e del lavoro. Per la realizzazione del quaderno si ringrazia in particolare il Coordinamento Banca Etica della Provincia di Cremona. 1 Per approfondire questi temi vedi il testo: Enrico Chiavacci, Teologia Morale. Morale della vita economica, politica, di comunicazione, Assisi, Cittadella Editrice

3 LA DESTINAZIONE UNIVERSALE DEI BENI di Mons. Enrico Chiavacci professore emerito dello Studio Teologico Fiorentino Introduzione Io mi scuso di dover fare una lezione lunga ma i problemi sono estremamente complessi 2. Io rifiuto l idea di questi dibattiti in cui si parla dieci minuti e non si capisce niente di quella che è la realtà. Quindi ci vorrà pazienza. Anzi vi devo dire che la mia lezione sarà divisa in due parti. Nella prima parte della relazione di questa sera intendo esporre quale è il sistema economico globale in tutte le sue complessità e le conseguenze che questo sistema ha sulla gente. La seconda parte riguarderà una riflessione etica: che cosa il cristiano trova nella parola di Dio per poter reagire a questa situazione. Quindi esposizione di una situazione e riflessione e valutazione su quello che si deve fare, su quello che deve essere il nostro impegno. Io e l altro Quando si parla di problemi, di problemi di questa specie ma anche di impegni qualunque, principalmente di problemi morali, nell economia ma anche in altri campi (ecologia, diritti), si tratta sempre di un rapporto di me con l altro. Qualunque presa di posizione voglia io assumere in questi tre campi, deriva sempre e inevitabilmente da come io vedo l altro nei miei progetti di vita, perché io l altro lo posso vedere in due modi opposti e non c è un terzo modo. - O come qualcuno che non entra direttamente nel mio progetto di vita, ma che può essere strumento, oppure anche ostacolo, al mio progetto di vita: questa è una visione totalmente individualistica nella quale mi preoccupo di me. L altro se c entra qualcosa è solo perché mi interessa in quanto può favorirmi o ostacolarmi nella realizzazione che io prospetto di me stesso. - Oppure posso vedere l altro come parte del mio progetto di vita. Posso considerare che il mio rapporto con l altro è essenziale per il mio essere me stesso, per il mio realizzarmi. Questa è una visione completamente opposta alla precedente. Allora l attenzione all altro diventa inevitabilmente parte del mio progetto. Questa distinzione va tenuta presente, perché ci sarà utile poi in seguito. Ed è certo che questa distinzione è fondamentale in economia. Scelte morali nel campo economico Quando si parla di economia si parla di due problemi morali diversi. - Il primo potrebbe essere un problema morale individuale o privato: cosa compro, cosa vendo, cosa fabbrico (anche se fatto da Agnelli è sempre un fatto privato), dove metto i miei soldi, come li spendo (che può andare dal comprare i calzini, se li compro di lana o di cotone, fino ad arrivare a vendere l intera Chrysler per decine di centinaia di miliardi di dollari), ma sono sempre fatti privati, o una scelta di singole persone che decidono come usare il proprio denaro; - Ma ci sono anche scelte di un altro tipo, sempre riguardanti la materia economica, quindi scelte morali, di morale economica, che sono scelte strutturali. 2 Nota: si è cercato di riportare il più fedelmente possibile le parole di Mons. Chiavacci anche se in alcuni passaggi si è dovuto adattare il parlare toscano alla chiarezza espositiva del testo. 3

4 Qui bisogna stare bene attenti, perché tutta la vita economica, senza eccezione, a qualunque livello, anche se andiamo a comperare un chilo di spaghetti, è sempre un fatto che avviene all interno di una struttura. Questo bisogna tenerlo sempre presente; non è capito da tanta gente. Io posso avere il problema morale di incidere sulle strutture esistenti. Sono due compiti diversi: - uno di testimonianza di vita, di fedeltà a un certo tipo di assunzione morale nei confronti del prossimo; - l altro riguarda le mie scelte in ordine al mantenimento o alla modificazione di strutture che io mi trovo davanti già funzionanti. E questo l impegno della modificazione delle strutture esistenti. Le strutture economiche Tutta la vita economica, in tutti i suoi aspetti, avviene sempre entro un quadro di strutture. Questo bisogna avere sempre presente. Ma cosa vuol dire struttura? La parola la si usa sempre, ma non ci si rende conto del suo significato. Capita spesso oggi che si adoperino parole senza sapere che cosa c è dietro. I diritti dell uomo, per esempio. E un espressione che non vuole dire niente, perché ci sono due o tre diverse concezioni di diritti dell uomo. Occorre vedere che cosa vuol dire. Quando parlo di strutture si deve parlare di qualcosa di puramente logico, astratto. Una struttura può essere il linguaggio che uso. Un altra struttura può essere un operazione matematica. Un altra ancora può essere questo microfono. Il mio organismo è una struttura. La struttura è l insieme di elementi, non importa di che tipo, che possono essere cifre, simboli, suoni, pezzi di plastica, di sabbia, che, se presi in un certo ordine, messi insieme in un certo ordine, ciascuno acquista un suo preciso significato e ruolo. Se prendo una penna biro, la pallina che c è in cima è di metallo, può servire a fare un cuscinetto. Il gancio può servire ad agganciare qualunque cosa. Però se metto insieme tutte queste parti, viene fuori una penna biro. Sto parlando, produco suoni, ogni suono a sé stante può avere qualunque senso, o nessuno; messi insieme in un certo ordine e in un certo modo da Enrico Chiavacci, secondo una certa legge, diventano parola, diventano idea, diventano pensiero. Tutta la vita economica avviene sempre entro strutture. Anche quando vi erano i primi produttori, c era già struttura. Quando due si dovevano scambiare le merci, uno la lana e l altro in cambio il grano o il riso (baratto primordiale), si doveva dire: in che posto ci troviamo e a che ora ci troviamo, quanta roba si porta, e poi si determinerà una ragione di scambio, ecc.. Queste sono strutture. Non esiste attività economica senza una struttura. Se andiamo in un supermarket, l edificio è già una struttura. Tutto il sistema delle commesse, dei sovrintendenti, dei distributori, è una struttura. Tutto il sistema di rifornimento, attraverso TIR, treni, containers è una struttura. E ciascuno di questi elementi è a sua volta una struttura. Non illudiamoci, noi ci muoviamo e compiamo le nostre scelte economiche, sempre entro strutture già date. Struttura produttiva e distributiva Le strutture di base tradizionali erano fondamentalmente due in tutta la dottrina economica: - la struttura produttiva - la struttura distributiva (il mercato che più o meno è quasi lo stesso). 4

