COLLANA: Scienza e Salute

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2 COLLANA: Scienza e Salute

3 Note per il lettore Questo libro è inteso come guida informativa, i metodi, le valutazioni e le indicazioni vogliono essere un chiarimento di conoscenza, ogni ulteriore approfondimento ed applicazione và rivolta alle figure professionali di medici specializzati, dermatologi e specialisti in cosmetologia.

4 FRANCESCO CORRADO LA RICRESCITA DEI CAPELLI il cammino scientifico

5 Foto di copertina di Giuseppe Angrisani......l artista che regala immagini al posto di parole. Elaborazioni grafiche di Gennaro Costabile. ISBN La Mongolfiera Editrice Alternativa Via Sibari, Doria di Cassano Jonio (Cosenza) Tel Fax Internet: info@mongoledit.com

6 Presentazione L argomento capelli ha fatto molto parlare e scrivere sin dall antichità: i più antichi documenti riguardanti la cosmesi fanno riferimento all antico Egitto: infatti già il papiro di Ebers del 1500 a.c. riporta ricette per la depilazione, la conservazione e la cura dei capelli. Più avanti nel tempo gli antichi greci usarono per lavarsi la cenere di legno, il carbonato di sodio ed infusioni vegetali L uso di profumi ed unguenti si diffuse talmente che il buon Solone dovette proibirne l uso agli uomini di Atene Ancora dopo i Romani si truccarono con paste e polveri colorate, si scurirono le sopracciglia e si tinsero i capelli utilizzando, tra l altro, la fuliggine e il mallo delle noci Per tornare ai giorni nostri và detto che in tanti hanno scritto in merito ai capelli, dai filosofi ai poeti ai medici; anche per quel che riguarda le cure i fiumi di parole ed i testi scritti si sono anche sprecati. Io ho letto con interesse questo libro dell amico Francesco Corrado perché, conoscendolo bene in quanto anche mio concittadino, sapevo che tale lavoro veniva fuori dalla esperienza del farmacista e, nello stesso tempo, anche del cosmetologo. Quale farmacista, figlio d arte e con una ventennale 5

7 Presentazione esperienza professionale, ha osservato nel tempo tutta l evoluzione della cosmesi valutandola, al banco della farmacia, da professionista attento alle esigenze della sua clientela. Come cosmetologo poi, spinto dalla sua cultura e curiosità scientifica, ha progettato e preparato una gamma di prodotti per la cura del capello e del corpo, innovativi nella concezione rispetto ai tempi in cui sono stati immessi in commercio, attualmente venduti in diverse farmacie d Europa. La lettura del libro, ben curato sia negli scritti che nelle efficaci illustrazioni mi ha convinto, soprattutto come medico, che la cosmetologia ha assunto, nel tempo, vera dignità scientifica: i prodotti cosmetici per la cura del corpo e dei capelli sono sempre più attivi non solo sulla pelle ma anche su ciò che in essa è contenuto Il discorso a questo punto diventerebbe troppo lungo per il breve spazio di una presentazione per cui voglio solo congratularmi con Francesco e con quanti hanno collaborato con lui per il suo lavoro scritto con un linguaggio semplice e chiaro che prospetta, per i calvi, un mondo migliore. Dott. Francesco Salzano Senatore della Repubblica Italiana 6

8 Perdete l abitudine di ritenere come falso ciò che ignorate e non continuate a limitare le vostre conoscenze. L. Vannier

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10 Prefazione FAMOSI E CALVI Dante Alighieri, Napoleone Bonaparte, Caligola, Winston Churchil, D annunzio, Eisenhower, Federico Fellini, Sigmound Freud, Gandhi, Giulio Cesare, Socrate, Pablo Picasso, Toscanini, Lenin, Marlon Brando, Ippocrate, Hitchock, Frank Sinatra, Manzoni, Pirandello e tanti altri lo sono Ci sono, poi, tanti altri che sono CALVI SENZA ESSERE FAMOSI Èsoprattutto a loro che è rivolto questo mio studio sui capelli che, a prima vista, sembrerebbero essere una formazione biologica che non ha alcuna funzione precisa al punto che ne potremmo essere completamente privi senza che il nostro organismo ne riceva un danno. Essi, però, tanto sono inutili sul piano biologico, tanto sono importanti su quello psicologico perché assumono, nel collettivo, la rappresentazione dell io : con essi, infatti, caratterizziamo il nostro volto che ci identifica e ci differenzia gli uni dagli altri. I capelli rappresentano, inoltre, anche un forte richiamo sessuale sia per l uomo che per la donna e poi, la possibilità che abbiamo di trasformarli nel colore, nel taglio e nella pettinatura, ci permette di rappresentarci e fà da biglietto di presentazione di ciò che siamo o che vorremmo essere. In alcuni casi i capelli hanno anche definito periodi storici e caratterizzano, sempre, delle mode e dei modi di essere, vedi i capelli alla maschietta o i più vicini capelloni. 9

11 Prefazione Chiaramente, vista l importanza che il capello assume nei rapporti interpersonali, un capello sciatto, arruffato e sporco mal ci rappresenta: bisognerebbe allora insegnare, proprio come si insegna la pulizia dei denti e del corpo ai bambini, anche la cura dei capelli, unico modo per mantenerli sani il più a lungo possibile. Quando purtroppo la prevenzione non basta è necessario fare delle cure adatte: il contenuto di questo mio lavoro vuole rappresentare, come dice anche il titolo, una breve panoramica sul passato e soprattutto uno studio sul presente e futuro della calvizie. E bene, comunque, sottolineare che il problema-capelli-e-loro-caduta è, molto spesso, specifico per ognuno di noi ed è importante, allora, rivolgersi a personale specializzato nella cura perché il loro benessere sia garantito dalla professionalità e bravura dell esperto; ciò è ancora più importante alla luce del fatto che il capitale-bellezza è piuttosto effimero: una volta perso non è facilmente riconquistabile. Voglio concludere questa mia breve introduzione con i dovuti ringraziamenti alle aziende Labo cosprophar suisse e Aboca, per la fattiva e determinante collaborazione. Un grazie, infine, và a tutti i miei collaboratori, e cioé Pia Novi che ha elaborato i testi, Giovanni Rosati per i suoi studi sul testosterone, Antonella Corrado, Giuseppe Oro, Rocco Carbone, Francesco Cicalese, Franco Annunziata ed Alfonso De Angelis che hanno reso possibile la realizzazione di questo studio. Preziosa è stata la collaborazione di Erika Ursomando che con le sue tavole e disegni ha rotto la monotonia della 10

