CORSO PROFESSIONALIZZANTE DI 240 ORE PER COORDINATORI DI EMERGENZA - EMERGENCY MANAGEMENT - 20 crediti formativi universitari

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1 CORSO PROFESSIONALIZZANTE DI 240 ORE PER COORDINATORI DI EMERGENZA - EMERGENCY MANAGEMENT - 20 crediti formativi universitari Nel corso degli ultimi anni il sistema italiano della Protezione Civile si è profondamente accresciuto e modificato. Il processo di riforma della pubblica amministrazione ha messo in atto una serie di deleghe che riguardano anche la protezione civile e che ne spostano le competenze dallo Stato alle Regioni, alle Province e agli Enti locali. In più, l'assetto della protezione civile sta cambiando a livello internazionale con nuove sfide e nuovi tipi di emergenza da affrontare, compresa la minaccia del terrorismo, il rischio di grandi epidemie e la periodica necessità di partecipazione a interventi umanitari all'estero. Il quadro prevede che alle Regioni spettino i compiti di coordinamento e di monitoraggio complessivo delle attività di protezione civile, mentre agli Enti locali con rapporto progressivamente più diretto sul territorio (Provincie, Comunità montane, Comuni) sono delegate le azioni concrete di prevenzione e di gestione operativa delle fasi di emergenza. Così, emerge la figura dell'emergency Manager, un nuovo professionista che deve essere capace di coordinare le varie attività di protezione, prevenzione e intervento attraverso una larga gamma di discipline accademiche e professionali, unificando queste con l'impiego di un linguaggio comune e lo sviluppo di una cultura di gestione del rischio che è condiviso da tutti i partecipanti. Il corso fa ampio riferimento al cosiddetto 'ciclo del disastro', ovvero le fasi di monitoraggio e prevenzione, preparazione per gli eventi futuri, intervento di emergenza, e ripristino e ricostruzione dopo i disastri. La protezione civile ha un ruolo in ciascuno di queste fasi, e l'emergency manager funge da figura di riferimento nonchè animatore e coordinatore delle iniziative di gestione dei rischi latenti e in atto. Pertanto, la formazione deve servire a dotarlo di una larga cultura e una profonda dimestichezza con le varie problematiche del campo della protezione civile. 1

2 Gli obiettivi Il corso si pone alcuni obiettivi fondamentali: fornire conoscenze approfondite sui diversi aspetti della gestione delle emergenze; sviluppare un attitudine manageriale nell affrontare le tematiche della Protezione Civile; conoscere e capire in senso pratico i modi di gestire situazioni di rischio e di emergenza sul campo; sviluppare la capacità di comunicare e coordinare le forze (manodopera, materiali, mezzi, attrezzi, rifornimenti) in situazioni di emergenza, di alto stress e di forte bisogno di organizzazione razionale. La metodologia Il corso,, si articolerà in tre percorsi complementari: una serie di moduli su temi appartenenti alla protezione civile; seminari sugli strumenti manageriali e di pianificazione; progetti da svolgere sul campo I moduli specialistici saranno focalizzati sull'approfondimento di vari aspetti della protezione civile. Ciascuno di essi sarà diviso in due blocchi: utilizzando casi, documentazioni audiovisive e testimonianze, le lezioni ed i lavori in aula forniranno un elevato livello di conoscenze sui temi specifici, mentre i lavori in sottogruppo e in plenaria si concentreranno sui punti salienti di ciascun tema trattato, con l'obiettivo di usare esercitazioni per rafforzare e approfondire le conoscenze acquisite. I seminari saranno dedicati allo sviluppo dei comportamenti organizzativi connessi al tema della protezione civile, con l'obiettivo di implementare le competenze manageriali. I progetti richiederanno lavori in piccoli gruppi per eseguire perizie, conoscere al fondo situazioni, esaminare casi esemplari, risolvere problemi nel campo e compiere ricerche. L'indirizzo, il tema, lo scopo, gli obiettivi e l'area geografica di questi studi verranno determinati tramite consultazione tra i vari sottogruppi di corsisti, i docenti ed il tutor del corso. Così, il percorso formativo offrirà una definizione della figura di emergency manager ottenuta tramite la conoscenza delle varie problematiche di protezione civile ed i strumenti di pianificazione e di gestione dei grandi eventi. Il corso verrà concluso con la presentazione dei risultati dei progetti eseguiti dai corsisti. 2