5 La struttura produttiva certamente è quella fondamentale, perché se non produco beni, non esiste vita economica. Ugualmente importante è la struttura distributiva, perché se io produco cose qui e ne hanno bisogno in Alaska, bisogna trovare il modo di farle pervenire in Alaska. Se produco oggi e mangio tra tre mesi, il pane che avete mangiato oggi non è colto oggi sulla spiga e poi macinato, è colto al luglio scorso. Quindi ci vogliono strutture per conservarlo, per distribuirlo. Pensare l economia come fatto libero e privato è stupido, perché di fatto avviene sempre dentro un quadro. Le strutture basi sono queste: produzione e distribuzione. Ma oggi le cose sono un po cambiate e bisogna parlare di una globalizzazione delle strutture, quindi di tutta la vita economica sul pianeta terra. Leviamoci di testa che esista un economia italiana indipendente, che abbia una sua relativa autonomia, che abbia poi dei contatti, dei rapporti con altre economie: no, l economia italiana, come quella tedesca, come quella americana, in realtà non esiste, sono solo modi di applicazione di un economia che invece si muove a livello planetario. Le strutture vere che governano la vita economica non sono mai all interno dei confini di uno stato, ma sono sempre al di sopra degli stati, delle teste degli stati ed ora ve lo spiego. Queste non sono teologie ovviamente, ma se dobbiamo portare un giudizio morale su qualcosa che non so cos è (come succede spesso ai preti), che giudizio porto? Per portare un giudizio morale bisogna sapere di che si tratta, di che sto parlando. La produzione Pensate alla produzione Oggi si produce per componenti, qualunque cosa, anche piccola. Difficilissimo che avvenga il contrario: bisogna produrre ad esempio un pollo se no si produce per componenti. Se comprate una video cassetta della Sony spesso c è scritto: cassetta fabbricata in Tailandia, nastro fabbricato in Giappone, commercializzata per l Europa dalla Sony europea che è francese, e poi c è la Sony italiana che dipende dalla Sony francese, che acquista il prodotto dalla Sony internazionale. Il prodotto è fatto perciò in parte dal Giappone, in parte dalla Tailandia e in parte probabilmente da Taiwan per alcune apparecchiature elettroniche di base. Io compro una cassetta che è fatta in Italia, in Francia, in Giappone, in Tailandia o in Taiwan. Il marchio può essere italiano, ma la produzione avviene per componenti. Ciò vuol dire che io compro le singole parti, o faccio produrre le singole parti, dove mi conviene farle produrre, nel mondo intero. Bisogna rendersi conto di questo. Per esempio: io ho un automobile, un Alfa 145. L Alfa Romeo è italiana, ma tutto il sistema di iniezione è Bosch, che è tedesco; ma tutta la parte elettronica, i microprocessori che governano tutto il sistema dell alimentazione e anche in parte il sistema di frenatura, è comprata in Cina, in Giappone, non importa dove. Quindi la produzione non è più un fatto interno a uno Stato, si produce dove conviene produrre. Pensate ad un aeroplano. Molti di voi fanno gite all estero su qualche aereo un po grosso, tipo gli M80, tipo 747, i Jumbo, gli Airbus. Questi possono essere fatti, per esempio l Airbus 720, di parti, ciascuna di queste parti può essere prodotta in un posto diverso. Se voi vedeste gli spaccati notereste ad esempio che tutta la fusoliera, dove ci sono i posti a sedere, può essere fatta addirittura in dieci parti. L Elenia può fare la parte centrale, il Giappone può fare la parte di prua, un altra fa il centro, un altra i piani di coda, un altra ancora fa un altra cosa, e così via; poi si mettono insieme tutte le parti e viene fuori l aeroplano. Come si fa a dire che quello è un aeroplano francese o americano? E impossibile, perché è fatto di tanti pezzi. 5

6 Loro diranno: perché parla di queste cose? Parlo di queste cose perché solo così si capisce la realtà in cui siamo. L ultimo aereo nato, il Boeing 777, è il primo aereo costruito interamente a computer. Hanno fatto dei disegni, messi su dischetti sui quali non c è solo la forma del pezzo che va prodotto, ma ci sono anche gli spessori, la differenza di resistenza del materiale in diversi punti. Nel dischetto c è già tutto, poi si manda il dischetto dovunque, nel mondo. Chi ha la macchina che legge il dischetto, mette il dischetto dentro e gli fa il pezzo tale e quale come è scritto sul dischetto. Hanno assemblato questo aeroplano in questo modo, col CAD (computer assisted design). Dopo aver messo insieme questo Boeing c era solo un pezzettino della semi-ala, forse 2 cm, da correggere e basta. Oggi si produce dove conviene, cioè dove la mano d opera costa meno o dove la mano d opera è qualificata per certi tipi di lavorazione. I nostri buoni industriali si lamentano di tutto, però fanno produrre fuori, in Romania, in Kazakistan, perché? E chiaro da questa tabella che vi mostro. L ingiustizia della paga oraria Ci sono i costi di un ora di lavoro di un operaio qualificato, non solo i costi salariali, anche gli altri costi (assicurativi, sociali, ecc.). La situazione è del 94, ma non è cambiata gran che. In Germania il costo globale di un ora di lavoro è intorno ai 30 dollari. Tutti i paesi industrializzati possono andare da 12, 13, 20, 25 dollari/h. Noi siamo nel mezzo insieme con gli altri: Stati Uniti, Francia, ecc. Poi c è un salto terribile, c è uno scalino che denota la spartizione dell umanità in due aree: l area ricca e l area povera. G E R M A N Y H O L L A N D J A P A N U N I T E D S T A T E S F R A N C E I T A L Y A U S T R A L I A B R I T A I N S P A I N T A I W A N S I N G A P O R E S O U T H k O R E A H O N G K O N G B R A Z I L M E X I C O H U N G A R Y M A L A Y S I A P O L A N D T H A I L A N D C H I N A I N D I A R U S S I A I N D O N E S I A $ p e r h o u r, I N V A S I O N O F T H E J O B S N A T C H E R S L a b o u r c o s t s * i n t h e m a n u f a c t u r i n g s e c t o r S o u r c e : M o r g a n S t a n l e y * i n c l u d i n g n o n - w a g e c o s t s T H E E C O N O M I S T O C T O B E R 1 S T

