Regione Autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol

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1 Regione Autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE Approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 7 del 22 gennaio 2014

2 SOMMARIO 1. PREMESSA OBIETTIVI STRUTTURA ORGANIZZATIVA DELL ENTE PROCESSO DI ADOZIONE DEL PIANO INDIVIDUAZIONE DELLE AREE DI RISCHIO INDIVIDUAZIONE DELLE INIZIATIVE PER LA PREVENZIONE DEL RI- SCHIO Misure organizzative di carattere generale Misure organizzative specifiche per le aree a elevato rischio Per l area affidamento lavori, servizi, forniture Per l area relativa all erogazione di contributi e benefici economici Per l area relativa all acquisizione e progressione del personale FORMAZIONE CODICE DI COMPORTAMENTO OBBLIGO DI ASTENSIONE IN CASO DI CONFLITTO D INTERESSE SOGGETTI E RUOLI NELL AMBITO DELLA PREVENZIONE E ILLECITO DISCIPLINARE ROTAZIONE DEGLI INCARICHI TRASPARENZA Nota: Nel presente documento i termini riferiti a persone, che compaiono solo al maschile, si riferiscono indistintamente a persone di genere femminile e maschile. 2

3 1. PREMESSA La legge 6 novembre 2012 n. 190 (Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell illegalità nelle pubbliche amministrazioni) è stata introdotta dal legislatore nazionale con lo scopo di rendere più efficace la lotta alla corruzione e all illegalità nella pubblica amministrazione statale e locale. La Regione Trentino-Alto Adige da attuazione alla legge 6 novembre 2012, n. 190 attraverso l approvazione del Piano triennale di prevenzione della corruzione, nel pieno rispetto del DPR 31 agosto 1972, n. 670 e relative norme di attuazione. Il presente documento è stato elaborato tenuto conto degli obblighi introdotti dalla legge 190/2012 nonché dalle indicazioni scaturite dalla Conferenza Unificata con l intesa sancita il 24 luglio 2013 e in linea con il Piano Nazionale Anticorruzione approvato dalla CIVIT in data 11 settembre OBIETTIVI La Regione Autonoma Trentino-Alto Adige ritiene fondamentale che le proprie attività istituzionali vengano svolte con trasparenza, integrità, onestà nonché nel rispetto dell ordinamento vigente. Il Piano triennale di prevenzione della corruzione approvato con deliberazione della Giunta n. 7 di data 22 gennaio 2014 costituisce un atto programmatico volto ad assicurare l attuazione coordinata delle strategie di prevenzione e repressione della corruzione. L adozione di questo documento, pertanto, non deve considerarsi un attività conclusiva di un procedimento, bensì un processo ciclico con il quale vengono, di anno in anno, affinati gli strumenti di prevenzione della corruzione. Il concetto di corruzione rilevante ai fini del piano anticorruzione, così come definito dal Piano Nazionale Anticorruzione, è un concetto ampio comprensivo delle varie situazioni in cui, nel corso dell attività amministrativa, si riscontri l abuso da parte di un 3