12 Prefazione scrittura. Un ringraziamento và anche ad dott. Visconti che ha impreziosito questo libro con due dei suoi tanti bei dipinti. Fondamentale è stata la collaborazione e l apporto culturale del dott. Gaetano Torino, Professore di Endocrinologia dell Università degli Studi di Salerno e del dott. Renato de Magistris, professore di Clinica Chirurgica del II Ateneo dell Università di Napoli. 11

13 Da un dipinto di Giambattista Visconti

14 Note dal tempo Un contributo determinante e tangibile alla conoscenza dell uso dei cosmetici nell antichità si deve riconoscere ai reperti archeologici e alle moderne tecniche analitiche che hanno consentito di evidenziare le sostanze e i contenitori allora impiegati. I documenti più antichi riguardanti la cosmetica fanno riferimento all antico Egitto: il papiro di Ebers, infatti, può essere considerato uno dei primi autorevoli manuali di cosmetologia, le ricette in esso contenute spaziano dalla cura dei capelli a quella delle pieghe e rughe della pelle. Gli Egiziani già intorno al 1500 a.c. utilizzavano, per la cura dei loro corpi, sostanze animali e vegetali quali benzoino, muschio, incenso e preparavano paste mescolando miele, latte e farine vegetali, ricavavano creme da grassi animali e vegetali, cera d api e lanolina. Usavano il cinabro per colorare le labbra, il Kohol (nero fumo) per le sopracciglia, arrostivano le noci di galla con trucioli di ferro per ottenere tinture per capelli (gallato di ferro), si depilavano con una miscela di solfuro di arsenico e calce Rhusma, si tingevano le unghie con l Hennè. 13

15 Note dal tempo Gli antichi Ebrei, come gli Egizi, prediligevano il maquillage del viso e si dipingevano le ciglia e le sopracciglia. Gli antichi Greci, VII - V secolo a.c., con l arte ellenistica assegnavano alla figura del corpo maschile e femminile un armonia che curavano con l uso di esercizi fisici Gymnasium ed anche spalmandosi il corpo con olii, unguenti e profumi, in misura talmente diffusa da far preoccupare Solone La magistratura Spartana degli efori riferisce di Macco che aveva tra l altro il compito di esprimere giudizi, periodicamente, in merito alle condizioni somatiche di giovani e di adulti ed era inflessibile verso coloro che aumentavano di peso, per questo motivo li sottoponeva ad un duro esercizio fisico e a restrizioni alimentari per prevenire ogni forma di grassezza. I Romani utilizzavano dei coloranti rossi e bianchi sotto forma di paste composte da talco e succhi vegetali, annerivano le sopracciglia con fuliggine o con uova di formiche bruciate. Per tingere i capelli si servivano di pettini di piombo che immergevano in aceto e infuso di mallo di noci e poi si pettinavano; la formazione di acetato di piombo e rame anneriva i capelli, anticipando così le famose tinture graduali utilizzate fino a qualche anno fà. Più tardi, con la moda del biondo, le donne dell antica Roma si decoloravano i capelli con estratti di camomilla o con dei saponi fortemente basici. 14

16 Note dal tempo La depilazione era praticata su larga scala da uomini e donne con sostanze vegetali a noi sconosciute. E interessante notare che i Romani si lavavano e si depilavano con la pietra pomice asportando i peli della spalla, dell ascella sinistra, della nuca e della parte superiore del tronco, cioè di tutte le parti scoperte. Le donne Romane usavano unguenti profumati per il corpo a base di rosa, gelsomino e mirra, belletti a base di biacca di piombo e lacca muffa, usavano maschere facciali di pasta di pane fresco da applicare la notte. Era talmente diffuso l uso di cosmetici ai tempi dei Greci e dei Romani, che si occuparono di questa arte tutti i più famosi medici dell antichità: Ippocrate, Celso e Galeno, a quest ultimo si può attribuire la prima emulsione codificata, costituita dall unguentum ceratum. In questo periodo il benessere del corpo sembra essere ritenuto di grande considerazione, a tal proposito ricordiamo i bagni e le terme dove venivano effettuati dei bagni caldi di vapore seguiti da massaggi e frizioni con olii profumati atti a tonificare il corpo e mantenere la pelle in perfetta efficienza. Con il medioevo e le sue tendenze ascetiche scompare quasi completamente l uso del bagno, del maquillage del viso e dell uso di profumi in Europa, mentre si afferma la medicina araba e i metodi della distillazione. 15

17 Note dal tempo Solo con la seconda metà del 600 e soprattutto nel settecento si riprende l uso del bagno, il rinascimento riporta in auge i trattamenti cosmetici della pelle e dei capelli, in Francia si prende l abitudine di incipriare il viso, il collo e il petto: infatti, il pallore del volto è un segno distintivo del secolo. Sono di questo secolo alcuni trattati medici che riparlano della cosmetologia. La rivoluzione francese segna la fine di tutti gli errori e le esagerazioni della cosmetica settecentesca, aprendo le porte alla moderna cosmetologia. Lo sviluppo sostanziale della cosmetica si è avuto agli inizi del 900, in particolare con l avvento della moderna detergenza che ha contribuito notevolmente all igiene personale. Il maquillage e la profumazione, per alcuni decenni è stato utilizzato da artisti e persone del mondo dello spettacolo; solo dagli anni sessanta in poi si è avuta una diffusione capillare, segno del benessere e della civiltà odierna. 16

18 ... anticamente era opinione comune che la calvizie, quando arriva, bisogna tenersela. Marziale nei suoi EPIGRAMMI (X, 839) così scrive: tu raccogli i radi capelli in un lato, oh Marino, sforzandoti di nascondere l ampia area nuda del tuo scalpo con quelli che ancora crescono sulle tempie... perché non confessi a te stesso di essere invecchiato? Non vi è nulla di più spregevole di un uomo calvo che pretende di aver capelli... Più tardi, 1500 anni dopo, William Shakespeare, nella COMMEDIA DEGLI EQUIVOCI sostiene:... non v è modo per un uomo di recuperare i capelli che cadono per natura (II, ii, 73)