3 CORSO PER COORDINATORI DI EMERGENZA Modulo 1: Concetti di base e legislazione in materia Temi affrontati: introduzione alla protezione civile; organizzazione e aspetti legislativi della protezione civile italiana; aspetti teorici dei disastri; il valore della ricerca in materia di protezione civile; valutazione della vulnerabilità al disastro e degli appositi rischi. Modulo 2: Scenari di rischio naturale, tecnologico, sociale e terroristico Temi affrontati: calamità di origine naturale calamità di origine industriale e tecnologica; disastri dovuti al comportamento della folla, moti popolari, il terrorismo convenzionale e NBRC; studio del rischio di disastro; metodi di sviluppo degli scenari di vulnerabilità, rischio e impatto. Modulo 3: La pianificazione del disastro e la riduzione dei rischi Temi affrontati: la pianificazione e il piano di emergenza; metodologia di costruzione di un piano di emergenza; pianificazione di emergenza medica; pianificazione di emergenza specialistica (industriale, per i beni culturali, ecc.); collaudo, rodaggio e difusione del piano di emergenza; progettazione di un'esercitazione di piano di protezione civile. Modulo 4: La gestione dell emergenza Temi affrontati: gestione delle risorse umane di protezione civile; lavorare in gruppo e stili di leadership; dinamiche relazionali; problem solving e presa di decisioni; gestione dello stress in situazioni di emergenza; la comunicazione di fronte all emergenza; le strutture funzionali degli interventi di emergenza; le fasi di preallarme, emergenza a corto termine e emergenza a medio termine; l'informazione al pubblico; pianificare la ripresa e la ricostruzione dopo un disastro; Sessioni finali di conclusione e valutazione Temi: esame di fine corso e relazione conclusiva presentazioni e discussioni degli elaborati conclusivi dei progetti 3

4 IL CORSO SI AVVALE DELL INTEGRAZIONE DI LEZIONI ON LINE FRUITE DALLO STUDENTE ATTRAVERSO UNA PIATTAFORMA E LEARNING DEDICATA ( AD ACCESSO RISERVATO. IL SOMMARIO DELLE LEZIONI VIDEOREGISTRATE PUO ESSERE VISIONATO ALLA PAGINA Il programma dettagliato Modulo 1: Concetti di base e legislazione in materia 4

5 - Introduzione alla protezione civile: definizione operativa e teorica di protezione civile ; origine, evoluzione e attività del settore; i soggetti titolati alle attività di protezione civile. - Organizzazione della protezione civile italiana: struttura organizzativa della protezione civile in Italia; ruolo del Dipartimento Nazionale di Protezione Civile, dei Vigili del Fuoco, dei Ministeri competenti (Interno, Opere Pubbliche, Ambiente, ecc.); ruolo delle Regioni, Province, Prefetture, Comunità montane, Comuni. - Aspetti legislativi della protezione civile italiana: le principali disposizioni di legge nazionali e regionali; altre leggi, decreti e direttive; la dichiarazione di emergenza e le ordinanze; aspetti normativi e giuridici del ruolo del volontariato. - Ruoli delle principali figure di riferimento: a livello nazionale (DPC); a livello regionale e provinciale; il prefetto nell'epoca post-bassanini; il sindaco e il livello locale. - Aspetti teorici dei disastri - introduzione: calamità, catastrofi, rischio e scenari di rischio - definizioni; la natura dell'emergenza e del disastro; eventi di tipo A, B e C (grandi disastri, disastri locali, incidenti); il ciclo del disastro: mitigazione, preparazione a un disastro imminente, intervento di emergenza, ripristino e ricostruzione. - i servizi tecnici regionali e nazionale e la previsione dei grandi eventi; il sistema informativo di protezione civile; finanziamento della pianificazione e della gestione delle emergenze; - Aspetti teorici dei disastri - i rischi che cambiano: superstorm e effetto locale del cambiamento del clima; onde di calore, di freddo e di siccità. - Aspetti teorici dei disastri - i rischi emergenti: terrorismo convenzionale e NBCR; epidemie e pandemie. 5

