Liquidità e nuove regole sulle banche: calibrazione e impatti
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- Gina Baldi
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1 Liquidità e nuove regole sulle banche: calibrazione e impatti Gianfranco Torriero Direttore Centrale ABI Responsabile Direzione Strategie e Mercati Finanziari Università Bocconi, 31 gennaio 2013
2 Agenda 1. Impianto complessivo del nuovo quadro regolamentare 2. La regolamentazione del rischio di liquidità 3. Aspetti gestionali del rischio di liquidità 4. Piena armonizzazione i dll delle regole edll delle prassi di vigilanza il in Europa (Floor, rwa, definizione di crediti deteriorati..)
3 Impianto complessivo nuovo quadro regolamentare 1. Ineludibile revisione normativa prudenziale 2. La banca commerciale non deve esser «punita», focus su tipologie di agire 3. Critiche all indiscriminato aumento del requisito minimo patrimoniale, condivisione inasprimento di alcune ponderazioni 4. Piena comparabilità coefficienti patrimoniali, sincronizzazione temporale 5. Regolamentazione e ciclo economico 6. SMEs supporting factor
4 Punti di attenzione 1. Per regolamentazione uniforme/unione bancaria, ecc 2. «Flexibility package» 3. Regolamentazione di dettaglio. (rischi) 4. Come garantire uniformità di interpretazione e prassi?
5 La regolamentazione del rischio di liquidità 1. Molti dettagli saranno rimandati all EBA. 2. accolta con favore l introduzione, nel nuovo testo del Comitato di Basilea, del phase-in dell LCR al 60% dal 2015 per arrivare al 100% solo nel 2019, ma. 3. anche per la liquidità i mercati potrebbero richiedere il 100% da subito. 4. Puntidi attenzione: a) la definizione di retail deposit, b) il riconoscimento di una percentuale di run-off per i crediti a revoca negli inflows
6 Retail deposit - nelle versioni che sono circolate fino ad ora era presente un limite di 1 milione di euro di depositi per rientrare nella categoria retail. Occorre che il testo della CRR sia allineato a quello del Comitato di Basilea che non contiene la previsione di un limite di 1 milione di Euro di depositi per la clientela retail.
7 Crediti a revoca 1. Riconoscimento dei crediti a revoca (per una data %) nel calcolo dei liquidity inflows 2. Implicazioni sui contratti: trasformazione dei crediti a revoca in contratti a scadenza
8 Aspetti gestionali del rischio di liquidità (1) 1. Liquidity TIT e premio al rischio di liquidità (princing prodotti di impiego) 2. Limiti e stress test per la liquidity le scelte struttura e caratteristiche del sistema dei limiti di controllo della posizione di liquidità, coerenti con la soglia di tolleranza prescelta dal vertice e commisurati alla natura, agli obiettivi i i eallacomplessità l operativa dll della banca; il processo di gestione continuativa e non una tantum del sistema dei limiti deve essere agito dalla banca con il coinvolgimento consapevole degli organi societari e delle diverse strutture che sono chiamate a concorrere sulla base delle specifiche responsabilità e competenze; l integrazione tra il processo di stress test e il processo di definizione del sistema dei limiti, in modo da migliorare la robustezza del sistema e la sua efficacia di mitigazione anche nel caso del verificarsi di situazioni avverse.
9 Aspetti gestionali del rischio di liquidità (2) 1. soluzioni operative in tema di identificazione dei depositi retail stabili (di persone fisiche e SME che non presentino comportamentitalidadeterminare fuori uscite rilevanti di liquidità nei periodi di stress ipotizzati per il calcolo dell LCR nonché di quella parte di depositi wholesale per i quali vengono previsti trattamenti agevolati in termini di run-off ai fini LCR. Lo spirito è quello di fornire un ausilio per coloro che si apprestano al calcolo di indicatori LCR like, pur nell incertezza della normativa.