7 Dopo la Spagna viene Taiwan, ma Taiwan è meno della metà della Spagna. La Spagna ha 12, 13 circa (ora è un po cresciuta), Taiwan è sui 5 dollari/h. Qui c è la spaccatura, che si vedrà meglio poi in seguito, fra due umanità, quella dove un buon salario è 5$/h e quella dove 5$/h non servono a niente, non si campa. Però qui ci sono quattro paesi: Taiwan, Singapore, Sud Corea e Hong Kong, che sembra stiano abbastanza bene con 4-5$/h, però messi insieme fanno 70 milioni di persone. Una quantità trascurabile. Tutto il resto dell umanità va da 2 a 3 $/h fino a 1/2, 1/4 $/h. Nello scorso anno sono stato in tante parti e ho visto questa tragedia, ho fatto lezioni all università cambogiana di Pnompenh. Il direttore dell Istituto di filosofia prende 20 $ al mese, cifra paragonabile a quella che può prendere un operaio qualificato in Bangladesh. In Brasile, un paese più ricco, nelle città, dove i prezzi sono paragonabili ai nostri, un maestro e un professore di scuola media prendono 200 $ al mese. Dieci volte quello della Cambogia, ma un decimo di quello che prendiamo noi. Ci sono però cose che si producono solo in qualche posto. Per esempio i grossi motori per grossi aeroplani: sono solo tre le ditte al mondo che sono capaci di produrli. Chiunque vuol fare un aeroplano grosso, può essere la Cina, la Russia, l'america, la Francia, chi vuole, i motori li compra lì e sono la Pratt&Whitney, la General Electric americane, e la Rols Royce inglese. La Pratt&Wihitney ha una filiale francese. Pensate alle medicine: quelle rare possono essere trovate, scoperte, lavorate solo in 5 o 6 laboratori al mondo, e tutte le grandi case farmaceutiche vanno lì perché solo lì si sanno fare certe operazioni delicate di ricerca Come vedete il mondo è tutt uno, si produce dove conviene produrre, sia per parti sia interi pezzi. Lo stesso avviene a livello di mercato. Il mercato è mondiale. Oggi su Internet io posso veder quali sono i listini dei prezzi per rivendere, commerciare e vado a cercare dove mi conviene e quindi compro e vendo dove so di massimizzare il profitto. Questo oggi si fa continuamente, addirittura non si produce più con lo stoccaggio dei beni prodotti, ma si produce On line, cioè si produce il bene su domanda. La mia automobile due anni fa è nata così. E nata quando io ho fatto l ordine, in quel momento è cominciata la produzione della mia macchina. Non c è lo stoccaggio di molte macchine e poi si aspetta che qualcuno le comperi ma si produce via via, perché oggi il mercato permette questo. Io vado dal concessionario, lui digita qualcosa sul computer, il dato viene trasferito ai vari produttori e la macchina viene assemblata sulle specifiche precise che io volevo: colore, motore, gomme, ecc. Il silicio e i containers Tutto questo oggi è possibile perché ci sono due novità tecnologiche, che hanno rivoluzionato e sempre più rivoluzioneranno tutto il mondo dell economia. Questo è un punto su cui non molti hanno riflettuto, ma bisogna capirlo. Mi scusino se non parlo subito del Vangelo, ma se non si capisce questo cosa ne facciamo del Vangelo? Dire: date un po di soldi ai poveri ci vuol poco. Occorre vedere ciò che succede. Quindi la prima novità tecnologica è stata la rivoluzione del silicio, che ha permesso comunicazioni in tempo reale, di dati e anche di disegni, in tutte le parti del mondo, subito. Io posso sapere in questo momento preciso chi mi offre grano, a che prezzo me lo offre, quale quantità, quali navi sono disponibili per noleggiare, per portare il grano dall Argentina in Turchia, o dove mi conviene venderlo, poi, magari a metà del viaggio trovo un altro compratore che mi paga un punto di più, dirotto la nave e quella va dove io ho visto che mi rende di più. 7

8 Questo è normale, ma è possibile solo perché c è la tecnologia del silicio, cioè sabbia, che non è altro che quella dei computer che usate. Questa è una novità. Fino alla fine degli anni 70 e primissimi anni 80, non era affidabile questa tecnologia. Nel mondo finanziario, per esempio, viene introdotta dopo gli anni 80, e con difficoltà. I nostri treni più moderni hanno richiesto 13 anni per svilupparli, ma sono tutti totalmente basati sulla tecnologia del silicio, sull elettronica e informatica. Questo rivoluziona tutto, perché è chiaro che per me è tanto presente l operatore, il produttore o il venditore che c è a Hong Kong, quanto è presente quello che è a Cremona. Non c è nessuna differenza: sono lì, io ordino questo, ordino quell altro, confronto i prezzi e invece di andare alla Standa per vedere cosa costano i pomodori freschi, lo vedo su Internet e compero e vendo a seconda dei casi. L altra novità tecnologica è nel campo dei trasporti. E successo che questa disponibilità in ogni angolo del mondo, di merci, o di parti, o di componenti, di beni da produrre, ha imposto, per la loro movimentazione, la disponibilità dei mezzi di trasporto, economici, sicuri, veloci. Sono nate tante tecnologie. Qui entra in scena il discorso ferroviario e il problema non riguarda tanto i viaggiatori. Il problema europeo, mondiale (penso all Australia, al Sud Africa che stanno facendo innovazioni formidabili) è il trasporto merci. Soprattutto la novità è data dalle navi porta containers, la tecnologia dei containers. Perché io posso avere oggi navi che portano 7000 containers grossi. Se compero roba in Cina, faccio venire la nave dalla Cina fino a Rotterdam. Questa costa, ma se io divido il costo fra tutte le camicette che possono portare 7000 containers, il costo aggiuntivo unitario per camicetta è quasi nullo, trascurabile. Non è che costa di più comperare là, il costo è lo stesso, costa meno perché là la roba costa meno. Due sistemi, due novità tecnologiche: la novità tecnologica del trasporto e la novità tecnologica del silicio. Portare 7000 containers ci vuole una nave da 250 mila tonnellate, tipo petroliere. In Europa ci sono solo due porti che le possono ricevere: Rotterdam e Le Havre. Gioia Tauro e Livorno sono attrezzate per navi fino a 3000, 3500 containers. E quando arrivano a Rotterdam li mettono su navi più piccole, fanno il giro della costa francese e spagnola per distribuire il prodotto, o per ferrovia. A Rotterdam in 48 ore scaricano 7000 containers, li mettono su un treno o su TIR. E poi ci meravigliamo dell ingorgo delle strade: è naturale che ci sia. Questo però fa capire come il sistema economico sia unico. Queste grandi ditte di produzione, di trasporto, di intermediazione, di commercio, lavorano sempre a livello planetario. Ricerca e sviluppo Le cose oggi sono molto più complicate di quello che i manuali di economia avevano previsto, perché sono entrati in scena due fattori nuovi, oltre la produzione e la distribuzione (il mercato) oggi bisogna tener conto di altri due elementi della produzione che sono fondamentali: si tratta di ricerca e sviluppo, abbreviati nei giornali e riviste in R&D (Research and Development). Oggi non è che si produce perché la concorrenza si basa sulla migliore qualità a buon prezzo o a parità di qualità su un buon prezzo; oggi la concorrenza è basata soprattutto sulla novità. Io devo metterci qualcosa di nuovo. Allora c è tutto il momento della ricerca e dello sviluppo. Se da un idea originaria voglio produrre qualcosa, devo sviluppare questa idea, saggiarla scientificamente, poi cercare di vedere come produrre questo bene, provarlo, sperimentarlo, fare un prototipo, andare avanti. Oggi, per gettare una luce sul quello che succede nel campo delle guerre, sono già ordinati circa 3000 aerei da guerra, dagli Stati Uniti, al Pentagono, che saranno pronti, per la produzione in serie, verso il