4 soggetto del potere a lui affidato al fine di ottenere vantaggi privati. Le situazioni rilevanti sono quindi evidentemente più ampie della fattispecie penalistica e sono tali da comprendere non solo l intera gamma dei delitti contro la pubblica amministrazione ma anche le situazioni in cui, a prescindere dalla rilevanza penale, venga in evidenza un malfunzionamento dell amministrazione a causa dell uso a fini privati delle funzioni attribuite ovvero l inquinamento dell azione amministrativa ab externo, sia che tale azione abbia successo sia nel caso in cui rimanga a livello di tentativo. Le strategie di prevenzione devono perseguire i seguenti obiettivi: - ridurre le opportunità che si manifestino casi di corruzione; - aumentare la capacità di scoprire casi di corruzione; - creare un contesto sfavorevole alla corruzione. 3. STRUTTURA ORGANIZZATIVA DELL ENTE Per comprendere come le iniziative anticorruzione operino all interno dell Ente Regione è indispensabile conoscerne gli assetti organizzativi. Gli organi di governo previsti dallo Statuto sono: - il Consiglio regionale - la Giunta regionale - il/la Presidente della Regione. Il Consiglio regionale è composto dai membri dei Consigli provinciali di Trento e Bolzano. Esso esercita le potestà legislative attribuite alla Regione. La Giunta regionale è l organo esecutivo della Regione. E composta dal/dalla Presidente, da due vice Presidenti e da Assessori/e, eletti dal Consiglio regionale. La composizione della Giunta regionale deve adeguarsi alla consistenza dei gruppi linguistici quali sono rappresentati nel Consiglio regionale. Il/la Presidente della Regione ha la rappresentanza legale e istituzionale dell Ente. Al pari della Giunta regionale resta in carica finché dura il Consiglio regionale e dopo la scadenza di questo sia il/la Presidente che la Giunta provvedono solo agli affari di 4

5 ordinaria amministrazione fino alla nomina del/della Presidente e dei/delle componenti la Giunta da parte del nuovo Consiglio. La struttura organizzativa della Regione è così articolata: - Segreteria della Giunta regionale - 4 Ripartizioni - 22 Uffici centrali - 22 Uffici del Giudice di pace. La Segreteria della Giunta regionale supporta l attività del/della Presidente e della Giunta nel definire gli indirizzi e gli obiettivi generali nonché il collegamento ed il coordinamento delle strutture dirigenziali sottordinate e la verifica di progetti ed iniziative che coinvolgono più strutture. Le Ripartizioni, che comprendono gli uffici centrali e gli uffici del Giudice di pace, sono poste alle dipendenze del/della Presidente e degli Assessori e delle Assessore ed esercitano le attribuzioni indicate nel regolamento approvato con decreto del Presidente della Regione n. 7/L del 13 giugno La struttura organizzativa della Regione prevede anche l Ufficio di Gabinetto con funzioni di supporto all attività politica del/della Presidente e degli Assessori e delle Assessore. Attualmente tale ufficio non è attivo e le relative competenze sono esercitate dalla Segreteria della Giunta regionale e dalle Ripartizioni. La Giunta si avvale inoltre dell Organismo Indipendente di Valutazione (OIV) il quale ha funzioni consultive e di verifica della rispondenza dei risultati dell attività svolta dalla dirigenza alle prescrizioni e agli obiettivi stabiliti dalle disposizioni normative e nei programmi della Giunta, oltre che della corretta ed economica gestione delle risorse, dell imparzialità e del buon andamento dell azione amministrativa. Nella Figura 1 viene presentato l organigramma dell Amministrazione. 5

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7 4. PROCESSO DI ADOZIONE DEL PIANO La Giunta regionale, con deliberazione n. 181 del 24 settembre 2013, ha individuato la Segretaria della Giunta regionale avv. Edith Engl quale Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza, affidandole il compito di redigere il piano triennale di prevenzione della corruzione. La Responsabile della prevenzione della corruzione, coadiuvata dall Ufficio Affari generali, ha quindi promosso e coordinato il processo di formazione del Piano con la seguente metodologia: - coinvolgimento dei/delle Dirigenti, attraverso l apposita conferenza, nell attività di analisi e valutazione, di proposta e definizione delle misure del Piano; - individuazione delle aree di rischio; - rilevazione delle misure di contrasto già adottate dall Ente attraverso regolamenti, direttive, specifiche attività di formazione; - individuazione delle nuove misure da adottare; - coinvolgimento delle organizzazioni sindacali regionali. 5. INDIVIDUAZIONE DELLE AREE DI RISCHIO L individuazione di tali aree ha lo scopo di consentire l emersione delle aree nell ambito dell attività dell intera amministrazione che debbono essere presidiate più di altre mediante l implementazione di misure di prevenzione. Come definito nel Piano nazionale anticorruzione, per rischio s intende l effetto dell incertezza sul corretto perseguimento dell interesse pubblico e, quindi sull obiettivo istituzionale dell ente, dovuto alla possibilità che si verifichi un evento. Per evento s intende il verificarsi o il modificarsi di un insieme di circostanze che si frappongono o si oppongono al perseguimento dell obiettivo istituzionale dell ente. 7