10 Aspetti gestionali del rischio di liquidità (3) 1. percorso logico di identificazione dei depositi stabili di tipo procedurale : rale : segmentare, conformemente alla Regolamentazione, i clienti retail; identificare i rapporti candidati a trattamenti meno severi in termini di run-off in periodi di stress ossia quelli che, secondo la normativa, possano essere definiti transattivi (come ad esempio quelli con l accredito dello stipendio o della pensione) o per i quali si possa affermare che i clienti retail abbiano una relazione consolidata con la banca; di questi depositi transattivi o di relazione stabile, quantificare correttamente la quota parte assicurata, in capo al cliente, da parte del Fondo Interbancario Tutela dei Depositi (o schemi di garanzia analoghi). Infatti solo la parte assicurata può godere dei trattamenti preferenziali. per agevolare la conduzione di questi presso le banche è stato necessario identificare dei criteri ragionevoli per la gestione della particolarità italiana dei conti cointestati (es. come si propagazione l attributo di stabilità nel caso di cointestazioni?).
11 Struttura per scadenza dei tassi di interesse/rendimenti dei Titoli di Stato italiani
12 Una piena armonizzazione delle regole e delle prassi di vigilanza in Europa è urgente Alcuni esempi: 1.Transitional floors capital requirements (EBA esercizio 2011) 2.Calcolo dei RWAs per le banche IRB 3.Definizione di crediti deteriorati 4.. Per evitare svantaggi competitivi
13 2. Metodologie di calcolo delle attività ponderate per il rischio Fattori di ponderazione del rischio (RWs) sul portafoglio mutui residenziali in Europa (campione di banche europee che adottano il modello IRB; dati aggregati per Paese; 2010) Impatto delle diverso metodo di calcolo delle attività ponderate per il rischio 1 esercizio: ammontare di capitale necessario per raggiungere un livello di Capital ratio pari a 10%* Italia EU (media) Differenza Eu media vs Italia Attività (a) Capital ratio obiettivo (b) 10% 10% 0 Fattore di ponderazione del rischio -Riskweght-(c) 19.6% 13.5% -31% Attività ponderate per il rischio % RWAs - (d=a*c) Capitale necessario (e=b*d) % 2 esercizio: a parità di patrimonio quale livello di capital ratio si raggiunge nei diversii Paesi?* Italia EU (media) Differenza Eu media vs Italia Capitale a disposizione (f) = Il 26 Novembre 2012 la Swedish Financial Supervisory Authority (FSA) ha raccomandato alle banche svedesi di adottare un fattore di ponderazione del rischio sui mutui residenziali non inferiore al 15% Capital ratio (g=f/d) 10.0% 14.5% +4,5pp (*) Nell ipotesi di un portafoglio di mutui residenziali, e applicando i relativi RWs (per l Italiali eperl Europa) Sources: ABI on banking groups annual reports
14 Confronto internazionale sui prestiti problematici: i dati ufficiali tratteggiano un quadro particolarmente fosco per le banche italiane I dati del FMI ( Financial Soundness Indicators ) Crediti deteriorati in % dei crediti a privati (Dicembre 2011; %) Grado di copertura dei crediti deteriorati (rettifiche e accantonamenti/crediti deteriorati; Dicembre 2011; %) 16,1% 71% 14,4% 11,8% 11,7% 9,6% 7,5% 7,3% 6,0% 5,6% 5,2% 27% 29% 4,3% 4,1% 4,1% 4,0% 3,7% 3,0% 2,8% 2,7% 2,7% 1,7% 12% 0,8% 0,7% 0,5% 0,4% 64% 59% 49% 50% 51% 53% 54% 56% 56% 57% 44% 44% 44% 44% 41% 41% 41% 37% Ireland Greece Slovenia Italy Cyprus Portugal Malta Spain Slovak Republic Czech Republic France Estonia United States United Kingdom Denmark Germany Belgium Austria Netherlands Norway Switzerland Sweden Finland Luxembourg Malta Luxembourg Norway United Kingdom Italy Slovenia Germany Estonia Switzerland Ireland Cyprus Czech Republic Belgium Denmark Greece Sweden Spain Slovak Republic Portugal France United States Austria ma sono dati realmente comparabili?