9 Da noi si parla di pace, ma intanto si stanno fabbricando le armi che avremo disponibili nel E gli USA sperano di venderne 3000 al Pentagono, c è già il contratto, e altre 3000 fuori dal Pentagono. Per un totale, un budget globale, di 700 miliardi di dollari circa. I treni di cui ci lamentiamo o ci serviamo con soddisfazione, i nuovi treni, sia i pendolini sia i 500, sono treni che hanno richiesto anni di elaborazione a italiani e francesi. Né gli italiani né i francesi sono del tutto soddisfatti, ci vorrà ancora tempo per metterli a punto. Oggi il momento della ricerca e dello sviluppo è diventato fondamentale. Ci vogliono capitali enormi, non tanto per produrre materialmente un bene, ma per elaborarlo. Quindi c è un nuovo bisogno di capitali enormi, e questi capitali vengono dappertutto, non solo capitali italiani, sono capitali che possono muoversi. Io posso in tempo reale, mediante computer, spostare 100 miliardi di dollari da Hong Kong a Francoforte. Nessuno Stato può controllare, nessuno può farci niente, i capitali girano. Finanza Ecco allora il quarto elemento della catena: dopo produzione, distribuzione, ricerca e sviluppo, la finanza. Oggi il movimento dei capitali non ha niente a che vedere con la produzione. E un fenomeno a sé stante. I vostri soldi in banca, sui libretti di risparmio, sui fondi comuni di investimenti, non so dove mettete i vostri soldi ma sotto il mattone no di certo, da qualche parte li metterete, dipendono da altre grandi società finanziarie che controllano la banca di cui voi vi servite (questo servirà poi per capire il significato della Banca Etica). Queste società che controllano le banche commerciali comuni, sono società finanziarie pure, vivono solo muovendo capitali, quindi il profitto del capitale non viene dalla vendita del prodotto, ma viene da quello che mi aspetto spostando il capitale da un posto all altro. Il profitto di queste finanziarie pure viene dalla differenza che può avere di qui a qualche periodo, un mese, 15 giorni, il valore di un azione, di un titolo, in un posto piuttosto che in un altro. Se io ho un titolo che qui mi rende il 3,4% e vedo che dalla parte opposta della terra, a Seul, a Hong Kong, può rendermi il 3,7%, io prendo 10 miliardi di dollari, un miliardo, quello che volete, ed in un minuto li trasferisco là. Vendo qua e compro là. Queste grandi finanziarie traggono profitto esclusivamente dal movimento del capitale. Fino a poco tempo fa il profitto veniva dalla produzione: io produco bene, vendo cose buone e traggo profitto. Questo avviene a livello di industrie che producono, ma non a livello di capitali. Le industrie che producono dipendono totalmente da chi manovra il capitale, perché senza capitali non produco niente. Quindi il mondo della finanza oggi è totalmente distaccato, non ha niente a che vedere con la logica della produzione. Il mondo della finanza gira cercando la massimizzazione del valore di un azione, o dell investimento di qualche cosa. Che poi si produca o non si produca, questo non ha alcun interesse. E bene averle ben presenti queste cose. Questo è il quadro: la vera logica di fondo, da cui tutto dipende, è la massimizzazione del profitto del capitale finanziario. Non c è altro. Voi credete di essere liberi nel fare i piccoli esercenti, nell avere una banca, un industria, ma siete liberi fino ad un certo punto, perché se decidono che non hanno più interessi finanziari a sostenervi, anche se producete bene e vendete bene vi mollano. Quante ditte di grande valore, con portafogli d ordini ricchi, con alti profitti alla vendita del prodotto, sono state fatte fallire perché conveniva a chi controllava i capitali. Si guarda alle azioni e non a cosa si produce o come si produce. 9

10 Questa è la parola d ordine oggi delle grandi finanziarie (non delle piccole): quello che interessa è esclusivamente il valore finanziario delle imprese a cui noi diamo i soldi, cioè il valore delle azioni sul mercato, che non ha niente a che vedere con la bontà del prodotto. Purtroppo bisogna riconoscere che anche ditte che producevano cose buonissime, eccellenti, oggi producono le stesse cose e le fanno male, perché non hanno più interesse a fare le cose bene. Hanno solo interesse per la quotazione di borsa di questo o di quel titolo. La distribuzione della ricchezza nel mondo Qual è il risultato? Ci fermiamo su una tabella: cercherò di leggerla nel modo migliore possibile. Questa tabella costruita da me l anno scorso (è del 1998) è aggiornata ai dati disponibili del 98. Nella prima colonna si vedono alcuni paesi rappresentativi di aree diverse del mondo. Un primo gruppo sono paesi altamente industrializzati: Italia, paesi dell Unione Europea, Giappone, Usa. Poi ci sono due esempi in Europa orientale, ma non ci interessano. Poi vi sono quattro paesi: Messico, Brasile, Perù, Cuba rappresentativi dell America Latina. Segue un gruppo di paesi, scelti a caso perché tutti non è possibile, rappresentativi dell Africa. Infine c è il gruppo dei paesi asiatici. Sono aree diverse del mondo, ognuna ha le sue caratteristiche, le sue tragedie, le sue difficoltà. GLOBALIZZAZIONE ECONOMICA 1998 RICCHEZZA, POVERTA SVILUPPO PAESE PIL(1) Vita Media (2) Mortalità infantile(3) Alfabetizz. Primaria(4) USA W76/ B-71 (5) 8 85 Giappone Unione Europea Italia Russia Rep. Ceca Messico Brasile Perù ? Cuba Sud Africa Egitto Etiopia Nigeria Niger Uganda Cina India Cambogia Vietnam ? Indonesia Tailandia Sud Corea Bangladesh Fonte: Britannica World Data 1998 ( Encyclopaedia Brit. Yearbook 1998) 1. Prodotto interno Lordo annuo pro-capite espresso in USD 10

11 2. Attesa media di vita (media fra maschi e femmine) 3. Mortalità infantile nel primo anno di vita su nati vivi 4. Percentuale popolazione alfabetizzata (anche minima) e percentuale bambini che non finiscono la scuola primaria (Fonte UNDP 1997) 5. In USA viene data indicazione separata fra bianchi (W) e popolazione di colore (B) La prima colonna numerica accanto a ciascuno di questi paesi, rappresenta il P.I.L. (Prodotto Interno Lordo), o P.N.L. (Prodotto Nazionale Lordo) che non è la stessa cosa, ma ai nostri fini non c è differenza sostanziale. Questo indicatore è fondamentale, perché non ha niente a che vedere col reddito delle famiglie, ma, stiano bene attenti, ha a che vedere con la ricchezza prodotta in un paese in un anno: quanta ricchezza si produce in un paese in un anno divisa per il numero degli abitanti. Questo non ti dice quanto guadagnano, ti dice quanta ricchezza è mediamente disponibile per abitante in un certo paese. Poi potrà essere distribuita in maniera più o meno giusta (questo è un altro discorso), potranno oscillare prezzi, ecc., ma il punto importante è vedere quanta ricchezza si rende disponibile in un anno, in un paese, espressa in dollari, divisa per il numero degli abitanti. Il prodotto vuol dire tutto. La lezione mia di stasera è già un prodotto perché dovete comprarlo, dovete pagare il biglietto del viaggio, io devo campare, non è che vivo d aria. Le lezioni a scuola sono un prodotto. Prodotto vuol dire tante cose: è tutto quello che comunque viene prodotto. Per esempio, si somma il prodotto di un azienda che inquina, più il prodotto dell azienda che va a disinquinare ciò che è inquinato. C entra la giustizia, c entra la scuola, c entra tutto. Comunque e qualunque bene si produca in un paese in un anno, espresso in dollari, diviso per il numero degli abitanti: questo è l indicatore globale della ricchezza disponibile. Come viene usata poi è un altro discorso. Noi vediamo che il gruppo dei paesi altamente industrializzati, può oscillare fra 19 e 38 mila dollari anno a testa. Noi siamo, coi dati disponibili nel 98, che poi riguardano il 97, a , saremo un po sopra oggi. Mediamente l Unione Europea è attorno ai dollari anno (fra 20 e 30 mila) a testa disponibili. Se vado nell America Latina io vedo un oscillazione fra 1600 e 3600; c è anche di peggio, non c è di meglio. Come vedono è un decimo esatto di quello che abbiamo noi come ricchezza disponibile. L America Latina globalmente vive con un decimo della ricchezza prodotta nei paesi altamente industrializzati. Un decimo è tanto, è una grande differenza! Se voi guadagnate due milioni, là sono 200 mila lire. Questo è anche il rapporto normale del professore di scuola media. Il dato risponde abbastanza bene. Quindi qui c è già a un salto. Quel salto che avevamo visto prima nel costo dell ora di lavoro, lo ritroviamo qui: qui c è il salto fra due umanità: - paesi altamente sviluppati - paesi in via di sviluppo (è un modo di dire, perché spesso sono in via di arretramento). Se andiamo in Africa, se si toglie il Sud Africa che è a livelli di America Latina perché ha tutte le strutture europee, gli altri paesi africani, specialmente quelli sub-sahariani, sono mediamente tutti sotto 1000, ma i sub-sahariani sono tutti fra 100 e 300 dollari/anno. Non si arriva mediamente nei paesi sub-sahariani ad una ricchezza disponibile di un dollaro al giorno. Dobbiamo pensare alla tragedia di quest area del mondo in cui la ricchezza è questa e non c è altro. Facciamo una zumata su questi paesi africani, perché si fa presto a dire che c è la fame nel mondo, ma occorre capire cosa ci sta dietro. Bisogna ragionarci un po sopra. 11