8 Appartengono all area a rischio corruzione della Regione Autonoma Trentino-Alto A- dige tutti quei procedimenti che la normativa vigente espressamente definisce come maggiormente esposti al rischio (art. 1 comma 16 legge 190/2012): - le attività oggetto di autorizzazione o concessione; - le attività nelle quali si sceglie la parte contraente per l affidamento di lavori, servizi e forniture anche con riferimento alla modalità di selezione prescelta ai sensi del D. Lgs. 12 aprile 2006 n. 163, dalla L.P. 10 settembre 1993 n. 26, dalla L.P. 19 luglio 1990, n. 23 e dei relativi regolamenti provinciali attuativi; - le attività oggetto di concessione ed erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari, nonché attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere a persone ed enti pubblici e privati; - i concorsi e le prove selettive per l assunzione del personale e progressioni di carriera. Le strutture organizzative particolarmente esposte sono le seguenti: Ripartizione I - Risorse umane, strumentali e finanziarie - Ufficio Appalti, contratti e patrimonio e commissioni di gara - Ufficio Organizzazione e informatica - Ufficio Tecnico - Ufficio Economato - Ufficio Gestione giuridica e contenzioso del personale, e commissioni di concorso Ripartizione III - Minoranze linguistiche e integrazione europea - Ufficio integrazione europea e aiuti umanitari - Ufficio per le minoranze linguistiche - Ufficio Stampa. 8

9 6. INDIVIDUAZIONE DELLE INIZIATIVE PER LA PREVENZIONE DEL RI- SCHIO 6.1 Misure organizzative di carattere generale La Regione ha sempre posto particolare attenzione alla predisposizione di specifiche procedure volte a garantire il raggiungimento degli obiettivi nel rispetto della legalità, dell efficienza, dell efficacia e della trasparenza dell attività. Le misure preventive di carattere generale adottate dalla Regione per le attività ad elevata esposizione del rischio individuate al punto 5. sono: il regolamento di esecuzione della legge regionale 31 luglio 1993, n. 13 recante norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi, emanato con D.P.Reg. 16 novembre 2004, n. 7/L; il regolamento concernente disposizioni in materia di incarichi e attività compatibili con il rapporto di impiego presso la Regione e connesse responsabilità, ai sensi dell articolo 6, comma 2, della legge regionale 21 luglio 2000, n. 3, emanato con D.P.Reg. n. 4/L del 19/04/2007; il regolamento riguardante i criteri generali e i compensi massimi spettanti ai/alle componenti degli organi e delle commissioni previsti dalle norme di legge o contrattuali istituiti presso la Regione autonoma Trentino Alto Adige, ai sensi dell art. 7, comma 2, della legge regionale 5 dicembre 2006, n. 3, emanato con D.P.Reg. n. 5/L del 19/04/2007; il regolamento per l uso di automezzi per viaggi di servizio degli amministratori, delle amministratrici e del personale dell Amministrazione regionale, emanato con D.P.Reg. n. 13/L del 18/12/2007; le direttive concernenti l affidamento di incarichi di studio, di ricerca, di consulenza e di collaborazione, approvate con deliberazioni della Giunta regionale n. 306 del 25 novembre 2008 e n. 31 del 10 marzo 2009; 9