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20 Introduzione Già nel quinto secolo avanti Cristo Ippocrate si occupò in modo scientifico dei capelli, rilevando che gli eunuchi non diventano quasi mai calvi Dopo di lui Galeno, altro illustre scienziato, nel periodo in cui visse, II secolo dopo Cristo, si interessò della salute e della cura dei capelli e formulò l ipotesi che essi, come anche i peli, venissero fuori dalla nostra pelle quali conseguenze dell esalazione degli umori corporali. Tale teoria, con alti e bassi, arricchita man mano di sempre nuove acquisizioni, con opportune modifiche e correzioni, ha resistito fino al XVIII secolo. In seguito, relativamente poco tempo fa, nel 1926, con gli studi di Dry abbiamo avuto la prima descrizione del ciclo di crescita dei capelli e da allora in poi è stato un susseguirsi di studi e lavori che hanno fatto assurgere a dignità di disciplina medica il trattamento e la cura dei capelli. A grandi tappe, per chiudere questo excursus sottolineo altri due momenti fondamentali nell evoluzione degli studi tricocosmetologici: essi sono rappresentati dalle classificazioni di Ebling e di Erick Ludwig riguardanti rispettivamente i cinque stadi dell alopecia maschile ed i tre di quella femminile. Chiudiamo ora col passato remoto ed anche con quello prossimo per tuffarci nella realtà attuale, assai promet- 19

21 Introduzione tente per quel che riguarda le possibilità di cura della calvizie, anche perché rappresenta la premessa di quanto sarà possibile fare ancora meglio in un prossimo futuro con le basi di oggi. 20

22 Dal Papiro di Ebers, risalente a circa 1500 anni prima di Cristo... Per far ricrescere i capelli ad un calvo. Grasso di leone Grasso di ippopotamo Grasso di coccodrillo Grasso di gatto Grasso di serpente Grasso di stambecco 1 parte 1 parte 1 parte 1 parte 1 parte 1 parte Mescolare in un unico ammasso ed ungere il cranio calvo. Ricetta per un caso di calvizie femminile. Zampe di cane Noccioli di datteri Zoccolo d asino 1 parte 1 parte 1 parte Cuocere in un vaso di perfetta fattura, con olio, e ungere la testa.

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24 Parte prima Funzione e importanza sociale dei capelli I calvi nella realtà sociale

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26 Parte prima FUNZIONE E IMPORTANZA SOCIALE DEI CAPELLI I calvi nella realtà sociale Oggi l uomo ha, mediamente, circa di peli, dei quali circa in testa: tra questi circa sono capelli, e cioè peli che, a differenza degli altri, possono crescere per lungo tempo e diventare lunghi fino a circa un metro, basti calcolare che un capello femminile può crescere anche per 7 anni ad un ritmo medio di circa 13 cm l anno: 7 anni x 13 cm = circa 90 centimetri. Esistono comunque differenze di crescita dovute alla stagione, all età, al sesso, alla dieta ed a molti altri fattori... Anticamente il nostro corpo era ricoperto quasi completamente di peli così come lo sono ancora oggi i nostri progenitori: le scimmie. Probabilmente abbiamo perso questa pelliccia naturale soprattutto perché, con l uso delle pelli, dei vestiti e del fuoco per coprirci e scaldarci, la sua funzione termica non era più di assoluta e vitale importanza. Partendo da questa considerazione rimangono però alcuni interrogativi cui è difficile rispondere: 1) perché abbiamo perso i peli sulla faccia, noi come anche le scimmie antropomorfe, visto che il volto è un area che comunque non copriamo con i vestiti? 2) perché conserviamo i peli a livello ascellare e pubico, zone solitamente coperte? 25

27 Parte prima 3) perché, alopecia a parte, sulla testa ci sono rimasti, ed in tanti, se consideriamo la loro quantità in rapporto ad altri mammiferi? 4) perché, ancora, abbiamo ciglia e sopracciglia? La scienza tende a considerare, oggi, la progressiva diminuzione della pelliccia come uno dei segnali distintivi della specie che consente di riconoscere e di farsi riconoscere dagli altri membri; inoltre, la considerazione che la natura elimina ciò che non serve più, e la teoria dell evoluzione, aiutano a spiegarci alcuni degli altri interrogativi posti prima. La perdita dei peli sulla faccia ha consentito una migliore capacità di espressione con l utilizzo della mimica del volto: a riprova di ciò una analisi comparativa di reperti ha dimostrato, nel tempo, uno sviluppo continuo e sempre maggiore dei muscoli pellicciai o mimici. Ciglia e sopracciglia, invece, ci sono rimasti perché conservano una funzione protettiva dalla luce e dal sudore, inoltre rappresentano un richiamo sessuale così come anche i peli ascellari e pubici. Veniamo ora al discorso capelli: l uomo in tutte le epoche e civiltà ha utilizzato i capelli come elemento di identificazione, di forza, di vitalità, di richiamo sessuale. Con l acconciatura ancora oggi comunichiamo molto della nostra personalità e questo forse ci deriva sempre dai nostri antenati quadrupedi, le scimmie, che presentavano e presentano vistose differenze nella pelliccia della testa: dal colore alla rigogliosità o meno dell area cranica, della barba e dei baffi. Tali differenze caratterizzano la distinzione tra le specie ed anche tra maschi e femmine; esse, inoltre, si accentuano nei periodi degli amori. Per dare una idea della importanza sociale dei capelli per noi uomini ricordiamo che i pel- 26

28 Parte prima lerossa li strappavano ai nemici per impossessarsi della loro forza, le donzelle del medioevo donavano una ciocca di capelli al cavaliere che partiva per la guerra per accompagnarlo con il loro spirito vitale, i maghi li usavano e li usano tuttora per la loro carica vitale, i prigionieri di guerra anticamente venivano rasati così come anche le donne collaborazioniste e così via nel corso dei tempi. Anche la cura ed il colore dei capelli, e non solo quello naturale, sono da sempre stati al centro di attenzioni, studi e ricerche. Per un breve excursus storico, faccio riferimento ai Persiani, Greci e Romani che coloravano i loro capelli con sostanze di origine vegetale, minerale ed animale. In una ricetta di Plinio il giovane vengono prescritti, oltre al mallo di noce ed all Hennè, anche uova di cornacchia sbattute e decotti di sanguisughe al vino ed all aceto, uova di formiche carbonizzate ed altro Ritorno a tempi più recenti e concludo, in merito alla importanza sociale dei capelli, riferendo di alcuni studi fatti negli ultimi decenni sui calvi. In un gruppo di persone con pochissimi capelli, contattate presso 31 barbieri a Southampton, molto alta risultò essere la percentuale di coloro che provavano un grosso disagio psicologico per quel che la gente pensava dei calvi, considerati più vecchi di quel che sono e spesso meno attraenti. Un più recente studio effettuato in Germania ha coinvolto 98 dirigenti dell ufficio personale di grosse aziende quali le banche e gli istituti finanziari: ad essi sono state presentate le foto di persone in cerca di lavoro la cui capigliatura, per alcuni di essi, è stata modificata al computer in modo da farli apparire con pochi capelli o del tutto calvi, la scelta 27

