GIULIA E LA SVEGLIA MAGICA
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- Adriana Zanetti
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1 GIULIA E LA SVEGLIA MAGICA Giulia era una bimbetta simpatica, tre anni, birichina al punto giusto e alquanto chiacchierona. Amava moltissimo i cavalli, i giochi all aria aperta e le altalene. Era l amore dei suoi nonni e di tutti quelli che le stavano accanto. Anche se le venivano regalati molti giochi non era affatto una bambina viziata e sapeva dire grazie con entusiasmo. Raccontata così questa storia sembra proprio perfetta Ma con Giulia i guai seri arrivavano ogni sera, quando si faceva l ora di andare a dormire! La mamma la chiamava per infilarsi il pigiama e in un batter d occhio, iniziava una sinfonia di strilli e capricci: Mamma no, la nanna non la faccio! Noooooo e correva in giro per la casa finché la mamma la acciuffava e la portava nella sua cameretta, ma anche lì Un disastro! Dopo averla messa ben bene sotto le coperte e aver canticchiato per lei qualche ninna nanna, la mamma sgusciava fuori dalla stanza. La povera mammina se ne andava quatta quatta sulle punte, sperando di non far rumore, ma il silenzio durava lo spazio di un secondo o poco più: Mamma vieni a prendermi, voglio uscire dal lettino!!!! Mamma la nanna no, ti prego
2 La mamma era proprio sconsolata: non sapeva più cosa fare. Aveva già provato di tutto. Le aveva raccontato fiabe speciali, incollato stelline luminose sul soffitto della stanza, acceso lucine blu per tenerle compagnia Fino ad ora, però, c era stato poco da fare: Giulia non voleva dormire. A dire il vero, quando la mamma esausta se andava in camera sua, lei scavalcava le spondine del lettino e si nascondeva dietro il divano a guardare la televisione con papà. Ormai anche il suo papà sapeva che lei si rifugiava lì e fingeva di non vederla. Poi quando la sentiva russare, si alzava e la trovava rannicchiata a terra sfinita e abbandonata in dolci sonni. Era chiaro a tutti che, però, non si poteva continuare così. Per mantenere tutta la sua meravigliosa energia, Giulia doveva offrire al suo corpo un sano riposo. Sapete che cosa succede quando un bambino non dorme? si stanca litiga con tutti diventava molto irritabile e perde il sorriso! A Giulia stava accadendo proprio questo: litigava con i compagni a scuola, piangeva di continuo e le giornate erano sempre più spesso senza i sorrisi. Arrivò così, fra bizze e notti insonni, il giorno del suo quarto compleanno. La mamma, sempre in cerca di soluzioni, ebbe un idea:
3 Le comprerò una sveglia! Chissà, magari conoscendo meglio le ore riuscirà a far pace con il sonno. La mamma ingegnosa pensò di incollare una stellina dorata sull ora esatta in cui la piccola avrebbe dovuto andare a letto. Quando le lancette toccheranno la stellina Niente scuse! Giulia dovrà filare dritta sotto le coperte!, disse fra sé e sé. La mamma era decisa e così fece. Andò nel negozio di giochi della città e scelse un orologio a muro meraviglioso, con le lancette rosa e i brillantini su tutta la cornice. Se lo fece incartare, acquistò anche un biglietto colorato con disegnato un grande cuore e scrisse: Per la nostra adorata bambina perché scopra lo scorrere del tempo ed il gusto del riposo! Con affetto, mamma e papà. La mamma tornò soddisfatta a casa, appoggiò il dono sul tavolo della cucina e andò a prendere Giulia a scuola. Quando la bimba tornò e trovò la sorpresa gridò: Mamma grazie è un regalo per me? Certo tesoro! Spero tu possa apprezzarne il valore Giulia felice strappò la carta e si fece leggere il biglietto, poi diede un bacio alla mamma, telefonò al papà per ringraziarlo e chiese aiuto per appenderlo. Dove vuoi posizionarlo? le domandò fiduciosa la mamma.