15 Gli stress test di settembre 2012 sulle banche spagnole confermano disomogeneità confronto internazionale: confermano maggiore incidenza crediti dubbi rispetto alle banche italiane Qualità del credito: Italia vs Spagna (dati a Dicembre 2011*) crediti deteriorati in % dei crediti a residenti: dati di bilancio vs dati effettivi Italia Spagna 26,0% 10,8% 10,8% 8,5% Crediti ristruttura ati dati di bilancio dati effettivi* In Spagna, l ammontare dei crediti deteriorati in % del totale dei crediti a residenti è pari all 8,5% sulla base dei dati ufficiali. Il dato risulta, però, superiore al 25% considerando anche i crediti ristrutturati, non censiti nei bilanci delle banche spagnole. Il 26% spagnolo è confrontabile con l 11% italiano (che somma sofferenze, incagli, ristrutturati e scaduti) (*) Per la Spagna dati riferiti al rapporto Asset quality review and bottom-up stress test exercise ; September 28, 2012; redatto da Oliver Wyman in accordo con Banco de Espana, the Ministerio de Economía y Competitividad, the European Banking Authority, the European Commission, the European Central Bank and the International Monetary Fund. Per l italia dati Banca d Italia. A luglio 2012 il rapporto salirebbe a 10,7%. Sia per l Italia che per la Spanga i crediti deteriorati sono calcolati in % del totale dei crediti erogati al settore privato (escluso l interbancario) e alla PA. Fonte: Ufficio Analisi Economiche ABI su dati Oliver Wyman e Banca d Italia
16 e il livello inferiore degli accantonamenti a copertura del rischio di credito Coverage dei crediti deteriorati: Italia vs Spagna (dati a Dicembre 2011*) Rettifiche e Accantonamenti / crediti deteriorati : dati di bilancio vs dati effettivi In Spagna, le coperture sui crediti deteriorati sono pari al 58% sulla base dei dati ufficiali. Il dato risulta, però, inferiore al 20% considerando nel denominatore anche i crediti ristrutturati, non censiti nei bilanci delle banche spagnole. Il 18% spagnolo è confrontabile con il 40% italiano (che al denominatore somma sofferenze, incagli, ristrutturati e scaduti) (*) Per la Spagna dati riferiti al rapporto Asset quality review and bottom-up stress test exercise ; September 28, 2012; redatto da Oliver Wyman in accordo con Banco de Espana, the Ministerio de Economía y Competitividad, the European Banking Authority, the European Commission, the European Central Bank and the International Monetary Fund. Per l italia dati Banca d Italia. A luglio 2012 il rapporto salirebbe a 10,7%. Sia per l Italia che per la Spanga i crediti deteriorati sono calcolati in % del totale dei crediti erogati al settore privato (escluso l interbancario) e alla PA. Fonte: Ufficio Analisi Economiche ABI su dati Oliver Wyman e Banca d Italia
17 3. Definizione dei crediti deteriorati [Pwc, Comparative assessment of loan classification and provisioning across selected European countries] (1) Nella maggior parte dei paesi, in particolare con l'eccezione di Italia, il sistema contabile e quello regolamentare per la classificazione dei crediti deteriorati sono diversi; Le definizioni dei crediti deteriorati non sono pienamente armonizzate neanche tra banche dello stesso paese, in quanto le banche attuano i principi contabili generali sulla base di politiche interne sul rischio di credito. In particolare: sembra non esistere una definizione comunemente accettata di crediti deteriorati; si rilevano differenze nelle prassi seguite nella classificazione dei crediti ristrutturati, in alcuni casi i giudizi soggettivi del management sembrano giocare un ruolo chiave nella valutazione dei crediti e nella tempistica per il rientro in bonis; si rilevano differenze nelle prassi seguite nella classificazione dei crediti scaduti ("scaduti ma non deteriorati")
18 3. Definizione dei crediti deteriorati [Pwc, Comparative assessment of loan classification and provisioning across selected European countries] (2) Qualsiasi confronto sulla base di dati contabili non rettificati deve essere pertanto adottato con grande cautela. Per essere pienamente significativi, i dati devono essere confrontati in base a definizioni pienamente armonizzate. In Italia si riscontra la massima coerenza tra contabilità e quadro normativo per la classificazione dei crediti deteriorati e anche l'insieme più prescrittivo e completo in termini di requisiti minimi di disclosure ai sensi della Circolare 262 della Banca d'italia.
19 Liquidità e nuove regole sulle banche: calibrazione e impatti Gianfranco Torriero Direttore Centrale ABI Responsabile Direzione Strategie e Mercati Finanziari Università Bocconi, 31 gennaio 2013
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