10 il regolamento per la semplificazione e accelerazione delle procedure contabili mediante utilizzo di sistemi ed evidenze informatiche, emanato con D.P.Reg. 6/L del 11/05/2010; il regolamento concernente la gestione del fondo di cassa previsto art. 33 legge regionale 15 luglio 2009, n. 3, emanato con D.P.Reg. n. 1/L del 15/02/2011; il regolamento di contabilità per la gestione delle spese minute e di non rilevante entità, emanato con D.P.Reg. n. 4/L del 10/05/2011; il regolamento generale per gli archivi regionali, emanato con D.R.Reg. 10/L del 20/09/2012 e il manuale di gestione, emanato con deliberazione della Giunta regionale n. 116 dell 11 giugno 2013; il regolamento concernente le caratteristiche e la disciplina dell uso del vestiario per il personale addetto a particolari servizi nell ambito dell amministrazione regionale, emanato con D.P.Reg. n. 14/L del 27/12/2012; il Documento programmatico sulla sicurezza (DPS) emanato il 31 marzo L amministrazione si impegna altresì a mettere in atto le seguenti misure organizzative: la previsione di forme di presa d atto, da parte del personale dipendente, del piano triennale di prevenzione della corruzione sia al momento dell assunzione sia, per quelli in servizio, con cadenza periodica; la programmazione di adeguate iniziative di formazione sulle norme anticorruzione e sul codice di comportamento; la definizione delle modalità per la segnalazione di condotte illecite da parte del/della dipendente che ne abbia conoscenza e per la sua tutela (ferme restando le garanzie di veridicità dei fatti a tutela del denunciato); l adozione di misure volte alla vigilanza sull attuazione delle disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità degli incarichi (di cui ai commi 49 e 50 della legge n. 190/2012) anche successivamente alla cessazione del servizio o al termine dell incarico; 10

11 l adozione di misure di verifica dell attuazione delle disposizioni di legge in materia di autorizzazione di incarichi esterni nei confronti del personale dipendente, così come modificate dal comma 42 della legge n. 190/2012; adozione di misure per garantire il rispetto del codice di comportamento e del piano di prevenzione della corruzione; la formalizzazione di criteri da adottare per l esecuzione di controlli a campione sulle procedure; la predisposizione o modificazione degli schemi tipo di incarico, contratto, bando, che prevedano la condizione dell osservanza dei Codici di comportamento; l adozione di misure finalizzate all accesso ai dati in formato aperto; l adozione di misure finalizzate al monitoraggio dei tempi procedimentali. 6.2 Misure organizzative specifiche per le aree a elevato rischio Per l area affidamento lavori, servizi, forniture Nell ambito di quest area il rischio si può manifestare attraverso le seguenti circostanze: una scarsa trasparenza, un alterazione della concorrenza, disomogeneità di valutazione nell individuazione del/della contraente, uno scarso controllo del possesso dei requisiti dichiarati, scarso controllo del servizio erogato, pericolo di infiltrazioni mafiose, violazione del principio di segretezza e riservatezza. Le azioni intraprese dall amministrazione regionale per prevenire i rischi sono le seguenti: 1) procedura formalizzata che garantisca l effettuazione di tutte le attività previste dalle norme; 2) pubblicazione sul sito internet dell Ente di tutti i provvedimenti adottati dalle strutture regionali nonché dei dati relativi all attribuzione di corrispettivi e compensi a persone, professionisti/e, imprese ed enti privati (artt. 7 e 8 legge regionale 13 dicembre 2012, n. 8); 11