12 Questi paesi dell Africa sub-sahariana sono tutti fra 100, 110, 150, 220 dollari/anno di ricchezza disponibile pro capite, che non è quello che hanno disponibile come reddito familiare, perché lì sono comprese tutte le spese globali: spese militari, mangiamenti politici, ecc. La gente deve vivere mediamente con un terzo di dollaro al giorno, un quarto di dollaro al giorno per tutti i bisogni possibili e immaginabili. Poi vi meravigliate se vedete gli eritrei, i nigeriani a lavare vetri ai semafori delle città, ma per loro è già una ricchezza enorme. Il mio lavavetri favorito a un semaforo a Firenze se piglia solo dieci persone che gli danno 1000 lire, diecimila lire al giorno per loro sono cifre indicibili, sono ricchezza. Se andate in Asia la storia è più complicata, perché l Asia non è un continente, è solo nella nostra mentalità europea che diciamo Asia, in realtà è fatta da tante realtà diverse. Però si vede che, salvo la Tailandia, Sud Corea, Singapore, Hong Kong, il resto è sotto i 1000 dollari. Ma se guardano l India e la Cina messe insieme, sommate, siamo più di 2 miliardi di persone, più di un terzo dell umanità intera, mediamente devono vivere con dollari all anno. In Cambogia sono 270 dollari all anno. La seconda colonna numerica dà l attesa media di vita, che da noi si attesta sopra i 76 anni (quando uno nasce mediamente vivrà 76 anni, fatta la media tra uomini e donne, perché le donne vivono di più). Saranno anche il sesso debole ma dappertutto durano di più. Quindi maschietti mettetevi il cuore in pace, tanto morirete prima voi. Se andiamo in America Latina l età media di vita è paragonabile a quella europea solo a Cuba, il resto è sempre sotto i 70 anni di parecchio. In Brasile, paese ricchissimo, 61; in Messico 69, in Perù 66. Se andiamo in Africa, arrivare a 50 anni è già un miracolo. La stessa media di vita nell Africa sub-sahariana può andare da 49 a 45. In Sud Africa 57. Il resto è quasi tutto sotto 50. Per loro arrivare a 50 anni, è andata bene, meglio che a me che sono a 73 anni o quasi. Se andiamo in Asia le cose non cambiano molto, la stessa media di vita oscilla fra 71, 59, 53, in Bangladesh, Cambogia 53. Pensino a queste realtà. Prendiamo la mortalità infantile, terza colonna numerica: per definizione indica quanti bambini su 1000 nati vivi, muoiono nel primo anno di vita (ne muoiono anche subito dopo l anno, ma è per avere un dato uguale per tutti) non importa per quale ragione. Nei paesi ricchi siamo tutti fra i 6-7, con un vergognoso 8 per gli Stati Uniti (c è una ragione e la vedremo). La media europea è 5,6. L Italia ha 6,5. Se andiamo in America Latina, solo Cuba è a livello europeo: 7,3, gli altri hanno Il Brasile, paese ricco, il più ricco dei paesi dell America Latina come prodotto interno lordo, ha 55 bambini che muoiono nel primo anno di vita su 1000 che nascono. Nell Africa sub-sahariana si supera quasi dappertutto i cento, cioè il 10% dei bambini che nascono, muoiono nel primo anno di vita. Non in tutti, ma in molti paesi asiatici è lo stesso. La tragedia della famiglia umana Qui siamo di fronte a una tragedia. Vediamo in questi giorni i profughi nei Balcani, fanno commozione, fanno tenerezza, fanno rabbia, ecc., ma voi dovete capire che la maggior parte della famiglia umana vive in quel modo, non perché c è una guerra in quel momento, ma come condizione normale di vita. A San Paolo del Brasile ci sono almeno 2 o 3 milioni di persone (ho parlato con il Governatore dello Stato di S. Paolo nel novembre scorso) che vivono senza neanche una baracca, nella tenda, vivono sotto i ponti delle autostrade. In Bangladesh la gente vive in baracche senza luce elettrica, non si sta in piedi. 12

13 Quello che io vedo in queste scene drammatiche di questi giorni (i profughi del Kosovo), lo confronto immediatamente con quello che è la normalità dei bambini, dei poveri, della grande maggioranza della famiglia umana. Così vanno guardate le cose. Questa è la prospettiva. Solo chi ha vissuto, chi c è stato in questi paesi, lo sa che cosa vuol dire essere poveri. I missionari riferiscono ciò che succede; questi dati sono più freddi, meno emozionanti, ma sono ben più indicativi della singola immagine del povero bambino della periferia di Nairobi. Questa è la realtà: l umanità vive in questo modo. Il modo come vivono gli sfollati, i rifugiati, gli scacciati, i perseguitati in questo momento, in Serbia o lì vicino, è il modo come vive la maggior parte della famiglia umana. E nessuno fa guerre, o si scandalizza, stanno tutti tranquilli. Questo è il punto importante da capire: siamo ad un punto in cui non si vede niente che tenda a migliorare la situazione. Non c è nessun segno, nessuna operazione, nessuna agenzia internazionale, nessuna autorità che tenda a modificare questa struttura globale economica del pianeta terra. E noi viviamo su questa struttura, quella che produce questi risultati. Anzi: tutto fa vedere che le cose vanno a peggiorare. Due flash appena: il primo è la produzione di cibo (dato dall Economist del 1996) per abitante nelle varie aree del mondo. E vero che in pochissimi paesi emergenti dell Asia a partire dal 1960, che è l origine di riferimento, la variazione della produzione di cibo pro capite è positiva. La media mondiale, è la seconda linea partendo dall alto, è salita abbastanza. Ma la produzione di cibo delle parti più povere, cioè dell America Latina, è salita un poco, ma meno della media mondiale. La forbice si è aperta. Se vado nella parte poverissima del mondo, l Africa sub-sahariana, questa è scesa in assoluto, costantemente in valore assoluto: si produce meno cibo pro-capite (dipende dalla crescita della popolazione, per altre ragioni anche, ma questa è la realtà). Vuol dire che non c è da mangiare. Per comperare il cibo all estero ci vogliono dollari, per comprare dollari bisogna vendere cose che non hanno e quindi si mangia meno e si muore di più. La prospettiva non è allegra, è che non c è niente all opera che tende a modificare questa situazione planetaria. Tutte le strutture economiche, finanziarie esistenti, tendono a mantenerla e non hanno nessun interesse a modificarla, ovviamente. Chi avrebbe interesse a modificarla non ha nessun strumento per farlo. 13