29 Parte prima ha privilegiato i soggetti con capigliatura normale ed è stata motivata dal fatto che le foto lasciavano presumere migliori qualità psicologiche e attitudinali per le persone dotate di capelli Una ancor più recente indagine condotta sulle donne statunitensi ha rilevato che il disagio psicologico creato da una testa con pochi capelli viene sentito con maggior frequenza e intensità rispetto al decennio precedente, questo per la sempre maggiore importanza ascritta al look con l aumento del benessere. Chiudiamo ora questa miscellanea, condita di storia e curiosità, per entrare nel merito ed affrontare un discorso dal sapore più scientifico. 28

30 Parte seconda Il Terreno Organico del capello ovvero il suo habitat

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32 Parte seconda IL TERRENO ORGANICO DEL CAPELLO ovvero il suo habitat CENNI DI ANATOMIA Per poter comprendere la fisiologia e le attività biologiche del capello nel suo terreno strutturale è necessario iniziare con dei cenni di anatomia del cuoio capelluto: esso è costituito da una lamina epiteliale superficiale (epidermide), e da una lamina di connettivo denso (derma o corion). Presenta una notevole elasticità e nel contempo resistenza, il ph di superficie è piuttosto acido, compreso tra 4,2 e 5,6. L aderenza ai piani sottostanti avviene tramite l ipoderma. Le lamine sopradescritte si evidenziano e si distinguono, nel punto in cui sono in contatto tra loro, per la presenza di rilie- 1 Il follicolo pilifero e i suoi 2 annessi visti in sezione 1) Fusto del pelo 2) Poro pilifero 3) Guaina del follicolo ) Epidermide del follicolo 5) Guaina interna della radice 6) Papilla del pelo 7) Ghiandola sebacea 31

33 Parte seconda vi connettivali (papille dermiche) e zaffi epiteliali. Il trapasso del derma nell ipoderma avviene senza un limite preciso. EPIDERMIDE E una lamina formata da epitelio pavimentoso stratificato costituito da cheratinociti, cellule che vanno incontro a modificazioni e cheratinizzazione, un processo che nel suo insieme viene denominato citomorfosi cornea. I vari strati dell epidermide, che descriveremo partendo dall interno verso l esterno, sono ben differenziati sia per la loro morfologia che per la loro funzione: 1) strato basale: consta di una sola fila di cellule di forma prismatica caratterizzate da una intensa attività proliferativa, poggiate alla membrana basale, 2) strato spinoso: più file di cellule poliedriche, tutte fornite di prolungamenti con i quali si intersecano tra loro che, progredendo verso l esterno, man mano si appiattiscono, 3) strato granuloso: le cellule finiscono di appiattirsi e si presentano ricche di granuli citoplasmatici, espressione del processo di corneificazione, 4) strato corneo: cellule ormai morte e disidratate trasformate in scaglie laminari che gradualmente si staccano. Nell epidermide ritroviamo anche altri tipi cellulari che non subiscono la citomorfosi cornea e che descriveremo brevemente in rapida sequenza: i melanociti, che producono i pigmenti melaninici, le cellule di Langerhans che partecipano ai processi difensivi della cute e le cellule di Merkel con la loro funzione di ricezione sensitiva. 32

34 Parte seconda GIUNZIONE DERMO-EPIDERMICA E una lamina basale che separa fisicamente e funzionalmente l epidermide dal derma. Consta di una lamina densa, detta anche lamina basale, e di una lamina lucida che confina con la membrana delle cellule basali dell epidermide. Esistono filamenti di ancoraggio che collegano la lamina densa con la membrana delle cellule basali attraversando la lamina lucida. La lamina densa ha un aspetto granulo-filamentoso ed è formata prevalentemente da micro-fibrille di collagene di tipo IV e di tipo V che forniscono un supporto strutturale e funzionano come filtro-barriera impedendo il passaggio di sostanze con un P.M. superiore a Dalla faccia dermica della lamina densa si staccano fibrille di ancoraggio, di natura collagenica, con un diametro di nm. Sempre dalla suddetta lamina si dipartono anche fibre oxitalaniche ( elastiche ) che si portano nel derma. La lamina lucida contiene numerose glicoproteine funzionali soprattutto per l adesione cellulare: tra le altre cito la laminina, l antigene del pemfigoide bolloso, la fibronectina e l eparansolfato che funge da barriera selettiva per gli ioni. L ancoraggio delle cellule basali dell epidermide alla membrana basale avviene per mezzo di emidesmosomi che dal lato extra-cellulare presentano i filamenti di ancoraggio diretti alla lamina densa. DERMA E una lamina di tessuto connettivo denso, detta anche corion, il cui spessore, mediamente di 1-2 mm, è variabile in funzione della regione corporea. Si può suddividere in uno strato reticolare più profondo, 33

35 Parte seconda che continua senza limiti con il connettivo lasso dell ipoderma, ed in uno strato papillare, formato da rilievi conici o laminari detti papille dermiche accolti in depressioni dell epidermide la quale forma zaffi che penetrano nel derma. Le papille sono piccole e poco numerose tranne che a livello delle regioni di cute glabra e di poche altre, dove sono più numerose e di dimensioni maggiori, fittamente stipate, e con decorso uguale alle creste epidermiche della superficie. Il connettivo papillare si presenta meno denso che in profondità, sono poche le fibre elastiche, numerosi i capillari e le terminazioni nervose di tipo anche complesso come, ad esempio, nei corpuscoli di Meissner. Le cellule sono in numero maggiore che nello strato reticolare, col quale continua senza limiti, formato prevalentemente da robusti fasci di fibre collagene disposte parallelamente rispetto alla superficie libera della cute ed orientate in modo organizzato e tale da determinare traiettori di resistenza: le linee di Langer. Lo strato reticolare si presenta, inoltre, ricco di fibre elastiche numerose attorno ai follicoli piliferi ed agli adenomeri delle ghiandole. I fasci connettivali profondi dello strato reticolare danno origine ad ampie maglie nei cui spazi si trovano lobuli adiposi e glomeruli ghiandolari. Nel derma si trovano, soprattutto nello strato papillare, mastociti, macrofagi e fibroblasti. COMPLESSO PILO-SEBACEO I peli sono filamenti cornei flessibili che coprono in modo differenziato quasi tutta la superficie corporea. La loro lunghezza, forma e distribuzione varia da regione a regione ed anche da individuo ad individuo. Il loro numero è defini- 34