12 3) creazione di parametri il più possibile definiti e specifici per la valutazione delle offerte economicamente più vantaggiose; 4) definizione dei criteri e limiti di importo per l effettuazione delle spese in economia ai sensi dell art. 32 legge provinciale , n. 23 e dell art. 52 della legge provinciale , n. 26 al fine di individuare regole per l applicazione uniforme dei principi di economicità, trasparenza, rotazione, parità di trattamento nonché modalità per garantire in modo oggettivo la congruità del prezzo (decreto del Dirigente la Ripartizione I n. 80 del 18 gennaio 2013); 5) indicazione circa i compiti e le attività da svolgere da parte dei/delle componenti la commissione di gara; 6) adesione della Regione agli strumenti attuati dalla Provincia Autonoma di Trento per la fornitura di beni, servizi e lavori quali il Mercato elettronico locale, la centrale unica di committenza per il contenimento della spesa pubblica e la razionalizzazione delle procedure attraverso la stipula di una convenzione con l Agenzia Provinciale per gli Appalti e Contratti (deliberazione n. 165 del 10 settembre 2013). Le azioni da intraprendere sono le seguenti: 1) pubblicazione del Codice di Comportamento ed estensione delle disposizioni in esso contenute nei confronti dei/delle collaboratori/trici o consulenti, con qualsiasi tipologia di contratto o incarico, ai/alle titolari di commissioni e di incarichi, nonché nei confronti dei/delle collaboratori/trici, a qualsiasi titolo, di imprese fornitrici di beni o servizi e che realizzano opere in favore dell amministrazione; 2) indicazione dei doveri e delle disposizioni che devono essere osservati dai/dalle componenti delle commissioni di gara e formalizzazione, con dichiarazione individuale, dell assenza di cause di possibili conflitti di interesse che determinano l obbligo di astensione; 3) pubblicazione dei dati relativi ai procedimenti di scelta del contraente per l affidamento di lavori, forniture e servizi (art. 1 comma 32 della legge 190/2012). 12

13 6.2.2 Per l area relativa all erogazione di contributi e benefici economici Nell ambito di quest area il rischio si può manifestare attraverso le seguenti circostanze: una scarsa trasparenza o poca pubblicità dell opportunità, disomogeneità delle valutazioni nella verifica delle richieste, uno scarso controllo del possesso dei requisiti dichiarati. Le azioni intraprese dall amministrazione regionale per prevenire i rischi sono le seguenti: 1) pubblicazione sul sito internet dell Ente delle informazioni relative al progetto e delle scadenze dei termini di presentazione delle domande; pubblicazione sul sito internet delle leggi e dei regolamenti e dei nominativi del personale dipendente referente per la materia. Pubblicazione sul sito internet della modulistica da compilare da parte della cittadinanza per la richiesta del contributo e per la liquidazione dell importo assegnato al fine di standardizzare e specificare dettagliatamente la documentazione necessaria per l ottenimento del beneficio; 2) definizione dei criteri e delle regole per l erogazione dei contributi e benefici e- conomici attraverso l emanazione dei seguenti regolamenti: il regolamento concernente le modalità e i termini di rendicontazione e di verifica delle attività, delle opere e degli acquisti finanziati dalla Regione emanato con D.P.Reg. n. 5/L del 4 marzo 2005; il regolamento di esecuzione delle disposizioni del Testo Unico emanato con DPReg. 23 giugno 1997, n. 8/L, per la parte riguardante le norme in materia di integrazione europea e di svolgimento di particolari attività di interesse regionale, emanato con D.P.Reg. n. 8/L del 15/6/2006 e con D.P.Reg. n. 24 del 2/4/2013; il regolamento di esecuzione delle disposizioni del Testo Unico emanato con DPReg. 23 giugno 1997, n. 8/L, per la parte riguardante le norme in materia di tutela e promozione delle minoranze linguistiche, emanato con D.P.Reg. n. 9/L del 15/6/2006; il regolamento di esecuzione della legge regionale 30 maggio 1993, n. 11 e successive modificazioni ed integrazioni, concernente il sostegno delle iniziative umanitarie in paesi colpiti da eventi bellici, calamitosi o in condi- 13