6 - Aspetti di ricerca pratica in materia di protezione civile: studio della vulnerabilità delle popolazioni e delle strutture a rischio; stima e valutazione del rischio. - Aspetti di ricerca pratica in materia di protezione civile: conoscere e capire pericolosità, vulnerabilità, rischio, impatto e risposta; l'uso dell'informazione scientifica nella pianificazione di emergenza. - Aspetti metodologici della ricerca in materia di protezione civile: ricerca documentale; ricerca in linea ed uso di Internet; tecniche di indagine sul campo. - Aspetti metodologici della ricerca sulla protezione civile: metodi cartografici; l uso delle immagini satellitari e delle riprese aeree. - Le dinamiche di relazione - La comunicazione e lo stato di emergenza: discussione sui problemi di comunicazione nella protezione civile; formazione di sottogruppi, assegnazione di piccoli progetti e preparazioni per la prima giornata di esercizio pratico. - Valutazione della vulnerabilità al disastro: lavori in sottogruppi presso aree selezionate Alcuni esempi di temi da affrontare potrebbero essere: la vulnerabilità del tessuto architettonico e dei sistemi urbani al rischio sismico; la vulnerabilità di aree urbane o industriali e di infrastrutture alle alluvioni; la vulnerabilità delle persone e delle cose all'instabilità dei versanti; la vulnerabilità di insediamenti e viabilità nelle aree montuose; la vulnerabilità dei beni culturali ai disastri; la vulnerabilità di popolazioni ai rischi del terrorismo. - Calamità di origine naturale: terremoti, eruzioni vulcaniche, frane, valanghe - aspetti fisici e dinamici dei fenomeni: magnitudo e frequenza degli eventi estremi: scale di intensità, distribuzione geografica e temporale degli impatti, prevedibilità, possibilità di controllo. 6

7 - Calamità di origine naturale: terremoti, eruzioni vulcaniche, frane, valanghe - aspetti fisici e dinamici dei fenomeni: aspetti tecnologici: sistemi di monitoraggio e preallarme, metodi di mitigazione del danno, interventi strutturali di riduzione del pericolo. - Calamità di origine naturale: terremoti, eruzioni vulcaniche, frane, valanghe - aspetti fisici e dinamici dei fenomeni: aspetti socio-economici: cenni sulla vulnerabilità umana e sul rischio, natura degli impatti umani, sociali ed economici e sulla salute, procedure di intervento nel disastro, possibilità di preallarme e di evacuazione. - Calamità di origine naturale: terremoti, eruzioni vulcaniche, frane, valanghe - aspetti fisici e dinamici dei fenomeni: effetti traumatici sulla salute ed epidemiologia del disastro. - Calamità di origine naturale: tempeste e alluvioni: aspetti fisici, dinamici, tecnologici, sociali ed epidemiologici dei fenomeni. - Calamità di origine naturale: incendi boschivi, ondate di caldo e di freddo: aspetti fisici, dinamici, tecnologici, sociali ed epidemiologici dei fenomeni. - Calamità di origine tecnologica: disastri industriali (esplosioni, incendi), rilasci tossici ed episodi di inquinamento catastrofico (nubi tossiche, rovesciamenti, rilasci in mare, ecc.), episodi di inquinamento radioattivo: casistica, meccanismi fisici del fenomeno, cause del disastro, prevenzione del disastro, tecnologie e modalità di intervento e miglioramento del fenomeno, effetti traumatici sulla salute ed epidemiologia del disastro. - Calamità di origine tecnologica: incidenti da trasporto (stradale, ferroviario, aereo, marittimo), grandi incendi urbani, perdite di servizi essenziali (elettricità, ecc.): casistica, meccanismi fisici, cause, prevenzione, tecniche di intervento, epidemiologia. - Disastri dovuti al comportamento della folla (negli stadi, ecc.), moti popolari, terrorismo di tipo tradizionale (bombe, sparatorie, dirottamenti): casistica, scenari, cause di disastro, effetti e epidemiologia, procedure e modalità di intervento, misure di previsione e prevenzione. - Il terrorismo nucleare, biologico, radioattivo, chimico (NBRC): casistica, scenari, cause di disastro, effetti e epidemiologia, procedure e modalità di intervento, misure di previsione e prevenzione. - Tecniche di ricerca sul rischio per la costruzione di scenari operativi e di pianificazione dell'emergenza: 7