36 tivo alla nascita in quanto non se ne formano di nuovi e, salvo casi patologici, non se ne perdono. 3 Parte seconda 2 Ingrandimento del fusto del pelo 1 1) Cuticola 2) Corteccia 3) Parte midollare I peli possono essere fondamentalmente di due tipi con tutta una serie di intermedi nelle varie fasi di regressione o di sviluppo: il pelo vello che è amidollato, solitamente non pigmentato, ed il pelo terminale, generalmente midollato e pigmentato. Lo stesso follicolo può dare origine ai due tipi di peli in seguito a differenti sollecitazioni, prevalentemente di tipo ormonale. Il complesso pilo-sebaceo è formato da un pelo inserito in una invaginazione della cute detta follicolo pilifero nella quale si apre il condotto escretore di una o più ghiandole sebacee. In alcune aree corporee, quella ascellare, l anogenitale, la mammaria e le palpebre, nel follicolo pilifero sboccano ghiandole sudoripare apocrine. Il pelo presenta sempre una naturale inclinazione 35

37 Parte seconda Immagine schematizzata del bulbo pilifero 1) Guaina della radice esterna 2) Strato di Henle 3) Strato di Huxley 4) Cuticola della radice interna 5) Cuticola della corteccia 6) Radice del pelo 7) Bulbo 8) Cavità aperta della papilla rispetto alla superficie cutanea e può erigersi per mezzo del muscolo erettore del pelo, assente in ciglia, vibrisse e tragi, che parte dal derma papillare e si inserisce sul follicolo al di sotto della ghiandola sebacea. La contrazione del suddetto muscolo con l erezione del pelo contribuisce alla fuoriuscita del sebo. GHIANDOLE SEBACEE Nel follicolo pilifero si apre il condotto escretore di una o più ghiandole sebacee formate da due o più acini sacciformi costituiti da una massa solida di cellule circondata da una membrana basale. In alcune regioni corporee ( piccole labbra, glande, margine libero delle labbra e capezzolo ), comunque, le ghiandole sebacee sboccano indipendentemente dai peli. Il ciclo vitale di una cellula sebacea é di circa 14 giorni. La vascolarizzazione e l innervazione delle suddette ghiandole non sono molto sviluppate. Le cellule periferi- 36

38 che dell acino sono piccole e poliedriche, quelle intermedie sono più grandi e ricche di goccioline lipidiche che man mano si fondono portando alla degenerazione le cellule più centrali. Il sebo, per questo motivo, risulta costituito dal secreto lipidico e dai residui delle cellule morte che vengono man mano sostituite per la proliferazione delle cellule periferiche. La composizione del sebo, da un punto di vista chimico, risulta essere, in linea di massima: Gliceridi ed acidi grassi liberi 57.5 % Cere esterificate 26.0 % Squalene 12.0 % Esteri del colesterolo 3.0 % Colesterolo 1.5 % Parte seconda Rappresentazione di una unità pilosebacea ) Ghiandola sebacea 2) Bulbo pilifero 3) Dotto secretore della ghiandola sudoripara apocrina 2 4 4) Fibre nervose adrenergiche 5) Corpo della ghiandola sudoripara apocrina 37

39 Parte seconda Per quel che riguarda le sue funzioni, bisogna ricordare che fà da lubrificante per peli ed epidermide e protegge dall umido e dal secco, inoltre contribuisce alla costituzione del film idrolipidico cutaneo che protegge la pelle e, per il suo ph lievemente acido, ha anche funzione antibatterica e fungostatica. Il sebo dovrebbe avere la funzione di inglobare la polvere e di proteggere e mantenere elastici i capelli assicurando l adesione delle scagliette cornee di superficie. Non é ben chiaro come esso possa stendersi su tutta la superficie dei capelli, soprattutto quando sono molto lunghi, comunque una iper- o ipo-produzione delle ghiandole sebacee rende i capelli, a seconda dell entità della produzione, grassi o secchi: in questo ultimo caso i capelli sono fragili, con le scagliette cornee di superficie sollevate, più predisposti a trattenere la polvere ed anche per questo opacizzati. La produzione di sebo varia con l età ed é soggetta al controllo ormonale, la sua eliminazione nel follicolo pilifero é continua e può essere aiutata dalla contrazione del muscolo pilo-erettore con cui gli acini vengono a contatto. MUSCOLO PILO-ERETTORE Si tratta di un piccolo fascio di fibrocellule muscolari lisce che nasce a livello dello strato papillare del derma e, dirigendosi obliquamente, và ad inserirsi sulla parte media o inferiore della parete del follicolo pilifero. Nel punto di inserzione si ha un rigonfiamento del follicolo denominato bulge che, di fatto, divide il follicolo nella zona permanente ed in quella transitoria. La prima é la più distale del follicolo e si chiama così per la presenza permanente del pelo anche durante la fase di catagen. La seconda rappresenta la parte 38

40 Parte seconda prossimale del follicolo e durante la fase catagen gradualmente si svuota. Il muscolo pilo-erettore è innervato da fibre simpatiche e lungo il suo decorso è in diretto contatto con il polo inferiore degli acini delle ghiandole sebacee annesse al follicolo: con la sua contrazione provoca orripilazione e contribuisce alla fuoriuscita del sebo dalle ghiandole per compressione. 4 Immagine tridimensionale di un follicolo 1 3 1) Ghiandola sudoripara eccrina 2) Ghiandola sudoripara apocrina 3) Ghiandola sebacea 4) Muscolo piloerettore 2 VASCOLARIZZAZIONE ED INNERVAZIONE DEL COMPLESSO PILO-SEBACEO Dal plesso cutaneo e dalle reti intradermiche provengono i vasi che circondano il follicolo pilifero. A livello bulbare formano una specie di canestro vascolare dal quale si dipartono i capillari che irrorano la papilla dermica ed i vasi 39

41 Parte seconda risalgono lungo il follicolo nella guaina connettivale e raggiungono anche le ghiandole sebacee. Per quel che riguarda l innervazione, il follicolo pilifero costituisce un dispositivo recettoriale tattile: esso è provvisto di fibre sia mieliniche che amieliniche disposte in modo relativamente differente nei diversi follicoli. Di norma sono presenti un sistema di fibre, che decorre parallelamente al follicolo, ed alcune reti anulari che vanno dal livello bulbare fino al collo. Spesso questi collari presentano regolari terminazioni a forchetta o a palizzata dimostrabili istochimicamente con il metodo dell acetilcolinesterasi. 40