14 zioni di particolari difficoltà economiche e sociali emanato con D.P.Reg. n. 9/L del 25/11/2009; il regolamento di esecuzione del Testo unificato emanato con D.P.G.R. 23 giugno 1997, n. 8/L per la parte riguardante criteri e modalità per l attribuzione di contributi per la pubblicazione di monografie, di studi e di o- pere aventi interesse per la Regione emanato con D.P.Reg. n. 12/L del 14/11/2012; i criteri per l erogazione dei contributi a favore delle unioni di comuni di cui alla deliberazione della Giunta regionale n. 230 di data 12 novembre Per l area relativa all acquisizione e progressione del personale Nell ambito di quest area il rischio si può manifestare attraverso le seguenti circostanze: una scarsa trasparenza o poca pubblicità dell opportunità, disomogeneità delle valutazioni durante la selezione, disomogeneità nel controllo del possesso dei requisiti dichiarati, violazione del principio di segretezza e riservatezza. Le azioni intraprese dall amministrazione regionale per prevenire i rischi sono le seguenti: 1) pubblicazione sul sito internet dell Ente delle informazioni riguardanti i bandi di concorso e di selezione, la formazione delle graduatorie permanenti ed il relativo regolamento, nonché le graduatorie in vigore, le scadenze dei termini di presentazione delle domande, la modulistica ed i nominativi del personale dipendente referente; 2) trasmissione, all atto della nomina dei/delle componenti della commissione di concorso/selezione, del bando, del regolamento o delle norme applicabili alla procedura, nonché dell elenco dei candidati e presa d atto nel primo verbale della commissione di concorso dell insussistenza di interessi o legami parentali con i candidati del concorso; 3) adozioni di misure idonee a garantire la segretezza degli atti digitali e cartacei delle commissioni esaminatrici, quali, in particolare, salvataggio dei dati su cartelle riservate, protezione di file con password concordate con la commissione, archiviazione in armadi chiusi a chiave o nelle casseforti; 14

15 4) definizione di criteri e regole mediante l emanazione dei seguenti regolamenti: il regolamento per la determinazione dei criteri per la valutazione dei titoli, del programma d'esame e della votazione minima richiesta per il superamento dei concorsi e delle selezioni per l'accesso ai diversi profili professionali emanato con D.P.G.R. n. 2/L del 4/3/1999 e modificato con D.P.Reg. n. 7/L del 5/5/2005 e con D.P.Reg. n. 6/L del 01/07/2008; il regolamento previsto dall art. 5, comma 5 della legge regionale 21 luglio 2000, n. 3, in materia di comandi e distacchi, ai sensi dell art. 7, comma 1, della legge regionale 5 dicembre 2006, n. 3 emanato con D.P.Reg. n. 3/L del 19/04/2007; il regolamento previsto dall art. 5, comma 5, della legge regionale 21 luglio 2000, n. 3, riguardante i profili professionali, i requisiti e le modalità di accesso emanato con D.P.Reg. n. 7/L del 12/06/2007; il regolamento riguardante le modalità di pubblicazione di atti relativi a procedure concorsuali e selettive riservate al personale dipendente della Regione ai sensi dell art. 8 della legge regionale 19 giugno 2009, n. 2 e- manato con D.P.Reg. n. 4/L del 28/07/2009; il regolamento previsto dall art. 5, comma 5 della legge regionale 21 luglio 2000, n. 3, riguardante le modalità di accesso all impiego regionale tramite selezione pubblica, mediante attuazione della mobilità inter-enti, nonché relativo alle procedure per il reclutamento del personale a tempo determinato e la composizione delle commissioni esaminatrici emanato con D.P.Reg. n. 8/L del 18/4/2001 modificato da ultimo con D.P.Reg. n. 76 del Le azioni da intraprendere dall amministrazione regionale per prevenire i rischi sono le seguenti: 1) indicazione dei doveri e delle disposizioni che devono essere osservati dai/dalle componenti delle commissioni di concorsi e selezioni e formalizzazione, con dichiarazione individuale, dell assenza di cause di possibili conflitti di interesse che determinano l obbligo di astensione. 15