8 rischi naturali, industriali, tecnologici, sociali e terroristici. - Tecniche di ricerca sul rischio per la costruzione di scenari operativi di pianificazione dell'emergenza: esaminazione di esempi di rischio a scala regionale e locale. - La gestione delle risorse umane: emergenza e motivazione: aspetti gestionali; formazione di sottogruppi, assegnazione di piccoli progetti e preparazioni per la giornata di esercizio pratico. - Lavoro in sottogruppi presso aree selezionate per lo studio del rischio di disastro. Alcuni esempi di temi da affrontare: la stima del rischio di disastro idrogeologico in una sezione di bacino imbrifero in montagna; la stima dei rischi principali e secondari in un'area industriale caratterizzato da produzione di materiali tossici; i rischi associati ad una maxi-emergenza in autostrada o ferrovia; la valutazione oggettiva del rischio terrorismo in una parte di un'area metropolitana. Modulo 3: La pianificazione del disastro e la riduzione dei rischi - La pianificazione di emergenza: la pianificazione di emergenza: assetto istituzionale; i programmi di previsione e prevenzione; i programmi di riduzione dei rischi; criteri per le pianificazioni nazionali, provinciali e comunali; - Anatomia di un piano di emergenza: definizione e componenti fondamentali di un piano d emergenza; la struttura degli organi di coordinamento dell emergenza; disposizioni di previsione, allarme, intervento e evacuazione della popolazione i partecipanti nei piani d emergenza e le strutture di comando; gli accordi di assistenza reciproca. - Cenni di pianificazione dell'emergenza medica: la pianificazione di emergenza nei centri medici; la pianificazione di emergenza per i sistemi sanitari. - Cenni di pianificazione dell'emergenza medica: l allestimento di un osservatorio epidemiologico; 8

9 la pianificazione per incidenti di mortalità di massa: gestione delle salme e assistenza ai famigliari. - Cenni di pianificazione d emergenza specialistica (1): la pianificazione del rischio industriale. - Cenni di pianificazione d emergenza specialistica (2): la pianificazione per i rilasci tossici e l'inquinamento cronico. - Cenni di pianificazione d emergenza specialistica (3): piani per impianti a rischio particolare (dighe, centrali termonucleari, ecc.). - Cenni di pianificazione d emergenza specialistica (4): la pianificazione di emergenza per gli impianti critici: aeroporti, autostrade e ferrovie. - Cenni di pianificazione d emergenza specialistica (5): la pianificazione d emergenza nelle aree caratterizzate da forte presenza turistica. - Cenni di pianificazione d emergenza specialistica (6): pianificare per salvare le opere d arte e di architettura e i siti archeologici. - Il collaudo del piano di emergenza: revisionare il piano; comunicarlo il piano agli utenti; la progettazione di un'esercitazione per verificare il funzionamento del piano. - studio degli esempi di piani di emergenza a livello nazionale, regionale, provinciale e comunale. - Lavorare in gruppo: stili di leadership: dinamica dei rapporti e psicologia delle relazioni. - Progettazione di un'esercitazione di piano in materia di protezione civile. I corsisti elaboreranno uno scenario di disastro, progetteranno un'esercitazione e creeranno disposizioni per verificare la sua funzionalità. Essi lavoreranno in sottogruppi per stendere i vari aspetti del progetto e presenteranno i risultati alla fine della giornata. Modulo 4: La gestione dell emergenza 9