42 Parte terza Peli & Capelli Anatomia, Biologia e Fisiologia del loro ciclo vitale

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44 Parte terza PELI & CAPELLI Anatomia, Biologia e Fisiologia del loro ciclo vitale STRUTTURA DEL PELO La parte di pelo che sporge dalla superficie cutanea viene detta fusto o scapo, quella accolta nel follicolo viene definita radice e termina, alla base del follicolo, con un ingrossamento, il bulbo, che avvolge a coppa una papilla dermica nella quale sono presenti capillari e fibre nervose. Nei peli lunghi ( capelli ) il bulbo é sito nell ipoderma. La parete follicolare é formata da due strati: quello esterno, che rappresenta la guaina connettivale, in continuità con il derma, costituita da connettivo denso riccamente vascolarizzato ed innervato, e quello interno, o guaina epiteliale, aderente alla radice del pelo, formato a sua volta da una parete esterna ed una interna. La radice del pelo, a sua volta, é formata da una guaina esterna, che corrisponde allo strato spinoso dell epidermide e a livello del bulbo continua con le cellule del pelo, e da una guaina interna, le cui cellule contengono tricoialina, morfologicamente ma non biochimicamente simile alla cheratoialina dell epidermide, suddivisa in tre strati: 1) cuticola, più esterna e formata da squamette cornee embricate 2) strato di Huxley, formato da due strati di cellule cornee appiattite e nucleate 3) strato di Henle, con un solo strato di cellule poliedriche nucleate. 43

45 Parte terza A livello bulbare le cellule che rivestono la papilla, che è la matrice del pelo, presentano una intensa attività proliferativa: quelle in corrispondenza dell apice, contenenti filamenti e granulazioni elettron-dense, costituite da tricoialina o da una cheratina simile alla tricoialina, rimarranno poliedriche e costituiranno la midolla che si accrescerà nella parte centrale del pelo e che manca nei peli vello; quelle della matrice esterna, invece, sono concentriche alle precedenti, nel moltiplicarsi diventano affusolate ed appiattite e cheratinizzando formano la corteccia ( o corticale ) che può contenere pigmenti. Le cellule più periferiche della corteccia costituiranno la cuticola o epidermicola, formata da squamette cornee embricate. Concludo rapidamente il discorso sulla struttura del pelo ricordando ancora che le cellule più periferiche della matrice producono la guaina interna della radice, di cui abbiamo parlato prima, le cui cellule desquamano a livello dello sbocco delle ghiandole sebacee. Ciò implica che fra la cuticola del pelo e l epidermide del follicolo ( guaina esterna) rimarrà un sottile spazio in cui si raccolgono il sebo ed i detriti della guaina interna. COLORAZIONE DEI PELI Nei peli bruni il colore é dovuto al pigmento melaninico trasferito dai melanociti, situati presso la papilla dermica, alle cellule della matrice; nei peli rossi manca l eumelanina e sono presenti feomelanina e carotene, nel pelo biondo, infine, il pigmento melaninico ( la feomelanina ) é presente solo nella corteccia. L incanutimento si realizza per la progressiva cessazione della produzione di pigmenti e per l accumulo di bollici- 44

46 Parte terza ne di aria tra le cellule del pelo. Il colore dei peli, inoltre, dipende ancora dalla quantità e densità di pigmenti nella corteccia ( e quindi dall assorbimento della luce ), ed anche dalla riflessione causata dallo stato della superficie del pelo e dalla rifrazione dovuta alla presenza di bollicine d aria nella sua parete, soprattutto a livello della midolla. ACCRESCIMENTO DEL PELO Nell uomo, a differenza degli altri animali da pelliccia, non esiste una vera e propria muta, tuttavia c è una stagionalità nei ritmi di crescita. Ulteriore differenziazione, rispetto alle altre specie, consiste nel fatto che nell animale i peli sono tutti allo stesso stadio di crescita, nell uomo, invece, abbiamo che il ciclo vitale varia follicolo per follicolo e da momento a momento; proprio per questo abbiamo un rapporto variabile tra i follicoli in riposo e quelli in attività. Nelle condizioni fisiologiche in un cuoio capelluto sano troviamo circa l 85% dei follicoli in fase anagen, intorno al 14% in telogen e la rimanente quota in catagen. La crescita avviene a livello bulbare per opera delle cellule della matrice che proliferano in direzione della superficie cheratinizzando. L accrescimento è ciclico, alternato a fasi di quiescenza, piuttosto brevi a livello del cuoio capelluto e decisamente più lunghe per altre regioni corporee. Ogni follicolo ha un proprio ciclo ed è indipendente da quelli circostanti. La fase morfogenetica e di accrescimento dei follicoli è detta anagen, ad essa segue un periodo catagen, durante il quale il follicolo si riorganizza assumendo caratteri quasi embrionali ed infine, conclude il ciclo, la fase di riposo o telogen. Al riprendere del ciclo il nuovo pelo accrescendosi 45

47 Parte terza vicino al vecchio lo sposta determinandone la caduta. La fase di anagen comincia con l organizzazione del bulbo pilifero dove cellule mitoticamente attive della parte più profonda del follicolo vanno a costituire la matrice che riveste la papilla dermica. Dalle cellule della matrice hanno origine la midolla, la corteccia, la cuticola e la guaina interna della radice. A parte quest ultima tutte le altre cheratinizzeranno per formare il pelo propriamente detto. La fase anagen presenta una durata variabile: dai circa 40 giorni delle ciglia ai circa 3 anni dei capelli con un ampio margine di oscillazione. Nella fase seguente, di catagen, si ha la cessazione delle attività mitotiche e, nel contempo, lo spostamento delle cellule del bulbo verso la zona di differenziazione e cheratogena: così il bulbo si svuota e la guaina esterna della radice forma un nuovo strato di cellule epiteliali sopra la papilla dermica e sotto il vecchio bulbo. Progressivamente il follicolo degenera e si riduce fino ad un terzo delle sue dimensioni e continua comunque a trattenere il pelo nella sua parte più profonda. La fase appena descritta di catagen nel cuoio capelluto dura mediamente 15 giorni. A seguire ed a concludere il ciclo del capello interviene la fase di riposo o telogen della durata, sempre per l area del cuoio capelluto, di circa 3-4 mesi in cui la papilla dermica si riduce ad una piccola sferula connettivale al di sotto delle cellule germinali prodotte dalla guaina della radice. A seguito di stimolazioni di varia natura, che possono essere legate, per esempio, alla stagionalità, alle concentrazioni ormonali, alle esigenze e condizioni nutrizionali etc., le cellule germinali riprenderanno la loro attività formando una nuova matrice che circonderà la papilla e farà ricominciare il ciclo del capello con una nuova fase anagen. 46