16 7. FORMAZIONE La Regione organizza per il proprio personale dipendente l attività formativa mirata ai temi della prevenzione e repressione della corruzione, della legalità, dell etica, delle norme di comportamento dei dipendenti pubblici, delle disposizioni penali in materia di reati contro la pubblica amministrazione e nonché in ogni tematica che si renda opportuna e utile per la prevenzione della corruzione. La formazione è obbligatoria per il personale dipendente che direttamente o indirettamente svolge un attività all interno degli uffici indicati nel Piano tra quelli ad elevato rischio di corruzione. 8. CODICE DI COMPORTAMENTO La Regione autonoma Trentino-Alto Adige dispone di un proprio Codice di comportamento del personale in servizio presso l ente, in cui sono elencati gli obblighi di diligenza, lealtà, imparzialità e buona condotta che qualificano il corretto adempimento della prestazione lavorativa, che, per il personale dell area dirigenziale, è allegato al contratto collettivo sottoscritto in data 27 febbraio 2006 e per il personale dell area non dirigenziale è allegato al contratto collettivo sottoscritto in data 1. dicembre Con D.P.R. 16 aprile 2013, n. 62, è stato emanato il Regolamento recante codice di comportamento dei dipendenti pubblici, a norma dell articolo 54 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, finalizzato ad assicurare la qualità dei servizi, la prevenzione dei fenomeni di corruzione, il rispetto dei doveri costituzionali di diligenza, lealtà, imparzialità e servizio esclusivo alla cura dell interesse pubblico. La Regione Autonoma Trentino Alto Adige, quindi, conformemente all intesa formulata, in data 7 febbraio 2013, dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, adegua il proprio ordinamento alle disposizioni del DPR 62/2013, nel rispetto di quanto previsto dallo Statuto speciale e dalle relative norme di attuazione. 16

17 9. OBBLIGO DI ASTENSIONE IN CASO DI CONFLITTO D INTERESSE I Dirigenti e le Dirigenti, i Direttori e le Direttrici, il Responsabile o la Responsabile del procedimento e tutto il personale dipendente delle strutture competenti ad effettuare ispezioni, controlli e sanzioni o ad adottare pareri, valutazioni, altri atti intraprocedimentali o il provvedimento finale, devono astenersi in caso di conflitto di interesse, segnalando al/alla Dirigente della struttura di appartenenza ogni situazione di conflitto anche potenziale. Per conflitto di interessi, reale o potenziale, si intende qualsiasi relazione intercorrente tra un/a dipendente/collaboratore/consulente e soggetti, persone fisiche o giuridiche, che possa risultare di pregiudizio per l ente regionale. Tutto il personale dipendente, nei rapporti esterni con clienti/fornitori/contraenti e concorrenti, deve curare gli interessi della Regione rispetto ad ogni altra situazione che possa concretizzare un vantaggio personale anche di natura non patrimoniale ed astenersi dal prendere decisioni o svolgere attività inerenti alle proprie mansioni in situazioni di conflitto, anche potenziale, di interessi con interessi personali, del coniuge, di conviventi, di parenti entro il quarto grado, di affini entro il secondo grado oppure di persone con le quali abbia rapporti di frequentazione abituale. Il conflitto può riguardare interessi di qualsiasi natura, anche non patrimoniali, come quelli derivanti dall intento di voler assecondare pressioni politiche, sindacali o dei superiori gerarchici. Il personale si astiene dal partecipare all adozione di decisioni o ad attività che possono coinvolgere interessi: - propri, ovvero di suoi parenti entro il quarto grado, di affini entro il secondo grado, del/della coniuge o di conviventi, oppure di persone con le quali abbia rapporti di frequentazione abituale; - di soggetti od organizzazioni con cui egli/ella o il/la coniuge abbia causa pendente o grave inimicizia o rapporti di credito o debito significativi; - di soggetti od organizzazioni di cui siano tutore o tutrice, curatore o curatrice, procuratore o procuratrice oppure agente; 17