14 A questo si aggiunge un altro elemento. Mi rincresce rattristarvi ma bisogna che vi rattristi, perché non si può vivere sciaguratamente dicendo: O poverini!, facciamo l elemosina al poverello. No, i problemi sono di altra natura. La tabella seguente è stata preparata da me e dal demografo di Firenze Livio Bacci quando ci fu la conferenza del Cairo sulla demografia. Basta che guardino i dati delle ultime due righe: paesi sviluppati e paesi cosiddetti in via di sviluppo. Nel 1990, penultima colonna, i paesi sviluppati rappresentavano il 22,9% della popolazione terrestre, i paesi non sviluppati il 77,1%. La proiezione di qui al 2025, a 30 anni da quando abbiamo fatto il lavoro per il Cairo, tenendo conto che la parte povera si sviluppa più velocemente della parte ricca è questa: nel 2025 la proiezione, calcolata basandoci su una riduzione della crescita demografica dei paesi poveri ed una stabilità dei paesi ricchi, una proiezione cauta (può darsi che vada peggio), è questa: 16,6 % della popolazione mondiale apparterrà ai paesi sviluppati, l 83,45 ai paesi non sviluppati. Cioè 15% ricchi, 85% poveri. Oggi sappiamo che noi apparteniamo al 20% della popolazione mondiale che sfrutta l 80% della ricchezza disponibile. Questo è un dato conosciuto da tutti. La prospettiva per il futuro è terribile. Questa è una sfida alla coscienza umana e cristiana. Perché qui si ha una violazione globale, profonda di tutto quello che è la dignità della persona umana, della stessa idea di diritti dell uomo che non ha più nessun significato ormai. In queste condizioni che volete dire! Ecco questa sfida morale, come si presenta e come può essere raccolta dal cristiano. Popolazione negli anni 1950 e 1990 e previsione per il 2025 Popolazione in milioni Variazione annua % Distribuzione % ANNI Africa ,7 2,6 8,8 12,1 18,7 Asia ,0 1,3 54,7 58,9 57,8 Europa ,6 0,2 15,8 9,6 6,4 America ,5 1,3 6,6 8,3 8,3 Latina Nord America ,3 0, ,2 4,3 Oceania ,8 1,2 0,5 0,5 0,5 Ex URSS ,2 0,6 6,9 5,3 4,1 Cina ,8 0, ,2 India ,1 1,4 14,2 16,0 16,5 Paesi sviluppati ,9 0,4 33,1 22,9 16,6 Paesi in via ,2 1,6 66,9 77,1 83,4 di sviluppo Mondo ,9 1,

15 Fonte: Nazioni Unite, World Population Prospects, New York, Nota: Per le previsioni al 2025 = variante media. Una situazione strutturale di peccato Ora dobbiamo capire che la situazione che prima vi ho illustrato è stabile, cioè strutturale. Se ci riferiamo ai profughi della guerra, vediamo una miseria congiunturale, legata cioè ad un preciso avvenimento, la guerra, che crea del disagio per alcuni anni, in un arco di tempo limitato. La situazione di cui vi ho parlato prima, invece, ha carattere strutturale, cioè non cambia. Ora si dice che questa situazione è inevitabile, che tutto è regolato dalle sacre leggi dell economia, o che è benefica perché le leggi del mercato sono come una mano invisibile che pian piano distribuisce a tutti qualcosa, per cui fa star meglio tutti. Non è vero né l una né l altra cosa. Non sono sacre le leggi dell economia perché sono leggi basate sul principio che l uomo cerca sempre di massimizzare il proprio vantaggio economico. E questo chi l ha detto che è sacro? L abbiamo inventata noi questa idea dell homo oeconomicus. L altra idea della mano invisibile del mercato non si vede un gran che, perché i dati dal 1980 a oggi non sono cambiati se non in peggio. Nel 1980 con il rapporto Brandt, il rapporto dell ONU del 1980 in cui nacque l espressione nordsud, siamo a 19 anni fa, dava più o meno gli stessi dati che si hanno al giorno d oggi. C era una possibile uscita dalla situazione, ma nessuno l ha mai provata. La situazione è ferma sotto questa mano invisibile del libero mercato. Che se le cose vanno male o perché il mercato non è libero abbastanza, o perché i governanti sono cattivi, o perché la gente è cattiva e non ne ha voglia di lavorare. Sentiamo tutti i giorni: Fannulloni, noi si lavora e loro stanno senza far niente. Queste sono sciocchezze, non c è niente di vero in tutto questo. Il mercato come fu pensato poteva anche avere una sua logica, ma fu pensato per un solo paese l Inghilterra, alla fine del 1700, quando c era meno di 20 milioni di persone, il principio di cercare di arricchire ciascun per sé, perché tutti staranno meglio, principio oggi dominante nel mondo finanziario, è un principio che fa ridere perché se mettiamo a confronto sullo stesso mercato il Ghana e gli Stati Uniti è evidente che chi è sempre sconfitto è il più debole. Il mercato nella visione dell economia classica di Adam Smith e di David Ricardo che non erano sciocchi come sono invece i cronisti attuali, il mercato per loro era un mercato ipotizzato quasi perfetto. Cioè un mercato in cui si fissa autonomamente un prezzo che risponde ai bisogni di chi vende e di chi compra per cui viene spontaneo questo equilibrio tra queste due esigenze e si fissa un prezzo di mercato. Nessuno da solo deve essere tanto forte da poter da solo modificare il prezzo che trova sul mercato. Questo era il principio classico. Siccome oggi ci troviamo nelle condizione in cui ogni paese del mondo è nello stesso mercato sullo stesso piano, sia con debolezze spaventose che con ricchezze spaventose, tutto il discorso del mercato libero crolla, non vale più, assolutamente nulla. Col libero mercato in vent anni non abbiamo cambiato assolutamente niente, anzi le condizioni dei paesi dell Africa, ad esempio per la produzione di cibo, sono peggiorate. Questa è una violenza indicibile, perché porta con sé una serie di conseguenze. Lo accennerò appena. La massimizzzione del profitto 15