48 L attività follicolare, nei circa 70 anni di vita media di un individuo, porta alla produzione di una decina di capelli nella donna, (che ha una vita media dei capelli di circa 7 anni), e di una quindicina nell uomo in cui i capelli hanno una vita media di 4-5 anni. La produzione è organizzata in modo preciso e ciclico e segue quello che viene definito il ciclo del pelo ma che, più correttamente, dovremmo definire il ciclo del follicolo pilifero. Schema del ciclo del follicolo pilifero Parte terza La fase di accrescimento, nel suddetto ciclo, è influenzata non solo dalla stagionalità, dal clima e dall ambiente ma anche dalle condizioni fisiologiche dell individuo: una eventuale gravidanza, l età dell individuo, la sua dieta, il suo stato di salute, di benessere etc. Inoltre, nello stesso individuo il ritmo di accrescimento varia nelle diverse regioni corporee: capelli e barba crescono più velocemente, i peli delle braccia e del tronco molto più lentamente. L accrescimento parte dal bulbo in cui le cellule della matrice proliferano in direzione della superficie cutanea e si differenziano producendo la cheratina. Ai periodi di attività proliferativa delle cellule della matrice si inframezza- 47

49 Parte terza no periodi di riposo piuttosto brevi nel caso dei capelli. La fase di formazione ed accrescimento del capello viene definita anagen, quella successiva di transizione e regressione è detta catagen, quella di riposo e caduta, infine, è detta telogen. Il ritorno alla attività produttiva del follicolo quiescente porta alla produzione di un nuovo capello che, crescendo al di sotto del vecchio, lo espelle quando non è già caduto per effetto della pettinatura o spazzolatura. In fase anagen vi è una intensa attività di proliferazione e riorganizzazione delle cellule del bulbo che costituiscono i diversi strati del follicolo pilo-sebaceo. Valutato da questo punto di vista, l interesse per il follicolo è notevolissimo in quanto rappresenta l unica formazione del corpo umano che mantiene per sempre le sue caratteristiche embrionali: capirne le dinamiche funzionali ci consentirà di interpretare scientificamente i fenomeni di proliferazione cellulare, differenziazione, interazione e morte cellulare. Ritornando alla suddetta fase anagen, osserviamo che essa è sempre la parte più lunga del ciclo, in essa la nuova radice del pelo prende forma, si differenzia in tutte le sue strutture e progressivamente si allunga fino a staccarsi dalle pareti del follicolo e ad uscire alla superficie. Segue la fase di catagen : un periodo di transizione e regressione durante il quale cessa momentaneamente l attività proliferativa delle cellule del bulbo e le cellule perenni della matrice si dispongono al di sopra della papilla dermica che le nutre in attesa di rientrare in attività. Le cellule più superficiali, rispetto a quelle appena descritte, invece, muoiono man mano e vanno a costituire la cosiddetta clava che tiene ancorata la radice al fondo del follicolo del quale la parte più profonda degenera nel giro di due-tre settimane. 48

50 Parte terza Segue, successivamente, un periodo di riposo di circa 3 mesi: la fase telogen, durante la quale il pelo cade spontaneamente oppure viene portato via pettinando la capigliatura. Importante è sottolineare che già durante la fase finale del catagen le cellule della matrice riprendono la loro funzione proliferatrice e riorganizzano un nuovo pelo che spesso contribuisce, con la sua struttura volumetrica, ad espellere il vecchio pelo. Da un punto di vista morfo-funzionale il follicolo pilifero si divide in due porzioni: una, più profonda, caduca, che subisce gli sconvolgimenti descritti nelle suddette fasi del follicolo pilifero, ed una più esterna, che và dallo sbocco della ghiandola sebacea fino alla superficie, essa è permanente e rappresenta il passaggio del pelo all esterno. Il follicolo viene fuori da una invaginazione dell epidermide che nella sua parte più profonda và a coprire una papilla dermica. A coprire la papilla sono le cellule epiteliali: elementi giovani che si differenziano in cilindri concentrici che si accresceranno verso la superficie. In pratica il pelo si accresce e si allunga con le cellule, ricche di granuli di tricoialina che vengono convogliate dalla guaina interna della radice: un doppio strato di cellule (strato di Henle e strato di Huxley) che durante la differenziazione formano una sorta di cilindro cavo rigido entro il quale la radice del pelo viene spinta verso l alto. Valutando la biologia del follicolo pilo-sebaceo, bisogna ancora sottolineare che sia nell epidermide che in annessi quali le unghie ed i follicoli piliferi le cellule si differenziano e portano a compimento il loro ciclo vitale in modo particolare: i cheratinociti, infatti, vengono utilizzati anche dopo la loro morte per cui per tale tipo di cellule è più conveniente parla- 49

51 Parte terza re, anziché di morte, di differenziazione terminale. Per rendere pù comprensibile il meccanismo di differenziazione e trasformazione di una struttura biologica bisogna pensare che tutte le modifiche che avvengono in una cellula durante la sua vita sono espressione dell attivazione o disattivazione di geni che, da soli o in gruppi, mediante la sintesi di determinate proteine iniziano o chiudono alcune attività cellulari. In modo molto semplicistico potremmo allora immaginare che la vita cellulare è assimilabile ad una sequenza di sintesi proteiche espressione di una sequenza di attività di geni in successione che man mano determina la vita e l attività cellulare. Ciò vale, ovviamente, anche per la morte cellulare: una sequenza di geni regolata da una sequela di interruttori biologici e cioè una sfilza di sintesi proteiche. Con i moderni progressi nel campo dell informatica e dell ingegneria genetica la biologia molecolare ci dà la possibilità di scoprire ed individuare geni e proteine la cui presenza è la prima dimostrazione che un determinato meccanismo biosintetico esista ed ha ragion d essere in un determinato aggregato strutturale. Ciò che avviene nel follicolo pilifero per quel che riguarda la differenziazione cellulare ci è ancora pressoché sconosciuto e per lo più vengono studiate le conoscenze relative ad altri tessuti. Negli studi cui faccio riferimento, rivolti alla comprensione dei fenomeni molecolari alla base della differenziazione cellulare, sono stati presi in esame campioni di cuoio capelluto umano della zona nucale ottenuti durante interventi di autotrapianto di donatori consenzienti ed informati e sono state utilizzate particolari tecniche di immuno-istochimica ed immunofluorescenza. L interesse primario era focalizzato alla localizzazione, nel follicolo pilifero, delle protei- 50