18 - di enti, associazioni anche non riconosciute, comitati, società o stabilimenti in cui ricoprano posizioni di vertice; - il personale si astiene in ogni altro caso in cui esistano gravi ragioni di convenienza. 10. SOGGETTI E RUOLI NELL AMBITO DELLA PREVENZIONE E ILLECITO DISCIPLINARE Nonostante la legge 190/2012 concentri la responsabilità per il verificarsi di fenomeni corruttivi in capo al/alla responsabile per la prevenzione, tutto il personale è tenuto all osservanza delle norme anticorruzione e le strutture forniscono il loro apporto collaborativo al/alla Responsabile della prevenzione della corruzione per l attuazione del Piano, nella considerazione che l art. 1, comma 14, della legge 190/2012 prevede che la violazione, da parte dei dipendenti dell amministrazione, delle misure di prevenzione previste dal piano costituisce illecito disciplinare. In particolare: 1) La Responsabile della prevenzione della corruzione: - verifica l efficace attuazione del piano e la sua idoneità e propone le opportune modifiche al medesimo in caso di accertamento di significative violazioni delle relative prescrizioni o di mutamenti nell organizzazione o nell attività dell Ente; - in accordo con i/le Dirigenti competenti individua procedure appropriate per selezionare e formare il personale dipendente destinato ad operare in settori particolarmente esposti alla corruzione individuati al punto 5. del presente Piano; - entro il 15 dicembre di ogni anno, elabora la relazione recante i risultati dell attività svolta. Contestualmente trasmette il documento alla Giunta regionale e ne assicura la pubblicazione sul sito internet istituzionale; - entro il 31 dicembre di ciascun anno elabora la proposta del Piano triennale della prevenzione della corruzione e lo sottopone alla Giunta per l approvazione; 18

19 2) Il personale dipendente destinato a operare in settori e/o attività particolarmente esposti al rischio corruzione, i Direttori e le Direttrici, i Dirigenti e le Dirigenti con riferimento alle rispettive competenze previste dalla legge e dai regolamenti vigenti, attestano di essere a conoscenza del Piano di prevenzione della corruzione e provvedono all esecuzione; essi devono astenersi, in caso di conflitto di interessi, segnalando tempestivamente ogni situazione di conflitto, anche potenziale. 11. ROTAZIONE DEGLI INCARICHI Il/la dirigente collabora con la Responsabile della prevenzione della corruzione al fine di realizzare la rotazione delle attività negli uffici a rischio fra il personale assegnato, al fine di prevenire fenomeni di corruzione. 12. TRASPARENZA La Regione Autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol ritiene fondamentale che le proprie attività istituzionali vengano svolte con trasparenza, integrità, onestà nonché nel rispetto dell ordinamento vigente. La trasparenza, insieme alla pubblicità, sono strumenti rivolti alla promozione dell integrità e alla cultura della legalità, quali misure di prevenzione dei fenomeni corruttivi nonché strumenti essenziali per assicurare imparzialità e buon andamento delle pubbliche amministrazioni, così come disposto dall articolo n. 97 della Costituzione. Per meglio comprendere le iniziative adottate dalla Regione Autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol in materia di trasparenza è necessario far presente che la legge regionale n. 3 del 2 maggio 2013 dispone che la Regione adegui la propria legislazione agli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni individuati dalla legge 190/2012, precisando che fino all adeguamento resta ferma l applicazione della disciplina regionale in materia. In attesa dell approvazione da parte del Consiglio regionale delle norme di adeguamento, considerati i principi e gli obblighi in materia di trasparenza indicati nella legge 19

20 190/2012 e le linee di indirizzo, ove applicabili, contenute nell Intesa raggiunta nella seduta della Conferenza Unificata tenutasi in data 24 luglio 2013, la Regione Autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol ha strutturato le informazioni sul proprio sito istituzionale in sezioni e sotto-sezioni, seguendo lo schema allegato al d.lgs. n. 33/2013. Pertanto nella sezione Amministrazione trasparente sono pubblicati i dati, le informazioni e i documenti compatibilmente con il vigente quadro normativo regionale in materia di pubblicità e trasparenza. Si evidenzia che gli obblighi indicati negli articoli 26 e 27 del d. lgs. N. 33/2013 sono già stati recepiti con l articolo 7 della legge regionale 13 dicembre 2012, n. 8, come modificato dall articolo 3 comma 3 della legge regionale 2 maggio 2013, n. 3. Le informazioni sono pubblicate nella sezione Amministrazione aperta. 20

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