16 Se si investe il capitale esclusivamente per massimizzarne il profitto, il profitto sul mercato dei capitali, non interessa che cosa si produce (chi investe non sa né vuol sapere a cosa servirà il suo capitale) perché interessa solo che si massimizzi il profitto. E questi investimenti sono, purtroppo, tante volte a breve termine, tre, sei mesi massimo, perché chi investe, ad esempio nei fondi comuni, vuol vedere subito gli interessi altrimenti molla l operazione. Nell area finanziaria devono giocare sulla massimizzazione del profitto nell intermediazione tra capitali, questo è il punto che va capito. Questi capitali girano al di sopra delle teste della gente in quantità spaventosa. L ultimo dato che ho visto sull Economist, liberista e quindi non sospetto, dice che ogni giorno si muovono sulla faccia della terra qualcosa come migliaia di miliardi di dollari, ogni giorno per 24 ore al giorno. Per cui si fanno i turni anche di notte per seguire le borse. Tutti ormai sono presi da questa frenesia. Fate quasi tenerezza. Vien da ridere perché i soldi ve li levano o ve li danno se fa comodo a loro, non a voi. Questo porta ad un enorme concentrazione del capitale, lo vediamo tutti i giorni. Succede anche in Italia: si fondono Breda Ansaldo, due ditte che ormai formano un solo gruppo, la Boeing ha comperato la McDonnel Douglas, e così via. Potrei farvi infiniti esempi di queste concentrazioni in tutti i settori, in tutti i paesi. Anche nella comunicazione di massa c è una corsa che procede sempre più velocemente. Sono tutti capitali mescolati insieme, sono centrali di capitale spaventose che producono solo per un dividendo e un utile. Che cosa producono? Danno capitali a chi produce quello che conviene produrre, che può essere: armi, droga. Per loro questo non vuol dire niente. Che cosa credete che le armi che ci sono in Kosovo, in Serbia, in Albania, in Croazia, le fabbrichino loro? O tutte quelle che hanno in Africa, tutti hanno in mano un mitra in Africa, le costruiscano loro? Non hanno le strutture per costruire nemmeno una pallottola. E tutta roba nostra. Noi del mondo ricco vendiamo armi e addirittura l 86 % dell esportazione di armi dei grandi paesi produttori come Italia, Francia, Germania, Stati Uniti, Inghilterra, va ai paesi poveri del mondo (secondo le ultime stime pubblicate sul Settimanale del clero del 26 febbraio). Vendiamo loro armi perché ci conviene. E ci mettiamo capi, generali, dittatori perché facciano i nostri interessi. Lo stesso Pinochet fu messo su dagli americani. Così la guerra in Africa fra Hutu e Tutzi, è stata per interessi economici tra gruppi francofoni e gruppi angloamericani. Si può produrre qualunque cosa, medicine per esempio ma solo quando conviene produrle. Se i ricercatori di una grande ditta farmaceutica scoprono un farmaco migliore di un altro che già c è sul mercato, loro li fermano, la ricerca si blocca. Prima c è da vendere quello che c è già sul mercato. La salute della gente è l ultimo pensiero che hanno. C è una logica perversa: si produce ciò che conviene produrre dal punto di vista del profitto e del capitale che si muove, e basta. Per chi si produce? Per chi ha quattrini; per chi non ha quattrini non si produce. Produzioni di beni a basso costo, anche se urgenti, non si producono perché non danno profitto. Forse la Cina, perché ha un miliardo e duecentomilioni di persone. E talmente vasto il mercato che se anche produco a basso costo, conviene. Alcuni anni fa a Washington, in una conferenza sulla bioetica nelle varie aree culturali, si discuteva sul problema della fecondazione in vitro. Il direttore di un ospedale della Nigeria disse: Voi mi fate ridere, perché discutete di queste cose, sì importanti, ma io non ho i soldi per acquistare gli antibiotici per il mio ospedale. Non per le farmacie, perché non esistono, ma neanche per l Ospedale centrale. Mancano anche i soldi per comperare gli antibiotici! 16

17 E un tentativo di fecondazione in vitro, in America costa dai 55 ai 60 mila dollari, cifra da annegare di antibiotici l Africa. Però si fanno queste belle cose perché queste danno profitto, le altre no. Il problema del lavoro Pensate al lavoro: voi vi lamentate della disoccupazione, ma c è perché si vuole che ci sia, perché se tentiamo di ridurre il numero di chi lavora, aumenta il profitto, rimangono più soldi per altre cose, cioè per il profitto. Quindi si investe, questo ancora gli analisti non l hanno capito bene, per creare disoccupazione e non per creare occupazione. Gli investimenti creano occupazione solo in qualche caso, perché altrimenti si investe per poter lavorare con delle macchine che potrebbero eliminare gran parte della forza lavoro. Grandi concentrazioni di capitali sono mirate a grandi economie di scala per cui si può benissimo tagliare la forza lavoro del 20, 30, 40% ottenendo gli stessi risultati. Quindi oggi gran parte degli investimenti sono mirati a poter comprare macchine per poter creare disoccupazione, il che è sempre conveniente, perché creare disoccupazione vuol dire poter ridurre i salari. Quando uno è morto di fame lavora anche per quattro soldi. La grande bandiera americana è questa: noi creiamo posti di lavoro! E vero che creano occupazione, ma sono posti in cui prendono 5 dollari all ora ad andar bene, senza assicurazioni, senza nessuna garanzia sindacale, con la possibilità di essere licenziati sul momento senza nessuna difficoltà. Vengono assunti a tempo senza nessun sistema di sicurezza, nessun sistema sanitario. Se uno non ha i soldi non si cura. L unico paese al mondo in cui faccio un assicurazione sulla salute prima di andarci sono gli Stati Uniti. Per chi si produce? Per chi ha i quattrini. Perché si produce? Per creare occupazione? Neanche per sogno: per creare disoccupazione; e per massimizzare il profitto bisogna per forza sfruttare il lavoratore al massimo possibile. Per cui i lavoratori anche qui in Italia vanno a lavorare con la febbre, per non perdere il posto di lavoro fanno qualunque cosa, fanno straordinari. Il lavoratore che rifiuta di fare lo straordinario, anche quando ha ragione di farlo, per esempio il pilota o il macchinista, che non vuole guidare troppo stanco, alla prima occasione lo buttano fuori. Questa è prassi normale. Così le donne non devono rimanere incinte. Quindi anche chi lavora lo fa in queste condizioni, perché lo scopo è sempre e solo quello di massimizzare il profitto del capitale investito, non c è altro. La violazione sistematica dei diritti umani Quindi c è la violazione di tutti i possibili diritti dell uomo, siamo di fronte a una tragedia molto superiore a quella che possiamo percepire giorno per giorno, dobbiamo renderci conto di questo. Questa violenza sull occupato, violenza sul disoccupato, violenza sui poveri, perché non si produce per loro. Nell Africa sub-sahariana la persona non esiste, dal punto di vista del sistema economico planetario. L Africa sub-sahariana non esiste, perché siccome non ha infrastrutture, strade, ferrovie per portare il prodotto delle miniere sulla costa, non ha una scuola per avere mano d opera qualificata, non conviene investire. L Africa vive solo di soccorsi ed elemosine. Ogni settimana ci sono prospetti, indicatori economici dei paesi poveri del mondo dove si vede che l Africa subsahariana non esiste. Sui dati fondamentali dei principali paesi del mondo qualche volta appare il Kenia, perché fa parte del mondo anglosassone. 17