4 In camera mia, rispose Giulia, Così quando mi annoierò prima di prendere sonno fisserò le lancette luminose. Vedi questa stellina, amore? E speciale: segna l ora esatta in cui tutti i bimbi devono andare a nanna. Dici sul serio, mamma?, chiese Giulia spalancando gli occhioni color cioccolato. Quando le lancette toccheranno la stellina, tu dovrai correre sotto le coperte. Siamo intesi?, spiegò fiduciosa la mamma. Sì, mamma ho capito!, rispose con sincerità la piccola, Te lo prometto. Piena di speranza la mamma affisse al muro l orologio colorato, poi preparò la cena e giocò insieme alla piccola Giulia. In famiglia attesero la sera, persino Lea, la gatta grigia di casa, sembrava in allerta per lo scorrere delle lancette: si stava avvicinando l ora della stellina. Le lancette arrivarono senza fretta nella giusta posizione, segnando le 21:30. L orologio suonò e Giulia, ahinoi, ricominciò con il suo bisbetico teatrino: No, mamma, ti prego da domani! Oggi è il mio compleanno Per favore, ti prego, ti prego, ti prego e correndo andò a nascondersi nell armadio del bagno. Mentre la mamma la cercava in lungo e in largo, successe una cosa stranissima: l orologio prese vita! Le lancette fecero un rapidissimo giro a rovescio e il marchingegno iniziò a strepitare con urla e strilli in quantità. La cosa straordinaria, oltre al fatto che l orologio parlava, chiaramente, era che solo Giulia poteva sentirlo. Giulia sei in bagno? Esci subito è ora di andare a letto! Hai capitooooo?, credendosi scoperta uscì dall armadio e si infilò nel cesto della biancheria, ma subito:
5 Giulia il cesto della biancheria non può contenerti! Esci subito è ora di andare a letto! Hai capitooooo? Pur di non cedere, la piccola si intrufolò sotto il lettone coprendosi le orecchie con un cuscino, ma ancora quella voce sempre più forte: Giulia, ti vedo lì sotto! Non funziona! Esci subito: è ora di andare a letto! Hai capitooooo? La bambina all iniziò pensò fosse la mamma. I muri non parlano e in questa stanza sono da sola, si ripeteva per tranquillizzarsi. Il timbro di quella strana voce, però, era ben diverso dalla voce della mamma. Giulia capì presto che quegli strilli non l avrebbero lasciata in pace. Curiosa e un poco impaurita uscì dal suo rifugio. Le urla intanto proseguivano e diventavano insopportabili per i suoi timpani. Basta, smettila! Chiudi quella bocca! disse Giulia arrabbiata, camminando per la casa alla ricerca della fonte di quel suono. Quando passò davanti all orologio, la bimba si accorse che quello strano oggetto stava proprio gridando e gli erano comparsi gli occhi e la bocca. Ma soprattutto, cosa assai più importante, ce l aveva proprio con lei! Che regalo di compleanno maleducato e irriverente! E questa la gratitudine che mi dimostri, per averti dato un posto dove stare?, chiese indispettita la piccola. All improvviso la bambina salì su una sedia, decisa a togliere le batterie a quell orologio fastidioso e saputello. Accidenti, non trovo lo sportellino, brontolò la piccola. Sempre più irritata, provò a scuoterlo, ma non poteva esagerare perché era un regalo di mamma e papà. Allora decisa gli si parò davanti, con le mani sui fianchi e lo incalzò: Basta, smettila! Chiudi quella bocca, ma più lei ripeteva questa frase, più l orologio alzava il tono e dichiarava: Quando a letto ti vedrò, sai, mia cara, zittirò! canticchiava beffardo l apparecchio.
6 Poi ancora Quando a letto ti vedrò, sai, mia cara, zittirò! sempre più forte Quando a letto ti vedrò, sai, mia cara, zittirò! sempre più forte Nel frattempo mamma e papà sentivano gli strilli di Giulia e corsero nella sua cameretta, ma non capivano la situazione. La bambina fissava arrabbiata il loro regalo appeso al muro e con aria di sfida si teneva le mani ben piantate sui fianchi. Giulia intuì subito che solo l orologio si faceva ascoltare solo dai piccoli. I suoi genitori parevano dispiaciuti perché lei sembrava non gradire il loro regalo. Allora sconsolata decise di andare a letto. Appena toccò il cuscino, l orologio iniziò a calare i toni e man mano lei si distendeva anche la vociona si faceva più sopportabile. Con un grande sbadiglio, Giulia si stiracchiò e si distese del tutto sotto le lenzuola che profumavano di vaniglia. L orologio, allora, iniziò ad intonare una ninna nanna meravigliosa che in un attimo accompagnò Giulia nel dolce mondo dei sogni. Da quella sera, appena le lancette sfioravano la stellina che aveva incollato la mamma, l orologio iniziò a cantare per augurarle la buonanotte. Appena lo sentiva, Giulia correva a salutare con un bacio papà e mamma, poi si sistemava nel suo lettino e ascoltava quella canzone fatta per i bimbi. Dal suo lettino mandava un saluto all orologio magico e chiudeva i suoi occhietti, in attesa dell arrivo di un nuovo giorno per giocare.
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