10 - La struttura funzionale degli interventi di emergenza: i centri polifunzionali di protezione civile: struttura organizzativa, compiti e funzioni; sale operative e funzioni di supporto; l Unità di crisi; predisposizione preventiva dei centri operativi. - Lezione pratica nel centro operativo e illustrazione delle metodologie impiegate. - La fase di preallarme: procedure tecnologiche e sociali di preavviso e preallarme; collegamento tra sistemi di monitoraggio e sistemi tecnico-sociali di avviso alla popolazione; procedure di allarme: il caso delle condizioni meteo avverse. - La fase di reale emergenza (1): l attivazione delle funzioni d emergenza; il coordinamento delle attività d emergenza; le comunicazioni in emergenza, con particolare riguardo a quelle alternative; - La fase di reale emergenza (2): logistica del trasporto; la gestione dei centri per lo smistamento di materiali e mezzi. - La fase di reale emergenza (3): l'operatore logistico e il suo ruolo; procedure di evacuazione: l evacuazione precauzionale della popolazione e dei gruppi particolari (handicappati, anziani, bambini, ecc.); l assistenza alla popolazione. - La fase di reale emergenza (4): l intervento medico e sanitario; l impiego del Volontariato in situazioni d emergenza. - L'informazione al pubblico: i mass-media e come si comportano nei disastri; la gestione del rapporto tra Autorità di protezione civile e i mass-media; il ruolo e la funzione del portavoce; l'allestimento di un centro di informazione al pubblico dopo un disastro. - La fase di emergenza a medio termine (1). Cenni su: l avvio delle fasi per il superamento dell emergenza; ingegneria in emergenza (perizie sulle strutture danneggiate, ponti, puntellazioni, ecc.); 10

11 la stima dei danni e dei loro costi. - La fase di emergenza a medio termine (2). Cenni su: i programmi di alimentazione di massa (gestione delle mense); la tutela dei beni culturali: tecniche di primo intervento e tecniche di manutenzione e conservazione; allestimento di un primo alloggio con tende, roulottes, ecc. - La fase di emergenza a medio termine (3). Cenni su: la cura e la gestione di gruppi di persone particolari (handicappati, anziani, bambini, ecc.); l aiuto psichiatrico e psicologico dopo il disastro; l intervento veterinario e le misure speciali per il settore agricolo. - Pianificare la ricostruzione dopo un disastro: mantenimento della sicurezza pubblica nelle aree colpite; ripristino dei servizi di base (acqua, elettricità, gas, telefono, servizi sanitari); ricostruzione permanente delle strutture danneggiate; stesura, sviluppo e attuazione di un piano particolareggiato di ricostruzione; modalità di integrazione tra ricostruzione e misure per mitigare il disastro. - Preparazione di un'esercitazione in aula - cenni metodologici e briefing: elaborazione di uno scenario di disastro a scopo di simularlo; assegnazione dei ruoli ai corsisti da svolgere in base alle esigenze dell'emergenza; briefing dell'esercitazione. - Esercitazione in aula di gestione di un disastro (durata - 2 ore): svolgimento dello scenario di intervento di emergenza; debriefing di conclusione. - Problem solving e presa di decisioni. la dimensione del coordinamento. coordinamento e istruzioni per i progetti del quinto modulo. Modulo 5: Progetti di ricerca I progetti verranno eseguiti da sottogruppi di corsisti. Il tema, lo scopo, gli obiettivi e l'area geografica di studio di ciascun progetto verranno determinati tramite la 11

12 consultazione tra i membri dei sottogruppi e i docenti del corso. Segue alcuni esempi di possibili progetti: rilievi di microzonizzazione dei rischi che interessano un'area particolare con lo scopo di pianificare gli interventi di protezione civile in tale zona; valutazione della vulnerabilità e pianificazione degli interventi per ridurla in una particolare zona a rischio; elaborazione di un piano di preavviso e evacuazione della popolazione di una determinata area a rischio; piano particolareggiato di emergenza per un dato rischio in una determinata area; elaborazione di scenari di impatto e intervento per determinati problemi ed aree a rischio. Sessioni finali di conclusione e valutazione - Presentazioni e discussioni degli elaborati conclusivi dei progetti eseguiti sotto modulo 5. - Esame di fine corso e relazione conclusiva. 12

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