52 Parte terza ne sintetizzate per espressione della attività di geni che inducono l apoptosi o, meglio, la differenziazione terminale, o che proteggono dalla morte. Sempre in questi studi l attenzione è stata rivolta prevalentemente a due geni: C-Myc, che dovrebbe essere il principale responsabile della differenziazione terminale, e Bcl-2 che potrebbe venire considerato un proto-oncogene, in grado di funzionare da anti-apoptotico perché prolunga la sopravvivenza cellulare. Con le tecniche utilizzate per tale studio sono risultate marcate per Bcl-2 le cellule dello strato basale dell infundibolo, nel punto in cui l epidermide si introflette per diventare la guaina epiteliale esterna del follicolo pilifero, in pratica nella porzione permanente del follicolo, che và dal polo pilare allo sbocco della ghiandola sebacea. Con tecniche di microscopia confocale è stato possibile confermare che le cellule marcate sono sia i cheratinociti basali che i melanociti dell infundibolo i quali, è interessante notarlo, sono gli unici del follicolo pilifero ad essere risultati positivi alla marcatura, perché quelli presenti nel bulbo hanno reagito negativamente. In precedenza era stato riferito che la guaina interna della radice ( formata dagli strati di Henle e di Huxley ) costituisce una struttura cilindroide in grado di guidare la crescita del pelo. Le tecniche di marcatura sopradette hanno consentito di individuare le molecole che determinano, per le cellule degli strati di Henle e di Huxley, la differenziazione terminale. La marcatura per C-Myc ha permesso di evidenziare cellule che costituiscono due anelli sempre nella stessa posizione in tutti i follicoli in fase anagen presi in osservazione: un primo anello, di due-tre cellule in altezza, evidente a livel- 51

53 Parte terza lo del collo del bulbo, dove in pratica il bulbo si restringe per formare la porzione cilindrica più profonda del follicolo, ed un secondo anello, formato in altezza da quattro-cinque cellule, posto più o meno al limite tra la porzione transitoria e la porzione permanente del follicolo, nei pressi del punto in cui la radice del pelo si stacca dalla parete del follicolo e diventa libera per la morte delle cellule della guaina interna. Come ho prima riferito, le cellule dei due strati di Henle e di Huxley sono ricche di granuli di tricoialina: essa scompare quando C-Myc si esprime con la sua produzione proteica: ciò indica, abbastanza inequivocabilmente che le cellule entrano irreversibilmente in differenziazione terminale. Un riscontro della correttezza della interpretazione della attività biologica dei geni e delle proteine sopra descritti viene fuori dalla osservazione della funzione di un altra proteina, espressione del gene max, che, in altri tessuti, coadiuva C-Myc nelle sue funzioni pro-apoptotiche. Dall indagine effettuata è possibile constatare che l espressione proteica di C-Myc e di Max è riscontrabile, come c era da aspettarsi, nelle stesse cellule cui abbiamo già fatto riferimento. 52

54 Parte quarta Apoptosi Oncoproteina Bcl-2 Influenze geniche ed ormonali sul ciclo vitale del capello

55

56 Parte quarta L Apoptosi, l Oncoproteina Bcl-2 e le Influenze Ormonali e Geniche sul ciclo vitale del capello Una volta visionati nelle linee generali i meccanismi di attivazione e/o controllo di determinati meccanismi biosintetici di grande significato funzionale nella biologia molecolare del follicolo pilifero, entriamo ora nello specifico, per quanto gli studi attuali lo consentono, relativamente alla funzione della oncoproteina Bcl-2. E importante, per meglio intenderci, fare un punto sulla APOPTOSI CELLULARE, meccanismo o ciclo biochimico implicato in numerosi processi fisiologici e patologici riguardanti sia lo sviluppo embrionale che molti tessuti nella vita adulta: riprendendo il concetto di Haake e Polakowska, due ricercatrici americane che a partire dagli anni 90 lo hanno studiato abbastanza dettagliatamente, vediamo che la apoptosi può essere considerata un modello attivo di auto-distruzione cellulare energiadipendente, controllata e diretta da geni, da valutare quale meccanismo privilegiato, perché inducibile in maniera selettiva ( Norris 1995 ), che consente l eliminazione o la trasformazione di popolazioni di cellule in un determinato momento della loro vita. Si può parlare di meccanismo privilegiato perché l apoptosi può essere considerata un processo di morte, trasformazione o blocco dell attività cellulare, che si concreta in modo pulito e cioè con danno minimo delle cellule e dei tessuti circostanti: questo lo differenzia in modo netto dalla necrosi in vivo visto anche che non provoca risposta infiam- 55

57 Parte quarta matoria. I geni responsabili dell induzione o della inibizione dell apoptosi sono stati definiti geni regolatori e fino ad oggi sono state identificate, per grandi linee, due classi di geni, ricche di sottoclassi, detti rispettivamente proto-oncogeni ed onco-soppressori. Tra quelli riconosciuti nel follicolo pilifero ci sono i proto-oncogeni della famiglia Myc, elementi della famiglia Bcl-Bax ed altri. Più dettagliatamente la proteina codificata dal gene Bcl-2 viene considerata una molecola che prolunga la vita cellulare bloccando o inibendo parzialmente i fenomeni apoptotici, in conclusione agisce come molecola anti-apoptotica. La sua presenza è stata riscontrata a livello della membrana nucleare, del reticolo endoplasmatico e nei mitocondri, dove è distribuita nei punti di contatto tra le membrane mitocondriali esterna ed interna ( Reed 1994, Yang 1996 ). Una dimostrazione sperimentale della attività tendente a bloccare l apoptosi è data dagli studi di Rittmaster ( 1989 ) il quale osservò e dimostrò che nel ratto, dopo castrazione o riduzione farmacologica della attività 5-alfa-riduttasica, diminuisce considerevolmente la massa prostatica per la intensa attività apoptotica. Altro riscontro sperimentale viene dagli studi di McDonnel ( 1989 ) che ha osservato, per contro, che nella ipertrofia prostatica ed in alcuni tipi di cancro prostatico in cui aumenta l attività androgenica e quella dell enzima 5-alfa-reduttasi di tipo 2, di fatto si ha una ridotta attività apoptotica anche quale conseguenza di un aumento di Bcl- 2. In realtà gli androgeni esercitano un importante ruolo oltreché per la prostata anche per la pelle, in particolare per cuoio capelluto, area pubica e zona ascellare. Discorso più approfondito merita il cuoio capelluto nel quale le aree fronto-temporali ed il vertice, in individui predisposti, sono sen- 56

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