18 L unico luogo dove si trovano tutti i dati è l Enciclopedia universale britannica che ogni hanno viene aggiornata e da cui ho tratto le tabelle che vi ho fatto vedere prima. Siamo in una condizione di disumanizzazione totale che sembra irreversibile e sembra che oggi sia pacificamente accettata, come la migliore possibile situazione per noi e per il mondo intero. Oppure, accettata con rassegnazione. Un teologo americano, M. Novak,, sostiene che in questo mondo, il capitalismo liberista è il vero modo di attuare il Vangelo, perché si dà la libertà a tutti. Ma uno che non ha da mangiare, l unica cosa che lo preoccupa è cosa mangia domani, non doman l altro, ma domani, che libertà ha? Ditemelo voi! Il Concilio Vaticano II insegna che un minimo di dominio sui beni terreni è come un prolungamento del diritto di libertà (GS 71), perché la persona umana non può essere persona, vivere e scegliere qualcosa, se non ha la possibilità di scelta. Quando andate a fare il turismo nei paesi poveri non fermatevi all Agenzia, ai pullman dell agenzia, andate a vedere sul serio, in qualche casa di missionari, la realtà vera, i mercati dove vanno i poveri a comperare le cose. E sono sempre quelli, perché i poveri non possono fare spesa per tre o quattro o cinque giorni, prima perché non hanno soldi, e poi perché non hanno il frigorifero. Noi si dice: bene si fa la spesa per una settimana. Ma in un paese caldo devo comperare le cose tutti i giorni. Ho visto una donna nel mercato popolarissimo che comperava 25 grammi di carne, 25 grammi di carne! Di fronte a questo siamo davanti ad una situazione disastrosa e occorre ritornare al Vangelo. Il messaggio evangelico Se torno al nucleo del Vangelo, trovo cose completamente diverse. Non bisogna dire che erano altri tempi, oggi sono tempi diversi, tutto va bene, col sistema del libero mercato. Un momento. Ricordate quando Gesù è invitato a cena dal Fariseo, e questi si accorge che i suoi discepoli non fanno le abluzioni, e gli viene chiesto come mai i suoi discepoli non fanno questi gesti di purificazione. Gesù risponde: Ipocriti, voi farisei lavate l esterno del piatto, date quello che c è nel piatto ai poveri e tutto sarà puro per voi. Cosa vuol dire questa espressione del Signore, cosa vuol dire avere purezza davanti a Dio? Non è la purezza rituale: Date quello che avete, quod super est, il latino traduce bene. Chi sa il latino può capire bene il trucco a cui abbiamo assistito. Il greco dice: le cose che sono nel piatto, oppure quello che possedete. Il latino giustamente dice super est, quello che c è sopra date ai poveri. Poi abbiamo cucito insieme in quello che avanza datelo. Ma questo non è esatto. Il Vangelo non dice di dare quello che ci avanza, ma dice: quello che abbiamo. La vedova al tempio dà gli spiccioli, ma il Signore dice che dà più di tutti, perché loro hanno dato del loro superfluo, e questa ha dato tutto quello che ha. Così la parabola dell amministratore infedele (Lc 16): una tragedia per i parroci che devono commentare questa parola del Vangelo dove il Signore loda l amministratore infedele. Il Signore commenta la parabola, lodando l amministratore infedele: Se non siete fedeli nella ricchezza ingiusta, chi vi darà quella vera? E se non siete fedeli nella ricchezza non vostra, chi vi darà quella vostra?. Il Signore introduce due idee: ricchezza vera e ricchezza vostra. Le ricchezze del mondo non sono ricchezza vera, non sono vostre, la vostra ricchezza è il Signore, la ricchezza del Regno. Questa è la vera ricchezza per voi. Un cristiano non può desiderare di più perché di più, sarebbe idolatria. La nostra ricchezza è sempre e solo il Signore e il suo Regno. Il Regno di Dio è regno di pace, di giustizia, di amore, di condivisione. Ecco il senso del Giubileo. 18

19 Quindi si deve annunciare il Regno. Non posso annunciare il Regno accettando la situazione che vi ho descritto. Paolo, con il suo catalogo dei vizi per cui non si entra nel Regno dei cieli, pone sempre una parola che in greco vuol dire avidità ed avarizia, cioè sta per: voglio avere di più e non dare generosamente. Questi sono due peccati per cui non si entra nel regno dei cieli. Dico: stiamo attenti a queste cose che non sono di poco conto. Nella prima lettera di Giovanni al cap. 2 si dice: E esclusa dall amore del Padre la concupiscenza degli occhi, la concupiscenza della carne, la superbia della vita. La traduzione vita qui è sbagliata, perché bios non vuol dire vita ma ricchezze. La traduzione corretta sarebbe l arroganza della ricchezza. Quando uno è ricco dice: ecco io ho già tutto. La ricchezza esclude dal Regno e la superbia della ricchezza vuol dire avere di più e star bene perché è di più, come nostro scopo e così abbiamo conseguito la nostra sicurezza di vita. Noi cattolici, anche i protestanti e ancora peggio forse, abbiamo centrato il problema della morale economica sul non rubare, ma nel Vangelo, si parla anche di non rubare; ma, soprattutto, si parla del mio rapporto con i beni terreni. A che mi servono i beni terreni? Mi servono solo per camminare verso il Regno. Mi servono per far del bene, per aiutare l umanità ad andare avanti. Questo è l unico significato che possono avere per me i beni terreni: strumenti per vivere, per avere la capacità di lavorare e per essere a servizio della venuta del Regno. Che diciamo a fare con il Padre nostro venga il tuo Regno quando non ci pensiamo neanche da lontano al suo servizio. Venga il tuo Regno e intanto vengano gli interessi delle azioni che ho comprato. Il problema morale vero per il cristiano non è non rubare, che è un problema secondario, è chiaro che non si deve rubare, ma è il senso dei beni: con quale scopo io posso desiderare i beni terreni. Che significato hanno i beni terreni nella mia esistenza di cristiano? Questo è il punto moralmente rilevante. I padri della Chiesa commentavano così la malizia del furto: la riducevano alla malizia del non dare quando abbiamo di che dare. Il primo peccato è non dare, poi è ovvio che è peccato anche rubare. Se non è lecito non dare, non è lecito neanche rubare. Ma l argomento è al rovescio. Non si parte dal furto, si parte dal non dare. Quindi il dovere di dare, di saper mettere a disposizione lavoro, forze, capacità, competenze per il bene degli altri. Questo anche investendo, anche facendo i grandi finanzieri. Ma investendo in cose utili per tutti e non dove c è il massimo interesse e gli interessi non devono servire a me ma a tutti Capite che cosa c è in gioco nell annuncio della Chiesa! Non è che si veda molto per la verità neanche nei documenti pontifici. Sono trattati in modo abbastanza superficiale. Si, dobbiamo essere buoni, fare del bene, dare e poi ci si ferma li.. Accanto alla testimonianza personale, della nostra vita che deve essere sobria, seria, e noi siamo spinti purtroppo a rovescio (e qui entra in gioco la forza della comunicazione di massa), occorre il nostro impegno per modificare la situazione strutturale planetaria. Non è che vi possa dire stasera da che parte incominciare, ma dobbiamo ritenere questa situazione strutturale planetaria inaccettabile. La globalizzazione non è un male, anzi è un bene, ma dobbiamo andare verso una logica di struttura del sistema economico dei diritti umani. Purtroppo la nostra morale cattolica ci ha solo insegnato a non rubare: se non rubi, rispetti le leggi, non fai usura allora non fai nessun peccato. Io posso muovere cento miliardi di dollari da un lato della terra all altro, mettere alla fame più nera dieci milioni di persone e non aver fatto nessun peccato. Questo perché ho cercato 19

20 legittimamente di massimizzare il mio interesse. Se poi muoiono per fame delle persone questo è cosa che non dà noia. Non sono cose strane, è la grande tragedia che stiamo vivendo. Per esempio in Brasile, le favelas, le migliaia di nordestini che emigrano nelle grandi città nascono dall invasione del grande capitale del nord. Quanti catechisti, quanti preti sono stati ammazzati perché sostenevano i diritti dell uomo, i diritti della terra. Un mio allievo, comboniano, è stato ucciso perché difendeva i contadini espulsi dalle loro terre da una grande finanziaria. Poi ci lamentiamo se nel Kosovo ammazzano un prete, qui, in America Latina, ne ammazzano a centinaia di preti, di vescovi e nessuno dice nulla. E qui termino. La situazione va presa sul serio. E abbiamo strumenti per far fronte a questa tragedia. 20

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